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L’Avenir ci consegna uno Zana internazionale

23.08.2021
4 min
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Ieri siamo stati rapiti dal duello sul filo dei secondi fra Johannessen e Rodriguez, ma non ci siamo dimenticati del nostro Filippo Zana, bravissimo terzo sul Piccolo San Bernardo e nella classifica generale dell’Avenir.

Il corridore della Bardiani Csf Faizanè è stato autore di un Tour davvero buono, corso con “spalle larghe e petto in fuori”. Un’esperienza così ti fa maturare, ti dà consapevolezza e ti lancia ancora di più sul piano internazionale. Con lui partiamo dalla fine, dall’incredibile epilogo del Tour dell’Avenir sul Piccolo San Bernardo.

Zana al termine della 7ª sul Grand Colombier dove è stato secondo
Zana al termine della 7ª sul Grand Colombier dove è stato secondo
Filippo è fatta…

Ieri quando ho superato quota 2.500 metri ho un po’ accusato e quando è scattato Rodriguez non ne avevo proprio per andargli dietro. Ho cercato di stare con la maglia gialla e ho attaccato ai 4,5 chilometri dalla fine. Dai, alla fine è stato un bellissimo terzo posto. Siamo sempre stati lì, segno che stavo bene. Sono molto contento.

Che sei contento si vede dagli occhi…

E’ mancata la vittoria ma ci accontentiamo. E’ stata una bellissima stagione sin qui e spero di continuare e di finirla così. 

Col senno del poi c’è un qualcosa di questo Avenir che non rifaresti?

Sì. Nella tappa dei ventagli ho dormito un po’. Ero riuscito a prendere il ventaglio giusto, ma poi ho sbagliato e sono rimasto con il secondo gruppo. Quel giorno ho perso un minutino. E’ questo il più grande rammarico che ho di questo mio Tour de l’Avenir. 

Puoi consolarti però: a conti fatti non sarebbe cambiato niente vista la classifica finale…

Esatto, non sarebbe cambiato niente, però si cerca sempre di fare le cose al meglio.

Alla fine ha chiuso ha terzo posto con 2’05” di ritardo da Tobias Johannessen
Alla fine ha chiuso ha terzo posto con 2’05” di ritardo da Tobias Johannessen
Il tuo futuro è ancora nella Bardiani?

Penso di sì. Questa settimana farò un po’ di riposo e poi deciderò. Vedremo cosa succederà. Comunque quasi sicuramente resterò.

Quali saranno le tue prossime gare?

Penso quelle in Italia. Dobbiamo ancora vedere esattamente quali, ma più o meno tutte quelle fino al Lombardia che, credo, sia la fine della mia stagione. Perché ci sono altre corse quest’anno, tipo quelle organizzate da Pozzato, il Giro del Veneto, però non so se si faranno. E poi sarà che adesso sono così stanco che fino ad ottobre inoltrato è lunga!

Questo Avenir ti dà una grande visibilità. Inizi ad essere un corridore appetibile per il WorldTour: ci pensi oppure c’è la voglia di poter costruire qualcosa in una squadra tutta italiana?

Io lo spero. Credo sia il sogno di tutti quando iniziano a correre in bici di fare il Giro d’Italia e il Tour de France. Ma penso anche che bisogna crescere. Ho ancora tanto da imparare, quindi non bisogna fare il passo più lungo della gamba. Bisogna farne uno per volta ed essere pronti quando sarà il momento giusto.

Azzurri compatti intorno a Filippo e sempre sul pezzo. Baroncini (in primo piano) presente su ogni terreno
Azzurri compatti intorno a Filippo e sempre sul pezzo. Baroncini (in primo piano) presente su ogni terreno
Cosa ti ha impressionato di più di questo Avenir? E cosa ti aspettavi prima di partire?

Impressionato niente: si sapeva che c’era gente forte e il fatto che in salita sia sempre stato con i migliori mi è piaciuto. Rivedendo i dati siamo andati veramente forte e di questo sono soddisfatto. Sono arrivato pronto, penso nella miglior condizione dell’anno, e pertanto sapevo che potevo far bene. Poi non c’è niente di scontato. La squadra, la nazionale, ha sempre lavorato al meglio. Anche ieri Frigo, Garofoli, ma anche gli altri che erano nella fuga, mi sono stati vicino. E se non ci fossero stati loro non so come sarebbe andata. E devo ringraziare anche la famiglia Reverberi che mi ha dato tantissime possibilità quest’anno. Come ho già detto, mi ha permesso di fare un calendario super.

A proposito di squadra, ti sei sentito con i compagni? “Zio” Visconti ti ha dato qualche dritta?

Sì – ride Zana – mi sono scritto con loro. E anche con Visconti. Da quando c’è lui in squadra c’è una bella differenza. Mi scrive sempre e ci prendiamo anche un po’ in giro. E’ bello così: si scherza. Giovanni ci dà quelle indicazioni in più che possono fare la differenza. Io e i miei compagni più giovani non possiamo che ringraziarlo perché quest’anno ci ha fatto crescere molto. Ed è anche merito suo se stiamo facendo una bella annata.