Guillen e la Vuelta: poche stelle, ma spettacolo sicuro

05.08.2024
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Con la seconda medaglia d’oro di Evenepoel a Parigi si sono chiuse le Olimpiadi della strada e si aprono quelle della pista. Il circo del WorldTour ha riacceso i motori e si avvia verso la Vuelta, terzo Grande Giro di stagione dopo le meraviglie di Pogacar al Giro e al Tour. Lo sloveno l’hanno tirato per entrambe le maniche affinché corresse anche in Spagna, ma lui saggiamente è rimasto lontano dalla tentazione delle tripletta, spegnendo il sorriso sul volto di Javier Guillen, che della Vuelta è l’organizzatore. In realtà lui non ci aveva mai creduto, anche se i sogni costano zero e se si avverano ti svoltano la vita.

Raggiungiamo Guillen in un mattino di relax a due settimane della partenza della Vuelta, che quest’anno scatta da Lisbona e per tre giorni batterà le strade portoghesi, prima di affrontare quelle del Sud della Spagna, per poi salire al Nord: Galizia, Asturie e Paesi Baschi, prima del gran finale di Madrid.

Javier Guillen è il direttore della Vuelta España
Javier Guillen è il direttore della Vuelta España
Che cosa fa l’organizzatore della Vuelta a due settimane dal via?

Sono più che altro compiti di coordinamento interno, per essere certi che tutto sia pronto, soprattutto per Lisbona da cui partiremo. Ad oggi tutti stanno lavorando al 100 per cento per la Vuelta. Le vacanze dei pochi che hanno potuto farle sono finite e quello di cui abbiamo bisogno è che tutto sia a posto e il mio compito è assicurarmi che sia così, in modo che non vengano fuori problemi.

Il percorso è definito e pronto?

Tutto pronto. Abbiamo localizzato perfettamente e da tempo i punti sui quali potrebbe essere necessario qualche intervento, per problemi che possano verificarsi in questo periodo. Ma per ora è tutto a posto.

La Vuelta 2024 partirà dal Portogallo per concludersi a Madrid
La Vuelta 2024 partirà dal Portogallo per concludersi a Madrid
Proprio guardando il percorso, che Vuelta possiamo aspettarci?

Una Vuelta per arrampicatori, come ogni anno, ma un po’ più aperta. In questo momento non possiamo indicare un chiaro favorito. Penso che non ci sarà un dominatore come negli altri due Grandi Giri e penso che anche questo ci porterà ad una gara in cui tutto sarà possibile sino alla fine. Quello che noi organizzatori vorremmo avere tutti gli anni.

Si fa fatica a trovare un nome di riferimento?

E’ ovvio che se arrivasse Primoz Roglic, su cui in linea di principio contiamo, allora ci sarebbe in corsa il vincitore di tre Vuelta e penso che partirebbe con un certo vantaggio. Ma è anche vero che vedendo squadre come la Movistar o la stessa UAE Emirates, la corsa è sicuramente molto aperta. Un altro corridore che per me avrà molte opzioni in questa Vuelta è Carapaz, che penso arriverà in grande forma.

Roglic ha vinto tre Vuelta, potrebbe essere la star dell’edizione 2024
Roglic ha vinto tre Vuelta, potrebbe essere la star dell’edizione 2024
Cosa pensavi quando si parlava di Pogacar alla Vuelta?

Penso che per noi sarebbe una notizia straordinaria e per lui vincerla immagino che sarebbe un sogno. Ma è evidente che Tadej Pogacar non ha illuso nessuno, fin dal primo momento ha detto che il suo programma era fare Giro e Tour. Abbiamo visto tutti il grande livello che ha mostrato in entrambi ed è ovvio che certi risultati, oltre ad una gioia immensa, producano fatica mentale e stanchezza fisica. Per noi sarebbe stata una notizia straordinaria. Tanto più, adesso che ha il Giro e il Tour, per entrare nel club di chi ha vinto le Tre Grandi gli resta solo la Vuelta. Eravamo consapevoli che non sarebbe venuto, non è stata una sorpresa.

In Italia, dopo Nibali non abbiamo più trovato corridori da Grandi Giri. La Vuelta di quest’anno potrebbe essere un’opportunità per i corridori spagnoli?

Lo spero, perché quello che succede in Spagna è un po’ come in Italia. Abbiamo una così grande tradizione di corridori e vincitori, che quando non ne vediamo di nuovi, ci sembra di attraversare una siccità. Penso che quest’anno ci siano dei bravi spagnoli, che si sono comportati bene al Tour de France, come Enric Mas e Mikel Landa. Credo anche che ci sia un corridore come Carlos Rodriguez che, se venisse alla Vuelta, avrebbe grandi possibilità di fare una buona classifica generale. E ovviamente ad oggi il quartetto dei migliori sarebbe completato da Juan Ayuso. In questo momento però non ho la conferma che verrà, ma credo che tra Enric Mas, Mikel Landa e Carlos Rodríguez avremmo molte opzioni per lottare sino alla fine.

La presenza di Ayuso alla Vuelta non è ancora sicura
La presenza di Ayuso alla Vuelta non è ancora sicura
Come organizzatore, quale fra questi funziona di più come immagine?

Non lo so, devo essere cauto perché non posso mostrare preferenze. Credo che ognuno abbia il proprio stile. Penso che Ayuso sia un corridore molto aggressivo, che lotta molto e che usa un linguaggio che piace molto ai tifosi. Rodriguez è un corridore con molta classe e credo abbia un’intelligenza straordinaria in gara. Potremmo dire che sia un po’ più calmo e posato di Juan quando si tratta di esprimersi.

Invece Enric Mas?

Enric Mas è più esperto. Alla fine gli anni trascorsi in gruppo gli danno un certo vantaggio quando si tratta di leggere le gare. E poi ovviamente non si può dimenticare Mikel Landa, un corridore che piace a tutti. Perché è un uomo per la montagna, un corridore che va all’attacco. E’ un corridore che quando lotta, dà tutto. Alla fine, ognuno ha la sua personalità e per me che sono tifoso, mi piacerebbe che lottasse per il podio. Mentre come organizzatore non posso dire tanto di più.

Come ti aspetti l’accoglienza di Lisbona?

Incredibile. Troviamo una città molto preparata, molto moderna, esteticamente bella, che si colloca molto bene tra modernità e tradizione. In Portogallo è come essere a casa. Partiamo dall’estero, ma non smettiamo di sentirci in patria grazie alla collaborazione ricevuta da tutte le Istituzioni. Abbiamo accettato la sfida e affrontato il progetto con molta responsabilità, perché il Portogallo può essere una porta da mantenere aperta. Creare un buon legame ci aprirebbe una vasta gamma in termini di percorso. Possiamo ragionare su nuove proposte senza dover fare trasferimenti o grandi distanze come quando partiamo da altri Paesi. E questo in Spagna è importante perché, come succede in Italia, siamo nel Sud dell’Europa. Siamo il Paese più meridionale e questo fa sì che anche i nostri confini siano lontani dagli altri Paesi, non come accade nel Centro Europa.

Pensi che il caldo sarà un tema della Vuelta?

Lo è sempre stato. La verità è che il caldo è qualcosa di cui dobbiamo essere consapevoli. Il ciclismo ha sempre fatto i conti con il caldo, perché si svolge sostanzialmente in estate. E’ vero che andiamo in posti dove possiamo trovare temperature elevate, come in Extremadura o in Andalusia, ma non credo che troveremo qualcosa di diverso rispetto agli altri anni. Il caldo alla fine si combatte con l’idratazione e, a meno di temperature mai viste prima, non credo che influenzerà lo sviluppo della gara dal punto di vista organizzativo. Di certo ai corridori potrebbe costare più fatica. Alcuni faranno meglio col caldo, altri rimpiangeranno il freddo. E’ una circostanza che influisce sullo sport, ma non credo che possa impedire lo svolgimento delle tappe.

Enric Mas secondo Guillen potrebbe essere avvantaggiato dalla sua esperienza
Enric Mas secondo Guillen potrebbe essere avvantaggiato dalla sua esperienza
A proposito di partenze dall’estero: si parla molto della partenza 2025 da Torino…

Mi piacerebbe che questa possibilità diventasse realtà, stiamo lavorando. Non ho mai nascosto che abbiamo rapporti con la Regione Piemonte, ma voglio essere cauto e annunciarlo ufficialmente nel momento in cui ci sarà qualcosa. E’ evidente che il ciclismo richiami il ciclismo. La Spagna è un Paese ciclistico, l’Italia probabilmente è il Paese ciclistico per eccellenza. E noi vogliamo stare con chi parla la nostra stessa lingua e soprattutto siamo contenti quando possiamo farlo in un Paese così bello. Con così tanta tradizione, con così tanta storia e con tanti legami con la Spagna. Però permettetemi di essere un po’ cauto riguardo a ciò che dobbiamo ancora annunciare. Penso che lo sarà a breve, ma in questo momento non posso dire più di questo.