Cipressi, idee chiare per l’Argentina, per il 2023 e per la meccanica

12.10.2022
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Mentre quasi tutte le sue colleghe sono ormai in “off-season”, per Carlotta Cipressi il calendario ha riservato ancora qualche giorno di gara. E forse è meglio così dal suo punto di vista. La 19enne della Valcar Travel&Service infatti è una delle quattro U23 convocate dal cittì Paolo Sangalli per la spedizione azzurra in Argentina alla Vuelta a Formosa in programma dal 21 al 23 ottobre.

Dopo la trasferta sudamericana si concluderà la sua prima annata da elite e solo allora sarà tempo di bilanci definitivi, ma con la giovane forlivese abbiamo voluto farne uno provvisorio alla luce della chiamata in nazionale. E così, parlando con Cipressi del suo 2022, abbiamo scoperto che il record dell’Ora di Ganna lo ha guardato con gli occhi non necessariamente della ciclista amante delle crono quanto più di una… meccanica.

Carlotta perché ti ha colpito l’impresa di Pippo?

Prima di tutto perché ha saputo andare contro tanta gente che non si aspettava una prestazione del genere. Quando Ganna deve dimostrare chi è, per me è invincibile. Però principalmente sono stata attratta dalla tecnologia sviluppata attorno alla bici, stampata in 3D. Prima del record avevo visto tanti video e seguito tanti studi su questa novità. Mi sarebbe piaciuto essere nello staff che ha lavorato a questo progetto, sarebbe stato un sogno.

Da cosa deriva questa passione?

Dal mio percorso scolastico, indotto a sua volta da quello che facevo da piccola con mio nonno e mio padre. Con loro, appassionati ciclisti, mi divertivo a fare alcuni lavoretti di meccanica. Poco per volta ho imparato a lavorare al tornio, a saldare e soprattutto a curarmi da sola la bici. Infatti adesso, tranne per qualche emergenza per la quale non ho il necessario a casa, la bici me la sistemo e riguardo da sola. Sono piuttosto ricercata nel dettaglio. Diciamo che se me la dessero smontata, non avrei problemi a rimontarmela da sola.

Carlotta Cipressi e Emma Redaelli, entrambe classe 2003. La Valcar 2023 punterà tanto sulle giovani (foto Ossola)
Carlotta Cipressi e Emma Redaelli, entrambe classe 2003. La Valcar 2023 punterà tanto sulle giovani (foto Ossola)
Potrebbe essere il tuo futuro dopo il ciclismo?

Sì, assolutamente. Sono affascinata dalla progettazione e vorrei che diventasse il mio lavoro quando non correrò più. Magari restando proprio nel ciclismo. Quest’anno mi sono diplomata all’istituto tecnico tecnologico “Marconi” con un indirizzo meccanico (uscendo con 97/100, ndr). Farò l’università, ma la inizierò a settembre dell’anno prossimo. Quest’anno avevo già passato i test d’ingresso di ingegneria meccanica, ma quando ho chiesto di entrare all’università di Forlì, dove non c’è l’obbligo di frequenza, era troppo tardi. Peccato, ma mi terrò aggiornata e pronta per l’anno prossimo. Intanto sfrutterò al massimo l’occasione di fare la ciclista.

Ecco, torniamo al presente. Che stagione è stata considerando la maturità?

Divisa in due, come mi aspettavo. Fino all’esame ho corso poco, era tutto concordato con Arzeni. Avevamo previsto un calendario con un certo tipo di gare anche se poi abbiamo aggiunto alcune corse extra. Due su tutte. Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi: è stato un onore partecipare. Gare durissime, per la prima ci ho messo tre giorni per riprendermi. Però Capo mi ha davvero fatto un grande regalo portandomi su.

Dopo invece com’è andata?

Chiaramente meglio. Ho curato dei problemi alla schiena che mi porto dietro da una brutta caduta quando ero esordiente e che, quando vado poco in bici, si fanno sentire. Luglio, visto che c’erano Giro e Tour, l’ho passato tutto a casa ad allenarmi come si deve senza assilli dovuti dalla scuola. In quei giorni ho trovato un buon ritmo. Poi ho avuto un periodo intenso di gare tra Giro di Toscana e Simac Tour in Olanda.

Che differenze hai riscontrato tra queste due fasi?

Una maggiore tranquillità e consapevolezza nelle ultime gare che ho fatto. Ho esordito ad inizio marzo a Le Samyn. Ricordo che Yaya (Sanguineti, ndr) mi chiese se avessi l’ansia vedendomi un po’ tesa. Mi aspettava una gara difficile con freddo e pavè, non il massimo per partire. Però Arzeni mi aveva detto che sarebbe stato difficile l’inizio e che le eventuali delusioni, o bastonate come le chiama lui, mi sarebbero comunque servite per crescere e fare esperienza. Aveva ragione perché ora sono più serena. E riesco a gestire meglio anche le mie emozioni.

Resterai in Valcar anche nel 2023. Ti sei prefissata già qualche obiettivo?

Qui si sta veramente bene ed è davvero una grande famiglia. Ambiente ideale per crescere per giovani come me e altre ragazze. Mi hanno aiutata tutti. Sempre Yaya è stata tra quelle che più mi insegnava e urlava nella radiolina. Urla buone, di incitamento. Lei è perfetta per quel ruolo. Quello che aveva fatto l’anno scorso con Gasparrini lo ha fatto con me e la stessa Eleonora mi ha aiutato dandomi consigli. Sono contenta di com’è andata questa stagione. Per l’anno prossimo non ho particolari obiettivi ma vorrei affrontare le gare con un approccio diverso. E da lì spero di poter fare qualche risultato e buone prove.

Cipressi, qui all’europeo 2021, rivestirà la maglia azzurra alla Vuelta a Formosa in Argentina a fine ottobre
Cipressi, qui all’europeo 2021, rivestirà la maglia azzurra alla Vuelta a Formosa in Argentina a fine ottobre
Intanto un piccolo traguardo lo hai già raggiunto con la convocazione per la trasferta in Argentina. Sarà una gara che si potrebbe decidere a crono. Come ci arrivi?

La chiamata di Paolo (il cittì Sangalli, ndr) è stata inaspettata. E’ un grande orgoglio indossare nuovamente la maglia azzurra ora da elite dopo le volte da junior (nel 2020 fu terza alla crono degli europei, ndr). La condizione non è male, vedremo come andrà. Però posso dirvi che sono molto carica. Visto che ho iniziato a correre con regolarità solo dopo la maturità, ho voglia di spendere tutto quello che mi è rimasto.