Veterani e Bardiani-Csf-Faizanè: di certo non è un bel momento. La squadra di Bruno Reverberi dopo l’addio al ciclismo di Giovanni Visconti, di cui vi abbiamo già raccontato, sta cercando in tutti i modi di far ingranare Enrico Battaglin e Sacha Modolo.
I due veneti erano cresciuti proprio nel Greenteam. Il loro ritorno dopo le esperienze nei grandi team, anche stranieri, era colmo di speranze ed entusiasmo. Ma sin qui si sono visti poco.
E’ vero che la vecchia guardia ha pagato a più caro prezzo “l’effetto del Covid”, ma adesso è ora di far vedere di che pasta sono fatti. La classe comunque non gli manca. Parliamo infatti di due corridori dal palmares importante e con oltre dieci anni di professionismo alle spalle.
Su Modolo…
Di loro parliamo proprio con Bruno Reverberi. Il capo, vecchia scuola, non le manda certo a dire. «Come sono messi? Che vanno piano! Forse si stanno risparmiano per il Giro d’Italia, ma se vanno così finisce che non ce li porto».
«Il perché non vanno forte non saprei dirlo: mancano le motivazioni, magari c’è un calo fisico, non so. Eppure Modolo lo scorso anno una corsa l’ha vinta. Ero convinto che si fosse sbloccato, che avesse superato i suoi problemi. Che poi quali problemi? Magari è più un fatto mentale».
«Modolo in questa stagione non è andato oltre il 12° posto, mai nei primi dieci. Ma quel che mi dispiace è che non fa neanche più le volate. Dice che per un quinto o sesto posto non ne vale la pena stare lì a sgomitare. Vediamo cosa combina adesso in Turchia.
«Quello di non fare le volate per il piazzamento è qualcosa che faceva anche da giovane. Ma anche un quinto, un settimo posto servirebbero. Alla fine non lo abbiamo preso perché vincesse 50 corse, ma portare a casa qualche podio, qualche piazzamento sarebbe una buona cosa anche per gli sponsor. A volte ci si deve anche accontentare. E se non vuol fare le volate, magari potrebbe tirarle a Fiorelli».
Su Battaglin…
Reverberi passa poi a parlare dell’altro suo big, Enrico Battaglin, atleta che in passato aveva avuto per ben cinque anni e che con la sua squadra aveva ottenuto i successi maggiori.
«Battaglin – riprende Reverberi – al di fuori del Giro non ha mai raccolto grandi risultati, anche quando ha militato in altri team. Il suo storico dice questo. Forse perché lui non è uno che sta lì ad ammazzarsi di allenamento e al Giro per forza di cose deve correre e pedalare come gli altri».
In effetti Battaglin ha colto tre delle sue quattro vittorie da professionista proprio nella corsa rosa: due alla corte di Bruno e una ai tempi della LottoNL-Jumbo. Come a dire che almeno la statistica gioca a suo favore e una sua attesa è più “giustificata”.
Calendari e professional
Ma come un buon padre, dopo le tirate d’orecchie, Bruno tende la mano. Spera che le cose possano tornare a girare bene e fa un’analisi corretta della situazione tra professional e WorldTour.
«Su 23 corridori in rosa – spiega – ne abbiamo 12 che sono neoprofessionisti. Nonostante ciò abbiamo già fatto 10 corse WorldTour, ma quando c’è un calendario così ristretto senza le corse in Asia e senza la certezza di partecipazione proprio perché non siamo una WorldTour, cosa succede? Succede che ad inizio stagione mandi tante richieste di partecipazione e se poi te le accettano cosa fai: non vai? E facciamo moltissima attività, ma con pochi spazi».
«Senza le corse in Asia – dice Reverberi – per noi è più difficile fare risultato. L’unico modo per raccogliere qualcosa è andare in fuga, farsi vedere. E guardate che questo vale anche per la maggior parte delle squadre WorldTour. Tolti quei sei o sette team più forti, pigliatutto, anche le altre WorldTour cercano le fughe.
«Mi piacerebbe però che i nostri due ci andassero in fuga. Battaglin ogni tanto ci va. Modolo no, ma giustamente aspetta la volata».