Alex Tolio, il ciclismo come scuola di vita

27.09.2021
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La scorsa settimana Alex Tolio ha vinto la 54ª edizione della “Piccola Sanremo” (foto Scanferla in apertura). Classicissima per under 23 che si corre in Veneto, per la precisione a Sovizzo. La vittoria del corridore della Zalf Désirée Fior non è una novità, ci ha abituato a vittorie importanti, come la “Strade Bianche di Romagna”. Il ventunenne di Bassano del Grappa è cresciuto tanto negli anni e crede ancor di più in sé stesso e nelle sue capacità, ma non è stato sempre così. Scopriamo insieme chi è e com’è arrivato a questi traguardi.

Alex Tolio esulta per la vittoria ottenuta alla “Piccola Sanremo” corsa accompagnata dalla pioggia (foto Scanferla)
Alex Tolio esulta per la vittoria ottenuta alla “Piccola Sanremo” corsa accompagnata dalla pioggia (foto Scanferla)
Ripartiamo dal tuo ultimo trionfo a Sovizzo.

E’ stata una gara tiratissima fin dai primi chilometri con una media nella prima ora molto alta. Nella fuga iniziale, di tredici corridori, sono entrati due miei compagni di squadra e questo ci ha permesso di correre coperti. Nel finale Lorenzo Visintainer si è avvantaggiato ed io successivamente mi sono riportato sotto e sulla penultima salita l’ho staccato. Praticamente ho iniziato a godermi la vittoria già dai 5 chilometri dal traguardo.

Ti aspettavi di poter vincere?

Il percorso era adatto alle mie caratteristiche quindi puntavo a fare bene questo non lo nego. Arrivavo da un periodo di corse molto intenso. Dal Gp di Capodarco (chiuso al terzo posto, ndr) ho corso per un mese e mezzo ininterrottamente. Non ero più molto brillante e me ne rendevo conto gara dopo gara, così insieme al mio direttore sportivo abbiamo deciso di fare una settimana di stop.

Vuol dire che hai un’ottima conoscenza del tuo corpo.

In questi anni ho imparato a gestirmi e ad ascoltare il mio fisico. E’ importante sapere quando hai bisogno di recuperare, lo staff tecnico poi in questo è fondamentale. Ma devi anche essere tu che ti convinci che sia giusto riposare altrimenti lo vivi come un obbligo e non ne trai beneficio.

Come hai raggiunto questa consapevolezza?

Mi ha aiutato anche la natura perché a differenza dei miei coetanei non ho avuto una crescita rapida. La mia è stata una maturazione fisica graduale anno dopo anno. Sono cresciuto di pari passo sia mentalmente che fisicamente. Non è stato tutto rose e fiori però.

In che senso?

Da bambino ho avuto un periodo in cui volevo smettere. Tra gli 8 ed i 9 anni ero un po’ piccolo fisicamente, non avevo molta motivazione. Questi fattori mi avevano messo addosso la paura per la competizione, ma per fortuna la mia famiglia mi ha convinto a continuare. Questo mi ha aiutato a maturare e forse a diventare la persona che sono oggi.

Come sei di carattere?

Sono molto preciso, pignolo direi, una cosa o la faccio bene oppure non la faccio, piuttosto ci spendo un’ora in più.

Dici che è stato il ciclismo a farti maturare quindi?

Sì, se avessi abbandonato alla prima difficoltà non avrei mai raggiunto questi traguardi, sportivi ma anche scolastici. Praticare questo sport da adolescente e andare a scuola allo stesso tempo non è facile, ogni momento libero lo dedichi alla bici. Non sono sacrifici perché fai quel che ti piace ma impari bene a capire quali sono le tue priorità, ti poni un obiettivo.

Prima mi parlavi della tua maturità fisica, hai ancora tanto da scoprire?

Il mio fisico mi sorprende sempre, giorno dopo giorno. Quest’anno la grande sorpresa è stata la risposta al Giro d’Italia Under 23. Alla mia prima apparizione in questa corsa sono andato davvero bene. Prima avevo corso anche la Settimana Coppi e Bartali con la nazionale, ma era stata un palcoscenico diverso.

Alex Tolio in azione alla “Settimana Coppi e Bartali” con la maglia della nazionale, è stata la prima vera corsa a tappe per lui
Alex Tolio in azione alla “Settimana Coppi e Bartali” corsa con la maglia della nazionale, è stata la prima vera corsa a tappe per lui
Perchè?

Correvamo con i professionisti ed in più era la mia prima vera corsa a tappe. Sono sodisfatto di com’è andata, infatti da lì sono andato anche al Giro d’Italia Under 23.

Com’è stata come prima esperienza, ti piace questo tipo di gare?

La risposta del mio fisico è stata buona, dal punto di vista dello stile di vita non mi pesa e quindi non escludo che in futuro possa correre altre gare del genere.

A proposito di nazionale, l’ultimo è stato un weekend speciale, ti spiace non essere andato in Belgio?

Correre con la maglia azzurra è qualcosa di davvero eccezionale, ti fa risaltare in gruppo. Andare in Belgio per disputare il mondiale sarebbe stato bello. Ma non mi aspettavo una convocazione, non avendo fatto neanche la preparazione con loro.

Ti aspettavi un risultato come quello di Baroncini e dell’intero team azzurrro?

È un mondiale, è scontato dire che ci siano delle motivazioni in più di una corsa “normale”. Correre con l’azzurro addosso ti accende una fiamma di orgoglio che ti fa spingere quel dente in più. Sabato hanno corso con il coltello tra i denti, era una gara lunga e bisognava essere bravi ad uscire allo scoperto nel momento giusto.

Ora che andrai tra i pro’, alla Bardiani, ti senti pronto?

Mi sento pronto mentalmente, il salto è grande e non devo aver fretta. L’importante è esserci con la testa, non aspettarsi tutto e subito. Bisogna correre con la consapevolezza che le batoste arriveranno, dovrò essere bravo ad imparare e non farmi abbattere, un po’ come a scuola.

Per il finale di stagione cosa ti aspetti?

Voglio fare bene e lasciare la Zalf con un bel ricordo di me. Domani parte il Giro di Sicilia (dal 28 settembre al primo ottobre ndr), un’altra corsa a tappe – ride – ci ho preso gusto. Poi ci sarà il Piccolo Giro di Lombardia e lì finirà la mia stagione. Farò un periodo di riposo e poi sotto con la prossima avventura.