Accattivante, compatta, leggerissima: è la Giant Tcr Advanced Sl di Simon Yates. Abbiamo ammirato da vicino la belva per il Giro d’Italia del capitano della Bike Exchange Jayco. Una bici che certe volte deve essere “piombata”, nonostante infatti abbia i freni a disco, viaggia sul filo dei 6,8 chili consentiti dall’Uci.
E non a caso non mancano accessori come il “dente di cane”, per non far cadere la catena o in alcuni casi dei portaboracce più robusti.
Non è consueto vedere una bici taglia Xs con un attacco manubrio da 140 millimetri Sotto il nastro, all’interno della curva, si notano i pulsantini del cambio
Tcr Advanced Sl
Passiamo ai raggi X la Giant dell’inglese. Partiamo dal telaio. Si tratta come detto del Tcr Advanced Sl, quello con il reggisella integrato. Simon, che è alto 172 centimetri potrebbe usare una taglia S, invece come molti suoi colleghi preferisce la taglia più piccola, quindi una Xs. Non a caso per rispettare le sue quote ha un attacco manubrio da 140 millimetri. Di solito certe misure si riscontrano sulle bici dei passistoni.
Xs significa che ha un tubo di sterzo da 120 millimetri e un orizzontale da 520. Con angolo di sterzo di 71° e angolo piantone di 74,5°.
La fibra in carbonio è quella migliore di Giant, vale a dire la Grade Composite: molto rigida, ma anche confortevole. Sul discorso della rigidità poi nel caso specifico, conta non poco la taglia piccola, che di fatto riduce la lunghezza dei tubi. Ma ci arriveremo.
La compattezza della Giant Tcr di Yates L’inglese ha a disposizione anche la Propel, la bici aero di Giant, ma non la usa mai ci dicono
La compattezza della Giant Tcr di Yates L’inglese ha a disposizione anche la Propel, la bici aero di Giant, ma non la usa mai ci dicono
Shimano ovunque
La Tcr di Yates è chiaramente tutta montata col top di gamma. Si tratta dello Shimano Dura Ace Di2. Simon usa pedivelle da 170 millimetri, con il misuratore di potenza e anche i pedali sono griffati Dura Ace. All’anteriore ha un debole per la corona piccola da 38 mentre la grande è un 53 e al posteriore opta praticamente sempre per un 11-34.
Ci dice Mattia Romano, uno dei meccanici della Bike Exchange-Jayco, che Yates non cambia quasi mai questi ingranaggi, anche nei percorsi più facili.
Altra scelta di Yates. L’inglese, non avendo problemi di peso sulla sua Tcr, ha chiesto, il doppio comando. Sul manubrio infatti ci sono anche i pulsantini per il cambio. E per uno scattista e finisseur come lui, è una soluzione alquanto condivisibile.
Per quanto riguarda la scelta dei freni, Romano conferma che Yates, come tutto il team, utilizza solo prodotti certificati Shimano: dalle pastiglie (che vengono sempre rodate da un’apposita macchina prima di essere montate) alla scelta dei diametri dei dischi: 160 millimetri all’anteriore e 140 al posteriore. Questa scelta è dettata anche dal fatto che i cambio ruote ormai hanno adottato questo standard.
Abbiamo poi saggiato di persona la corsa dei freni. E abbiamo notato che all’anteriore Yates vuole una corsa molto breve e al posteriore una più lunga. Questo per modulare bene la frenata che il più delle volte serve per accompagnare la curva e le svolte. E poi perché se fosse troppo tirata andrebbe al bloccaggio troppo facilmente e un bloccaggio frequente non è ideale per le gomme (e le forature).
I raggi ultrapiatti e in carbonio delle nuove Cadex I tubeless Vittoria Corsa da 25 millimetri. A Yates è stato concessodii utilizzare questa gomma, extra brand del team La sella è un prototipo di Giant
I raggi ultrapiatti e in carbonio delle nuove Cadex I tubeless Vittoria Corsa da 25 millimetri. A Yates è stato concessodii utilizzare questa gomma, extra brand del team La sella è un prototipo di Giant
Ruote e non solo
Ci sono poi alcuni particolari che non ci sono passati inosservati. Il primo, che particolare non è, sono le ruote. Si tratta delle nuove Cadex, cerchio full carbon con profilo alto da 42 millimetri (ma ci sono anche da 65) e canale interno da 21.
Questo consente alla gomma di “spalmarsi” bene sul cerchio stesso e il risultato è che il battistrada si “apre” senza fare la pancia sulla spalla. Ciò comporta una serie di vantaggi: innanzitutto si può sfruttare al meglio il battistrada. Si guadagna qualcosa in termini “altezza” della gomma così da evitare le “pizzicate” in caso di buche e poi si può utilizzare un copertone più piccolo. Yates per esempio ha optato per dei Vittoria Corsa da 25 millimetri, che montati su questo cerchio sembrano dei 28, tanto si allargano.
Altra peculiarità di queste ruote sono i raggi in carbonio. Sono piatti, aerodinamici e poco tirati. E’ il movimento della ruota che li “tira”: il risultato di questo particolare innesto dei raggi tra mozzo e cerchio fa sì che rilascino energia elastica, senza disperdere potenza (e aumentando il comfort). Da qui il discorso sulla rigidità complessiva della Tcr fatta all’inizio. Bici super rigida sì, ma anche guidabile.
E a proposito di ruote, Mattia Romano ci dice che è l’unica cosa sulla quale Yates dedica più di attenzione, chiedendo spesso a quanto siano gonfiate le sue gomme.
La sella è un prototipo di Giant, non ha ancora un nome e per il momento in casa BikeExchange Jayco la stanno utilizzando lui e Matthews.