Joao Almeida, Stelvio, Giro d'Italia 2020

Testa e gambe sono tutt’uno. Parla Joao…

27.10.2020
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Acacio Da Silva ha quasi 60 anni e nei giorni del Giro ha speso parole bellissime per Joao Almeida.

«Sono passati 31 anni dai miei tempi – ha detto – e questo è il momento di Joao. E’ bello vedere corridori giovani seguire le nostre orme, è molto bello per tutti noi e per il ciclismo portoghese. Voglio ringraziare Almeida per aver continuato a portare il nostro nome e quello di tutti i nostri connazionali in giro per l’Italia. Quello che hanno fatto lui e Ruben Guerreiro (vincitore della classifica del Gpm, ndr) non è facile. Siamo tutti molto orgogliosi».

Joao Almeida, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
A Piancavallo, la mente ha spinto il fisico oltre i suoi limiti
Joao Almeida, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
A volte la mente spinge il fisico oltre i limiti

L’investitura

Quando gli hanno riferito questa frase, Joao ha sorriso. Chi sia Acacio Da Silva lo ha ben chiaro e ha sentito parlare delle sue cinque tappe al Giro e le tre del Tour. Solo che lui ancora non era nato e questo fa capire quanto sia giovane l’onda di talenti lanciata dal Giro d’Italia. Perché Joao è giovane davvero.

Tra il ragazzino della Deceuninck-Quick Step e Geoghegan Hart ci sono stati alla fine 2’57”. A favore del vincitore del Giro ballano soprattutto tre anni di età e quattro stagioni di WorldTour. Tao infatti ha 25 anni ed è salito alla massima categoria nel 2017 quando ne aveva 22. Ameida invece ha debuttato proprio quest’anno, alla stessa età del britannico quando debuttò.

Giro per caso

La considerazione da cui partire per interpretare la grandezza del suo quarto posto, dopo due settimane di maglia rosa, è che Almeida il Giro non doveva neanche farlo. Non era nei piani, oppure semplicemente era stato ritenuto troppo giovane. Se Remco Evenepoel non fosse caduto al Giro di Lombardia, per Joao non ci sarebbe stato posto e chissà se lo avremmo scoperto così presto.

Joao Almeida, Tour Down Under 2020
Al Tour Down Under all’inizio della stagione 2020
Joao Almeida, Tour Down Under 2020
Al Down Under all’inizio del 2020
Che cosa ti è parso di questo viaggio attraverso l’Italia?

Fantastico. Un sogno trasformato in realtà. Era il mio primo grande Giro, solo finirlo mi ha reso molto contento. Ma non è stato una passeggiata, ho dovuto lottare e soffrire. Anche la crono di Milano alla fine è stata una giornata dura, fatta di 15 chilometri al limite estremo.

Che cosa sognavi quando sei arrivato? 

Il mio obiettivo era restare con i migliori il più a lungo possibile. Sono partito ambizioso, ma concludere quarto nella generale è più di quanto potessi aspettarmi, quindi sembra un sogno. E’ stato giusto festeggiare con la mia squadra per tutto quello che ha fatto. I miei compagni, lo staff, tutti quanti. Davvero grazie.

Come hai gestito la pressione?

Vivendo giorno dopo giorno, l’eccitazione è stata enorme. Quindici giorni in maglia rosa sono stati un’esperienza impressionante. Ho scoperto molte cose su di me qui, mi sono spinto mentalmente oltre limiti che potevano farmi paura. Ho dato tutto ogni volta. Lascio questa dura gara con tanti bei ricordi.

Che cosa hai scoperto che già non sapevi?

Avere attorno compagni che credono in me mi rende più forte. E poi che anche gli altri fanno fatica. Infine il mal di gambe è uno scoglio mentale prima che fisico. A Sestriere ero stanchissimo, ma sono andato oltre.

Joao Almeida, Ruben Guerreiro, Giro d'Italia 2020
Con Guerreiro, l’orgoglio portoghese al Giro d’Italia
Joao Almeida, Ruben Guerreiro, Giro d'Italia 2020
Con Guerreiro, l’orgoglio portoghese
Qual è il ricordo più vivido?

Il giorno in cui ho conquistato la maglia rosa sull’Etna, per il modo rocambolesco in cui è venuta e la gioia nell’indossarla. Sono ancora giovane e vedrò cosa riserva il futuro, ma quello che posso dirvi ora è che un giorno spero di indossarla di nuovo.

Il ciclismo portoghese si è un po’ fermato al mondiale di Rui Costa, pensi di essere il futuro nel tuo Paese?

Penso sia chiaro che il momento sia davvero storico. Dovevo fare esperienza, non mi hanno chiesto nulla di più e credo di averne fatta abbastanza da ritenermi soddisfatto. Il Giro d’Italia era sempre stato il mio sogno da quando arrivai secondo in quello per under 23. Averlo guidato fino a una settimana dalla fine mi riempie di belle sensazioni.

Senti il peso della bandiera?

Non arrivo a tanto (ride, ndr), ma voglio dire grazie ai miei tifosi. Abbiamo bisogno di atleti giovani e forti e spero che questi giorni siamo stati di ispirazione per i ragazzi più giovani di me.

Joao Almeida viaggia con il futuro che soffia forte alle spalle. E la Decenunick-Quick Step, come pure il Team Ineos, si ritrova in casa un altro ragazzino terribile, pieno di tanta, tanta luce.