Paternoster all’australiana. Letizia alla BikeExchange…

06.08.2022
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Per lei sarà quasi come correre per la squadra di casa. L’annuncio di Letizia Paternoster (in apertura foto Cavalli) alla BikeExchange-Jayco è qualcosa che va oltre alla semplice trattativa di ciclo-mercato.

A partire dal 2023 la ventitreenne trentina passerà nella formazione australiana dopo quattro stagioni alla Trek-Segafredo, vissute con più ombre che luci nonostante un bel primo anno. Nel 2019 infatti esordì con un successo al Tour Down Under e quindi inanellò una serie di buoni risultati, tra cui il titolo europeo U23 su strada ad Alkmaar. Poi arrivarono i momenti difficili.

Ora però Letizia ha ritrovato veramente il sorriso e ce lo mostra mentre la incontriamo alla Sei Giorni delle Rose a Fiorenzuola. L’iridata dell’eliminazione ha appena vinto la madison in coppia con Martina Fidanza (iridata dello scratch) e con lei approfondiamo il suo trasferimento, cercando di fare un piccolo bilancio.

Come è nato il contatto con la tua futura squadra?

Un po’ per caso e un po’ voluto. Ho Manuel Quinziato come procuratore e conosce bene la BikeExchange-Jayco. Sapeva che loro cercavano nuove figure e da lì è arrivata la proposta. Ho firmato per due anni e per me è come un bel raggio di sole. Lui mi dice che è una bella realtà con un un ambiente speciale. Come una famiglia. Ed è così che voglio interpretare l’inizio con loro. E poi c’è una componente affettiva, chiamiamola così

Quale?

Sono italo-australiana con doppio passaporto. Mia nonna è australiana e mio padre è nato a Fairfield, a circa venti chilometri da Sydney, dove poi è cresciuto. E già mio nonno, dopo che si era trasferito laggiù, aveva contribuito alla costruzione del Sydney Harbour Bridge, uno dei ponti più famosi della città. Quindi capirete che mi faccia davvero piacere poter correre con loro.

Avete già parlato di programmi?

Sì, anche se ancora non in maniera approfondita. Loro mi hanno detto subito che credono in me e questo mi ha dato subito tanto entusiasmo. Il nostro obiettivo condiviso è quello di crescere assieme. Loro vogliono farmi fare tante gare, cosa che finora non ho fatto, specie se andiamo a vedere i numeri negli ultimi anni. E’ vero che sono al quinto anno elite ma, tra Covid e vari problemi anche di natura fisica, come esperienza è come se fossi al primo. Correre su strada mi farà crescere tanto e, volente o nolente, mi darà un livello migliore. Voglio conoscere bene le compagne, sperando poi di creare un gruppo affiatato. Sono pronta e non vedo l’ora di iniziare.

Che anni sono stati quelli in Trek-Segafredo?

Sono state stagioni stupende. La mia prima vittoria con loro l’ho fatta proprio in Australia. Devo dire un infinito grazie a Luca Guercilena e a tutta la squadra, una seconda famiglia. Sono tutte persone speciali, a cui devo dire addio a malincuore. Ci tengo a spendere belle parole per loro. Gli auguro davvero il meglio. A fine anno, quando correrò l’ultima corsa, pubblicherò qualcosa di particolare e sentito. Questo cambio di squadra lo faccio soprattutto per me stessa, per avere nuovi stimoli.

Quali diventano i tuoi nuovi obiettivi?

Non dico in quale disciplina perché non vorrei gufarmela, ma il mio grande sogno è quello di riuscire a vincere un oro olimpico. Penso già a Parigi 2024, ma anche dopo. Questo è per ciò che riguarda la pista. In strada invece devo crescere ma sogno in grande lo stesso. Vorrei diventare una delle migliori sprinter del panorama internazionale. Vincere è la motivazione più grande che ho dentro di me.

Letizia a giugno è tornata al Tour de Suisse dopo due mesi senza gare. Poi a luglio ha ottenuto un buon terzo posto al Baloise Tour
Paternoster a giugno è tornata al Tour de Suisse e a luglio ha ottenuto un buon terzo posto al Baloise Tour
Il finale di stagione come sarà?

Dovrei fare gli europei in pista a Monaco di Baviera (dall’11 al 16 agosto, ndr) e poi su strada il Simac Ladies Tour in Olanda dal 30 agosto al 4 settembre. Spero di guadagnarmi la convocazione per i mondiali su pista mentre il programma delle ultime gare con la Trek-Segafredo è ancora da definire. Ho ancora tanti impegni con loro e voglio tutti onorarli al meglio. Cerchiamo di finire bene questa annata poi, solo allora, proietterò la mente alla nuova avventura che mi aspetta.

Villa gongola, a Cali successi che valgono tanto

20.07.2022
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Il bilancio della nazionale italiana alla prova di Nations Cup a Cali (COL) è di quelli da leccarsi i baffi: 5 medaglie d’oro (il quartetto maschile, Milan nell’inseguimento maschile, Donegà nell’omnium, Scartezzini-Lamon nella madison, Paternoster nell’inseguimento femminile) con il contorno di 4 argenti e un bronzo. E’ vero che, rispetto alle altre due prove, la partecipazione era qualitativamente molto meno qualificata (pochissime le presenze di spicco dall’Europa), ma si tratta sempre di risultati importanti soprattutto nell’ottica che più interessa al cittì Marco Villa, quella della costruzione di un gruppo ampio e del recupero di talenti.

E’ quindi sotto questo aspetto che la trasferta va inquadrata e il tecnico olimpionico entra subito nel vivo del discorso.

«Io dovevo onorare questa gara – dice Villa – considerando anche tutte le altre del calendario e gli impegni dei vari atleti su strada, ma soprattutto dovevo pensare a chi non aveva ancora potuto gareggiare in Coppa e quindi non era eleggibile per i mondiali. La presenza della Paternoster era vista soprattutto in questo senso».

Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
La tappa era già nel novero delle prove valide per il ranking olimpico?

No, ma su questo aspetto bisogna fare attenzione: non basta ottenere risultati nel periodo deputato per le qualificazioni olimpiche. Queste gare, Cali come Glasgow e Milton prima, erano fondamentali per rimanere in alto nel ranking Uci. Significa che puoi partire nelle gare che conteranno dopo gli avversari, conoscendo i loro risultati e questo è un vantaggio non da poco.

Era una delle prime uscite ufficiali di Villa con Paternoster, com l’hai vissuta?

Al di là dei risultati, ho visto Letizia finalmente entusiasta, vogliosa di soffrire, carica di testa. Non avevo avuto ancora molte occasioni per lavorarci insieme, essendo subentrato nell’incarico femminile solo quest’anno, ma avevo notato che aveva perso un po’ di fiducia. La mancanza di risultati (al di là della vittoria mondiale nell’eliminazione) e soprattutto i continui problemi fisici l’avevano un po’ spenta, invece in Colombia ho trovato una ragazza pronta a dare tutta se stessa. C’è un episodio che mi ha fatto pensare molto in positivo.

Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Quale?

Il giorno della gara dell’inseguimento individuale, dopo aver vinto con tanto di record italiano della specialità in 3’25”310, Letizia si è rimessa subito in sella per gareggiare nell’eliminazione. Poteva chiedere il cambio, invece si è impegnata proprio per mettersi alla prova, capire come aveva recuperato dallo sforzo. E nella gara che correva con la maglia iridata, è stata battuta dall’americana Valente, l’olimpionica di omnium, proprio nello sprint finale. Perché di energie non ne aveva davvero più. E’ questo lo spirito che voglio vedere. Ha ritrovato la voglia di soffrire.

Un altro atleta che abbiamo ritrovato è Plebani, battuto da Milan nella finale dell’inseguimento, ma era dal bronzo mondiale nel 2019 che non era a questi livelli.

Ricordo che Davide, da junior, era al livello di Ganna. Poi si è perso e ripreso, perso e ripreso. E’ un po’ così, a volte va fortissimo e altre lo perdiamo. Un po’ dipende dai problemi fisici, in particolare quelli alla tiroide, un po’ anche dal carattere. Gliel’ho detto sempre: io ho molta fiducia in lui, conosco le sue potenzialità. Ma ho bisogno che sia costante, se lo chiamo in causa devo essere sicuro che ci sia, che mi dia quel che chiedo. Le sue potenzialità sono indiscutibili, ma deve garantirmi continuità.

Milan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
MIlan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
Che valore ha la vittoria del quartetto olimpionico?

Il tempo finale, 3’55”01 è molto buono (il record del mondo di 3’42”307 è stato stabilito proprio dagli azzurri a Tokyo, ndr) considerando le condizioni. Si gareggiava su pista scoperta, con fastidiose folate di vento. Quello ottenuto è il record della pista, segno che sono andati molto forte. Avevo bisogno di rivedere Milan nel quartetto e il friulano si è confermato un elemento trainante. Abbiamo portato a casa la classifica di Coppa sia al maschile che al femminile, è un dato importante, ma io guardo ad altro.

A che cosa?

Io voglio avere una rosa sempre più ampia, voglio arrivare ad avere una decina di atleti intercambiabili, in modo da poterli gestire anche in base ai loro impegni con le squadre e nelle altre discipline. Ricordo che solo qualche anno fa, noi neanche ci qualificavamo per le prove titolate, ora siamo un riferimento. So anche che questo comporta una particolare responsabilità, quando mi troverò a scegliere i 5 per Parigi 2024, ma fa parte dei miei compiti.

Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Hai già idea su chi chiamare per gli europei di Monaco?

Alcuni tasselli si stanno posizionando. La Balsamo ad esempio, in base al calendario delle gare, potrà fare sia strada che pista. Viviani invece si concentrerà sulla strada e quindi non potrò chiamarlo. Ganna avrà la cronometro a distanza di due giorni dalla pista, credo che nel quartetto lo rivedremo direttamente ai mondiali, ma aspettiamo di capire come finisce il Tour. E’ proprio per questo che serve una rosa ampia, chi manca deve essere sostituito adeguatamente.

Letizia Paternoster, aria di nuovo inizio

31.05.2022
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L’abbiamo incontrata a Cattolica in occasione della Granfondo Squali Trek, Letizia Paternoster è madrina dell’evento. Bellissima e solare come sempre, una parola e un sorriso per tutti, ma con quella determinazione che fa parte del DNA dei campioni. I problemi legati alla mononucleosi sembrano alle spalle e come ha detto il cittì Sangalli, è ora di ricominciare.

Letizia Paternoster ha 22 anni, corre con la Trek-Segafredo (foto Sara Carena)
Letizia Paternoster ha 22 anni, corre con la Trek-Segafredo (foto Sara Carena)
Dopo l’euforia del 2021 l’anno in corso stenta a partire, cosa è successo?

Un piccolo imprevisto, una cosa che può capitare nella carriera di uno sportivo. Diciamo che fa parte del gioco, cosciente del fatto che ci si deve confrontare con mille imprevisti. Ho avuto la mononucleosi e non me ne sono accorta subito, chiedendo uno sforzo ulteriore al mio fisico. Ho già metabolizzato la cosa e rispetto ad altre occasioni sono riuscita ad affrontare questo passaggio con serenità, cercando di rimanere il più possibile tranquilla, ma senza perdere la grinta.

Riesci a vedere anche il lato positivo in tutto questo?

Per me è comunque un’esperienza e ho imparato qualcosa anche in queste settimane di difficoltà.

Madrina della Granfondo Squali Trek (foto Sara Carena)
Madrina della Granfondo Squali Trek (foto Sara Carena)
Hai voglia di riscatto in questo momento?

Ho tanta voglia di riscatto e sto pensando a quello che arriverà dopo. Ho voglia di fare e di togliermi delle soddisfazioni.

I successi ottenuti nel 2021 e tutto il lavoro fatto negli anni scorsi sono fattori che ti hanno aiutato?

Certamente e soprattutto nel 2021 sono arrivate tante risposte. Mi piace pensare che la vita è come un’onda, che scende e sale in continuazione. L’importante è crederci ed essere determinati anche quando si è nel punto più basso, lavorare ed allenarsi con determinazione, perché i risultati prima o poi arrivano. In un certo senso è anche la mia filosofia di vita. Il 2021 è stata la conferma di tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti.

La Paternoster con Filippo Magnani, organizzatore della manifestazione (foto Sara Carena)
La Paternoster con Filippo Magnani, organizzatore della manifestazione (foto Sara Carena)
Hai già ripreso a pedalare?

Si, sono in sella da qualche giorno ed è una sensazione bellissima.

Hai già degli obiettivi per la stagione 2022?

Sto pensando agli europei e ai mondiali su pista, questi sono i due punti fermi. E poi mi piacerebbe ottenere un buon risultato su strada. La voglia di ricominciare, di mettermi in gioco e alla prova è tanta.

Una parentesi divertente con la preparazione della polenta (foto Sara Carena)
Una parentesi divertente con la preparazione della polenta (foto Sara Carena)
Magari una vittoria su strada?

Perché no, è comunque un mio obiettivo.

Il 2022 e il 2023, sono due anni di transizione in vista delle Olimpiadi di Parigi?

Non posso e non voglio nasconderlo, anche le Olimpiadi del 2024 sono un obiettivo e sono cerchiate con un rosso intenso. Ci credo tantissimo.

Paternoster 2022

La Paternoster sta per tornare. E Sangalli l’aspetta…

29.05.2022
4 min
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Il ciclismo femminile italiano, uscito in maniera trionfale dalla stagione delle classiche, da quasi due mesi deve fare a meno di uno dei suoi più fulgidi talenti, Letizia Paternoster. Quest’anno la campionessa mondiale dell’eliminazione ha corso solamente 12 giorni, prima di sparire dai radar. La causa è importante, la mononucleosi che spesso ha condizionato carriere di campioni delle due ruote, ma nel suo caso arriva dopo una serie ormai lunghissima di problemi che di fatto hanno arrestato la sua crescita.

Che il talento ci sia è indiscutibile e lo dimostra proprio quel titolo mondiale su pista vinto di forza, come una vera rivincita sul destino, quel destino che da ormai tre anni la perseguita. Ora c’è un ultimo capitolo da affrontare, ma in questo viaggio Letizia non è sola, come garantisce il cittì azzurro Paolo Sangalli.

«Sono in costante contatto non solo con lei – dice – ma con dirigenti e sanitari della Trek Segafredo. Il suo recupero deve essere graduale e all’insegna della pazienza perché la mononucleosi, per essere debellata, ha bisogno di tempo».

Per il cittì Sangalli l’azzurra deve riprendere con calma, ma agli Europei potrebbe esserci
Per il cittì Sangalli l’azzurra deve riprendere con calma, ma agli Europei potrebbe esserci
Letizia non gareggia dal 6 aprile: che notizie hai al riguardo?

Al di là dei risultati, la ragazza sentiva che qualcosa non andasse, una spossatezza non commisurata alla sua attività, sia in gara sia in allenamento. La mononucleosi è stata scoperta in corso d’opera, per fortuna con sintomi lievi, ma i segnali c’erano. Ad esempio il dolore alla milza appena alzava un po’ il livello d’intensità. Per questo la decisione più giusta è stata quella di fermarsi e attendere con il riposo assoluto e le cure adatte che il virus venisse debellato.

Parlando di mononucleosi, Gregorio Paltrinieri, a poche settimane dalla diagnosi, è comunque riuscito a vincere due medaglie nel nuoto ai Giochi Olimpici di Tokyo…

Conosco la vicenda di Paltrinieri come semplice appassionato e tifoso azzurro. Mi viene da pensare che nel suo caso la fortuna sia stata la diagnosi precoce: se la mononucleosi riesci a intercettarla subito, puoi arginarla e ridurne gli effetti, ma se la rilevi sulla base di sintomi come debolezza e febbre, allora devi lasciare che faccia il suo decorso per non incorrere in guai peggiori. Ma per saperne di più bisognerebbe essere più addentro alle vicende di Paltrinieri, certamente le sue restano imprese eccezionali sapendo quel che ha passato.

Paternoster Mondiali 2021
La Paternoster sul podio mondiale di Roubaix 2021, prima nell’eliminazione. Poi è ripresa la sfortuna
Paternoster Mondiali 2021
La Paternoster sul podio mondiale di Roubaix 2021, prima nell’eliminazione. Poi è ripresa la sfortuna
Intanto però una corposa parte di stagione è andata…

Ha tutto il tempo per rifarsi, il bello del ciclismo è che propone praticamente ogni mese degli obiettivi importanti. Letizia sa che nel suo team e a maggior ragione da noi ha un patrimonio di fiducia, non deve bruciare le tappe.

A proposito di obiettivi, il suo recupero passerà per la strada o la pista?

Entrambe. Con Villa so che ha già programmato il rientro e potrebbe essere convocata per la tappa di Nations Cup a Cali in Colombia, quando mancheranno molte delle protagoniste delle prime due prove perché impegnate su strada. Intanto a giugno dovrebbe essere inserita nel team del Giro di Svizzera, come prima ripresa di contatto, per riprendere confidenza.

Letizia viene ormai da tre stagioni contraddistinte da problemi fisici. Pensi che possano pesare sulla sua evoluzione?

No, perché parliamo di una ragazza che ha solo 22 anni. Il talento è intatto, serve solo che la salute le dia la necessaria serenità e continuità di rendimento. Il tempo è dalla sua parte, basti guardare quel che è riuscita a fare nella porzione finale del 2022 dopo tutto quel che le era successo.

Paternoster classiche 2022
Nelle classiche la Paternoster ha corso solo 4 gare, fino al 29° posto alla Scheldeprijs
Paternoster classiche 2022
Nelle classiche la Paternoster ha corso solo 4 gare, fino al 29° posto alla Scheldeprijs
E’ pur vero però che se su pista è riuscita a ottenere comunque grandi risultati, su strada il peso di questi continui stop si è fatto maggiormente sentire.

Sì, ma torniamo al discorso di prima: il bello del ciclismo è che propone una quantità enorme di obiettivi da cogliere, quindi non deve essere preoccupata per questo.

Conti di tenerla in considerazione per le prove titolate?

I mondiali, da quel che si vede, hanno un percorso troppo complicato per le sue caratteristiche, con quella salita inserita nel circuito finale che sono convinto farà selezione, ma ne saprò di più a giugno quando con Bennati andremo a vederlo di persona. Per gli Europei invece potrebbe trovare spazio perché il percorso le si addice, ha oltretutto tempo per raggiungere la condizione migliore per agosto. Mi spiace solo una cosa…

Quale?

A luglio compirà 23 anni, è quindi elite a tutti gli effetti. Poterla avere a disposizione fra le under 23 le avrebbe consentito un approccio più “soft”, nel suo caso sarebbe stato utile. Ma è solo un dettaglio.

Mononucleosi, infezione e recupero: Besnati spiega…

10.05.2022
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Cavendish un paio di anni fa, il caso più eclatante. Masnada e Paternoster negli ultimi tempi. Sono solo tre dei tanti nomi che sono andati incontro alla mononucleosi e che hanno visto i loro programmi stagionali stracciati e accantonati per colpa di questa malattia. Nel caso di Cannonball il virus Epstein Barr lo ha tenuto fuori dalle corse per più di un anno. Fausto Masnada ha dovuto dare forfait al Giro d’Italia a pochi giorni dalla partenza dopo aver avuto anche il Covid a inizio stagione. Per lui la stagione era iniziata bene con l’ottima prestazione, con vittoria di tappa e secondo posto in generale, al Tour of Oman (foto in apertura). Letizia Paternoster dopo la maglia iridata a Roubaix e un buon avvio di stagione, si è fermata per lo stesso motivo.

Situazioni differenti, tutte conseguenti alla stessa malattia infettiva che, seppur non grave, porta ad uno stop obbligato non sempre facile da interpretare. Nel caso di Fausto i primi sintomi li ha riscontrati sul Teide quando la stanchezza era anormale e la sensazione di fiacchezza ricorrente. La comunicazione della malattia è avvenuta a metà aprile e pochi giorni fa ha rivelato buone sensazioni relative ad allenamenti da cinque ore. Letizia ha comunicato sui social l’infezione da mononucleosi il 30 aprile e ieri ha pubblicato una storia in sella, durante un allenamento. 

E’ normale chiedersi quali siano i tempi di recupero standard per poter ritornare in bici e se il caso di Cavendish sia isolato o al contrario un monito per chi non aspetta abbastanza per iniziare ad allenarsi. Domande e supposizioni che abbiamo posto al dottor Massimo Besnati, medico della nazionale italiana. 

Letizia Paternoster ha comunicato di aver contratto la mononucleosi con un post sui social
Letizia Paternoster ha comunicato di aver contratto la mononucleosi con un post sui social
Come si riconosce l’infezione da mononucleosi?

La sindrome causata dal virus dura circa tre settimane, in cui può verificarsi con differenti sintomi come ingrossamento di ghiandole, della milza, stanchezza e linfonodi del collo che si gonfiano. Quando è passata questa fase, c’è quella dell’affaticamento cronico, dovuta al virus che lavora ancora nella milza e nel fegato e che può dare questo disturbo. 

La stanchezza è uno dei sintomi più riconoscibili negli sportivi?

Si. L’evenienza purtroppo più frequente è la sindrome dell’affaticamento cronico. Purtroppo per questi due atleti (Masnada e Paternoster, ndr) come per altri che la contraggono, può essere una complicazione. Il problema è che gli atleti pensano che sia tutto a posto e riprendono a fare i loro normali allenamenti e gare. Il virus però è ancora presente. Anche se gli esami del sangue sembrano non sempre alterati. 

Come si capisce quando è il momento giusto per riprendere gli allenamenti?

Per controllare gli andamenti della malattia si fanno ricerche virali. E’ un segno ovviamente. Quando i valori tornano nella normalità bisogna riprendere molto gradualmente ad allenarsi. 

Questo virus ha penalizzato le stagioni 2017 e 2018 di Cavendish
Questo virus ha penalizzato le stagioni 2017 e 2018 di Cavendish
Quali sono le incognite di un ritorno in sella anticipato?

Il grosso, grossissimo problema è proprio questo. Si innesta questa sindrome da affaticamento cronico e si rimanda per un tempo indeterminato. Bisogna stare fermi. C’è un’evenienza nella popolazione normale. Ma le persone normali fanno un lavoro normale, si sentono stanche e riescono ad avere una ripresa diciamo naturale dal virus. L’atleta no, se riprende troppo presto, sta male, si ferma ancora. Si rischia di andare avanti mesi. É meglio perdere due o tre mesi subito che un intero anno. 

Qualche settimana di stop totale riduce danni esponenziali nei mesi successivi…

Prima ci si accorge, prima ci si ferma. Non ci sono medicinali efficaci da prendere. Se non l’attenzione nell’alimentazione. Non sovraccaricare fegato e altri organi. Non esiste una vera e propria terapia. Bisogna assolutamente fermarsi. E’ difficile farlo capire agli sportivi. 

Ci sono effetti invalidanti per l’atleta?

Invalidanti direi di no. Il virus c’è sempre, non è esclusa una ricaduta, magari anche a distanza di anni. Anche nella popolazione questa ricaduta ci può essere. Una cosa che può incidere è la riduzione della massa grassa. Negli atleti è molto importante. La riduzione della massa grassa richiede la riduzione delle calorie degli zuccheri e di determinati microelelemti. Questi non favoriscono un recupero ideale della forma. 

Masnada ha dovuto rinunciare alla partecipazione al Giro d’Italia a causa della mononucleosi
Masnada ha dovuto rinunciare alla partecipazione al Giro d’Italia a causa della mononucleosi
L’alimentazione diventa determinante quindi…

La maggior parte dei nostri ormoni viene prodotta a partire dal colesterolo, quindi a partire dai grassi. Se riduciamo tantissimo la massa grassa, diminuiscono il colesterolo e quindi gli ormoni. C’è quindi un’ulteriore fatica nella ripresa. La massa grassa va bene controllarla, ma entro certi limiti. Soprattutto in fase di convalescenza non bisogna trascurarla. Non vuol dire che bisogna mettere su cinque chili di peso. Bensì creare una sorta di riserva, di cuscino, per combattere il virus sì. 

Ci sono medicinali o terapie per questa infezione?

Gli antivirali non vengono usati. Si è aperta una nuova frontiera di terapie, ma per il momento non vengono usate su larga scala. Non è una malattia messa tra le categorie in primo piano. Negli sportivi può essere penalizzante per molto tempo in quanto sono soggetti a rischio. Cavendish ne è un esempio. 

L’aspetto psicologico è importante?

Conta tantissimo. Uno pensa di stare bene, riprende gli allenamenti, dopo una settimana è di nuovo a terra. Psicologicamente può essere devastante. Sta nel merito del medico, allenatore, preparatore, dire che bisogna fermarsi e avere pazienza. Se non si aspetta è una malattia che non lascia in pace. Fermarsi non vuol dire scendere dalla bici e andare a correre. Vuol dire stop! 

Paternoster 2022

Paternoster, un sorriso per cancellare il passato

26.01.2022
4 min
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Le giornate di Letizia Paternoster (nella foto di apertura dal suo profilo Instagram con la nuova maglia Trek Segafredo) sembrano non finire mai, tanto sono piene di impegni. Tutto è rivolto alla preparazione della nuova stagione e per la campionessa mondiale dell’eliminazione, questa ha un sapore particolare, quella che deve cancellare del tutto i mille problemi e difficoltà che ha vissuto in questi ultimi due anni. Parlare allora di un evento un po’ più lontano nel tempo le dà ulteriore allegria, quasi a esorcizzare quel che è avvenuto.

L’occasione è il Gran Premio Liberazione. Quest’anno la classicissima romana per Under 23 avrà un importante prologo riservato alle donne, riesumando quell’esperienza messa in scena solamente per tre anni, dal 2016 al 2018. Nelle prime due occasioni vinse Marta Bastianelli davanti ai suoi corregionali, ma nel 2018 non ce ne fu per nessuno, trionfò Letizia e quella vittoria aveva un sapore speciale: «Non potrebbe essere altrimenti, è stata la mia prima vittoria da professionista. Quello poi era un anno particolare, dovevo conciliare l’attività ciclistica con la preparazione degli esami di maturità, è stato un periodo lungo e tortuoso».

Paternoster Liberazione 2018
La volata vincente della trentina nel 2018, alle sue spalle finirono Confalonieri e Leleivyte (LTU)
Paternoster Liberazione 2018
La volata vincente della trentina nel 2018, alle sue spalle finirono Confalonieri e Leleivyte (LTU)
Ricordi ancora quella gara?

Fin nei minimi particolari. Soprattutto il finale, sull’ultimo strappo ci fu un attacco e io fui lesta a seguirlo, così all’imbocco del rettilineo conclusivo ce la giocammo in 5 e la volata fu nettamente mia. Fu un’emozione indescrivibile, ero pazza di gioia.

Tornerai a Roma il prossimo 25 aprile?

Io lo vorrei tanto, perché quel percorso mi si addice molto e il passaggio vicino alla Piramide, con quel saliscendi preso in velocità è qualcosa di molto originale, paesaggisticamente e anche tecnicamente. Dipende molto dai programmi che verranno decisi in squadra, cosa che avverrà di qui a breve. Io comunque chiederò di esserci.

A che punto sei?

Nel pieno del lavoro, tra allenamenti, controlli al Centro Mapei, studio dell’assetto in bici. Non vogliamo tralasciare nulla, questa stagione è troppo importante. Ho una voglia matta di tornare a correre (il primo impegno sarà il 28 febbraio in Spagna, ndr), per riprendermi quello che ho lasciato per strada in questi due anni, tra infortunio e Covid.

Paternoster FFAA 2022
Letizia in allenamento con la tenuta delle Fiamme Azzurre (foto Instagram)
Paternoster FFAA 2022
Letizia in allenamento con la tenuta delle Fiamme Azzurre (foto Instagram)
Pensi mai a com’eri e dove eri dodici mesi fa?

Spesso ed è proprio questo pensiero che mi dà la forza, anche nei momenti nei quali mi assale la stanchezza. Ricordo i miei 40 giorni con la febbre che non andava via, lo stop di sei mesi, ne ho passate tante ma questo mi dà una carica enorme.

E’ cambiato qualcosa nella tua preparazione, pensando anche che la tua stagione passa per due direzioni distinte, strada e pista?

No, abbiamo continuato sulla stessa falsariga con Broccardo. Molti pensano che continuare con questa differenziazione sia un danno, io invece sono fermamente convinta che abbiamo tutti, io e i tecnici, la maturità mentale per gestirlo, anche perché il calendario è strutturato in modo che c‘è tempo per preparare i principali appuntamenti di entrambe le specialità. Comunque è un tema che affronteremo in seguito se necessario.

Paternoster Mondiali 2021
Un successo che chiude una brutta lunga parentesi: l’oro di Roubaix 2021
Paternoster Mondiali 2021
Un successo che chiude una brutta lunga parentesi: l’oro di Roubaix 2021
Dici che il calendario deve ancora essere sviluppato in casa Trek Segafredo. Tu dove vorresti gareggiare?

Intanto va detto che in squadra siamo in tante a poter recitare un ruolo importante ed è quindi giusto che i responsabili facciano le loro valutazioni, anche sulla base dei nostri allenamenti e di quanto faremo da oggi fino alla prima gara. Io vorrei tanto emergere nelle classiche del Nord, quelle che più si adattano alle mie caratteristiche, poi vedremo anche sulla base della primavera come andare avanti.

Questo è l’anno de primo Tour de France, vorresti esserci?

Sicuramente perché è qualcosa di sconosciuto. Non ho mai preso parte a una grande corsa a tappe e nel giro di poche settimane ci saranno sia Giro d’Italia che Tour de France. Sarà una bella esperienza a prescindere dalla scelta che faranno, a dir la verità non so che cosa aspettarmi, che cosa significa gareggiare ininterrottamente per tanti giorni di seguito. Sono molto curiosa, come lo sono per tutto quel che mi attende quest’anno.

Callovi in azzurro, finalmente una donna fra le donne

27.11.2021
5 min
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Nel turbinìo di inizio novembre delle nuove nomine della nazionale, c’è anche l’effetto domino che ha riguardato la squadra femminile. Dello staff del cittì Paolo Sangalli (per anni “vice” di Dino Salvoldi e suo successore naturale) fa parte ancora Rossella Callovi, stavolta in qualità di collaboratrice tecnica del settore strada per junior ed elite. 

Per la trentenne originaria della Val di Non – che da due anni vive a Trento dove lavora presso la caserma del 2° Reggimento Genio Guastatori Alpini (in apertura con Letizia Paternoster nella foto Ossola) – è un upgrade professionale importante. Da atleta è stata capace di vincere il mondiale junior 2009, poi nel 2016, a fine carriera, ha intrapreso gli studi universitari a Verona laureandosi in Scienze motorie e conseguendo la Magistrale in Scienze dello sport e della prestazione fisica.

In azzurro a Melbourne 2010, Callovi ha scortato Giorgia Bronzini al campionato del mondo
In azzurro a Melbourne 2010, Callovi ha scortato Bronzini al mondiale
Rossella ti aspettavi questa chiamata?

Diciamo di sì. Erano già tre anni che collaboravo nel settore pista con Salvoldi. Nell’ultima stagione ho intensificato questa mansione con due presenze fisse in pista. Grazie al distacco che ho potuto avere con l’Esercito ed anche al protocollo d’intesa tra le Forze Armate e il Coni, mi è stato permesso di andare a lavorare con la nazionale.

Il tuo ruolo quale sarà e come cambierà rispetto a prima?

Sarò dirottata sulla strada e farò da spalla a Paolo Sangalli, il quale ci darà il calendario delle corse da seguire sia per le elite che per le junior. Sarà fondamentale essere presenti nei campi gara per avere un occhio costante sulle ragazze e valutare le loro performance e risultati. Sarò una sorta di osservatrice che poi dovrà relazionare al cittì in vista di europei e mondiali.

Sarà difficile proseguire il lavoro fatto da Salvoldi?

L’eredità che ha lasciato Dino è enorme e credo che sia merito di ciò che ha seminato in tutti questi anni. Ora la via da percorrere è quella della continuità e cercare di mettere le ragazze nelle condizioni ottimali per fare bene.

Tutto l’ambiente, Callovi in testa, si aspetta molto da Sofia Bertizzolo
Tutto l’ambiente, Callovi in testa, si aspetta molto da Sofia Bertizzolo
Ti spaventa questo nuovo ruolo?

No, sarà stimolante, perché arricchirò il mio bagaglio. Lavorerò sodo mettendo a disposizione le mie risorse e competenze. Credo che operando in una certa maniera, dando il cento per cento, ciò che arriverà sarà una conseguenza.

In questa prima stagione da “vice” di Sangalli quale potrebbe essere una tua soddisfazione?

Eh, bella domanda (sorride, ndr). Per me una grossa soddisfazione è quando ottieni la fiducia delle atlete con cui lavori. In pista, ad esempio, è stato così e vorrei fosse altrettanto anche per la strada. E’ chiaro che, seguendo una certa programmazione di allenamenti e ritiri, avere degli obiettivi come europei e mondiali è fondamentale per fare tutto al meglio.

Come tecnico, qual è la qualità in cui ti senti più forte e quella che vuoi migliorare?

La migliore direi quella di tradurre le sensazioni e le necessità che l’atleta ti riporta sulla propria condizione fisica. Mettere tutto sul lato pratico e quindi trovare le eventuali soluzioni. Credo che l’aver corso in bici e i miei studi mi aiuteranno a recepire meglio il messaggio delle ragazze. La qualità invece che vorrei approfondire di più è quella dei rapporti che ci sono attorno alle atlete e alle società.

Bulleri Vuelta CV 2021
Rossella Callovi si aspetta molto anche da Chiara Consonni, che definisce «un trattore»
Bulleri Vuelta CV 2021
Callovi si aspetta molto anche da Chiara Consonni, che definisce «un trattore»
Nel 2022, a parte le solite note, ci sono alcune atlete da cui ti aspetti qualcosa?

Sì, ne ho tantissime per la verità, ma alcune le osserverò maggiormente. La prima è la Paternoster, cui sono stata molto vicina nell’ultimo periodo. Sono curiosa di rivederla su strada. Si è rilanciata in pista nel finale di stagione dopo che aveva avuto un po’ di problemi per un anno abbondante. La seconda è la Zanardi, che mi piace particolarmente e che ha ampi margini di miglioramento. Nome scontato anche il suo, ma che dovrà confermare l’enorme crescita fatta nel 2021.

Altri nomi?

Un’altra ragazza è la Bertizzolo. Ha un potenziale incredibile che vorrei lo mettesse bene in mostra nella nuova squadra e vorrei che il suo percorso di corridore crescesse ulteriormente. Poi c’è Chiara Consonni, che ha uno spunto molto veloce e sarà la prima punta della Valcar. Per me lei è un trattore (ride, ndr) e potrà togliersi delle soddisfazioni.

Siamo tutti curiosi di capire cosa potrà fare Barale (qui al centro dopo l’arrivo di Leuven 2021) al primo anno fra le elite
Cosa potrà fare Barale (a destra, a sinistra Ciabocco) al primo anno fra le elite?
Per quanto riguarda le più giovani, da chi sei incuriosita?

C’è un bel vivaio tra le junior. Ad esempio Venturelli e Ciabocco (rispettivamente primo e secondo anno, ndr) sono molto forti ma le lascerei libere da pressioni. Piuttosto vi faccio un paio di nomi di ragazze neo-elite. Valentina Basilico (andrà alla BePink, ndr) che quest’anno ho visto da vicino in pista dove ha vinto l’europeo junior e quattro medaglie ai mondiali al Cairo. Mi ha colpita il suo modo di correre. L’altra è Francesca Barale (passerà al Team Dsm, ndr) per il suo approccio alla gara. Non sta sulle ruote, non si risparmia ed ha la mentalità giusta per attaccare.

GP Liberazione, nuove basi e tante novità per il 2022

22.11.2021
5 min
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Ci sono grandi novità all’orizzonte per il Gran Premio Liberazione. La classica romana degli under 23, tornata in calendario proprio nel 2021 dopo due anni di stop (in apertura la vittoria di Michele Gazzoli, lo scorso 25 aprile), vuole ritornare a essere un riferimento mondiale su nuove basi. Claudio Terenzi, il suo organizzatore, sta mettendo mano a un progetto che va molto al di là della gara per la singola categoria, proponendo una sorta di festival dedicato non solo alle due ruote e allestito su 3 giorni intensissimi.

L’idea è quella di sfruttare la tradizionale collocazione del 25 aprile, che nel 2022 sarà di lunedì, per allestire un weekend lungo dedicato allo sport.

«Il sabato sarà incentrato su una pedalata non competitiva alla scoperta del Parco dell’Appia Antica – dice – perché sentiamo il bisogno di dare qualcosa ai romani, agli abitanti di questa grande e sofferente città, con un momento di pace e serenità all’interno della propria storia. La domenica sarà il giorno delle categorie giovanili, dando il giusto spazio agli juniores dopo la bellissima esperienza di quest’anno, proponendo però anche una gara specifica per allievi e, se sarà possibile, anche per gli esordienti».

Terenzi Liberazione 2021
Claudio Terenzi ha rilevato l’organizzazione del GP Liberazione solo quest’anno
Terenzi Liberazione 2021
Claudio Terenzi ha rilevato l’organizzazione del GP Liberazione solo quest’anno
E al lunedì, spazio solo agli Under 23?

No, proporremo una prova riservata alle donne elite, riproponendo quell’idea già attuata due volte, con vincitrici prestigiose come Bastianelli e Paternoster. Vogliamo ripetere in pratica quanto succede nel sabato dei mondiali, siamo sicuri che l’abbinata sarà un successo strepitoso. Il tutto allestito con lo Stadio Nando Martellini a Caracalla che ospiterà un villaggio dedicato non solo alle due ruote. Vorremmo allargarlo anche ad altre discipline sportive, facendo in modo che si possa conoscere e provare un numero elevato di specialità, invogliando i più giovani a fare sport, qualsiasi esso sia. Ma c’è anche altro…

Ossia?

Proporremo una nuova edizione di “ABCletta”, il progetto a sfondo sociale collegato alla manifestazione già dallo scorso anno, che in collaborazione con l’associazione culturale Ti con Zero, coinvolge studenti dei licei sportivi romani e alunni dell’ ISS – Istituto Statale per Sordi in un processo di apprendimento creativo e di gioco sul tema della bicicletta.

Paternoster Liberazione 2018
La vittoria di Letizia Paternoster all’ultimo Liberazione femminile, nel 2018
Paternoster Liberazione 2018
La vittoria di Letizia Paternoster all’ultimo Liberazione femminile, nel 2018
Andiamo per ordine: perché una ciclopedalata e non per esempio un granfondo?

L’idea frulla da tempo nella mente, ma sicuramente non sarebbe possibile inserirla in questo periodo, dovremmo tornare a quello della corsa originaria, quindi a fine stagione, a ottobre. E’ un progetto, vedremo se e come realizzarlo. Intanto pensiamo alla ciclopasseggiata per la quale stiamo definendo un accordo con il Centro Servizi Volontariato del Lazio per permettere alle associazioni che ne fanno parte di raccogliere fondi attraverso la vendita delle iscrizioni. Dovrà essere una giornata per famiglie, con 2 percorsi fino a 20 chilometri e un megaristoro finale, abbinata anche a iniziative per bambini. Una giornata per famiglie, insomma.

La domenica sarà un festival giovanile…

Vogliamo che sia un passaggio di riferimento per il nostro ciclismo del futuro. Avete visto che successo ha avuto la gara junior dell’ultima edizione? Bisogna considerare che per l’ultimo Liberazione ci siamo trovati a organizzare il tutto in pochissimi mesi. Ora abbiamo avuto il tempo per progettare, per questo vogliamo che tutte le principali categorie siano rappresentate. La vittoria di Belletta, trionfatore da noi e poi iridato su pista, dimostra che possiamo davvero essere un trampolino di lancio.

Belletta Liberazione 2021
Dario Igor Belletta, al Liberazione è iniziata la parabola ascendente culminata con l’iride su pista. Dita al cielo per Silvia Piccini
Belletta Liberazione 2021
Belletta, al Liberazione è iniziata la parabola che è culminata con l’iride su pista
Per la gara delle donne contate di avere al via qualche squadra del WorldTour?

Essendo nel calendario Uci come gara 1.2 possiamo averne tre al via e lo speriamo, ma bisogna tenere conto che il giorno prima ci sarà la Liegi-Bastogne-Liegi. E’ un prezzo che pagheremo ancora vista la nostra data, ma siamo sicuri che avremo comunque un bel parterre. Il calendario in quel periodo è straricco in ogni prova: volevamo ad esempio allestire un evento di E-bike al sabato, ma ci siamo accorti che saremmo andati incontro a mille concomitanze.

Veniamo alla gara regina: anche qui contate di avere corridori del WorldTour?

Speriamo, ci hanno già contattato quelli dell’Astana Development e i primi a iscriversi, pur non del WT, sono quelli della Bardiani. Ci ha fatto molto piacere. Inoltre stanno arrivando tantissime richieste di partecipazione da nazionali straniere, ad esempio per la prima volta arriverà l’Uruguay. L’interesse a partecipare è massimo e questo ci fa ben sperare.

Bomboni Liberazione
Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa dal 1946
Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa dal 1946
Una volta il Liberazione era chiamato il “mondiale di primavera” per i dilettanti, ora il suo prestigio è tornato tale?

Forse non ancora, ma ci arriveremo. Negli ultimi anni della vecchia gestione c’era stata una flessione, anche fisiologica considerando le tantissime edizioni organizzate. Noi siamo ripartiti con nuovo spirito e basi, ad esempio ho già raccolto sponsor importanti mentre prima si viveva soprattutto di sovvenzioni pubbliche. Io dico che le credenziali ci sono tutte, ma il nostro è un “work in progress”…

Così Broccardo ci ha riconsegnato la “Pater” vincente

31.10.2021
5 min
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«Gli atleti più sensibili sono anche quelli in grado di dare di più in certi momenti. E più gli appuntamenti sono importanti e più rendono». Dario Broccardo presenta così la sua campionessa.

Con il tecnico trentino cerchiamo di capire la rinascita della Paternoster. Quanto c’è di suo? Letizia aveva detto che Dario era tra i pochissimi a non averla abbandonata. 

Dario Broccardo, per tantissimi anni è stato il tecnico della pista
Dario Broccardo, per tantissimi anni è stato il tecnico della pista

La sensibilità della Pater 

Tutto era nato dal ringraziamento pubblico che la trentina aveva fatto nei confronti del suo tecnico. Letizia si era lasciata ad un pianto a dirotto. Anche se gioiva veramente. E questo ve lo possiamo garantire.

«La sua è stata un’uscita a caldo – dice Broccardo – quel pianto liberatorio al primo giro di pista dopo il traguardo è stato la chiusura di un anno e mezzo vissuto con difficoltà. Era dal primo marzo del 2020, dal mondiale nella madison corsa con una Balsamo che andava meno di lei, che non aveva certe buone sensazioni».

«Letizia è molto sensibile. E’ emotiva e come tutti gli atleti vincenti che ho avuto e che lo sono, ho capito che riescono a tirare fuori il massimo in certi momenti. Proprio con questa loro sensibilità riescono ad irrorare ogni fibra del muscolo. Danno qualcosa in più degli altri. Il primo che ho avuto così è stato Giovanni Lombardi. Iniziai con lui la mia carriera da tecnico. Era uno junior ma capii subito di che pasta era fatto. Gli dissi: fra quattro anni vinciamo le Olimpiadi e così andò».

Letizia Paternoster in allenamento sulle sue strade trentine
Letizia Paternoster in allenamento sulle sue strade trentine

Da un trentino all’altra

La storia fra Broccardo e Paternoster inizia tre anni e mezzo fa. Dopo aver vinto tutto tra le juniores Letizia rimase senza tecnico.

«Venne a parlarmi con suo papà – racconta Broccardo – e per me questa cosa fu strana. Di solito era il contrario. Ero io che, da tecnico, “sceglievo” gli atleti. E poi avevo più da perdere che da guadagnarci: se fino adesso ha vinto tutto e con me non vince è colpa mia, diranno… Ma alla fine ci accordammo per fare una prova. Vediamo come va, ci conosciamo meglio. Con una ragazza del suo talento il preparatore deve solo non commettere grandi errori.

«Questa sensibilità è una dote che però richiede un prezzo. E si paga. Tanto più lei che è una donna e le donne sono più sensibili. Una parola sbagliata e Letizia non ci dorme la notte. Oppure fino a pochi giorni dall’appuntamento che conta non rende. Trova la fiducia solo in corsa e nel finale diventa vincente».

Ed è proprio quello che è successo alla Paternoster. Fino all’europeo non stava benissimo, ma quelle gare anche se di livello inferiore, le hanno dato fiducia. Nell’eliminazione ai campionati europei fino a che non sono rimaste in 5-6 Letizia non ci credeva così tanto. Ma da lì la sua testa ha fatto “click”. 

«Una campionessa così, una vincente, neanche ragiona in certi momenti ma si muove per istinto. A quel punto tira fuori anche quello che non ha. Oggi si misura tutto: potenza, secondi, pedalate.. Io non so cosa di preciso abbia fatto lei ai mondiali, ma si sicuro è andata oltre le sue possibilità. E ha vinto contro chi aveva più forza e più esperienza. Come quando in caso di guerra, col fucile puntato riesci a scavalcare un muro alto che in una situazione di normalità sarebbe impensabile».

Letizia sul podio di Roubaix con la maglia iridata nell’eliminazione
Letizia sul podio di Roubaix con la maglia iridata nell’eliminazione

Il lavoro in palestra

Tanto lavoro di testa quindi. Un aspetto che Broccardo sottolinea più volte durante la nostra chiacchierata. E’ questo che fa la vera differenza tra certi bravi campioni e i veri talenti. E la sensibilità, come abbiamo visto, ha il suo bel peso. Ma l’ex tecnico della pista ha lavorato anche sulla parte atletica.

«Letizia in questo anno e mezzo – spiega Broccardo – a volte è anche andata benino. Si era ripresa, ma poi ecco la “botta” successiva. La clavicola, la tendinite, il covid, le costole… di fatto come usciva dal tunnel trovava dei tornanti. 

«Per le Olimpiadi era tornata a buoni livelli, ma anche le altre erano cresciute. Lei mi chiedeva come sarebbe andata. Io le dicevo che queste Olimpiadi ormai erano andate, ma erano comunque importanti per fare esperienza. Posto poi che nell’omnium proprio per quel che abbiamo detto sarebbe andata bene, avrebbe reso più dei suoi normali valori. Ma Salvoldi conosceva i valori delle altre ragazze e giustamente ha fatto le sue scelte. Però per il mondiale Letizia stava bene.

«Le mancava la potenza esplosiva. Non abbiamo potuto lavorarci con le costole incrinate. E così ha lavorato di più in palestra in modo statico. Non ha fatto partenze da ferma. E non era la stessa cosa. Poi in corsa è stata bravissima.

«Da fuori sembra che rischi tanto, in realtà lei si volta due, tre volte a giro e ha sempre tutto sotto controllo. Me ne rendo conto quando ci parlo dopo la gara e la rivedo. Ecco, qui hai rischiato, le dico. E lei: no, no… avevo visto che ero in quel punto. E questo le consente di non sprecare energie o di fare come le altre che cercano solo di mettere la ruota posteriore più avanti. L’unico atleta più bravo di lei in assoluto è dell’altro sesso ed è Elia Viviani».

La “Pater” in azione. Secondo Broccardo è sempre super attenta alla sua posizione e a quella delle avversarie
La “Pater” in azione. Secondo Broccardo è sempre super attenta alla sua posizione e a quella delle avversarie

Le parole giuste

Broccardo parla poi di un grande amore per la pista da parte della Paternoster. Certamente farà qualcosa di più su strada, specialmente nella prima parte della stagione 2022, ma certo se le si chiedesse cosa preferisce, Broccardo non ha dubbi. «La pista. Lei già pensa a Parigi».

E alla fine chiediamo al tecnico quali parole abbia usato per rilanciare Letizia. Visto che contano così tanto con una ragazza tanto sensibile.

«Certe cose non si dicono. Anche perché cambiano in continuazione. E’ un dialogo costante, posso dire però che la cosa più frequente che mi chiedeva era: tornerò quella di prima?». A quanto pare proprio sì, cara Letizia. Broccardo ha proprio trovato le parole giuste!