Paolo Rosola

Rosola, la bici e sei anni in Russia

28.12.2020
5 min
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E’ iniziata sei anni fa, l’avventura di Paolo Rosola alla Gazprom-Rusvelo. L’ennesima avventura di una vita vissuta sempre a 100 all’ora, sempre con la bici come inseparabile compagna, autentico motivo di vita. Prima con le sue pazze e irresistibili volate. Poi con l’approccio alla neonata mountain bike, le grandi esperienze nel fuoristrada al fianco di Paola Pezzo, portandola a due ori olimpici e una messe di altri grandi risultati. E ancora il ritorno fra i pro’ della strada. Ora l’anagrafe dice che gli anni sono 63, ma la sua voce, il suo spirito, le sue energie sono sempre le stesse. Anche quando parla del suo rapporto con la squadra russa, non sempre rose e fiori. Anche se, a pensarci bene, sei anni nello stesso team, nel ciclismo attuale, sono un’eternità.

Petr Rikunov, Gazprom, 2020
Petr Rikunov, talento per le prove contri il tempo
Petr Rikunov, Gazprom, 2020
Petr Rikunov, talento per le crono

Pensare che quest’avventura sulla strada è nata proprio grazie alla Mtb.

«I dirigenti russi – dice Rosola – conoscendo il nostro passato, mio e di Paola, volevano creare una grande squadra di mountain bike. Ci abbiamo provato, ma dopo pochissimi mesi l’esperienza è stata chiusa e sono stato dirottato verso i pro’ della strada».

Hai imparato il russo?

Dico la verità, non ci sono mai riuscito. Sono i ragazzi che imparano l’italiano, ma il “mio” italiano: quello di uno che non ha mai studiato. E’ finita che ci intendiamo con quel modo di parlare con i verbi all’infinito, frasi smozzicate, monosillabi. Ma loro imparano alla svelta e ci intendiamo bene.

Roman Kreuziger, Tour de France 2020
Roman Kreuziger, assieme a Zakarin, è uno dei nuovi acquisti del team russo
Roman Kreuziger, Tour de France 2020
Roman Kreuziger, dal 2021 con la Gazprom
Ora che cosa fai nella squadra?

Bella domanda… diciamo che faccio un po’ di tutto, ma non ho responsabilità. Sono un aiuto per i diesse del team e i corridori stessi. Quand’ero io il direttore sportivo, avevo tutto in mano ma non avevo un sufficiente potere decisionale. Le idee erano tante, le possibilità per realizzarle ben poche. Tutti mi dicevano: «Eh, capirai, con uno sponsor così forte alle spalle…». Senza considerare che la Gazprom ci metteva il nome, senza però dare tutto quel che serviva. A un certo punto mi hanno tolto la responsabilità. Ma non è stata una punizione: il “gran capo” (Renat Khamidulin, ndr) mi ha voluto al suo fianco, lasciando agli altri le responsabilità, dandomi però la possibilità di metterci sempre del mio. Con questa formula le cose hanno iniziato a funzionare meglio. Il fatto è che per ogni cosa bisogna chiedere l’autorizzazione, anche per questa chiacchierata ho dovuto farlo…

Nikolay Cherkasov, Gazprom, Gran Piemonte 2020
Nikolay Cherkasov, 24 anni, potrebbe seguire le orme di Vlasov
Nikolay Cherkasov, Gazprom, Gran Piemonte 2020
Cherkasov, 24 anni, talento per i Giri
La sensazione è che la Gazprom sia sempre rimasta in linea di galleggiamento: poteva essere un team da WorldTour, ma il grande salto non è mai arrivato.

E’ stata una scelta. La squadra ha sempre voluto rimanere a livello delle più grandi senza spingersi oltre. Se avessimo gareggiato di più nelle prove continental, le vittorie sarebbero arrivate in gran quantità. Invece i dirigenti volevano le grandi gare senza avere grandi campioni, magari richiamando corridori russi usciti dalle squadre WorldTour. Nel 2019 è iniziato il cambiamento, seguendo una strada che mi piace di più, richiamando corridori di spicco da affiancare a ragazzi da far crescere. Io credo che sia la strada giusta.

Renat Kamidhuline, manager Gazprom 2020
Renat Kamidhuline è il manager della Gazprom: è stato corridore in Italia
Renat Kamidhuline, manager Gazprom 2020
Renat Kamidhuline, manager della Gazprom
Ai tempi di Rosola il ciclismo russo dominava a livello dilettantistico, ma non c’era la possibilità di passare e di confrontarsi. Ora qual è il suo valore?

Non è paragonabile a quei tempi. Ci sono corridori che possono far bene, ma non è come prima. Serve tempo per risalire la china e credo che la Gazprom, con la struttura che si è data ora, possa contribuire alla sua ricrescita. Io credo che l’arrivo di Roman Kreuziger e Ilnur Zakarin possa dare molto. Innanzitutto perché sono due corridori che in certe condizioni possono ancora ottenere risultati, poi perché possono essere un esempio, un insegnamento per i più giovani. Ed è pensando soprattutto a questo che sono stati presi.

Quali sono i giovani più interessanti del gruppo?

Innanzitutto Nikolay Cherkasov, ha solo 24 anni ma ha già un curriculum di prim’ordine. E’ fatto per le corse a tappe. Io dico che è un Vlasov in miniatura, d’altronde anche il russo dell’Astana è nato con noi. Corse a Vigevano fino ai 18 anni, fece esperienza e con noi vinse il Giro Baby. Tornando ai nostri, attenzione anche a Petr Rikunov, molto buono nelle prove contro il tempo.

Simone Velasco, Giro dell'Appennino 2020
Simone Velasco, bene nel 2019, in sofferenza quest’anno: è atteso a una bella ripresa
Simone Velasco, Giro dell'Appennino 2020
Grande attesa per Simone Velasco
E gli italiani?

Ho molta fiducia nei nostri ragazzi. Canola ad esempio lo conosciamo tutti, è uno che può trasmettere tanto a livello di esperienza perché sa come correre, quando attaccare. Ha vinto anche al Giro è ha la mentalità giusta per essere competitivo. Scaroni è un bello scalatorino, che sta crescendo ed essendo di Brescia lo tengo sott’occhio. Velasco nel 2019 aveva vinto il Laigueglia, nel 2020 ha sofferto molto l’atipicità della stagione, ma mi aspetto una sua ripresa. E’ un po’ un cavallo pazzo com’ero io. Poi c’è Imerio Cima, il nostro velocista, è la nostra speranza, fra gli under 23 ha vinto anche classiche importanti come a Castelfidardo, tutti lo aspettano al varco. Anche io, so che non deluderà.