Entriamo nel “rifugio” fiammingo della Bahrain Victorious

01.04.2023
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Le Fiandre sono uno dei territori più legati al ciclismo, la serie di corse che si svolgono lassù è innumerevole. Nella prima parte di stagione, spesso i corridori si trovano tutti lì per darsi battaglia. Visti i continui spostamenti c’è una squadra che ha pensato di stabilire nel cuore di questo territorio una base logistica: la Bahrain Victorious. Una villa indipendente dedicata all’intera campagna del Nord, lunga quasi un mese (foto in apertura di Charly Lopez). Un centro logistico e di ritrovo fondamentale, dove seguire i propri ritmi entrando in sintonia con le Fiandre, lontani dagli alberghi e dal caos. 

Una seconda casa

Nella villa, situata nella cittadina di Zwevegem, corridori e staff della Bahrain si ritrovano ogni anno, vivendo come una grande famiglia in questa casa condivisa. 

«La squadra – racconta Sonny Colbrelli, che ha potuto viverla prima da corridore ed ora da membro dello staff – l’ha presa nel 2022. Sapevo che Miholjevic era andato in perlustrazione per trovare un posto che fosse vicino a tutte le partenze delle varie corse. Lo cercava in una posizione riservata, ad uso esclusivo della squadra, gli hotel sono comodi ma quando stai praticamente un mese nello stesso posto hai bisogno di un alloggio tutto tuo.

«Ho fatto in tempo a viverla da corridore – continua Colbrelli – l’anno scorso, nel periodo tra Omloop e Kuurne. E’ estremamente produttivo avere a disposizione una villa del genere, in hotel devi stare da solo in stanza o al massimo con un compagno. Questa casa ti dà la possibilità di socializzare, è una villa enorme dove corridori e staff stanno insieme. E’ il giusto rifugio per amalgamare il gruppo».

I momenti insieme vengono utilizzati per creare un gruppo solido ed unito (foto Charly Lopez)
I momenti insieme vengono utilizzati per creare un gruppo solido ed unito (foto Charly Lopez)

Tutti insieme

Passare un mese lontano dalle proprie famiglie fa parte dell’essere un corridore, ma, non per questo, non va considerato il lato umano. I rapporti personali servono per creare il giusto ambiente nel quale trovare la migliore condizione fisica e mentale. Le migliori prestazioni partono proprio dalla grande serenità interna dell’atleta stesso.

«E’ bello – racconta ancora il vincitore della Roubaix – perché la sera capita spesso di ritrovarsi tutti insieme sul divano, che è enorme, e guardare i finali delle varie corse. Sia quelle da fare, che di quelle appena concluse. Quando eravamo in hotel lo potevi fare autonomamente, ma non sempre avevi voglia. Tutti insieme è più divertente, magari ci scappa la battuta o lo spunto interessante. Sono presenti otto camere ed ognuna ha la propria doccia ed il bagno privato. Sono convinto che altre squadre ci copieranno in futuro. Per gli allenamenti è un vero toccasana, si ha la possibilità tutti i giorni di allenarsi sulle strade delle corse che man mano si vanno a fare».

Lavorare meglio

Come anticipato da Colbrelli questa villa è un grande vantaggio anche per lo staff, il quale al posto di lavorare in condizioni estreme può concedersi più tempo. Pierluigi Marchioro, massaggiatore della Bahrain, nel 2022, ha seguito da qui i corridori.

«E’ davvero una bella casa – ci dice – tutti riusciamo a lavorare con molta più calma dopo una gara o un allenamento. I tempi ce li gestiamo in autonomia, magari i massaggi si possono fare tranquillamente dopo cena, nessuno ci corre dietro. Durante la campagna del Nord della scorsa stagione eravamo presenti in quattro massaggiatori, il cuoco, il fisioterapista ed i meccanici. Ognuno di noi aveva lo spazio per lavorare in serenità: al piano terra, nella stanza dove alloggiavo, mettevo il lettino per i massaggi. L’osteopata lavorava in corridoio, mentre nel soppalco stavano gli altri tre massaggiatori. I meccanici, poi, sono coloro che “ringraziano” maggiormente perché quando si dorme in hotel lavorano all’aperto, ed in Belgio piove spesso. In questa villa, invece, hanno la possibilità di mettersi al coperto e, grazie al maggior spazio logistico, possono portare molti più pezzi di ricambio. Oltre alle due solite bici si porta qualche telaio in più, in caso di problemi o eventuali cadute senza considerare tutte i vari componenti più piccoli».

«Parte dello staff alloggia comunque in hotel – riprende Marchioro – nella villa dormono i corridori, un massaggiatore, il cuoco ed il dottore. Io sono un po’ all’antica e mi piace rimanere a contatto con i ragazzi, posso sempre dare una mano o fare qualche cura extra in caso di necessità. Se il cuoco ha bisogno di qualcosa dal camion cucina posso andare io a prenderlo, oppure vado a fare la spesa. Insomma, il nostro “rifugio” è davvero super funzionale».

Olivo e il CTF: cinque giorni all’università del ciclismo

25.03.2023
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I ragazzi del CTF ce lo avevano anticipato alla partenza della Coppa San Geo, era stato Andreaus a darci la notizia che a marzo sarebbero andati a correre in Belgio. Renzo Boscolo, qualche settimana dopo, ci aveva confermato la trasferta al Nord. Uno dei corridori che è stato nelle Fiandre nei giorni scorsi è Bryan Olivo, al secondo anno con la formazione friulana. 

I ragazzi del CTF venerdì 17 marzo hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
I ragazzi del CTF hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
Quanto siete stati in Belgio?

Cinque giorni, siamo partiti martedì per tornare sabato, il giorno dopo la Youngster Coast Challenge. Ieri abbiamo preso un altro volo per il Belgio e domani correremo la gara più importante: la Gent-Wevelgem under 23. 

Dove avete alloggiato?

Siamo stati nella casetta che usa la Bahrain Victorious come appoggio quando corre la campagna del Nord. 

Come si è divisa la vostra settimana?

Martedì, il giorno in cui siamo arrivati in Belgio, abbiamo fatto una prima uscita, con un bell’allenamento sui muri del Fiandre: siamo stati sull’Oude Kwaremont e sul Paterberg.

Che cosa hai provato a pedalare su quelle pietre?

Una grandissima emozione, solcare le stesse pietre dove i più grandi si sfidano durante il Giro delle Fiandre è incredibile. Sono estremamente duri! Dalla televisione non sembra, ma una volta che ci sei sopra la fatica si sente. 

Abbiamo visto che siete andati anche al velodromo di Roubaix.

Non ci siamo negati una pedalata nel velodromo più famoso del mondo, anche se devo ammettere che i muri delle Fiandre mi hanno colpito di più. Non saprei bene per quale motivo, però a parità di silenzio sui muri si respira proprio l’aria del Nord

I giorni successivi?

Mercoledì abbiamo fatto un sopralluogo degli ultimi 80 chilometri della Gent che correremo domani. Sarà una corsa dura, ci saranno da affrontare quattro o cinque muri in soli 30 chilometri. 

Essersi allenati su quelle strade è stato utile?

Direi di sì. Dalla televisione i muri non sembrano duri, poi una volta che ci pedali sopra diventa tutto più complicato. Personalmente ho utilizzato un rapporto più duro rispetto al solito. In più bisogna stare attenti e compatti sulla bici, le pietre ti fanno scomporre in sella, ma se ti alzi in piedi la ruota dietro slitta e non vai avanti. Allo stesso modo, però, non devi irrigidirti, altrimenti senti tutti i sobbalzi e soffri il doppio.

Da questo punto di vista aver disputato la Youngster Coast Challenge è stato un bell’allenamento? 

Si è trattata di una bella preparazione, dalla quale abbiamo imparato tanto. Ne parlavo con i miei compagni i giorni dopo, il risultato non è stato soddisfacente, ma siamo motivati nel tornare e fare bene, questo già dalla Gent-Wevelgem.

Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Che corsa è stata? 

Tosta, perché anche se era presente un solo muro, il Kemmelberg, non ci si poteva rilassare. Era un susseguirsi di strade strette, curve, ventagli, insomma una prova continua. La grande differenza con l’Italia è che da noi ogni tanto in corsa puoi rilassarti, lì mai. Se lo fai finisci in coda al gruppo, e nel momento in cui succede è un attimo che perdi la corsa. Le squadre straniere, come Uno-X e Lotto Dstiny, erano sempre le prime a “giocare” con il vento aprendo il gruppo. 

Intanto avete preso le misure.

Ci siamo ambientati, anche se la gara in sé non è andata esattamente nel migliore dei modi. Abbiamo corso sempre nelle prime posizioni, per tutto il giorno, ma nel finale ci siamo persi e la volata non è andata bene (il migliore del CTF è stato Buratti: 21°, ndr). Le corse in Belgio sono così, puoi lavorare tanto per poi non raccogliere nulla

Le Fiandre soffiano forte sul fuoco del ciclismo

10.12.2022
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Dopo i mondiali del 2021, il governo fiammingo ha deciso di imprimere un’altra accelerazione al ciclismo nella regione, puntando sul turismo attivo e le infrastrutture di cui ha bisogno. Così venerdì è stato dato via libera al finanziamento dell’hub ciclistico Cycling in Flanders, con 6 milioni di euro necessari per trasformare l’abbazia cistercense di Maagdendale a Oudenaarde nel tempio del ciclismo delle Fiandre.

Oudenaarde, Abbazia di Maagdendale: nascerà qui il centro cicloturistico delle Fiandre
Oudenaarde, Abbazia di Maagdendale: nascerà qui il centro cicloturistico delle Fiandre

L’appoggio del Fiandre

Quella che potrebbe apparire come una scelta slegata dal mondo delle corse, in realtà deriva dalla capacità di interpretare il ciclismo come un catalizzatore di occasioni. Anche Flanders Classics, uno dei principali organizzatori di corse in Belgio, tra cui il Giro delle Fiandre e i mondiali del 2021, applaude alla decisione e in qualche modo ha chiesto di avere un ruolo nell’iniziativa.

«Siamo molto orgogliosi di far parte questo progetto – ha detto l’amministratore delegato Tomas Van der Spiegel – che stabilirà un collegamento fra il patrimonio storico, il Giro delle Fiandre e l’ulteriore sviluppo del cicloturismo. Possiamo anche dire che fosse logico scegliere come base Oudenaarde, per cui in attesa degli sviluppi, siamo pronti per fare la nostra parte».

I mondiali di Leuven hanno fatto da cassa di risonanza alla grande passione fiamminga per il ciclismo
I mondiali di Leuven hanno fatto da cassa di risonanza alla grande passione fiamminga per il ciclismo

Hotspot cicloturistico

Con il periodo pandemico alle spalle, il governo ha ridato forza alle strategie previste per il periodo 2019-2024 dal piano di ripresa dell’avvocato Zuhal Demir, 42 anni, ministro fiammingo dell’ambiente e del turismo. Questo prevede appunto lo sviluppo dell’hub ciclistico Cycling in Flanders da realizzarsi nel cuore delle Ardenne fiamminghe, per rendere le Fiandre sempre più un hotspot ciclistico internazionale. La città di Oudenaarde, già sede di arrivo del Giro delle Fiandre e del suo museo, oltre che proprietaria dell’Abbazia di Maagdendale, affitterà l’edificio a Visit Flanders.

«Per questo tipo di sviluppo – ha detto il ministro Demir al belga Het Nieuwsblad – il governo sta mettendo a disposizione 6 milioni di euro. L’organizzazione no-profit Centrum Ronde van Vlaanderen sarà responsabile della realizzazione del centro ciclistico».

Il piano di rilancio del ministro Zuhal Demir prevede lo stanziamento di 6 milioni di euro per il cicloturismo
Il piano di rilancio del ministro Zuhal Demir prevede lo stanziamento di 6 milioni di euro per il cicloturismo

Vetrina per le aziende

Nel nuovo centro si organizzeranno svariate attività. Ci saranno un ristorante in vero stile e gusto fiammingo, un negozio e noleggio di biciclette con la sua officina. Ci saranno docce e uno spazio espositivo per mostre temporanee. Ma l’edificio ospiterà anche un business center con sale riunioni, spazi per uffici, spazi di co-working, aree per presentazioni di prodotti ed eventi. L’intenzione è che i partner attivi nel mondo del ciclismo possano avere una vetrina privilegiata nel centro che sorgerà.

«Il luogo – dice il ministro Demir – deve essere un catalizzatore, un polo di attrazione per i cicloturisti nazionali e stranieri e la vetrina di tutto ciò che a Oudenaarde e nelle Ardenne fiamminghe ha a che fare con la cultura del ciclismo».

L’Abbazia di Maagdendale si trova al centro di rotte cicloturistiche (foto Stad Oudenaarde)
L’Abbazia di Maagdendale si trova al centro di rotte cicloturistiche (foto Stad Oudenaarde)

Fra storia e futuro

Dopo aver passato al vaglio svariate altre soluzioni, la scelta è caduta sull’Abbazia di Maagdendale. I requisiti richiesti erano basati sulla superficie interna e quella esterna. Sono stati assegnati punti anche per il potenziale della struttura, le possibilità di espansione, l’orientamento e l’aspetto. 

«L’iconica abbazia di Maagdendale – ha spiegato ancora Demir – era di gran lunga superiore agli altri siti studiati. L’edificio storico è un vero punto di riferimento, con il suo carattere aperto, l’aspetto internazionale e la splendida posizione sull’alzaia lungo la Schelda (il canale che bagna Anversa, ndr)».

I sei milioni di euro saranno erogati nei prossimi cinque anni, con il 2026 come termine per il completamento della conversione edilizia, mentre il centro dovrà essere pronto entro il 2028

Fiandre: un luogo tutto da scoprire… in bici

21.02.2022
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Le Fiandre sono uno dei luoghi più iconici al mondo quando si parla di arte, cultura e soprattutto ciclismo. La bici scorre lenta e ci fa da comodo mezzo di trasporto tra i festival del mare del Nord e le mostre di arte contemporanea e fiamminga della città di Bruges. Con il piacere di fermarsi ogni tanto e mettere le gambe sotto al tavolo per assaporare tutti i piatti della tradizione. Il tutto è fattibile grazie alle Icon Cycle Route, nove itinerari che si snodano lungo i territori fiamminghi, ognuno con le sue caratteristiche.

Gli itinerari si snodano lungo percorsi ciclabili attraverso tutto il territorio delle Fiandre
Gli itinerari si snodano lungo percorsi ciclabili attraverso tutto il territorio delle Fiandre

Bruges e l’arte contemporanea

Ogni tre anni la Triennale di Bruges apre le porte della città all’arte ed all’architettura contemporanea. Una mostra che permette ad artisti ed architetti di sbizzarrirsi presentando nuove installazioni temporanee.  La città, capoluogo delle Fiandre Occidentali, dal 2000 è diventata patrimonio dell’UNESCO e nel 2002 è stata capitale europea della cultura. Non sorprende quindi vedere la città proliferare di innovazione e di attività legate alla cultura. 

Le Fiandre sono famose anche per il cioccolato, alimento presente nella regione da più di cinquecento anni (foto sito Visit Flanders)
Le Fiandre sono famose anche per il cioccolato, alimento presente nella regione da più di cinquecento anni (foto sito Visit Flanders)

Le Fiandre: cibo, leggende e… birra

Le Fiandre sono famose non solamente per mostre e musei, ma anche per un’altra tipologia di arte, quella culinaria. Da queste parti, da più di 500 anni, si può assaggiare una grande prelibatezza: il cioccolato. Nei primi del ‘900 il maitre Jean Neuhaus fece un ulteriore passo in avanti, inventando il primo cioccolatino ripieno che chiamò “pralina”.

Oltre a gustare il famoso cioccolato potrete anche perdervi tra le 1.600 tipologie di birre artigianali prodotte in questo territorio. Sul suolo fiammingo si contano più di 220 birrifici attivi, e potrete assaggiare quasi 700 profili aromatici diversi al grido di: Schol! …che corrisponde al nostro Salute!

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Davanti al municipio di Anversa, la statua della leggenda secondo cui la città avrebbe preso il suo nome (foto sito Visit Flanders)

Ultime ma non meno importanti ci sono le leggende che caratterizzano questi luoghi. Ed è proprio da una di queste che si dice che Anversa (Antwerpen in fiammingo, ndr) abbia preso il suo nome. Si narra infatti che un gigante ostacolasse il passaggio delle navi dal fiume Schelda tagliando la mano a coloro che non pagavano il pedaggio. Così un soldato dal nome Barbo lo sfidò e vinse liberando la città dalla sua tirannia, e in segno di vittoria lanciò la mano del gigante nel fiume. Dalla combinazione di “hand” (mano) e “werpen” (lanciare) ebbe vita il suo attuale nome di Antwerpen.

Visit Flanders

Per conoscere i nove itinerari visitare il sito:

https://www.vlaanderenmetdefiets.be/en/

Sportful, freddo e acqua non ci terranno lontani dalla strada

16.10.2021
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Per temperature rigide e maltempo bisogna affidarsi a prodotti performanti e di qualità. Ecco tre proposte di Sportful per queste condizioni avverse che faranno da contorno agli allenamenti invernali di ogni ciclista. E se già il kit fornito ai professionisti è un’ispirazione per chiunque pedali, quel che segue alza ancora l’asticella. La Fiandre Medium Jacket, una giacca tecnica invernale che non teme l’acqua. E infine le calzamaglie: Fiandre Bibtight e Fiandre Norain Team Bibtight per proteggere le gambe dal freddo e dalle intemperie. 

Fiandre Medium Jacket

Uno strato in più per spingere contro il freddo, è questo l’obiettivo di Fiandre Medium Jacket. Una giacca adatta quando la temperatura scende, ma la voglia di salire in sella rimane. Frontalmente presenta uno strato in Goretex Infinium, sul retro invece un tessuto traspirante NoRain, con dettagli idrorepellenti lungo tutta la giacca. Le tasche hanno fori anti-acqua per proteggere gli oggetti personali.

Il tessuto nella parte superiore del collo, polsi e coda, è trattato con water-repellent. Comfort di utilizzo assicurato per vestibilità, grazie ai dettagli come il colletto doppio. Disponibile in 4 colori per 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 189,90 euro. 

Fiandre Bibtight

La calzamaglia Fiandre Bibtight è adatta a ogni condizione invernale. La membrana in Polartec Neoshell è stata applicata su punti strategici come fondo gamba e ginocchio, per consentire massimi livelli di protezione ed elasticità. Il capo ha uno spessore importante sulle gambe, ma leggero sul busto per accogliere meglio la termicità della giacca invernale.

Prezioso e funzionale il trattamento NoRain contro ogni imprevisto meteo. In corrispondenza della giacca la rete è leggera per favorire la traspirazione degli indumenti della parte alta. Disponibile in 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 169,90 euro. 

Fiandre Norain Team Bibtight

Un altro modello di calzamaglia ideata per la pioggia e non solo è Fiandre Norain Team Bibtight. Il tessuto termico spazzolato NoRain è trattato con esclusive nanotecnologie. Molto traspirante, non trattiene il calore nelle giornate secche e il suo trattamento idrorepellente è in grado di tenere fuori pioggia, neve bagnata e schizzi sollevati in corsa. In condizioni di bagnato estremo, non assorbe l’acqua e tiene più caldi. Ideale per uscite non inferiori ai 5°C, il capo ha un peso contenuto di 235 grammi. Disponibile in 6 taglie da S a 3XL ad un prezzo di 119,90 euro. 

sportful.com

Nelle Fiandre i mondiali si corrono anche su Strava

01.09.2021
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Manca davvero poco ai Campionati del Mondo di Ciclismo di Leuven, poco più di tre settimane. Dal 18 al 26 settembre le Fiandre torneranno ad ospitare per la settima volta la rassegna iridata e per gli appassionati di ciclismo sarà come se i Mondiali tornassero simbolicamente a casa, vista la passione che lega le Fiandre al ciclismo. Sarà poi un’occasione speciale in quanto si tratterà della centesima edizione dei Campionati del Mondo, che noi stessi vi abbiamo presentato qualche mese fa. E in tutto ciò non poteva mancare lo zampino di Strava.

Pronto a pedalare il “tuo” mondiale su Strava?
Pronto a pedalare il “tuo” mondiale su Strava?

Sfida iridata su Strava

Sono davvero tante le iniziative messe in campo per celebrare al meglio la rassegna mondiale e soprattutto per permettere agli appassionati di ciclismo di vivere pienamente l’atmosfera che si vivrà nelle Fiandre in occasione dei mondiali, appunto.

Fra le tante iniziative merita sicuramente una nota speciale “Flanders 2021 Challenge”, proposta da Cycling in Flanders, brand di Visitflanders (l’Ente del Turismo delle Fiandre) dedicato agli appassionati delle due ruote. In collaborazione con i Campionati del Mondo di Ciclismo su strada, nei giorni scorsi Cycling in Flanders ha deciso di lanciare una nuova sfida su Strava, l’applicazione diffusissima tra gli appassionati. A partire dallo scorso 25 agosto e fino al 7 settembre, pedalando per 7 ore in 2 settimane si potrà ottenere il badge ufficiale dei Campionati del Mondo di Ciclismo su strada UCI 2021. Per avere tutte le informazioni utili per poter partecipare basterà collegarsi alla pagina dedicata sul sito di Strava.

A Leuven stili moderni e classici si alternano con grande sintonia: scoprirli in bici è ancora più bello
A Leuven stili moderni e classici si alternano con grande sintonia: scoprirli in bici è ancora più bello

Una nuova sfida

“Flanders 2021 Challenge” ed è la seconda delle sfide ciclistiche nate dalla collaborazione di Visitflanders con l’app Strava. Nasce a distanza di un anno dalla “Flandrien Challenge – The Unbelievable Ride”, che proponeva un percorso di 59 segmenti, da completare in 72 ore. A chi riusciva a completare il percorso nel tempo stabilito era riservato in premio il privilegio di vedere il proprio nome accanto a quello delle leggende del ciclismo nel Centrum Ronde van Vlaanderen, il museo dedicato al Giro delle Fiandre di Oudenaarde.

Il mondiale che arriva è veloce, ma non mancano gli strappi in pieno stile fiammingo
Il mondiale che arriva è veloce, ma non mancano gli strappi in pieno stile fiammingo

Sempre più a misura di ciclista

A conferma del forte legame che lega le Fiandre al ciclismo di recente sono stati di inaugurati nove itinerari pensati esclusivamente per la bicicletta e che rientrano nel progetto delle “Icon Cycle Routes”, nato dalla collaborazione fra Visitflanders e cinque enti turistici provinciali. I nove itinerari vanno a formare una rete di piste ciclabili lunga 2.506 chilometri.

Visit Flanders

Le Fiandre “iridate” inaugurano nove itinerari ciclabili

03.07.2021
4 min
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I prossimi Campionati del mondo di ciclismo si svolgeranno dal 19 al 26 settembre a Leuven, nel cuore delle Fiandre. In un certo senso è come se il mondo del ciclismo avesse deciso di rappresentare l’evento più importante della stagione nella regione che ha fatto della bicicletta una vera e propria religione. La bicicletta è nel Dna dei fiamminghi ed è il mezzo perfetto per scoprire un territorio in cui le brevi distanze permettono di avere tutto a portata di pedale. 

A conferma dello stretto legame che lega le Fiandre al ciclismo sono stati di recente inaugurati nove itinerari pensati esclusivamente per la bicicletta e che rientrano nel progetto delle Icon Cycle Routes, nato dalla collaborazione fra Visitflanders, l’Ente del Turismo delle Fiandre, e cinque enti turistici provinciali. 

La mappa dei nuovi percorsi nelle Fiandre
La mappa dei nuovi percorsi nelle Fiandre

Un sito dedicato

Ad accomunare tutti i percorsi, pensati per offrire ai turisti una varietà di paesaggio e di offerta culturale, sarà una nuova e moderna segnaletica, una gestione efficiente e di qualità e un occhio di riguardo all’accessibilità nei punti di partenza e di arrivo con i mezzi pubblici. 

Sul portale flandersbybike.be sono disponibili una mappa essenziale degli itinerari ciclabili, un file gpx da scaricare su smartphone o gps, oltre a una descrizione di ogni percorso. 

Tutti i percorsi (tecnicamente) sono adatti anche alle famiglie, varia solo la lunghezza
Tutti i percorsi (tecnicamente) sono adatti anche alle famiglie, varia solo la lunghezza

Itinerari per tutti

I nove itinerari formano insieme una rete di piste ciclabili di ben 2.506 chilometri immerse in un paesaggio tanto vario quanto ricco. Partiamo da quelli più brevi.

L’Itinerario della Mosa (63km) è già esistente come itinerario EuroVelo 19 e itinerario ciclistico internazionale della Mosa, grazie al progetto delle Iconics Routes ha una nuova segnaletica stradale. Qui il fiume Mosa regna sovrano, offrendo scorci di natura incontaminata interrotta solo da piccoli villaggi come Maaseik e Oud-Rekem. 

L’Itinerario costiero (93km) si i snoda lungo il litorale belga, costeggiando le principali località balneari che si affacciano sul Mare del Nord, attraversando dune e boscaglie e offrendo un’esperienza sulle due ruote che combina natura, cultura e gastronomia. 

Tra i più facili c’è infine l’itinerario del fronte della Grande Guerra (100 km). Qui si pedala territori teatro di cruente battaglie nella Prima Guerra mondiale immersi tra campi di papaveri, trincee e suggestivi cimiteri militari, da Nieuwpoort a Mesen. 

Castelli e campagne a perdita d’occhio
Castelli e campagne a perdita d’occhio

I loop medi

L’itinerario della Green Belt /Cintura Verde (126 km) è perfetto per chi ha un debole per i castelli e i panorami mozzafiato. I dipinti di Bruegel qui prendono vita tra pascoli, vitigni e piantagioni di luppolo, interrotti dai campanili di piccole chiese come quella di Sint-Anna-Pede. 

L’itinerario della Schelda (181 km) collega alcune delle principali città d’arte delle Fiandre e fa da filo conduttore in questo itinerario che passa da Oudenaarde – città nota ai più per il Giro delle Fiandre e per il Centrum Ronde Van Vlaanderen ma che è anche la casa del pittore Adriaan Brouwer – dai castelli di Laarne e di Anversa e prosegue attraversando alcuni villaggi di pescatori. 

L’itinerario Kempen (203 km) vista la lunghezza può essere percorso in più giorni in modo da avere il tempo di godere appieno della varietà del paesaggio che alterna boschi e brughiera al ricco patrimonio industriale delle miniere di Genk e per le attività che si possono fare lungo il percorso, come le escursioni in canoa nei Kempense Meren (laghi di Kempen). 

Canali e ciclabili scorrono spesso parallelamente
Canali e ciclabili scorrono spesso parallelamente

Attraverso le Fiandre

L’itinerario delle città d’arte (332 km) è uno dei loop iconici più lunghi e sicuramente più attraenti per chi visita per la prima volta le Fiandre. Si parte alla scoperta di Bruxelles, Leuven, Anversa, Mechelen, Gent, Bruges e Ostenda, unendo in un unico percorso secoli di storia delle Fiandre. 

Con l’itinerario delle colline (459 km) si pedala lungo i muri e le strade che hanno fatto la storia del Giro delle Fiandre. Dal leggendario Geraardsbergen alle colline nei dintorni di Kortrijk, al verde Limburgo. Ci si avventura in un itinerario tra luoghi emblematici del ciclismo in mezzo a dolci colline e frutteti. 

Infine lui: l’itinerario delle Fiandre (952 km). Si tratta di un tracciato del tutto particolare che mette insieme le bellezze dei precedenti nove itinerari. Si va dalla campagna al mare, passando per le città d’arte e da piccoli villaggi storici. 

Per conoscere meglio i nove itinerari: https://www.vlaanderenmetdefiets.be/en/

Per visitare le Fiandre: www.visitflanders.com/it

Una botta sul Paterberg e la Van Vleuten le saluta

04.04.2021
3 min
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«Lo speravo davvero tanto. Il Fiandre era cerchiato di rosso sulla mia agenda da tanto tempo ormai», Annemiek Van Vleuten è raggiante dopo l’arrivo di Oudenaarde. Dopo dieci anni torna a conquistare la classica belga. Tra l’altro con un grande numero e vendicando, sullo stesso rettilineo, la sconfitta di poche ore prima del connazionale Van der Poel.

La partenza delle donne da Oudenaarde
La partenza delle donne da Oudenaarde

Percorso più duro

La gara femminile, come ci aveva detto anche Tatiana Guderzo prima del via, era cambiata molto quest’anno. L’inserimento di alcuni settori di pavè e la disposizione dei muri era più tosta che mai. Questo non faceva altro che avvantaggiare le più forti. E così è stato.

«Stavo bene, volevo partire anche prima – racconta la Van Vleuten – ma il vento era contrario e più volte mi sono dovuta trattenere. Poi però mi sono detta che avrei dovuto passare in testa sul Paterberg e così ho attaccato spingendo al massimo e ci sono riuscita». La foto di apertura rende bene l’idea: uno scatto secco come manuale impone.

Il chilometro finale se lo è goduto del tutto. Peccato l’assenza della gente a bordo strada, sarebbe stato un “bagno di trionfo” per lei. Che comunque qualche “film” se lo è fatto nella mente. Ha avuto tutto il tempo di assaporare lo striscione prima di alzare le braccia al cielo.

Come una crono

A quel punto, dallo scollinamento del Paterberg la campionessa della Movistar, squadra che tra l’altro vince per la prima volta nella sua storia una classica monumento tra le donne, ha iniziato la sua personalissima cronometro. Una “crono” sul filo dei nervi. In effetti non era facile gestire quei pochi secondi con quel drappello pronto a chiudere. Ma 38 anni servono pur sempre a qualcosa. La Van Vleuten ha gestito la pressione con grande esperienza, cercando di andare il più regolare possibile.

«Dal Paterberg in poi è iniziata una lunga crono – ha detto Annemiek – ma dall’ammiraglia mi hanno guidato benissimo. Sapevo dei loro movimenti. Ma io ho cercato di concentrarmi sul ritmo e basta, non pensando alle altre. Dopo il Paterberg quei 13 chilometri sono diventati lunghissimi».

La Van Vleuten nella sua personale crono nel finale, sullo sfondo le inseguitrici
La Van Vleuten nella sua personale crono verso Oudeenarde

Poche gare

E pure che la Van Vleuten fosse così in palla non tutte se lo aspettavano, almeno fino a mercoledì scorso quando ha vinto la Dwars door Vlaanderen. L’olandese infatti dall’inizio dell’anno ha fatto solo quattro giorni di gara (Fiandre incluso). Uno a febbraio e gli altri tre da fine marzo in poi. Strano per una ragazza che va per i 39 anni. In teoria dovrebbe correre di più per trovare brillantezza.

Ma proprio per cambiare, per tenere alti stimoli e tensione, Annemiek ha passato quasi tre settimane sul Teide, a marzo. E qualche volta si è anche allenata con Remco Evenepoel e gli altri ragazzi della Deceuninck-Quick Step.

«Eh sì – aveva detto la Van Vleuten – quella è stata una bella giornata, ma di certo molto impegnativa. Soprattutto per rientrare in hotel con i ragazzi: 37 chilometri di salita!».

Ma a quanto pare ne è valsa la pena!

Deceuninck compatta, genesi di un trionfo

04.04.2021
4 min
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«I direttori sportivi ci guidano perfettamente». Con queste parole Davide Ballerini questa mattina ci aveva congedato alla partenza del Giro delle Fiandre. E a quanto pare le sue dichiarazioni hanno trovato un immediato riscontro nella realtà. Come quasi sempre accade nelle classiche del Nord, infatti, la Deceuninck – Quick Step ha dominato la gara.

La bici di Asgreen in corrispondenza del sedile del meccanico, davanti quella di Alaphilippe
La bici di Asgreen in corrispondenza del sedile del meccanico, davanti quella di Alaphilippe

Quella bici sull’ammiraglia

Gli uomini di Patrick Levefere nel finale erano i più numerosi. Sono stati loro a oltre 80 chilometri dall’arrivo a dare un primo scossone. E anche in questa fase sono stati quasi dei geni della tattica. Infatti a smuovere le acque è stato proprio Kasper Asgreen, colui che poi ha vinto la gara. Con quella sua azione da lontano tutti hanno pensato che il danese corresse in appoggio ad Alaphilippe. Invece già al mattino in casa Deceuninck si sapeva che il capitano era proprio lui.
E a darci la conferma è anche un dettaglio che siamo andati a cercarci dopo l’arrivo. La bicicletta sul tetto dell’ammiraglia, proprio in corrispondenza del sedile posteriore destro, cioè quella a portata di mano del meccanico, era quella di Asgreen. E’ lì infatti che viene messa la bici del capitano. 

E mentre cercavamo questa verifica, i ragazzi sul bus facevano festa: urla stile indiano apache, musica tecno a tutto volume e un continuo viavai intorno al bus.

Il copertoncino Turbo in cotone da 28 mm di Asgreen (la sua pressione, poco più di 5 bar)
Il copertoncino in cotone da 28 mm di Asgreen (la sua pressione, poco più di 5 bar)

Copertoncino vincente

E in effetti si vedeva che il danese ne aveva. La sua espressione nell’affrontare i muri era sempre quella un po’ più rilassata. È anche la facilità con la quale ha chiuso su Van der Poel nell’attacco sul Kwaremont denotava una grandissima condizione. Il campione di Danimarca ha risparmiato moltissime energie. La sua squadra lo ha coperto totalmente per i primi 160 chilometri di gara, prima di quella azione a circa 80 chilometri dall’arrivo sul Molenberg.
Ma forse c’è dell’altro. In Specialized, marchio con cui corre la Deceuninck, non lasciano nulla al caso. I tecnici, in accordo con il team, hanno fatto moltissimi test sul campo. Il brand americano è tra i promotori del copertoncino. E oggi Agreen e i suoi compagni ne hanno utilizzato uno da 28 millimetri in cotone che, stando ai dati della casa, fa guadagnare un qualcosa come 10 watt al di sopra dei 40 chilometri orari per un corridore di 70 chili. Va da sé che per tutte quelle ore di gara e vista la media oraria stabilita, Kasper ha risparmiato davvero un bel po’… E probabilmente la sua freschezza nel finale è derivata anche da questo particolare (che poi particolare non è). Ormai la tecnica nel ciclismo non è più secondaria. Probabilmente è anche il primo “Monumento” per un copertoncino.

Lampaert, stanco ma felice, prende i cioccolatini in omaggio
Lampaert, stanco ma felice, prende i cioccolatini in omaggio

Deceuninck compatta

Ma non solo tecnica e gambe, per vincere certe corse serve anche una grande squadra. E può capitare che il campione del mondo faccia da gregario e lo faccia con entusiasmo, o comunque, senza tenere il muso. L’asso francese rideva mentre sfilava sul traguardo e osservava il maxi schermo che mostrava il replay della volata.

«Quando al mio secondo allungo hanno risposto tutti gli altri e in contropiede è partito Asgreen ho sperato il massimo per lui – ha detto Alaphilippe dopo l’arrivo – Kasper era in mezzo a quei due e non sarebbe stato facile per lui. Ma sapevamo che stava molto bene».

Uno degli ultimi atleti a raggiungere il bus ed aggregarsi alla festa della Deceuninck è il beniamino di casa, Yves Lampaert, al quale regalano anche dei cioccolatini dopo l’arrivo! Lui li mette in tasca e a sua volta li dà ai meccanici prima di salire sul bus.

«Vero, adesso si può dire – ammette Lampaert – Asgreen era il nostro capitano sin dal mattino. Sapevamo che era il più forte, lo ha dimostrato in questa settimana (domenica scorsa aveva vinto ad Harelbeke, ndr). E soprattutto durante la corsa Julien ha detto che non era al top, quindi era normale puntare su di lui. La caduta? Fortunatamente non ha inciso sulla nostra tattica, non abbiamo perso uomini, almeno nella fase che contava. Siamo riusciti a correre compatti come volevamo. E il fatto che Asgreen abbia battuto Van der Poel in volata è un qualcosa di fantastico».

Un po’ però la caduta ha influito, almeno sull’esito degli uomini in gara. Asgreen infatti era rimasto coinvolto. E con lui Ballerini.

«Lo ho aiutato io – dice Davide – a rientrare, ma visto come è andata la corsa, alla fine era veramente l’unico che aveva la forza per battere Van der Poel. Chapeau!».