La Mendelspeck ed Elena. Papà Pirrone ci dice la sua

08.07.2023
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Come nel 2022, ma con un anno in più di esperienza, il Team Mendelspeck si trova a suo agio all’interno del Giro Donne. Mancano le due tappe in Sardegna dove l’anno scorso le ragazze della squadra altoatesina si erano fatta conoscere andando subito in fuga.

Il ciclismo femminile in gare come il Giro mette a confronto realtà distanti, molto di più di quanto succeda nel maschile. Non è facile per un team continental confrontarsi in una corsa dove dall’altra parte ci sono i team WorldTour e le continental più ricche che hanno i requisiti per il salto di categoria. La Mendelspeck compensa il divario economico con una buona organizzazione di squadra. Ne abbiamo parlato con il team manager Renato Pirrone e la nostra chiacchierata non poteva non finire a parlare anche di sua figlia Elena, in evidente fase di ripresa.

Attualmente al Giro Donne il Team Mendelspeck è secondo nella classifica dei team continental e primo italiano
Attualmente al Giro Donne il Team Mendelspeck è secondo nella classifica dei team continental e primo italiano
Renato rispetto all’anno scorso noti differenze?

Nel 2022 eravamo all’esordio nel circuito UCI. Era il nostro primo Giro ed era una sorpresa, una novità anche per le ragazze. Quest’anno siamo partiti con quella maturità in più nel bagaglio e siamo in linea con i risultati di un anno fa. Al momento abbiamo tutte e sette le atlete in corsa. Abbiamo Francesca Tommasi che si sta difendendo bene col gruppo di testa. Nelle ultime tappe è arrivata abbastanza davanti ed un buonissimo risultato per una ragazza che fino a pochi mesi fa era una mezzofondista dell’Esercito con tempi molto validi.

Non è una cosa da poco essere ancora al completo in un Giro Donne come questo.

No, anzi, sono molto contento. Anche le altre ragazze si stanno ben comportando. Pensate, nella classifica a squadre siamo il secondo team continental dietro alla AG Insurance-Soudal QuickStep, che ha una struttura quasi da WT, e primo team italiano. E’ una bella soddisfazione per noi della Mendelspeck. Siamo qua per farci vedere nelle tappe anche se sono un po’ impegnative. Lo abbiamo fatto nella tappa di Marradi che era la più accessibile ma è difficile mettersi in evidenza perché il livello è alto e si parte forte da subito. Speriamo nelle tappe sarde di fare bene.

Pozzobon in fuga nella tappa di Marradi. Per il Team Mendelspeck un buon modo per avere visibilità
Pozzobon in fuga nella tappa di Marradi. Per il Team Mendelspeck un buon modo per avere visibilità
In generale come sta andando la stagione?

Sta andando decisamente meglio. Siamo riusciti ad avere qualche invito in più. Il calendario WT si è allargato tanto, di conseguenza nella gare minori c’è un po’ più spazio per le formazioni continental come le nostre. Siamo stati a correre in Croazia, in Belgio, in Repubblica Ceca e in Francia. Ripeto, per un team come il nostro significa tanto. C’è un lato negativo però…

Quale?

Ovvero che i costi di tutto ciò si sono incrementati. Ovviamente con queste trasferte il budget ne risente ma noi stiamo già lavorando per l’anno prossimo per dare continuità al nostro lavoro, magari cercando di migliorare un’annata come questa. Sto guardando la fattibilità finanziaria. Aspetto la fine del Giro Donne e ci metteremo al tavolo con i nostri sponsor. Loro ci seguono tanto e non ci danno alcun tipo di pressione. Ci stanno aiutando a crescere con calma.

Il Team Mendelspeck è piccolo, ma ben organizzato. Al Giro Donne si è presentato con cinque mezzi
Il Team Mendelspeck è piccolo, ma ben organizzato. Al Giro Donne si è presentato con cinque mezzi
La Mendelspeck ha mai pensato di poter diventare una squadra Devo Team nei prossimi anni?

La strada migliore da seguire sarebbe quella, diventare una società satellite di qualche squadra estera, pur mantenendo un po’ di autonomia gestionale. Avere il supporto di formazioni più attrezzate come le WT, con accordi scritti, potrebbe essere un buon modo di proseguire a lavorare. Perché non dimentichiamoci che noi come obiettivo abbiamo quello di far crescere le giovani preparandole ad un salto maggiore. Oppure rilanciare quelle atlete che arrivano da stagioni difficili. Dico la verità che sto sondando a molto largo raggio ma senza aver parlato con nessuno in particolare. Magari qualcuno legge questo articolo e si possono aprire dei discorsi. Chissà (sorride, ndr).

Nel frattempo vi dovreste preparare a questa evenienza.

Sì certo. Attualmente noi dobbiamo migliorare diversi aspetti. La parte in lingua inglese, ad esempio, per eventuali arrivi di straniere. Poi anche la parte logistica. Al momento abbiamo tutte ragazze che abitano vicino alla nostra sede, però è anche vero che siamo in una zona turistica dove i costi degli affitti sono elevatissimi. Pertanto chi ha appartamenti li affitta a settimana che guadagna molto di più rispetto a contratti annuali. Stiamo pensando a trovare una soluzione anche in quel senso.

Francesca Tommasi viene dal mezzofondo. Per lei buonissimi piazzamenti nelle tappe dure al Giro Donne (Zollo Photo)
Francesca Tommasi viene dal mezzofondo. Per lei buonissimi piazzamenti nelle tappe dure al Giro Donne (Zollo Photo)
Al Giro Donne c’è in gara anche Elena, reduce da bei risultati. Che impressioni hai?

Ho letto la vostra intervista a lei. Sta tornando sui livelli che aveva da junior. Per la verità già nelle prime due annate da elite aveva fatto bei piazzamenti, fra cui spicca un buon quarto posto alla Freccia del Brabante nel 2019. Senza dimenticare due bronzi europei a crono nel 2019 e nel 2021. Purtroppo tra problemi fisici e sfortuna ha passato un periodo altalenante, accentuato dalla stagione del covid. Quest’anno i primi segnali della “vecchia” Elena li ho visti al Navarra Women’s Elite Classic. Sesto posto finale dopo quasi cento chilometri di fuga. Poi ha confermato di stare bene al Tour de Suisse e ai campionati italiani, specie nella prova in linea. Come lei anche sue vecchie compagne…

A chi ti riferisci?

A Vigilia e Paternoster. Sono tutte ragazze del ’99 e tutte della stessa regione. Hanno trovato tutte e tre un rilancio. La loro annata purtroppo è caduta dentro quel periodo di formazione proprio nel 2020 col covid. Questo le ha rallentate, credo che tutte e tre abbiano vissuto gli stessi problemi. Ma adesso mi fa piacere che stiano dando bei segnali.

Elena Pirrone “avversaria” di papà Renato. La classe ’99 ha ritrovato condizione e morale
Elena Pirrone “avversaria” di papà Renato. La classe ’99 ha ritrovato condizione e morale
Papà Renato Pirrone cosa si aspetta dalla figlia Elena?

Ha corso tanto in primavera e credo che dopo il Giro si prenderà un periodo di riposo. Naturalmente mi piacerebbe arrivasse una vittoria, perché penso che ora sia alla sua portata. Adesso è in una formazione (la Israel Premier Tech Roland, ndr) dove ha abbastanza spazio, spererei che avesse continuità nelle prestazioni. Nella seconda parte di stagione lei va sempre meglio. Vediamo in questo periodo lontana dalle gare come tiene la condizione e come tornerà in corsa. Ha tanti obiettivi, tra cui la nazionale. Il discorso è aperto per la cronometro mondiale ma magari potrebbe tornare comodo anche per la prova in linea. All’italiano ha dimostrato di sapere restare tanto tempo all’aria e poi lavorare ancora per la Cavalli, che era la sua capitana. Vedere quelle immagini mi viene in mente l’Elena del passato, quella che conosco io. L’importante che lei abbia ritrovato anche il morale, che sappiamo che fa tanto in una atleta.

E tre! Anche al Giro Donne si celebra e si brinda con Astoria

07.07.2023
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Astoria Wines è sponsor e fornitore ufficiale del Giro Donne. Dopo il Giro d’Italia ed il Giro d’Italia Next Gen, conclusosi a Trieste appena qualche settimana fa, la casa vitivinicola trevigiana è presente ed assoluta protagonista sul palco della più importante corsa a tappe femminile del nostro paese. Un vero e proprio “en plein” quello realizzato nel 2023, a conferma di quanto Astoria sia vicina al mondo del ciclismo e quanto lo stesso mondo del ciclismo sia importante e strategico per la propria promozione.

Dopo il Giro d’Italia maschile, dove a trionfare è stato Primoz Roglic, e il Giro Next Gen, dedicato ai giovani talenti del panorama ciclistico mondiale, è giunto il tempo di Giro Donne: la manifestazione a tappe in programma proprio in questi giorni, con epilogo fissato per domenica 9 luglio in Sardegna. E come appena anticipato, Astoria si ripropone sul podio anche di questa manifestazione: un appuntamento che rappresenta una delle gare “clou” del calendario ciclistico femminile internazionale. Una ulteriore conferma di quanto il marchio trevigiano, conosciuto in tutto il mondo per il proprio Prosecco, sia oramai riconosciuto ed accreditato ovunque anche come il marchio per eccellenza legato alle premiazioni del grande ciclismo. 

Per il Giro Donne è stata realizzata una bottiglia speciale, turchese
Per il Giro Donne è stata realizzata una bottiglia speciale, turchese

Una bottiglia speciale

E la ricetta, anche per il Giro Donne, è quella super consolidata: si brinda Astoria con la vincitrice di tappa, con la leader della generale, e con tutte le protagoniste delle classifiche generali individuali e a squadre. E a far bella mostra di sè sul podio è come sempre l’inconfondibile bottiglia intagliata di Astoria, quest’anno e per questa edizione del Giro Donne presentata in una speciale livrea turchese per far riprendere ed esaltare i colori ufficiali dell’evento. Astoria accompagna ogni giorno la carovana rosa lungo i complessivi 930 chilometri del percorso, divisi nelle 9 tappe del Giro Donne: da Chianciano Terme fino ad Olbia in Sardegna. Con un grande brindisi sul podio per celebrare ogni singolo giorno di manifestazione!

Staune-Mittet e compagni hanno celebrato la vittoria al Giro Next Gen con Astoria
Staune-Mittet e compagni hanno celebrato la vittoria al Giro Next Gen con Astoria

Parla Polegato

«Siamo molto, molto felici – ha dichiarato Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria Wines – di poter continuare a sostenere il Giro Donne e di verificare come, anno dopo anno, prepotentemente cresca l’entusiasmo per questa bellissima manifestazione. Una gara di grande spessore, forte anche della presenza di ben 24 team internazionali al via e del prestigio assoluto di molte atlete che vi partecipano, a cominciare dalla campionessa uscente, la fuoriclasse olandese Annemiek Van Vleuten. Inoltre, la gara si concluderà in Sardegna, una regione in cui Astoria è da sempre e storicamente molto presente commercialmente. Allo scorso Vinitaly di Verona, presso il nostro stand, abbiamo avuto il piacere di ospitare una madrina d’eccezione come Marta Cavalli: lei ed Elisa Longo Borghini sono senza dubbio le più importanti rappresentanti di un movimento ciclistico femminile italiano che mai come in questi anni gode di ottima salute».

La qualità di Astoria è il suo principale marchio di fabbrica
La qualità di Astoria è il suo principale marchio di fabbrica
Cosa significa per un brand come Astoria essere “sul podio” delle tre più importanti corse a tappe italiane con la qualifica di sponsor e fornitore ufficiale?

«Significa tantissimo. E’ in sintesi il coronamento di tutti i nostri sforzi e di tutte le nostre attività, sia commerciali che di marketing, finalizzate a risaltare la nostra presenza e la nostra promozione associata al mondo del ciclismo. Un percorso che ha preso il via ben dodici anni fa e che da qual giorno non ha mai smesso di crescere. Il risultato? Grande positività verso il nostro marchio, acquisizione di nuova clientela, consolidamento di quella in essere, ed un posizionamento tra quelli che difiniamo wine-lovers davvero molto, molto interessante…».

Perché avete scelto di affiancarvi a delle corse a tappe?

«Semplice. Con il Giro d’Italia in primis, ma anche con il Next Gen e con il Giro Donne, effettuiamo mesi e mesi prima una specifica programmazione sui tracciati di gara andando ad individuare, con i nostri collaboratori, tutte le opportunità che si possono cogliere in chiave commerciale. Un lavoro che per noi diventa ancora più interessante e strategico quando ad esempio il Giro d’Italia parte dall’estero, come è stato in Ungheria l’anno scorso, oppure quando sono previsti sconfinamenti, come quest’anno in Svizzera in occasione della tappa con arrivo a Crans Montana. Astoria è presente in tantissime nazioni all’estero e queste occasioni sono per noi davvero molto ghiotte per ulteriormente migliorare la nostra posizione commerciale».

Filippo Polegato, Amministratore Delegato Astoria Vini
Filippo Polegato, Amministratore Delegato Astoria Vini
Non solo Italia e Grandi Giri italiani. Astoria è stata anche Vuelta ed “è” Giro di Polonia…

Esattamente. Proprio legandomi a quanto appena detto, i mercati esteri sono per noi estremamente importanti. Così abbiamo deciso di affiancare sia la Vuelta, nelle stagioni 2020 e 2021, quanto il Tour de Pologne: una collaborazione quest’ultima con la famiglia Lang che viaggia spedita e che si rinnoverà anche con l’edizione 2023 in programma ad agosto.

Astoria

Giro Donne, Van Vleuten cannibale e Realini da podio

06.07.2023
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ALASSIO – C’è solo un sostantivo che ci viene in mente per Annemiek Van Vleuten: cannibale. Nella settima tappa del Giro Donne la maglia rosa non lascia nulla a nessuna ed in cima al santuario della Madonna della Guardia di Alassio trionfa nuovamente in solitaria ottenendo il terzo successo parziale nella corsa. Dietro di lei ad una manciata di secondi arrivano Labous e Realini che ora la seguono nell’ordine anche nella generale (rispettivamente a 3’56” e 4’25”).

Alla presentazione della corsa, la frazione savonese era stata indicata come la più insidiosa nonché ultima occasione per giocarsi l’all-in per la classifica. Tutto o niente come era successo nel 2016 quando, in una tappa praticamente identica vinta da Evelyn Stevens, Megan Guarnier riuscì a spodestare Mara Abbott ed ipotecare quella edizione della corsa rosa. E le aspettative non sono state tradite anche se stavolta è capitato a metà o quanto meno per le posizioni alle spalle di Van Vleuten. Ewers, seconda al mattino, è andata in crisi sulle ultime due ascese ed è scivolata di due posti. Uguale per Mavi Garcia, mentre Magnaldi, zitta zitta, entra nella top five con pieno merito.

Gaia sul podio

Realini quando taglia il traguardo è letteralmente sfinita. Scende dalla bici sorretta dalla massaggiatrice della Lidl-Trek che la fa sedere per terra per farle riprendere fiato. Le versa addosso una bottiglietta d’acqua fredda che evapora sul suo motore ancora caldo. Gaia non ha fatto un fuori giri, ma sul santuario di Alassio la sua cilindrata è andata ad alti regimi. Pochi minuti e sotto il podio Realini è un’altra persona. Sorridente e speranzosa perché attende la conferma di essere terza nella generale. Non appena lo apprende diventa anche più chiacchierona di quello che lei è di solito con le interviste.

«Oggi l’obiettivo – racconta Gaia sembrando anche più leggera moralmente – era quello di entrare nella top 3 e lo abbiamo portato a termine, quindi sono felicissima. Nella riunione pre-gara di stamattina avevamo detto che questa era la tappa dove si poteva fare la differenza e mettere più minuti possibili in classifica. Ce l’ho messa tutta fino alla fine ed è stata davvero dura. Tutte noi atlete abbiamo sette tappe nelle gambe che si fanno sentire. Ci riposiamo per un giorno con un po’ di relax psico-fisico ma restando comunque super concentrate sulle ultime due tappe perché in Sardegna dovremo restare con gli occhi bene aperti».

«Nella penultima salita – prosegue la classe 2001 che è anche maglia bianca del Giro Donne – Van Vleuten ha fatto il passo. Labous ed io abbiamo stretto i denti per tenerla scollinando con lei. All’ultimo chilometro noi eravamo a tutta. Nella mia testa pensavo a resistere per allungare il più possibile su Ewers. Van Vleuten ha avuto quelle forze in più per staccarci e darci quei secondi di distacco all’arrivo. Ma va bene così, sono super contenta. Adesso mi godo il giorno di riposo».

Per Elisa

Realini quest’anno ha trovato subito feeling con le sue compagne, specialmente con Longo Borghini. E‘ come se la campionessa italiana avesse preso Gaia sotto la sua ala protettrice per insegnarle a spiccare il volo da sola. Dopo il ritiro forzato di Longo Borghini, c’era curiosità di vedere Realini come si sarebbe comportata in corsa senza la sua capitana. Eccoci accontentati.

«Il giorno in cui è caduta Elisa – spiega Gaia, che in stagione ha già fatto terza alla Vuelta nella generale con una tappa – avevo avvertito subito l’ammiraglia. Come vi ho detto due giorni fa, mi ero molto preoccupata. Alla sera quando è tornata in hotel e ci hanno detto che non sarebbe ripartita, l’ho presa un po’ male. Moralmente per me è stato un brutto colpo. Per me lei è un punto di riferimento in tutto. Tuttavia Elisa mi ha tranquillizzata dicendomi che avrei potuto giocarmi le mie carte al meglio. Anzi lei mi ha incitato a credere che il podio era alla mia portata. Ho creduto fino in fondo alle parole di Elisa e oggi questo podio di tappa e della generale li dedico a lei».

Realini chiude terza a 20″ da Van Vleuten ed ora è terza anche nella generale
Realini chiude terza a 20″ da Van Vleuten ed ora è terza anche nella generale

La cannibale

La voracità agonistica di Van Vleuten divide la platea. Vincere ogni volta che si presenta l’occasione oppure lasciare qualcosa anche alle altre? La risposta esatta non ci sarai mai, forse bisogna contestualizzare sempre ogni circostanza. Di sicuro possiamo dire che dietro al sorriso che ha nelle vittorie e davanti al microfono c’è un carattere deciso come mostra nel post-cerimoniale. Diciamo che l’ordine del protocollo tra antidoping e interviste lo stabilisce lei con buona pace (ed attesa) di chi vuole farle due domande rapide nella mixed zone. Aspettano anche gli inviati del canale dell’UCI e non c’è tanto da fare, soprattutto se nel frattempo ha iniziato a piovere con vigore.

«Abbiamo corso come squadra – dice Van Vleuten sul suo successo – e anche oggi siamo state perfette nel difendere la maglia. E’ stato fatto un grande lavoro. Nel finale di oggi si è creata una situazione favorevole. Labous e Realini stavano lottando per il podio della generale e per me è stato perfetto per attaccare ancora. Non avevo programmato di farlo perché non pensavo di trovarmi così nel finale. Le mie compagne si sono messe a tirare per chiudere e abbiamo pensato a Lippert per fare la corsa. Poi siamo rimaste davanti in un gruppetto, allora a quel punto ho pensato a vincere. Ieri sera quando siamo arrivati abbiamo fatto una ricognizione e avevo visto che per salire c’era una bellissima vista. Mi sono goduta il panorama e oggi sono veramente contenta di avere vinto quassù».

Van Vleuten attacca salendo verso la Madonna della Guardia di Alassio. Niente da fare per Labous e Realini
Van Vleuten attacca salendo verso la Madonna della Guardia di Alassio. Niente da fare per Labous e Realini

«Non penso di essere una cannibale – ci confida Van Vleuten con grande spontaneità – sono solo un’atleta che si allena tanto per tante ore e per tanti chilometri. Posso dirvi che la mia voglia di vincere nasce dalle motivazioni. Ottenere il meglio da me stessa e questo mi rende felice. Inoltre vincere rende felici anche la mia squadra e le mie compagne, che fanno sempre un gran lavoro. Credo che sia un giusto riconoscimento che voglio dare ogni volta a loro. A Ceres ad esempio ho spinto al massimo fino sul traguardo ma non sono riuscita ad andare a riprendere Niedermaier. Capita a volte di dare tutto e non vincere. In ogni caso spesso la miglior tattica è quella di attaccare per mettersi al sicuro da eventuali rischi. Posso aggiungere che vincere in Italia mi piace molto e mi dà sempre una grande emozione. Ma non chiamatemi cannibale».

Van Vleuten prende e va. Paladin: «Al Tour sarà diverso»

05.07.2023
5 min
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CANELLI – E’ bastato poco ad Annemiek Van Vleuten per salutare la compagnia e viaggiare spedita verso il traguardo della sesta tappa del Giro Donne. Una frazione che al mattino, nel paddock dei bus, prevedevano in egual misura adatta all’arrivo per velociste o di una fuga. Invece no, la maglia rosa prende e va via quando mancano 15 chilometri alla fine. E per lei è la quindicesima vittoria al Giro Donne.

Sul Gpm di Calosso, penultimo di giornata, l’olandese della Movistar non è nemmeno scattata. Ha imposto subito un ritmo insostenibile per le altre, che hanno iniziato a ragionare per il secondo posto. La piazza d’onore è andata a Wiebes (davanti a Lippert) che conferma una grande crescita sulle tappe mosse e con arrivi su strappi secchi di un chilometro come quello di Canelli. La campionessa europea della SD Worx, che domani non ripartirà per preparare il Tour Femmes, sarà l’avversaria da battere al mondiale di Glasgow ed il cittì Sangalli continua a prendere appunti. Nella generale a più di 3 minuti da Van Vleuten, scala di una posizione Ewers per effetto della drammatica caduta occorsa a Niedermaier (forte trauma facciale e ritiro) mentre terza ora c’è Labous del Team DSM-Firmenich.

Soraya davanti

Le colline dei vigneti che circondano Canelli sono validi banchi di prova per capire la propria condizione. Dalla pianura astigiana la strada si inerpica in modo tortuoso e ripido. Ci si può provare in salita o in discesa. La linea d’arrivo posta accanto al ristorante “Civico 15” non mente. Per arrivarci devi avere la gamba giusta. E la signora Giusy vede sfilare il meglio del ciclismo femminile davanti al suo locale. Fra queste c’è Soraya Paladin, quarta e autrice di una bella prestazione.

«E’ stata una tappa per noi abbastanza sfortunata – racconta Paladin dopo aver recuperato dallo sforzo – siamo partite con Antonia (Niedermaier, ndr) che era seconda in classifica e maglia bianca, ma purtroppo è caduta. Non sono bene cosa sia successo, lo abbiamo sentito alla radio e ci hanno detto che non sarebbe più rientrata. So solo che è in ospedale. Ci dispiace molto perché stava andando veramente forte. La nostra idea era quindi quella di difendere la generale. Se lo meritava Antonia».

Paladin sta dimostrando di crescere. Il bel quarto posto a Canelli lo certifica
Paladin sta dimostrando di crescere. Il bel quarto posto a Canelli lo certifica

«Dopo la caduta – prosegue la vicentina della Canyon Sram – sono cambiati un po’ i piani e mi hanno lasciato carta bianca. In salita c’era il Team DSM che faceva un bel ritmo per Labous che infatti ha attaccato sul primo Gpm (Castino, ndr). Lì siamo rimaste in poche ma nulla di fatto. Poi ha attaccato Van Vleuten sulla salita di Calosso. Ho provato a tenerla, ma andava veramente troppo forte per me. Sono rimasta nel gruppetto dietro e speravo che non ci riprendessero perché sapevo di potermela giocare con Lippert in un arrivo come quello di oggi. Invece è rientrata Wiebes. Chloe (Dygert, ndr) mi ha guidata fino ai piedi della salita in una buona posizione. Lo sprint è partito abbastanza presto e lo abbiamo fatto a tutta fino alla fine. Dispiace per il quarto posto perché rende la giornata ancora più amara».

Il Giro non è finito

Van Vleuten anche a Canelli ha messo un altro mattoncino per la conquista del suo quarto Giro Donne, ma ci sono ancora tre tappe che non bisogna sottovalutare. Paladin analizza la corsa rosa per sé e per la sua squadra in funzione dei prossimi appuntamenti. All’orizzonte ci sono Tour e mondiale in cui la trevigiana di Cimadolmo vuole continuare ad essere protagonista.

«Ovvio che Van Vleuten – spiega Soraya – non voglia prendere rischi. Al Giro c’è sempre un imprevisto, sia per cadute che per problemi meccanici ed altro. Può sempre succedere di tutto. Fino all’ultimo giorno e finché non si taglia la linea del traguardo di Olbia non si può dire che sia chiuso. Ovviamente sta dimostrando di andare forte, però ci sono ancora tante altre squadre che hanno i numeri e ci proveranno di sicuro. Noi volevamo farlo oggi, ma abbiamo avuto sfortuna.

Van Vleuten festeggia. Il suo quarto Giro Donne è sempre più vicino
Van Vleuten festeggia. Il suo quarto Giro Donne è sempre più vicino

«Punteremo alle tappe – prosegue Paladin – ci sono ancora un po’ di occasioni buone per noi della Canyon-Sram. L’arrivo alla Madonna della Guardia di Alassio è forse un po’ troppo duro per me, ma le due frazioni in Sardegna mi si addicono. Quella di domani dicono che sia quella più dura o comunque più temuta però la gara la fanno i corridori. Anche oggi a Canelli sembrava una tappa per arrivare in volata o per passiste veloci. Invece quando si mettono a fare forte qualsiasi salita, tutte soffrono».

Tour e mondiale

«Farò il Tour Femmes – conclude Paladin con grande lucidità – in supporto a Niewiadoma che curerà la generale. Qui sto prendendo dei riferimenti su Van Vleuten da riportare sul Tour anche se sarà completamente diverso. Abbiamo fatto le ricognizioni. Le tappe sono lunghe e dure. Farà caldo. Intanto pensiamo a finire il Giro Donne poi penseremo alla Francia.

«Mi sono preparata bene a Livigno. La mia condizione è in crescendo. Qui al Giro Donne mi sto sentendo bene ogni giorno che passa. Il cittì Sangalli mi lascia tranquilla, facendomi pensare alle tappe. E’ giusto che io adesso resti concentrata sul Giro poi per i mondiali se ne parlerà più avanti. Ci sono tante italiane che stanno andando forte. Penso proprio che chi se lo merita sarà convocata».

Succede tutto. Longo cade, Van Vleuten ipoteca il Giro

04.07.2023
6 min
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CERES – Il momento chiave nell’economia del Giro Donne avviene quando mancano circa sette chilometri alla fine della quinta tappa, quella considerata regina e che supera le attese della vigilia. Si scende da Sant’Ignazio, l’ultimo Gpm di giornata, verso Pessinetto. Prima di un tornante stretto a destra c’è una curva veloce che va verso sinistra. Sono quelle che possono fare la differenza nel bene o nel male. E’ lì che si costruisce la forte ipoteca della maglia rosa sulla generale.

Van Vleuten e Longo Borghini inseguono Niedermaier. Prima l’olandese e poi l’italiana sbagliano l’entrata in curva e cadono a distanza di pochissimi secondi l’una dall’altra ma con esiti diametralmente opposti. La leader del Giro Donne tira dritto nel prato e riparte subito. La campionessa italiana della Lidl-Trek scoda e vola oltre un cumulo di terra e sassi in mezzo alle piante facendo vivere un grosso spavento a tutti finché non ricompare. Sul traguardo di Ceres si avverte il pathos tipico delle tappe che mantengono alta l’attenzione di chi la segue. Alla fine vince Niedermaier che resiste al violento assalto di Van Vleuten mentre Fisher-Black completa il podio parziale.

La giovane Antonia

La ventenne Niedermaier trova il successo più importante della carriera in Italia dove nel 2021 a Trento da junior aveva colto l’argento europeo a cronometro. Ora è seconda a 2’07” da Van Vleuten, indossa la maglia bianca di miglior giovane e per lei è lecito pensare a difendere il piazzamento da Ewers (terza a 2’18”) e tutte le altre.

«Oggi ho sfruttato l’occasione – racconta la tedesca della Canyon Sram con un grande sorriso – per attaccare considerando che le big si stavano studiando. Ho scollinato con 15” di vantaggio e in discesa ho solo pensato a mantenere quel margine. Sentivo di avere buone gambe, soprattutto negli ultimi cinque chilometri ma onestamente devo dire che l’ultimo chilometro (tutto in salita, ndr) sembrava ne durasse dieci. Solo quando ho passato la linea ho realizzato quello che avevo appena fatto».

«Naturalmente il mio obiettivo è stare nelle posizioni alte della generale, cercando di portare a casa la maglia bianca. Vedremo quello che succederà nei prossimi giorni».

Minuti e cadute

Dietro Niedermaier, le atlete arrivano alla spicciolata ed il tassametro sale. I volti delle ragazze che si infilano nella strettoia dopo il traguardo tra municipio e chiesa sono scavati dalla fatica.

Alcune di loro portano i segni delle cadute. Fisher-Black ha il braccio sinistro e parte del mento abrasi da una caduta di inizio tappa. Longo Borghini invece ha la maglia tutta rovinata, sporca e maschera il dolore delle forti botte. Per lei sarà d’uopo una visita all’ospedale per accertamenti anche se apparentemente sembra voler trasmettere tranquillità a Francesca Della Bianca, medico della squadra che l’accompagna al bus, sotto gli occhi preoccupati di mamma, nipote e cittì Sangalli.

Marta Cavalli si tocca il fianco destro seppur non abbia strappato i pantaloncini. Bocche cucite, difficile strapparle qualche dichiarazione in questi momenti concitati. Ma qualcuno parla per lei.

«Marta è molto delusa per oggi – commenta Stephen Delcourt, il general manager della Fdj-Suez – più per la caduta nell’ultima discesa che altro. Il nostro piano di oggi era quello di fare un buon ritmo sulla prima salita. Dal Gpm è transitata staccata ma è rientrata sulla testa della corsa insieme ad altre atlete. Davanti c’erano Van Vleuten e Longo Borghini e Marta ha saputo tornare su di loro. Però lei adesso non è al meglio della condizione.

«Deve avere pazienza, ha bisogno di accettare che non è un robot. Step by step potrà rientrare a combattere per le classifiche generali».

Cavalli spiega a Delcourt la sua caduta. Giornata difficile per la cremonese della Fdj-Suez
Cavalli spiega a Delcourt la sua caduta. Giornata difficile per la cremonese della Fdj-Suez

«Gli obiettivi di Marta – continua Delcourt – erano e sono sia il Giro Donne che il Tour Femmes ma dopo la caduta dell’anno scorso lei ha sempre più bisogno di continuare a correre. Noi siamo davvero molto tranquilli e pazienti per il suo ritorno ad alto livello. Il suo morale è buono anche se la seconda tappa poteva dare l’impressione contraria. Adesso deve concentrarsi sul conquistare una tappa (ora è tredicesima a 6’15”, ndr). Anzi, come squadra dobbiamo proprio vincere prima che inizi il Tour».

Vista da Gaia

L’interminabile cerimoniale del Giro Donne obbliga tutti a fare i conti con l’orologio e con difficoltà logistiche. Però sotto il podio delle premiazioni c’è spazio per farsi raccontare la tappa da Realini, quinta in classifica a 3’14” e maglia azzurra di miglior italiana.

«La Van Vleuten – ci dice Gaia – ha attaccato subito sul Pian del Lupo (Cima Coppi del Giro Donne, ndr), una salita lunga e dura. Io l’ho seguita e abbiamo fatto la differenza sulle altre. Ci aspettavamo questa azione della maglia rosa. Nella riunione pre-gara ci eravamo detti di fare molta attenzione. Il resto della tappa però era vallonata e siamo state riprese finché ci siamo raggruppate in una decina. Sull’ultima salita Van Vleuten ha attaccato ancora ma stavolta è stata Elisa ad andarle dietro. Alla fine ho chiuso in sesta posizione e va bene così. La seconda tappa aveva fatto già la differenza».

«Questo Giro non era disegnato molto duro però sapevamo che Van Vleuten ad ogni tappa avrebbe tentato qualcosa. Noi ci siamo difese, lo faremo fino all’ultimo giorno e vedremo come andrà a finire».

Realini (qui col cittì Sangalli) ha dimostrato di saper tenere le ruote di Van Vleuten
Realini (qui col cittì Sangalli) ha dimostrato di saper tenere le ruote di Van Vleuten

«La mia discesa è andata bene – conclude Realini, spettatrice diretta dell’incidente a Longo Borghini – l’ho presa con le altre dietro. Avevamo un ritardo di circa 20” e siamo scese un po’ più tranquille. Invece Elisa ha avuto questa caduta. Sono passata di lì poco dopo.

«Un po’ ho preso paura perché non vedevo Elisa e in radio ho subito chiesto cosa fare ad Ina (la diesse Teutenberg, ndr). Mi ha risposto di proseguire senza preoccuparmi che ci avrebbe pensato lei. Adesso vediamo com’è messa e chiaramente spero stia bene».

“Ribellione” Longo Borghini, Van Vleuten si inchina

03.07.2023
4 min
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BORGO VAL DI TARO – «It’s a… Lidl emotion this victory». E’ la stessa Elisa Longo Borghini, giocando col nome del nuovo sponsor della sua squadra, a dare l’incipit per parlare del suo successo. E ne ha ben donde la campionessa italiana perché ormai ci ha preso davvero gusto a vincere gli sprint ristretti.

Nella quarta tappa, la più lunga del Giro Donne, le battute di giornata sono l’ex calciatrice Ewers (la prima ad accendere la miccia e già due volte seconda dietro la Longo ad Emilia e Tre Valli 2022) e la maglia rosa Van Vleuten, che guida la generale proprio sulle due rivali. A 40” chiude il grosso del gruppo regolato da Wiebes, mantenendo quasi fede alle proprie dichiarazioni della vigilia per il successo parziale.

A Borgotaro Longo Borghini batte Ewers e Van Vleuten. E’ la sua seconda vittoria in carriera al Giro Donne
A Borgotaro Longo Borghini batte Ewers e Van Vleuten. E’ la sua seconda vittoria in carriera al Giro Donne

Elisa c’è

A parte due cronosquadre vinte, quella in Val Taro per Longo Borghini è la seconda affermazione personale al Giro Donne. L’altra era stata in Puglia alla penultima frazione dell’edizione 2020 davanti a Van der Breggen. Elisa la possiamo considerare una sostanziosa parte di quel resto del mondo che combatte sempre contro le olandesi di cui facevamo riferimento ieri.

«Per oggi – spiega Longo Borghini mentre ancora sorride per la divertente battuta iniziale – ringrazio le mie compagne, il nostro staff e mando un saluto a Luca Guercilena, il nostro general manager, che è a casa. Questo successo ha un sapore particolare perché è la prima in maglia tricolore con il nuovo marchio del team. E’ stata una giornata un po’ strana. Non avevamo pianificato nulla, dovevamo solo salvare le energie per la tappa di domani e quelle successive. Invece avete visto tutti com’è finita».

Occhi aperti

Quando dopo il gran premio della montagna di Bardi è partita la Ewers in gruppo hanno aspettato di capire come evolvesse la situazione. SD Worx e Jumbo-Visma volevano tenere la fuggitiva a tiro rispettivamente per Wiebes e Vos (poi quarta e quinta). Ma quando la statunitense della EF Education Tibco SVB ha avuto più di un minuto di vantaggio ed era maglia rosa virtuale, gli scenari sono cambiati. Ed ecco la gara ha preso un’altra piega.

Van Vleuten, Longo Borghini e Ewers protagoniste nel finale. Sono nell’ordine le prime tre della generale
Van Vleuten, Longo Borghini e Ewers protagoniste nel finale. Sono nell’ordine le prime tre della generale

«Era chiaro – continua Longo Borghini che indossa anche la speciale maglia azzurra di miglior italiana in classifica – che Annemiek (Van Vleuten, ndr) non avrebbe lasciato la leadership ad Ewers. Di conseguenza mi aspettavo un attacco sull’ultimo gpm e così ha fatto. Ho guardato i suoi movimenti, ho visto che ha messo davanti la sua squadra (la Movistar, ndr) e mi sono messa alla sua ruota. E l’ho seguita.

«Nella tappa di Marradi – prosegue – non ho avuto una gran giornata ma non ho pagato un conto troppo salato come a Cesena l’anno scorso. Il Giro è estremamente aperto. Domani c’è il tappone, è un altro giorno del Giro Donne. Noi della Lidl-Trek abbiamo buone possibilità. Gaia (Realini, ndr) è una grande scalatrice ed io terrò sempre gli occhi aperti, vedendo come va giorno per giorno. Il Passo del Lupo è lontano dal traguardo, ma può certamente spaccare la corsa. Si è visto nel corso degli anni che non c’è paura di attaccare da lontano. In ogni caso onestamente ci penseremo domattina a questa tappa regina».

Alle spalle delle prime tre, Wiebes vince la volata: la campionessa d’Europa cresce a vista d’occhio
Alle spalle delle prime tre, Wiebes vince la volata: la campionessa d’Europa cresce a vista d’occhio

Lavoro ai fianchi

Seppur si siano corse tre tappe (la cronometro iniziale è stata annullata), l’impressione è che Longo Borghini stia prendendo sempre più le misure a Van Vleuten (e di conseguenza al resto delle rivali) per sferrare un colpo decisivo tra salite e discese. Ogni momento può essere quello buono. Come un pugile che lavora ai fianchi il suo avversario e cerca di stenderlo prima della quindicesima ripresa.

«La tappa di Canelli – conclude – non è da sottovalutare ma la tappa della Liguria è molto dura. Lì verrà scritta definitivamente la classifica generale. Non credo che nelle ultime due tappe in Sardegna cambierà qualcosa. Si farà tutto prima».

Volata a Wiebes e dubbio atroce: Giro già chiuso?

02.07.2023
5 min
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MODENA – Il canovaccio è sempre il solito, Olanda contro il resto del mondo. In salita vince Van Vleuten, in volata c’è Wiebes. Le prime due tappe del Giro Donne sono andate così, come da pronostico con buona pace delle altre per il momento. Già, perché la corsa è ancora lunga e tutte le loro rivali stanno già pensando a come rifarsi.

Il traguardo di Modena della seconda frazione (posizionato nell’anello di un parco) può considerarsi una delle pochissime occasioni per le velociste e la campionessa europea della SD-Worx domina su Vos e Dygert. La beniamina di casa Rachele Barbieri chiude quinta con qualche rammarico, mentre Paternoster vola a terra negli ultimi metri senza apparenti problemi.

A Modena Lorena Wiebes si conferma imbattibile in volata grazie anche al lavoro di Cecchini e Guarischi
A Modena Lorena Wiebes si conferma imbattibile in volata grazie anche al lavoro di Cecchini e Guarischi

Wiebes regna

Ottavo centro stagionale e terzo totale al Giro Donne per Lorena Wiebes che nel post-gara ci confida che grazie al suo “italian corner” (come ha ribattezzato Cecchini e Guarischi che non manca di ringraziare), sta cercando di imparare un po’ di parole e frasi base della nostra lingua.

«Abbiamo ripreso la fuga un po’ tardi – spiega Lorena – ma avevo piena fiducia nel mio treno. Elena e Barbara mi hanno guidato perfettamente. Barbara mi ha lasciato dietro la curva, dopodiché ho dovuto occuparmi solo dell’ultimo rettilineo. E sono andata a tutta. Sono felice di questa vittoria di tappa. Oggi il Team SD Worx è stato fortissimo. Tutta la squadra ha gestito bene la salita e io sono stata perfettamente circondata e protetta per tutto il giorno. Avevamo il controllo della situazione. Quando la tua squadra fa un lavoro così buono, vuoi ringraziarla con una vittoria di tappa. Allora non vuoi fallire. Lo ripeto, sono felice di essere tornata al Giro Donne e non voglio fermarmi qua. La quarta tappa è movimentata ma mi piace e non mi sento tagliata fuori. Ci proveremo ancora».

Mavi Garcia sta bene ma per Bronzini è inutile sprecare energie senza il supporto di altre squadre per attaccare Van Vleuten
Mavi Garcia sta bene ma per Bronzini è inutile sprecare energie senza il supporto di altre squadre per attaccare Van Vleuten

Rosa salda

Al mattino alla partenza da Formigine si respirano due climi ben distinti. Quello meteorologico col suo caldo opprimente che obbliga tutte le atlete a presentarsi col tipico gilet refrigerato o col sacchetto di ghiaccio sul collo. Poi c’è quello umorale che circola tra i bus con pareri quasi opposti relativamente alla vittoria di Van Vleuten a Marradi del giorno precedente. Possibile che il Giro Donne sia già finito nonostante manchino ancora sei tappe alla fine? E malgrado la maglia rosa comandi con soli 49” di vantaggio?

«Per come ho visto andare Annemiek – racconta Giorgia Bronzini, diesse della Liv Racing TeqFind – ora come ora diventa molto difficile sfilarle la leadership. Sul Passo della Colla ha attaccato a circa cinque chilometri dallo scollinamento e le ha lasciate lì tutte. In discesa poi non ha perso, anzi in ogni contropendenza rilanciava così come all’uscita di ogni curva. In molti non si aspettavano che andasse così forte o comunque che facesse così tanto differenza alla prima salita del Giro».

Marta Cavalli è pronta a duellare con Van Vleuten nelle prossime tappe, la condizione c’è
Marta Cavalli è pronta a duellare con Van Vleuten nelle prossime tappe, la condizione c’è

«Per attaccarla bisogna isolarla – prosegue la piacentina – e devono farlo quelle squadre che nel finale della tappa di Marradi avevano più numeri, ovvero Lidl-Trek ed Fdj-Suez. Se loro si coalizzassero contro la Van Vleuten, credo che avrebbero poi anche il supporto di altre squadre, come la nostra. Noi abbiamo Mavi Garcia che sta bene, però non le farò sprecare energie preziose senza sapere di avere la certezza della collaborazione delle altre o sapendo che da sola non impensierirebbe la Van Vleuten. Nelle prossime tappe ci sono ancora salite e discese per metterla in difficoltà. Naturalmente noi saremo lì a battagliare, ma sapendo come sta attualmente vedo tutto molto complicato».

L’obiettivo è provarci

La prestazione della Van Vleuten a Marradi sembra un deterrente per chiunque anche se nessuno vuole essere arrendevole. Il terreno per recuperare tempo c’è e non bisogna scoraggiarsi subito.

«Ho scollinato con circa trenta secondi di svantaggio – commenta Marta Cavalli con la maglia verde di miglior scalatrice in prestito da Van Vleuten – ma non aveva senso rischiare in discesa più di quello che abbiamo fatto. Sto bene e la voglia di attaccare c’è. Vedremo cosa fare a livello tattico ma onestamente credo che il Giro sia ancora aperto».

Paolo Slongo è convinto che il Giro Donne sia ancora tutto da giocare pur rispettando il valore di Van Vleuten
Paolo Slongo è convinto che il Giro Donne sia ancora tutto da giocare pur rispettando il valore di Van Vleuten

«La storia del Giro d’Italia in generale – analizza Paolo Slongo, diesse della Lidl-Trek – è piena di episodi in cui una corsa sembra chiusa ed invece prende un’altra piega. Non parlo solo del Giro che ho vinto con Nibali nel 2016, ma anche quello di quest’anno tra Thomas e Roglic. Sicuramente noi conosciamo il valore di Van Vleuten e sappiamo che dobbiamo fare di più per renderle la vita difficile. Il Giro Donne non è già chiuso o indirizzato come qualcuno può pensare. E’ appena iniziato e credo che dalla quarta alla settima tappa ci sia tutto lo spazio necessario per tenere aperta la corsa».

Giro Donne, si parte. Chi vince? Rispondono Arzeni e Zini

30.06.2023
8 min
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Finalmente é il 30 giugno e parte il Giro Donne, salvato in extremis nelle sale… operatorie della Federciclismo, soprattutto in vista dei prossimi quattro anni targati Rcs Sport. L’edizione 2023 sarà l’ultima a carico di PMG Sport/Starlight, che ha disegnato un percorso che strizza l’occhio a tante atlete e che dovrebbe garantire interesse in ognuna delle nove tappe.

Anche se la start list si è definita davvero all’ultimissimo istante, abbiamo interpellato due diesse italiani per capire che Giro Donne sarà. Opinioni che vanno dalla A di Arzeni alla Z di Zini, che saranno al via con le rispettive UAE Team ADQ e BePink Gold.

Giro aperto

Fatta eccezione per la breve prova contro il tempo iniziale – adatta alle specialiste – tutte le altre tappe saranno aperte a più soluzioni, nelle quali le leader per la generale potranno recuperare o guadagnare terreno sulle dirette rivali. Di questo avviso è Davide Arzeni, che punta a centrare il podio finale con Persico.

«Non sarà un Giro Donne per scalatrici pure – spiega “Capo” – ci sono tante salite anche se manca quella totem con arrivo in quota come l’anno scorso al Maniva. Per la verità c’è nella quinta tappa (il Pian del Lupo, la “Cima Coppi” con i suoi 1.407 metri, ndr) ma è posizionato ad 80 chilometri dalla fine. In quel caso bisognerà vedere come interpreteranno la corsa le atlete. Credo che quella e la settima frazione, quella dell’entroterra tra Albenga e Alassio, saranno decisive al fine della generale. Sulla carta, giornate semplici non ci sono e anche la tappa di Canelli, a metà delle due di cui parlavo prima, sarà bella tosta. L’arrivo di Modena appare l’unica possibilità per velociste, però nasconde delle insidie nella parte centrale. Insomma, ogni tappa potrebbe essere corsa come una classica».

Arzeni e la sua UAE Team ADQ partono ambiziosi per il Giro Donne sia per le tappe che per il podio finale
Arzeni e la sua UAE Team ADQ partono ambiziosi per il Giro Donne sia per le tappe che per il podio finale

«Dove potrebbero esserci le volate, saremo pronti a sfruttare l’occasione con Consonni – prosegue Arzeni – che tuttavia correrà il Giro come preparazione al Tour Femmes. La generale la cureremo con Persico, supportata da Magnaldi, e confidiamo di fare molto bene. Silvia al campionato italiano è andata fortissimo, peccato solo per il risultato. Lei è cresciuta tanto rispetto all’anno scorso nonostante fosse difficile riconfermarsi dopo i grandi risultati ottenuti.

«Tra le avversarie per la lotta alla maglia rosa, non credo che la SD Worx sarà il faro della corsa anche se vengono con Fisher-Black. Lei ha dimostrato di andare molto forte al Tour de Suisse, ma dà meno garanzie di Vollering per quello che ha detto la stagione. Per la vittoria finale vedo bene Longo Borghini, Van Vleuten e anche Cavalli. Marta l’ho vista in crescita e sapete che sono sempre contento quando lei va forte. Detto questo, naturalmente noi della UAE partiamo con ottimi propositi, visto che siamo tra i primi cinque team al mondo. Rispettiamo tutti ma non abbiamo paura di nessuno e siamo pronti a batterci».

Il testa a testa tricolore tra Longo Borghini e Persico con Cavalli sullo sfondo. Per Arzeni tutte e tre si daranno battaglia al Giro Donne
Il testa a testa tricolore tra Longo Borghini e Persico con Cavalli sullo sfondo. Per Arzeni tutte e tre si daranno battaglia al Giro Donne

Giro chiuso

Anche per Walter Zini il tracciato del Giro Donne è particolarmente stuzzicante, anche se ammette che la sua BePink-Gold non ci arriva nel miglior stato di forma. Il team manager milanese però si augura che le sue ragazze possano essere attive e trovare una buona condizione giorno dopo giorno. Per la generale invece prevede una sfida piuttosto stretta tra pochissimi nomi.

«Arriviamo da un periodo difficile – racconta Zini – e per come siamo ora puntiamo a centrare qualche bel piazzamento in alcune tappe. Ciò non significa che non ci faremo vedere, la voglia di entrare nelle fughe, ad esempio, ce l’abbiamo eccome. Porto atlete che sanno correre con entusiasmo, tra cui Casagranda che è al primo anno fra le elite e che parteciperà più leggera mentalmente, visto che si è fatta anticipare gli esami di maturità, conclusi bene, apposta per venire con noi. In ogni caso sulla carta, anche se non sono al top, Zanardi e Vitillo potrebbero fare bene in un paio di tappe adatte a loro, così come Basilico spero che possa essere protagonista allo sprint a Modena».

Walter Zini spera in una crescita della sua BePink tappa dopo tappa
Walter Zini spera in una crescita della sua BePink tappa dopo tappa

«Per quanto riguarda la starting list – continua – il livello sarà alto, ci saranno quasi tutte le migliori. Il percorso si presta a tante interpretazioni. Ci sono tante cacciatrici di tappe come la Vos mentre per la generale vedo la Van Vleuten favorita rispetto a tutte le altre. Molte delle sue avversarie spesso pagano una giornata storta facendo fatica a recuperare il distacco. Quanto meno questo è ciò che abbiamo visto negli anni scorsi. La quarta e la sesta tappa sono difficili, ma anch’io penso che la quinta e la settima definiranno la classifica. Anzi, nella frazione ligure per me potrebbero fare più selezione le discese che le salite».

Conclusione sarda

Il finale del Giro Donne sarà in Sardegna, da cui partì un anno fa, con due tappe che si prestano ad imboscate. La logistica per forza di cose ha creato una situazione piuttosto insolita. Infatti nelle precedenti trentatré edizioni mai si era verificato un giorno di riposo (e di trasferimento in questo caso) così vicino alla conclusione. Tutto ciò può generare qualche circostanza particolare ai fini della generale?

«Bisogna dire che non si poteva fare altrimenti – analizza Zini – quindi bisogna prenderne atto. Le tappe sarde sono sempre movimentate, lo abbiamo visto nel 2022, e credo lo saranno anche quest’anno. Tuttavia non penso però che potranno stravolgere la classifica, anche se bisognerà capire chi avrà recuperato meglio dallo stress del viaggio».

Van Vleuten tra Cavalli (a sinistra) e Mavi Garcia. L’anno scorso il Giro Donne è finito con questo podio
Van Vleuten tra Cavalli (a sinistra) e Mavi Garcia. L’anno scorso il Giro Donne è finito con questo podio

«Per quello che ho visto dalle altimetrie e planimetrie – fa eco Arzeni al suo collega – sono due tappe che possono presentare dei trabocchetti, durante le quali bisognerà fare attenzione al vento o alle forature, che spesso capitano quando si corre da quelle parti. Anche secondo me la generale resterà invariata perché credo che le atlete cercheranno di scavare i solchi più ampi nelle prime sette tappe in modo da ripartire con margini di sicurezza. Viceversa se così non fosse allora attenzione perché ci sarà da divertirsi parecchio».

Jumbo verso la terza rosa? Ecco cosa rispondono

23.06.2023
4 min
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Qualche giorno fa a Trieste al termine del Giro NextGen ci è venuta in mente subito una suggestione. Dopo il trionfo di Roglic al Giro d’Italia e quello di Staune-Mittet nella gara riservata agli U23, la Jumbo-Visma potrebbe fare tripletta al prossimo Giro Donne?

Per la verità questo interrogativo inizialmente ha rischiato di non essere preso nemmeno in considerazione, ma la recente conferma ufficiale di PMG Sport/Starlight (società organizzatrice) sul regolare svolgimento della corsa a tappe femminile ci ha fatto dirottare la nostra curiosità verso i tecnici del team olandese.

Secondo Carmen Small la sua Jumbo-Visma non è interessata a fare classifica al Giro Donne
Secondo Carmen Small la sua Jumbo-Visma non è interessata a fare classifica al Giro Donne

Certo, la Jumbo-Visma Women non è la formazione principalmente accreditata per la vittoria finale, ma quando schieri al via “sua maestà” Marianne Vos (tre successi al Giro Donne e trentadue di tappa) tutto è possibile, anche se lei non è più la cannibale delle classifiche generali come un tempo. E così abbiamo coinvolto la diesse statunitense Carmen Small per scoprire come correrà la sua Jumbo-Visma alla corsa rosa (in programma dal 30 giugno al 9 luglio).

Com’è stato il vostro approccio alla corsa considerando che si sapeva poco del percorso?

Abbiamo costruito la nostra squadra con diversi obiettivi in mente. Principalmente per le atlete, con il loro sviluppo nell’avvicinamento alla gara, e poi non solo a seconda di come sarebbero andate le varie tappe. Abbiamo però tenuto conto anche degli altri appuntamenti importanti stagionali come il Tour Femmes e i campionati del mondo. Naturalmente conoscere le tappe in anticipo è sempre utile, ma non avrebbe cambiato la composizione della nostra squadra.

Per quello che avete visto e sentito, vi piace il percorso?

Per la nostra formazione è un buon mix di tappe di diverso tipo. Speriamo che la corsa sia sempre emozionante e che anche le altre squadre possano correre duramente o cogliere le giuste occasioni per animare la gara. Non tutti i giorni saranno validi per la generale quindi credo si potranno vedere tante fughe e anche volate di gruppo.

Cosa ne pensi del giorno di riposo (e trasferimento) a due tappe dalla fine?

Onestamente devo dire che è bello tornare in Sardegna anche quest’anno. Nel 2022 le tappe sono state davvero difficili per il caldo ed il vento. Le strade non sono mai pianeggianti, quindi sarà interessante vedere la stanchezza accumulata prima delle ultime due tappe e cosa succederà. Credo che inciderà tanto, anzi sarà necessario il recupero dopo un giorno di viaggio.

Chi saranno secondo te le protagoniste della corsa?

Difficile rispondere in maniera secca o precisa. Credo che le squadre stiano correndo in modo un po’ diverso in quest’ultima parte della stagione. I direttori sportivi e i corridori stanno cambiando le loro strategie per capire come vincere. E’ emozionante perché ogni squadra si presenta alle gare con un roster forte e sembra che la maggior parte di loro cerchi di utilizzare i propri corridori in modo diverso da quello tipico. Si vede maggior aggressività, si prendono rischi e non aspettano solo di vedere come vanno le cose. Al momento, a parte il Team DSM, non ho visto altre formazioni, quindi è difficile dire qualcosa sulle squadre.

Due tappe per Vos alla Vuelta. Anche al Giro Donne dovrebbe puntare solo ai successi parziali
Due tappe per Vos alla Vuelta. Anche al Giro Donne dovrebbe puntare solo ai successi parziali
Della vostra formazione c’è un’atleta che potrebbe essere la sorpresa?

Al Giro Donne vogliamo portare delle ragazze che sappiano correre in modo aggressivo, senza subire, sfruttando magari tutte quelle situazioni favorevoli che possono crearsi. Direi che tutte le nostre atlete possono essere una sorpresa se giochiamo bene le nostre carte.

Qualcuno dice che, a parte la quinta tappa con la salita al Pian del Lupo seppur lontana dal traguardo, il tracciato potrebbe essere adatto a Marianne Vos. E’ con lei che la Jumbo-Visma punta a vincere il Giro Donne replicando ai vostri colleghi maschi?

Devo essere sincera e vi dico che non siamo particolarmente interessati alla classifica generale. Quella la cureremo al Tour Femmes con Riejanne Markus che si sta già concentrando su quell’obiettivo. Tuttavia il Giro Donne è una grande corsa e non si può tralasciare nulla perché tutto può cambiare in un solo giorno.