Le Paralimpiadi nel momento del ricambio. Parla il cittì Addesi

12.07.2024
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Non solo Olimpiadi. Alle porte, come sempre succede ogni 4 anni, ci sono anche le Paralimpiadi che Parigi ospiterà dal 28 agosto all’8 settembre prolungando così la sbornia a cinque cerchi. L’Italia che nel secolo scorso era quasi una spettatrice distratta nel consesso paralimpico è diventata una potenza assoluta anche in questo ambito e molto lo si deve ai successi del settore ciclistico. La squadra che andrà a Parigi sarà però un po’ diversa da quella delle ultime edizioni.

Pierpaolo Addesi, in gara a Tokyo 2021 è diventato cittì nel gennaio 2022
Pierpaolo Addesi, in gara a Tokyo 2021 è diventato cittì nel gennaio 2022

Per la capitale francese, relativamente al settore strada che è storicamente quello che portava medaglie, sarà composta da 8 uomini e 6 donne, senza considerare però le guide dei tandem. Per 5 uomini e 3 donne sarà la prima esperienza olimpica e questo è un segnale importante. Sarà anche la prima delle Paralimpiadi con Pierpaolo Addesi (nella foto di apertura a Tokyo 2020) nelle vesti di cittì, quando ancora tre anni fa era lì a battagliare con gli altri per vittorie e medaglie e questo è un altro segnale.

«Quella che va a Parigi è una squadra profondamente rinnovata rispetto al passato – sottolinea il tecnico azzurro – eravamo arrivati al punto di dover procedere a un ricambio generazionale, avevamo un’età media molto avanzata. Parigi arriva in mezzo a un lungo periodo di transizione, non sappiamo quindi che cosa aspettarci, non siamo certamente la squadra dominatrice di Rio 2016. Non dimentichiamo che anche tre anni fa, pur con 7 medaglie in carniere, ottenemmo molto meno rispetto al passato e l’unica vittoria nel team relay arrivò per circostanze fortunate».

Mirko Testa è stato campione del mondo 2023 nella categoria H3
Mirko Testa è stato campione del mondo 2023 nella categoria H3
C’è un gap che l’Italia deve quindi coprire, un po’ quello che avviene nel ciclismo professionistico?

Per certi versi, ma con qualche differenza sostanziale. Innanzitutto molti atleti hanno l’entrata della pensione d’invalidità e questo consente loro di avere economicamente un primo aiuto. Poi – e questo è un fattore importante – alcuni stanno entrando nei corpi di polizia, il che consente loro di avere uno stipendio garantito oggi che fanno gli atleti a tutti gli effetti ma anche un domani che smetteranno. E’ una strada intrapresa da poco, ma sicuramente darà frutti. Il concetto è che bisogna ormai allenarsi a tempo pieno per emergere in questo ambito.

Federico Andreoli insieme all’ex pro Paolo Totò, vincitori della tappa di Coppa del Mondo a Maniago
Federico Andreoli insieme all’ex pro Paolo Totò, vincitori della tappa di Coppa del Mondo a Maniago
Che cosa dobbiamo quindi aspettarci dalla spedizione per le Paralimpiadi, il ciclismo resterà un riferimento per l’intero gruppo azzurro?

Se anche non raggiungeremo i fasti di Londra o Rio, io credo che ci toglieremo belle soddisfazioni, lo dicono i risultati delle grandi manifestazioni titolate del recente passato. Vorrei sottolineare la presenza dei due tandem, Bernard insieme a Davide Plebani e Andreoli insieme a Paolo Totò. Questo è stato uno dei primissimi settori sul quale sono intervenuto perché vedevo che c’era uno spazio che si poteva coprire, bastava trovare atleti disponibili e ciclisti normodotati che avessero voglia di rimettersi in gioco in questo bellissimo mondo. Nel tandem è più facile combinare equipaggi validi. Ma io guardo anche altro…

Ossia?

Noi dobbiamo continuare l’opera di diffusione della nostra attività, di promozione. Infatti abbiamo lanciato una serie di campus per far capire quanto lo sport sia importante nel nostro mondo, per chi ha disabilità diventa quasi una ragione di vita e può dare benefici enormi. E’ chiaro che le medaglie e i risultati diventano poi il richiamo, sulla base di quelli è più facile raccogliere adesioni, allargare la base, per questo l’appuntamento di Parigi è così importante.

Luca Mazzone sarà portabandiera azzurro a Parigi 2024 insieme ad Ambra Sabatini
Luca Mazzone sarà portabandiera azzurro a Parigi 2024 insieme ad Ambra Sabatini
Quanto conta avere Mazzone come portabandiera?

Non nascondo che quando ho avuto la notizia mi è preso un groppo alla gola, perché quanto se lo meritava, quanto si è speso per la nostra attività non solo con le sue vittorie e le sue medaglie. E’ un titolo che il nostro movimento meritava, forse se non fosse successo quel che è successo già a Tokyo avremmo avuto Alex Zanardi come portabandiera. Mazzone, come Cornegliani, come la Porcellato è un esempio di dedizione, di testa d’atleta. Ci rappresenta alla grande, noi del ciclismo come tutto il movimento paralimpico.

Parigi è ormai alle porte, che cosa ti soddisferebbe?

Vedere i miei ragazzi che riescono a fare il meglio di quanto è nelle loro possibilità. Sono convinto che se sarà così, porteremo a casa più di qualcosa…