Body Re Artù per BePink, scopriamolo con Silvia Zanardi

20.07.2022
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Caldo, freddo, vento e acqua. Le componenti esterne durante una corsa in bici sono infinite. Il nostro fisico le deve sopportare tutte e spesso il come è determinante per il risultato finale. La campionessa europea U23 su strada e pista Silvia Zanardi ci porta alla scoperta del body innovativo che Re Artù ha fornito a lei e alle sue compagne del Team BePink per questa stagione e per il Giro Donne appena conclusosi.

Fresca di medaglie d’oro ai campionati europei U23 su pista ad Anadia (Portogallo), nel quartetto, nella corsa a punti e nella madison, la Zanardi ci ha fornito un feedback diretto sul suo body da strada. Ad avvalorare le preziose parole dell’atleta emiliana ci sono anche gli spunti tecnici del suo team manager Walter Zini e del titolare di Re Artù Paolo Castellucci. 

Questo body, spiega SIlvia Zanardi, sembra composto da due parti distinte, invece è un pezzo unico
Questo body, spiega SIlvia Zanardi, sembra composto da due parti distinte, invece è un pezzo unico

Il feedback della campionessa

Silvia Zanardi se ne intende di aerodinamica applicata e spunti veloci. Il suo commento sul body che il Team BePink ha in dotazione è preciso e tecnico come la sua indole in sella. Silvia raccontaci questo body…

«La parte alta – dice – sembra normale come se fosse una maglia. Cambia il fatto che non si stacca e che quindi risulta essere un’ottima soluzione aerodinamica. Al Giro Donne e durante la stagione ho praticamente sempre usato quello, perché a mio parere è molto comodo e filante per penetrare l’aria. Rispetto ai pantaloni e alla maglietta normale, questo body è più fresco nonostante sia un pezzo unico».

«Nel complesso – conclude Zanardi – è molto leggero e molto comodo. Quest’anno è stato implementato un fondello ancora più comodo e performante, che ha permesso di avere un comfort prolungato nelle corse più lunghe dove le ore in sella si fanno sentire maggiormente. La tasca posteriore è una svolta dal mio punto di vista perché permette di avere il numero senza che faccia effetto vela tramite le classiche spille da balia che ancora oggi si usano. Purtroppo la rete bianca non sempre permette una visibilità ottimale infatti in alcuni casi non è vista di buon occhio dai giudici. Ma è un ottimo punto di partenza per implementarla e renderla visibile in ogni condizione».

Il maglificio forlivese collabora con il Team BePink e lo supporta per quanto riguarda la customizzazione dei capi
Il maglificio forlivese collabora con il Team BePink e lo supporta per quanto riguarda la customizzazione dei capi

Parola al titolare

Il body è realizzato presso il il maglificio Re Artù che affonda le sue radici nella terra romagnola, in particolare a Forlì. I capi creati dall’azienda italiana sono il frutto della lavorazione artigianale dei tessuti speciali e della ricerca del dettaglio al servizio dell’atleta. Per questo body lo studio e la collaborazione tra team e maglificio sono stati fondamentali. 

«A differenza dei body tradizionali – spiega il titolare Castellucci – questo dispone di un materiale traforato nella parte superiore del corpo. E’ molto attillato e aerodinamico, ma con una freschezza sulla pelle che consente di portarlo per svariate ore. Apertura totale davanti, quindi in vita è libero e dà una libertà di movimento molto ampia. Nella parte inferiore il materiale utilizzato è quello classico dei pantaloncini da strada, con silicone per evitare fastidiosi movimenti e il taglio vivo per aderire al meglio e formare uno strato tutt’uno con la pelle. Il fondello ha caratteristiche da lunga distanza con un’autonomia assicurata per le uscite molto lunghe fino a sei o sette ore in tranquillità e comfort.

«Abbiamo collaborato con la squadra – racconta – per la realizzazione e per la struttura, in particolare assecondando le richieste e le esigenze delle atlete. Alcune di loro hanno misure particolari, più lunghe più strette… Cerchiamo sempre di fornire il miglior supporto costruttivo, caratteristica che contraddistingue il nostro maglificio per la tessitura su misura di molti articoli con un fitting specifico. Il body è acquistabile su richiesta».

A sinistra il titolare di Re Artù Paolo Castellucci, insieme al team manager di BePink Walter Zini
A sinistra il titolare di Re Artù Paolo Castellucci, insieme al team manager di BePink Walter Zini

Il commento del team manager

La collaborazione tra Re Artù e BePink va avanti grazie ai risultati e alla qualità condivisa nell’utilizzo dei capi tecnici. Walter Zini ha commentato così la partnership tecnica con la casa romagnola.

«Il vantaggio di vestire Re Artù – dice – significa avere una casa di produzione che fa capi a livello sartoriale. Ci hanno accolto negli stabilimenti per fare un fitting dedicato. Per alcune ragazze hanno customizzato l’abbigliamento ad hoc con misure particolari su quadricipiti e lunghezze di maniche ,oppure circonferenze per migliorare il comfort e la vestibilità sotto ogni aspetto. 

«La tasca integrata – chiude Zini – è stata una nostra richiesta per migliorare la comodità di riporre il numero sulla schiena. Il feedback delle nostre atlete è stato molto positivo. Sia dal punto di vista del comfort che di quello della prestazione in sé. Il vantaggio di utilizzare un body è quello di valorizzarne l’aerodinamica. Con questo modello di Re Artù la comodità non è stata messa in secondo piano, nonostante l’alto grado di performance. Garantito!».

ReArtù

Zanardi, prima vittoria e un anno per diventare cattiva

11.03.2022
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Quattro piazzamenti nelle dieci correndo fra le elite e la maglia di miglior giovane alla Valenciana. Il 2022 di Silvia Zanardi era già iniziato in modo convincente, ma era chiaro che il meglio dovesse ancora venire. E infatti, poco dopo la vittoria nella prima giornata del Trofeo Ponente in Rosa, la campionessa d’Europa U23 (in apertura nella foto Ossola) parla di sé tra il serio e il divertito.

«Abbiamo corso bene – ha detto dopo la vittoria – e siamo riuscite a centrare un ottimo risultato di squadra. Nella volata, Valentina Basilico è stata bravissima: mi ha fatto da guida negli ultimi 500 metri e poi io ce l’ho fatta a concretizzare con la vittoria. Domani (oggi, ndr) si difendono le maglie e, naturalmente, si prova a fare ancora bene».

Alla partenza della corsa di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)
Alla partenza di ieri a Pietra Ligure c’era anche Samuele Manfredi, che vive a Loano (foto Ossola)

Tutto molto bello, la prima vittoria merita il brindisi, ma per iniziare questa conversazione, decidiamo di partire da una punzecchiatura che certamente le farà storcere il naso…

Sei velocissima, si è appena visto. E allora come hai fatto a perdere la volata di Montignoso contro Sofia Bertizzolo?

Sulla carta sono più veloce (sorride, ndr), ma non ho creduto molto in me stessa e nel dubbio di trovare il punto in cui partire, non sono partita per niente. Non ho neanche fatto la volata. Walter (Zini, il suo diesse, ndr) ha cercato di parlarmene per andare a fondo e capire come mai. Anche questo serve per crescere.

Come stai?

Bene, un po’ meglio dell’anno scorso, ci stiamo preparando bene. Queste prime gare servono per trovare la condizione. Per questo adesso faccio questi giorni in Liguria, poi Cittiglio e poi si va al Nord.

Condizione da trovare, ma stai andando piuttosto bene, no?

All’inizio non pensavo di sostenere il ritmo delle altre. Alla Valenciana ho finito prima delle giovani, sono soddisfatta. Sono arrivata fra le prime 10 della classifica, non pensavo di essere al livello delle altre. Alla Strade Bianche ho fatto più fatica.

Alla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia bianca
Alla Valenciana tre piazzamenti nelle prime 10 e la maglia bianca
Perché?

Mi sono resa conto che il livello è molto alto, ma rispetto allo scorso anno mi sono sentita più sicura mentalmente. Ho preso meglio le posizioni, nonostante ci fosse tanto vento. Sono corse che bisogna conoscere e richiedono mille attenzioni. Se ci penso a mente fredda, mi sembra impossibile che io sia in grado di districarmi là in mezzo. Poi però in corsa succede tutto automaticamente.

Il fatto di aver vinto un europeo fa di te un’osservata speciale?

In realtà penso di passare inosservata. Walter mi dice sempre di buttarmi in tutte le volate per farmi vedere e farmi portare rispetto. Essere meno educata e più cattiva perché le altre si accorgano di me. Sicuramente ci proverò, questa stagione deve essere un trampolino di lancio, anche perché è l’ultima da under 23.

Si dice in gruppo che sia già pronta per te la maglia della Movistar.

E’ presto per parlarne, Walter mi aiuterà quando verrà il momento giusto.

A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)
A Diano Marina, Zanardi ha battuto Zanetti e Collinelli (foto Ossola)
E’ vero che hai rinunciato a un posto nelle Fiamme Azzurre?

L’ho fatto di recente. Quando mi cercarono la prima volta, rimasi in contatto e la cosa mi interessava. Sarei dovuta entrare con la Chiara Consonni, ma alla fine ho deciso di no. Il mio obiettivo è entrare in una squadra WorldTour e se davvero c’è nell’aria la modifica del regolamento, essere nelle Fiamme Azzurre potrebbe essere un problema. Entrarci sarebbe stato un obiettivo quando avevo 17 anni, forse allora avrei accettato. Ora voglio giocarmi le mie carte nel professionismo.

Come ti sembra che vadano le cose in nazionale con Paolo Sangalli?

Lo vediamo a tutte le gare, non si possono fare le convocazioni semplicemente guardando gli ordini di arrivo. Bisogna valutare se una lavora, se fa la furba. Lui lo troviamo sempre sulle salite, si rende conto di persona guardandoci in faccia. Ci sentiamo spesso, mi pare che stia lavorando bene.

Crestanello e Basilico, due frecce per la BePink

12.02.2022
4 min
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Nella batteria delle velociste della BePink ci sono due giovanissime frecce che promettono di centrare gli obiettivi prefissati. Lara Crestanello e Valentina Basilico – rispettivamente classe 2002 e 2003 – si sono ritrovate compagne di squadra ma in realtà si conoscono bene già da junior. Oltre ad essere state avversarie in tanti sprint, nel 2020 agli europei junior/U23 su pista hanno conquistato il bronzo nella madison. Insieme vogliono essere al servizio sia della squadra sia l’una dell’altra. E a turno ritagliarsi il proprio spazio nelle gare più adatte a loro.

Attualmente sono in ritiro con la BePink a Calpe in programma fino al 21 febbraio. Tra le due ha già debuttato la Basilico correndo la Vuelta CV Feminas. Una scelta dettata da motivi scolastici. La comasca di Cabiate infatti – che frequenta la quinta presso l’istituto scientifico-sportivo di Cantù – rientrerà prima dalla Spagna per non perdere troppe lezioni in vista della maturità. Intanto però ha rotto il ghiaccio nella nuova categoria.

Basilico, carattere esuberante. E scatta il soprannome “Prezzemolo” (foto Saccani)
Basilico, carattere esuberante. E scatta il soprannome “Prezzemolo” (foto Saccani)

Basilico ribattezzata… prezzemolo

«Ero preoccupata per questa corsa – racconta raggiante la ragazza che arriva dal Racconigi Cycling Team – ma è andata bene. Pensavo ci fosse più salita, o quanto meno di patire quella che c’era ed invece mi sono trovata a mio agio col percorso. Essendo la mia prima gara non ho avuto compiti particolari. Ho agito sempre in accordo con le compagne».

Quello della Basilico – che Walter Zini ha ribattezzato… prezzemolo perché lei si intrufola dappertutto – è uno dei nomi più interessanti delle rookie. L’anno scorso su strada ha raccolto solo piazzamenti mentre in pista ha fatto incetta di risultati prestigiosi. Ha vinto il tricolore nell’omnium, l’oro agli europei nello scratch e conquistato quattro medaglie ai mondiali de Il Cairo. Un argento (corsa a punti) e tre bronzi (team sprint, scratch e omnium).

«Il 2021 è andato meglio del previsto – prosegue la Basilico – riuscendo pure a partecipare al mondiale su strada in Belgio. Sono state soddisfazioni personali, per la mia squadra e credo anche per la nazionale. Ora però sono concentrata su questa avventura. In passato non ho mai sentito troppo il passaggio tra una categoria e l’altra mentre quest’anno credo proprio che lo avvertirò. Tuttavia con questi ritiri sento di avere preso più ritmo rispetto al solito».

Si è già integrata con la BePink e le osservazioni che le arrivano da Zini non la spaventano. «Ho un carattere esuberante, mi piace sdrammatizzare e tirare su di morale le compagne tristi o deluse. So che poi loro lo farebbero con me. Questa mia personalità mi porta talvolta a non essere sempre impeccabile in ciò che vuole Walter in allenamento. Così mi rimprovera e mi mazzuola un po’ (ride, ndr). Mi piace però perché mi dà la sveglia».

Le sue doti da velocista pura cercherà di metterle in mostra non prima di essere stata utile alla squadra. «Grazie alla pista – conclude la Basilico – sono una gran limatrice. La mia volata è corta ed esplosiva. Spero di sfoderarla in qualche gara open. Per il resto so di avere davanti a me tanti anni, quindi il mio obiettivo sarà fare esperienza. Imparare dalle mie compagne più esperte e forti, lavorare per loro. Sperando un domani di poter essere ricambiata».

Walter Zini con Lara Crestanello (foto Saccani)
Walter Zini con Lara Crestanello (foto Saccani)

Crestanello: asticella su

Lara Crestanello con la Basilico non solo condivide le stesse caratteristiche tecniche ma anche il medesimo percorso scolastico essendosi diplomata l’anno scorso al liceo scientifico-sportivo di Vicenza con 82/100.

La vicentina di Velo d’Astico potrebbe esordire alla Volta Comunitat Valenciana (dal 17 al 20 febbraio) incrementando così il suo background internazionale. Nel 2021, proprio dopo la maturità, era riuscita a correre con regolarità, soprattutto all’estero disputando il Baloise Ladies in Belgio, varie corse in Francia, tra cui la Parigi-Roubaix, ed anche la Challenge by La Vuelta.

Statisticamente lo scorso 22 agosto a Noventa di Piave ha pure vinto la categoria elite nella gara open intitolata alla compianta Chiara Pierobon ma… «Non ero soddisfatta perché ero arrivata quarta assoluta. Certo, mi prendo e mi tengo quel successo però so che quel giorno non eravamo state ben organizzate col treno ed io ero partita troppo presto. Peccato perché ero in un buon momento. Quel giorno mi ha insegnato che bisogna sempre stare attenti. Quest’anno però farò in modo che non capiterà più. Voglio una vittoria assoluta».

L’obiettivo del 2022 sarà anche alzare l’asticella dei suoi punti deboli. «Innanzitutto – spiega Lara – devo crescere. Sapevo che l’anno scorso sarebbe stata dura ma ho fatto tesoro di tante cose. Ad esempio, non ho un bel rapporto con la salita. Ora va meglio ma so che devo continuare a lavorarci. Walter me lo ricorda spesso. Devo migliorare anche la resistenza se voglio finire bene le gare più toste. Devo cercare di tenere duro di più».

Anche lei con la maglia azzurra ha buoni trascorsi. A parte la medaglia ottenuta in coppia con la Basilico in quella rassegna continentale del 2020 svoltasi nel velodromo di Fiorenzuola, la Crestanello aveva conquistato anche l’argento nell’inseguimento a squadre ed il bronzo nello scratch, vinto dalla slovacca Nora Jencusova sua coetanea e compagna alla BePink.
«La mia intenzione – conclude – è quella di tornare nel giro della nazionale sia su pista che in strada. Indossare la maglia azzurra è sempre e comunque un onore. Non mi do scadenze ma lavorerò per farmi notare dal cittì Sangalli e dal suo staff».

Vitillo e Teolis, le due carte di Zini per la salita

10.02.2022
5 min
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Il confine naturale delle Alpi tra Italia e Francia è quello che separa geograficamente due compagne di squadra della BePink. Ed anche quello che idealmente le unisce per le loro propensioni da scalatrici. Da un versante Matilde Vitillo, classe 2001 astigiana di Frinco. Dall’altro Jade Teolis, vent’anni compiuti lo scorso 12 gennaio di Lione. La piemontese è alla seconda stagione nel team di Walter Zini, la francese è arrivata quest’anno dall’A.R. Monex Women’s Pro Cycling. Entrambe vogliono farsi notare quando la strada sale. Prima però sanno che avranno compiti da svolgere per completare il loro processo di crescita. E intanto in Spagna si è cominciato a correre.

La BePink ha debuttato il 6 febbraio nella Vuelta CV Feminas a Valencia. Vitillo a destra accanto a Zanardi
La BePink ha debuttato alla Vuelta CV Feminas. Vitillo a destra accanto a Zanardi

Vitillo cambia marcia

«La gara è andata abbastanza bene – spiega Vitillo che ha aperto la stagione alla Vuelta CV Feminas – e abbiamo corso sempre vicine ed organizzate. Abbiamo provato a tenere davanti Silvia (Zanardi, ndr) per l’arrivo, ma è caduta purtroppo ai 100 metri. Vedremo chi correrà la gara a tappe (la Volta Comunitat Valenciana Femines dal 17 al 20 febbraio, ndr) però nel frattempo continuiamo ad allenarci qui a Calpe».

Le aspettative della ragazza nata a Torino sono piuttosto chiare. «Il 2022 sarà comunque un punto di partenza dopo che ho chiuso bene l’anno scorso vincendo il Giro di Campania. La preparazione è migliore rispetto a dodici mesi fa. Quest’inverno ho corso in pista a Ginevra e Grenchen. L’ho un po’ trascurata ultimamente (da junior ha vinto un oro mondiale nell’inseguimento a squadre ed uno europeo nella corsa a punti, ndr) perché l’intenzione è quella di migliorare su strada».

Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)
Tra i limiti da abbattere per Vitillo, c’è la capacità di restare concentrata in allenamento (foto Saccani)

L’occhio di Zini

Per lei, come per tutte le sue compagne, sarà importante prestare attenzione alle direttive di Zini (i due sono insieme nella foto di apertura). «Walter mi sta aiutando tanto – dice – dandomi tante dritte. Mi sollecita parecchio per restare sempre concentrata in allenamento perché talvolta mi faccio influenzare. Quando sono sola non sempre ho la stessa motivazione che ho con la squadra. Devo lavorare tanto su questo lato di me però noto che sto già andando meglio».

Anche la sua maturazione fisica sarà un passaggio fondamentale. «Sono una passista-scalatrice. Devo lavorare di più sulla potenza – dice – per migliorare in salita. Nel 2021 ho sentito il passaggio. Nelle prime gare, in cui soffrivo tanto il freddo, prendevo mazzate demotivanti. Infatti per questo Walter mi ha dato da fare più palestra in questi mesi. Cerco di diventare il più completa possibile, senza obiettivi particolari. Voglio fare ancora più esperienza dell’anno scorso ed iniziare meglio anziché inseguire. Anche quest’anno lavorerò per Silvia, che è il nostro riferimento sia in allenamento che in gara. Poi spero di avere qualche possibilità in più di avere carta bianca».

L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)
L’estro del fotografo per mettere in mostra la nuova maglia by Re Artù (foto Saccani)

Teolis, francese dal sangue italiano

Se la piemontese ha già fatto vedere i suoi spunti nel finale del 2021, una pedina tutta da scoprire sarà Jade Teolis, che ha un sangue italiano.

«Mio padre è originario di Cassino, nel Lazio – racconta la transalpina che studia economia nell’università di Lione in una apposita sezione frequentata solo da sportivi – ma il cognome dicono sia greco. Dai miei 6 agli 11 anni abbiamo abitato nel paese di mio padre, dove ho fatto anche le scuole. Laggiù i miei genitori avevano delle attività all’epoca prima di fare ritorno in Francia».

Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)
Jade Teolis, Giada per le compagne, ha origini italianissime (foto Saccani)

Dalla danza alla bici

Una ragazza che è arrivata un po’ tardi alla bici, ma che ha subito trovato un grande feeling con le montagne attorno a casa sua.

«Fino a 14 anni facevo danza classica – sorride – poi ho scoperto il ciclismo grazie a mio padre che pedalava per piacere. Ho iniziato con la Mtb, poi ho scelto quella da strada correndo già a 15 anni. Sono andata sempre meglio col passare del tempo, me ne accorgevo da junior con la squadra della mia regione (l’Auvergne-Rhone-Alpes, ndr). Mi piace la salita, ho fatto il Col du Galibier dalla parte del Telegraphe ed anche il Col de la Madeleine. Ma sono consapevole che devo lavorare ancora tanto per sentirmi bene nelle gare più difficili o al pari di quelle che vanno più forte di me».

Contatto all’Ardeche

Giada, così come la chiamano le proprie compagne, sarà alla sua seconda annata da elite. «Nel 2021 – racconta – ho imparato tanto da Sierra, Sperotto e Ragusa. Erano mie compagne e grandi atlete. Ho fatto tanta esperienza in tante gare internazionali come Strade Bianche, Gand-Wevelgem, altre classiche del Nord e il Giro di Toscana. Ho corso anche il Tour de l’Ardèche in cui sono andata piuttosto bene. E’ stato lì che è nato il contatto con la BePink. Ho accettato la loro proposta perché Walter è un grande maestro nel farti crescere. Devo imparare molto nelle strategie di gara».

La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)
La francese arriva dalla A.R. Monex, va bene in salita e sa di dover crescere (foto Saccani)

Per la Teolis il 2022 sarà anche l’occasione di conquistare ancora una convocazione con la sua nazionale.

«Con la Francia ho disputato l’europeo junior nel 2020 – spiega – ma non è il mio assillo. Sono comunque in contatto con il cittì. Tutto passerà da quello che farò con la BePink. Se andrò forte con il mio club, la maglia della nazionale potrebbe essere una conseguenza. Adesso io sono qui per imparare, crescere e essere utile a Silvia (Zanardi, ndr). Mentre la aiuterò, cercherò di prendere spunto da lei e magari rubare qualche trucchetto del mestiere alle avversarie».

Pennello, sapone e le parole giuste. Zanardi adesso è capitano

04.02.2022
5 min
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La maturazione di Silvia Zanardi è ben visibile. Non tanto per i risultati internazionali ottenuti che conosciamo tutti. E nemmeno tanto perché in ritiro lava in modo chirurgico la propria bici. Ma da quello che ci dice mentre lo fa e mentre si rivolge alle sue compagne della BePink.

La piacentina (in apertura nella foto Saccani), benché debba compiere ancora ventidue anni (il prossimo 3 marzo), parla sempre più da grande. Da riferimento per la squadra, ora che non ci sarà più una guida come è stata Silvia Valsecchi. D’altronde qualche giorno fa ce lo aveva detto Walter Zini quando ci aveva ospitato in ammiraglia che la Zanardi aveva acquisito maggior leadership e si sentiva più responsabilizzata su tanti aspetti. La crescita di una atleta passa, anzi parte, dai dettagli che vengono sempre più curati.

Alla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuola
Alla scuola di Walter Zini, ogni atleta in ritiro tiene a posto da sé la sua bici: una grande scuola

Bici senza ruote sul cavalletto, spray detergente, pennello in mano per sgrassare la catena e canna dell’acqua pronta all’uso. Facciamo compagnia alla campionessa d’Europa U23 e la ascoltiamo durante la pulizia del suo mezzo nel cortile della casa-ritiro.

Silvia abbiamo notato che dai già delle dritte da veterana. Come ti senti nel ruolo di capitana?

Non sono la più grande in squadra, però mi sento di essere quella più esperta in alcune cose. Quindi cerco di dare consigli. Anche se alcune delle mie compagne sono piccole e… monelle, non ho paura di rappresaglie da parte loro (lo dice ridendo mentre loro la osservano, ndr). Sanno che devono rigare dritto.

Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempi
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere alla BePink per crescere nei giusti tempi
Che consigli dai alle tue compagne?

Questo ritiro ci serve per imparare ed insegnare alcuni aspetti che a me possono sembrare banali che invece non lo sono. Come ad esempio cambiarsi subito quando si torna dall’allenamento e non tenere troppo addosso i vestiti bagnati perché ci si può ammalare. Oppure in allenamento tirare poco ma ad un ritmo un po’ alto per evitare che quelle dietro si raffreddino visto che ancora non fa caldo. Non usare la catena storta oppure fare attenzione a quando si cambia rapporto. Proprio oggi una delle piccoline ha messo il 36 su uno strappetto e le è caduta la catena (sorride mentre lo dice alla diretta interessata, ndr). 

E’ vero che sei diventata maniaca dello stretching?

No, non esageriamo, però ci tengo che le mie compagne facciano le cose per bene. E’ molto importante, va fatto ogni giorno. Le sollecito a metterci impegno e costanza, come per tante altre cose.

In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)
In ritiro è Silvia a dare spesso il ritmo alle compagna (foto Saccani)
E col cibo dai gli stessi consigli?

Sì, perché nessuna di noi è ancora seguita da una nutrizionista. E probabilmente dovremmo farlo per sapere cosa dobbiamo consumare. Stare attenti a cosa si mangia è fondamentale per fare un buon lavoro e avere un buon recupero. Ad esempio, se a colazione non mangi bene, ti viene fame subito durante l’allenamento e non è una buona cosa. Non è così che bisogna fare. Anch’io sono più brava…

Perché?

Ultimamente sto più attenta a tavola. Ho questo obiettivo. Al momento mi viene abbastanza facile, senza forzare. Mi sono data solo un giorno ogni sette/dieci per sgarrare. Magari con pizza o sushi e naturalmente col dolce (ride, ndr).

Tempo fa ci avevi detto che di solito ad inizio stagione fai un po’ fatica ad ingranare. Ti senti più avanti con la preparazione rispetto all’anno scorso nello stesso periodo?

Così così, abbiamo iniziato i lavori un po’ più tardi. Dopo la Champions League della pista ho fatto un breve periodo di riposo. Però mi sento comunque bene perché sono un filo più magra del solito in questo periodo dell’anno. Sento che vado meglio in salita e faccio meno fatica. In questa stagione voglio fare meglio dell’anno scorso.

Ecco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia Zanardi
Ecco la vittoria agli europei U23 di Trento, una delle perle del 2021 di Silvia Zanardi
Finora non hai fatto alcun ritiro con la nazionale.

Avevo parlato con Paolo (Sangalli, il nuovo cittì, ndr) e gli avevo detto che preferivo restare con la mia squadra per fare gruppo. Non si è offeso, anzi non mi ha dato l’obbligo di andare con loro e ha capito la mia scelta. Comunque ho sentito dire che ha cambiato il metodo di lavoro. E poi così anche Walter (Zini, ndr) poteva, giustamente, tenermi meglio sotto controllo qui in ritiro visto che sono ancora giovane. 

La consapevolezza di poter osare di più ce l’hai avuta dopo l’europeo di Trento?

Direi di no. Quella come ho già detto è stata una vittoria importante, ma colta tra noi U23. Un po’ di convinzione ce l’ho avuta cinque giorni prima dell’europeo alla quarta ed ultima tappa della Challenge by La Vuelta dove ho fatto quinta in volata. Nelle gare elite mi sottovalutavo. Ero sempre lì ad aspettare e poi… ciao. Ecco, ripensando bene adesso a quel giorno in Spagna, ho visto che fino agli ultimi 200 metri ero col primo gruppetto e non ho avuto la giusta cattiveria per azzardare di più. 

A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)
A Grenchen, l’ultima madison del 2021 con la compagna di squadra Matilde Vitillo (foto BePink)
Silvia quest’anno cosa ti aspetti?

Ci tengo a fare bella figura a tanti appuntamenti. Di certo non all’inizio, perché sono ancora un po’ indietro. Un obiettivo sarà cercare di guadagnarmi la convocazione in nazionale, poi nel caso fare bene agli europei su pista, su strada o Giochi del Mediterraneo. Voglio fare ancora più esperienza con il mio team, disputando più gare su strada. E magari, memore degli insegnamenti dell’anno scorso, provare a rischiare ancora di più in corsa per non avere rimpianti. Da metà stagione in avanti sarò molto più competitiva e ci proverò tutte le volte che potrò.

BePink, due ore al piccolo trotto con Zanardi e le sue sorelle

02.02.2022
6 min
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Il sole splende su Sulzano. Il cielo terso ti consente di apprezzare le cime di Punta Val Mora e Corna Trentapassi. E’ una giornata ideale per fare trekking ma anche per pedalare. Sul selciato di Piazza 28 Maggio ci sono le ragazze della BePink che stanno facendo alcune foto. Sullo sfondo c’è il porticciolo dei traghetti che portano a Montisola, il caratteristico e piccolo comune in mezzo al Lago d’Iseo.

Proprio dal molo di Sulzano, tra giugno e luglio del 2016, partiva la Floating Piers, la audace passerella gialla galleggiante che si estendeva per qualche chilometro e che portò qui un milione e mezzo di visitatori.

In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio
In riva al lago, anche Mr Bike Cafe’ Imbarcadero Bar, da una parte bar e dall’altra negozio

Ritiro sul lago

Le dieci atlete hanno fatto qualche decina di metri fuori dalla Wake Surf House, la struttura ricettiva di tre piani affittata dalla squadra continental per il loro ritiro. Qua ci erano già state qualche settimana fa. Qua fanno vita di gruppo imparando a responsabilizzarsi ed autogestirsi nel miglior modo possibile.

Ad insegnare a loro tutto ciò ci sono Walter Zini e Sigrid Corneo, rispettivamente team manager e direttore sportivo, marito e moglie. I due tecnici nel frattempo sono intenti a parlare con una loro amica. E’ Silvia Valsecchi, ritirata a fine 2021, che ha approfittato di una settimana di ferie dal suo nuovo impiego in un negozio di bici di Lissone per fare una gradita visita alla sua ex squadra. 

Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi
Prima di partire, due passi sul pontile, in attesa che l’aria si scaldi

Interviste e chilometri

Il programma del giorno della BePink prevede in mattinata un servizio con una tv locale, due ore di scarico in bici, pranzo, lavaggio delle bici, massaggi e briefing serale.

Nelle quarantotto ore successive dovranno fare molti più chilometri col nuovo abbigliamento. Le ragazze sono partite. Zini attende qualche minuto per alcune telefonate poi saliamo in ammiraglia con lui, mentre la Corneo va a fare la spesa per le ragazze insieme alla Valsecchi.

Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata
Anche nel 2022 la BePink correrà su bici De Rosa: una collaborazione ormai collaudata

Aspettando il treno

La chiacchierata parte appena le bici lasciano il lago (in apertura foto BePink). «La nostra preparazione sta andando bene – racconta Zini mentre siamo in coda ad un passaggio a livello – ma potremmo fare meglio. Questo è l’ultimo dei tre mini-ritiri da cinque giorni l’uno che abbiamo fatto qui in Italia. Il 5 febbraio partiremo per la Spagna per correre e fare un ritiro anche laggiù. Staremo a Calpe all’AR Diamante Beach Hotel fino al 21. In mezzo disputeremo il 6 la Vuelta CV Feminas e poi dal 17 al 20 febbraio la Volta Comunitat Valenciana. Verranno giù tutte le ragazze, anche le tre straniere che qui non ci sono (la neozelandese Michaela Drummond, la ceca Marketa Hajkova e la slovacca Nora Jencusova, ndr). In base alla condizione delle ragazze, deciderò chi far correre».

La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021
La nuova maglia rimane (ovviamente) con base Pink, ma piuttosto diversa dal 2021

Zanardi leader

Poco prima del ponte che collega Paratico a Sarnico riprendiamo le ragazze e le seguiamo. Davanti a fare l’andatura ci sono Zanardi e Vitillo, ma a turno le altre quattro coppie si succedono nei cambi a tirare.

Vanno via regolari, composte ed attente sia al traffico che alla segnaletica, anche se talvolta alle rotonde occorrerebbe maggiore cautela.

«Vedi – ci spiega Zini – in questa ampia rotatoria le prime sono passate un po’ troppo forte e quelle dietro si sono un po’ staccate. Per fortuna che in questo momento c’eravamo solo noi, però vedrai come si incavolerà la Zanna (Silvia Zanardi, ndr) perché il gruppo si è rotto…».

Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano
Partenza da Sulzano, Zini stabilisce la rotta: le ragazze ascoltano

«Lei – prosegue Zini – ha acquisito molta leadership con le sue compagne su queste cose. Come per lo stretching. Il ciclista notoriamente è un po’ allergico a questi esercizi, ma ora che lei lo ha imparato in nazionale non ne può più fare a meno. Pure le altre ragazze stanno migliorando con il core stability. Anche se io non le lascio mai troppo tranquille perché poi si abituano male (ride, ndr). Stamattina appena sveglie e prima di fare colazione, ho chiesto loro di farmi qualche minuto di plank per vedere come reagiscono a certi imput».

Bene in sella

Sul lungolago verso Tavernola Bergamasca, dove è previsto il punto di ritorno, salutiamo Claudia Cretti che sta pedalando forte. Il gruppo della BePink gira attorno ad un incrocio ed inverte la rotta per tornare a Sulzano. Zini osserva le sue ragazze per vedere come pedalano.

«Cresta (Lara Crestanello, ndr) come va la nuova sella? Dimmi poi se dobbiamo cambiarla ancora o spostarla un po’. Zanna, tu invece non sei un po’ bassa con la sella?».

Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita
Si pedala costeggiando il lago di Iseo, con alcune puntate nell’entroterra per cercare la salita

Il team manager si riavvicina a loro. «Mi raccomando ragazze, prima di rientrare vorrei che faceste uno strappo di un chilometro per tenere un po’ viva la gamba».

Occhi aperti

Lo faranno salendo verso Passo dei Tre Termini, posto circa 7,5 chilometri sopra Iseo. Un’ascesa di quasi 500 metri di dislivello molto allenante.

«Alle mie atlete – aggiunge Zini mentre ci descrive la strada che poi porta a Polaveno – ho sempre detto di prendere dei riferimenti geografici. Sia quando sono a casa loro sia quando sono in un posto nuovo per un ritiro o una corsa. E’ importante sia sapersi allenare al meglio, evitando magari zone troppo trafficate o pericolose. Sia in gara perché così te lo ricordi per la volta successiva che ci tornerai. Non bisogna andare in bici col paraocchi, altrimenti poi ti serve il gps anche per andare a prendere il giornale sotto casa. Anche su questo aspetto batto forte».

E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)
E dopo pranzo, preparativi per lo shooting fotografico con Vitillo e Zanardi (foto BePink)

La bici a posto

Incrociamo una ciclista in maglia Canyon-Sram mentre mancano pochi minuti a Sulzano. «L’hai riconosciuta quella che ci ha appena salutato a tutto braccio? Era Alena Amialiusik, è stata una mia atleta nel 2013 al suo primo anno elite. E’ bielorussa ma ormai abita in questa zona da tanto tempo. Brava ragazza e forte».

Arriviamo sul selciato di Piazza 28 Maggio. Guardiamo il computerino della francese Jade Teolis che segna 56 chilometri in circa due ore di pedalata piuttosto tranquilla. Zini deve scappare per sbrigare una commissione di lavoro, ma prima di riaccendere il motore dell’ammiraglia dà le ultime disposizioni.

«Quando finite di mangiare – dice – ognuna di voi si laverà la propria bici. E’ giusto che impariate a prendervene cura anche quando siete in ritiro, poi perché domani abbiamo le foto ufficiali».

Il tempo di sentire alcune delle ragazze e siamo liberi anche noi.

BePink: con Zini il punto sul futuro, da Zanardi al WorldTour

07.01.2022
5 min
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Nel 2020 l’avvento del WorldTour nel ciclismo femminile ha alzato progressivamente il livello qualitativo delle gare, delle formazioni ed ha garantito pure entrate economiche sicure alle atlete.

A differenza degli uomini, nelle donne esistono solo due tipi di status e ciò che si sta verificando è molto simile a quello capitato al movimento maschile. Bisogna dire che anche tra le squadre continental ce ne sono alcune… mascherate da WorldTour, però questo cambiamento ha accentuato la distanza tra i team delle due categorie? O tra gli stessi team continental? Ora che la UAE Team ADQ ha rilevato la licenza WT della Alè BTC Ljubljana portandola negli Emirati Arabi (pur mantenendo la stessa ossatura tra staff e roster), il ciclismo italiano femminile non ha più alcuna formazione nella massima serie.

Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempi
Silvia Zanardi, qui proprio con Zini, ha scelto di rimanere per crescere nei giusti tempi

E quindi come stanno le nostre formazioni? Le prime risposte le abbiamo cercate tra le parole della chiacchierata che abbiamo fatto all’ora dell’aperitivo con Walter Zini, team manager della BePink. La sua squadra quest’anno si presenterà ai nastri di partenza con un organico di 13 atlete, tra cui la campionessa europea U23 Silvia Zanardi, rimasta nonostante le sirene del WorldTour.

Partiamo da qui. E’ stato difficile tenerla?

Abbastanza, per una serie di cose. Dopo la vittoria di Trento tante squadre si sono fatte avanti per averla subito, altre invece per prenderla nel 2023. Inoltre le hanno proposto di entrare nelle Fiamme Azzurre, ma Silvia ha rinunciato. Per me lei è pronta per andare nel WorldTour, ma deve ancora finire la sua maturazione e da noi può farlo senza pressioni. Anche lei lo ha capito. Per noi è importante averla, perché ci siamo già assicurati una serie di inviti in gare all’estero.

Il 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi, che si è fermata proprio all’inizio del nuovo corso del ciclismo
Il 2021 è stato l’ultimo anno di Silvia Valsecchi
Tante giovani italiane hanno lasciato l’Italia, alcune direttamente da junior. Pensi che sarà sempre più così?

Faccio un esempio legato alla nostra realtà. Finché squadre come le nostre hanno un talento, come Zanardi o Balsamo, riesci a trovare le giovani migliori, ad attirare sponsor e magari resistere per qualche anno. Dopo di che, quando non hai più loro come riferimenti, perché non puoi più trattenerle, si inizia a fare fatica perché ormai tutte vogliono andare nel WorldTour o negli squadroni. Tante però non hanno le potenzialità per correrci o essere ingaggiate. In più c’è stato lo sguinzagliamento dei procuratori che fanno firmare le junior senza conoscere veramente le ragazze o il ciclismo femminile. E vi dirò di più…

Spiega…

Attualmente ci sono quattordici squadre WorldTour. Però calcolando la quantità nei roster, non ci sono abbastanza corridori di qualità per queste squadre o per rimanere nelle prima 30 posizioni del gruppo. Negli ultimi anni in Italia i nostri talenti tra le junior hanno sì ottenuto risultati importanti, ma perché rispetto a quelle della loro età facevano già le professioniste. Quando passano elite o vanno poi nel WT che margini di miglioramento possono avere? Noi ci diamo da fare per fare crescere le ragazze e sperare che poi possano approdare nel WT. Tuttavia devono capire che sono loro a “morirci” sulla bici, non tutte quelle figure che hanno attorno, che saranno pure importanti, ma non pedalano al posto delle ragazze.

Matilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di Campania
Matilde Vitillo ha trovato la forma a fine stagione vincendo il Giro di Campania
Insomma, ci sembra di capire che la riforma del WorldTour non ti piaccia molto.

Questa situazione l’avevo già preventivata tre anni fa durante una riunione dell’UCI in Svizzera. Se si guarda solo la punta della piramide anziché la base e se si va avanti così, nel giro di cinque anni non ci sarà più un ricambio di corridori e formazioni, soprattutto da noi in Italia come succede nel maschile.

Tornando al calendario. Gli inviti alle corse straniere sono un aspetto fondamentale della stagione per squadre come la vostra.

Sì assolutamente, ma rischia di non bastare. Mi spiego meglio. Stando al regolamento UCI, la partecipazione delle squadre WorldTour al loro calendario è ancora facoltativa e contemporaneamente nelle gare di classe uno e due (.1 e .2) c’è la partecipazione libera per loro fino ad un massimo di cinque squadre e per un massimo di tre corse. Quindi se le squadre WorldTour non corrono le prime, vengono a fare le seconde. Così facendo è ovvio che per gli organizzatori è meglio, ma per i team continental, specie quelli con budget non alto, può diventare un grosso problema

Si guarda fuori dall’Italia perché qui da noi ci sono poche corse, a parte quelle open?

L’estero diventa difficoltoso per una questione di costi, ma bisogna saper investire e rischiare, perché altrimenti mai ti vedranno e ti inviteranno. Il calendario di casa nostra ultimamente è sempre stato un po’ scarno rispetto ad altre nazioni ma qualcosa sta cambiando. Quest’anno ci sarà qualche gara in più, come il Gran Premio Liberazione e il Città di Meldola (in programma rispettivamente 25 aprile e 5 giugno, ndr), ma serve che continuino ad organizzarne, anche se stiamo vivendo un periodo storico difficile.

Basilico Apeldoorn 2021
Valentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su strada
Basilico Apeldoorn 2021
Valentina Basilico ha vinto il titolo europeo dello scratch: ora è attesa su strada
Quanto è difficile reperire gli sponsor?

Noi siamo sempre andati dalle aziende proponendo loro progetti interessanti, compresa visibilità e comunicazione per i vari appuntamenti italiani e internazionali. Non è semplice però, perché qui da noi non ci sono incentivi ad investire. All’estero invece lo fanno senza problemi in qualsiasi sport, anzi nel ciclismo femminile lo fanno già da tanto tempo. Su queste cose noi italiani dobbiamo sempre inseguire. Poi mi permetto di dire che nel ciclismo in generale c’è un problema di avidità che condiziona la nostra attività.

Dai Walter, chiudiamo cercando di farti tornare un po’ più sereno parlando delle tue ragazze. Da chi ti attendi qualcosa quest’anno?

Dalla Zanardi mi aspetto una conferma nelle gare in cui è sempre andata bene ed un’ulteriore crescita nelle gare WT. Anche dalla Vitillo vorrei una conferma, magari nelle corse internazionali, però deve trovare la condizione giusta nel pieno della stagione e non alla fine come nel 2021. E’ arrivata la Brufani che l’anno scorso da primo anno elite nella GB Junior mi ha fatto vedere bei numeri. Abbiamo preso anche la francese Jade Teolis dall’A.R. Monex, è una scalatrice molto interessante. Infine Valentina Basilico, azzurra classe 2003, dovrà fare esperienza.

Faccia a faccia con la Corneo, sergente di ferro della BePink

30.10.2021
6 min
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Sigrid Corneo, diesse della BePink, la intercettiamo mentre sta lavando le bici della squadra. Neanche il tempo di finire l’attuale stagione che già è ora di ripartire con quella nuova. Ormai il ciclismo moderno non conosce soste o periodi di stacco, né per le atlete né tantomeno per i dirigenti. Ma questo è tuttavia un ottimo momento per sentire le loro voci, tracciare qualche bilancio e fare qualche chiacchiera più informale del solito.

«Non preoccupatevi – ride – ho gli auricolari così ho le mani libere per continuare con la pulizia dei mezzi. Qua bisogna saper far tutto. Ed essere organizzati sempre di più».

Dieci anni di BePink, ma la storia di Sigrid Corneo e Walter Zini è ben più lunga
Dieci anni di BePink, ma la storia di Sigrid Corneo e Walter Zini è ben più lunga

Dieci anni di BePink

Fra qualche settimana saranno dieci anni di BePink. A metà novembre del 2011, infatti, nasceva la formazione di Walter Zini con l’ex ciclista italo-slovena da sempre al suo fianco (sono anche compagni di vita), fin da quando ancora correva. Sfruttando proprio l’esperienza della Corneo da corridore e da direttore sportivo, cerchiamo di fare un confronto sul ciclismo femminile. Oltre a chiederle un riassunto sulla loro ultima annata, impreziosita dal bellissimo oro europeo under 23 su strada di Silvia Zanardi (e dagli altri suoi tre in pista nella rassegna continentale).

Silvia Zanardi è stata l’atleta più rappresentativa della BePink nel 2021. Rimarrà anche il prossimo anno
Silvia Zanardi è stata l’atleta più rappresentativa della BePink nel 2021. Rimarrà anche il prossimo anno
Sigrid iniziamo dalla differenza che c’è nel ciclismo femminile tra quando correvi tu ed oggi?

Ci sono pro e contro. Oggi c’è più professionalità, le ragazze sono molto più preparate, sanno già tante cose. E hanno attorno tante figure come il nutrizionista, preparatore personale, mental coach. E’ senz’altro un bene che può diventare un male, perché possono creare molta confusione. Senza contare poi che le ragazze ora tendono ad ascoltare poco la squadra. Hanno genitori, parenti, fidanzati, procuratori che le dicono cosa fare. Non è un aspetto positivo, ma non è l’unica cosa che non va…

Cos’altro c’è?

Le cicliste di oggi vogliono tanto e subito, con poco. Non sono propense alla fatica. Non vale per tutte chiaramente, ma per tantissime la mentalità è questa. Poche si chiedono: «Ho fatto davvero tutto per andare più forte?». Quando correvo io, eravamo tutte pronte alla fatica, invece adesso tante arrivano con la cultura errata del risultato pensando di essere tutte campionesse. Ad esempio, quando mi è capitato di spiegare ad alcune come si allenano Van Vleuten, Van der Breggen o altre, mi hanno risposto che non sono matte per farlo anche loro. Certo, le mie sono giovani e non bisogna sovraccaricarle ed alcune sono state ben dotate da madre natura, ma anche chi ha talento deve metterci tanto impegno e sacrificio. Questi sono due fondamenti che non sono cambiati nel ciclismo per andare forte o fare bene il mestiere.

Silvia Valsecchi ha chiuso la carriera proprio quest’anno, vincendo una corsa
Silvia Valsecchi ha chiuso la carriera proprio quest’anno, vincendo una corsa
Sigrid prima di parlare del vostro 2021 ci giochiamo subito il carico pesante e non ci pensiamo più. La Zanardi l’anno prossimo che fa? Eravamo rimasti a qualche contatto con team WorldTour…

Dobbiamo ancora renderlo ufficiale, ma Silvia nel 2022 sarà ancora con noi. E’ vero, abbiamo avuto diversi contatti con diverse formazioni WorldTour, di cui una italiana (senza dirlo è chiaro il riferimento alla Alè Btc Ljubljana, ormai acquisita dal UAE Team Emirates, ndr), ma la ragazza ha capito che ha ancora bisogno di imparare e crescere. E’ ancora giovane, ha ventuno anni e stare con noi può farle bene. Perché, lei lo sa, è ancora molto incostante. Poi a fine dell’anno prossimo vedremo come saranno andate le cose.

Quindi potrebbe partire a fine 2022? 

Quest’anno sarà più osservata del solito dagli altri team. Certo, per noi è sempre un orgoglio far crescere delle atlete e poi vederle nel WorldTour. Attenzione però, l’importante è che passino al momento giusto e che di là si facciano valere. Perché poi sembra che siamo noi squadre più piccole a mandarle fra le grandi senza aver insegnato nulla. 

Indubbiamente la Zanardi quest’anno vi ha regalato grandi gioie ed emozioni. Per il resto che stagione è stata per voi?

Siamo contenti e lo sono anche gli sponsor per i nostri risultati. All’inizio siamo partiti maluccio, perché non riuscivamo a concretizzare il gran lavoro fatto. A parte l’europeo di Trento con Silvia, abbiamo totalizzato sei vittorie, anche se sono tutte in gare open. Una di Crestanello, una di Zanardi e quattro di Vitillo, bravissima proprio pochi giorni fa ad aver conquistato le due tappe e la generale del Giro di Campania (23-24 ottobre, ndr). Poi la Valsecchi ha vinto il criterium post campionato Italiano in Puglia.

Cosa significa avere in squadra la campionessa d’Europa U23?

Fa tanto, anche se poi è una maglia che non indosserà. Ed è molto soddisfatto e contento di noi anche Cristiano De Rosa, che ci fornisce le bici e che proprio in questi giorni ne sta ultimando una con colorazioni ad hoc per la Zanardi impegnata nella Champions League della pista (in programma tra l’1 novembre e l’11 dicembre tra Spagna, Francia, Lituania, Regno Unito e Israele, ndr).

Nel 2022 non ci sarà più Silvia Valsecchi che si è ritirata. Qualcuno prenderà il suo posto di veterana? Che squadra avrete e sarete?

Vi posso anticipare che abbiamo preso Valentina Basilico, junior che arriva dal Racconigi Cycling Team. Il resto delle conferme e dei nuovi arrivi lo annunceremo a breve.

Ai mondiali del 1994, la prima da sinistra è proprio Sigrid, poi Cappellotto, Zocca, Rizzi e Bonanomi
Ai mondiali del 1994, la prima da sinistra è proprio Sigrid, poi Cappellotto, Zocca, Rizzi e Bonanomi
Da chi ti aspetti un salto di qualità l’anno prossimo?

Una che potrà fare tanto bene è Matilde Vitillo. Fa quello che le si dice e per tornare al discorso che facevamo prima, non ha paura di far fatica e di patire un grande mal di gambe. Lei può fare un ulteriore step. Mi aspetto qualcosa di più anche da Nadia Quagliotto che è una bravissima ragazza. Ha le carte in regola per fare la regista e tante altre potenzialità per andare forte. Sono già sei anni che è elite e la sprono sempre ad osare di più altrimenti il tempo passa.

Per chiudere, hai corso nelle elite da inizio anni ’90 fino al 2010, vincendo diverse gare. Hai disputato mondiali in maglia azzurra e u’ Olimpiade a Pechino con quella slovena. Sigrid Corneo come si troverebbe in gruppo oggi?

Non mi piace fare paragoni, specialmente quando parlo con le mie atlete, però a volte penso di essere nata nell’epoca sbagliata. Se avessi corso in questi ultimi anni probabilmente mi sarei tolta le stesse soddisfazioni, ma mi sarei sentita più adatta. Caratterialmente mi sento più grintosa di tante atlete che hanno la mia stessa età di allora.

Donne in rotta su Roubaix fra adrenalina e domande

30.09.2021
6 min
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Le donne a Roubaix. Pochi se lo aspettavano, tante lo sognavano e ora, alla vigilia della prima volta (sabato 2 ottobre) un po’ di domande iniziano a saltar fuori. La carovana ovviamente è già in viaggio e così abbiamo raccolto tre voci con sottofondo d’autostrada. Fortunato Lacquaniti, tecnico della Alé-BTC Ljubljana, unica squadra WorldTour italiana. Walter Zini, tecnico della più piccola BePink. Ivan Panseri, meccanico della Valcar che schiererà Elisa Balsamo in maglia iridata. Tre diversi punti di vista, dalle sole tre squadre italiane presenti, davanti a un monumento del ciclismo che per tanti di noi è pane quotidiano, ma per le ragazze è soprattutto un gigantesco punto di domanda lastricato di pietre.

Alè-BTC punta in alto

Lacquaniti è in viaggio proprio oggi, a capo di una stagione impegnativa e ancora lungi dall’essere alla conclusione. Il calendario cresce, ma gli organici sono ancora esigui e arrivare in fondo non sarà semplice.

«Credo di aver portato ragazze adatte – dice – per una prova che sarà massacrante, ma serve per crescere. Andiamo con la giusta mentalità. Già oggi faranno una piccola ricognizione, così daremo forma al grande entusiasmo con cui è stata accolta questa prima edizione. Correremo con la testa libera, perché per la squadra il 2021 è stato un anno positivo, anche oltre le aspettative. Non abbiamo alle spalle un team maschile, per noi è più impegnativo».

Racconta ancora che durante l’inverno, approfittando delle corse del Nord erano già andati a studiare parti di percorso, ma che certo in gara sarà diverso.

«Però andiamo per fare risultato – conferma – Marta (Bastianelli, ndr) è in ottima condizione e come lei la Reusser. Poi c’è Tatiana (Guderzo, ndr) che in certe sfide si esalta. Vogliamo dimostrare che le ottime cose fatte alla Vuelta, all’europeo e al mondiale non sono venute per caso. Poi è chiaro che servirà anche un pizzico di fortuna, perché lassù una foratura può cambiare tutto. Per questo avremo bici con tubolari o tubeless con dentro il lattice, a seconda delle preferenze. Cerchi più bassi. A dire il vero avevo proposto di usare il cerchio in alluminio, ma useremo il carbonio. E se devo dire, mi preoccupa un po’ come staranno il giorno dopo. Perché poi dal 4 si corre in Gran Bretagna e speriamo stiano tutte bene. Ne cambiamo due, Guderzo torna a casa per fare la Tre Valli Varesine».

Bastianelli, qui al Simac Ladies Tour, ha vinto un Fiandre: al Nord va bene
Bastianelli, qui al Simac Ladies Tour, ha vinto un Fiandre: al Nord va bene

BePink, piedi per terra

Walter Zini e la BePink, anche se per la Francia è già partita sua moglie Sigrid Corneo, tengono più i piedi per terra e si godono la vittoria europea di Silvia Zanardi. L’invito per la Roubaix però è arrivato il giorno prima che la piacentina vincesse gli europei, forse dopo la buona Vuelta e forse per qualche rinuncia. Per Zini non è un problema, esserci è utile per l’esperienza, per i buoni rapporti e per l’immagine del team.

«Andremo su in modo tranquillo – dice – non Silvia che correrà l’Emilia. Per puntare a fare bene, si doveva probabilmente anticipare la partenza di un giorno e andare con uno staff più numeroso, per avere uomini nei punti chiave del percorso. Devo dire che le ragazze la stanno vivendo abbastanza bene, senza pressione, con l’idea di fare il meglio. Ci sarà di certo una selezione naturale amplificata dal pavé. Andremo con tubeless da 28 con il lattice dentro. Alla Strade Bianche non abbiamo mai forato, ma per lassù serve forse un’altra competenza. E’ una novità positiva, molto specifica.

Due sole italiane nella BePink alla Roubaix: Crestanello e Alessio (nella foto)
Due sole italiane nella BePink alla Roubaix: Crestanello e Alessio (nella foto)

«Se devo trovare il pelo nell’uovo, che poi tanto sottile non è, questo moltiplicarsi di corse e squadre è troppo perché il movimento possa sopportarlo. Si rischia di mandare nel WorldTour delle ragazzine ancora acerbe e di bloccare il ricambio. Già pare si siano resi conto di non poter pagare una 19enne come un’atleta professionista già fatta. Non vorrei che vivessimo in meno tempo le problematiche che sono già belle grosse fra gli uomini. Comunque, evviva la novità Roubaix.

Valcar, officina piena

Infine Panseri stamattina si sta dedicando a montare il nuovo telaio realizzato da Cannondale per Elisa Balsamo. Il meccanico della Valcar era anche ai mondiali. Ha fatto giusto in tempo a riportare in Italia i furgoni della Federazione, passare da casa, caricare quelli della Valcar e ripartire per la Francia.

«Diciamo che i telai sono gli stessi con cui hanno corso le classiche del Nord – spiega – con ruote Metron 40 a medio profilo e tubolari Veloflex da 28 già provati lo scorso inverno. Per la pressione delle gomme vedremo, ma si starà fra 5,5 e 6 atmosfere. Le ragazze sono arrivate oggi e sono uscite subito per il primo allenamento. Per il resto, abbiamo previsto sia la possibilità di mettere il doppio nastro manubrio o anche degli inserti in gel. Sul fronte dei rapporti, via il 36 e avanti corone anteriori da 42 o 45. Si tratta di un debutto anche per me e ho un po’ d’ansia per le bici, che vadano come si deve. Ho portato dietro il mondo: qualsiasi cosa serva, ce l’abbiamo…».