L’esperienza iridata di Sobrero, tra Ganna, Affini e il futuro

28.09.2021
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Primo mondiale da professionista e primo con la maglia tricolore sulle spalle: la settimana iridata di Matteo Sobrero è stata una gran bella esperienza, coronata dalla medaglia di bronzo nella staffetta mista.

Il 24enne di Alba è rientrato in Italia il giorno dopo la cronostaffetta. Un volo di buon mattino e poi via in macchina verso casa, per preparare le classiche italiane che lo porteranno al termine della sua stagione con l’Astana Premier Tech. Ma prima di chiudere del tutto il capitolo iridato riviviamo con lui i giorni fiamminghi.

Grande feeling fra Matteo, Filippo ed Edoardo
Grande feeling fra Matteo, Filippo ed Edoardo
Matteo, che esperienza porti a casa di questo tuo primo mondiale da pro’?

Un bilancio più che positivo. Ho portato a casa una medaglia, cosa che non avevo mai fatto prima ai mondiali. Ma in generale è stata una bella settimana passata con Pippo ed Edoardo ed ho imparato qualcosa da loro. Senza contare che disputare una crono mondiale in Belgio con tutta quella gente è stato parecchio emozionante.

E cosa hai imparato?

Sfumature, sono cose che già facevo come prendere gli appunti nella ricognizione per esempio. Un qualcosa che comunque ho ripreso da Ganna. Piuttosto è stato bello fare la ricognizione in tre e parlarci durante e dopo. Come avrebbe girato il vento, quanto a lungo tirare, quali fossero le linee migliori…

E sul piano di tempistiche, alimentazione… anche nel pre-gara?

In tal senso ognuno ha un suo protocollo. Io ne ho uno che ho sviluppato negli anni, sia sul piano alimentare fatto con Erica Lombardi che su quello del riscaldamento vero e proprio. Un protocollo che parte sin dal mattino. Un qualcosa che ho imparato nel tempo è ascoltarmi. Per esempio capire se nella sgambata del mattino devo dare una “sgasata” in più o se devo restare tranquillo per essere al massimo nella gara del pomeriggio. Soprattuto l’altro giorno che dovevo stare a ruota di quei due ”animali”!

Quei due animali!

Mamma mia come andavano forte!

Sobrero tra Ganna e Affini. La differenza di “stazza” è visibile ad occhio nudo. Matteo è stato bravo a tenere le loro ruote tanto a lungo
Sobrero tra Ganna e Affini. La differenza di “stazza” è visibile ad occhio nudo. Matteo è stato bravo a tenere le loro ruote tanto a lungo
Davvero a quanto andavate nella crono mista?

Considerate che mai abbiamo avuto il vento a favore. Anzi, più di qualche volta era proprio in faccia. In queste condizioni fai fatica a fare velocità. Ma noi la facevamo lo stesso! Buttavo un occhio sul Garmin dove avevo impostato come primo dato proprio la velocità e vedevo quasi sempre 57 all’ora. Volevo tenere sott’occhio questo valore perché avevamo impostato la crono in un certo modo.

Come?

L’obiettivo era non far scendere la velocità. Magari fare tirate più brevi ma mantenere alto il ritmo e, se possibile, aumentarlo, senza strappare. E questo credo ci abbia permesso di fare il miglior tempo al cambio.

Dopo la gara mista Ganna ti ha fatto i complimenti perché con 20 chili in meno rispetto a lui stesso ed Affini sei stato con loro praticamente per tutta la gara…

Eh, lo ringrazio. E’ una cosa alla quale non fanno caso in molti, ma per me, credetemi, è stato uno sforzo bello pesante. In pianura, in una crono non si valutano i watt/chilo, ma i watt puri. Watt e aerodinamica. Io magari essendo più piccolo penetro meglio nell’aria e in tal senso spreco meno watt, ma poi devo compensare con la minore potenza. Per me è stata una preoccupazione non staccarmi all’inizio. Metti che non sei al 100%? Con due come Ganna e Affini ci metti poco a restare solo dopo pochi chilometri. Invece mi sono staccato solo negli ultimi due chilometri (su 22,1 di gara, ndr).

Un’ottima prestazione: hai visto il livello di watt espressi?

I dati precisi preferirei tenerli per me, ma posso dire che sono stati molto buoni. Ho fatto 20′ con ottimi valori. Avevamo il 58×11 e vi dico che spesso l’ho girato anche io. E, ricordo, non c’era vento a favore. In ricognizione ci siamo detti che se fosse stato a favore non sarebbe bastata neanche la corona da 60 denti e che avremmo fatto 60 di media. Io l’altro giorno ho capito subito l’andazzo. L’ho capito già nelle prime curve per uscire da Knokke. Già andavamo fortissimo e loro rilanciavano con una facilità e una potenza da far paura.

Sobrero in riscaldamento. Il suo warm-up è leggermente più lungo rispetto a quello di Ganna e Affini
Sobrero in riscaldamento. Il suo warm-up è leggermente più lungo rispetto a quello di Ganna e Affini
Una prova cosi ti apre nuove orizzonti? Ti dà consapevolezza?

Un po’ sì, ma devo dire che sono numeri che avevo già espresso in questa stagione, specie dopo il Giro d’Italia, che ho finito molto bene. Numeri che erano alla mia portata. Io ho la particolarità di riuscire ad esprimere gli stessi wattaggi sia in pianura che in salita, cosa che agli altri non riesce spesso.

Matteo, un’ultima domanda, dopo questa settimana in cui hai visto da vicino Ganna che è super curato dal punto di vista tecnico, farai dei piccoli interventi?

Sì, in vista del prossimo anno farò dei ritocchi a partire dalla posizione, perché ho capito che qualcosa posso ancora migliorare.

Beh, però sei messo bene (come si nota anche nella foto di apertura). Sei molto “chiuso” davanti…

Sì, non è male. Ma le posizioni vengono stabilite ad inizio stagione e a forza di starci, di farci degli sforzi nell’arco dell’anno ti rendi conto che puoi andare anche più là. Magari potrei abbassarmi un centimetro. Non ti spingi tanto oltre ad inizio stagione, specialmente lo scorso inverno che ho cambiato bici e materiali: sarebbe stato troppo. Chissà, avrei avuto mal di schiena, per dire… E poi vorrei il manubrio 3D, visto che lo hanno usato persino alcuni juniores… Magari è ora anche per me!

Una giornata con gli azzurri risolta in 5 centesimi

22.09.2021
6 min
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Cinque centesimi. Appena cinque centesimi ci hanno permesso di salire sul podio. I beffati sono stati gli svizzeri. Alla fine quei sorrisi del mattino hanno portato bene. La nazionale dei ragazzi e delle ragazze ce la siamo gustata nell’arco di tutta la giornata. La sgambata della mattina, l’attesa, il riscaldamento, la gara, il podio.

Dopo l’oro di Ganna si torna a casa con un’altra medaglia, un bronzo. Un bronzo prezioso. E un podio misto uomini e donne, in una squadra composta da sei persone è un bel termometro di quel che sta diventando questa specialità in Italia. Non ci si riferisce ad un singolo elemento, al Ganna che fa discorso a sé. Anche se c’è tanto da lavorare. Ma per i discorsi “tecnico-politici” c’è tempo. 

Tra rulli e sgambata

Stamattina Ganna, Elena Cecchini e Marta Cavalli avevano optato per i rulli (con Vasco Rossi a fare da sottofondo), mentre Sobrero, Elisa Longo Borghini ed Affini avevano preferito la classica sgambata. I primi hanno fatto mezz’oretta o poco più, i secondi un’ora. Ma hanno finito tutti più o meno verso le 11. Il tempo di un po’ di relax, un leggero massaggio e alle 12 tutti a pranzo.

Poi le ragazze hanno preso la via di Bruges, visto che era lì che avveniva il cambio, mentre i ragazzi sono rimasti a Knokke-Heist. E verso le 14:30 eccoli arrivare al bus. Dove spariscono per la riunione tecnica. Un ultimo ripasso con Marco Velo.

Riunione e dettagli

«Cosa si dice in una riunione così? Si ripassa quel che si è fatto e visto nelle prove – spiega Velo – Abbiamo provato il percorso due volte. Sostanzialmente si è parlato delle curve da fare. Ce n’erano alcune nuove rispetto alla crono individuale. I ragazzi le hanno provate più volte per verificare la velocità d’entrata. E si è parlato della partenza. Sobrero si sarebbe “occupato” di quelle più strette in fase di avvio. Anche se la prima tirata l’avrebbe data in modo “dolce” Ganna.

«Poi sono professionisti, sanno bene cosa fare. Si parlano in corsa. In ogni caso Ganna e Affini dovrebbero fare trenate di 40” e Sobrero di 20”-30” a seconda delle gambe. L’importante è che diano tutto. Come ha fatto De Marchi a Trento. Quando senti che ti stai per staccare passi in testa e segnali che è l’ultima tirata. Magari è breve ma rialzi un po’ la velocità».

Il primo a scendere al riscaldamento è proprio il campione italiano, Sobrero. Poco dopo lo seguono Ganna e Affini. Ganna chiede una sedia per appoggiarci le borracce mentre esegue i suoi classici 25′ di riscaldamento.

«Sobrero – riprende Velo – scherzando ha detto a quei due giganti: ohi, ditemi quando c’è una curva che dietro di voi non vedo niente! Seguirli non è facile, neanche per me. Soprattutto da quando c’è Pippo che ha alzato l’asticella. Lui in ricognizione segna ogni dettaglio del percorso. L’altro giorno nelle crono individuale avevo due fogli di appunti: curva a destra da fare in posizione; tombino sulla sinistra… ».

Intanto le altre nazionali si recano in partenza. Non lontano dal bus azzurro griffato Vittoria, ci sono i tedeschi. In casa Svizzera invece regna grande silenzio. Mentre gli olandesi e i danesi sono molto lontani dal bus azzurro e hanno due camper più piccoli a supporto. Ma si sa: contano le gambe. I meccanici ci dicono che le bici dei nostri sono identiche a quelle utilizzate nelle crono individuali. Pippo, ha solo cambiato colore e ha preso la Pinarello Bolide “verde coleottero”. Una scaramanzia sostanzialmente ci confida Matteo Cornacchione, il suo meccanico.

Filippo Ganna, Matteo Sobrero ed Edoardo Affini: i tre azzurri hanno siglato il miglior tempo al cambio
Filippo Ganna, Matteo Sobrero ed Edoardo Affini: i tre azzurri hanno siglato il miglior tempo al cambio

Tre siluri su Bruges

Come da copione i nostri due “bestioni”, Ganna e Affini, spingono in modo feroce. Sobrero fa il suo e poi si stacca. Il tempo è preso sul secondo e al cambio di Bruges, quando passano sull’arrivo il colore del cronometro è verde. Italia in testa.

«Sapevamo che sarebbe stata una gara dura – ha detto Ganna – e dovevamo dare il cambio alle ragazze con il maggior margine possibile. Bisogna fare i complimenti a Sobrero che pesa 20 chili meno di me e Affini ed ha fatto una grandissima prova. Senza contare che oggi c’era anche un bel po’ di vento». 

«E’ un piacere avere due compagni di squadra come Pippo ed Edoardo, ma è anche molto difficile tenerli. Sono in grado di produrre velocità altissime e io devo fare un grande sforzo», ha aggiunto Sobrero.

Grinta rosa-azzurra

E poi è toccato ad Elisa, Elena e Marta. E a proposito di pesi leggeri, per loro non sarebbe stato facile con tanta pianura tenere a bada tedesche e olandesi.

«Grande souspence fino alle fine. Siamo riusciti a sopravanzare la Svizzera per pochi centesimi – dice il cittì SalvoldiE’ un premio per tutti. Ragazzi e soprattutto ragazze, perché prendere 2” a chilometro dalle tedesche è come vincere. Le nostre proiezioni ci dicevano che potevano essere anche peggiori. Hanno tirato fuori l’anima. E anche con un pizzico di fortuna è arrivato questo podio. Ci tenevano molto.

«Cinque centesimi è impossibile andarli a “trovare” – riprende Salvoldi – Magari è stata l’ultima pedalata a fare la differenza».

«Difficile dirlo – gli fa eco Elisa Longo Borghini – probabilmente li abbiamo ripresi nella parte finale. Abbiamo fatto una super prestazione». «Io invece – dice Marta Cavalli – sono rimasta super concentrata tutta la gara: posizione, sforzo, quello che dovevo fare… ma quando siamo rimaste in due ho sentito la responsabilità di tagliare il traguardo insieme ad Elisa». «Sapevamo che c’erano 3-4 squadre più forti di noi – ha chiuso Elena Cecchini – Ma siamo contenti e questi ci sprona a dare sempre di più e a lavorare in questa disciplina. E poi credo al karma, due anni fa abbiamo forato, stavolta è andata bene a noi».

Mondiali, si comincia. E Villa ci dice come sta Ganna

19.09.2021
4 min
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Un anno nei panni di Filippo Ganna? Non deve essere per niente facile. Villa sorride e poi riprende a raccontarci la vigilia del suo campione.

Ricordando le parole di Elisa Longo Borghini sulle aspettative della stampa e dei tifosi, serve una grande calma per concentrarsi, allenarsi, correre e poi dover rispondere a domande che servono nella maggior parte dei casi per celebrare un successo, ma a volte sembrano dita puntate anche se sei arrivato secondo. E non perché tu sia andato piano o abbia sbagliato strada, ma semplicemente perché ci sono anche gli avversari che a loro volta lavorano per vincere.

Così oggi Filippo Ganna, che in ogni caso è bravissimo a farsele scivolare di dosso, scenderà in strada per l’ennesima sfida top della stagione. Dopo il Giro delle due crono vinte e del lavoro per Bernal. La crono delle Olimpiadi a un soffio dal podio. Il record del mondo e l’oro olimpico del quartetto. L’oro del Mixed Team Relay agli europei. E sempre a Trento l’argento della crono alle spalle di Kung. Nella sua agendo ci sono ancora il mondiale crono di oggi, il Team Relay di mercoledì e poi i mondiali su pista a metà ottobre.

Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)
Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)

Gli azzurri per le sfide contro il tempo sono volati in Belgio mercoledì, con Villa e Velo. L’hotel sul Mare del Nord vicino alla partenza da Knokke-Heist e ieri la possibilità di provare il percorso con le strade chiuse (in apertura, Pippo con Sobrero). Un gran piattone, terreno di caccia per specialisti. Solo che le strade chiuse per provare hanno così sconvolto la circolazione, che quando all’arrivo gli under 23 hanno chiesto di riprovarlo, per Villa c’è stato da mettersi le mani nei capelli.

Marco, come andiamo?

Tutto a posto. Ieri abbiamo provato il percorso, che è tutto piatto. Stamattina Pippo farà un paio di sforzi giusti per risvegliarsi del tutto e poi si corre.

Stanco a questo punto della stagione?

Non credo ci sia da parlare di gare di fine stagione, non è stanco. Ha fatto gli stessi giorni di corsa di Kung, che ha corso il Tour e ha vinto l’europeo (Ganna ha corso 63 giorni, Kung 65, ndr). E a Trento non è andato piano, con l’aggiunta che il giorno prima aveva corso il Team Relay vincendo l’oro. Può essergli rimasto nelle gambe, ma ha scelto lui di volerlo fare e di provare a vincerlo.

Lo vedi bene?

Direi di sì. Gli manca qualche punto di riferimento, aver fatto qualche gara in più. Dopo Tokyo ha voluto recuperare un po’, ma i suoi dati dicono che non va affatto piano. A Trento, dopo aver vinto la staffetta, nella crono individuale ha fatto da solo un tempo vicino a quello che avevano fatto in tre.

Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Come mai la scelta di saltare la prova su strada?

Ha scelto questo in accordo con Davide (Cassani, ndr). Forse non si è trovato bene nella prova su strada di Trento e ha preferito concentrarsi sulla crono e sul Team Relay.

Sapere che ci saranno anche i mondiali pista è un pensiero che distrae?

Ma no, non credo. Parliamo di uno che quattro giorni dopo aver sfiorato la medaglia sul percorso durissimo della crono di Tokyo, è andato in pista e ha fatto il record del mondo e preso l’oro col quartetto. Però, tornando alla pista, non farà gli europei di Grenchen per correre un po’ su strada con la Ineos. Sta scegliendo i suoi appuntamenti, non tanto per fare, ma per puntare a qualche risultato.

Per preparare i mondiali di Roubaix potrete ancora usare Montichiari?

Ce lo lasciano fino a quei giorni, quindi sì. Il 29-30 settembre faremo un giorno al Vigorelli per brindare al fine lavori, e uno a Montichiari. Saremo di nuovo in pista dal 10 al 15 ottobre, prima di partire per la Francia

Percorso piatto oggi, con che rapporti si corre?

La tendenza ultimamente è avere il 58 davanti, mentre dietro non è come su pista che decido io. Quindi avrà un pacco pignoni dall’11 in su. E speriamo di usarlo il 58×11.

Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Ci sarà vento?

Il percorso parte dal mare e va verso Bruges. Ci sono un po’ di curve, per cui qualche volta lo avranno in faccia, ma tendenzialmente in certi rettilinei fino all’arrivo ci sarà vento laterale.

Lenticolare dietro e alto profilo davanti?

Direi proprio di sì, niente di strano da inventare. Percorso da specialisti, va aggiunto alla lista anche Van Aert e se non avessero investito Dumoulin, anche lui sarebbe stato un pessimo cliente.

Caro Velo, che aria si respira fra gli azzurri della crono?

15.09.2021
5 min
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Nemmeno il tempo di festeggiare l’ottima campagna degli europei di Trento, chiusa con l’oro di Colbrelli ed il primo posto nel medagliere continentale, che la nazionale italiana fa già rotta verso le Fiandre per i mondiali. Per prima partirà la spedizione dei cronomen azzurri, giovedì 16 settembre (domani), dato che la rassegna iridata si aprirà domenica 19 con la crono dei professionisti. Insieme agli azzurri, oltre a Marco Villa, ci sarà Marco Velo.

Il tracciato – piuttosto lineare nella prima parte e più tortuoso nella seconda – partirà da Knokke-Heist (dalla zona del casinò sulla spiaggia del Mare del Nord), transiterà da Damme (dove è posizionato il villaggio ufficiale) ed arriverà nel cuore di Bruges nella piazza di ‘t Zand dopo 43,3 chilometri. Il profilo altimetrico strizza l’occhio a specialisti puri, il dislivello totale è di 78 metri, mentre sono previsti due rilevamenti intermedi dopo 13,8 e 33,3 chilometri. Il primo atleta partirà alle 14,30, l’ultimo alle 16,06.

Sarà Filippo Ganna l’ultimo a prendere il via. E proprio grazie al suo status di campione in carica, l’Italia potrà schierare tre azzurri anziché i tradizionali due. Oltre al verbanese di Vignone ci saranno anche Edoardo Affini e Matteo Sobrero, rispettivamente vice e campione italiano della specialità. Tutti e tre già visti all’opera agli europei di Trento.

Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Marco, finito un evento sotto con un altro. Giusto il tempo di gioire.

Sì, abbiamo dovuto rimandare il tempo di festeggiare a dovere tutte le medaglie degli europei. Dobbiamo concentrarci sulla crono mondiale. Appena arriveremo in Belgio faremo la tradizionale ricognizione del percorso ed inizieremo ad approfondire il tutto.

Come ci arriviamo? Con quali certezze? Iniziamo da Sobrero.

Portiamo corridori che danno garanzie, siamo felici di portarne tre e tutti possono fare molto bene. Matteo è giusto che si misuri con i migliori specialisti in circolazione in una manifestazione importante come il mondiale. E’ campione italiano e fino ad ora ha fatto una buona prima di stagione con un bel quarto posto nella crono di Milano al Giro. Qualche giorno fa nella crono nel Mixed Team Relay è andato forte dando un solido contributo per la medaglia d’oro.

Affini?

Affini è andato fortissimo per tutto l’anno, facendo grandi cronometro. E’ stato molto sfortunato perché ha sempre trovato qualcuno che lo ha superato di poco, però le sue prove contro il tempo al Giro d’Italia (secondo e terzo, ndr), al campionato italiano, al Giro di Danimarca e al Benelux Tour (rispettivamente quarto e secondo, ndr) dimostrano la sua crescita. Senza contare il grande numero da finisseur che fece a Verona dove solo una grande volata di Nizzolo lo ha battuto al fotofinish. Deve credere un po’ di più nelle sue potenzialità e che trovi un po’ più di cattiveria agonistica. Spero per lui che arrivi presto il risultato che merita.

Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
E Ganna?

L’europeo per lui era una tappa di passaggio, seppur importante, per il mondiale. E non dimentichiamoci che Pippo quest’anno ha dovuto lavorare per avere tre picchi di forma, cosa per nulla facile col ciclismo moderno. Giro d’Italia con due vittorie ed un ottimo supporto a Bernal, le Olimpiadi dove ha disputato prima una grande crono in un percorso poco adatto alla sua stazza e poi in pista dove abbiamo visto tutti quello che ha fatto. Infine europei e mondiali.

Qualcuno era deluso dal suo argento continentale. Anche lui secondo te?

Da Pippo tutti si aspettano sempre il grandissimo risultato, ma è giovane e soprattutto umano anche lui. Non è una macchina. Effettivamente dobbiamo risollevarlo un po’ moralmente perché lui vuole sempre fare il massimo, ma sia io che Villa che Cassani a turno gli abbiamo detto che più di così non poteva fare all’europeo. Ha fatto tutto quello che doveva fare, ha dato tutto e a quel punto ci sta perdere per qualche secondo. So che è abbastanza bravo a resettare dopo le sconfitte e concentrarsi immediatamente sul nuovo obiettivo. Sarà così anche in Belgio.

Il loro allenamento di avvicinamento come sarà?

Ganna non dovrà fare nulla di particolare. Ha disputato la prova in linea degli europei perché dopo Tokyo non aveva corso molto ed aveva bisogno di ricreare una base solida. Sobrero e Affini invece faranno ancora qualche lavoro specifico in più, ma saranno differenze minime.

Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Con l’anno scorso ci vedi dei parallelismi, quanto meno come sensazioni?

Mi verrebbe da dire di no, onestamente. Non c’erano le Olimpiadi, la stagione era ripresa ad agosto ed era stata piuttosto imprevedibile.

Ganna ad una domanda in conferenza stampa dopo la crono degli Europei ha risposto che c’erano quasi tutti i migliori e che in particolare teme Dennis. Ma non ci sarà solo l’australiano.

Esatto, il livello qualitativo di Trento era alto, ma aggiungiamoci pure Van Aert. La sfida sarà molto aperta e molto interessante. Speriamo che sorrida a noi.

Tu che sei stato cronoman e nel ’92 ad Atene hai vinto la cronosquadre mondiale con gli juniores, che consiglio ti senti di dare ai tre ragazzi?

Di partire sereni, con la consapevolezza di aver fatto il massimo per arrivare a questo appuntamento preparati al meglio. Poi solo a fine gara si analizzerà tutto.

Prima di chiudere. Sta per finire il mandato di Cassani, ma non è detto che vengano cambiate tutte le altre figure. Personalmente cosa ti aspetti?

Mi sono trovato molto bene in nazionale in questi anni, abbiamo ottenuto dei risultati. Non nascondo che mi piacerebbe anche un ruolo diverso, magari lavorare con i giovani, ma più semplicemente mi piacerebbe continuare ad essere uno dello staff azzurro. Certo che una vittoria farebbe bene a tutti.

Dialogo sui cronoman e sui misuratori di potenza. Parla Malori

04.09.2021
7 min
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Parliamo di cronoman. Malori è a casa con la bimba sulle gambe e intanto il discorso fluisce. Si parla di juniores al Lunigiana e si parla finalmente dell’abbondanza di cronoman azzurri. Una fase che non si viveva da anni e che permetterà ai tecnici della nazionale di scegliere in base ai percorsi e non in base al fatto che ce ne sono soltanto due e tocca sempre a loro. Si parla di Ganna, Affini, Sobrero, Cattaneo e Jonathan Milan, il cucciolo di casa. Un cucciolo con due zanne lunghe così, se è vero che a soli 20 anni s’è portato a casa l’oro olimpico del quartetto.

Affini ricorda Ganna, ha bisogno di maturare, poi sarà allo stesso livello
Affini ricorda Ganna, ha bisogno di maturare, poi sarà allo stesso livello
Di Pippo abbiamo detto tante cose, secondo te la crono delle Olimpiadi ha dimostrato ancora di più quanto sia forte, perché nonostante il percorso così duro era arrivato praticamente a medaglia?

Assolutamente. Anche perché si era preparato prevalentemente per la pista, sapeva di essere tra amici e di avere la possibilità dell’oro, con Villa ci lavorava da quasi sette anni. Invece a fronte di un percorso crono molto duro, ha fatto vedere di avere qualità innate e la capacità di adattarsi.

Esiste un limite di dislivello per uno così oltre il quale non è più competitivo, oppure se si prepara al 100 per cento può giocarsela sempre?

In teoria lui è competitivo su tutti i percorsi se si prepara per la crono. Però finché ci saranno in giro Roglic, Pogacar e Van Aert, nelle crono dure non c’è storia. Roglic alle Olimpiadi oggettivamente ha dato una ripassata a tutti. Se anche Ganna fosse stato al top, un minuto e mezzo non lo recuperava. Roglic ha dato un minuto a Dumoulin e Dennis, quindi su certi percorsi è di un altro pianeta.

Sobrero va forte in salita e quando è in condizione vola anche a crono
Sobrero va forte in salita e quando è in condizione vola anche a crono
Parliamo di Affini, somiglia a Ganna, forse gli manca qualcosa sui percorsi duri…

Secondo me è un cronoman molto simile a Ganna. Quello che ha meno di Pippo sono semplicemente dei cavalli. Sono atleti simili, grandi, molto pesanti, che vanno bene su percorsi veloci, però Ganna è semplicemente più potente. Affini mi dà l’idea di non essere la fuoriserie che esplode subito, ma secondo me nel giro di due anni può arrivare allo stesso livello.

Allo stesso livello di Ganna?

Ci metterà un pochino più di tempo, anche perché Ganna è alla Ineos già da due, tre anni, nella squadra in cui è tirato a lucido. Mentre Affini è solo al primo anno alla Jumbo, prima era alla Mitchelton e prima ancora in continental. Quindi sul discorso crono, è al primo anno in una squadra giusta sul fronte dei materiali e dello sviluppo. Diamogli tempo, ma fra un paio di anni potrà giocarsi anche un mondiale.

Conta anche la maturazione fisica?

Certamente, che non è legata solo all’età. Pippo sono anni che con la pista è al top, quindi anche a livello di consapevolezza e sicurezza nei propri mezzi è più avanti. Secondo me  è questione di un paio d’anni, ma Affini arriverà ad essere alla pari

Cattaneo ha bisogno di percorsi duri: ha grande predisposizione
Cattaneo ha bisogno di percorsi duri: ha grande predisposizione
E intanto Sobrero, zitto zitto, s’è portato a casa l’italiano…

Il percorso era duro, anche perché lo ha fatto un ragazzo che alleno e mi ha confermato quanto fosse impegnativo. Nell’ultima crono del Giro d’Italia, se non avesse avuto la sfortuna di trovarsi la macchina in mezzo ai piedi, quasi quasi lo scherzetto a Ganna lo combinava anche prima. Quindi sicuramente Sobrero ha finito il Giro in crescita, mentre Ganna invece era un po’ stanco, perché rispetto all’anno scorso, gli è toccato tirare di più.  Poi indubbiamente in una crono dura, Sobrero ha qualcosa in più rispetto agli altri italiani. Lo ha dimostrato, ha un fisico che va forte anche in salita. I cronoman italiani sono divisi in due squadre…

Due squadre?

Ci sono Affini e Ganna da una parte, Sobrero e Cattaneo dall’altra. Anche per Mattia va bene il discorso fatto per Sobrero, è molto forte però ci vuole una crono dura perché vada bene. Ganna invece va sempre forte e anche quando non è al top, comunque può difendersi bene. Quella è la dote del cronoman. Come per gli scalatori. Se prendiamo Carapaz, in salita va forte anche se non è al top della forma. Il punto in cui perde è quello dove gli altri menano forte. Faccio l’esempio su di me. Quando ero al top della forma, in partenza al Tour de France ero lì che scattavo anche in salita per andare in fuga. Se invece ero poco sotto al top, a crono mi difendevo, ma in salita ero a lustrare il lunotto del camion scopa.

Milan è il più giovane del lotto: ha predisposizione, verrà fuori al top
Milan è il più giovane del lotto: ha predisposizione, verrà fuori al top
Cattaneo forse è più potente di Sobrero?

Forse sì, perché ha un fisico diverso, leve più lunghe da crono pianeggiante, ma entrambi hanno bisogno di un percorso duro per far bene. Secondo me non portare Cattaneo alle Olimpiadi è stato un grave errore, sia per come andava, sia perché faceva il Tour. E va bene che i nomi sono stati dati il 5 luglio, ma era sempre uno in gran forma che aveva fatto il podio ai campionati italiani. A uno che veniva dal Tour la fiducia dovevi dargliela, invece di portare gente che non correva da tempo e che era andata forte a maggio. Cassani ha giocato un terno al lotto e gli è andata male

Tornando alle due squadre di cui parlavi, la sensazione, osservando la posizione e la cadenza di pedalata, è che Ganna e Affini siano più specialisti… 

Ovviamente sia Cattaneo che Sobrero non sono sicuramente due specialisti, ma sono due che quando quando vanno forte, possono fare delle buone crono. Al campionato italiano uno veniva dal Giro e ne era uscito bene, mentre l’altro preparava il Tour e andava come un caccia. Sicuramente è diverso se dovessero preparare un mondiale, la crono secca. Farebbero molta più fatica.

Adriano Malori, Marco PInotti, Paolo Bettini, mondiali Valkenburg 2012
Malori e Pinotti erano la coppia fissa delle crono azzurre. Qui con Bettini a Valkenburg 2012
Adriano Malori, Marco PInotti, Paolo Bettini, mondiali Valkenburg 2012
Malori e Pinotti erano la coppia fissa delle crono azzurre. Qui con Bettini a Valkenburg 2012
All’appello manca il più giovane di tutti, un altro che verrà fuori: Jonathan Milan

Secondo me anche lui presto o tardi viene fuori, questo è sicuro. Però ha 20 anni e non l’ho ancora visto bene fra i professionisti, quindi faccio fatica a parlarne. 

Il fatto di aver vinto il tricolore da U23 gli darà consapevolezza nell’andare avanti?

Quello e le cose grandiose che ha fatto a Tokyo gli daranno la sicurezza di poter competere per qualsiasi obiettivo. Il fatto di essere stato campione italiano sarà il modo di non staccare con il pregresso, un ricordo che non gli farà dimenticare da dove viene. Faccio il mio esempio. Quando passai alla Lampre, il primo anno che andassi bene o male a crono non importava a nessuno. Lo stesso io le preparavo, mi scaldavo, facevo tutto quello che sapevo fosse necessario. Non ho interrotto il flusso, diciamo.

Ai tuoi tempi, la coppia crono azzurra eravate tu e Pinotti, vedi un po’ di Marco nei cronoman di cui abbiamo parlato?

Con Marco ero spesso in camera. Studiava tanto, guardava i watt, la curva di potenza e le curve della strada. Io allora ero molto più forza bruta e ho imparato tanto anche da lui. Parlavamo, mi ha spiegato le sue idee e poi io ho fatto miei quegli insegnamenti. Diciamo che a fine carriera ero la sintesi fra il mio prima e le cose che mi ha passato lui. Prima che il misuratore di potenza appiattisse tutto.

Che cosa vuoi dire?

Adesso solo con la forza bruta non vai da nessuna parte, ma anche senza il misuratore di potenza. La differenza fra cronoman e scalatore una volta era data dalla sensibilità e l’esperienza. Il cronoman era quello che sapeva dosare lo sforzo, invece lo scalatore andava a strappi, si distraeva, rallentava per prendere l’acqua, aumentava e calava e così venivano fuori i distacchi nelle crono. Oggi sai che devi stare a 400 watt, ti metti lì e se nel finale vedi che ne hai ancora, vai a 430. I misuratori hanno cancellato il mestiere del cronoman più del progresso tecnologico.

Contador si difendeva anche a crono. E’ stato fra i primi a proporre l’abolizione del potenziometro in corsa
Contador si difendeva anche a crono. E’ stato fra i primi a proporre l’abolizione del potenziometro in corsa
Spiega.

Si parla di crono e prestazioni con tanti watt in più. In realtà io credo che un cronoman forte del 1998 avesse gli stessi numeri di un cronoman forte di oggi. Solo che nel frattempo l’aerodinamica, l’abbigliamento, il casco, gli occhiali, le ruote, i cuscinetti… lo sviluppo tecnologico ha permesso e permetterà sempre più di raggiungere prestazioni superiori. In proporzione, il ciclismo ha abbassato i suoi tempi di tanto. Molto più rispetto all’atletica leggera, perché loro possono intervenire solo su piste e scarpe. 

Il misuratore di potenza in effetti ha cambiato le cose anche in salita.

E io infatti sono d’accordo con Valverde e Contador e in corsa lo abolirei. Se sei un professionista, sai come stai e come gestirti. Se non lo sei e ti si spengono gli strumenti, sei spacciato. Se lo dai a uno junior, quando mai imparerà a conoscersi? In allenamento va bene, giusto tirare fuori il proprio massimo, in corsa devono comandare anche altri fattori.

Ovvio che nessuna squadra, volendosi garantire il risultato, sarà mai d’accordo…

Allora vuol dire che stiamo diventando vecchi e rimpiangiamo qualcosa che non potrà mai tornare. Qualcosa che ai miei tempi si chiamava ciclismo. Oggi come potremmo chiamarlo?

Benelux Tour, a tavola con Sobrero: riso bianco e patate

03.09.2021
7 min
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Andare a tavola al Giro d’Italia, con la squadra che porta lo chef e lo chef che coccola i corridori, è uno dei momenti top della giornata. Ma se finisci a correre al Benelux Tour e il cuoco non c’è, prima rimpiangi la cucina del Giro e poi pensi a quella di casa. Come dicono spesso i nutrizionisti dei team, la tavola deve essere anche un momento di allegria.

Matteo Sobrero, guarda caso, è al Benelux Tour e piuttosto che parlare di tempi, watt e ordini di arrivo, ci è venuto in mente di chiedergli come si mangi in una corsa del Nord al confronto di quel che si farebbe a casa. Anche per capire se i consigli dei nutrizionisti, in questo caso la nostra amica Erica Lombardi, siano applicabili quando in tavola ti trovi ogni giorno riso in bianco, una fetta di carne e due patate lesse.

«In questi anni – sorride il campione italiano della crono – ho imparato che quando si corre quassù, anche la tappa più piatta e in apparenza innocua si può trasformare in un calvario per un corridore di 63 chili come me se quelli di 80 chili decidono di accelerare. Per cui anche a tavola bisogna comportarsi di conseguenza. Guai farsi trovare vuoti, non torni più a casa».

Di solito si dice che la base del giorno dopo si cominci a fare con la cena.

Io invece inizio dalla merenda. Se la tappa finisce presto, dopo i massaggi si riesce a mangiare qualcosa per non arrivare a cena con una fame da lupi. Mangio in base a quanto hai speso durante il giorno e soprattutto mi permette di mangiare meno a cena e di dormire più leggero.

Che cosa hai mangiato oggi (ieri per chi legge, ndr)?

Uno yogurt con muesli e un po’ di mandorle. Poi qualche biscotto con il cioccolato, perché siamo in Belgio e il morale ha bisogno di essere sostenuto. Queste non sono esattamente le mie corse…

Dove trovi questi alimenti?

In hotel abbiamo una food room gestita dai massaggiatori e assortita in base alle indicazioni dei nutrizionisti. Vado lì, sento se ci sono indicazioni particolari oppure faccio da me. Trovi di tutto. Anche a casa la merenda è un momento importante, serve per spezzare il pomeriggio e non arrivare a cena troppo affamato. Diciamo che lo schema alimentare a casa riprende quello in corsa, ma con differenze di alimenti.

Il Benelux Tour ha tappe velocissime e dispendiose per un atleta di 63 chili
Il Benelux Tour ha tappe velocissime e dispendiose per un atleta di 63 chili
Cambia tanto senza cuoco?

E’ diverso. Il cuoco, soprattutto il cuoco italiano, sente il nutrizionista e poi fa lui, aggiungendo qualche tocco di colore e sapore agli alimenti necessari. Al Giro abbiamo sempre mangiato bene, con qualche sugo, il risotto alle verdure. Qua invece si va avanti con riso o pasta in bianco, patate e un paio di secondi a scelta: il classico menù concordato fra hotel e organizzatori. Mangiare così per una settimana diventa pesante, andare a tavola al Giro invece è piacevole.

Come si… sopravvive a una settimana di riso e patate?

Sono tanti anni ormai che lavoro con Erica Lombardi (dietista dell’Astana, ndr) e ho imparato qualcosa, anche se non si smette mai di farlo. Cerco sempre di gestirmi un po’. Se devo avvicinarmi a un appuntamento importante, sono solito sentirla. Oppure quando si tratta di andare in altura, dove si lavora tanto e l’alimentazione è decisiva per non buttare a mare il lavoro fatto.

L’Astana al Giro e nelle grandi corse ha con sé Daniele Zanieri, lo chef dei corridori
L’Astana al Giro e nelle grandi corse ha con sé Daniele Zanieri, lo chef dei corridori
Lassù cucina il cuoco dell’hotel, a casa chi lo fa?

A casa, cucina mia mamma, oppure la mia compagna quando sono da lei. E’ diverso, come avere il cuoco alle corse. E’ un mangiare più normale, con prodotti freschi in base alla stagione e sempre in base a quello che si è fatto nella giornata e cosa si farà il giorno dopo. In genere però la strategia alimentare riguarda anche periodi più lunghi. Ad esempio al Polonia ero stanco, probabilmente non avevo assimilato bene il lavoro in altura, e nelle due settimane successive ho ricaricato le batterie dando la precedenza a carboidrati e zuccheri. Ci sono tante varianti, puoi pianificare quello che vuoi. Ma basta che qualcosa vada di traverso e devi passare alla guida manuale, ascoltando il tuo corpo.

Alle corse a anche a casa, il bicchiere di vino a tavola c’è sempre?

Sembrerà strano, ma nonostante i miei siano viticultori, a tavola non beviamo vino. Magari alle cene importanti o alle feste o se si va a cena fuori, altrimenti nella quotidianità il vino non c’è. Per cui anche alle corse non è un problema non bere, sono fuori per lavoro: giusto fare tutto al meglio.

Il riso a colazione si mescola con quello che capita: dalle verdure alle uova, fino anche all’avocado
Il riso a colazione si mescola con quello che capita: dalle verdure alle uova, fino anche all’avocado
Colazione in corsa: cosa mangi?

La pasta o il riso li uso spesso, ma dipende anche dalla gara. Al Giro mangiavo più spesso il riso, perché la pasta si mangiava a cena. Mi siedo a tavola e prendo subito il riso. Se cominciassi con porridge o pane, avrei subito il senso di essere pieno, ma dopo poco so che mi sentirei vuoto. Poi però ci sono giorni che mangi solo porridge, magari se la tappa è corta.

Come condisci il riso o la pasta?

Con tutto quello che capita. Se la pasta è al dente e buona, vanno bene olio e parmigiano. Altrimenti nel riso metti anche le uova strapazzate, oppure il parmigiano e la bresaola. Quello che trovi al buffet. A volte anche l’avocado.

Mangi così anche a casa?

No, si va più sul semplice e sempre in base a quel che si deve fare. Di solito ci sono pane, fette biscottate, cereali come muesli o avena o semplici corn flakes soffiati. E qualcosa di proteico. Se faccio distanza, arrivano porridge e pane. Se devo fare lavori di intensità, fette biscottate spalmate.

In corsa, panini o barrette e gel?

Preferisco i panini, almeno nelle prime fasi. Sono buone anche le ricecake, che preparano con pistacchio o frutti rossi. Però il panino con prosciutto e filadelfia è sempre il mio preferito, oppure quello con banana e marmellata. Poi arriva il momento delle barrette, dei gel e delle borracce con maltodestrine o sali.

alimentazione
La merenda dopo la tappa serve a spezzare il pomeriggio e arrivare a tavola senza il senso della fame
alimentazione
La merenda dopo la tappa serve a spezzare il pomeriggio e arrivare a tavola senza il senso della fame
A casa ti fermi al bar?

Non sono un amante delle soste, ma certo capita di farle, soprattutto nelle distanze più lunghe. Quando faccio lavori specifici, cerco di simulare l’alimentazione di corsa, con lo stesso dosaggio di carboidrati per ora. Anche quello è un aspetto da allenare. Se non ti abitui, rischi di non riuscire a stare nei tempi giusti e la paghi cara. Se fossi un amatore, la pausa panino al bar non me la toglierebbe nessuno.

Cosa metti nelle borracce, a casa e in corsa?

Le maltodestrine non mancano mai, ormai si va così forte e non sempre si ha il tempo per mangiare, che i carboidrati in qualche modo devi mandarli giù. Ma solo malto è troppo pesante, per cui devo sempre avere anche una borraccia di sali o d’acqua. Viaggio sempre con due borracce, tranne che nel finale. Anche se alcuni velocisti…

Che cosa fanno?

Per stare leggeri e superare meglio le salite, partono con una sola borraccia e niente nelle tasche, lasciando che siano i compagni a portare tutto per loro.

Si mangia anche dopo l’arrivo, prima della merenda?

Appena arrivati beviamo. Acqua, Fanta, quello che troviamo. Poi il massaggiatore ci dà una borraccia di carboidrati per velocizzare il recupero. Sul bus troviamo invece quella con le proteine e aminoacidi. Quindi facciamo la doccia e durante il trasferimento si mangiano riso e patate. Se si finisce tardi, non si ha il tempo di fare poi la merenda. Altrimenti si fa come abbiamo detto all’inizio.

Se la pasta è buona, non serve neanche condirla: bastano olio e parmigiano
Se la pasta è buona, non serve neanche condirla: bastano olio e parmigiano
Al Giro c’è la pesatura quotidiana, al Benelux?

No, ti regoli da solo, non è una cosa ossessiva. Comunque tra il Giro 2020 che era il primo e quello del 2021 ho visto delle differenze. L’anno scorso perdevo peso anche se mangiavo, quest’anno ho perso poco e ne sono uscito bene. E’ difficile gestirsi in tre settimane e con la giusta strategia alimentare cambia tutto. Mi dicevano che siccome sono giovane, mangiare di più cambia poco perché bricio tutto alla svelta. Al contrario, se vai sotto peso, finisci kappaò.

Manca il pranzo a casa dopo l’allenamento…

Normale, un primo e un secondo, in base a quello che ho fatto. Erica ci raccomanda di abbinare sempre primo e secondo. Anche se ovviamente c’è primo e primo…

E’ arrivata l’ora di cena, Matteo ride e dice di pregustare già il riso bollito e le patate. Per fortuna la convocazione ai mondiali della crono gli ha messo davanti un bell’obiettivo per cui lavorare. E anche quel riso e quelle patate diventeranno parte della stessa grande costruzione. Buon appetito e buon lavoro a tutti i corridori del gruppo.

Da Faenza a Tokyo, i giorni di Ganna nel racconto del padre

27.07.2021
3 min
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Domani tocca a Ganna e Bettiol nella crono. Poi anche Alberto lascerà il ritiro degli azzurri e per il gigante del Team Ineos Grenadiers si aprirà anche l’avventura delle Olimpiadi su pista. Filippo, campione del mondo a cronometro, si gioca tanto. Da quando gli è sfuggita la maglia tricolore della crono, non ha in testa che Tokyo e le sue sfide. Suo padre lo sa bene. E va bene che i festeggiamenti in casa non sono mancati, dato che a vincere la maglia tricolore nella prova contro il tempo è stato Matteo Sobrero, ma la voglia di rivincita è tanta.

La maglia tricolore è rimasta in casa, vinta da Sobrero, ma Filippo ora ha da prendersi le sue rivincite
La maglia tricolore è rimasta in casa, vinta da Sobrero, ma Filippo ora ha da prendersi le sue rivincite

Carico di lavoro

«Abbiamo festeggiato comunque – racconta Marco, padre di Filippo – e non vi nego che io un po’ me lo aspettavo. La settimana prima del campionato italiano, mio figlio ha svolto lavori importanti su pista come partenze da fermo, lavori di forza, ripetute. Insomma, un bel carico da dover assimilare. E’ stata comprensibile la sua prestazione».

Dopo i carichi di lavoro degli ultimi due mesi, è arrivato il momento di far esplodere i cavalli
Dopo i carichi di lavoro degli ultimi due mesi, è arrivato il momento di far esplodere i cavalli

Lavoro giusto

«La vittoria – continua papà Ganna – è rimasta… in casa. Matteo già prima che vincesse aveva dimostrato di avere delle ottime gambe. Se Filippo è rimasto deluso? Non direi, in fin dei conti era consapevole di aver lavorato duramente. Pensate che personalmente ho sentito anche delle lamentele inerenti al fatto che Filippo non abbia partecipato alle classiche del nord. Ma come fai a pianificare degli obiettivi in questo modo? Già la preparazione dell’italiano come abbiamo visto non è stata semplice, e chi ne capisce un po’ di ciclismo queste cose le sa bene. Analizzando la sua prima parte di stagione – continua il padre – direi che tutto sommato è andata bene: ha corso una bella Milano-Sanremo e ha fatto un bellissimo Giro d’Italia».

Ganna Tricolori 2021
Dalla delusione di Faenza nascerà la crono di domani a Tokyo
Ganna Tricolori 2021
Dalla delusione di Faenza nascerà la crono di domani a Tokyo

E adesso Tokyo

Ma adesso le Olimpiadi sono arrivate, fra poche ore si corre. Ganna partirà alle 16,10. Un minuto e mezzo prima di lui toccherà a Van Aert.

«Sono fiducioso – conclude suo padre – anche Filippo è sereno, sa di aver lavorato bene e di essersi concentrato per arrivare al top della condizione. Chi lo ha visto correre ultimamente in Sardegna si è detto soddisfatto della sua corsa. Il percorso è duro, io personalmente spero che il tempo sia favorevole e che vada tutto bene. In questi anni Filippo ha dimostrato il suo valore e continuerà a farlo con lavoro, impegno e passione».

Mastro Della Vedova, profeta del ciclismo piemontese

08.07.2021
6 min
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E’ il momento d’oro del ciclismo piemontese. Negli ultimi mesi sono fioccati i sigilli dei talenti di questa regione, in cui brilla la stella di Filippo Ganna, trascinatore del movimento insieme a Elisa Longo Borghini tra le donne. Alle spalle dei due assi che macinano successi già da qualche stagione, sono arrivate le zampate di Matteo Sobrero, al primo titolo tricolore assoluto nella cronometro di Faenza e quelle di Francesca Barale, figlia di Florido, capace di indossare la seconda maglia di campionessa italiana nel giro di sette mesi tra le junior. Dopo la prova su strada della scorsa annata, ecco quella nella gara contro le lancette a fine giugno.

Per farci raccontare qualche retroscena, abbiamo chiesto a chi di talenti piemontesi se ne intende come Marco Della Vedova, ex pro’ salito in ammiraglia. E’ stato lui a plasmare alcuni dei campioni sopracitati. L’abbiamo raggiunto mentre è al lavoro con Rcs Sport per studiare il percorso di due classiche d’autunno come la Milano-Torino e il Giro del Piemonte.

Marco, che ne pensi di questi campioni tuoi conterranei che hai visto crescere sin da ragazzini?

Sono felicissimo perché davvero li ho seguiti da vicino nella loro crescita, a parte Elisa Longo Borghini, con cui avevo fatto soltanto qualche test quando era esordiente. Anche lei comunque, l’ho vista sfrecciare tante volte sin da piccolina davanti a casa mia, perché siamo originari di due paesi vicini: io sono di Mergozzo e lei di Ornavasso, per cui ci divide soltanto il fiume Toce.

C’è un risultato che ti sta a cuore nello specifico?

Quello di Sobrero, perché è uno dei pochi corridori per cui penso di averci messo un po’ del mio. I vari Felline, Alafaci, Ganna e Piccolo sono tutti corridori che avevano già un certo pedigree, per cui era più facile farli andar piano che forte. Sobrero, invece, arrivava senza grandi exploit tra gli allievi, per cui l’abbiamo preso quasi per scommessa attraverso un mio amico sponsor, Donini, un po’ anche perché il papà faceva il vino. 

Un Ganna in erba, nel 2014, prima del passaggio fra gli under 23 (foto Scanferla)
Un Ganna in erba, nel 2014, prima del passaggio fra gli under 23 (foto Scanferla)
E poi?

E’ cresciuto e gli ho messo subito in testa la crono perché ho visto che andava forte in salita. Durante il primo anno da junior, nella Crono Sbirro, a Biella, aveva fatto una prova strepitosa, arrivando a 20” da Ganna, che non era in super forma in quel momento. Però è stata una gara che ci ha dato fiducia per proseguire su questa strada. Anche perché prima di partire non andava bene la bici da crono e così gliene ho data una che avevo di riserva e che in passato aveva utilizzato Felline. 

Come avete costruito questa maglia tricolore?

Matteo è cresciuto avendo davanti Ganna e Affini, per cui essendo un corridore di 60 chili da junior faceva un po’ fatica, però ci ha sempre creduto. Tant’è vero che il secondo anno ha vinto il Giro del Veneto proprio con una cronometro.

Ci sono margini per vederlo crescere ancora?

La cronometro non è la sua specialità al 100 per cento, però se il percorso è mosso come quella degli italiani, gli si addice. Poi lui è molto bravo a guidare la bici, davvero un funambolo: si butta dentro e sa quello che fa. E’ ovvio che Ganna, essendo un metro e 90, fa più fatica, anche se pure lui è migliorato parecchio nel controllo del mezzo.

Da junior Sobrero, piemontese di Alba, aveva già un’ottima predisposizione per le crono: qui nel 2014 (foto Scanferla)
Da junior Sobrero, piemontese di Alba, aveva già un’ottima predisposizione per le crono: qui nel 2014 (foto Scanferla)
Filippo lo segui ancora da vicino?

Adesso ci vediamo un po’ meno, anche perché lui è di base in Svizzera e al giorno d’oggi i corridori passano davvero pochissimo tempo a casa. Però quando è qui, ci incrociamo e due parole le scambiamo sempre. Siamo in contatto, non quotidianamente come quando era uno junior, ma il rapporto tra di noi è sempre ottimo.

Come lo vedi in ottica olimpica?

Sono convinto che abbia delle ottime possibilità, sia nella crono sia nell’inseguimento. In pista ha dei compagni non proprio alla sua altezza, ma penso che sarebbe difficile trovarli su scala mondiale visto il livello che ha raggiunto. Però basta che gli diano quei quattro cambi giusti e possono portare a casa tutti insieme qualcosa di eccezionale. So che il ct Marco Villa li sta motivando al massimo e che i ragazzi ci credono, per cui si può ambire a molto.

E su strada?

Non bisogna lasciarsi influenzare dal risultato di Faenza: quando prende una sberla, Filippo ne dà una più forte. L’ha sempre fatto anche da junior e lo si è visto anche quest’anno al Giro d’Italia che, dopo aver preso due scoppole nelle gare di preparazione, ne ha rifiliate due agli altri quando più contava nella Corsa Rosa. La sconfitta al campionato italiano sarà uno stimolo per l’Olimpiade. Ovviamente non è il percorso cucito su di lui, però se la giocherà. Se fosse stato un tracciato tutto piatto, sarebbe stato iper favorito, ma Pippo al 100 per cento è una “carogna” e in salita va come un treno: già da junior volava.

Prima del campionato italiano di Faenza, la piemontese Francesca Barale ha vinto la Euganissima Flandres (foto Scanferla)
Prima del campionato italiano di Faenza, la piemontese Francesca Barale ha vinto la Euganissima Flandres (foto Scanferla)
Dove può migliorare ancora?

Il prossimo step, dopo le Olimpiadi, per me è di puntare alla Milano-Sanremo e alle classiche del Belgio per crescere ancora. E’ nella squadra giusta e ha davanti 5 o 6 anni in cui può fare classiche o anche brevi corse a tappe non troppo dure, magari lasciando un po’ da parte il lavoro a crono per qualche tempo.

Anche tra le donne si parla tanto piemontese…

Non conosco tanto bene Elisa Balsamo, che speriamo ci faccia sognare a Tokyo. Mentre, grazie anche al papà che sento ogni giorno, seguo da vicino Francesca Barale. E’ una diciottenne molto seria, che è cresciuta un passo alla volta, ma soprattutto che ha una passione incredibile. Quando hai questa voglia di far fatica e di arrivare in alto, puoi davvero fare grandi cose e io ci scommetterei al buio su di lei. Ai miei ragazzi dico sempre: se date 100 alla bici, ricevete 100. La “Baralina” è così e ha un futuro radioso davanti perché va forte su tutti i terreni, diciamo che il Dna aiuta visti il papà e il nonno che correvano. Potrebbe raccogliere il testimone di Elisa Longo Borghini, intanto però godiamoci questo momento d’oro per il ciclismo piemontese e per il Verbano Cusio Ossola.

Carlotta tra due fuochi: da un lato il fratello, dall’altro il moroso

27.06.2021
5 min
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Ci sono Carlotta, Pippo e Matteo. La foto è stata scattata venerdì sera, in occasione del compleanno di Daniela, mamma di Filippo e Carlotta Ganna. La famiglia si è ritrovata prima nella casa di Vignone, poi sono andati a cena tutti insieme. E alla famiglia si è unito anche Matteo Sobrero, fresco campione italiano della crono e compagno di Carlotta. Abbiamo aspettato a pubblicare questa storia, proprio per avere la foto, anche se l’idea di chiamare Carlotta ci era venuta dopo la vittoria di Matteo. Il piemontese volava sulle strade infuocate di Faenza, ma lei era rimasta a casa per preparare uno degli esami più importanti. Mentre dopo il podio la sua famiglia aveva pensato bene di farsi un selfie da mandare a Filippo che con quel quarto posto non doveva certo essere al settimo cielo. Come farà Carlotta a stare in mezzo a quei due senza propendere per l’uno o per l’altro? E poi sarà davvero così? E che cosa può raccontarci di questi due corridori, che sono anche amici e ormai quasi parenti?

Ciclismo e numeri

«Se devo dire la verità – sorride – sapevo che Matteo avrebbe potuto vincere e lo sapeva anche Filippo. Se ne era accorto alla fine del Giro, perché lo aveva visto in crescita, e poi vedendo i valori del Giro di Slovenia. Mio fratello è sempre umile e a Faenza c’è andato sapendo che i suoi obiettivi sono più avanti e anche più grandi. Lo hanno criticato come dopo il Romandia, ma a un certo livello il ciclismo è matematico. Vedremo fra qualche settimana come andranno le cose».

Carlotta conosce la matematica, perché frequenta la Facoltà di Ingegneria-Architettura. Ma non è per questo che siamo qui, oggi ci interessa il colpo d’occhio di una ragazza che fra i suoi hobby ha anche quello della fotografia e che nel (poco) tempo libero è una delle anime del Top Ganna Fan Club.

Spalla a spalla al Uae Tour 2021, Matteo era appena passato all’Astana
Spalla a spalla al Uae Tour 2021, Matteo era appena passato all’Astana
Riesci a non schierarti per l’uno o per l’altro?

Per me sono sullo stesso piano, li considero uguali…

Non è simpatico dire al tuo ragazzo che lo consideri come un fratello…

Ma vedendo il rapporto che ho con mio fratello… E’ speciale, non so quanti fratelli e sorelle vanno a farsi il tatuaggio assieme (un’ancora per i rispettivi 18 anni: sul braccio per lui, sulla schiena per lei, ndr). E poi sono amici fra loro, si divertono. Escono in bici per fare un giretto e magari tornano dopo quattro ore perché si sono messi a parlare e i chilometri sono volati. Facciamo spesso grigliate insieme e anche Pippo quando può va nella cantina della famiglia di Matteo. Erano amici prima, figurarsi adesso…

Li si vede spesso parlare anche in gruppo.

L’anno scorso al Giro raccontavano di aver fatto gruppetto sull’Etna. Filippo aveva la maglia rosa e aveva tirato per Thomas. E anche quest’anno, in una tappa in cui si erano messi a tirare Felline e Matteo, forse perché l’Astana voleva attaccare, Filippo è andato davanti a chiedergli se andasse tutto bene

Condivisero anche un ritiro in altura prima dei mondiali di Imola?

Esatto, a Macugnaga, nel rifugio Berti. Andarono lassù insieme a Gasparotto e Filippo trovò la tranquillità e la condizione per vincere il mondiale.

Il selfie dei genitori di Ganna, più Lombardi, la ragazzo di Filippo (che si chiama ugualmente Carlotta) e Sobrero per il campione arrivato quarto
Il selfie dei genitori di Ganna, più Lombardi, la ragazzo di Filippo e Sobrero per il campione arrivato quarto
Filippo non fa mai grandi dichiarazioni, Matteo che cosa ti diceva prima dei campionati italiani?

Fra noi dicevamo che poteva essere tra i favoriti, ma lui non si sbilancia mai. Per noi era possibile che vincesse, ma non è logico fare troppi proclami. E’ capitato di recente, ma quando ti sbilanci e poi le cose vanno male, la figuraccia è doppia. Meglio stare alla larga dalle dichiarazioni.

Quanto Piemonte c’è in questa natura?

A dire la verità qui si entra su un terreno delicato, perché noi a Verbania ci sentiamo quasi più lombardi. I modi di dire e i dialetti sono più quelli della provincia di Varese. Invece quando vado ad Alba a casa di Matteo, quasi non capisco come parlano. Se sento parlare il dialetto di Alba e quello siciliano, quasi non capisco la differenza. E anche Matteo quando è giù e parla con i suoi, diventa quasi incomprensibile. Del resto ci sono 200 chilometri, cambia davvero il mondo.

Riesci a gioire allo stesso modo per entrambi?

Uguale per tutti. Quando Filippo ha vinto la crono di Milano, tanto ero felice per lui, quanto arrabbiata con le ammiraglie che hanno impedito a Matteo di passare

Sono entrambi solari o uno dei due è permaloso? Come pensi che abbia preso Pippo il selfie dopo il podio di Faenza?

Diciamo che il quarto posto non lo rendeva super contento, però sono entrambi ragazzi molto solari. Alla sera erano già lì che si mandavano dei video per prendersi in giro.

Ti aspettavi che Matteo sarebbe venuto fuori così bene?

Lo sapevo sì, perché già nelle categorie giovanili se la giocava con mio fratello. Ha un anno di più, ma hanno condiviso tanto, sin da quando erano insieme alla Otelli Aspiratori nel 2014. Non lo avete visto prima solo perché al primo anno da under 23 ha avuto una mononucleosi che l’ha distrutto per due stagioni. Però è sempre stato uno testardo. Disse di voler andare ai mondiali di Richmond da junior e ci andò, anche se poi cadde. E’ questione di tempo. Matteo è professionista da un anno e mezzo, state a vedere..