Gasparrini in crescita veemente, all’ombra della Longo

20.09.2025
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Vincitrice lo scorso anno a Stoccarda, vincitrice domenica scorsa sempre a Stoccarda e ora attesa dalla gara mondiale in Rwanda. Eleonora Camilla Gasparrini è sempre più protagonista nel ciclismo professionistico, ma questo non traspare solamente dai suoi risultati. C’è proprio una diversa gestione dellattività, uno spessore acquisito giorno dopo giorno, segno della sua maturazione. E la vittoria in terra tedesca lo ha testimoniato.

La volata vincente della Gasparrini a Stoccarda, battendo la giovane britannica Ferguson
La volata vincente della Gasparrini a Stoccarda, battendo la giovane britannica Ferguson

Mentre prepara le valigie per la lunga trasferta in terra africana, dove sarà ancora una volta pronta a mettersi al servizio della sua capitana Elisa Longo Borghini, la torinese riflette sull’andamento di questa stagione così importante: «Finora è stata un’annata delicata – spiega con tanti cambiamenti in squadra, in primis appunto con l’arrivo di Elisa che ha spostato gli equilibri. Io ho fatto tante gare con lei, sono stata sempre tanto di supporto, in particolare anche al Giro d’Italia e quindi sicuramente abbiamo vissuto dei bei momenti conditi anche da qualche vittoria».

E’ la seconda volta di seguito che vinci la gara di Stoccarda. Come mai emergi sempre lì?

E’ una gara sicuramente adatta molto alle mie caratteristiche perché ci sono strappi brevi e quindi c’è selezione. Alla fine ci siamo giocate il successo in 6, in un gruppo così ristretto posso valorizzare le mie doti veloci. La squadra sia l’anno scorso che quest’anno ha fatto un lavoro super e quindi diciamo che il successo è stato un po’ la ciliegina sulla torta.

La torinese ha un contratto con la UAE fino al 2028. Questo le consente di crescere con calma
La torinese ha un contratto con la UAE fino al 2028. Questo le consente di crescere con calma
Tu sei al terzo anno nella UAE, la sensazione è che però ti abbiano dato maggiori responsabilità quest’anno, il tuo cammino di crescita prosegue…

Gli anni passano e la squadra dimostra di credere in me. Penso di aver dimostrato di valere e di essere all’altezza del massimo livello. Così iniziano a arrivare responsabilità in più e questo non può farmi che piacere.

Eleonora è una ciclista da classiche?

Direi proprio di sì, io mi esalto in quelle corse movimentate, certamente non semplici da interpretare. Io dico sempre che la gara a me più adatta è l’Amstel, anche se in tre edizioni non sono andata al di là di un 6° posto, ma credo che con la sua caratteristica “da via di mezzo” sia la più rispondente a quello che valgo. Anche la Freccia del Brabante non è male come gara, anche se nelle Fiandre mi trovo più a correre di supporto.

Le pietre delle Fiandre hanno visto la piemontese protagonista in supporto delle compagne
Le pietre delle Fiandre hanno visto la piemontese protagonista in supporto delle compagne
Tra la vittoria a Morbihan e questa a Stoccarda a quale tieni di più e quale è stata più difficile?

Forse quella tedesca è quella un po’ più qualificata perché c’era comunque un livello alto, quindi sicuramente è stata una soddisfazione maggiore. A Stoccarda ho proprio corso un po’ con la testa e un po’ col cuore, sono andata d’istinto perché ho attaccato gli ultimi 2 chilometri anche rischiando di perderla, ho fatto però quello che mi sentivo e mi è andata bene.

Rispetto allo scorso anno c’è una presenza in più che è quella di Elisa. Quanto è cambiata la situazione, l’atmosfera, gli obiettivi della squadra stessa e quanto hanno influito su di te?

Sicuramente è cambiato tanto, io dico che in particolare è cambiata la mentalità con cui si va alle gare. Non voglio dire con questo che lo scorso anno si partiva battuti, anzi, ma si va con una convinzione diversa. Sia quando c’è Elisa, ultimamente però anche se lei non c’è ha dato comunque questa influenza positiva in generale e quindi andiamo alle corse con delle consapevolezze diverse. Mettiamoci poi che siamo un gruppo di ragazze che pian piano si sta formando e si sta unendo sempre di più e anche quello fa tanto. Considerando che sono un po’ di anni che corriamo insieme, c’è un feeling diverso tra di noi e quindi è anche più facile in corsa collaborare.

Eleonora insieme alla sua “nuova” capitana Elisa Longo Borghini, vero riferimento per il team
Eleonora insieme alla sua “nuova” capitana Elisa Longo Borghini, vero riferimento per il team
Quanto influisce anche la presenza di Elisa quando la gara non è adatta a lei, quando corre quasi come gregaria per voi?

E’ sicuramente un punto di riferimento per noi, quindi è importante per guidarci. La sua presenza in gara si sente sempre, è fondamentale, ha un carisma che non può vantare nessun’altra.

Vedendo un po’ i tuoi risultati si nota che riesci a vincere anche in condizioni diverse, sia volate di gruppo sia anche volate ristrette dove devi fare un po’ tutto da sola…

Sì, cerco di essere poliedrica e variare. Nelle volate ristrette riesco a cavarmela un po’ meglio e sicuramente ho anche migliorato un po’ la tenuta in salita, quindi anche quello va a mio favore, quando magari le ruote veloci si staccano sulle salite, io riesco a tenere ed essendo “velocina”, sono i contesti che mi si addicono di più.

Gasparrini quest’anno aveva già trionfato alla Classique Morbihan, sfruttando la selezione in corsa
Gasparrini quest’anno aveva già trionfato alla Classique Morbihan, sfruttando la selezione in corsa
Tu hai il contratto fino al 2028, questo ti agevola nel rapporto con la squadra, nel fatto che ti dà fiducia e ti fa crescere piano piano?

Sì perché mi dà tranquillità, quindi posso fare le cose bene, senza stress, con calma e comunque continuare un percorso che ho iniziato già tre anni fa e quindi è un aspetto molto importante perché comunque non dovendo cambiare ogni anno posso crescere come si deve. I miei vertici sono ancora di là da raggiungere…

Longo il Giro è ancora suo! Pensieri e parole attorno a lei

13.07.2025
7 min
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IMOLA – «E’ stata una settimana folle, abbiamo fatto saltare il Giro. La dedica va a mio padre che tanti anni fa mi disse che lo avrei vinto e non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Adesso mi ritrovo ad averne conquistati due». Elisa Longo Borghini è serena e sollevata mentre, dopo il cerimoniale delle premiazioni, inizia a raccontare gli ultimi otto giorni suoi e della sua UAE Team ADQ. A Imola si celebra il trionfo di un’atleta che ha trasformato un ambiente intero, dalle compagne allo staff fino ai vertici societari.

Sul traguardo posizionato all’interno dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” – il medesimo del mondiale 2020 – Lippert concede il bis come ci aveva anticipato che avrebbe tentato di fare dopo il sigillo di Terre Roveresche di venerdì. La tedesca della Movistar batte una rediviva Van der Breggen che nel finale di tappa aveva allungato in fondo alla Gallisterna, col gruppo delle big ad 8” regolato da Reusser davanti a Longo Borghini. Cinquanta metri dopo la linea Elisa allunga la mano all’avversaria per un autentico «Brava Marlen».

Lippert fa doppietta ad Imola battendo Van der Breggen con cui aveva allungato nel finale
Lippert fa doppietta ad Imola battendo Van der Breggen con cui aveva allungato nel finale

La voce della presidentessa

Dopo l’arrivo c’è un senso di liberazione per tutti. Lippert festeggia la sua seconda vittoria al Giro (terza in totale alla Corsa Rosa) sul lato destro della strada. Dalla parte opposta, al muretto della Formula 1, c’è una bolgia di gente attorno a Longo Borghini. C’è tutto lo stato maggiore del team che non poteva perdersi questa giornata. Melissa Moncada, la presidentessa, è decisamente contenta malgrado cerchi di mantenere un certo aplomb.

«Sono davvero molto felice – risponde – perché questa vittoria significa tanto per noi. E’ fantastico se pensiamo da dove siamo partite. Ed è importante perché abbiamo un profondo legame con l’Italia attraverso Colnago, ad esempio, e tante atlete italiane. Avere Elisa nella nostra squadra è stata una benedizione ed una motivazione per le nostre ragazze. Guardate solo ciò che ha fatto ieri Persico, però è l’intera squadra che ci ha regalato davvero un grande sogno.

«Credo che stiamo creando la storia del ciclismo femminile – aggiunge la numero 1 del UAE Team ADQ – che si sta evolvendo ogni anno di più. Spero che una vittoria come questa possa essere utile e significativa per il movimento perché abbiamo visto sulle strade il doppio dei tifosi, così come è importante aver visto anche tanti giornalisti e fotografi. Quindi spero che questa grande affermazione per il ciclismo femminile diventi una pietra miliare. E che naturalmente possa portare tante grandi vittorie in più alla nostra squadra».

Melissa Moncada è la presidentessa della UAE Team Adq. Con Longo Borghini anche Nicola Rosin di Colnago con la bici rosa
Melissa Moncada è la presidentessa della UAE Team Adq. Con Longo Borghini anche Nicola Rosin di Colnago con la bici rosa

Spazio a casa Mosca-Longo

Jacopo Mosca ha in braccio Pietro, il nipote di Elisa, e ha il suo bel daffare per contenere la sua gioia. Il 31enne della Lidl-Trek era in allenamento in Spagna, ma non sarebbe mai mancato e gli straordinari fatti per essere a Imola non gli pesano assolutamente.

«Rispetto all’anno scorso – espone il suo punto di vista – il Giro è iniziato più in salita perché Elisa si è ritrovata ad inseguire. Però la sentivo e so che è sempre rimasta tranquilla. Hanno gestito tutto alla perfezione, inteso proprio come gruppo di persone. E onestamente sono stato sorpreso di vedere la serenità di Elisa.

«Il numero venuto fuori ieri – va avanti Mosca – è stato da pelle d’oca. Questa è un’azione che si rivedrà per molti anni. Non solo quello di Elisa, ma anche il super lavoro di Persico. Vederla tirare e poi spostarsi stanca morta è stato emozionante per uno che capisce di ciclismo. Ho rivisto l’energia che ha usato Silvia in quella che ci metto io, solo che io lo faccio ad inizio o metà tappa, lei invece nel finale quando conta di più. E’ veramente bello quando lavori così per un tuo compagno che poi riesce a fare risultato».

«Ho letto – conclude Jacopo scherzando – che vi aveva detto che se avesse vinto sarebbe andata al concerto dei Pinguini Tattici Nucleari, però ho controllato le date e ho visto che non ce ne sono più disponibili. Secondo me si va all’anno prossimo, però a me preoccupa un’altra cosa. L’anno scorso per fare spazio al trofeo del Giro abbiamo fatto sparire il forno microonde. Quest’anno che elettrodomestico ci fa saltare? Non so… (ride, ndr)».

Moglie e marito. Jacopo Mosca non è voluto mancare per il bis rosa di Elisa
Moglie e marito. Jacopo Mosca non è voluto mancare per il bis rosa di Elisa

Generatore Longo Borghini

Ci sono vari capannelli di gente. Quelli formati da parenti delle atlete, quelli dei tifosi o degli amici. Da quello della UAE sbuca fuori Erica Magnaldi, una di quelle che alla vigilia del Giro Women era parsa tra le più convinte della vittoria e più dedite alla causa.

«Penso – ci confida la 32enne di Cuneo – che questo sia il più bel momento della mia carriera. Dietro a questa vittoria c’è tutto il lavoro che abbiamo fatto assieme in altura. Durante questo Giro abbiamo speso tantissimo in termini di energie psicofisiche per conquistare la maglia rosa. Siamo state protagoniste dal primo all’ultimo giorno. Rappresenta il giusto premio per ognuna di noi. Elisa è semplicemente una leader che tutti sognerebbero di avere. Lei si merita tutto questo trionfo. Non so se correrò il Tour, ma Elisa certamente darà battaglia e spettacolo anche lassù».

Tra una foto ed un’altra, acchiappiamo anche Eleonora Gasparrini, che sembra sfinita dall’adrenalina post gara e festeggiamenti.

«E’ una grande soddisfazione per noi – dice – ed anch’io devo dire che in queste otto tappe abbiamo dimostrato di essere la squadra più compatta e più forte. Elisa poi ha finalizzato al meglio tutto quanto. Abbiamo inseguito la maglia rosa, ma non ci siamo mai scoraggiate di non poterla prendere. Ci abbiamo creduto ogni giorno, ascoltando anche le nostre sensazioni che erano sempre più buone. Avere Elisa come compagna è tutto più facile. Con lei ti viene naturale dare non il 110 per cento, ma il 200 per cento. E la cosa più bella di tutte è avere la sua riconoscenza. Non è scontata e penso che sia tanta roba».

La vittoria di Longo Borghini è la vittoria di tutte le sue compagne, trasformate dal suo arrivo
La vittoria di Longo Borghini è la vittoria di tutte le sue compagne, trasformate dal suo arrivo

Slongo e le mani salvate

La preparazione al Giro è stato il momento cruciale di questa prima parte di stagione. Tutte con lo stesso obiettivo. A gestire motori e umori delle ragazze c’è sempre Paolo Slongo. Durante il ritiro in altura si è spinto molto in là con le scommesse dopo quelle giornate storte di cui parlava ieri Elisa in conferenza stampa. Il racconto è divertente, che tuttavia fa trasparire una ricerca dei dettagli incredibile.

«Quando si lavora con grandi campioni come è Elisa – dice Slongo – non è sempre facile. Tante volte ci sono dubbi sulla condizione o su tante altre cose. Quando questi atleti esprimono dei valori, poi li vorrebbero avere sempre, ma non è possibile. Abbiamo iniziato una progressione di lavoro cinque settimane prima del Giro per ottenere una condizione da portare anche al Tour, nonostante in Francia non avrà la pressione della classifica. Quindi quando siamo arrivati in ritiro sul Passo San Pellegrino avevamo certi riferimenti da far crescere.

«Al termine di una giornata di allenamento – prosegue – Elisa non era contenta perché avvertiva che le cose non stessero andando dal verso giusto. Ormai la conosco bene, vedo i suoi stati d’animo e ho lasciato passare del tempo. Ho parlato con lei tranquillizzandola e dicendole che le cose sarebbero andate dalla parte giusta. Non ci credeva e così le ho scommesso che mi sarei tagliato una mano se non fosse stato vero. Ecco, ora posso dire che la tappa di Pianezze ho iniziato a pensare che forse sarei arrivato ad Imola con entrambe le mani (dice ridendo, ndr).

Reusser e Gigante hanno chiuso rispettivamente a 18″ e 1’11”. Longo Borghini ha conquistato 15 top 10 di tappa negli ultimi due Giri Women
Reusser e Gigante hanno chiuso rispettivamente a 18″ e 1’11”. Longo Borghini ha conquistato 15 top 10 di tappa negli ultimi due Giri Women

Niente classifica al Tour

Assieme a Longo Borghini avevamo detto tutto o quasi in vetta a Monte Nerone. Oggi ha completato un’opera che resterà negli annali del ciclismo e che dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Rende onore a Reusser riconoscendole di aver reso questo Giro Women spettacolare, poi chiude con un cenno sui suoi prossimi programmi.

«Ve lo dico subito – anticipa Elisa – che non vado al Tour Femmes per la generale. Che sia chiaro, non rompetemi le scatole fra poco (dice ridendo assieme alla mixed zone, ndr). Prima la Francia poi penseremo al mondiale e alle altre corse, c’è tempo».

Ce ne torniamo in sala stampa elettrizzati dalla scossa che sa trasmettere Longo Borghini. Quella con cui ha stravolto e rivinto il Giro Women.

Gasparrini parla da leader e benedice la Longo

14.12.2024
8 min
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BENIDORM (Spagna) – Alla fine di settembre ci aveva raccontato le tre vittorie e il podio degli europei U23. Ora Eleonora Gasparrini si guarda intorno e cerca di dare una dimensione alla squadra che i dirigenti del UAE Team Adq stanno ricostruendo attorno a Elisa Longo Borghini e le leader rimaste. Fra queste, a buon diritto c’è anche lei (in apertura con la madre Simona dopo la vittoria di Francoforte).

Dopo due anni di tentativi, rivoluzioni, alternanze e cambiamenti (alcuni traumatici), la squadra parrebbe aver trovato un equilibrio, che ha indotto anche la “Gaspa” a non accettare altre offerte, credendo nel progetto.

Vacanze finite

Nel gigantesco hotel che accoglie le formazioni emiratine, la hall è un andirivieni di staff, sponsor e atleti. Turisti non ce ne sono, la loro stagione si chiude di solito alla fine di ottobre e chi rimane lo fa pedalando sulle strade dei dintorni. I social l’hanno mostrata sbarazzina e sorridente nelle vacanze al mare e poi a Londra, ma ora che è arrivato il momento di ripartire, è evidente che nel suo sguardo sia scattato l’interruttore. E’ la determinazione di cui dopo un solo anno al suo fianco aveva parlato Marta Bastianelli: l’essere naturalmente decisa a portare avanti la sua carriera, facendo le cose come si devono. E a ben vedere, la traiettoria della piemontese è un continuo crescendo.

«Quest’anno è tutto più grande – dice guardandosi intorno – a un livello superiore. Noto tanti miglioramenti e sono contenta, si respira una bella atmosfera. Come tutte le cose, serve il tempo perché le cose funzionino. Questo è il terzo anno vero e la squadra sta iniziando a capire come muoversi.

«Sono arrivati nomi importanti, quindi secondo me anche questo produrrà un grosso cambiamento. Li vedo come vantaggio anche per me, perché saranno sicuramente un riferimento grandissimo. Credo che un’atleta come la Longo Borghini possa aiutare tanto anche noi più giovani e anche in generale, proprio come squadra, anche a livello tattico si partirà in maniera diversa. Avremo un approccio diverso alla gara quindi credo che sia un aspetto davvero positivo».

Vacanze finite. Prima al mare e poi a Londra con Kevin Colleoni: anche lui in ritiro in Spagna (immagine Instagram)
Vacanze finite. Prima al mare e poi a Londra con Kevin Colleoni: anche lui in ritiro in Spagna (immagine Instagram)

L’arrivo della Longo

L’arrivo di Elisa Longo Borghini può avere due impatti sulla squadra. Quello positivo di chi vede la possibilità di salire di livello oppure quello geloso di chi teme di veder ridotto il suo spazio. Per ora la sensazione è che prevalga la prima opzione, che renderà agevole l’inserimento della campionessa italiana e ne farà il riferimento per le compagne.

«Elisa non la conosco super bene – prosegue Gasparrini – però comunque ho avuto modo di chiacchierarci ed è una bravissima ragazza. Mi sembra una persona semplice, però ha anche tanto carattere e credo che sarà una bella leader per questa squadra. Io nel frattempo sono cresciuta piano piano e sto crescendo ancora. Ogni anno porta qualche consapevolezza in più e anche sul piano fisico noto dei continui progressi.

«Dal 2024 mi porto via tante soddisfazioni in termine di vittorie e di prestazioni. Per esempio il campionato europeo non era la corsa più adatta a me, eppure me la sono giocata. Ho vissuto una bella annata. Ho qualche rammarico per il Giro d’Italia, perché sono stata malata la settimana prima, quindi ci sono arrivata un po’ in down. Per me è stato tutto in salita (quinta nella classifica delle giovani, ma senza acuti, ndr), però per il resto mi sono fatta trovare pronta dove dovevo, quindi sono andata in vacanza con la sensazione di aver fatto il mio dovere».

Longo Borghini e Gasparrini, la stretta di mano sul podio tricolore si estende al futuro gioco di squadra
Longo Borghini e Gasparrini, la stretta di mano sul podio tricolore si estende al futuro gioco di squadra

Palestra e ore

La squadra si è data un nuovo assetto tecnico, in una struttura piramidale complessa, ma ordinata. Così il responsabile della performance è lo spagnolo Alejandro Gonzalez Tablas. La responsabile degli allenatori è Cristina San Emeterio. E gli allenatori sono Paolo Slongo, in funzione centrale, che si dovrà coordinare con Dario Giovine e Luca Zenti. Tuttavia, al netto di tutto questo, ci sono ragazze che proseguono la loro preparazione con allenatori esterni.

«Per quest’anno – spiega Gasparrini – non avrò grossi cambiamenti nella preparazione. Lavoro ancora con il preparatore che avevo già nel 2024, vale a dire Marcello Albasini. Però ovviamente gli anni passano, sono un po’ più matura e ad ogni inizio stagione si può partire da uno step superiore. Quest’anno ad esempio a casa ho curato di più l’aspetto della palestra, che adesso è una parte molto importante.

«Sono anche aumentati i chilometri in allenamento, ma questo già dallo scorso anno quando passai a lavorare con Marcello. Le gare sono sempre più lunghe per cui dalla fine del 2023 ho iniziato a fare molte più ore, cosa che non ero abituata assolutamente a fare. Il risultato è che quest’anno, tra virgolette, ho sofferto meno e probabilmente sarà così anche nel 2025, perché ci sono più abituata. La tendenza a fare sempre più ore è un dato di fatto. Bisogna alzare l’asticella e adattarsi».

Il 28 agosto 2020, Gasparrini vince l’europeo juniores a Plouay: i suoi passi avanti da allora sono stati notevoli
Il 28 agosto 2020, Gasparrini vince l’europeo juniores a Plouay: i suoi passi avanti da allora sono stati notevoli

Altri due anni

Alla UAE Adq c’è arrivata attraverso la Valcar-Travel&Services. Arzeni si era affrettato a prendere la ragazzina che nel 2020 aveva vinto i campionati europei juniores di Plouay e che aveva nelle gambe anche un oro mondiale nell’inseguimento a squadre (2019) due titoli europei ancora nel quartetto e poi nell’omnium (2019). Di lì a poco la torinese avrebbe vinto ancora il quartetto U23 ad Apeldoorn 2021 e Anadia 2022, tanto che il tecnico varesino l’aveva indicata come l’erede in squadra di Elisa Balsamo. Quel gruppo di atlete, che nel frattempo sono diventate grandi, si è sciolto. Le ragazze però continuano a essere amiche e ad andare in vacanza insieme, lo spirito di quella squadra resta un ideale da rincorrere.

«Questo è ovviamente un ambiente completamente diverso – ammette Gasparrini – ma devo dire che fin dal primo ritiro ad Abu Dhabi, si è respirata una bella area tra noi ragazze, anche se non ci conoscevamo tutte. Ho visto una situazione serena e comunque anche di amicizia, che ricorda un po’ la Valcar. Ovviamente a quel tempo eravamo in un altro contesto. Era tutto molto molto più familiare, quindi è difficile da paragonare. Anche solo la quantità di persone che componevano la squadra era meno della metà di adesso.

«L’amicizia rimane? Certamente, infatti mi dispiace sia andata via la “Conso” (Chiara Consonni, passata alla Canyon//Sram, ndr), una persona a cui tengo. Ha fatto le sue scelte, che si possono condividere oppure no, ma forse per la sua crescita ha preso la strada giusta. Magari in un altro ambiente, con altri stimoli, potrà rendere ancora meglio. Anche io ho avuto offerte per andare via. Ho fatto qua già due anni, non sono pochi, ma neanche tanti. Sono giovane e ho ancora tempo per fare le mie scelte. Sto bene, è una squadra in crescita che deve ancora dimostrare tanto. Per questo ho deciso di avere fiducia per altri due anni».

Tour de Suisse 2023, Marta Bastianelli ha indicato Gasparrini come modello di atleta giovane e ben mentalizzata
Tour de Suisse 2023, Marta Bastianelli ha indicato Gasparrini come modello di atleta giovane e ben mentalizzata

Il cittì e la Sanremo

Quel che invece cambierà sarà la conduzione della nazionale. Il cittì Sangalli è passato sull’ammiraglia della Lidl-Trek e sfogliando la margherita dei possibili sostituti e in attesa delle elezioni federali, il nome che ricorre più spesso sulla bocca delle atlete è quello di Marta Bastianelli.

«Anche io avrei fatto il suo nome – ammette Gasparrini – ma quando ho visto la bella notizia che aspetta un bambino, mi sono detta che sarà difficile. E sinceramente non ho idea di quali candidati ci siano. Il commissario tecnico deve essere qualcuno in grado di prendersi le giuste responsabilità. Che non sia di parte, ma oggettivo. Qualcuno che però abbia anche un po’ di umanità. Una persona che sia in grado di interagire con noi atlete. Ad esempio una cosa che apprezzavamo di Paolo era la sua presenza alle gare, che è il modo per prendere meglio le decisioni. Purtroppo non si può accontentare tutti, quindi serve anche carattere. Perciò cominciamo e vediamo come va.

«Non ho ancora un calendario definito, lo faremo in questi giorni. Abbiamo parlato anche della Milano-Sanremo, che potrebbe essere un obiettivo anche per la Longo. Sarei veramente contenta di essere lì da supporto, mi piacerebbe un sacco. Anche perché sono strade su cui sono abbastanza abituata a pedalare. Quando faceva tanto freddo a Torino, mi capitava sin da piccolina di andare giù al mare e pedalare lì. Mi piacerebbe farne parte, insomma…».

Sara Fiorin va alla Ceratizit. E punta a sprint d’autore

14.10.2024
4 min
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Il ciclomercato, attivissimo in questa fase della stagione per rimodellare le squadre in vista della prossima, ha riservato nelle ultime giornate una piccola sorpresa: il passaggio di Sara Fiorin alla Ceratizit-Wnt. Una sorpresa perché la 21enne olimpica azzurra a Parigi viene da due anni nel devo team della Uae e tutti pensavano che sarebbe passata nel WorldTour accedendo alla “squadra madre”.

L’annuncio fatto dalla Ceratizit Wnt dell’ingaggio di Sara Fiorin, subito dopo Parigi
L’annuncio fatto dalla Ceratizit Wnt dell’ingaggio di Sara Fiorin, subito dopo Parigi

Proprio a Parigi la trattativa con il team si è concretizzata e tutti i discorsi passano necessariamente per la trasferta a cinque cerchi, che rappresenta quasi uno spartiacque nella sua ancor giovanissima carriera.

«Dopo Parigi la ripresa è stata un po’ complicata, lo devo ammettere. Il lavoro per la performance olimpica era stato molto specifico, anche se avevo corso su strada fino a due settimane prima dell’appuntamento a cinque cerchi e ritrovare il giusto passo non è stato semplice. Avevo lavorato tanto su rapidità e scatto, molto meno sulla resistenza, ero un po’ titubante a riprendere. Dopo una settimana siamo andate in Belgio per delle classiche in linea, la prima è stata dura, lo ammetto. Nella seconda, la Konvert Koerse andavo già molto meglio e il 5° posto finale tirando la volata della Consonni è un buon risultato».

L’arrivo della Konvert Koerse vinta dall’olandese Van Roojien con la lombarda quinta
L’arrivo della Konvert Koerse vinta dall’olandese Van Roojien con la lombarda quinta
Successivamente c’è stato l’europeo…

Sapevo che, visto il percorso, sarei stata convocata e volevo farmi trovare pronta. Col passare dei giorni ritrovavo la condizione con in più uno spunto non indifferente in volata. Volevo arrivare alla gara belga al top della forma perché il tracciato mi si addiceva e alla fine ho fatto la mia parte con il bronzo della Gasparrini che è stato il giusto premio per il nostro lavoro.

Come giudichi, ora a mente fredda, la tua esperienza olimpica?

Esattamente questa, un’esperienza, che sarà fondamentale nel mio cammino. Ho gareggiato in specialità non mie, sapevo che non potevo competere con le migliori atlete della disciplina. Ho potuto però percepire l’atmosfera che si vive in un evento simile, unico al mondo. Ho condiviso un’avventura con ragazze fantastiche, sentendo la tensione, l’adrenalina che scorre a fiumi in quei frangenti. Il momento dell’oro di Consonni e Guazzini resterà per sempre nella mia memoria, le emozioni vissute in quel magico pomeriggio.

Per la Fiorin importante presenza agli europei, dove ha lavorato per la Gasparrini
Per la Fiorin importante presenza agli europei, dove ha lavorato per la Gasparrini
La pista resterà nel tuo futuro?

Sicuramente, era anzi una “conditio sine qua non” nei contatti con le varie squadre. Con la Ceratizit sapevo di trovare un team che vede di buon occhio la doppia attività e questo mi ha fortemente spinto ad accettare la loro proposta.

Il contatto quand’è nato?

E’ stato tutto piuttosto veloce, mi hanno fatto sapere il loro forte interesse quand’ero con la nazionale a Parigi, io mi sono presa qualche giorno per pensarci, volevo aspettare che le Olimpiadi finissero, poi a fine agosto abbiamo messo tutto nero su bianco.

A Parigi una partecipazione importante per le emozioni vissute. Qui con Ivan Quaranta
A Parigi una partecipazione importante per le emozioni vissute. Qui con Ivan Quaranta
Che cosa ti ha convinto della loro proposta?

Era un’occasione da non perdere, la proposta di una squadra di riferimento del mondo delle grandi. E’ un treno che non passa spesso e non avendo ancora certezze nella Uae ho deciso di prenderlo. Loro mi hanno chiarito che mi faranno crescere con calma, facendomi lavorare per la squadra ma concedendomi anche i miei spazi.

Hanno intenzione quindi di affidarti la finalizzazione di alcune corse?

In base alla mia condizione. Io ho dato la mia disponibilità a lavorare per le compagne, a fare anche l’ultimo uomo se ci sarà una compagna in forma e che ha bisogno che le si tiri lo sprint, ma lo stesso varrà per me. Io sono pronta per qualsiasi ruolo e vorrei migliorare sia come aiutante che come sprinter conclamata.

Due vittorie per la brianzola in questa stagione, con anche 8 Top 10 all’attivo
Due vittorie per la brianzola in questa stagione, con anche 8 Top 10 all’attivo
Quanto cambia sapere che il prossimo anno correrai nella massima serie?

Tantissimo, per me è come ripartire da zero e mi sento esattamente com’ero lo scorso anno al mio approccio con la Uae. Entro nel mondo dei grandi con umiltà ma conscia di potermi ritagliare un mio spazio. Intanto voglio fare esperienza e vedere come crescerò settimana dopo settimana. Sin dal primo ritiro di dicembre a Calpe.

Liberazione, UAE Adq in parata: la prima di Consonni

25.04.2024
7 min
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ROMA – «Quest’anno sicuramente c’ero andata tante volte vicino – dice Chiara Consonni – non è sempre la sfortuna, però essere lì e non riuscire mai ad arrivare con le braccia al cielo… Questa vittoria è un po’ una Liberazione in tutti i sensi, scusa il gioco di parole. Non mi era mai capitato di arrivare in tre. Andare in fuga è stato durissimo, il misuratore parla di 270 watt normalizzati, non sono pochi. Però ci sta, dai. Abbiamo provato qualcosa di diverso, magari non quello che si aspettavano. Volevamo anche vedere come stavamo, quali sensazioni e ce l’abbiamo fatta».

Gruppo al via: 18 squadre, 96 chilometri di gara
Gruppo al via: 18 squadre, 96 chilometri di gara

Dominio di squadra

Il Coati-Liberazione Donne si è da poco concluso con lo strapotere del UAE Team Adq, finalmente in una giornata di sole. L’organizzazione di Claudio Terenzi è impeccabile, peccato che la politica romana sia così avara di slanci e certe volte sembra di essere ospiti indesiderati al cospetto degli imperatori di turno.

Scorrendo l’elenco dei partenti, appariva chiaro che il team emiratino guidato da Arzeni avesse poche rivali e proprio questo poteva diventare motivo di rischio. Quando è più facile vincere che perdere, non sai mai come va a finire.

«A volte queste gare che sembrano tanto facili – dice Eleonora Gasparrini, atleta più combattiva di giornata – in realtà sono più difficili di quello che si pensa. Siamo riuscite comunque a fare un lavoro di squadra straordinario, quindi grazie anche a tutte le altre compagne. Siamo contenti. Perché è passata prima Chiara? E’ giusto così. Io quest’anno ho già vinto, Silvia (Persico, ndr) aveva già vinto questa gara, quindi mancava la “Conso”. Per me è stata comunque una prima parte di stagione abbastanza buona. All’Amstel sono riuscita a ottenere anche un sesto posto, quindi sono molto contenta. La condizione sta crescendo e la stagione è ancora lunga. Ho diversi obiettivi e cerchiamo di continuare così».

Il UAE Team Adq ha preso in mano la corsa da subito e l’ha girata in suo favore
Il UAE Team Adq ha preso in mano la corsa da subito e l’ha girata in suo favore

Le azzurre a Parigi

Mentre le ragazze giravano sotto lo sguardo interessato e curioso di Marta Bastianelli, la vicinanza del cittì Sangalli è stata il modo per fare il punto sul movimento femminile. Fra una decina di giorni, un gruppo di otto atlete volerà a Parigi per provare il percorso olimpico. Fra loro anche Elisa Balsamo, chiamata a valutare e scegliere.

«E’ importante che un corridore veda il percorso – dice il cittì azzurro – perché io posso farmi un’idea, ma sta a loro poi valutarlo davvero. Sarà difficile sceglierne quattro, perché il livello anche in Italia è alto e quindi le scelte saranno fatte in parte per la condizione e anche un po’ per il passato, quello che uno ha dato in nazionale e le sicurezze che ti offre. Perché in una corsa senza radioline c’è bisogno di ragazze sveglie, che sappiano cogliere il momento o aiutare le capitane nel momento importante.

«Sono stato all’Amstel – prosegue – e mi è piaciuta la gara di Eleonora Gasparrini: arrivare e tenere sul Cauberg e dopo il Cauberg non è una cosa banale. Le elite del giro azzurro stanno confermando il loro valore, qualcuna anche al di sopra delle aspettative, vedi Longo Borghini e vedi Balsamo. Persico la stiamo aspettando. Non è stata fortunatissima nell’ultimo periodo perché ha perso sua nonna, cui era legatissima, e l’ha un po’ pagata nel momento in cui poteva fare la differenza. Aspettiamo, da qua ad agosto c’è tanto tempo. In Olanda ho parlato a lungo con Dannyy Stam, il team manager della SD Worx. Sono contento di questo, perché si riesce a programmare, altrimenti sarebbe impossibile fare attività. Loro hanno in squadra Cecchini e Guarischi: per lui Elena è fondamentale. Noi vediamo gli ordini d’arrivo, ma chi come me in questi anni segue le corse, vede che nei primi 100 chilometri, quando c’è da portare davanti la Kopecky o la Wiebes, ci sono loro».

Venturelli quarta all’arrivo del Liberazione viene accolta dalle tre compagne con grida e pacche
Venturelli quarta all’arrivo del Liberazione viene accolta dalle tre compagne con grida e pacche

Le squadre del Giro

Discorso a parte per il movimento femminile italiano. Le tante continental di Roma, nella corsa organizzata dal Team Bike Terenzi, hanno fatto fatica a reggere il passo del UAE Team Adq, un po’ come succede in gare come il Giro d’Abruzzo degli uomini, in cui sfilavano in ordine le WorldTour, poi le professional e solo poi le continental. Se la riforma dell’UCI, che vede la nascita delle professional anche fra le donne, dovesse andare avanti, in Italia potremmo avere qualche grosso problema. Già sarà interessante vedere quali squadre italiane saranno invitate al Giro d’Italia.

«Tutelare le piccole squadre italiane è qualcosa che la FCI ha sempre fatto favorendo gli inviti al Giro – dice Sangalli – ma adesso le cose stanno cambiando e la tutela deve essere fatta dall’UCI. Riguardo certe riforme, non possiamo fare nulla. Al Giro correranno 22 squadre. Ci sono le 15 WorldTour, le 2 prime continental dell’anno scorso e poi ci sono altri 5 posti. Alla Vuelta hanno invitato la Laboral Kutxa e la Cofidis che comunque sono due squadre di livello WorldTour. Vediamo cosa farà RCS, ma certo dopo la Strade Bianche si è visto che il livello di alcuni team italiani non sia all’altezza del gruppo. Sicuramente il Giro d’Italia è una gara World Tour di livello altissimo e porteranno il meglio. La Federazione da anni cerca di tutelare le giovani che passano. Se non ci fossero le squadre continental italiane, tantissime ragazze che magari a 18 anni non sono ancora pronte, si perderebbero. Bisogna tutelarle, però i tempi cambiano e bisogna anche adeguarsi alle cose».

Davide “Capo” Arzeni portato in trionfo dalle ragazze del suo team, dominatrici del Liberazione
Davide “Capo” Arzeni portato in trionfo dalle ragazze del suo team

Le juniores in Olanda

E proprio con le più giovani Sangalli e Marta Bastianelli sono volate nel gelo del Nord Olanda, su un’isoletta piena di mare e vento. Il responso è stato duro ed è proprio quello che i tecnici azzurri volevano.

«Esatto – sorride Sangalli – abbiamo ottenuto quello che volevo, cioè che facessero esperienza. Volevamo far capire alle ragazze, che alla domenica vincono qua, che di là è un’altra storia. E’ servito loro per fare un punto e capire dove bisogna migliorare. Siamo arrivati in un ambiente climatico estremo, perché c’era un vento esagerato anche per la crono però è giusto così. Nell’ultima tappa è arrivato un gruppetto di 15 e c’era la Iaccarino, che l’aveva già corsa l’anno scorso. E questo fa capire che partecipare serve: nei prossimi appuntamenti faranno meglio e quando torneranno a casa, sapranno di dover lavorare di più.

«Di certo però il movimento sta crescendo. Cat Ferguson è alla Movistar e quindi ha fatto tutta la preparazione d’inverno con loro. Questo ti fa fare un salto di qualità, che secondo me è fin troppo esagerato. Dal mio punto di vista la via di mezzo è sempre la cosa migliore, specialmente per le junior. Le nostre hanno stretto i denti e so che c’erano in giro gli osservatori di tutte le squadre, per cui prima o poi anche loro potrebbero essere chiamate lassù».

Con Augusto Onori, responsabile del ciclismo nelle Fiamme Azzurre, dopo la vittoria al Coati-Liberazione
Con Augusto Onori, responsabile del ciclismo nelle Fiamme Azzurre, dopo la vittoria al Coati-Liberazione

L’aria di Parigi

Chiara Consonni riprende la via di casa. Per la squadra è arrivata una messe di punti non banale, dopo che i risultati sulle strade del Nord sono stati non proprio entusiasmanti. Per la bergamasca ci saranno altre gare su strada, poi l’attenzione si sposterà sulla pista. L’esclusione dai Giochi di Tokyo fa ancora male.

«Questa volta – dice – arrivo più consapevole. Tre anni fa ero ancora piccolina, un po’ più inesperta. Però adesso so cosa devo fare, so dove migliorare, sto cercando di farlo e sono contenta. So quali sono i miei mezzi e cercherò di mettere tutta me stessa per arrivare a Parigi o da qualche altra parte (ride, ndr). Per cui adesso farò un po’ di gare in Belgio per tenere il ritmo gara, poi Londra, poi farò altura prima del Giro d’Italia. E nel frattempo, abbiamo già stabilito degli allenamenti in pista almeno due volte a settimana, per trovarci insieme e provare. Creare anche un po’ più di feeling. E speriamo che tutto vada per il verso giusto».

La banda intona l’inno, Roma si va stiracchiando sotto un sole finalmente primaverile. Un gigantesco elicottero bianco volteggia sul centro. Si annunciano manifestazioni in tutta la città. Il Liberazione, nato nel 1946 quando la libertà non c’era, porta con sé la solita ventata di ottimismo.

L’esordio di Gasparrini alla Uae, con un record

25.02.2023
4 min
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Se non è una prestazione da Guinness dei Primati, poco ci manca… Alla Volta Comunitat Valenciana femminile disputata la scorsa settimana, Eleonora Camilla Gasparrini ha infilato una serie di prestazioni uniche, almeno statisticamente: quattro tappe e quattro quinti posti in sequenza, né più né meno. Se a questo si aggiunge che la ventenne torinese era al suo debutto assoluto con il Uae Team Adq, con il quale è entrata nel WorldTour.

La Gasparrini sul podio della Volta Valenciana, prima nella classifica delle giovani
La Gasparrini sul podio della Volta Valenciana, prima nella classifica delle giovani

Il particolare non le è sfuggito e la fa sorridere: «Se ci provavo direttamente, non ci sarei mai riuscita… Nel complesso posso dirmi soddisfatta, ho avuto sensazioni più che buone. Ci tenevo a far bene non solo per la squadra, ma anche per avere buone indicazioni per il prosieguo della stagione e in particolare le classiche belghe».

Ottenere quattro volte lo stesso piazzamento denota anche una certa poliedricità…

Effettivamente è quello che mi hanno detto i tecnici, ho dimostrato di poter andar forte su svariati terreni. La prima tappa si è conclusa con una volatona di gruppo, la seconda sempre allo sprint dopo che il gruppo si era spaccato. Nella terza c’erano ben 3.000 metri di dislivello, molto dura, ho chiuso seconda nel gruppo delle prime inseguitrici, nella tappa finale la salita conclusiva ha fatto selezione, ma ho fatto comunque la volata del gruppetto inseguitore delle prime due. Alla fine ho dimostrato di cavarmela ovunque.

Per la ventenne un esordio più che positivo nel nuovo team, protagonista in ogni frangente
Per la ventenne un esordio più che positivo nel nuovo team, protagonista in ogni frangente
Che cosa ti ha detto questa prima esperienza stagionale?

Mi ha confermato di essere una ciclista abbastanza polivalente, ma devo ancora scoprire molto su me stessa. Non mi sono ancora testata su un percorso con tanta salita, soprattutto su salite lunghe. Era la prima volta che provavo a stare al passo di atlete con maggiore propensione per i tracciati duri. Ero abituata a gestirmi su certi percorsi, andare un po’ al risparmio energetico, ma questa volta ho corso spesso andando oltre i miei limiti e questo mi conforta.

Era la tua prima esperienza in un team della massima serie. Che cosa è cambiato?

Le gare in fin dei conti sono le stesse che frequentavo lo scorso anno con la Valcar, team al quale devo davvero tanto. Quel che cambia però sono le responsabilità: le aspettative sono molto alte, io le sentivo anche prima, ma la situazione è certamente diversa. Ora si parte sempre per vincere, come team e bisogna farsi trovare sempre pronti. Vincere è quasi un obbligo se corri a questi livelli, la struttura della quale sono entrata a far parte è molto diversa.

Per la torinese due anni di “apprendistato” alla Valcar, team al quale resta molto legata
Per la torinese due anni di “apprendistato” alla Valcar, team al quale resta molto legata
Da quel che si è visto anche in Spagna e considerando anche le tue prove della scorsa stagione, in questo momento la tua propensione pare rivolta alle brevi corse a tappe…

Sì, è un po’ la dimensione ideale per le mie caratteristiche. Ho un buon recupero, spesso nelle ultime tappe vado più forte che all’inizio. Resta il fatto però che devo ancora scoprire del tutto le mie possibilità e per farlo devo ampliare le mie gare, le mie esperienze. Ogni competizione è un test importante per capire. Ho ancora tanta strada da fare, ogni manifestazione è un mattoncino da aggiungere alla casa. Spesso in squadra mi dicono che sono giovane e devo fare legna ed è vero…

A proposito della squadra, come ti trovi?

Molto bene, è davvero un bel gruppo e credo che l’ambiente sia il punto di forza del nostro team. Siamo tutte molto legate e ci si diverte, anche con lo staff.

Anche il cittì azzurro Sangalli ha apprezzato le sue prestazioni spagnole. Futuro in azzurro?
Anche il cittì azzurro Sangalli ha apprezzato le sue prestazioni spagnole. Futuro in azzurro?
Siete una squadra con una forte presenza italiana, addirittura la metà delle tesserate pur essendo un team estero. Quanto incide questo?

Io credo molto, ma noi ci teniamo a fare gruppo tutte insieme, non siamo italiane e straniere, ma un tutt’uno. Per questo ad esempio parliamo inglese, per permettere a tutte di integrarsi. Resta però il fatto che c’è comunque un clima scherzoso, allegro, positivo, insomma tipicamente italiano, forse anche un po’ “casinaro”, che trascina anche le altre.

Che cosa ti aspetta ora?

Siamo in Belgio per due corse importanti, l’Omloop Het Nieuwsblad di oggi e le Samyn di martedì. Sono gare che conosco bene, che ho già affrontato e che mi piacciono molto proprio perché sono dure, devi stare sempre all’erta. Correrò in funzione delle altre, per fare esperienza, continuando a costruire.

Un po’ insegnante, un po’ capitana. Ecco la Bastianelli del 2023

11.10.2022
5 min
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Un anno fa di questi tempi il ritiro aveva bussato alla porta di Marta Bastianelli. E lei inizialmente l’aveva aperta, l’idea era di appendere la bici al famigerato chiodo. Poi ha dovuto respingerlo e rimandarlo di una stagione, perché nel 2023 la 35enne velocista laziale correrà ancora.

Il compito supplementare di Bastianelli sarà quello di insegnare il mestiere alle giovani che la raggiungeranno al UAE Team ADQ, prima di passare loro il testimone. Ha finito la stagione col mondiale in Australia ed ora ha tutto il tempo di sbrigare le proprie faccende personali. Mentre è a Roma in visita dalla madre, ci concede lo spazio di una chiacchierata su come la ritroveremo l’anno prossimo e magari sui progetti del dopo carriera.

Marta che ultima annata sarebbe stata se ti fossi ritirata?

Sarei stata molto soddisfatta. E lo sono di come è andata. Ho conquistato sette vittorie, compreso un piccolo giro a tappe (il Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo, ndr). Ho avuto un grande inizio di stagione poi nella seconda parte ho avuto qualche problemino fisico che mi ha condizionata. C’è gente però che si sarebbe accontentata di molto meno. Alla mia età non è più così semplice, col ciclismo moderno, fare risultato. Non è più come prima, come tanti anni fa, dove comunque il tuo riuscivi sempre a farlo anche se non eri al top.

Qual è la cosa che ti pesa di più?

Di base nulla, però inizio ad avvertire la fatica in tante situazioni messe assieme. Attualmente bisogna fare il doppio dei sacrifici e per me diventa difficile considerando che ho una famiglia con figlia e marito a cui è giusto dare attenzioni. Ad esempio le trasferte sono diventate un po’ più stressanti per me. Al di là dello stare lontano da casa tanto tempo, ogni tanto capita che anche solo andare in aeroporto mi dia qualche noia. E’ una questione più mentale che fisica. E so che tante altre mie colleghe, anche più giovani, sono come me. Anzi, da una parte mi tranquillizza perché significa che non sono l’unica a sentire il peso di queste cose.

Il podio finale del Festival Elsy Jacobs, gara a tappe in Lussemburgo. Bastianelli vince davanti ad Ewers e Persico, sua futura compagna di squadra
Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo. Bastianelli vince su Ewers e Persico, sua futura compagna di squadra
A livello fisico invece però hai dimostrato di avvertirle meno.

Sì, perché poi in gara riesci a trovare il tuo ritmo, il tuo agio. Certo, si fatica anche lì perché bisogna essere sempre più concentrati, ma a livello prestazionale sono riuscita sempre a fare buone prove. Posso dire che sono state vittorie colte più di esperienza che altro. E anche la squadra, che mi ha sempre aiutato, ne è rimasta contenta.

Tanto che ti ha convinta a continuare per fare quasi da tutor alle nuove arrivate.

E’ vero, si è creata la situazione e ne abbiamo parlato. Il mio team crede tanto in me e ne sono onorata. Volevano che rimanessi ancora una stagione per fare da punto di riferimento alle giovani. Lo farò con piacere, per me sarà un vanto ed un ottimo modo per chiudere. Questa decisione tuttavia l’ho potuta prendere in accordo anche con le Fiamme Azzurre, che mi permettono sempre di fare al meglio il mio lavoro.

Sostanzialmente dovrai far crescere soprattutto Consonni, Gasparrini e Persico che possono essere considerate tue eredi…

L’anno prossimo l’idea è quella di correre molto con loro e lavorare assieme, anche se ci saranno tante altre giovani. Chiara la conosco meglio perché da quest’anno è nel mio stesso corpo militare e al campionato italiano abbiamo lavorato per lei dove ha fatto quarta al fotofinish. Ha del carattere, così come ho visto che ce lo hanno Eleonora e Silvia, splendida al mondiale col suo bronzo. Sono tre giovani forti e promettenti. Oltre al carattere, gli altri ingredienti per fare tanta strada sono umiltà e determinazione. Mantenere i piedi sempre ben saldi a terra anche quando si vince tanto è il segreto per diventare dei corridori forti.

Visto che proseguirai un altro anno, c’è qualche obiettivo che ti era sfuggito e vorresti centrare?

Non saprei, vi direi di no. A livello di carriera posso ritenermi a posto. Non mi manca nulla. Però, ora che ci penso, un piccolo cruccio ce l’ho. Mi piacerebbe avere in bacheca la pietra della Roubaix. Dopo il quinto posto dell’anno scorso, la prova di quest’anno non mi ha soddisfatto. Mi è rimasta un po’ nel gozzo. Ecco, avrò la possibilità di riprovarci.

Bastianelli Omloop 2022
Bastianelli esulta alla Omloop van het Hageland, terzo dei sette sigilli del 2022
Bastianelli Omloop 2022
Bastianelli esulta alla Omloop van het Hageland, terzo dei sette sigilli del 2022
Un post 2023 lo hai già ipotizzato?

Sì e no. Ho tanti progetti, ma nulla di concreto ancora. Li valuterò e li condividerò col mio gruppo sportivo. C’è ancora un po’ di tempo, vedremo anche cosa succederà l’anno prossimo.

Alla fine, nel 2023 c’è il rischio di vederti più remissiva?

No, assolutamente (sorride, ndr). Ve lo dico subito. Farò il corridore e mi vedrete così, la mia mentalità agonistica non mi abbandonerà. Partirò senza stress o pressioni varie. Voglio aiutare ed insegnare alle giovani, però voglio essere ancora un faro in corsa per la mia squadra.

Sangalli e le U23 volano in Argentina. Ma il movimento come sta?

06.10.2022
6 min
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Vacanze per il ciclismo femminile? Forse sì per tante atlete, ma non per tutte, compreso il cittì Paolo Sangalli. Dopo il Tour de Romandie – in programma da domani fino al 9 ottobre ed ultima gara del Women WorldTour – il calendario ha avuto un colpo di coda inaspettato che riguarda proprio la nazionale. Una selezione azzurra infatti è stata invitata ad una gara 2.2 in Argentina

Più precisamente nella parte settentrionale del Paese a circa 1.200 chilometri a nord di Buenos Aires al confine col Paraguay. Parteciperà alla Vuelta a Formosa Feminina Internacional dal 21 al 23 ottobre, sulla falsariga della gara maschile disputata ad aprile. Prime due tappe pianeggianti (rispettivamente di 139 e 125 chilometri), poi terzo giorno spezzato in due con una crono individuale di 8 chilometri e finale su un circuito cittadino di 6 chilometri da ripetere 13 volte.

Il cittì Sangalli ha deciso di portare in Argentina quattro ragazze U23 e, prendendo spunto da questa lunga trasferta verso la primavera sudamericana, con lui abbiamo fatto una panoramica sulla categoria in previsione del 2023.

Paolo chi porterai in Argentina e perché?

Al di là delle scelte, intanto ringrazio le squadre che mi hanno concesso le loro atlete perché non è facile trovarle visto che sarà periodo di riposo. Porterò Valentina Basilico perché è una velocista molto sveglia e quando è in forma corre bene. Quest’anno ha fatto un paio di vittorie ed è stata, tra quelle del primo anno, che hanno fatto meglio. Ci sarà Carlotta Cipressi perché ha finalmente risolto i problemi alla schiena ed ha finito la stagione in condizione. Entrambe avevano la maturità e nella seconda parte sono cresciute bene.

Le altre due chi sono?

Ho chiamato Giulia Giuliani che ritengo un prospetto interessante. E’ l’unica delle quattro che corre in una formazione non continental. E’ una passista-scalatrice che avevo portato ad un ritiro a Livigno e volevo vederla all’opera da più vicino. Infine ci sarà anche Cristina Tonetti. Mi piace il suo modo di correre, molto coraggioso. E mi è piaciuta molto anche la sua scelta di restare anche l’anno prossimo nella Top Girls dove potrà fare un ulteriore step di crescita in un ambiente giusto.

Con che aspettative andrete laggiù?

Partiremo con uno spirito tranquillo. Siamo contenti che ci abbiano invitato ed essere loro ospiti. Per queste ragazze sarà innanzitutto una esperienza di vita. Voli lunghi e scali intercontinentali, soggiorno in una zona meno turistica di altre. Dovranno adattarsi a ciò che comportano viaggi di questa portata. Poi chiaramente ci sarà l’aspetto agonistico e quello lo vedremo solo quando saremo laggiù. Ci sarà da mantenere un po’ di condizione ancora per qualche settimana ma non abbiamo alcuna pressione di risultato.

Nel 2023 atlete come Guazzini e Zanardi diventano “grandi”. Lasciano una eredità pesante?

Vittoria e Silvia hanno vinto tanto sia su strada che in pista e non sarà facile fare altrettanto ma dietro abbiamo un buon movimento di ricambio. Certo, loro due hanno avuto sempre la possibilità di fare tante corse internazionali con il loro club e questo aiuta tanto ad alzare il livello. Spero che molte delle attuali U23 possano fare la stessa cosa.

Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Cosa bisognerebbe fare per farle crescere ulteriormente?

Il massimo sarebbe correre una gara a tappe con la nazionale prima di un europeo o un mondiale. Penso ad esempio ad una corsa come il Baloise in Belgio, senza però che partecipi la squadra di una delle ragazze che vorrei chiamare. Non lascerei mai a casa un nostro team invitato per portare solo una delle loro atlete in nazionale. Ho già una bozza del calendario del 2023. Devo vederlo bene con calma e poi mi confronterò con le varie formazioni per poi pensare a dove partecipare con la nazionale. Però i programmi delle gare sono sempre più compressi ed intensi e talvolta non è facile fare una cosa simile.

Il movimento U23 italiano per i prossimi anni com’è messo?

Ha ampi margini di miglioramento. Abbiamo tante ragazze di prospettiva che passeranno elite ed altre che stanno compiendo il loro processo di crescita. Bisogna avere pazienza perché quelle del primo anno hanno sempre la maturità e le condiziona inevitabilmente fino a luglio. Poi trovare subito la forma giusta e correre non è facile perché si va forte in ogni corsa.

Quali sono le U23 che l’anno prossimo faranno da guida?

Personalmente penso che il faro sarà Eleonora Gasparrini. Sarà al terzo anno da elite durante i quali ha corso tanto riuscendo a vincere sia il tricolore di categoria che una gara in Belgio. Andrà in una squadra dove potrà crescere ancora, lavorando per corridori importanti come Bastianelli che le insegneranno tanto. Ecco, se il mondiale di Glasgow sarà uguale all’europeo vinto proprio da Marta nel 2018, credo che Eleonora sia molto adatta a quel tipo di percorso.

Volendo c’è una bella lista di altri nomi importanti e promettenti.

Sì esatto. Matilde Vitillo quest’anno ha dimostrato di saper vincere nel WT ed anche lei sarà l’altra ragazza su cui poter contare. Camilla Alessio spero possa risolvere alcuni problemi di salute. Sofia Collinelli ha grandi potenzialità (per lei si parla del passaggio alla Cogeas-Israel, ndr). Gaia Realini sarà in uno dei team più forti come la Trek-Segafredo. Francesca Barale alla DSM potrà correre di più. Anche Federica Piergiovanni o Gaia Masetti sono da seguire. Poi ci sono quelle che porterò in Argentina. Ed infine abbiamo Ciabocco, Pellegrini, Segato e tutte le altre che arrivano dalle junior che terrò in considerazione senza troppe pressioni proprio perché andranno ancora a scuola. Vi dico, l’elenco che ho fatto è lungo e ci sono tante ragazze che terrò sott’occhio.

Gasparrini, la vittoria che scaccia la sfortuna. E ora il WorldTour

24.08.2022
6 min
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Era la giornata che inseguiva da tanto tempo. Una giornata che si meritava di vivere, specie nell’ultimo periodo. E sulle strade belghe domenica 21 agosto Eleonora Gasparrini l’ha vissuta vincendo allo sprint la MerXem Classic.

La vittoria quest’anno, per la verità, la 20enne della Valcar Travel&Service l’aveva già ottenuta in altre due circostanze. La crono individuale open a Romanengo a metà maggio ed il tricolore U23 a San Felice sul Panaro a fine giugno nel quale aveva chiuso al quinto posto nella volata generale tra le elite. Entrambe, per diversi motivi, belle soddisfazioni, ma forse nulla in confronto ad un successo assoluto in una gara del calendario UCI.

A Merksem, un quartiere periferico di Anversa in cui si è svolta la gara su di un circuito di 11 chilometri, Gasparrini ha regalato la dodicesima vittoria stagionale alla sua squadra con un timbro di buon valore. Dietro di lei sono arrivate Megan Jastrab del Team DSM (già iridata junior nel 2019) e la sua compagna Silvia Persico, al secondo terzo posto consecutivo in due giorni dopo il rientro alle corse. Mentre sta raggiungendo l’aeroporto per le sue prossime destinazioni agonistiche, intercettiamo Eleonora per farci raccontare tutto dell’attuale presente e del futuro che la attende.

Che sensazione hai provato con questa vittoria?

Di liberazione! E’ stata una bella emozione, sento che mi ha fatto bene. La considero la prima vittoria ufficiale. Senza nulla togliere alle altre due, questa ha un altro sapore. La aspettavo da un po’ di settimane e finalmente è arrivata. Anche Arzeni ultimamente mi diceva che era il mio turno. L’ho accontentato ed è felice. Personalmente me la immaginavo più così in volata che con un attacco solitario, ma in ogni caso ci voleva soprattutto per il morale.

Cosa intendi?

Arrivo da un momento particolarmente sfortunato. Non me ne andava bene una. Ho avuto una serie di cadute che mi hanno sempre rallentata o fermata sul più bello. Ai Giochi del Mediterraneo sono volata per terra. Al Tour, in cui stavo bene, mi sono ritirata per le conseguenze di alcune botte. Poi venerdì scorso, al ritorno alle corse alla Konvert Kortrijk Koerse, stavo tirando la volata a Silvia (Persico, ndr) ma ai 200 metri non so cosa sia successo e sono caduta. Silvia ha fatto terza ma forse avremmo potuto vincere.

Che gara è stata quella che hai vinto?

Il percorso era molto nervoso, tortuoso e a tratti con le strade strette. Ci sono state molte cadute nella prima parte di gara, così, in accordo col Capo (Arzeni, il diesse e team manager, ndr) abbiamo deciso di forzare il ritmo per scremare un po’ il gruppo e ridurre i pericoli. Ad un certo punto Persico è andata in fuga con altre atlete e per noi andava bene, perché ci dava ottime garanzie. Però davanti non hanno collaborato tanto e siamo tornate compatte verso la fine. A quel punto abbiamo optato per arrivare in volata. Nei giri precedenti avevo visto che la parte destra della strada era la corsia più veloce e lì abbiamo impostato lo sprint.

Sanguineti ci ha suggerito di dirti che sul traguardo almeno le braccia le potevi alzare per la vittoria…

Una battuta della Yaya me la aspettavo (ride di gusto, ndr). Siamo arrivate tutte assieme. Volata combattuta. Abbiamo dato tutte il colpo di reni. Vi confesso che ero certa di aver vinto, me ne ero accorta con la coda dell’occhio. Volevo alzare le mani al cielo, ma mi sono trattenuta per scaramanzia. Ho pensato che se non fosse stato così avrei fatto una brutta figura. E chi la sentiva Yaya dopo (sorride, ndr)? Così ho aspettato il fotofinish. E’ vero, non ho foto di me esultante ma è stato meglio così. Questa vittoria la dedico sia alla squadra, ma anche a mio padre Sergio. Gli ho fatto un regalo in anticipo, il giorno dopo era il suo compleanno.

Sei in partenza per le prossime gare. Dove correrai?

Domani corro in Bretagna al Kreiz Breizh e sabato a Plouay. Dopo di che andremo al Simac Ladies Tour in Olanda dal 30 agosto al 4 settembre. Poi vedremo cosa fare. Non correrò la Vuelta perché sarebbero impegni troppo ravvicinati e abbiamo scelto di non esagerare.

In queste corse punti a qualcosa in particolare? Plouay evoca bei ricordi per te con la vittoria dell’europeo junior nel 2020…

Sì, verissimo. Ci sono affezionata a quella zona e in quella corsa ci tengo a fare bene. La condizione c’è però sarò totalmente di supporto a Silvia (Persico, ndr) perché il tracciato sembra disegnato apposta per lei e perché è la nostra punta. Io sono giovane, avrò tempo per ricevere i gradi da capitana in corse dure come Plouay. Non ho particolari obiettivi per il finale di stagione. Posso dirvi tuttavia che al Simac ci sono un paio di tappe che potrebbero essere adatte a me e sicuramente ci proveremo a centrare qualche buon risultato.

Quest’anno si assegna anche il mondiale U23. Sarà possibile leggere Gasparrini tra le convocate del cittì Sangalli?

Potrebbe portare qualche giovane, ma penso proprio che non sarò io. In ogni caso di sicuro proverò a fargli cambiare idea con buone prestazioni nelle prossime gare.

Nel 2023 anche tu approderai nel WorldTour (dovrebbe passare all’UAE Team ADQ insieme a Consonni e Persico, ndr). Cosa ti aspetti? Ci stai già pensando?

Ho tanti stimoli nuovi. Naturalmente mi spiace andare via dalla Valcar-Travel&Service, una bella società che è una seconda famiglia. Ma le cose nel ciclismo femminile, per fortuna, stanno cambiando. Non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di andare in un team WT. Dovrei trovare alcune compagne con cui ho una grande sintonia. Sarà più facile per me questo trasferimento. Fra le tante compagne che lascerò, mi dispiace di non avere più Yaya da cui ho imparato molto e con cui ho legato molto. Però questo aspetto fa parte del nostro mestiere ed è anche il suo lato bello. So che continueremo a confrontarci nelle corse. Piuttosto sono curiosa di vedere da più vicino come saranno differenti gli ambienti di lavoro. Mentre per il programma gare non sono particolarmente spaventata. In questi due anni di Valcar ho potuto fare un calendario di altissimo livello. E per questo non finirò mai di ringraziarli.