Canola (a cuore aperto) si racconta tra delusioni e futuro

23.12.2022
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Certi capitoli quando si chiudono fanno male, non si è pronti ad affrontare la fine, soprattutto se non lo si era preventivato. Per Canola questo inverno ha il sapore di qualcosa che è terminato e non si sa bene il perché. Anzi, il motivo è presto detto, la Gazprom non c’è più ed il veneto non ha trovato una sistemazione consona al suo livello. 

Le motivazioni che hanno portato a questo momento della carriera di Canola sono l’insegnamento che nella vita, purtroppo, non è possibile controllare tutto quello che ci circonda

L’ultima uscita del veneto con la maglia Gazprom RusVelo, al Tour of Oman
L’ultima uscita del veneto con la maglia Gazprom RusVelo, al Tour of Oman

La fine

«Si tratta di un periodo particolare – racconta Canola dalla sua macchina – non è una mia abitudine non avere squadra. Ma alla fine, ero stanco di aspettare una situazione che a fatica mi avrebbe soddisfatto. Non avevo voglia di svalutare la mia carriera, ero fiducioso di trovare un progetto valido al quale portare la mia esperienza. Mi ero dato una scadenza e questa è poi arrivata. Ora mi guardo intorno e cerco di capire quale strada potrò percorrere in futuro. Ho parlato con delle aziende per eventuali idee da sviluppare nel mio post carriera».

Canola (a destra) ha speso tutto se stesso per questa battaglia, non avendo mai paura di esporsi
Canola (a destra) ha speso tutto se stesso per questa battaglia, non avendo mai paura di esporsi
Nel tuo futuro vedi ancora la bici?

Mi piacerebbe, nonostante tutto, rimanere in questo mondo. Non so se dal punto di vista amatoriale o cicloturistico. Siamo in un momento nel quale la bici è di tendenza ed il movimento degli amatori è in continua crescita. Quest’ultimi hanno voglia di fare esperienze sempre più simili a quelle dei professionisti e io potrei fornire loro la mia esperienza, i miei insegnamenti.

Questa esperienza avresti potuto metterla anche al servizio di un team…

Certamente, ma non c’è stata occasione. Nella mia carriera ho sempre cercato di imparare dai più grandi, apprendendo tante piccole sfumature che fanno parte di questo mondo. Nel tempo la situazione si è capovolta, sono diventato io quello che dava consigli, l’esperto. 

Con una voce forte, come quella usata contro l’ingiustizia che vi ha colpito.

La situazione Gazprom è stata anomala. Ci siamo trovati in mezzo ad un discorso politico. Mi sono battuto tanto, l’ho fatto per un interesse comune. Il mio può essere l’esempio che se si sta in silenzio si possono ottenere compromessi, ma io di stare zitto non ne avevo voglia

David Lappartient, presidente dell’UCI non ha mai risposto agli appelli lanciati
David Lappartient, presidente dell’UCI non ha mai risposto agli appelli lanciati
Il silenzio è arrivato da parte di chi avrebbe dovuto sostenervi: l’UCI in primis.

L’UCI ha preso una linea sbagliata e senza pensare alle conseguenze, la loro preoccupazione principale è stata chiudere la squadra. Sarebbe bastato incontrarsi e parlare, un’idea sarebbe venuta fuori. Io ne ho avute alcune, ma non ho mai avuto modo di discuterle con chi di dovere. Il presidente Lappartient non l’ho mai incontrato, abbiamo avuto qualche scambio di mail, ma appena domandavo di vederci spariva. 

Del tipo?

Per salvare la squadra sarebbe bastato cercare un nuovo sponsor o portarne di privati. Anche correre in maglia neutra sarebbe bastato, insomma, farci correre era doveroso. Hanno lasciato a casa e senza tutela delle persone e delle famiglie. Ho scoperto anche una cosa che mi ha fatto poco piacere.

Quale?

Sono venuto a sapere che l’UCI negli anni passati ha messo mano al fondo per gli ex professionisti, usando quei soldi per una causa contro un diverso esponente. Hanno usato i soldi per gli atleti per motivi differenti, avrebbero potuto usarli per noi, per non farci sparire. 

Nel dicembre 2021 Canola era in ritiro con la Gazprom pronto a rilanciarsi, un anno dopo è finito tutto
Nel dicembre 2021 Canola era in ritiro con la Gazprom pronto a rilanciarsi, un anno dopo è finito tutto
La bici la stai usando ancora?

Faccio qualche giretto, mi serve per sbloccare la mente, per pensare.

Cosa pensi?

E’ difficile – la voce di Canola si fa sempre più pesante – molte volte ho pensato “perché doveva capitarmi”. Mi sono trovato a prendere decisioni difficili che mi hanno complicato la vita, ma dai momenti duri impari sempre qualcosa. Un giorno, voltandomi, spero di poter dire che tutto questo è servito a qualcosa.

Abbiamo saputo che stai facendo il corso da diesse, magari questa esperienza potrà esserti utile in questo campo…

Il diesse è una figura che deve dare serenità e carica, deve portare coesione all’interno del team. Nel ciclismo moderno al corridore si chiede sempre di più, ma bisogna ricordare che dietro i numeri ci sono le persone. L’aspetto umano è un aspetto di cui ci si sta dimenticando sempre di più. Mi piacerebbe riportarlo al centro di questo mondo.

Il veneto ha provato altre discipline: eccolo in una gara di mtb a Recoaro Terme (foto organizzatori)
Il veneto ha provato altre discipline: eccolo in una gara di mtb a Recoaro Terme (foto organizzatori)
Ne sei stata una prova, visto quanto hai speso per questa battaglia.

Ho parlato con estrema sincerità, lo si deve fare sempre, non bisogna aver paura di dire la verità. Il ciclismo ha avuto la possibilità di dimostrarsi famiglia e così non è stato, anzi, alcuni ci hanno voltato le spalle. Sono stati pochi a combattere questa battaglia con noi e quando sei solo in un mare grande trovi sempre un pesce più grosso di te. 

Dieci anni nel professionismo non si cancellano così facilmente.

Pensate, dieci anni e sono stato trattato così. Nel mio piccolo mi sono battuto per rendere questo sport migliore. Ho contribuito a mandare avanti il circo del ciclismo per anni e poi appena ha potuto mi ha voltato le spalle.

Canola si consola con la mtb e non vuole mollare…

24.09.2022
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Scena: Recoaro Terme. Si corre la prima edizione della Granfondo delle Piccole Dolomiti, a chiudere l’Mtb Ahead Tour che è uno dei principali circuiti dedicati alle ruote grasse. In centinaia al via, fra loro spunta anche un corridore con il body della nazionale. Molti sono sconcertati, perché non è una tenuta qualsiasi, si vede che è quello ufficiale. Guardi il numero di gara e scopri che quello è Marco Canola.

Che ci fa il 33enne corridore vicentino in mezzo ai biker? Non è certamente uno che vanta un passato nella specialità. Su strada l’ultima sua uscita risaliva al 26 giugno, il giorno dei campionati italiani. Nell’ambiente, non vedendolo, si rincorrevano le voci di un suo prossimo annuncio del ritiro, dopo la triste vicenda della Gazprom, ma quello che ritroviamo dopo la Granfondo (peraltro chiusa in una probante sesta piazza) è un Canola rivitalizzato.

Canola in gara a Recoaro Terme. Prima esperienza in assoluto in mtb (foto organizzazione)
Canola in gara a Recoaro Terme. Prima esperienza in assoluto in mtb (foto organizzazione)

«L’anno ormai era andato e mi ero un po’ rassegnato, ma conoscevo personalmente gli organizzatori della corsa, mi avevano parlato della bellezza del tracciato, così ho deciso di provarci. Senza alcun suggerimento, è stata una cosa mia, che sentivo dentro, anche solo per riassaporare certe sensazioni».

Avevi esperienza di gare in mtb?

No, nessuna, solo qualche giro in compagnia di amici. Ho una bici mia e con quella ho gareggiato, ma non avevo niente altro. Devo anzi dire grazie alla Fulcrum che mi ha fornito le ruote Red Zone, per avere una resa maggiore e la differenza è stata notevole. Per il resto mi sono un po’ arrangiato, chi gareggia sul serio non fa certo così…

Il vicentino dietro Pettinà, poi vincitore. Canola ha chiuso 6° a 4’23” (foto organizzazione)
Il vicentino dietro Pettinà, poi vincitore. Canola ha chiuso 6° a 4’23” (foto organizzazione)
Come ti sei trovato?

E’ stata una giornata molto divertente, su questo non c’è dubbio. Come anche sul fatto che la differenza con chi è specialista davvero è tanta. La tecnica fa la differenza, ne parlavo con Nicholas Pettinà, l’ex azzurro che ha vinto, rispetto a lui sono davvero un pivello. Visti da vicino, si capisce davvero che grandi abilità abbiano coloro che fanno questo sport.

Come sei arrivato a questa esperienza da quel fatidico 26 giugno?

Io ho continuato sempre ad allenarmi, speravo sempre in una chiamata da parte di un nuovo team. I fratelli Carera stanno lavorando, ma anch’io mi sto muovendo per aprirmi una porta nel caso non arrivi quella chiamata. Inoltre è tempo che guardi più lontano, anche se non voglio mollare questo mondo.

L’ultima uscita del veneto con la maglia Gazprom RusVelo, al Tour of Oman
L’ultima uscita del veneto con la maglia Gazprom RusVelo, al Tour of Oman
Hai messo quindi da parte i propositi di ritiro…

Non voglio andarmene così, vorrei che almeno mi si desse la possibilità di chiudere come si deve, facendo almeno una stagione piena e non vissuta con tanti patemi e amarezze. Voglio un addio pacifico e tranquillo, privo di rimorsi. Voglio chiudere io e non per decisioni di altri. Intanto farò i tre livelli per il corso da direttore sportivo, sto aspettando il bando per il primo, poi sto affrontando una serie di colloqui con aziende del settore per trovare una collocazione.

Una cosa che ha molto incuriosito è che in classifica tu risulti sesto con, come società, la Gazprom RusVelo…

Quella credo sia stata una svista del sistema di cronometraggio, d’altronde io ho la tessera d’inizio anno quando ero segnato ancora per loro. Anche in questo caso l’Uci non ha fatto molta chiarezza… Io comunque ho ancora tutte le credenziali per correre, ho il passaporto biologico Adams a posto. Se non corro non è per mia scelta.

A Salò, durante la conferenza stampa del CPA al Giro, insieme a Scaroni oggi all’Astana
A Salò, durante la conferenza stampa del CPA al Giro, insieme a Scaroni oggi all’Astana
E ora che farai? Visto com’è andata a Recoaro Terme senza alcuna preparazione specifica, pensi di riprovarci?

Ci sto pensando. Sto studiando il calendario per fare magari un’altra sortita, ad esempio alla Lignano Bike Marathon che come percorso è molto meno impegnativo altimetricamente e quindi alla mia portata. Voglio andarci con un’ambizione diversa: ora so a che cosa vado incontro e voglio riprovarci per divertirmi allo stesso modo e anche di più. Sono molto curioso su quel che potrei fare. Intanto però devo ringraziare gli organizzatori della Vi Bike Outdoor che mi hanno offerto questa possibilità, è stato uno squarcio di luce nel buio…

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22.06.2022
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Conci si è accasato alla Alpecin-Fenix Development. Fedeli è stato appena annunciato alla Eolo-Kometa. Piccolo ha ripreso ad allenarsi. Marco Canola correrà i campionati italiani con una divisa neutra. E poi ci sono Carboni, Malucelli e Scaroni che andranno in Puglia approfittando di un… treno speciale e inatteso. I ragazzi della Gazprom ce la mettono tutti e la sfida tricolore è la prossima, ma rischia di restare a lungo l’ultima per chi non si fosse ancora accasato. Sono rimasti in quattro.

Nonostante le vittorie ottenute negli ultimi mesi, fra il Giro di Sicilia e la Adriatica Ionica Race, sono proprio loro ad aver incontrato le difficoltà maggiori.

«Si è mosso davvero poco – dice Carboni – mi aspettavo qualcosa di più. Non critico nessuno, il fatto è che i soldi sono pochi per tutti e l’attività striminzita».

E’ fresco di annuncio, ma era nell’aria da giorni, il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore
E’ fresco di annuncio il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore

Un furgone e tre bici

Il treno per il tricolore di cui si parlava è un’occasione nata nelle Marche grazie all’appoggio di Francesco Cingolani, il cui negozio di recente acquisito da Specialized Italia, si è messo a disposizione per dare una mano a Carboni, Malucelli e Scaroni.

«Abbiamo continuato ad allenarci al meglio che potevamo – dice proprio Carboni – ma proprio per l’idea di fare tutto al meglio, ci siamo resi conto che la squadra non aveva più materiale per sistemare le nostre Look. Così ho parlato con Francesco e siamo riusciti a trovare un supporto tecnico per il tricolore. Mette a nostra disposizione tre bici, un furgone Specialized e accessori come ruote, scarpe e manubri. Materiale per il campionato italiano e poi speriamo che poi le cose in qualche modo cambino…».

Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’
Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’

Anche Moro e Pengo

Dopo il supporto della nazionale, eccone dunque un altro che si annuncia piuttosto concreto e li aiuterà a gestire la trasferta in Puglia.

«La nazionale ci ha dato un aiuto immenso – riconosce il marchigiano – e per i tricolori avremo ancora a disposizione Luigino Moro come massaggiatore ed Enrico Pengo come meccanico. Avremo in appoggio l’ammiraglia dell’Accpi, ma Cingolani farà viaggiare con noi anche due ragazzi del suo staff, indispensabili per poter gestire i rifornimenti in una corsa che si annuncia caldissima. Il percorso non è troppo duro, ma neanche sarà una passeggiata. Si vince pur sempre il tricolore, ci tengono tutti. Per noi che abbiamo corso per l’ultima volta due settimane fa, rimane l’incognita del ritmo gara, ma magari la corsa di un giorno e il caldo livelleranno il gruppo. Non abbiamo nulla da perdere. So di essermi allenato tanto, ho fatto il massimo. Credo di avere gli stessi chilometri di quelli che stanno correndo.

«I problemi inizieranno dopo – riflette – non ci voglio pensare. Finora siamo andati bene mettendo a frutto la preparazione invernale. Ora si tratterebbe di ricominciare. Staccare dopo l’italiano, andare in altura con la prospettiva di fare quali corse?».

Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross
Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross

Il gesto di Cingolani

Francesco Cingolani racconta di quando, dopo la vittoria di Carboni alla Adriatica Ionica Race, mandò un messaggio per fargli i complimenti.

«Giovanni – dice – lo conosco da sempre, perché cominciò a correre nella nostra società. E’ un bravo ragazzo, un professionista serio che si merita un po’ di fortuna. Dopo quel messaggio, disse che sarebbe venuto a farmi visita ed è nata l’idea. Io non ci avevo pensato, non sapevo quali vincoli avessero. Gli abbiamo dato tre Tarmac SL7 montate Sram, mentre Specialized ha fatto arrivare altri accessori. Non c’è una data di fine prestito. Intanto il tricolore e poi si spera che possano trovare una sistemazione migliore».

Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro
Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro

L’amarezza di Canola

Resta giù dal pulmino il solo Marco Canola. Probabilmente i rapporti si sono un po’ allentati in occasione della campagna “WHY?” e il suo braccialetto azzurro, mentre gli altri si aspettavano forse un’azione più decisa.

«Corro da solo – dice il veneto – non mi appoggio a nessuno. Avrò solo l’ammiraglia in comune per l’acqua, tutto qui. Devono vedere tutti a cos’ha portato l’oscenità da parte dell’UCI, la difficoltà del provare a continuare come stiamo facendo. Vado avanti così, ma se Cassani non farà la squadra, non vedo molte possibilità. Mi sto defilando poco a poco. Sarei contento che gli altri continuassero, a me non è mai piaciuta l’idea di “togliere” un posto in altre squadre ad altri che sono più giovani di me.

«Spero magari di continuare a rimanere nell’ambiente, con un altro ruolo, per aiutare a migliorare (nel mio piccolo) questo sport. Perché ha bisogno di tanti cambiamenti, partendo dal lato umano. Meno numeri e più umanità».

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I corridori Gazprom porgono l’altra guancia. E poi?

24.05.2022
5 min
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Il silenzio dell’UCI sul caso Gazprom è assordante. Il presidente Lappartient ha messo la testa sotto la sabbia e ha voltato le spalle a 21 corridori rimasti senza squadra dal primo di marzo. Anzi, i 21 corridori cui quel giorno ha chiuso la squadra.

La vicenda Gazprom resta una ferita aperta, anche se il mondo del ciclismo passa avanti e finge di non accorgersene. Al punto che alcuni corridori, invitati a indossare il braccialetto azzurro con cui l’Accpi e il CPA intendono fare una garbata pressione sull’UCI, hanno declinato l’invito.

Nella conferenza stampa che si è tenuta ieri a Salò, le parole più giuste le ha usate Mauro Vegni, padrone di casa. «Era una questione straordinaria – ha detto il direttore del Giro che in apertura stringe la mano a Canola – è stato sbagliato affrontarla come fosse ordinaria».

Nella tappa di oggi si chiederà ai corridori di indossare il braccialetto WHY
Nella tappa di oggi si chiederà ai corridori di indossare il braccialetto WHY

No agli scioperi

Bugno ha ripetuto ad oltranza lo stesso concetto: non si tratta di una protesta. E mentre lo diceva ci chiedevamo: perché dopo tre mesi così non dovrebbero protestare?

«I corridori non hanno colpe – ha detto – abbiamo cercato di trovare alleanze e soluzioni, che non sono mai state accettate. Non ci sono molte soluzioni. I braccialetti con cui intendiamo sensibilizzare il gruppo e la stampa servono a capire il perché di questo atteggiamento. Non sono una protesta. Chiediamo che questi ragazzi possano parlare e l’UCI ha il dovere di farlo. Una richiesta che deve arrivare da tutto il gruppo, perché loro ne fanno parte pur essendone stati allontanati. Non è un discorso di soldi, correrebbero anche domattina. Sono stato corridore anche io, so che in questo momento la bici è tutto. Ma gli scioperi non portano a risultati. Ne ho fatti e ho visto come sono finiti (qui però in ballo non c’è una tappa da correre sotto la pioggia, qui si parla di vite umane, ndr). Il nostro scopo è sensibilizzare l’ambiente».

Canola al limite

Se stai male, vuoi un dottore che ti curi o uno che ti tenga la mano sulla fronte? La ricerca della soluzione diplomatica in tre mesi non ha prodotto alcun frutto. E se non fosse per la nazionale che ha fatto correre a sprazzi gli italiani, sarebbero fermi da marzo.

Dopo un po’ si nota che Marco Canola al tavolo dei diplomatici ci sta stretto. Forse perché l’ammalato è lui e delle cure palliative ricevute sinora comincia ad averne le tasche piene. Lo tengono a freno, perché l’obiettivo non è protestare, ma distendere.

«Questo braccialetto non aiuterà a risolvere il problema – dice – ma a far capire quello che stiamo passando. Non capisco perché dei colleghi non debbano metterlo, non è un brand, non danneggia il loro sponsor. La situazione è insostenibile. Siamo qui in due (facendo un cenno a Cristian Scaroni, seduto accanto, ndr), gli altri sono a casa col morale a terra e stanno male per la disperazione. Non sanno se potranno continuare, quello che sta accadendo rende vani i sacrifici di una vita. Non è giusto che paghiamo per una colpa non nostra. Vogliamo che l’Uci ci dia risposte, quelle che abbiamo avuto sono state molto vaghe. Abbiamo provato la via diplomatica, senza sortire effetto. Se questi sono i capi del ciclismo, non meritano di governare il nostro bellissimo sport, perché non ne incarnano i valori».

Le bugie di Lappartient

Il silenzio dell’UCI è assordante. Il presidente Lappartient ha messo la testa sotto la sabbia e ha voltato le spalle ai 21 corridori cui il primo marzo ha chiuso la squadra. All’indomani della Liegi, ha organizzato una conferenza online, invitando tutti i professionisti – uomini e donne – tranne quelli della Gazprom. E a Gilbert che ha chiesto loro come mai, ha risposto che li avrebbe chiamati di persona. Non lo ha mai fatto. E’ troppo presto per parlare di dimissioni?

Le richieste erano chiare, le risposte sono state secche e prive della volontà di arrivare a una soluzione.

Non si può alzare il tetto dei 31 corridori, perché siamo al primo anno delle retrocessioni e promozioni. Perciò, se una squadra si mettesse al riparo dalla discesa o conquistasse la salita al WorldTour grazie a corridori presi durante l’anno, si potrebbe creare il presupposto per un ricorso. Non sarebbe sufficiente stabilire che i corridori ex-Gazprom ingaggiati non portano punti alla squadra? Nessuna risposta.

In Italia c’è il limite di 16 corridori per continental e il tetto a due soli ex professionisti. Non si può concedere una deroga? Nessuna risposta.

Nessun rispetto

Se questa è la considerazione dell’UCI per i suoi interlocutori, atleti e loro rappresentanti, viene da pensare che quantomeno i secondi non si siano conquistati il rispetto sul campo. Che forse dire sempre di sì non paga. Magari è giusto continuare a perseguire la via diplomatica anche dopo tre mesi di mancate risposte. Secondo altri però si potrebbe pensare di protestare come quando nelle fabbriche avvengono licenziamenti di massa.

«Così facendo – risponde Salvato – si danneggerebbero gli organizzatori». Si è mai visto uno sciopero che non abbia creato disagio? Si sciopera per quello. Ci fosse un po’ di Francia anche in Italia… Scommettete che se si trattasse di corridori francesi, una soluzione l’avrebbero trovata?

Comunque per ricordare al signor Lappartient che sta disprezzando le vite di uomini e non le loro statistiche, abbiamo realizzato due brevi interviste ai corridori presenti ieri a Salò. Canola e Scaroni. Guardatele. Parlano di dolore e carne viva. Non concorreranno all’Oscar del cinema, ma almeno in questo modo il presidente potrà guardarli in faccia. E magari chiedergli scusa.

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Canola, parole da leader e tanta voglia di vincere

20.12.2021
4 min
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«E’ un lavoro difficile – dice Canola – prima vivevo di sogni, ero molto ingenuo. Ho scoperto invece che il professionismo è un continuo rinnovarsi. Ogni anno fai le stesse cose, ti alleni bene, mangi bene… devi essere predisposto. Negli anni sono diventato un riferimento per i compagni, mi piace. Ma giusto stamattina in allenamento ho pensato che vorrei proprio vincerne un’altra. Se tutto va come spero, nel 2022 verrà il momento di alzare le braccia al cielo. L’ho anche sognato tante volte in questo periodo, sapete? Un colpo di mano nel finale e l’arrivo in solitaria. La vittoria dà un senso superiore a questa fatica. E io credo nel destino. Quando insisti tanto per ottenere qualcosa, alla fine la raggiungi...».

Nel 2021 da neopro’, Canola si presenta con una vittoria al Tour de Langkawi
Nel 2021 da neopro’, Canola si presenta con una vittoria al Tour de Langkawi

Rivelazione al Giro

Marco Canola ha 32 anni e in carriera ha vinto 9 corse. La prima a 24 anni in Malesia, la seconda a 26 sul traguardo di Rivarolo Canavese al Giro d’Italia. Dalla Bardiani passò dunque alla United Healthcare, poi due anni con 7 vittorie alla Nippo-Fantini e quando questa chiuse i battenti nel 2020 è arrivato alla Gazprom-Rusvelo. C’era tutto perché il percorso di vittorie riprendesse eppure la caduta di Mallorca, di cui s’è già parlato senza darle la giusta importanza, ha congelato le sue speranze.

«L’anno scorso – racconta – ho avuto un grosso incidente e c’è voluto tanto tempo per riprendermi. Nel 2021 ho avuto il miglioramento che speravo, ma ugualmente mi sentivo lontano dal Marco della Nippo. Non ero andato via di lì senza vittorie, pensavo di arrivare qui e dare la svolta, invece non ero più me stesso. Durante la corsa, ma anche nei finali dove normalmente diventavo una bestia. Ero come… spento. Il meccanismo era come grippato. Ho sentito un mental coach. Ho sentito soprattutto un neurologo e alla fine abbiamo trovato che c’era qualche complicazione a livello clinico che ora è rientrata. Per questo penso che non sarebbe proprio male alzare le braccia. Anzi, mi ci vorrebbe proprio…».

Nel 2014 vince la volata sul gruppetto in fuga. Così Canola si porta a casa la tappa di Rivarolo Canavese al Giro
Nel 2014 vince in volata la tappa di Rivarolo Canavese al Giro
La ripresa arriva al momento giusto, visto il nuovo vento che si respira in squadra, no?

Sedun sta incidendo profondamente, penso si capisca anche da fuori. Abbiamo cambiato pelle ed è merito di Renat (Khamidulin, general manager della Gazprom, ndr) aver colto l’attimo per la svolta. In questa squadra c’è sempre stato grosso potenziale, ma nessuno era riuscito a organizzarla per tirarlo fuori. Ora sembra che grazie al lavoro di tanti, questo stia accadendo. Ci sono stati arrivi importanti grazie ai quali sono certo che prenderemo il volo.

Fra i preparatori c’è Benfatto, una tua vecchia conoscenza…

Siamo stati compagni di squadra e soprattutto avversari e ora mi ritrovo a lavorare con lui. Da allievi e da juniores non passava corsa senza che ce le dessimo. Però non c’è mai stato un battibecco, forse perché sono state di più le mie vittorie delle sue (ride, ndr). 

Quando hai saputo che sarebbe diventato preparatore alla Gazprom?

Un giorno mi scrive e mi dice che vuolle parlarmi. L’ho chiamato e mi ha dato l’anticipazione. Sono contento, è un bell’acquisto. E dopo tanti anni di carriera potrà essere utile.

Giusto, la carriera: a che punto sei?

Un punto importante. Sono passati due anni da quando sono qui. Volevo vincere subito, invece a causa della caduta mi sono ritrovato a fare un bel lavoro con i compagni, costruendo le nuove leve. Mi piace essere riferimento per i giovani. Li sprono. Gli do consigli. Gli suggerisco le decisioni da prendere in corsa. Sono io quello che li aspetta quando sono in difficoltà, che tira e dà l’esempio. Arrivo prima degli altri agli allenamenti. I ragazzi devono capire che non bisogna sprecare il tempo, ma anche che non si può avere tutto e subito (le sue parole rimandano direttamente alla definizione di leader, approfondita nei giorni scorsi, ndr). Ma io di base voglio ancora vincere.

Al Giro di Germania, mettendo la firma su un finale di 2021 più convincente
Al Giro di Germania, mettendo la firma su un finale di 2021 più convincente
Esiste la ricetta giusta?

Ci do dentro. Non mi tiro indietro di un solo metro, martello se vedo che si batte la fiacca. Non si vince da soli, bisogna creare il gruppo. E soprattutto non bisogna dimenticare che oltre al professionismo, c’è una componente di divertimento che non va dimenticata. Altrimenti non duri.

Forse per questo oggi tanti faticano a tenere la motivazione?

Essendo sempre molto tirati, c’è una linea sottile su cui essere in equilibrio ed è molto facile cadere dall’altra parte. Poi risalire non è per niente facile. Il ciclismo non è per tutti, auguro a tutti una bella carriera. Ma adesso mi concentro su di me, so che ho tanto da dare e ho proprio voglia di farlo.

Canola 2021

Canola riparte dalla Germania con nuovi obiettivi

02.09.2021
5 min
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Ci sono piazzamenti che hanno un sapore particolarmente dolce, soprattutto quando arrivano dopo un lungo periodo duro, senza grandi soddisfazioni, nel quale le motivazioni per tirare avanti devi trovarle dentro te stesso. E’ il caso di Marco Canola, il corridore della Gazprom RusVelo che ha chiuso il recente Giro di Germania, con molti big in preparazione per i prossimi Europei, in ottava posizione. Certo, non è una vittoria, non è un podio, ma ha un significato particolare.

Questo finale di estate per il corridore vicentino è un continuo viaggiare, lo intercettiamo quand’è all’aeroporto di ritorno dall’Austria e tornare con la mente alla scorsa settimana gli provoca subito… un brivido di freddo: «E’ stata una settimana pesante, abbiamo trovati pioggia e temperature basse per tutto il tempo, non eravamo abituati venendo dal caldo torrido italiano. E’ stata davvero impegnativa, ma non posso certo lamentarmi».

Canola firma 2021
Marco Canola alla firma in Germania. Il vicentino è sempre stato nel vivo della corsa: 9° nella prima tappa, ha chiuso 8° in classifica
Canola firma 2021
Marco Canola alla firma in Germania. Il vicentino è sempre stato nel vivo della corsa: 9° nella prima tappa, ha chiuso 8° in classifica
Che tipo di corsa è stata?

E’ un Giro aperto un po’ a tutti, perché non ci sono grandi salite, ma non c’è un attimo di tregua. In corsa abbiamo trovato molto nervosismo e anche qualche caduta, tanti strappi intensi, insomma non potevi mai staccare la spina. Sono queste le gare che piacciono a me. L’ultima tappa è stata la più impegnativa, tutta sotto la pioggia, con Teuns e Almeida che hanno provato a far saltare la classifica. Io ho provato il colpo a 3 chilometri dall’arrivo, ma Politt, che poi ha vinto, ha chiuso all’altezza dell’ultimo chilometro e non c’è stato nulla da fare.

E’ pur vero però che questa gara è stata la tua migliore da un po’ di tempo a questa parte…

Sì e a ripensarci ho la sensazione che avrei potuto osare anche di più, perché il percorso mi si addiceva. Ma venendo da un così lungo periodo negativo è ancora difficile ritrovare le vecchie sensazioni.

Che cosa è successo a Marco Canola in questi mesi?

E’ tutto frutto della caduta dello scorso anno, nella quale avevo riportato un trauma cranico che mi ha lasciato conseguenze lunghe a passare. Poi a inizio stagione ho avuto un’epatite alimentare che mi ha rallentato molto, praticamente sto iniziando ora.

Canola Germania 2021
Il corridore della Gazprom ha sostenuto quest’anno 48 giorni di gara, trovando la forma solo in estate inoltrata
Canola Germania 2021
Il corridore della Gazprom ha sostenuto quest’anno 48 giorni di gara, trovando la forma solo in estate inoltrata
Allarghiamo un po’ il discorso: com’è stato finora il 2021 della Gazprom? A inizio stagione c’erano molte aspettative…

Diciamo che non possiamo essere del tutto soddisfatti, volevamo raccogliere un po’ di più e potevamo farlo con i nostri effettivi, ma al giorno d’oggi ti trovi a competere con autentiche corazzate. Faccio un esempio: per un corridore veloce come me è fondamentale restare sempre nelle prime 20-30 posizioni ma se non hai 6 corridori di livello molto alto è difficile. Comunque qualcosa abbiamo vinto, in molte corse ci siamo fatti vedere e questo per noi è importante.

Accennavi alle corazzate: la sensazione è che ormai il livello sia altissimo in ogni gara, dalle World Tour all’ultima del calendario…

E’ così e la ragione è semplice: nel ciclismo non c’è quel fair play che regna in altri sport. Mi spiego meglio: le grandi squadre hanno più budget, fanno studi su ogni aspetto e soprattutto possono schierare una squadra competitiva anche in tre gare contemporaneamente e ogni volta corrono per il massimo risultato, non lasciano spazio. Questo per squadre come la nostra significa dover valutare bene e studiare nei particolari il calendario e non sbagliare nella ricerca dell’obiettivo, ma poi basta la più piccola cosa che fa saltare tutti i propositi. Serve tanta fortuna. Io spero che nel 2022 ci sia un calendario già definito a inizio stagione, così sarà più facile gestirsi.

Politt Germania 2021
Nils Politt, vincitore del Giro di Germania grazie alla conquista della terza tappa. Alle sue spalle Ackermann e Kristoff
Politt Germania 2021
Nils Politt, vincitore del Giro di Germania grazie alla conquista della terza tappa. Alle sue spalle Ackermann e Kristoff
Tu sei uno dei più esperti del tuo team, hai notato progressi nei più giovani?

Bella domanda… Uno che ha più esperienza può dare insegnamenti e consigli, ma dipende tutto dal giovane, se vuole imparare davvero, se invece si sente già arrivato puoi fare ben poco tu e farà poco lui… In Germania ad esempio abbiamo avuto in squadra due stagisti norvegesi, Fredrik Dversnes e Eirik Lunder. Si è visto subito che avevano un grande potenziale, ma soprattutto erano attentissimi a tutto, sia in corsa che fuori. Ci ho parlato, gli ho dato un po’ di dritte, il risultato è stato che alla fine del Giro erano corridori completamente diversi, facevano esattamente quant’era richiesto dalla squadra. E’ stata per loro un’esperienza fondamentale e riuscitissima.

Ora, sull’abbrivio di questo buon ottavo posto, che programmi hai?

Mi concentro sul calendario italiano puntando forte sul Gran Premio di Francoforte, dove ho già fatto bene e dove voglio portare a casa qualcosa. Gareggerò al Giro di Toscana e a Peccioli proprio per trovare la gamba giusta per la classica tedesca.

E nel 2022 dove ti vedremo?

Spero vivamente ancora nella Gazprom, sia da parte mia che dei dirigenti c’è la volontà di andare avanti, mancano solo le firme. Io mi trovo bene e voglio dimostrarlo sul campo…

MArco Canola 2020

Vincere e insegnare, ecco il Canola 2.0

29.12.2020
4 min
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Quando passò professionista nel 2012 nella fila della Bardiani CSF, Marco Canola era una delle giovani leve più promettenti. Vinse una tappa al Giro 2014, era spesso in fuga e il suo spunto veloce gli consentiva di vincere corse anche qua e là nel mondo. Come del resto ha continuato a fare anche dopo aver lasciato il gruppo dei Reverberi.

E’ andato anche all’estero, all’Unitedhealtcare, quindi Nippo e di nuovo all’estero alla Gazprom-Rusvelo… che poi è molto meno estera di quel che sembra in quanto una bella fetta di questo team è italiana, a cominciare dal direttore sportivo Paolo Rosola.

Marco Canola esegue la pressa nella palestra di casa sua
Marco Canola
Marco Canola alla pressa

Sapersi adattare

In questa fredda mattina di fine anno Marco è rinchiuso nella palestra di casa sua. Mentre ci parla ha giusto iniziato a fare il riscaldamento sui rulli e infatti nelle sue parole c’è anche un po’ di fiatone. Ma nonostante questo l’analisi è subito chiara.

«E’ stato un anno deleterio per noi ciclisti – spiega Canola – Magari non per tutti, ma per la maggior parte sì. Ci sono state meno corse e tanti si sono dovuti accontentare. Però ci ha anche insegnato che le gare si possono fare e credo che dal marzo in poi tutto tornerà regolare come sempre. 

«Anche per me è stato difficile. Ho iniziato con una caduta e conseguente trauma cranico che mi ha rallentato molto e che non mi ha fatto trovare il giusto colpo di pedale. Però il 2020 ha insegnato qualcosa anche a me. E cioè che non bisogna mai dare nulla per scontato, che i programmi fatti possono cambiare e devi farti trovare pronto. E non è un caso che abbiamo visto tanti colpi di scena».

Canola insegnante

Canola ha 32 anni, quella che una volta era considerata l’età apice della maturità. Si sente al top? Cosa si aspetta? Cosa può fare?

«Non sono più un ragazzino e ho capito dove posso puntare. Amo sempre di più le classiche, la Sanremo soprattutto, ma anche andare a caccia delle tappe, oppure l’Amstel Gold Race e altre gare del Nord. E poi c’è un’altra missione: mettere la mia esperienza al servizio dei giovani. Ci sono ragazzi che hanno davvero buone caratteristiche e magari posso dargli quello spunto in più.

«In più con l’arrivo di Zakarin e Kreuziger gli stimoli aumenteranno. Non ci saranno problemi di spazio. Chiaro che quando ci sarà Zakarin nelle corse a tappe si correrà per lui, cercando di tenerlo davanti. Sappiamo quali difficoltà ci possono essere e sta anche a noi dargli sicurezza. Cambia l’impronta della squadra con loro due. E poi abbiamo diversi corridori veloci e sta a noi “vecchi” a dargli una mano.

«La Gazprom aprirà il suo 2021 con un ritiro in Spagna, a Majorca e da lì poi passerà subito alle corse isolane. Io però inizierò più tardi. Prima voglio inserire un blocco in altura. A febbraio andrò sull’Etna».

Marco Canola
Marco Canola vince la 4ª tappa del Tour of Utah 2019 in maglia Nippo
Marco Canola
Canola vince la 4ª tappa del Tour of Utah 2019

Volata più lunga

Canola insegnante, amante delle classiche e anche passista veloce. Ma quest’ultima caratteristica l’ha conservata?

«Negli ultimi tempi – ammette Marco – lo spunto si è un po’ appiattito. Non che sia meno potente, ma ho perso un po’ di elasticità però è più lungo. Come se ci fosse meno picco. Ma questo secondo me un po’ mi avvantaggia, vedendo infatti le tappe sempre più battagliate spesso arrivano stanchi nel finale e poter disporre di una volata più lunga secondo me può andare bene.

«Quest’anno ho seguito il Giro e ne ho viste diverse di tappe che mi piacevano a cominciare dalla prima, quella ad Agrigento che ha vinto Ulissi. Sono arrivati tutti sfilacciati, esserci sarebbe stato bello».

Ecco un bel tasto: la Gazprom al Giro 2021. La squadra ha una buona rosa, l’arrivo di Kreuziger e Zakarin è un bell’incentivo. Lo stesso Canola può dire la sua, in più ci sono Imerio Cima e Cristian Scaroni.

«Il team sta lavorando per ottenere gli inviti nella classiche italiane, in quelle del Nord e del Giro e tutti stiamo lavorando compatti. Il ritiro servirà per fare gruppo, fidarci l’uno dell’altro e trovare quelle affinità che poi serviranno in corsa. Con Imerio già ero stato alla Nippo. A Cristian, invece, dico di non guardare a questo primo anno anomalo tra i grandi, di resettare tutto. E’ un ragazzo che avuto anche un po’ di sfortuna, è caduto, si è fatto male, c’è stato appunto il covid. Gli ho detto che peggio di così non può andare quindi deve rimboccarsi le maniche con serenità».