Ragusa, nel 2023 sarà un’altra scommessa da vincere per la Liv

17.09.2022
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Sul 2022 che sta per andare in archivio Katia Ragusa vuole tirarci sopra una bella riga ed impostare la prossima stagione con rinnovati propositi senza alcuna particolare aspettativa. La 25enne della Liv Racing Xstra ha vissuto una annata complicata ma non tutto il male viene per nuocere. Perché c’è sempre qualcosa da cui trarre una lezione. E poi sul suo rilancio, come ci ha detto qualche giorno fa, punta forte la sua diesse Giorgia Bronzini.

«Dopo un buon ritiro invernale in cui mi sentivo bene – racconta la vicentina di San Giorgio di Perlena riavvolgendo il nastro del suo anno – ho dovuto scontrarmi presto con la dura realtà. Già dalla Valenciana ho capito che non ero ai livelli in cui speravo di essere. Pensavo fosse solo perché era l’inizio di stagione e mi mancasse il ritmo. Non era così purtroppo.»

Nonostante una condizione altalenante, Ragusa ha sempre rispettato gli ordini tattici andando spesso in fuga
Nonostante una condizione altalenante, Ragusa ha sempre rispettato gli ordini tattici andando spesso in fuga

La telefonata con Ragusa diventa subito una chiacchierata per esorcizzare i mesi appena trascorsi. Lei, ci confida, è quasi sempre stata dell’idea di parlare solo davanti ai risultati. Facile ma a noi piace ascoltare tutti, compresi specialmente gli atleti che hanno faticato nel loro rendimento. Katia riteneva di non avere nulla da dire invece qualcosa di interessante ce lo aveva.

Partiamo diretti. Che stagione è stata?

Piena di alti e bassi. Sono partita che volevo far vedere che ero all’altezza del mio primo anno in un team World Tour. Anzi, avevo molta carica per questa cosa. La preparazione è andata bene infatti. Ero entusiasta e forse questo mix è stato controproducente per me. Mi ero creata inconsciamente troppe aspettative.

E poi cosa è successo?

Che mi sono ritrovata ad inseguire sempre la giusta condizione. E non riuscendola mai a raggiungere veramente mi sono un po’ demoralizzata. Dopo la Liegi, ad esempio volevo riprendermi ma c’era da preparare il campionato italiano e il Giro Donne. E’ iniziato un circolo vizioso che mi ha alimentato molti dubbi. Avevo disputato un 2020 ai massimi livelli con il secondo posto al tricolore e la convocazione ai mondiali di Imola ma sembrava lontano anni luce. Vi devo dire che più di una volta mi è passata per la testa la voglia di smettere. Alla fine però ha prevalso la passione per il ciclismo e per il mio lavoro. Non mi è mai pesato uscire in allenamento. Perché credo che quella sia la spia della riserva per tanti, se non per tutti. Se ti si accende troppe volte, significa che ti sta passando la voglia.

Questo aspetto psicologico lo hai gestito in qualche maniera?

Sì, mi sono affidata ad un mental coach. Ne ho discusso con Giorgia (Bronzini, ndr) e da metà estate ho iniziato un percorso con questa figura professionale. Anche in passato capitava di scoraggiarmi se non andavo. La mancanza di risultati l’ho sempre vissuta male. La testa è una componente importante. Ora però con questo mental coach ci siamo posti degli obiettivi nel breve, medio e lungo termine.

Giorgia ci aveva parlato di conseguenze per un overtraining. C’era anche qualcosa di fisico?

Anche il 2021 non è stata una stagione buona. Però uno dei problemi di quest’anno è legato anche alla mononucleosi. A marzo dopo Cittiglio, dove mi sono ritirata, mi sono preoccupata. E’ vero che non ero in condizione ma dovermi addirittura fermare mi sembrava eccessivo per come stavo. Così abbiamo fatto degli approfondimenti e abbiamo scoperto che l’avevo passata in inverno. Probabilmente ne stavo ancora pagando le conseguenze. E nel ciclismo femminile attuale fai tanta fatica per finire una gara se non sei al top.

Nel 2020 Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Nel 2020 Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Tra l’altro in squadra praticamente eravate sempre le solite a correre…

Esattamente. Abbiamo avuto tantissimi casi di covid, quindi molte di noi hanno fatto gli straordinari. Il mio dottore, una volta visti gli esiti degli esami, mi ha chiamato per dirmi che dovevo stare ferma 15/20 giorni per recuperare a dovere. Io gli ho risposto dal Belgio dicendogli che stavo per correre perché altrimenti non avevamo il numero minimo per partire. Devo dire poi che ho avuto anche parecchia sfortuna in alcune circostanze. All’ultima tappa del Tour of Scandinavia ero in fuga ma ho bucato. Il cambio ruote ci ha messo un po’ a intervenire e poi non mi ha aiutata a riportarmi dentro come capita quasi sempre. Il gruppo ci avrebbe ripreso però magari poteva succedere di tutto. Insomma, anche quelli sono segnali di una annata negativa.

Nel 2023 sarai la scommessa di Bronzini come è stato per Barbieri. Ti crea pressioni?

No tutt’altro. Ho letto cosa vi ha detto Giorgia e mi onorano tanto le sue parole. E mi stimolano tanto, naturalmente. Ha creduto in me ingaggiandomi e voglio ripagarla. Giorgia è una persona molto umana. Non ha peli sulla lingua quando deve parlarti, sia sotto il punto di vista tattico che morale. Magari potrei confrontarmi con Rachele su questa situazione piuttosto simile. Tanto di cappello ai risultati che ha fatto lei, specie all’europeo. Cercherò, e spero, di rilanciarmi come ha fatto Rachele.

Nel 2023 Ragusa sarà la scommessa di Bronzini, replicando quella vincente con Barbieri di quest’anno
Nel 2023 Ragusa sarà la scommessa di Bronzini, replicando quella vincente con Barbieri di quest’anno
Cosa ha insegnato questa annata a Katia Ragusa?

Guardo il bicchiere mezzo pieno. Tengo buone le tante fughe che ho fatto. Per andarci, considerando il nostro livello alto, ci vogliono gambe e visione di corsa. Poi ho imparato che le situazioni vanno valutate a mente fredda. Ragionarci sopra con calma e trovare la soluzione anziché farsi prendere troppo dal momento o dalla agitazione. Per il 2023 non voglio farmi aspettative, ho imparato anche questo. Mi porrò degli obiettivi incentrati più sulle prestazioni, sulla mia crescita che sulla ricerca dei risultati.