Bardiani a Livigno per preparare il Giro under: vediamo come

23.05.2022
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Mentre i professionisti si preparano per affrontare l’ultima settimana del Giro e oggi si godranno il secondo giorno di riposo, gli under 23 si preparano al Giro d’Italia di categoria. Quest’anno la corsa partirà l’11 giugno da Riccione e si concluderà il 18 a Pinerolo. Abbiamo così voluto andare a spiare il lavoro di una delle squadre che parteciperanno al Giro Under 23. Bussiamo in casa Bardiani-CSF-Faizanè, ad aprire la porta c’è Pino Toni, coach che sta lavorando con il team di Rossato.

Toni 2022
Pino Toni sta seguendo i corridori della Bardiani under 23 verso il Giro d’Italia di categoria
Toni 2022
Pino Toni sta seguendo i corridori della Bardiani under 23 verso il Giro d’Italia di categoria

Parola d’ordine: programmazione

«I nostri under sono in altura a Livigno ormai da qualche giorno – dice Pino – alcuni in precedenza sono stati anche sull’Etna. Con il fatto che gli under in Bardiani possono fare solamente gare internazionali abbiamo preferito optare per fare dei carichi di lavoro. La differenza con i pro’ è che correndo meno, possono essere gestiti meglio e quindi programmare i lavori. Questo ci permette di poter far crescere i ragazzi con calma ma soprattutto di averli sempre sotto osservazione».

I corridori della Bardiani hanno corso molte più gare a tappe per migliorare il rendimento, in foto Marcellusi al Tour of Antalya
I corridori della Bardiani hanno corso molte più gare a tappe per migliorare il rendimento. Qui Marcellusi al Tour of Antalya

Un calendario differente

Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è quanto differisca l’attività che gli under fanno in Bardiani rispetto a quella di una squadra under 23…

«Non serve correre tutte le domeniche per crescere e migliorare di condizione – riprende il coach – anzi. Quello che fa davvero la differenza è il calendario che siamo riusciti a costruire per questi ragazzi: tante corse a tappe e periodi di due settimane senza corse per avere il tempo giusto per lavorare in allenamento. Se si corre tutte le domeniche non si lavora mai in settimana e questo non permette di fare tutto quel che c’è da fare. 

«Vi faccio l’esempio di Marcellusi: lui la differenza l’ha fatta quest’anno perché ha avuto un salto di qualità anche nelle corse che è andato a fare. Ha gareggiato all’Antalya, all’Istrian Trophy ed alla Carpathian Race, tutte corse a tappe all’estero. Fare tanti giorni di corse a tappe ti permette di creare la condizione, di adattarsi allo sforzo. In gara i corridori trovano motivazione, hanno condizioni psicologiche differenti rispetto all’allenamento. L’adrenalina è il più grande antidolorifico che esista, ti permette di spingere oltre i tuoi limiti, cosa che non riesci a fare in allenamento. Tra correre una volta a settimana o fare 4 giorni di corsa cambia anche il valore del TSS (Training Stress Score) perché tiene conto anche della vicinanza degli sforzi».

La squadra di Reverberi ha corso anche nel Nord, qui Martinelli alla Freccia del Brabante
La squadra di Reverberi ha corso anche nel Nord, qui Martinelli alla Freccia del Brabante

L’allenamento specifico

Come detto i corridori della Bardiani, guidati da Rossato, sono a Livigno per prepararsi al Giro Under 23. Alla luce di queste considerazioni cosa cambia nell’allenamento e nell’avvicinamento alla gara?

«In questi giorni – racconta Pino – si sta lavorando in altura, i ragazzi fanno allenamenti specifici sulla forza, parametro che in gara tendono a perdere leggermente. Si fanno dei lavori sulla resistenza ma con meno ore, si fanno dei volumi un po’ inferiori di allenamento. In una giornata tranquilla si fanno al massimo 5 ore, in una più dura con dislivello sui 3.000 metri se ne fanno 3 di ore. La media di dislivello sui 10 giorni è 22.000 metri, si fanno pochi fuorigiri, quelli si fanno in corsa. Fondamentalmente in questi giorni si tratta di fare un richiamo di preparazione. Questi giorni servono principalmente ai ragazzi per capire a che livello sono rispetto ai propri compagni così da vedere da soli quali potranno essere le priorità all’interno della squadra durante il Giro».

«Una volta scesi – riprende – faranno qualche gara per mettere il ritmo corsa nelle gambe, se si lavora bene ne bastano un paio. Andranno al De Gasperi e alle Strade Bianche di Romagna».

L’ultima gara disputata dal gruppo giovani della Bardiani è stato il “Gran Premio Industrie del Marmo” vinto da Martinelli
L’ultima gara disputata dal gruppo giovani della Bardiani è stato il “Gran Premio Industrie del Marmo” vinto da Martinelli

Un Giro bello tosto

La scelta di andare a prepararsi a Livigno da parte della Bardiani non è casuale, infatti i ragazzi guidati da Rossato hanno approfittato per visionare la tappa numero 3, e le considerazioni non sono mancate.

«Rossato mi ha chiamato, è andato a vedere la tappa con partenza da Pinzolo e arrivo a Santa Caterina Valfurva». Il tono del coach si fa più serio. «Non mi sembra normale fare una tappa così dura. Si parla di fare corse rapportate alla preparazione del ragazzo e con la loro maturazione e poi metti una tappa da quasi 5.000 metri di dislivello? E’ un Giro molto duro, nel fare la squadra siamo un po’ “impiccati” perché i corridori da schierare sono 5 e noi ne abbiamo 6. Uno dei due primi anni, probabilmente Pinarello, lo farà. Sinceramente, se avessimo avuto ancora Trainini, Pinarello lo avremmo lasciato a casa.

«Una volta – racconta – quando si chiamava Giro Bio i primi anni non lo facevano nemmeno. Abbiamo corso tanto all’estero, ma una tappa con tanto dislivello non l’avevamo ancora trovata. E’ anche una questione di rispetto verso tutte le squadre che partecipano, tanto chi vince una tappa del genere la vince anche con 1.000 metri di meno…».

Alessandro Pinarello qui al Trofeo Piva potrebbe essere l’unico “primo anno” della Bardiani a partecipare al Giro Under 23
Alessandro Pinarello qui al Trofeo Piva potrebbe essere l’unico “primo anno” della Bardiani a partecipare al Giro Under 23

La squadra c’è

«Andremo al Giro con le migliori intenzioni, i corridori li abbiamo e punteremo a fare bene, Marcellusi potrà puntare a qualche tappa. Abbiamo ambizioni di classifica: c’è Martinelli, Nieri sta crescendo, avremo il velocista spagnolo. Ci sarà anche uno dei primi anni, come detto più Pinarello che Pellizzari. Sarà comunque una buona esperienza per loro. I due stanno crescendo bene, hanno corso con i pro’ e nelle gare 1.2. Il ritmo in corsa non sarà tanto differente rispetto a quando ci sono le squadre continental straniere o le development dei vari team WT. Sarà un bel banco di prova, vedremo poi chi ci sarà. Le convocazioni spettano a Rossato e Bruno Reverberi».

L’estate di Briko, tra sicurezza e nuovi prodotti

20.05.2022
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In questi giorni Briko è protagonista sulle strade del Giro d’Italia con la Bardiani CSF Faizanè. I ragazzi diretti da Bruno e Roberto Reverberi indossano in corsa due prodotti top di gamma firmati Briko:  gli occhiali Starlight e il casco Quasar con gli inconfondibili inserti ciclamino che li rendono subito identificabili in gruppo.

L’importanza della sicurezza

La voglia di Giro, ma soprattutto la bella stagione, fa crescere sempre più nelle persone la voglia di pedalare. La strada nasconde però spesso molte insidie che possono creare seri pericoli ai ciclisti. Diventa allora sempre più importante il tema della sicurezza, aspetto al quale in Briko tengono molto al punto da aver ideato un servizio specifico chiamato “Briko Road Protection”. Si tratta di un servizio totalmente gratuito riservato a chi acquista un casco Briko. Prevede una polizza assicurativa che offre assistenza medica, tutela legale e responsabilità civile, attivabile a seguito dell’acquisto del casco. L’assicurazione è valida anche per i monopattini e può essere attivata fino al 31/12/2022.

Testimonial speciali

Per raccontare in maniera originale e diretta il servizio “Briko Road Protection” l’azienda ha deciso di coinvolgere due testimonial particolari. Stiamo parlando di Johanna Maggy, istruttrice di pilates e yoga, e del triatleta Daniel Fontana, entrambi grandi appassionati di bicicletta. L’obiettivo è quello di spiegare in maniera semplice ed efficace il concetto di sicurezza stradale in bici tramite video, post e stories pubblicati sui canali social Briko.

L’attività di promozione del servizio è stata effettuata tramite una pedalata sulle stupende colline che circondano Varese. Nell’occasione Johanna Maggy e Daniel Fontana hanno parlato dei rischi oggettivi che si corrono una volta in sella, offrendo preziosi consigli e suggerimenti su come muoversi in maniera accorta e affrontare ogni tipo di problema o inconveniente.

Le indicazioni dei due atleti saranno certamente molto utili ai ciclisti, ma il consiglio rimane quello di attivare il servizio “Briko Road Protection” che, vale la pena ricordare, è disponibile in forma totalmente gratuita per chi acquista un casco.

Johanna Maggy e Daniel Fontana sono i due testimonial di Briko
Johanna Maggy e Daniel Fontana sono i due testimonial di Briko

Tante le novità

Per assecondare al meglio la crescente voglia di bici, Briko ha presentato per l’estate diverse novità di prodotto in grado di fondere in un mix perfetto design e sicurezza. Stiamo parlando del casco da strada Teke, del modello urban Sismic Led e dei caschi MTB Sismic X e Akan. A questi è possibile  abbinare l’occhiale Sirio Photo. Non mancano novità anche per quel che riguarda l’abbigliamento con una offerta di ben 5 maglie tecniche: Jerseyko Stripe, Jerseyko Abstract, Jerseyko Over per uomo e Jerseyka Stripe Lady e Jerseyka Bloom Lady per donna. Ciascun kit può essere completato con i guanti da ciclismo Classic Glove 2.0.

Tutti i prodotti sono stati sviluppati con grande attenzione per la sicurezza, senza dimenticare lo stile e il design. Massima cura è stata inoltre riposta nella qualità e nella scelta dei materiali per garantire agli sportivi risultati performanti e il massimo comfort.

Briko

Diego Rosa e Filippo Zana, una fuga dai mille volti

16.05.2022
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Filippo Zana e Diego Rosa erano tra coloro che hanno animato la fuga verso il Blockhaus. Eppure la genesi del loro attacco è stata ben diversa. Il corridore della Bardiani Csf Faizanè, col quale avevamo parlato prima del via, sembrava quasi non avesse l’intenzione di andarci, mentre quello della Eolo-Kometa aveva le idee molto chiare.

Ma si sa, è la strada che comanda. E’ la strada che crea le occasioni, modifica i progetti, respinge o attrae.

Ognuno dei due ragazzi inseguiva qualcosa.

Un magrissimo Filippo Zana (classe 1999) intervistato al via da Isernia
Un magrissimo Filippo Zana (classe 1999) intervistato al via da Isernia

Inizio così, così

Filippo Zana probabilmente stava inseguendo di più la sua condizione. E’ partito per il Giro d’Italia con l’idea di vincere una tappa e magari provare a vedere di far classifica. Ma il suo inizio è stato un pelo sottotono.

«Per ora non è stato un Giro super – dice Zana – non avevo moltissime gambe. Ho provato ad andare in fuga nella tappa di Potenza ma non è stato facile, visto anche chi c’era. Dumoulin, Formolo… gente che potrebbe far classifica. A quel punto ho cercato di risparmiare.

«Il Giro è ancora lungo e ci riproveremo. Con Gabburo siamo entrati in una fuga che poi è arrivata. Abbiamo colto un ottimo secondo posto e quindi si può fare. Cercheremo di sfruttare soprattutto le tappe in cui si sa che la fuga può arrivare.

«Da parte mia nella prima settimana di Giro fatico sempre un po’, poi mi riprendo. E anche quest’anno è iniziato così e speriamo quindi che possa migliorare ed essere protagonista».

Filippo Zana in azione è stato riassorbito lungo la scalata verso Passo Lanciano
Filippo Zana in azione è stato riassorbito lungo la scalata verso Passo Lanciano

Zana in crescita

Zana ha cambiato approccio quest’anno. Ha lavorato in modo diverso: meno corse e più altura. Una programmazione “da WorldTour”. E in tutto ciò ci è apparso super magro, chissà se non troppo…

«In effetti – dice Filippo – sono un po’ più magro dello scorso anno, spero non troppo e che dia i suoi frutti».

«Per quanto riguarda le corse, in realtà dopo la Coppi e Bartali ero veramente stanco e sono andato in altura anche per recuperare un po’. Ma ci sono altre due settimane e tempo per sfogarci ci sarà. A partire dalla prossima settimana nella quale ci sono almeno due o tre tappe in cui la fuga può arrivare e quindi cercheremo di esserci. E poi l’ultima settimana si arriva anche più vicino a casa mia e spero di far bene».

Ieri il colpo però lo ha dato e il fatto che ci abbia provato è un ottimo segnale. Poi, diciamo la verità: quando un corridore sente che la gamba cresce si gasa. E infatti questa mattina a mente fredda e dopo la sgambata al sole pescarese Zana ha aggiunto: «Ieri stavo un po’ meglio e ci ho provato. Ho avuto un bel segnale. Sicuramente ci riproveremo ancora».

Diego Rosa (classe 1989) in azzurro al termine della Isernia-Blockhaus
Diego Rosa (classe 1989) in azzurro al termine della Isernia-Blockhaus

Rosa… e blu

C’è poi Diego Rosa. Lui la fuga la voleva sin dal mattino. Il piemontese è partito con in testa un programma ben definito: dare battaglia sul Macerone e andare all’assalto della maglia blu di miglior scalatore.

Diego è colui che più di tutti ci ha provato. Ha insistito e alla fine ha portato via un drappello. Era il più attivo e il più forte. E’ andato più avanti di tutti ed è stato ripreso solo alla base della scalata definitiva.

E’ già la seconda volta che Rosa tenta la fuga. La prima fu nel piattone verso Scalea.

«Indossare la maglia blu almeno un giorno era un obiettivo – ha detto ieri Diego – e l’ho centrato. Voglio svelare un segreto: quando mi sono accordato con la Eolo Kometa ho chiesto di inserire un premio speciale per la conquista della maglia azzurra al Giro. Sono andato in fuga pensando a questo obiettivo e anche la volta scorsa verso Scalea. Ho chiesto l’ordine all’ammiraglia e sono scattato».

«Quel giorno – riprende Rosa – ero partito proprio per fare i punti del Gpm, poi sembrava brutto fermarmi. E comunque c’erano in ballo tante ore di diretta tv, un Gpm, due traguardi volanti. Certo, sapendo che non sarei assolutamente arrivato speravo di stare fuori un po’ meno. Ma il gruppo giocava con me. Ad un certo punto mi sono messo a 25 all’ora pensando: adesso recuperano. Invece si sono fermati a fare pipì e ho guadagnato ancora!

«Mentre pedalavo da solo mi rivenivano in mente le pedalate fatte con mio fratello Massimo l’anno scorso in un viaggio verso la Puglia. Ogni giorno facevamo 300 chilometri e poiché lui stava recuperando da un infortunio al femore tiravo sempre io. L’unica differenza è che per mangiare e bere c’era l’ammiraglia e non mi fermavo ai bar!».

«E ci avevo provato anche nella crono di Budapest. Mi ero fermato a cambiare la bici per racimolare qualche punticino ma ho fatto quarto».

In fuga, Rosa è stato tra coloro che più hanno spinto
In fuga, Rosa è stato tra coloro che più hanno spinto

Esperienza e lavatrice

Ma tenere questa maglia non sarà facile e Rosa lo sa bene. Però l’ex biker non demorde.

«Adesso – riprende Diego – viviamo giorno per giorno e vediamo quel che si può fare. Mantenerla sarà complicato. Spesso questa maglia è un ripiego per i leader che sono usciti di classifica come Simon Yates. Lo dico per esperienza diretta.

«Quando ero alla Sky, proprio nella tappa del Blockhaus, perdemmo mezza squadra e Landa modificò gli obiettivi. Mikel disse: non vinco più il Giro, okay mi vado a prendere la maglia blu. Però, siamo in guerra, ognuno ha le sue armi.

«Studierò bene i punti che ci sono in palio sui vari Gpm, starò attento a quante persone saranno in fuga e magari sprinterò per gli ultimi punti a disposizione, ma di base non cambierò molto il mio modo di correre. Cercherò di difenderla più a lungo possibile e magari di portarla a casa».

Infine, Rosa non perde mai il suo buon umore e chiude con una battuta: «La maglia blu più o meno è come quella della Eolo Kometa, quindi cambia poco e posso metterle in lavatrice tutte insieme!».

Rider S800, il miglior top di gamma di sempre di Bryton

14.05.2022
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Bryton lancia sul mercato Rider S800, il nuovo modello di punta con funzioni mai viste prima. Progettato con materiali leggeri e di prima qualità, questo dispositivo dispone di un ampio display touchscreen a colori da 3.4″ ottimizzato per l’utilizzo all’aperto. La batteria è senza precedenti con un’incredibile durata fino a 36 ore. 

Rider S800 è un ciclo computer GPS all’avanguardia con un display ad alto contrasto dotato di funzioni di navigazione e allenamento avanzate, oltre alla compatibilità con Smart Trainer per uso indoor e Bike Radar retrovisori.

Le funzioni sono anche touch per un rapido e preciso comando
Le funzioni sono anche touch per un rapido e preciso comando

Display e autonomia

Il display da 3.4’’ del nuovo S800 è chiaro e ampio, e utilizza la tecnologia MIP (Memory In Pixel) unita a un livello riflettente interno ottimizzato per una migliore visibilità all’aperto senza ombre sullo schermo. Il tutto è completato da bordi ultra sottili in grado di offrire una leggibilità nitida e ad alto contrasto che lo posiziona tra i migliori dispositivi di sempre firmati da Bryton. 

Nonostante le caratteristiche di altissima qualità del display anche l’autonomia ha fatto un ulteriore step in positivo. Infatti la durata della batteria arriva fino a 36 ore e addirittura fino a 40 senza utilizzare le mappe. Adatto anche per uscite ed esperienze prolungate, questo dispositivo è compatibile con la ricarica via powerbank durante l’utilizzo. 

Un altro aspetto che rende l’S800 ancora più fruibile è la ricerca vocale. Grazie alla connessione a Internet, non sono più necessarie le tastiere su schermo, merito della ricerca vocale online di Google, disponibile in oltre 100 lingue.

Gli atleti del Team Bardiani CSF Faizanè utilizzano il Rider S800
Gli atleti del Team Bardiani CSF Faizanè utilizzano il Rider S800

Funzioni avanzate

Rider S800 include funzioni di navigazione complete, fornendo indicazioni di svolta sulle mappe europee precaricate OSM. Sono inoltre supportate funzionalità avanzate per orientarsi e ottenere il massimo supporto durante le uscite, come il reindirizzamento automatico, la visualizzazione dei punti di interesse (POI), e le funzioni Ripercorri Percorso e Percorso Inverso. Tramite l’app Bryton Active è possibile pianificare i propri allenamenti anche importandoli da app di terze parti. 

Un’altra funzione migliorata è la Climb Challenge, che fornisce una panoramica grafica delle varie ascese sul percorso. I dati che si visualizzano sono distanza, altitudine, dislivello e punti di inizio e fine. Tanti dati, facilmente leggibili grazie ai colori vivaci del display. 

Come un navigatore, il Rider S800 tramite la funzione Esplora, consente di avere fino a tre percorsi proposti, solo impostando la distanza che si vuole percorrere. 

L’app Bryton Active permette di configurare allenamenti ed elaborare i dati
L’app Bryton Active permette di configurare allenamenti ed elaborare i dati

Pianifica gli allenamenti

Rider S800 rappresenta un ottimo compagno di viaggio non solo in gara ma anche per l’allenamento. E’ possibile infatti visualizzare i progressi dell’allenamento, le zone di potenza personalizzabili e altri dati specifici. I programmi aggiunti al calendario appaiono sul dispositivo dopo la sincronizzazione. Mentre gli allenamenti di siti di terze parti possono anche essere salvati nella sezione “I miei allenamenti” ed essere modificati direttamente dall’app Bryton Active, anche aggiungendo note.

L’elaborazione dati per il ciclista che vuole tenere sotto controllo allenamenti specifici e i progressi  durante le sessioni risulta fondamentale. Rider S800 può visualizzare dati statici e grafici sulla griglia dati, inclusi posizione sui pedali (seduto / in piedi), power phase (PP), platform offset center (PCO) e bilanciamento destra /sinistra.

Una serie infinita di dati e numeri che sono facilmente consultabili grazie alla personalizzazione del Menù Stato rapido, semplicemente toccando lo schermo. 

In connessione 

Per rimanere connessi con il gruppo con cui si condivide l’uscita e con i propri familiari, è presente anche la funzione Bryton Live Track. Basta infatti generare un link di condivisione direttamente dallo smartphone, e chi lo apre può visualizzare oltre alla posizione la velocità attuale, il tempo di viaggio, il tempo del percorso e la distanza.

A completare l’ecosistema di interconnessioni ci sono le funzioni Group chat e Group Ride. E’ possibile infatti selezionare un percorso, invitare gli amici e rimanere aggiornato in tempo reale sullo stato di tutti i partecipanti all’attività. Il tutto rimanendo in contatto, facendo il tifo e inviando aggiornamenti utilizzando il microfono per creare messaggi personalizzati.

Ciclo Promo Components è distributore ufficiale di Bryton Rider S800. Il prezzo parte da 399,95 euro per la versione base e 479,95 euro per la versione completa di sensori.

CicloPromoComponents

Tolio paga cara la Strade Bianche, ma prenota una grande estate

05.05.2022
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Parlando con Marco Selleri dei corridori ammessi al prossimo Giro d’Italia U23, avuta la certezza che probabilmente avremo al via la superba accoppiata francese GregoireMartinez, è stato con una certa sorpresa che abbiamo accolto una defezione, quella di Alex Tolio, sottolineata dallo stesso organizzatore della corsa.

«Per quelli che sono già professionisti – ha detto – conta solo che non abbiano partecipato a gare WorldTour. I due francesi non lo hanno fatto, invece Tolio, che l’anno scorso fu il migliore della Zalf, lo hanno portato alla Strade Bianche, quindi il Giro non potrà farlo».

Nel 2021, Tolio ha chiuso il Giro U23 in 11ª posizione ad appena un secondo dal 10° posto (foto Scanferla)
Nel 2021, Tolio ha chiuso il Giro U23 in 11ª posizione ad appena un secondo dal 10° posto (foto Scanferla)

Una brutta sorpresa

Memori della conversazione con Cassani di qualche settimana fa sull’importanza di fare certe corse più di una volta per mettersi alla prova, siamo andati dritti dal corridore vicentino della Bardiani-CSF per sapere come vadano le cose e come abbia preso la notizia.

«Non sapevo che correndo la Strade Bianche – ammette – non avrei fatto il Giro. Ci sono rimasto un po’ male, perché il mio obiettivo era trovare la condizione proprio per quel periodo. Ma l’obiettivo resta invariato, non ci perderò il sonno. La mia strada va avanti a prescindere. Perciò domenica correrò il GP Industrie del Marmo, poi il 12 maggio andrò per quindici giorni a Livigno con la squadra, preparando la seconda parte di stagione».

Nel 2021, Tolio ha vinto la Piccola Sanremo di Sovizzo (foto) e la Strade Bianche di Romagna (foto Scanferla)
Nel 2021, Tolio ha vinto la Piccola Sanremo di Sovizzo (foto) e la Strade Bianche di Romagna (foto Scanferla)
Non sei ancora in vacanza, insomma…

No, no, sono a casa e svolgo allenamenti regolari (ride, ndr). Devo ammettere che ho avuto un inizio di stagione più difficoltoso. Non ho avuto particolari problemi, è andato tutto liscio. Ugualmente sono stato sotto tono, ma ultimamente sto migliorando corsa dopo corsa.

Come sta andando il debutto nel nuovo team?

Finora ho avuto la possibilità di fare belle esperienze. Mi sono divertito e ho fatto tanta fatica. Soprattutto alla Coppi e Bartali dove, a detta di corridori ben più esperti, abbiamo trovato un dislivello importante. Mi sono fermato come previsto l’ultimo giorno, perché la domenica dovevo correre a San Vendemiano e volevamo arrivarci avendo recuperato un po’.

Come ti trovi con Rossato in ammiraglia?

Ha una grande passione e non ci mette pressione, scusate il gioco di parole. A tavola si scherza, poi però in corsa siamo tutti con grande motivazione. Si vede che Mirco ci sa fare con i giovani, capisce bene la nostra età. Ma insieme si vede che è abituato anche a lavorare nel professionismo.

Il 2021 ha visto la Zalf di Faresin, a sinistra, vincere anche il tricolore con Benedetti
Il 2021 ha visto la Zalf di Faresin, a sinistra, vincere anche il tricolore con Benedetti
Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno?

La prima differenza grande è stata la preparazione invernale. Dopo anni a lavorare nella zona di casa, dovendomi adattare al freddo e cercando di sfuggire alla pioggia, ho fatto due bei blocchi di lavoro in Spagna. La stessa preparazione è stata gestita in modo diverso, perché le condizioni meteo favorevoli ci hanno permesso di fare salite e lavori che in Italia non sarebbero stati possibili.

Sei passato dalla preparazione di Faresin a quella di Pino Toni?

Esatto, è un anno nuovo, sto cambiando i miei riferimenti. Con Faresin avevo ed ho ancora un ottimo rapporto. Ho fatto tre anni da U23 e si è creato un bel legame, non solo a livello tecnico e agonistico. A Gianni mi potevo appoggiare, è uno di famiglia, passavamo tanto tempo insieme e i risultati sono sempre venuti. Sa cosa vuol dire andare in bici e secondo me fa una grande differenza.

Nel 2022 Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Freccia del Brabante
Nel 2022 Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Freccia del Brabante
Invece con Pino?

La prima differenza che vedo è che nei tre anni da U23 lavoravo molto sul fondo, lavoro lungo e tanto medio. Ora invece si fa più specifico e più intensità, anche se non mancano uscite più lunghe. Può darsi anche che l’inizio un po’ faticoso sia dovuto al fatto che il mio fisico usciva da tre anni a un certo modo e si è dovuto adattare al nuovo metodo di lavoro. All’inizio è stato impattante, mentre già al Liberazione ho percepito il cambiamento.

In che termini?

Di brillantezza. Non ho mai avuto problemi di fondo, ma ogni volta che si apriva la corsa, a me mancava qualcosa. Invece a Roma ho notato che riuscivo ad accelerare e a starci dentro. Per questo vediamo come va domenica al Marmo e poi non vedo l’ora di ripartire dall’altura. Giro o non Giro, ho tanta strada da fare.

Fiorelli: ultimi scatti sull’Etna, poi le valigie per Budapest

Giada Gambino
30.04.2022
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Filippo Fiorelli (in apertura foto Instagram) scala il vulcano verso il Rifugio Sapienza ogni giorno ultimamente. Finito il Giro di Sicilia è diventata questa la sua casa. Così il caldo e i profumi del Sud riempiono le sue dure e intense giornate di avvicinamento al Giro d’Italia.

Il corridore della Bardiani Csf Faizanè ci sta dando sotto. Dietro motore, tanta esplosività. Il suo è un ritiro sui generis. Di solito in altura si fa volume. Ma lui stesso ci spiega il perché. La corsa rosa è troppo vicina, Budapest chiama.

Il palermitano sta curando molto la qualità: eccolo fare dietro motore alle falde del vulcano (foto Instagram)
Il palermitano sta curando molto la qualità: eccolo fare dietro motore alle falde del vulcano (foto Instagram)
Il Giro è sempre più vicino, come ti stai preparando Filippo?

Sono venuto qui sull’Etna per prepararmi al meglio. Al Giro di Sicilia sono andato bene e sono molto soddisfatto, ma non ero comunque al mio massimo. Qui faccio diversi lavori incentrati principalmente sull’esplosività. L’unica salita lunga che faccio è quella per rientrare in hotel, per il resto solo pianura e brevi salite. Anche perché, non devo mica andare a vincere la tappa sul Blockhaus (ride, ndr)! 

Allenarsi in Sicilia… 

Non sono esattamente a casa mia, Palermo è giusto qualche chilometro più distante (sorride, ndr), ma è comunque sempre un qualcosa di piacevole. Al Rifugio Sapienza mi trovo sempre davvero molto bene, come se fosse una seconda casa e poi l’Etna è uno spettacolo. 

La quarta tappa arriva proprio lì su…

Sì, sicuramente non è una tappa adatta alle mie caratteristiche. Se starò bene cercherò di andare in fuga, dipende da come si metterà la corsa, poi magari la fuga arriverà, ma penso sia molto difficile. 

Fiorelli in fuga nella tappa del Giro di Sicilia che proponeva proprio la scalata dell’Etna che vedremo nel prossimo Giro d’Italia
Fiorelli in fuga nella tappa del Giro di Sicilia che proponeva proprio la scalata dell’Etna che vedremo nel prossimo Giro d’Italia
L’ultima volta, al Giro di Sicilia, nell’ultima tappa, proprio quella dell’Etna, sei andato in fuga… 

Ho provato, anche per dare un po’ di soddisfazione e onore ai miei tifosi siciliani. Quel giorno, però, Damiano Caruso era implacabile, probabilmente anche se gli si fossero bucate entrambe le ruote sarebbe riuscito a vincere!

Che rapporto hai con lui? 

L’ho conosciuto non appena sono passato nel professionismo. Sia con lui che con Nibali, abitando dalla parte opposta dell’isola, non ho avuto mai grandi contatti. Sicuramente in questo Giro di Sicilia è stato bello, perché eravamo noi le tre punte della corsa. Loro come scalatori e per la classifica generale e io per la maglia a punti. Tra di noi si era instaurato un bel clima. 

Cosa ci dici, invece, della quinta tappa del Giro, la Catania-Messina? 

E’ una tappa più adatta alle mie caratteristiche. Anche lì cercherò di fare del mio meglio, ma sarà comunque difficile, ci saranno tutti i big pronti a conquistare la vittoria. Mi piacerebbe, comunque, fare un bel piazzamento. 

Per Filippo quest’anno già otto top ten. Al Giro spera finalmente in una vittoria
Per Filippo quest’anno già otto top ten. Al Giro spera finalmente in una vittoria
Cosa ci dici di Giovanni Visconti?

Mi manca? Sì, tantissimo! Al di là del contributo che mi avrebbe potuto dare in gara, mi manca anche quello che succedeva dopo, gli allenamenti con lui, scherzare e divertirci come fratelli. Ero con lui alla Tirreno e vedevo che non stava bene, ho fatto di tutto per non farlo fermare, ma evidentemente era arrivato il suo momento. Ci sentiamo ogni giorno. So che scenderà in Sicilia nel periodo del Giro e questo è molto bello. Il mio cucciolo! Ah, ah, ah…

Cosa dobbiamo aspettarci da te per questo Giro? 

Vedrete la miglior versione che potrò essere. Darò tutto, cercherò di dare spettacolo nella mia terra, cercherò di vincere una tappa e di fare buoni piazzamenti. Il duro allenamento che sto facendo darà i suoi frutti. Mi sento meglio rispetto all’inizio della stagione. 

Mulubrhan, un eritreo alla Bardiani: lo presenta Nieri

28.04.2022
6 min
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Henok Mulubrhan, giovane corridore eritreo classe 1999, è diventato un nuovo corridore della Bardiani CSF Faizanè. A inizio febbraio aveva conquistato la seconda posizione nella classifica giovani dietro al connazionale Tesfatsion al Tour of Rwanda. Di recente, invece, ai campionati continentali africani ha fatto vedere grandi cose. Si è aggiudicato il titolo continentale africano nella cronometro a squadre, il secondo posto nella prova individuale ed infine, ha conquistato il titolo continentale su strada.

Il movimento ciclistico eritreo sta crescendo molto in questi anni, raggiungendo il suo apice con la vittoria di Ghirmay alla Gand-Wevelgem. Daniele Nieri ha visto passare molti di questi atleti nel Team Qhubeka, una realtà che ha permesso a questi ragazzi di crescere e maturare per entrare nel mondo del professionismo, o almeno provarci.

Henok Mulubrhan dal 21 di aprile è un nuovo corridore della Bardiani CSF Faizanè (foto Facebook Bardiani)
Henok Mulubrhan dal 21 di aprile è un nuovo corridore della Bardiani CSF Faizanè (foto Facebook Bardiani)
Daniele, raccontaci di Henok, quando è arrivato da voi?

Lui arrivava dal centro UCI, dove ha corso per un anno, nel 2019. Quindi, a differenza di altri suoi connazionali, come Tesfatsion (i due sono entrambi del 1999, ndr) aveva già un minimo di adattamento in più al ciclismo europeo.

Come avete lavorato per adattarlo al ciclismo europeo?

Quando i corridori africani arrivano da noi si parte con l’insegnare loro le basi del ciclismo. Per farvi un esempio: Henok non sapeva neanche che per prendere il rifornimento bisognasse chiamare l’ammiraglia, io me lo ritrovavo in fondo alla coda delle macchine che mi chiedeva l’acqua. Sanno che l’Europa è la loro grande occasione e lavorano davvero sodo, non è un caso che il movimento eritreo sia cresciuto così tanto.

Henok Mulubrhan a destra e Natneal Tesfatsion a sinistra in una gara di dilettanti in Eritrea
Henok Mulubrhan a destra e Natneal Tesfatsion a sinistra in una gara di dilettanti in Eritrea
Tesfatsion e Mulubrhan sono entrambi del 1999, il primo è al suo secondo anno da pro’. Il secondo inizia adesso, che differenze ci sono?

Loro hanno corso insieme alla Qhubeka nel 2020, sono molto uniti, a breve andranno a vivere insieme, li stiamo aiutando a cercare casa. Probabilmente verranno a vivere vicino a casa mia, tra Empoli e Lucca. A mio avviso Tesfatsion avrebbe dovuto fare un anno in più con noi per crescere ancora un po’. Lui arrivava direttamente dall’Eritrea e l’adattamento al ciclismo europeo non è facile, ogni tanto fa ancora degli errori grossolani, come al Tour of the Alps che agli ultimi 5 chilometri chiedeva ancora il rifornimento…

Invece Henok?

Con il fatto che ha corso un anno con la squadra del centro UCI aveva già qualcosa in più. Ovviamente anche lui ha dovuto fare un periodo di adattamento lungo, il problema principale di questi ragazzi è che quando arrivano non parlano neanche l’inglese, ma solo la loro lingua. Con Qhubeka abbiamo una migliore gestione della situazione in quanto siamo abituati a rapportarci con questi ragazzi. All’interno dello staff abbiamo dei tecnici che parlano la loro lingua, lo zulù, e ci aiutano con la traduzione.

Che tipo di corridore è?

E’ un vincente, ha una mentalità molto forte. Lui è uno di quelli che non dorme la notte perchè pensa alla vittoria, ogni volta che attacca il numero sulla schiena lo fa pensando al bersaglio grosso. L’anno scorso si è piazzato tante volte nei primi dieci, è arrivato terzo nella tappa di Imola al Giro d’Italia under 23.

Scalatore, ma anche a crono va forte…

Certo, come tutti i corridori eritrei ha una condizione innata per andare forte in salita. Loro vivono a 3.000 metri d’altitudine, questo li aiuta moltissimo, hanno un ossigenazione del sangue differente. In più hanno una grande dote naturale per le prestazioni a lungo termine, come la maratona o il ciclismo. A cronometro si difende molto bene, al Giro under è arrivato sesto nella prova contro il tempo.

Secondo te è pronto per l’avventura in Bardiani?

Direi assolutamente di sì. Lui doveva già correre con noi nel team WorldTour, poi la squadra è saltata e non si è fatto nulla. Ma penso che il suo procuratore abbia iniziato a muoversi già da inizio stagione. La categoria, a dirla tutta gli andava stretta e quindi è giusto che sia andato dai Reverberi. Loro hanno perso due corridori (Visconti e Trainini, ndr) e probabilmente hanno accelerato l’operazione.

Uno dei più grandi problemi è la comunicazione, soprattutto quando tornano in Eritrea per tanto tempo, secondo te questo potrebbe essere un ostacolo?

Non credo, certamente non è semplice ma la tecnologia è cresciuta tanto negli anni. E’ vero che in Eritrea non hanno internet, ma ora esiste un’applicazione per il telefono che permette di chiamare sfruttando la connessione internet del numero di telefono europeo.

L’eritreo si difende bene a cronometro, per lui il secondo posto al campionato continentale africano quest’anno (foto Instagram Mulubrhan)
L’eritreo si difende bene a crono, per lui il secondo posto al campionato africano 2022 (foto Instagram Mulubrhan)
Sono tanti i corridori eritrei che vivono in Italia, sono una comunità unita?

Henok, Natnael, Amanuel Ghebreigzabhier e Biniam Ghirmay sono molto amici tra di loro. Si trovano spesso insieme a mangiare e molte volte andiamo anche noi tecnici della Qhubeka. Quello che si è creato con questi ragazzi è un rapporto di amicizia, quasi fraterno. Spesso Natnael ed Henok vengono da noi in magazzino e rimangono a parlare con i ragazzi della squadra. Non sarà raro trovarli tutti insieme a casa loro. Per il momento non hanno ancora la patente e quindi capita che Antonini, un nostro massaggiatore, li porti in giro, li accompagni all’aeroporto o li porti anche a fare la spesa.

Alessio Nieri, apprendista alla corte dei Reverberi

21.04.2022
4 min
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E’ come un’automobile che sta completando il proprio rodaggio all’inizio di un lungo viaggio. Il motore è buono, ma ha ancora bisogno di tempo per esprimersi ai regimi più alti. D’altronde Alessio Nieri non solo è al primo anno tra i professionisti, ma corre in bici da pochissimo tempo.

La storia del ventunenne scalatore della Bardiani-Csf-Faizanè è particolare. Una sorta di passaggio di consegne tra i borghi di Santa Maria a Monte, paese suo e di Marcello Massini, storica figura del ciclismo toscano, a sua volta scopritore di Gabriele Balducci, diesse di Nieri tra gli U23.

A Negrar, sul Viale della Rimembranza, dove è posto il traguardo del Palio del Recioto, c’è tanto pubblico che osserva l’andirivieni dei corridori verso il palco per la presentazione delle squadre. Il biondo Nieri – che è nato il 13 aprile 2001, ovvero quattro giorni prima che Yaroslav Popovich vincesse la gara veronese – scambia due parole con Bruno Reverberi, venuto ad osservare i suoi ragazzi, prima di concedersi ad una chiacchierata con noi.

Alessio raccontaci come sei arrivato qui.

Arrivo dalla Mtb e corro da pochi anni considerando che in mezzo c’è stato il Covid. Nel 2018 ho corso nella Cicli Taddei quando c’erano anche Francesco Casagrande, Francesco Failli ed Alexei Medvedev. Poi l’anno successivo sono passato su strada tra gli junior con la Big Hunter. Le ultime due stagioni le ho fatte alla Mastromarco-Sensi-Nibali, con una vittoria e alcuni buoni piazzamenti. Quest’anno ho l’onore di essere alla corte dei Reverberi.

Com’è stato questo salto?

Il passaggio non è stato semplice, specialmente il primo anno, nel 2019. Non lo è stato solo per la visione della corsa o per il pedalare in gruppo ma anche per tanto altro. La Mtb ovviamente è molto più individuale rispetto alla strada, però tuttavia mi ha insegnato molto nella guida della bici. Il mio sogno è sempre stato quello di correre su strada. Per ora sta andando bene, nel modo giusto. Spero di raccogliere qualche risultato importante.

Che differenze stai notando in generale?

Sono stato sempre bene ovunque. La Mastromarco è stata una famiglia. Correvamo sempre e solo negli U23. Ora in Bardiani abbiamo l’opportunità di confrontarci in più gare con i migliori al mondo. Questo può farci migliorare e sicuramente possiamo crescere bene.

Ed in gara?

Ho già corso tanto con i pro’ finora. Tour of Antalya, Gran Camino in Spagna, Coppi e Bartali, Giro di Sicilia, Laigueglia, Per Sempre Alfredo e Larciano. Ho fatto più di venti giorni di gara, è un buon apprendistato. Noto il cambio di ritmo ed i diversi modi di correre. Le corse internazionali dei dilettanti è tutto uno scatto continuo, è difficile tenerla controllata come invece capita tra i pro’. Sono due mondi totalmente differenti nei quali si trae sempre qualcosa.

Cos’hai già imparato?

Tra Mirko Rossato, che è spesso con gli U23, Roberto Reverberi e gli altri nostri direttori sportivi siamo ben seguiti. Tutti ci danno buoni consigli, soprattutto nelle gare pro’. Ci stanno facendo maturare nel modo giusto per poter affrontare un domani il mondo dei professionisti al meglio. E poi abbiamo sempre Bruno che viene spesso a vederci e a parlarci (ed intanto lo indica con lo sguardo a pochi metri da lui, ndr).

Hai qualche obiettivo?

Ovviamente mettermi a disposizione della squadra quando mi è richiesto. Poi certo, cercare di riuscire a vincere o comunque poter tirar fuori belle prestazioni in gare internazionali. Quest’anno vorrei fare bene al Giro d’Italia U23 (l’anno scorso fece settimo nella tappa di Andalo, ndr). Infine ci terrei particolarmente a fare bella figura al Giro di Toscana-Memorial Alfredo Martini (in programma il 14 settembre, ndr). Si corre a Pontedera, praticamente a casa mia. Quella data l’ho già cerchiata nel calendario.

San Benedetto disseta gli atleti del team Bardiani-CSF-Faizanè

13.04.2022
3 min
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Anche per la stagione 2022, il team Bardiani-CSF-Faizanè può contare sulla preziosa partnership con un brand di assoluto prestigio: Acqua Minerale San Benedetto. L’equilibrata composizione della sua acqua contribuisce all’idratazione dei corridori, che nel corso di una tappa arrivano a berne fino a sei litri a testa! In particolare, San Benedetto Ecogreen è la linea di acqua minerale che punta a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di CO2. Le speciali bottiglie impiegate per questa linea sono difatti prodotte utilizzando plastica riciclata. Un’attenzione all’ambiente che è poi messa ulteriormente in evidenza se si pensa all’ultima novità del brand in tema di sostenibilità, ovvero il lancio di Ecogreen 100 Eco 1L Easy. Una bottiglia che oltre ad essere 100% “carbon neutral” è realizzata interamente in plastica riciclata.

Grazie a questa partnership, una volta scesi dalla bicicletta, gli atleti del team Bardiani CSF Faizanè possono dissetarsi con Allegra Zero Zuccheri Aggiunti, una bibita gassata con succo d’agrumi, oppure con il classico Thè San Benedetto. Due bevande rinfrescanti e dissetanti al termine di uno sforzo prolungato, soprattutto nelle giornate particolarmente calde.

I corridori della Bardiani potranno contare prima, durante e dopo la tappa sui prodotti San Benedetto
I corridori della Bardiani potranno contare prima, durante e dopo la tappa sui prodotti San Benedetto

Il rapporto con lo Sport

Nata nel 1956, Acqua Minerale San Benedetto Spa è presente in ben 100 Paesi nel mondo qualificandosi come il gruppo leader nel settore beverage analcolico in Italia (Fonte: GlobalData, 2021, Dati 2020). Azienda “totale”, multispecialista e multicanale, Il marchio opera con successo in tutti i segmenti del mercato di riferimento. Passando dalle acque minerali a quelle addizionate, dalle bibite gassate al thè e ai prodotti per bambini, dagli sport drink alle acque toniche, fino ad arrivare alle bibite piatte a base di succo e agli aperitivi.

La locandina che annuncia la collaborazione tra il brand e il team Bardiani
La locandina che annuncia la collaborazione tra il brand e il team Bardiani

Attraverso lo sport, San Benedetto diffonde e sostiene la cultura di uno stile di vita sano e sostenibile. Fondato su quei valori alla base di ogni disciplina e che nel ciclismo in modo particolare si rafforzano con la grande attenzione all’ambiente, alla salute e ad uno stile di vita “green”. Tematiche nelle quali si rispecchia l’azienda stessa. Da qui la scelta di affiancare il proprio brand a quello del #GreenTeam. E per la Bardiani-CSF-Faizanè la conferma tra i propri partner di un gruppo aziendale così solido e apprezzato come San Benedetto è motivo di grandissima soddisfazione.

San Benedetto