Tokyo, la strada è in salita. Occhi su “Longo” e “Pater”

20.05.2021
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La strada verso Tokyo è tutta in salita. Se ne è accorto Dino Salvoldi, alle prese con l’individuare il modo migliore per allenare e poi selezionare le ragazze della strada e della pista. Le prove di Nations Cup previste a Hong Kong e Cali sono state annullate e di fatto le pistard arriveranno gli europei senza un solo confronto internazionale. La gara di Gand ad aprile ha avuto infatti una partecipazione ridotta, come pure gli europei di Plovdiv dello scorso anno. Di fatto l’ultimo vero confronto internazionale furono i mondiali di Berlino nella primavera del 2020. Nel frattempo, il mondo ha cambiato faccia.

«Ci siamo ritrovati a vivere in pianta stabile a Montichiari – ammette Salvoldi – con la difficoltà però di averle tutte insieme. Dal 23 maggio al primo giugno saremo in ritiro a Livigno, con alcune ragazze che staranno di più, come Letizia (Paternoster, ndr) che a inizio stagione non ha fatto l’altura sull’Etna. Poi torneremo a Montichiari quindi a Minsk per gli europei (23-27 giugno), unica gara prima delle Olimpiadi. Nel frattempo, il 18 e il 20 giugno ci saranno il tricolore crono a Mordano e strada forse in Puglia. Attività più spezzettata non si sarebbe potuto immaginarla».

Letizia Paternoster sta scalando faticosamente la salita della forma: il cittì azzurro la aspetta
Letizia Paternoster sta scalando faticosamente la salita della forma
L’europeo a queste condizioni passa dall’essere un obiettivo a punto di passaggio?

Purtroppo sì, anche se dovremo andare con un buon livello. Le certezze che speravo di avere, come ad esempio il livello di Letizia, saranno da confermare. La selezione si può fare anche osservandole in allenamento, ma comunque Minsk è un passaggio importante.

Strano arrivare così alle Olimpiadi, non trovi?

Sarà l’Olimpiade delle mille sorprese, senza riferimenti. Di Australia e Nuova Zelanda non sappiamo nulla da mesi, si sono rinchiuse in casa loro e le scopriremo a Tokyo.

Nel frattempo, l’unica attività vera si è svolta su strada.

Alcune ragazze hanno corso tanto, altre troppo poco e a questo punto sarebbe ottimo averle a Montichiari come una squadra vera e propria, come fanno le nostre avversarie. Gli accordi di partenza con i team erano per il meglio, poi ci sono state alcune variabili imprevedibili, come la corsa in più per sostituire la compagna malata e cose del genere che possono succedere.

Quando dovrai dare i nomi per Tokyo?

Il 5 luglio, senza poter aspettare di vedere come andranno al Giro, che a questo punto dovrebbe servire a quelle che avrò indicato per perfezionare la preparazione. Lo schema era farsi vedere bene ad aprile. Tutte le squadre sono messe maluccio. Le olandesi invece potrebbero riempire da sole il podio di Tokyo.

Il quartetto azzurro che aspetta Paternoster: Balsamo, Guazzini, Alzini, Consonni, a gennaio in Sicilia
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Ganna correrà teoricamente pista e crono, voi cosa farete?

Avremo un solo posto per la crono. Se avessimo una ragazza che dà garanzia di piazzamento, potremmo portarla e poi chiederle di fare la strada, ma ad ora questo nome non c’è. Per cui potremmo immaginare che la crono la farà Elisa Longo Borghini.

Su strada immagini una squadra al suo servizio, visti i risultati di quest’anno?

L’idea di partenza era di avere certamente lei e poi una ragazza con le qualità della Bastianelli che ci avrebbe permesso di avere un’altra opzione tattica. Sarà una corsa con 60 partenti e squadre di 4, servirà avere delle forti individualità. Se non succederà qualcosa di più incoraggiante, sarà l’Italia di Elisa. Per cui potrà certamente contare sulle compagne, ma dovrà essere anche in grado di cavarsela da sola, come fece a Rio.

Elisa Balsamo non è andata male su strada ed è anche veloce…

Infatti è il nome che stavo per fare e che sto valutando, fermo restando che Elisa è un elemento chiave per la pista. Il circuito di Tokyo forse ha troppa salita, è più duro del Trofeo Binda

Hai parlato della condizione di Elisa Paternoster.

Fino a 15 giorni fa ero preoccupato, ma nell’ultima settimana l’ho vista crescere e recuperare sempre meglio gli sforzi. Saranno determinanti i prossimi giorni in quota e i 10 successivi che farà da sola per capire le prospettive. Di sicuro, lei la aspetterò fino all’ultimo.

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A Minsk avremo un quartetto di prova o il quartetto olimpico?

L’idea è di andare con il quartetto per Tokyo. Posso iscriverne 6, per eventuali variazioni, ma in questo momento ho 9 nomi fra cui scegliere. Se bastassero i tempi, sarebbe più semplice. Ci sarà da far capire il perché delle scelte e di sicuro qualche accidente mi arriverà.

Rachele Barbieri senza squadra, correndo da sola, continua a vincere.

Va forte anche in gara, non è un leone da allenamento. Nel far capire un domani ci sarà da tenere conto di tutto. E poi per la composizione dei quartetti cozzano varie filosofie. La prima vorrebbe i migliori quattro inseguitori, che però per me è una sciocchezza. Poi c’è chi vuole due atleti veloci e due resistenti. In realtà dipenderà dal tipo di prestazione che avremo in mente e dalla posizione dei singoli atleti nei vari ruoli. Una volta partiti, ne avremo 5 perché una sarà riserva e non potrà essere utilizzata. L’atleta di un quartetto che va alle Olimpiadi deve saper correre in ogni ruolo. Capito perché sarebbe stato meglio avere qualche gara in più?