Pidcock senza parole: l’errore di una curva e addio vittoria

16.03.2025
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FRONTIGNANO – Seduto sullo sgabello della zona mista con la telecamera di Eurosport puntata in faccia, Tom Pidcock sembra davvero costernato. Pensava di essere in lotta per la vittoria, invece la corsa gli è scivolata di mano. Nel momento in cui Ayuso ha accelerato, il britannico del Q36.5 Cycling Team non è riuscito a rispondere o, a sentire lui, si è distratto. Per un po’ gli è rimasto a un soffio, poi è scivolato indietro, ma senza sprofondare. L’azione dello spagnolo non è stata irresistibile, non ha fatto il vuoto in modo definitivo. Poco rapporto nelle gambe, forse una condizione buona, ma non la migliore, anche se i dati intercettati qua e là parlano di 6,79 watt/kg per 19 minuti, contro i 6,06 di Ganna. Siamo così abituati alle progressioni di Pogacar, che uno scontro fra atleti di alto livello che si equivalgono ci fa storcere il naso. A Frontignano si è visto il confronto fra atleti di prima fascia, che faticano anche per guadagnare solo 10 secondi. Il ciclismo dei normali.

«Sono andato abbastanza bene – dice Pidcock – credo che sia stata la mia migliore prestazione su una salita come questa. Però in realtà pensavo che avrei potuto fare di più. E’ sempre difficile tenere il ritmo più elevato senza andare in rosso, ma credevo che la mia zona rossa fosse un po’ più alta di quanto abbiamo visto».

Dopo lo scatto di Ayuso, Pidcock ha dovuto vedersela con Hindley e Landa. E sullo sfondo, Scarponi…
Dopo lo scatto di Ayuso, Pidcock ha dovuto vedersela con Hindley e Landa. E sullo sfondo, Scarponi…

Una curva all’improvviso

Quasi si scusa, pensiamo ascoltandolo. Pidcock ha lasciato il team Ineos Grenadiers ed è rinato a nuovo entusiasmo. Ha vinto. E’ stato protagonista della Strade Bianche punzecchiando Pogacar. E ora che la sua squadra è in predicato di ottenere una wildcard per il Giro, lui è diventato un osservato speciale. Questa volta voleva vincere e non ne fa mistero.

«Ayuso mi ha messo molta pressione – dice – con i suoi attacchi e le accelerazioni. Ho risposto, ma ho mollato appena la spinta in una curva a sinistra perché ho pensato che subito dopo si sarebbe lasciato riavvicinare. Invece lui ha continuato a spingere. Ha preso un po’ di vantaggio e io avrei dovuto colmare il divario. Avrei dovuto chiuderlo. Non è un peccato, ovviamente, perdere contro Ayuso. E’ forte, ma avrei preferito perdere diversamente».

Prima del via della Tirreno, Pidcock e tutti i leader delle altre squadre
Prima del via della Tirreno, Pidcock e tutti i leader delle altre squadre

Le salite più ripide

Domina l’amarezza. Alla Strade Bianche ha visto andare via la schiena di Pogacar vestita della stessa maglia di Ayuso. Vittima per due settimane consecutive di uomini della stessa squadra.

«Sono un po’ frustrato con me stesso – ammette – ed è la sensazione peggiore con cui si esca da una gara. Non posso essere felice. La salita era lunga e pedalabile, ma penso che ormai preferisco quelle più ripide. Se me lo aveste chiesto l’anno scorso, avrei detto che questa era perfetta, ora invece mi piacciono le grandi pendenze. Me ne vado dalla Tirreno-Adriatico con due secondi posti. Sono contento anche per come ho visto lavorare la squadra. Manca ancora una tappa e io e David (De La Cruz, ndr) siamo nella top 10, dove vogliamo rimanere. Si vive e si impara, come si suol dire»