Sembrava che Cian Uijtdebroeks neanche dovesse partire per la cronometro iridata. Invece lo junior belga non solo è partito, ma è stato anche sesto alla fine. Perché non avrebbe dovuto prendere il via? Perché è stato vittima di una rapina in casa. Il malfattore lo ha anche ferito ad una gamba (la destra) nel tentativo di forzare la porta. Una storia incredibile.
Cian è ritenuto da molti l’erede di Remco Evenepoel, anche più del connazionale Alec Segaert. Anche se poi addetti ai lavori e colleghi belgi ci dicono che è sì bravo ma non è paragonabile a Remco. «Pensate solo come ha vinto i mondiali ad Innsbruck», ci dice Guy Van Landeghem. Ma tra i due ci sono delle similitudini. Entrambi vanno forte su tutti i terreni ed entrambi sembrano essere portati per le corse a tappe.
Dalla rapina alla crono
«Il giorno della crono – spiega con grande calma Uijtdebroeks – non è stato il mio giorno migliore per quel che riguarda la forma. Ma ho dato tutto lo stesso, credetemi. Con la mente non ero ancora del tutto in gara. Avevo addosso un’adrenalina enorme per quel che mi era successo. E’ stato surreale a tratti. In più, mentre pedalavo guardavo il computerino e vedevo che la potenza tra le due gambe era differente. Spingevo molto di più con la sinistra che con la destra. Si sentiva il problema che avevo avuto».
Cian aveva fatto secondo a Trentino 2021, proprio dietro al compagno Segaert. In cuor suo avrebbe voluto vincere e infatti appena tagliato il traguardo ha ammesso di essere un po’ deluso. Ma è bastata quella manciata di minuti per far raffreddare la mente e si è reso conto che vista la situazione era stato più che bravo.
Mente alla strada
Il giovane talento belga però è sorridente. Veramente fa impressione vederlo così disteso in volto, sapendo cosa gli è successo. E la crono, lo ammette lui stesso, gli è servita per entrare in clima mondiale e scrollarsi di dosso il fattaccio.
«Un po’ ho sentito la pressione. Corriamo in casa e si aspettano molto da noi. La gara contro il tempo è andata così. In questi tre giorni abbiamo recuperato per la prova su strada e sarà un’altra storia. La crono poi era piatta e non era adattissima a gente del mio peso (poco più di 60 chili, ndr). La gara in linea è più mossa e anche se non sei totalmente in condizione qualcosa puoi fare. A crono invece non puoi nasconderti».
Con lui e Segaer, i belgi si annunciano come gli uomini da battere. Conoscono bene queste strade e hanno il pubblico dalla loro che, credeteci, si fa sentire tantissimo. Lo stiamo constatando di persona ad ogni gara. E anche francesi e danesi non scherzano. Per i ragazzi di De Candido sarà una bella gatta da pelare.