Lo stacco è anche alimentare. Assalto ai cibi proibiti

15.10.2021
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Fra 48 ore la stagione dei professionisti sarà definitivamente conclusa. Dopo la Veneto Classic davvero sarà fatta. Ma per moltissimi corridori e “corridore” lo stacco è già iniziato. Ed è quello vero. Quello di fine anno e non quello che serve a recuperare energie nel bel mezzo della stagione. Uno stacco totale, anche dal punto di vista dell’alimentazione.

Con Erica Lombardi, dietista dell’Astana Premier Tech, proviamo fare un articolo, a tratti anche divertente sulle “zozzerie” che possono mangiare gli atleti. Quali e quanti cibi proibiti?

Durante l’anno i corridori mangiano soprattutto carboidrati, ma conditi in modo leggero
Durante l’anno i corridori mangiano soprattutto carboidrati, ma conditi in modo leggero

Assalto a McDonald!

Elisa Balsamo preferisce le lasagne, gli hamburger e il sushi. Marta Bastianelli va di pizza, gelato e cioccolato. Il russo Vlasov si butta su patatine fritte, hamburger e pizza. Matteo Sobrero invece è più tradizionalista e si tuffa sulle tagliatelle. Mentre Davide Martinelli vota per pizza, hamburger e sushi. E come loro tanti altri… 

«Quei bei panini imbottiti con hamburger, salse e bacon, ma anche patatine fritte e pizza sono le cose che più vogliono mangiare i miei ragazzi in questo periodo – dice la Lombardi – Però bisogna anche starci un filo attenti, per due motivi: il primo, perché okay lo stacco ma tra meno di un mese già riprendono i ritiri. E il secondo, perché siamo in autunno e i cibi golosi messi a disposizione da madre natura sono più pesanti rispetto a quelli dell’estate. In poche parole, d’estate c’è l’anguria, d’inverno le castagne».

«La cosa che ho notato è che non chiedono molto i dolci, perché tutto sommato i carboidrati li mangiano tutto l’anno. Forse chiedono un po’ di più la cioccolata, ma tutto sommato i dolci li mangiano. Per dire, il Mars in certi allenamenti se lo portano dietro. Invece il salame, la patatina fritta e questi cibi più conditi e saporiti no».

Dal nutrirsi al mangiare

La Lombardi fa una differenza semplice ma sostanziale. Fino a pochi giorni fa gli atleti si nutrivano, adesso mangiano. La differenza è il gusto.

«Fino a qualche giorno fa mangiavano patate lesse. Adesso le mangiano fritte. Se ci si pensa, un panino anche se grasso non è la fine del mondo. Si abitua anche l’organismo a digerire questi cibi più pensanti, senza contare che la stessa digestione fa bruciare di più in quanto più difficile. Si chiama termogenesi indotta. In pratica più mangi leggero e meno sprechi. Se invece mangi più grassi e proteine consumi di più per scinderli».

«Ma questo stacco è importante. E’ importante soprattutto per la testa. Una ragazza che seguo, nelle ultime gare davanti all’ennesimo piatto di riso e patate lesse mi ha detto: io non ce la faccio più a mangiare. L’atleta – dice la Lombardi – deve essere felice. A volte anche durante un Giro se un corridore è un po’ giù sono io che gli dico: senti, ma perché stasera non prendi un dolce? Per dire… Alla fine una piccola concessione fa bene all’umore e comunque produce endorfine. Staccare è importante, ma è anche importante non distruggersi. Oggi non capita più di vedere corridori irriconoscibili dopo un mese di stacco. Anzi, c’è quasi il problema opposto. Hanno paura d’ingrassare».

E questo è un qualcosa ben diverso da quanto accadeva un tempo. Ma c’è un perché…

«Il perché è che, almeno io in Astana, in qualche modo li faccio “sgarrare” anche durante l’anno. Gli dò delle concessioni e non sono sempre solo privazioni. Per esempio la pasta al pesto. E’ pesante, ma fatta in un certo modo col nostro chef ecco che è buona lo stesso ma meno pesante. E questo alla lunga incide eccome».

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Per la Lombardi dopo lo stacco invernale il corridore non dovrebbe aver preso più di 2-3 chili
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Per la Lombardi dopo lo stacco invernale il corridore non dovrebbe aver preso più di 2-3 chili

Ma occhio ai chili

Si mangia e ci si “sfoga”. Non è più come una volta è vero, durante la stagione, qualcosina la si concede, ma è anche vero che vengono concessi meno chili durante lo stacco. E non è tanto la dietista o la squadra ad imporre questi limiti, ma il ciclismo moderno che vuole sempre tutti più al limite.

«Come accennato, fra meno di un mese ci sono i ritiri e a gennaio già si corre, non tutti, ma per qualcuno è così. Io dico che il limite sia di due, massimo tre chili. Oltre si fa fatica a ritirarli giù. Posto poi che non c’è una regola univoca. E il rischio maggiore non arriva tanto dallo sgarro a tavola, ma dalle calorie bianche: spuntini e alcool. Quando noi beviamo una Coca Cola, noi stiamo mangiando zuccheri. Se prendiamo una birra, stiamo mangiando carboidrati. Quando si è a casa, si è più portati allo “spizzichino”: una fetta di salame, un cioccolatino, un biscotto… ».

«E poi ripeto, un bel po’ di sfortuna per quel che riguarda i chili dipende dalla stagione. Sia perché il fisico tende a mantenere di più i grassi, sia perché ci sono cibi più calorici. Quando uno dice: è autunno, mi sono fatto un piatto stagionale. Quindi ci si prepara una zuppa di zucca, delle castagne e magari si chiude con un kaki o dell’uva, ecco che si è fatto un enorme carico di calorie. D’estate con anguria e cibi freschi è molto più difficile ingrassare. Gli sciatori di sicuro sono più avvantaggiati dei ciclisti per lo stacco!»

Europei e mondiali: distanze differenti. Come si mangia?

10.09.2021
5 min
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Entriamo nel vivo dei grandi appuntamenti di questo finale di stagione: il campionato europeo e quello mondiale. La prova di trentina ha un tracciato un po’ più lineare (circa 180 chilometri), ma nel complesso è altimetricamente “più duro”, quella belga (circa 268) è molto più nervosa con tantissimi strappi. Ebbene, come si mangia per queste due gare?

Percorsi a confronto

A risolvere i nostri dubbi è lei, Erica Lombardi, dietista dell’Astana che ormai abbiamo imparato a conoscere bene in questi mesi. 

«Partiamo da prima del via: le scorte di glicogeno che andranno fatte nei giorni precedenti saranno importanti, ma va anche ricordato che il nostro “serbatoio” è limitato e alla fine oltre una certa dose di grammi di carboidrati non posso metterci, pertanto è inutile ingolfarsi. La vecchia teoria del carico dei carboidrati va in parte sfatata. Non è che se si mangia tantissimo, si avranno altrettante scorte. Questo è il senso».

Davide Cimolai, rifornimento, Giro d'Italia 2020
Davide Cimolai, al rifornimento, Giro d’Italia 2020. La strategia alimentare in corsa sarà determinante
Davide Cimolai, rifornimento, Giro d'Italia 2020
Davide Cimolai, al rifornimento, Giro d’Italia 2020. La strategia alimentare in corsa sarà determinante

Adattarsi alle situazioni

«Quindi la vera differenza sta nella strategia di alimentazione in corsa: cioè come distribuirò l’assunzione di paninetti, gel, liquidi, rice cake… e questa varia anche in base al ruolo del corridore. Se un atleta deve andare in fuga subito mangerà più zuccheri, magari anche dei gel all’inizio. Se invece deve andare forte nel finale, nelle prime fasi manderà giù degli alimenti più proteici.

«Un altro elemento che conta è il fattore meteo, che può variare – dice la Lombardi – E’ vero che oggi abbiamo App e sistemi con i quali possiamo ben prevedere che tempo farà, ma l’incognita resta. Noi ci interfacciamo sempre con i nostri preparatori e diesse per meteo e tattiche che riguarderanno i singoli atleti, ma proprio perché appunto il meteo e la tattica possono variare è importante che i ragazzi sappiamo adattarsi alle situazioni da soli.

«Si chiama coaching alimentare: in pratica gli insegniamo come si mangia. Faccio un esempio. Si pensa di adottare un certa tattica, invece si parte fortissimo ed ecco che magari si manda giù subito un gel perché non si ha tempo per mangiare un panino più proteico. Solo che poi si deve evitare il rebound di zuccheri iniziale e non si può mangiare solo gel. Pertanto, appena possibile, dovrebbero mangiare un paninetto salato. Idem se ci sono dei ventagli: anche se il percorso è piatto il dispendio energetico è molto simile a quello che si fa in salita. Per questo è importante che i ragazzi sappiamo poi adattarsi alle situazioni in corsa».

Okay il riso, ma le fibre a ridosso di eventi tanto importanti sarebbero da evitare secondo la Lombardi
Okay il riso, ma le fibre a ridosso di eventi tanto importanti sarebbero da evitare secondo la Lombardi

Carboidrati prima del via…

Dicevamo di una differenza di circa 85 chilometri e tutti questi fattori da valutare (meteo, tattica, tipologia di corridore…), ebbene proviamo a fare una stima di quel che si mangia: prima e durante la corsa. Immaginiamo delle gare con andamento lineare (un ritmo regolare all’inizio, con fuga di alcuni outsider e un finale da fare forte) e meteo buono: sole, né caldo, né freddo.

«Con il mio collaboratore, Giacomo Garabello – spiega la dietista – facciamo un prospetto per due atleti: uno che pesa sui 65 chili e uno sui 75. E cerchiamo di capire quale sarà il loro dispendio energetico nelle due corse e cosa dovrà mangiare.

«Partiamo dalla cena. Si potrebbe ipotizzare 180 grammi di carboidrati nel contesto di una cena così: 320 grammi di pasta (peso dopo la cottura), 150 grammi di patate, 15 grammi di gallette, 60 grammi di crostata, 150 grammi di ananas. Stessa quantità di carboidrati anche a colazione: 150 millilitri di uno smoothie, 200 grammi di porridge + 40 di muesli, 20 grammi di marmellata (o 10 grammi di miele) e 50 grammi di banana. E poi 150 grammi di riso bianco, 80 grammi di pane, 10 grammi di miele. Anche per porridge e riso ci si riferisce al peso dopo la loro cottura».

Alimentarsi in corsa sarà determinante nelle tempistiche e nelle quantità degli zuccheri da assumere
Alimentarsi in corsa sarà determinante nelle tempistiche e nelle quantità degli zuccheri da assumere

E in corsa…

Poi cambierà la la strategia alimentare in corsa: sia in base al ruolo del corridore che alla sua struttura. Un atleta di 65 chili agli europei si stima possa consumare dalle 3.000 alle 3.500 Kcal, uno di 75 dalle 4.000 alle 4.500. Il tutto aumenta un bel po’ ai mondiali che sono più lunghi. Il corridore da 65 chili spenderà circa 6.000 kcal, quello di 75 chili circa 6.500 kcal.

«Il rifornimento in gara poi è molto individuale, ma il consiglio che vale per tutti è quello di alternare la tipologia di carboidrati: rice cake, barrette, panini. Al mondiale, che è più lungo, bisognerebbe optare per alimenti dal maggior volume bromatologico, come più panini salati o comunque cibi solidi. 

«Inoltre le temperature non sono più così calde e un eccesso di zuccheri non fa così bene. Aumenta il rischio di avere poi dei problemi gastrointestinali, quindi meglio evitare soluzioni troppo concentrate. E poi torniamo al discorso sul “serbatoio” fatto in apertura. Un atleta non può assimilare oltre 120 grammi di carboidrati l’ora. Quindi se si mangia troppo non si assumeranno più “carbo”. Per questo è importante, e resta valida, la regola del poco ma spesso. Il timing è ogni 15′ almeno un sorso dalla borraccia, ogni 30′ un bocconcino solido». 

Benelux Tour, a tavola con Sobrero: riso bianco e patate

03.09.2021
7 min
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Andare a tavola al Giro d’Italia, con la squadra che porta lo chef e lo chef che coccola i corridori, è uno dei momenti top della giornata. Ma se finisci a correre al Benelux Tour e il cuoco non c’è, prima rimpiangi la cucina del Giro e poi pensi a quella di casa. Come dicono spesso i nutrizionisti dei team, la tavola deve essere anche un momento di allegria.

Matteo Sobrero, guarda caso, è al Benelux Tour e piuttosto che parlare di tempi, watt e ordini di arrivo, ci è venuto in mente di chiedergli come si mangi in una corsa del Nord al confronto di quel che si farebbe a casa. Anche per capire se i consigli dei nutrizionisti, in questo caso la nostra amica Erica Lombardi, siano applicabili quando in tavola ti trovi ogni giorno riso in bianco, una fetta di carne e due patate lesse.

«In questi anni – sorride il campione italiano della crono – ho imparato che quando si corre quassù, anche la tappa più piatta e in apparenza innocua si può trasformare in un calvario per un corridore di 63 chili come me se quelli di 80 chili decidono di accelerare. Per cui anche a tavola bisogna comportarsi di conseguenza. Guai farsi trovare vuoti, non torni più a casa».

Di solito si dice che la base del giorno dopo si cominci a fare con la cena.

Io invece inizio dalla merenda. Se la tappa finisce presto, dopo i massaggi si riesce a mangiare qualcosa per non arrivare a cena con una fame da lupi. Mangio in base a quanto hai speso durante il giorno e soprattutto mi permette di mangiare meno a cena e di dormire più leggero.

Che cosa hai mangiato oggi (ieri per chi legge, ndr)?

Uno yogurt con muesli e un po’ di mandorle. Poi qualche biscotto con il cioccolato, perché siamo in Belgio e il morale ha bisogno di essere sostenuto. Queste non sono esattamente le mie corse…

Dove trovi questi alimenti?

In hotel abbiamo una food room gestita dai massaggiatori e assortita in base alle indicazioni dei nutrizionisti. Vado lì, sento se ci sono indicazioni particolari oppure faccio da me. Trovi di tutto. Anche a casa la merenda è un momento importante, serve per spezzare il pomeriggio e non arrivare a cena troppo affamato. Diciamo che lo schema alimentare a casa riprende quello in corsa, ma con differenze di alimenti.

Il Benelux Tour ha tappe velocissime e dispendiose per un atleta di 63 chili
Il Benelux Tour ha tappe velocissime e dispendiose per un atleta di 63 chili
Cambia tanto senza cuoco?

E’ diverso. Il cuoco, soprattutto il cuoco italiano, sente il nutrizionista e poi fa lui, aggiungendo qualche tocco di colore e sapore agli alimenti necessari. Al Giro abbiamo sempre mangiato bene, con qualche sugo, il risotto alle verdure. Qua invece si va avanti con riso o pasta in bianco, patate e un paio di secondi a scelta: il classico menù concordato fra hotel e organizzatori. Mangiare così per una settimana diventa pesante, andare a tavola al Giro invece è piacevole.

Come si… sopravvive a una settimana di riso e patate?

Sono tanti anni ormai che lavoro con Erica Lombardi (dietista dell’Astana, ndr) e ho imparato qualcosa, anche se non si smette mai di farlo. Cerco sempre di gestirmi un po’. Se devo avvicinarmi a un appuntamento importante, sono solito sentirla. Oppure quando si tratta di andare in altura, dove si lavora tanto e l’alimentazione è decisiva per non buttare a mare il lavoro fatto.

L’Astana al Giro e nelle grandi corse ha con sé Daniele Zanieri, lo chef dei corridori
L’Astana al Giro e nelle grandi corse ha con sé Daniele Zanieri, lo chef dei corridori
Lassù cucina il cuoco dell’hotel, a casa chi lo fa?

A casa, cucina mia mamma, oppure la mia compagna quando sono da lei. E’ diverso, come avere il cuoco alle corse. E’ un mangiare più normale, con prodotti freschi in base alla stagione e sempre in base a quello che si è fatto nella giornata e cosa si farà il giorno dopo. In genere però la strategia alimentare riguarda anche periodi più lunghi. Ad esempio al Polonia ero stanco, probabilmente non avevo assimilato bene il lavoro in altura, e nelle due settimane successive ho ricaricato le batterie dando la precedenza a carboidrati e zuccheri. Ci sono tante varianti, puoi pianificare quello che vuoi. Ma basta che qualcosa vada di traverso e devi passare alla guida manuale, ascoltando il tuo corpo.

Alle corse a anche a casa, il bicchiere di vino a tavola c’è sempre?

Sembrerà strano, ma nonostante i miei siano viticultori, a tavola non beviamo vino. Magari alle cene importanti o alle feste o se si va a cena fuori, altrimenti nella quotidianità il vino non c’è. Per cui anche alle corse non è un problema non bere, sono fuori per lavoro: giusto fare tutto al meglio.

Il riso a colazione si mescola con quello che capita: dalle verdure alle uova, fino anche all’avocado
Il riso a colazione si mescola con quello che capita: dalle verdure alle uova, fino anche all’avocado
Colazione in corsa: cosa mangi?

La pasta o il riso li uso spesso, ma dipende anche dalla gara. Al Giro mangiavo più spesso il riso, perché la pasta si mangiava a cena. Mi siedo a tavola e prendo subito il riso. Se cominciassi con porridge o pane, avrei subito il senso di essere pieno, ma dopo poco so che mi sentirei vuoto. Poi però ci sono giorni che mangi solo porridge, magari se la tappa è corta.

Come condisci il riso o la pasta?

Con tutto quello che capita. Se la pasta è al dente e buona, vanno bene olio e parmigiano. Altrimenti nel riso metti anche le uova strapazzate, oppure il parmigiano e la bresaola. Quello che trovi al buffet. A volte anche l’avocado.

Mangi così anche a casa?

No, si va più sul semplice e sempre in base a quel che si deve fare. Di solito ci sono pane, fette biscottate, cereali come muesli o avena o semplici corn flakes soffiati. E qualcosa di proteico. Se faccio distanza, arrivano porridge e pane. Se devo fare lavori di intensità, fette biscottate spalmate.

In corsa, panini o barrette e gel?

Preferisco i panini, almeno nelle prime fasi. Sono buone anche le ricecake, che preparano con pistacchio o frutti rossi. Però il panino con prosciutto e filadelfia è sempre il mio preferito, oppure quello con banana e marmellata. Poi arriva il momento delle barrette, dei gel e delle borracce con maltodestrine o sali.

alimentazione
La merenda dopo la tappa serve a spezzare il pomeriggio e arrivare a tavola senza il senso della fame
alimentazione
La merenda dopo la tappa serve a spezzare il pomeriggio e arrivare a tavola senza il senso della fame
A casa ti fermi al bar?

Non sono un amante delle soste, ma certo capita di farle, soprattutto nelle distanze più lunghe. Quando faccio lavori specifici, cerco di simulare l’alimentazione di corsa, con lo stesso dosaggio di carboidrati per ora. Anche quello è un aspetto da allenare. Se non ti abitui, rischi di non riuscire a stare nei tempi giusti e la paghi cara. Se fossi un amatore, la pausa panino al bar non me la toglierebbe nessuno.

Cosa metti nelle borracce, a casa e in corsa?

Le maltodestrine non mancano mai, ormai si va così forte e non sempre si ha il tempo per mangiare, che i carboidrati in qualche modo devi mandarli giù. Ma solo malto è troppo pesante, per cui devo sempre avere anche una borraccia di sali o d’acqua. Viaggio sempre con due borracce, tranne che nel finale. Anche se alcuni velocisti…

Che cosa fanno?

Per stare leggeri e superare meglio le salite, partono con una sola borraccia e niente nelle tasche, lasciando che siano i compagni a portare tutto per loro.

Si mangia anche dopo l’arrivo, prima della merenda?

Appena arrivati beviamo. Acqua, Fanta, quello che troviamo. Poi il massaggiatore ci dà una borraccia di carboidrati per velocizzare il recupero. Sul bus troviamo invece quella con le proteine e aminoacidi. Quindi facciamo la doccia e durante il trasferimento si mangiano riso e patate. Se si finisce tardi, non si ha il tempo di fare poi la merenda. Altrimenti si fa come abbiamo detto all’inizio.

Se la pasta è buona, non serve neanche condirla: bastano olio e parmigiano
Se la pasta è buona, non serve neanche condirla: bastano olio e parmigiano
Al Giro c’è la pesatura quotidiana, al Benelux?

No, ti regoli da solo, non è una cosa ossessiva. Comunque tra il Giro 2020 che era il primo e quello del 2021 ho visto delle differenze. L’anno scorso perdevo peso anche se mangiavo, quest’anno ho perso poco e ne sono uscito bene. E’ difficile gestirsi in tre settimane e con la giusta strategia alimentare cambia tutto. Mi dicevano che siccome sono giovane, mangiare di più cambia poco perché bricio tutto alla svelta. Al contrario, se vai sotto peso, finisci kappaò.

Manca il pranzo a casa dopo l’allenamento…

Normale, un primo e un secondo, in base a quello che ho fatto. Erica ci raccomanda di abbinare sempre primo e secondo. Anche se ovviamente c’è primo e primo…

E’ arrivata l’ora di cena, Matteo ride e dice di pregustare già il riso bollito e le patate. Per fortuna la convocazione ai mondiali della crono gli ha messo davanti un bell’obiettivo per cui lavorare. E anche quel riso e quelle patate diventeranno parte della stessa grande costruzione. Buon appetito e buon lavoro a tutti i corridori del gruppo.

I pro’ e la frutta. Ottimo connubio, ma con delle regole

16.08.2021
4 min
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Frutta e professionisti: un connubio che non sempre va bene e che va usato con determinate cautele.  La frutta fa bene, ma se “usata” senza le dovute conoscenze può rivelarsi un boomerang.

Soprattutto in questo periodo di grande caldo, si tende a mangiarne di più: i pro’ come le persone normali. Persino in gara. Persino alla Vuelta. Con la crono che sabato è partita tardissimo, i corridori si sono “appoggiati” molto alla frutta (specie essiccata) prima del via per mantenere un certo livello glicemico nell’arco di tutta la giornata.

Più la frutta è colorata e matura e più contiene zuccheri
Più la frutta è colorata e matura e più contiene zuccheri

Scelte ponderate

«Partiamo dal fatto – ci spiega Erica Lombardi, dietista dell’Astana – che ogni tipologia di frutta può essere utilizzata in base al tipo di allenamento e di focus antropometrico, cioè se devo dimagrire, recuperare, incamerare energie. In base a questo bisogna saperla scegliere, ma è una regola che vale per tutti i cibi.

«La frutta può completare un carico di carboidrati. Ma bisogna sempre essere molto attenti. Una banana chiaramente è diversa da un’anguria e anche il grado di maturazione conta».

Negli hotel dei corridori ci sono diversi tipi di frutta: secca (proteica), essiccata (zuccherina), normale (vitamine, sali e carboidrati)
Negli hotel dei corridori ci sono diversi tipi di frutta: secca (proteica), essiccata (zuccherina), normale (vitamine, sali e carboidrati)

Occhio alle quantità

Con il caldo dicevamo anche i pro’ in qualche modo la cercano di più. Ma essendo ricca di zuccheri devono stare attenti.

«La cercano di più è vero. Magari perché rientrano ed hanno caldo e cercano un qualcosa di fresco, perché non hanno voglia di cucinare… Ma il detto del “mangiare frutta e verdura a volontà” non è molto corretto – sottolinea la Lombardi – la frutta contiene molti zuccheri ed è facile da digerire. Succede così che il corpo non consuma praticamente energie proprio per digerirla e in un professionista che calcola quel che deve mangiare “al milligrammo” può verificarsi un aumento di peso. Così come non va bene in sostituzione totale dei pasti e dei carboidrati complessi, in quanto poi quando si ricomincia a mangiarli si può avere un “effetto yo-yo” (in pratica si assimilano moltissimo i carboidrati tipo la pasta, ndr)

«Inoltre mangiarne tanta può portare a disturbi gastrointestinali. Ci si gonfia, si assume peso, che sia per maggiore quantità di liquidi o per fibre, ma per il corridore tutto ciò diventa un problema di fastidio e anche un po’ psicologico».

Gli estratti sono ideali al mattino
Gli estratti sono ideali al mattino

Da liquida a solida…

Ma come divide quindi il pro’ la sua dose di frutta nell’arco della giornata? «Innanzitutto io sostengo che l’assunzione di frutta vada cambiata anche nella forma: da più liquida a più  “masticata”, diciamo così. Quindi penso a dei frullati o meglio ancora dei centrifugati da bere al mattino, una macedonia a pranzo e un frutto normale nel pomeriggio o alla sera. Per la colazione, visto il periodo, direi che vanno bene  mirtilli, che i corridori aggiungono anche nel porridge così come le rotelline di banana, ed estratti di papaya, banana, lamponi…Se mi devo allenare per perdere peso scelgo frutti con meno zuccheri, quindi mirtilli, avocado, mela verde… in generale frutta meno colorata. Se invece devo fare un allenamento più intenso in cui mi serve più energia allora meglio la frutta essiccata che è un concentrato di zuccheri, per esempio le albicocche, questa va bene anche per il recupero quando si rientra.

«A pranzo appunto, ci sta bene una macedonia, ma meglio mangiarla subito, magari appena fatta la doccia. La frutta ha zuccheri semplici e questo va bene per il recupero. Meglio quindi una macedonia prima della pasta. E nel resto della giornata va bene un frutto di stagione. E se alla sera voglio una macedonia non c’è nessun problema. Anzi… La frutta contiene vitamine ed enzimi che stimolano l’assorbimento del ferro per esempio».

Nonostante tutto diventi più “tecnologico” la banana resta sempre in voga
Nonostante tutto diventi più “tecnologico” la banana resta sempre in voga

La mitica banana

In apertura si vedono delle banane penzolare. Abbiamo scelto una foto scherzosa (e anche un po’ datata) ma che in qualche modo riuniva i due soggetti chiamati in causa: la frutta e i corridori. Ma restando in tema banane c’è da dire che molto spesso ancora si vedono i pro’ con la banana nella tasca, nonostante le barrette, nonostante un’alimentazione sempre più curata e “maniacale”… Perché? 

«Vero – conclude la Lombardi – questo frutto ha sempre il suo perché. Contiene sali minerali e una certa dose di carboidrati, senza contare che è molto pratica. So persino di corridori di altissimo livello che almeno in allenamento hanno portato con sé degli estratti di banana. Ma per me ci sono altri frutti molto validi. L’avocado per esempio, i mirtilli, il pompelmo… E ognuno per determinati momenti».

Dallo Zoncolan a Sega di Ala, a tavola con l’Astana

22.05.2021
5 min
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Sono magrissimi, così in condizione da risultare fragili. I corridori del Giro, quelli che sono qui a giocarsela, vanno seguiti in ogni dettaglio, sapendo che basta un colpo di freddo per mandare tutto in malora. Puoi pianificare quello che ti pare, ma il ciclismo è uno sport di situazioni e le situazioni, per quanto bravo, non potrai mai prevederle. Figurarsi oggi sullo Zoncolan.

Erica Lombardi è la dietista dell’Astana-Premier Tech al Giro, la squadra di Alex Vlasov. Già con lei in passato avevamo parlato della necessità di gestire con equilibrio l’alimentazione durante il Giro. Ma oggi, con la tappa che si arrampica sul Mostro friulano e lo sguardo sulle montagne dei prossimi giorni, il ragionamento si fa più specifico, molto interessante, ancorché complesso.

«Il Giro non è il Tour – comincia – dove la stagione è ben definita e non ci sono clamorosi sbalzi climatici. Qui invece è tutto un cambiare, per cui la programmazione presenta delle criticità. Ieri verso Verona era una tappa tranquilla, ma in ogni caso c’era da stare attenti sin dalla vigilia a cosa mangiare, per scongiurare il rischio di trovarsi vuoti a 48 ore dalla tappa dello Zoncolan».

Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Quale è l’attenzione primaria?

Che abbiano energie e siano leggeri, tenendo però conto che la troppa leggerezza la paghi per altri aspetti. Il glicogeno ha un tempo di ricostruzione di 48 ore, per cui si è cominciato da ieri a ragionare del fatto che oggi si farà lo Zoncolan e che nei prossimi giorni ci saranno altre tappe dure. Non si può andare per compartimenti stagni.

Quindi?

Quindi non si può calcolare tutto alla perfezione, ma non puoi dargli meno di quello che necessitano. Non sono macchine. Il calcolo dei macronutrienti, ma più segnatamente dei carboidrati, si fa in base ai watt. Un calcolo che però viene aggiornato in base a come si sente il corridore. Per questo avere il dietista allo stesso tavolo aiuta a prendere le misure.

Come funziona il calcolo dei carboidrati in base ai watt?

Si fa gioco di squadra. Dopo la tappa, io li peso e il dottore fa il punto sull’idratazione. Il peso così raccolto lo giro al preparatore che mi manda in risposta la situazione dei watt in rapporto al peso. Ci stiamo avvicinando alla perfezione, ma il ciclismo resta sempre uno sport empirico. In un grande Giro è sempre meglio avere qualcosa in più, che trovarsi scoperti. Pesare poco significa perdere potenza.

Quindi da ieri è iniziato il recupero per la tappa di oggi?

Esatto, si parte con alimenti funzionali nel dopo tappa. Le linee guida generali dicono che bisogna ridurre al minimo se non eliminare totalmente le fibre, per favorire l’assorbimento dei carboidrati.

Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Carboidrati quindi sempre pasta?

Pasta, oppure riso, patate americane, verdure non verdi come le barbabietole rosse, il cui contenuto in nitrati, in un quadro più articolato, aiuta il corpo a ossigenarsi.

In una tappa come quella di oggi, come mangeranno in corsa?

La regola è che si vada in progressione, mangiando cibi solidi nelle prime fasi, passando poi ai gel e le maltodestrine. Molto dipende dal ruolo del corridore in corsa.

Lo Zoncolan di quest’anno ha 3 chilometri finali durissimi, ma prima non è irresistibile…

Prima del tratto duro, è indicato mangiare un gel a rapido rilascio, sempre che si riescano a staccare le mani dal manubrio. Esiste una pratica molto diffusa nel calcio, il mouth rinsing, che consiste nel risciacquarsi la bocca con liquidi a base di carboidrati, come i calciatori che bevono e poi sputano prima di ingerire. Tramite questo sistema, dai stimoli all’organismo che sta già assorbendo i carboidrati ingeriti in precedenza. Per cui può essere utile fare un sorso dalla borraccia salendo sullo Zoncolan. Un sorso e si rimette a posto, perché adesso non si può più buttarle ai tifosi sulla strada.

Hai parlato di riuscire a staccare le mani dal manubrio…

Se c’è un’azione, un attacco… puoi aver programmato quello che vuoi, ma nella fase concitata, non riesci a prendere il gel, per cui è il corridore a dover reinterpretare la strategia. Per cui pensate a quante attenzioni debbano avere questi ragazzi, dai watt al momento in cui mangiare.

La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno alla vigilia dello Zoncolan
La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno
E poi c’è il meteo.

La pioggia complica tutto, il freddo anche, perché magari non riescono a prendere gli zuccheri con le mani congelate o in situazioni al limite.

Stasera dopo l’arrivo cosa mangeranno?

C’è una finestra di un’ora in cui si va a ripristinare il livello di glicogeno, ingerendo solo carboidrati. Si gioca tutto in quel breve tempo, a prescindere che sia stato caldo o freddo. Gli studi più recenti hanno stabilito che si possono integrare 120 grammi di carboidrati per ora, contro i 90 che si riteneva in precedenza. Oltre questo limite, non si assimila più. Come se, dovendo fare un lungo viaggio in auto, si volessero mettere 100 litri di benzina in un serbatoio che ne contiene 60. La capienza è quella. Ma se hanno preso freddo, si deve anche lavorare sui grassi, sia dopo corsa che nelle ore successive.

Quando li pesi?

La mattina e dopo la tappa. Se si perde un chilo di liquidi se ne deve integrare il 150% per cui si dovrà bere un litro e mezzo. L’obiettivo è mantenere il pezzo più regolare possibile.

Quindi il tanto raccontato calo di peso a fine corsa ormai è superato?

Dipende dai corridori e dalla loro esperienza. I giovani hanno più sbalzi, un corridore come Fuglsang sa gestirsi bene anche da solo.

Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Vlasov è esperto?

Con Vlasov lavoro dai tempi della Gazprom, ma di fatto ha corso solo la Vuelta del 2020 e questo è il primo Giro da capitano. L’ideale è finire in crescendo, stando attenti a non gonfiarsi di liquidi, per cui il medico ricorre alla biompedeziometria per valutare la ritenzione idrica.

Quanto è difficile il tuo lavoro?

Bisogna lavorare per avvicinarsi il più possibile alla ricetta migliore, sapendo che si può sbagliare e che magari non si riceveranno complimenti, ma di certo non mancheranno le critiche se dovesse andar male. Il ciclismo non è il calcio, che si gioca in uno spazio controllato con atleti abbastanza omogenei. Noi siamo sulla strada, in condizioni meteo sempre diverse, con atleti di forme e caratteristiche diverse. Insomma, si può dire che sia tutto, ma non certo facile.

Alimentazione in gara, un tema molto complesso

10.05.2021
2 min
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L’alimentazione durante una tappa del Giro è un aspetto delicato, che può influire fortemente sul rendimento del corridore, praticamente costretto a seguire una precisa tabella oraria, per far sì che il serbatoio di energie non vada mai in rosso… Con la nutrizionista Erica Lombardi proviamo a studiare come è strutturata l’alimentazione dei “girini” sin dal mattino.

«Gli studi di fisiologia hanno stabilito da tempo un timing di riferimento che prevede la colazione 3 ore rima della partenza, anche se poi i tempi di digestione sono qualcosa di profondamente individuale. Nel ciclismo però può capitare, considerando gli spostamenti dall’hotel alla sede del via, che i tempi si allunghino, quindi si inserisce un altro minipasto».

Com’è strutturata la colazione?

Normalmente si prevede una colazione dolce e a distanza di un’ora riso o pasta, ma ultimamente si tende a unificare i due pasti facendo una colazione rinforzata, inoltre l’utilizzo della pasta va scemando proprio perché il riso viene ritenuto più abbinabile per gusto alla colazione dolce.

Prima della partenza i corridori sono soliti assumere qualcosa?

Dipende dai loro compiti: se saranno impegnati sin dall’inizio, ad esempio andando in fuga, avranno bisogno di un’integrazione di zuccheri, altrimenti vengono date proteine. Vanno privilegiati alimenti naturali: panini, banane, cercando sempre di variare, anche in corsa.

Alimentazione 2021
I ciclisti in una tappa mangiano spesso, il quando è determinato da come va la gara
Alimentazione 2021
I ciclisti in una tappa mangiano spesso, ma il quando è determinato da come va la gara
Durante la tappa com’è articolata l’alimentazione?

Si tende a rispettare un timing di cibi solidi ogni 30’ e liquidi ogni 15’, sempre in piccole quantità. Gli studi hanno dimostrato che l’assimilazione è fino a 120 grammi di carboidrati l’ora, considerate che un panino in media è di 25 grammi, quindi rientriamo abbondantemente. Il resto viene assunto tramite gel o maltodestrine in borraccia, ma il problema è che non sempre si può stabilire quando e dove mangiare, è l’evoluzione della corsa che lo prevede…

Dopo la tappa?

E’ una fase delicata, quella del recupero glicogeno recettivo. Inizialmente si reintegra con bevande zuccherine, anche sciroppi di frutta piuttosto che reintegratori, ma questo dipende anche dagli accordi di sponsorizzazione che ogni squadra ha. Poi si passa a 20 grammi di proteine in polvere che aiutano l’assorbimento dei carboidrati. Successivamente si passa alla Food room.

Che cos’è?

E’ un passaggio tra la gara e la cena per restituire quel che si è perso: sono piccoli pasti a base di carboidrati (riso, patate) e di proteine (prosciutto, yogurt). Un aspetto importante nella cena è l’assunzione di verdure il meno possibile fibrose, che potrebbero provocare problemi gastrointestinali anche in base al clima o allo stesso stress imposto dall’evoluzione della corsa.

La pessima giornata del signor Bennett

30.03.2021
4 min
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Assieme a Erica Lombardi, nutrizionista, proviamo a mettere insieme quel che ci ha raccontato lunedì Simone Consonni e la brutta scena di Sam Bennett, il corridore della Deceuninck-Quick Step che a 33 chilometri dalla conclusione della Gand ha reso per due volte l’anima.

In riferimento alla sua alimentazione durante la stessa corsa, Consonni ha spiegato di non aver mangiato pasta a colazione né panini durante la gara, preferendo integrare i carboidrati con barrette e gel, tanto è stato violento lo sforzo. E che così facendo, alla fine aveva comunque lo stomaco sotto sopra ed ha trovato appena le forze per andare al traguardo.
«L’ultima volta sul Kemmel – ha detto invece Sam Bennett a Barry Ryan di Cyclingnews – siamo andati fortissimo e nel tratto successivo ho vomitato. Le gambe sono esplose e non potevo farci più nulla. Avevo le vertigini e mi sentivo svenire. Ho cercato di tenermi tutto dentro, ma non è stato possibile. Probabilmente ho mangiato troppo. Ho fatto uno sforzo così violento e nel mio stomaco c’era così tanto cibo, che non sono riuscito a trattenerlo. E’ stata colpa mia. Ho provato a fare il pieno di cibo perché è una gara davvero lunga, invece ho mangiato troppo».

Sull’ultimo Kemmel, forcing violentissimo in testa e in fondo Bennett soffre
Sull’ultimo Kemmel, forcing violentissimo in testa e in fondo Bennett soffre
Erica, che cosa succede quando si corre su quelle strade?

C’è da fare un discorso più ampio. Alimentarsi è come allenarsi, non si valuta in acuto ma in cronico. Non basta guardare al giorno della gara, insomma, ma a quello che si è fatto nei giorni prima. In più su quei percorsi e con quel fondo, il ciclista ha le stesse sollecitazioni di un maratoneta. Sobbalzi violenti che vanno avanti per ore. Sono fattori di cui tenere conto, preparando una corsa così.

Spiegaci meglio.

Nelle 48 ore precedenti, si comincia a creare la scorta di glicogeno, che è decisiva per gestire bene la prestazione. Ognuno di noi ha un serbatoio di glicogeno epatico e muscolare non infinito, ma si può lavorare per imparare a spostare l’ossigeno dai muscoli allo stomaco. Bisogna allenarsi a mangiare durante l’allenamento, per sapersi gestire in corsa. Invece in allenamento non mangiano per paura di ingrassare e in corsa mangiano troppo per paura di non avere abbastanza scorte.

Dopo il Kemmel, lo sforzo violento provoca la reazione di Bennett: Gand addio
Dopo il Kemmel, la crisi di Bennett: Gand addio
Ovviamente è un dato soggettivo?

Certo, ogni corridore ha una diversa soglia per il peso e le sue stesse caratteristiche. Il corridore leggero va più facilmente in crisi per il freddo, per cui la massa grassa influisce sulla quota di carboidrati da reintrodurre in corsa. Ma è fondamentale, andando al via di una classica, avere un’alta scorta di carboidrati e il glicogeno al massimo, oltre ad avere l’apparato gastro-intestinale in ordine.

Se tutto è a posto prima, poi non succedono cose come quelle di Bennett?

Non so come stesse e come avesse mangiato prima, perché non è un mio corridore. Ma diciamo che ci sono due organi di fondamentale importanza, oltre ovviamente alla testa: lo stomaco e il fegato. La prestazione migliore viene se l’equilibro del microbiota è perfetto. Laddove il microbiota è l’insieme dei microrganismi contenuti nell’intestino, capaci di sintetizzare per noi vitamine e altre sostanze che aiutano l’organismo a svolgere le proprie funzioni quotidiane. Gli sbalzi termici e lo squilibrio ormonale derivante dallo stress spostano il sangue verso i muscoli, rallentando le funzioni gastriche.

Nella tappa di Bormio al Giro 2017, Dumoulin inseguì da solo dopo una sosta forzata
Al Giro 2017, Dumoulin inseguì da solo dopo una sosta forzata
Forse c’entra anche il modo in cui si mangia in corsa?

Bisogna certamente bilanciare liquidi e solidi. Se integro soltanto con gel e liquidi, non ci sarà il senso di sazietà. Però se prendo solo gel e sali, perché magari ho paura dei crampi, creo uno stato di ipertonia a livello gastrico e magari capita di rimettere, soprattutto se c’è disequilibrio fra sali e acqua. Invece, se per malaugurata sorte si mischiano gel e sali, allora l’impulso è quello di correre in bagno, come magari è successo a qualcuno sullo Stelvio in un Giro di qualche anno fa.

Come fa il corridore a regolarsi?

Gestendo lo stress e semmai mettendo sotto stress l’organismo a casa, per imparare a gestire le situazioni. Magari Bennett ha mangiato prima del Kemmel perché ha avvertito il senso della fame e a quel punto purtroppo era già tardi. Detto questo, puoi impostare tutte le strategie alimentari che vuoi, ma il ciclismo è uno sport di situazione e non sempre le cose vanno come le hai immaginate.

Carne rossa o bianca? Differenze e virtù

22.01.2021
4 min
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In un’era in cui tutto è più tecnologico, anche l’alimentazione non è da meno. E il ciclismo professionistico, come abbiamo imparato a vedere, non solo resta al passo ma spesso apre la strada. Con Erica Lombardi, dietista in forza al Team Astana-Premier Tech, parliamo di carne e più precisamente cerchiamo di fare un confronto tra quella bianca e quella rossa.

«Questa distinzione tra carni bianche e carni rosse è soprattutto commerciale se non gastronomica – esordisce Lombardi – io parlerei più di carni da macello e da carni da cortile. Alle prime appartengono bovini, ovini, equini, suini. Alle seconde: polli, tacchini, conigli… Quel che determina il diverso colore è la quantità di emoglobina e mioglobina, che contengono in quantità maggiore un tipo di ferro chiamato “eme”. Tutte le carni contengono le cosiddette “proteine nobili” rispetto per esempio a quelle vegetali, in quanto hanno un corredo aminoacidico più completo».

Un buon asado non manca mai in Argentina! Siamo alla Vuelta a San Juan
Un buon asado non manca mai in Argentina!

Meglio rossa o bianca?

«La carne bianca è più digeribile in quanto presenta fibre più corte e sottili. Contrariamente a quel che si è sempre creduto, le carni bianche sono preferibili prima di uno sforzo intenso. La sera prima di un tappone non do ai miei atleti una tagliata, con la quale magari dormono anche peggio. Mentre per il recupero va bene la carne rossa, in quel caso se ci mettono un po’ di più a digerirla, non è un problema. C’è anche una terza opzione, in vista di sforzi intermedi, e cioè mangiare della carne di vitello giovane, la cui composizione è una via di mezzo tra le carni rosse e quelle bianche.

«La quantità? Dipende dal fabbisogno individuale e da quel che si deve fare. Di solito la media di carne in un pasto potrebbe aggirarsi sui 200 grammi a crudo, ma bisogna fare attenzione a non ingerire una quantità eccessiva totale di proteine provenienti anche da altri cibi. Se mangiamo 100 grammi di pasta stiamo ingerendo anche delle proteine, non nobili, ma pur sempre proteine. E’ molto facile superare il fabbisogno proteico giornaliero».

E’ importante cuocere la carne su padelle antiaderenti per conservarne meglio i nutrienti
La cottura su padella antiaderente è da preferirsi

L’importanza del taglio

La Lombardi poi si sofferma a parlare dei tagli. Per la dietista toscana questi sono molto importanti e presentano notevoli differenze. Le frattaglie per esempio sono le migliori per quel che riguarda anche la presenza di vitamine e sali minerali, ma di contro sono anche le più grasse.

«In genere – spiega Lombardi – la regola dice che più i tagli sono sottili e più sono digeribili. In linea di massima i tagli magri (filetto, petto, ndr) vanno sempre bene… Ma poi subentra un altro fattore: la cottura. Ho avuto atleti, anche forti, che 3-4 ore prima di una gara volevano la carne. Chiaramente gliela davo bianca. A colazione mangiavano del pollo. Il che va anche bene visto che è solo una questione di digeribilità.

«Le proteine infatti vanno preservate e di base meno le si cuociono e più restano intatte. Per questo cotture troppo lunghe non sono consigliate ai fini della conservazione proteica. Una grigliata, che di solito si fa con le carni rosse, tende ad alterare molto le proprietà di quella carne. Il nero che si forma è ossidazione che non fa bene alla salute. Meglio una cottura in padella antiaderente.

«E lo stesso vale per il trattamento. Pensiamo agli affettati, più sono lontani dalla loro origine, e più sono alterati. Magari non tanto nelle proteine ma in tutto il resto sì: conservanti, additivi, meno vitamine..».

Dieta Tredici-Iacoponi-Arcelli; associazione fra proteine e alimenti ricchi di Vitamina C
Dieta Tredici-Iacoponi-Arcelli: proteine più Vitamina C

Assorbimento al top

E’ poi importante riuscire a prendere il massimo dei nutrienti che offrono i cibi. Nel caso della carne si pensa alle proteine, ma non ci sono solo quelle.

«Caffeina, fibre… potrebbero limitare l’assorbimento del ferro. In tal senso è molto importante la cottura e la preparazione del cibo stesso. Se faccio il pollo con il burro , aumentando il grasso, potrei limitare l’assorbimento delle proteine. Meglio farlo con limone. E a proposito di limone: c’è una dieta chiamata Tredici-Icoponi e Arcelli (che si fa per un periodo limitato di tempo) in cui si associano proteine e alimenti ricchi di vitamina C lontani da tutti gli altri pasti. In pratica a colazione mi alzo e mangio bresaola e spremuta. Dopo due ore anche il resto..

«Se fa freddo tutti i processi digestivi potrebbero essere rallentati e a mio avviso, anche se sembrerà un paradosso, meglio preferire le proteine magre. Perché è vero che con il freddo in teoria servirebbero anche i grassi per mantenere la temperatura corporea, ma in quel caso meglio scegliere tagli comunque magri ed abbinarli a grassi non saturi. Allora è preferibile fare delle associazioni tipo albume d’uovo e avocado, fesa di tacchino e mandorle».

I trucchi dei pro’ per non ingrassare

19.11.2020
4 min
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Autunno, tempo di stacco: croce e delizia del corridore. La paura è quella d’ingrassare e allora ci s’inventa un po’ di tutto. C’è chi salta il pranzo, chi digiuna, chi mangia di più e poi preso dai sensi di colpa tira la cinghia il giorno dopo. E quindi ecco venir fuori i trucchi del mestiere, anche se le cose stanno cambiando e l’alimentazione dei pro’, in generale, è vissuta con meno stress.

Uno dei trucchi più in voga, per esempio, è quello di mangiare una barretta 10-15′ prima di terminare l’allenamento ed evitare di arrivare a casa e “divorarsi anche il tavolino”. Tuttavia questo dello stacco è un periodo che va gestito seriamente.

Evitare i “cibi gara”

«Nell’off-season – dice Erica Lombardi, dietista dell’Astana – si passano più ore in casa e i ritmi si alterano. Senza lo stress dell’allenamento si ha anche più “energia” per digerire. E ci sta che si abbia più fame. Con la produzione dell’acido lattico spesso se ne avverte di meno. Quindi un po’ è un problema psicologico, ma un po’ è anche un problema fisiologico. E tutto sommato quando ci si allena gestire l’alimentazione nel suo complesso è più facile».

Le gallette vanno bene anche come spuntino
Le gallette vanno bene anche come spuntino

«Fra i trucchi principali, ma sarebbe meglio parlare di metodologia, c’è quello di ridurre i “cibi gara”. Durante le corse si mangiano molta pasta, patate lesse, riso, parmigiano. In qualche modo bisogna “disintossicarsi” da questi cibi. Meglio ricercare per esempio dei cereali antichi: quinoa, farro, grano saraceno. Questo è anche il periodo per mangiare più fibre. E poi è molto importante il timing. Il momento in cui si mangia e si distribuiscono i carichi alimentari non è secondario. Non bisogna eccedere nell’accumulo di calorie tutte in un pasto, soprattutto se questo è la cena. Meglio essere equilibrati». In poche parole è inutile tirare la cinghia e crollare la sera.

«Oggi i corridori – riprende Lombardi – sono talmente abituati ai loro timing e ai loro cibi che spesso mi cercano perché non sanno come devono comportarsi senza corse. Di certo diminuire un po’ i carboidrati non è sbagliato, ma neanche vanno eliminati. In passato, ci sono stati corridori che a forza di non mangiarne quando hanno ripreso a farlo hanno messo su quasi 10 chili».

I trucchi a tavola

«In nutrizione la somma degli addendi dà risultati diversi. Quindi è importante cosa e quanto mangiare e anche come lo si mangia, soprattutto in questa fase in cui si brucia di meno. Per esempio se ho sulla tavola petto di pollo, farro e insalata, il trucco è di mangiare la parte dei carboidrati per ultima. Perché in questo modo cambia il loro assorbimento e soprattutto arrivando a fine pasto magari anziché mangiarne 150 grammi essendo già un po’ sazi se mangeranno 100 grammi. Quindi l’ordine migliore è insalata, petto di pollo e farro.

«Altra cosa importante è la stagionalità. Vanno preferiti cibi del momento e ancora meglio quelli del posto. Un buon olio d’oliva fa la differenza».

Una zuppa di legumi, ideale la sera
Una zuppa di legumi, ideale la sera

Zuppa a cena

Una volta in questo periodo si diceva solo no. Non mangiare. Il risultato era che il corridore arrivava al ritiro già sfinito (aveva perso muscolo) e stressato (si era morso la lingua per non mangiare).

«Se si fanno due o tre ore – conclude la dietista dell’Astana – meglio mangiare nel finale di allenamento e soprattutto meglio cibi più proteici, come barrette si semi o frutta secca. Non me ne vogliano, ma eviterei gli integratori, almeno in questa fase di pieno scarico. Bisogna stare attenti poi alle calorie vuote. Se mandiamo giù un succo di frutta stiamo mangiando, non bevendo. Tra l’altro stiamo bevendo zucchero che dà il picco glicemico e poi senso di fame. In quel caso meglio un paio di gallette con una fetta di bresaola.

«Sono importanti anche i grassi, ma non da soli. Voglio le noci tipiche del periodo? Bene, ma meglio metterle nell’insalata piuttosto che mangiarle da sole, il volume gastrico (senso di sazietà, ndr) è maggiore».

Infine il dogma dei dogmi: «Cercare di evitare gli zuccheri prima di andare a dormire e la sera meglio le zuppe o i legumi».