Gregoire e Hagenes, tenaglia straniera al Belvedere

19.04.2022
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«Guarda quei due come vanno. L’anno scorso erano junior e oggi qua stanno dominando». Lo dicono alcuni corridori che passano staccati sotto il traguardo all’inizio dell’ultimo giro e subito si fermano sotto il maxi-schermo per vedere le immagini in diretta dell’83° Giro del Belvedere. Mancano circa 10 chilometri alla fine e “quei due” sono Romain Gregoire e Per Strand Hagenes, entrambi classe 2003, rispettivamente primo e terzo sull’arrivo di Villa di Villa.

Nella loro morsa ci finirà il trevigiano Federico Guzzo della Zalf Euromobil Fior ed atleta di casa, l’ultimo ad arrendersi al francese sulla salita di Montaner e bravo poi a resistere nel finale al ritorno del norvegese (20” e 23” i loro distacchi dal vincitore).

Romain Gregoire conquista l’83° Giro del Belvedere due giorni dopo aver vinto la Liegi U23 (foto ufficio stampa)
Romain Gregoire conquista l’83° Giro del Belvedere due giorni dopo aver vinto la Liegi U23 (foto ufficio stampa)

Il duello continua

Gregoire (che 3 giorni fa ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi U23) e Hagenes (che ad inizio aprile ha conquistato la terza tappa de Le Triptyque in Belgio) si conoscono molto bene. Nel 2021 si sono scambiati i primi due gradini del podio di europeo e mondiale. A Trento successo dello scalatore dell’Equipe Continental Groupama-Fdj mentre a Leuven trionfo del cronoman della Jumbo-Visma Development. Senza contare i piazzamenti ravvicinati (un po’ più a favore del norvegese) tra Belgio, Corsa della Pace in Repubblica Ceca e Parigi-Roubaix junior. A cavallo del cerimoniale della classica veneta li abbiamo sentiti entrambi.

Romain sei al primo anno nella categoria, ti aspettavi un inizio del genere?

Sinceramente no. Sapevo di stare bene e di avere una squadra forte ma non credevo di vincere due gare del genere in pochi giorni. Tuttavia mi era piaciuto il sapore della vittoria tra gli junior e volevo tornare a riassaporarlo il prima possibile tra gli U23.

Hai vinto tanto in Italia…

E’ uno dei miei posti preferiti. Oltre ad oggi (ieri per chi legge, ndr) e all’europeo, l’anno scorso ho vinto anche una cronosquadre ed il Trofeo Dorigo a pochi chilometri da qui (a Pieve di Soligo, ndr). Le corse che trovo qui, con atmosfera, pubblico e questo tipo di salite mi permettono di spingere al massimo. Vincere il Belvedere è stata una grande emozione, anche perché all’inizio dell’ultimo giro non avevo nessuna informazione sui fuggitivi davanti a me (degli otto fuggitivi erano rimasti davanti solo Bortoluzzi della Work Service e Guerra della Zalf, ndr). Ho solo dato tutto quello che avevo.

Dopo il traguardo ti sei abbracciato con Germani. Che rapporto hai con lui e cosa vi siete detti in corsa?

Con Lorenzo mi trovo molto bene, siamo spesso compagni di stanza in hotel prima delle gare. Lui ha fatto una grande corsa ed è andato molto forte (settimo a 50”, ndr). Abbiamo parlato nel finale di gara su cosa fare. Lo ringrazio perché mi ha messo nelle condizioni di vincere. Bravo lui e anche tutta la nostra squadra.

Che margini di miglioramento hai?

Sono ancora giovane, credo di averne tanti. Vorrei diventare un corridore da classiche. O meglio, l’aver vinto la Liegi U23 mi spinge a pensare di esserlo. Mi piacerebbe vincere anche la Liegi tra i pro’. Sarebbe un sogno vincere quel tipo di gare.

Hai qualche obiettivo in particolare?

A breve termine vorrei vincere ancora in Italia. Poi mi prenderò una breve pausa, dopo di che punterò al Giro d’Italia U23 per cercare di fare bene.

Cosa pensi del movimento francese giovanile?

La Francia ha sempre avuto grandi ciclisti. Adesso ci sono anche Lenny Martinez, Eddy Le Huitouze e Paul Penhoet (suoi compagni di squadra nel vivaio della Groupama-Fdj, ndr). Siamo un bel gruppo. Direi che siamo una generazione dorata del ciclismo francese.

Giro del Belvedere. Federico Guzzo, 2° al traguardo, riceve i complimenti di Per Strand Hagenes (3°)
Giro del Belvedere. Federico Guzzo, 2° al traguardo, riceve i complimenti di Per Strand Hagenes (3°)

Hagenes e il futuro della Norvegia

Ecco che tocca a Per Strand Hagenes dedicarci qualche minuto prima di raggiungere l’ammiraglia e fare rotta verso le prossime gare.

La tua squadra ha lavorato tanto. Cosa è mancato per vincere?

Forse oggi Gregoire era meno forte del solito. Noi non abbiamo sbagliato nulla, abbiamo pedalato molto bene. Uno dei miei compagni che mi avrebbe aiutato in salita purtroppo è caduto prima di iniziarla. Sfortunatamente abbiamo perso una opportunità di poter fare qualcosa di più. Io ho ritrovato un po’ di ritmo gara rispetto all’ultima volta (non correva da due settimane, ndr) ma ho fatto una corsa onesta, mi sentivo abbastanza bene e avrei bisogno di farne un altro paio così per tornare a sentirmi bene.

Quali gare farai prossimamente?

Salto il Palio del Recioto e farò il Tour de Bretagne dal 25 aprile al 1° maggio. Poi dovrei correre la Parigi-Roubaix Espoirs.

Che obiettivi hai per quest’anno?

Sono ancora al primo anno, devo migliorare fisicamente. Devo diventare più forte e potente. Fare esperienza ed imparare il più possibile in questa categoria. Ed anche nelle gare in cui ci sono i professionisti. L’obiettivo a lungo termine chiaramente è quello di diventare un pro’.

Il norvegese Hagenes parla col suo compagno irlandese Archie Ryan (di spalle) subito dopo l’arrivo del Belvedere
Il norvegese Hagenes parla col suo compagno irlandese Archie Ryan (di spalle) subito dopo l’arrivo del Belvedere
Il ciclismo norvegese è in ascesa. Cosa ne pensi?

E’ davvero un grande momento per noi. Penso che ci siano molti corridori giovani già forti e che possano crescere ancora. Bisogna darci tempo e vedrete quanto miglioreremo.

Puoi essere tu quello più forte della tua generazione?

No, io penso che ce ne siano tanti, anche più di me. Ad esempio c’è Johannes Staune-Mittet (suo compagno di nazionale e di squadra che ha già firmato un contratto dal 2024 per tre stagioni con la Jumbo-Visma, ndr). Correrà il Palio del Recioto. Seguitelo con attenzione perché va forte. Perché potrebbe vincere. Attenzione (ci saluta sorridendo, ndr).