Samparisi: «Con questo tifo si doveva andare forte»

18.12.2022
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La borraccia che passano a Nicolas Samparisi è fumante. Deve essere calda. «No, è caldissima», ci corregge lui soddisfatto. E aggiunge: «Calda come il tifo che c’era qui a Vermiglio». Il corridore della  KTM Alchemist Powered by Brenta Brakes è stato il primo azzurro a tagliare il traguardo.

Lo ha fatto una manciata di secondi prima di Filippo Fontana. Ma non è questo l’argomento sul piatto. Non servono questi contentini. Piuttosto è bello vedere come questo atleta, a 30 anni, stia raggiungendo forse i suoi migliori momenti di forma.

Nicolas Samparisi dopo l’arrivo, stanco ma felice
Nicolas Samparisi dopo l’arrivo, stanco ma felice

Per il pubblico

Umiltà, sorriso, lavoro. Per Samparisi sono ingredienti imprescindibili. Ingredienti che prima o poi emergono.

Ieri è stato autore di una prova davvero di sostanza. E’ stato in costante rimonta. Regolare, potente, determinato. Man mano risaliva posizioni. 

Vanthourenhout allungava la fila ma lui era “sempre lì”, non naufragava. E non a caso una delle tornate migliori in assoluto portava la sua firma. Solo in dieci, Iserbyt compreso che poi si è fermato, sono riusciti a stare sotto al muro dei 7’30” a giro.

«Stavo bene – ha detto a caldissimo Samparisi – ho guidato veramente bene. A volte ho rischiato… ma davanti a questo pubblico non potevo farne a meno». E col pubblico aveva un feeling speciale. Ce lo aveva detto che quassù si aspettavano molto dagli azzurri.

«E’ veramente emozionante correre davanti alla nostra gente. E’ forse il tifo più caloroso che ho sentito in tanti e tanti campi di gara. Quindi era d’obbligo andare forte».

Il valtellinese che ieri vestiva i colori della nazionale ha guidato magistralmente
Il valtellinese che ieri vestiva i colori della nazionale ha guidato magistralmente

Gara veloce

Un massaggiatore gli pone sulle spalle una maglia lunga. Lui sorseggia il suo the caldo.

«La differenza fra oggi e ieri (venerdì e sabato per chi legge, ndr)? Tanta, tantissima: due sport diversi. In gara si pattinava tanto e si affondava poco, il contrario delle prove. Le velocità erano molto più alte. 

«Anche per questo – aggiunge Samparisi – ho deciso di correre con le gomme da “asciutto”. E devo dire che la mia scelta ha pagato. Così come i rapporti. Si girava tranquillamente col 46. Io non l’ho mai tolto. Si arrivava in cima perfino nella salita maggiore, quella più lontana sotto al bosco.

«Con le velocità più alte però bisognava essere molto concentrati, non si poteva commettere errori perché questi si pagavano».

E lo sa bene Eli Iserbyt. Il belga è caduto e deve essersi fatto anche piuttosto male. La neve così dura non era tanto gentile. Più di qualcuno che è finito a terra ci ha detto che se non era asfalto poco ci mancava talmente era dura.

E infatti anche qualche bici si è danneggiata, cosa che invece non era accaduta con la neve molle delle prove, nonostante un numero nettamente maggiore di cadute.

Nicolas Samparisi (classe 1992) si è goduto l’abbraccio della Val di Sole
Nicolas Samparisi (classe 1992) si è goduto l’abbraccio della Val di Sole

Samparisi c’è

Un po’ come Silvia Persico questa gara, al netto del risultato, è un super incentivo per il futuro per Nicolas. Entrambi sono venuti via dalla Val di Sole con il sorriso e la consapevolezza di poter fare bene. E per Samparisi fare bene fa rima con tricolore. 

L’atleta della Valtellina lo insegue da anni. E se lo meriterebbe. E’ stato tra i più costanti in tanti anni di carriera. E’ passato dai Franzoi ai Fontana, dai Bertolini ai Dorigoni.

«Sono contento – spiega – anche la gamba inizia a girare bene. Adesso arrivano altre corse italiane importanti… Vediamo di farle bene».

Val di Sole, la Ridley X-Night del vincitore

18.12.2022
5 min
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Una Ridley X-Night domina e vince in Val di Sole. A Vermiglio Vanthourenhout conferma ancora una volta la sua abilità tecnica nella guida del mezzo in condizioni al limite.

Il belga, campione europeo in carica taglia il traguardo con la bici numero 3, una Ridley X-Night con i tubolari per i fondi veloci e compatti. L’abbiamo analizzata.

Tre cambi di bici

«Negli ultimi giri ho preferito utilizzare la bicicletta con le gomme veloci, ma con pressioni leggermente inferiori alla norma e di poco superiori a 1 bar. Penso che le scelte tecniche soggettive non abbiano fatto una grossa differenza, mentre il vantaggio è arrivato nel cambiare la bici al momento giusto e sbagliando il meno possibile, sacrificando anche un po’ di velocità in alcune fasi di gara».

Sella S-Works Mimic

E’ la sella corta che viene utilizzata anche da Iserbyt. Originariamente questo prodotto di Specialized è stato sviluppato per le donne, ma viene utilizzato anche tra gli uomini che preferiscono utilizzare una sella corta, comoda e morbida, capace di adattarsi grazie al foam interno e che al tempo stesso dissipa buona parte delle vibrazioni. La sella ha un arretramento non trascurabile, abbondante se consideriamo una categoria di corridori che tendono a portare la sella in avanti.

Il cockpit Deda con piega SuperZero
Il cockpit Deda con piega SuperZero

Componenti Deda

Attacco in alluminio Zero100 e piega Deda SuperZero in carbonio e con il profilo alare. Inoltre il forte corridore belga, alto e longilineo, utilizza due spessori da 1 centimetro ciascuno tra l’attacco manubrio e il cap della serie sterzo. I comandi non sono eccessivamente tirati verso l’interno del manubrio. Anche il seat-post da 27,2 è Deda della serie SuperZero.

Power meter Shimano

Il plateau è doppio, con la combinazione 46-49, 11-30 invece per i pignoni posteriori. C’é il power meter Shimano di ultima generazione, con il magnete di contrasto posizionato sulla tubazione obliqua. Questo perché la scatola del movimento centrale della Ridley X-Night è larga 68 millimetri e c’è tanto spazio tra il fodero e la pedivella.

Inoltre le calotte dei cuscinetti Cema sono esterne al telaio (non sono press-fit). Sempre attuale ed efficiente il dente che evita la caduta della catena, rivettato sotto l’obliquo. Questa è una soluzione adottata su tutte le Ridley da cx. Le pedivelle sono lunghe 172,5 millimetri.

Ruote DT Swiss CRC

Le ruote sono le DT Swiss CRC 1100Spline, specifiche per il ciclocross e in versione tubolare. Come confermato dal campione Europeo, la bicicletta che ha tagliato il traguardo da vincitrice ha le Dugast Typhoon (gomme veloci) da 33.

Re Vanthourenhout. VdP e la Val di Sole: gelo reciproco

17.12.2022
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Tutti aspettavano Van der Poel, ma lui “non c’è”. Mathieu gela così la Val di Sole. E forse anche la Val di Sole ha gelato lui. A Vermiglio vince, anzi domina, Michael Vanthourenhout. Bello, potente, con la gamba sempre in spinta.

Nonostante non ci fossero la categorie giovanili, che tanto “riempiono” le piste di cross, la cornice di pubblico è stata calorosa e folta. Il tifo si è fatto sentire. E se la maggior parte del pubblico era qui per Mathieu, e per la sua annunciata vittoria, è stato bello vederlo girare. 

Costanza Vanthourenhout 

VdP partiva in seconda fila e ci poteva stare che non fosse subito in testa, ma dopo due giri le campane d’allarme hanno iniziato a suonare. Davanti Vanthourenhout inanellava giri veloci: 7’30”, 7’15”… fino a 7’03”. 

Il corridore della Pauwels Sauzen – Bingoal tutto sommato aveva un conto aperto. Lo scorso anno era stato secondo. E solo quel fenomeno di Van Aert lo aveva battuto. Non ha ceduto per nulla al mondo.

«Rispetto all’anno scorso – ha detto a fine gara il campione europeo – il percorso era più tecnico e anche più duro. E questa durezza era dovuta al fondo più ghiacciato. C’era meno neve, ma la vera differenza è stata nel non commettere errori nelle fasi di guida più concitate»

E infatti Michael ha fatto la differenza con la sua costanza. Prestazione tanta, okay, ma mentre gli altri sbagliavano lui filava via come fosse sull’asfalto. E poi la costanza è da sempre un suo cavallo di battaglia.

Applausi e silenzio

Rispetto a quanto detto alla vigilia, Van der Poel una cosa l’ha azzeccata e una l’ha sbagliata. Aveva avuto l’occhio lungo ad individuare in Vanthourenhout l’uomo più pericoloso, ma aveva molto probabilmente sbagliato quando ci aveva detto che il freddo non avrebbe influito.

Dopo l’arrivo tira dritto. L’organizzazione vorrebbe deviarlo in zona mista per le interviste, ma in quei metri dopo il traguardo, in cui si lascia scorrere la bici, il suo team manager gli indica di tirare dritto. Mathieu si fa spazio tra la folla, che comunque lo applaude, ma cade in un silenzio assordante.

E neanche i tentativi successivi con l’addetto stampa cambiano le cose. Van der Poel voleva vincere, non ci è riuscito e si è arrabbiato. Ci sta.

Il freddo batte VdP

E per un VdP che si chiude nel silenzio, c’è l’occhio più fino presente in Val di Sole a chiarire le cose: Martino Fruet, oggi commentatore tecnico dell’evento e ieri in pista a girare. E una tornata l’aveva fatta proprio con il fuoriclasse della Alpecin-Deceuninck.

Ci si chiede se forse oggi il percorso più veloce non abbia limitato la sua potenza. Ieri le rampe le faceva solo lui in bici. Oggi le facevano tutti.

«In effetti – dice Fruet – la potenza contava più ieri e lo stesso la tecnica. Ieri era una guida simile alla sabbia: velocità e pedalate più basse. In pratica era come SFR continua. Lui anche oggi spingeva duro, ma sembrava imbastito.

«Per me semmai ciò che ha pagato oggi è stato il freddo. Veniva dalla Spagna e lo sbalzo climatico si è fatto sentire. Ieri alla fine si era, seppur di poco, sopra lo zero. Era umido, ma non si gelava (ha anche girato senza guanti, che oggi invece aveva, ndr). E comunque non doveva spingere a tutta». 

«Di una cosa sono certo: se la gara fosse stata ieri sarebbe stato tutto diverso. Ieri quando Mathieu accelerava non aveva bisogno di arrivare 100 pedalate al minuto come oggi. Doveva spingere e poi pensare di stare in piedi, perché la bici andava a destra e sinistra. Sono stato alla sua ruota e non si teneva, quando apriva il gas. Oggi non aveva queste condizioni».

Nei primi giri, Van der Poel ha provato a rientrare. Si vedeva dall’impegno, dallo sforzo sul viso. Però perdeva sempre una decina di secondi. Poi quando ha capito che non poteva più vincere, “ha mollato”. A lui fare “esimo” non serve… O vince, o ciao!

Nicolas Samparisi e Filippo Fontana sono stati i migliori degli azzurri, rispettivamente 14° e 15°
Nicolas Samparisi e Filippo Fontana sono stati i migliori degli azzurri, rispettivamente 14° e 15°

Quei watt mancanti

E sempre secondo Fruet non tiene la scusa che VdP non avesse il ritmo gara.

«Non sono convinto – ribatte Fruet – Bisognerebbe vedere cosa ha fatto in queste due settimane. Se pensiamo a come ha vinto ad Anversa, prima del ritiro in Spagna, non gli mancava nulla. Accelerava forte, guidava bene… ed era di un altro pianeta. Con quelle due sgasate ha fatto il vuoto… e c’era Van Aert! 

«Ohi, poi tutte queste sono ipotesi. Magari domattina ha 40 febbre e siamo qui a parlare al vento. Ma ieri, ripeto, avrebbe vinto con tre minuti, non che li avrebbe presi come oggi. Non aveva la sua gamba, non faceva i suoi 1.000 watt. Per me gliene mancavano 300».

Un urlo strozzato dunque in Val di Sole? Forse, ma lo spettacolo non è mancato. E anche mentre scriviamo e i gatti stanno ripulendo il tracciato che da domani tornerà ad essere una pista da fondo, la festa va avanti. Si canta, si balla e si aspetta l’edizione 2023.

Val di Sole a Pieterse, ma Persico ci fa sognare

17.12.2022
6 min
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«Non avevo i freni, non avevo i freni». Silvia Persico si lascia andare queste prime parole pochi istanti dopo l’arrivo. Il tempo di riempire i polmoni di ossigeno e poi la lombarda, accasciata sulla sua bici, si tira su. Il cross della Val di Sole si è appena concluso.

Quando si rialza, Vermiglio esplode in un applauso per la campionessa italiana. Silvia ha perso il podio proprio nelle curve finali, dalla Alvarado e dalla Bakker, ma il suo quarto posto non è assolutamente da buttare.

Un altro sport 

Questa mattina le condizioni erano totalmente diverse rispetto a ieri. La neve era durissima. Nella notte, contrariamente a quanto si pensasse, in alcuni tratti è stata ulteriormente grattata. E questo ha fatto emergere ancora più terra e sporco.

«Questa mattina era totalmente diverso – spiegava Martino Fruet – è quasi un altro sport. Ieri si affondava anche di 20 centimetri e per fare un giro ci volevano circa 11 minuti per gli uomini. Oggi invece le donne lo hanno fatto in poco più di 8 minuti. Le velocità erano molto più alte.

«In più lo sporco in superficie ha migliorato moltissimo la visibilità. Lo scorso anno senza sole e la pista completamente innevata, la luce era piatta. Non si distinguevano bene i canali. E questo incide molto nella prestazione, è un po’ il discorso della visibilità per gli sciatori».

Colpo di scena

La gara è filata via con un grande colpo di scena. La campionessa uscente, Fem Van Empel, era in testa. Ad un tratto è caduta e poco dopo è stata costretta al ritiro.

In quel momento la Val di Sole ha esultato, ma non per lo stop della olandese. La Persico infatti aveva agguantato e superato la Alvarado: Silvia era in testa alla corsa!

Ma in quello stesso momento iniziavano i problemi. L’azzurra mostrava una grandissima gamba però continuava a commettere tanti piccoli errori in curva, nei traversi e contestualmente perdeva del terreno.

Intanto Puck Pieterse da dietro rimontava forte. La belga guidava splendidamente e ben presto sfuggiva via tra le curve ad Alvarado e appunto alla nostra Silvia.

Freno galeotto

La medaglia di legno da una parte brucia, ma dall’altra lascia ottime speranze. Proprio la scorsa settimana il suo preparatore e direttore sportivo, Davide Arzeni, ci aveva detto che Silvia era ancora indietro con la preparazione e il fatto che andasse già così forte era un ottimo segnale.

«Non so cosa sia successo alla mia guida – dice Silvia – il freno anteriore era andato. Ho fatto una delle mie migliori gare. Però, e l’avevo già detto prima della corsa, la neve non è proprio il mio terreno. 

«La scelta delle gomme? Rifarei quella che ho fatto: ho usato quelle da fango e andavano bene. Purtroppo io non ho una guida molto leggera come sarebbe stato ideale sulla neve. Sono migliorata tanto, ma c’è ancora tanto da migliorare». 

Sognare… si deve

La sensazione è che Silvia atleticamente fosse la più forte in pista. E’ vero che commetteva parecchi errori, è anche caduta in partenza nonostante un super sprint iniziale, però nei rettilinei spingeva forte.

«Sono contenta per questo piazzamento – va avanti la Persico – anche se ci tenevo a prendere un posto sul podio. Speriamo di continuare così. Come prima prova di Coppa della stagione non è male.

«Sì, atleticamente sarò anche stata bene, però il ciclocross è fatto anche di tecnica. Vero anche che quella della neve non è una condizione che si trova spesso, pertanto sono molto fiduciosa in vista delle prossime gare». 

«Come diceva Arzeni non ho ancora cominciato a fare certi lavori. Magari quando inizieremo a farli speriamo di raccogliere una vittoria in Coppa del mondo. Intanto, l’obiettivo è quello di riconfermarmi in maglia tricolore. E poi di puntare in alto al campionato del mondo»

«Possiamo sognare, Silvia?», le chiediamo… «Esatto», ribatte lei mentre si allontana sorridendo.

Laurens Sweeck, full gas e gomme bianche

17.12.2022
3 min
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Laurens Sweeck è uno degli atleti belgi più amati, seguiti ed è tornato in grande forma proprio in questo 2022 al rientro dalle prove americane.

Sentiamo cosa ci ha detto in merito alla gara di Coppa del Mondo di Vermiglio in Val di Sole, per lui una prima, in quanto non era presente nel 2021.

La Stevens Superprestige di Sweeck
La Stevens Superprestige di Sweeck
Qual’è il tuo feeling con la neve?

Direi buono, anche se è necessario considerare che le condizioni che troviamo durante la giornata di prova, sono molto differenti da quelle che troveremo in gara. Ora la neve è soffice, quasi molle, mentre stanotte e domani mattina dovrebbe essere tutto gelato, quindi dovrebbe essere molto differente. Inoltre alcuni corridori presenti l’anno passato, mi hanno raccontato di un percorso leggermente diverso, ora più impegnativo ed esigente per quello che concerne la guida. E poi c’è uno spessore di neve ridotto, rispetto all’edizione passata e si vede più terra ed erba.

Tubolari bianchi Dugast con disegno multipuntinato e gomme a 1 bar. Queste gomme sono fuori produzione
Tubolari bianchi Dugast con disegno multipuntinato e gomme a 1 bar. Queste gomme sono fuori produzione
Potrebbero cambiare le scelte tecniche?

Si, potrebbero cambiare, anche se non credo che ci possa essere una grande diversità tra un setting ed un altro. Sul tracciato di Vermiglio e sulla neve c’è da spingere ben oltre il full gas e farlo per un’ora. E’ un tracciato davvero impegnativo perché c’è da guidare tanto la bici e mettere costantemente della forza. Si potrà respirare al termine della gara.

Stem Deda SuperBox e piega SuperZero con profilo alare
Stem Deda SuperBox e piega SuperZero con profilo alare
Nella giornata che precede una gara come questa, come gestisci il training?

Diciamo che è una buona cosa prendere confidenza con la neve e come si comporta il mezzo in questa situazione, ma senza esagerare facendo dei lavori specifici. 40/45 minuti, poi al limite si rifinisce la giornata con un po’ di rulli. E’ più che altro un aspetto mentale, ma è necessario mantenere il motore acceso.

Considerando il freddo e lo sforzo, cambierà il tuo approccio alla gara?

No, mi comporto come se fosse una gara normale, anche nelle ore a ridosso della competizione. Anche le fasi di riscaldamento saranno le medesime. Una piccola variazione potrebbe essere fatta nella tempistica del warm-up, magari leggermente dilatata, ma questione di minuti, perché sarà fondamentale non raffreddarsi troppo e troppo in fretta prima della partenza.

Le bici di Van der Poel e Puck Pieterse per Vermiglio

17.12.2022
5 min
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Due Canyon Inflite CF SLX, quelle di Puck Pieterse e di Van der Poel pronte per la neve di Vermiglio in Val di Sole, settate in modo differente. Ruote da 50 per il campione olandese, da 36 per la campionessa del mondo in carica.

Entriamo nel dettaglio delle biciclette. Abbiamo chiesto direttamente al papà delle Pieterse, che opera in qualità di meccanico all’interno dello staff Alpecin-Deceuninck anche di spiegarci alcune scelte tecniche.

Parola al signor Pieterse

«In un contesto come questo, la differenza la possono fare le gomme e le loro pressioni, così come l’abilità di guida e la capacità di domare la bicicletta in alcuni frangenti. Puck proverà alcuni settaggi, ma la decisione verrà presa a ridosso della gara, in modo da valutare la consistenza della neve e del terreno sottostante. A prescindere dal modello, la pressione che adotteremo sarà intorno a 1,2/1,3 bar. Abbiamo un set di ruote pronto con gomme da fango e uno pronto con i tubolari da asciutto, una sorta di multipuntinato. Non sono state fatte variazioni sugli altri componenti, rispetto ad una gara classica».

Guarnitura da uomo

Quello che più colpisce è la rapportatura anteriore, con una doppia corona 46-39 (con il power meter incluso e pedivelle da 170). 11-34 invece per la cassetta posteriore. Il pacchetto è Shimano Dura Ace a 12v, ma con le ruote per i tubolari, sempre Dura Ace, ma da 36 e della versione più anziana.

«La combinazione delle corone anteriori è la stessa utilizzata dagli uomini, perché Puck è fortissima e potente. Sopporta uno sviluppo metrico importante e non è per tutti, ma questa è la soluzione che offre attualmente il sistema a 12 velocità. Per avere più di margine, Puck preferisce utilizzare i pignoni 11-34 posteriori».

Ci sono i tubolari Dugast, con sezione da 32 per la versione più artigliata, da 33 in quella più scorrevole e multipuntinata. C’è il manubrio integrato in carbonio, classico canyon e c’è la sella di Selle Italia X-LR, molto stretta e con foro centrale. Il reggisella è un tradizionale Canyon in carbonio con arretramento.

La bici rossa di Van der Poel

In questo 2022, Van der Poel usa una Inflite CF SLX tutta rossa, anche se non è molto chiaro se il suo parco includa anche un nuovo modello, ancora coperto da segreto. Limitiamoci ad argomentare quello che abbiamo visto a Vermiglio.

Rispetto alla Canyon Inflite CF SLX della Pieterse, Van der Poel non usa il power meter e normalmente non lo impiega sulla bici da cx. Usa delle pedivelle da 172,5. I rapporti anteriori sono uguali a quelli della Pieterse, mentre i posteriori hanno una scala 11-30. Il cockpit è il medesimo, mentre cambia la sella. Mathieu usa una Selle Italia Flite Boost Superflow kit carbonio personalizzata per lui.

Cambia completamente il comparto ruote e gomme. Per l’olandese un paio di Shimano Dura-Ace da 50 (tubolare) di ultima generazione e gomme Dugast Typhoon da 33 con tassellatura media, non da fango e non per i terreni secchi.

«Di sicuro correre sulla neve è particolare – dice Van der Poel – ma il setting della bicicletta non cambierà rispetto ad una gara tradizionale. Potremo fare solo alcune piccole variazioni in merito alle pressioni delle gomme, pur mantenendo le ruote con il profilo da 50».

Mathieu ha già gli occhi di fuori (e le mani nude)

16.12.2022
7 min
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Gli occhi sono quelli “cattivi” della sua solita fame di vittoria. Sulla neve della Val di Sole Mathieu Van der Poel esegue il test come tutti i suoi colleghi e tutte le sue colleghe. Se ne va tranquillo, poi lo vedi che all’improvviso apre il gas.

Il rumore è più profondo, potente. Sbuffa e passa gli altri al doppio della velocità. Emblematica una rampa. Tutti si fermavano ad un terzo di questa, lui arrivava quasi fino in cima. Ha una grinta e una cattiveria che non ti aspetti. E, nota a margine, dopo due giri si è tolto anche i guanti.

Mathieu in Val di Sole

La Val di Sole oggi di sole ne ha visto ben poco. Nebbia, pioviggine, nevischio… ma almeno il freddo non è stato pungente. Si apre la seconda edizione del Ciclocross di Vermiglio, che mira a portare questa disciplina alle Olimpiadi invernali.

Mathieu è uno di coloro che ha girato di più e non si è curato troppo del setting. Appare già molto sicuro di sé. Si è voluto concentrare soprattutto sulla guida.

«In effetti – ha detto Van der Poel – il percorso è un po’ complicato. Ci sono molte sezioni difficili, ma spero che miglioreranno con i tanti passaggi. Non è facile individuare le buone linee, ma spero che con i passaggi si creino dei solchi. E allora sarà più facile».

E già questo è curioso. Sentendo infatti altri atleti e soprattutto atlete, tutti erano preoccupati proprio per questo: che la neve mollasse ancora di più. 

«E’ chiaro che è complicato per tutti. Nessuno è abituato a guidare in queste condizioni. Si potrebbe paragonare alla sabbia… ma non del tutto».

L’olandese ha inanellato non meno di cinque giri, alternando tratti tirati ad altri più lenti. Qui era appena partito e aveva ancora i guanti
L’olandese ha inanellato non meno di cinque giri, alternando tratti tirati ad altri più lenti. Qui era appena partito e aveva ancora i guanti

La gamba c’è

Fino a poche ore fa Van der Poel era in Spagna ad allenarsi. Poi è piombato qui.

«Io sto bene – dice Mathieu – vengo da un ottimo training camp in Spagna. Lì c’erano condizioni totalmente diverse, anche climatiche ma questo sbalzo di temperatura non mi preoccupa. E poi la corsa dura un’ora soltanto, la frequenza cardiaca sarà piuttosto alta e non sarà così facile prendere freddo. Un motivo in più per tenere aperto il gas!

«Non ho fatto nessun allenamento specifico per questa gara, anche perché sarebbe stato difficile farne… Le gambe buone saranno come sempre la cosa più importante».

Non ha fatto nessun allenamento specifico sulla neve chiaramente, ma qualche simulazione dello sforzo forse sì. E simulazione è proprio la parola più azzeccata.

Lo staff della sua AlpecinDeceuninck infatti ci ha rivelato che spessissimo Mathieu ricorre all’allenamento indoor per fare i suoi lavori specifici. «Evita – ci hanno detto – i pericoli del traffico e le interruzioni che può importi la strada e ti fa concentrare solo ed esclusivamente sul tuo sforzo». E anche sul motorhome ci sono delle piattaforme virtuali dove spesso fa scarico.

Tutto in divenire

Ai Laghetti di San Leonardo la condizione della neve è quella che detta legge. Oggi pomeriggio la coltre era davvero molle. Il fondo nei giorni precedenti era super duro. Faceva parecchio freddo, poi la nevicata della notte ha modificato il tutto.

La neve fresca è stata rimossa quasi tutta e in alcuni punti si è voluto andare anche oltre, facendo affiorare un po’ di terra, più che altro per rendere un filo, ma proprio un filo, più scorrevole la corsa ed evitare qualche tappo. Poi alcune tracce di terra si sono allargate tra i passaggi e la pioviggine.

I meccanici hanno lavorato ben coperti sulle bici. Quel po’ di terra ha creato qualche problemino sui pedali. Quel mix fango-neve-ghiaccio dopo le rampe era un po’ una scocciatura. Van der Poel che metteva il piede a terra proprio in cima evitava la parte scoperta. Una “botta” sulla pedivella, si scrollava la neve dalla scarpa e via ripartiva in sella… senza perdere tempo. Gi altri invece impiegavano di più per riagganciare lo scarpino.

Ma per la notte si attende qualche altro centimetro e l’organizzazione ha previsto un passaggio con i gatti. In pratica sarà un po’ tutto da rifare. Mentre domani dovrebbe splendere il sole.

Forza azzurri

Tra i nostri ci si attende parecchio da Silvia Persico e Gioele Bertolini.

«L’anno scorso la prova in Val di Sole è stata dura, soprattutto per la guida – ha detto la Persico – mi ero lasciata un po’ ingannare dalla copertura semiscorrevole, questa volta ho montato quella da fango e credo proprio che terrò questa. Però sto bene e vediamo».

«Passano con il gatto? E allora sarà un po’ tutto da rivedere – dice Bertolini mentre scioglie la gamba sui rulli – Ho visto provare tante gomme: scorrevoli, semi slick, da fango. Vedremo cosa scegliere dopo il test di domattina, più che altro in base alle condizioni meteo».

Non resta dunque che darsi appuntamento a domani: donne in gara alle 13 e uomini alle 14,30. C’è tanta attesa per Mathieu, inutile negarlo. Lui qui ha già vinto in mtb, ma il tifo è per gli azzurri. Viste le temperature, forse più dolci dell’anno scorso, magari si supererà la cornice dei 4.000 presenti a bordo pista.

La Val di Sole bussa e Samparisi ci riporta sulla neve

01.12.2022
5 min
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Ci siamo quasi. Dopo il grande successo dello scorso anno, si avvicina di gran passo la data della Coppa del mondo di Ciclocross In Val di Sole a Vermiglio. La tappa della neve per intenderci, quella che lo scorso anno alla sua prima edizione ha regalato uno show memorabile fatto di derapate, campioni, freddo, cadute, neve e tensione agonistica. Ieri c’è stata presentazione ufficiale della gara, ribattezzata “snowcross”, organizzata da Grandi Eventi Val di Sole e Flanders Classics, in programma per il prossimo 17 dicembre.

Sono attesi i campioni e le campionesse di tutto il mondo: da Mathieu Van der Poel a Fem Van Empel, da Tom Pidcock a Ceylin Del Carmen Alvarado. Ma anche i nostri ragazzi, come per esempio Nicolas Samparisi, uno dei sette italiani riusciti ad andare a punti nella passata edizione. Il corridore della KTM Alchemist Powered by Brenta Brakes ci parla della gara e del percorso trentino.

Nicolas, com’è dunque correre sulla neve?

Strano! Sicuramente è il terreno che più si modifica. All’inizio è molto battuto e compatto. E’ scivoloso, ma scorrevole. Man mano che si va avanti, con i passaggi la neve un po’ si scioglie e soprattutto si sfalda. Diventa molto simile alla sabbia e la cosa più difficile è mantenere la traiettoria.

Immaginiamo che una gara sulla neve sia più dura e di conseguenza anche più lenta: per te quanti chilometri in meno si fanno nel corso dell’ora di gara? Ammesso sia quantificabile…

Alla fine credo che la differenza non sia poi così tanta e che si possa paragonare ad una gara con molto fango. I primi giri sono veloci nel complesso. Entri più piano in curva, ma appunto restano veloci. Poi si va più piano, come fosse una gara bagnata su fango.

E’ stato presentato il percorso, hai notato delle differenze?

Di base sarà come quello dell’anno scorso. Fu un percorso molto bello, che riscosse successo e non richiedeva modifiche sostanziali. E’ stata una gara importantissima per il movimento, un vero spot per portare il ciclocross alle Olimpiadi e quest’anno la partecipazione sarà ancora maggiore.

Lo scorso anno Samparisi ha difeso i colori della nazionale (foto Previsdomini, anche in apertura)
Lo scorso anno Samparisi ha difeso i colori della nazionale (foto Previsdomini, anche in apertura)
Quanto conta l’esperienza del 2021? 

Quando ero junior, correvo spesso in Belgio e non era così raro trovare la neve, ora non capita più e quell’esperienza serve a poco sinceramente. Anche perché resta una gara unica, fine a se stessa. Di certo è un’emozione insolita. E’ un po’ come correre a Koksijde… circuito interamente su sabbia.

Tecnicamente sai già cosa ti aspetta, i setup… ci vai più preparato?

Sicuramente chi ha corso in Val di Sole l’anno scorso sa cosa serve. Io so a cosa vado incontro. Ho idea per esempio di partire con una gomma e di finire con un’altra. So anche come vestirmi: più pesante. L’anno passato ero partito con il body felpato della nazionale e i gambali: quest’anno in caso di freddo mi vestirò di più. Soprattutto starò più attento a mani e piedi perché fu davvero freddo. Sono piccole che cose che messe tutte insieme possono fare la differenza.

Hai detto che partiresti con una gomma e finiresti con un’altra. Quindi prevedi il cambio di bici a metà gara?

Esatto, una gomma più tassellata all’inizio quando con il fondo compatto può esserci più grip e una da sabbia nella seconda parte. Come accennavo, in Val di Sole la vera fatica emerge nella seconda parte di gara. Quando il terreno è smosso e tanto farinoso, che tu abbia una gomma scorrevole o una da fango conta meno. Semmai conta più la mescola. Lo scorso anno per esempio Van Aert utilizzò quella verde ideale per le basse temperature. Ricordo invece che Pidcock fece molte prove: iniziò con quella da fango, poi passò a quella da sabbia, ritornò su quella da fango e infine provò anche la “mille punte” (quella da sabbia, ndr).

Per il resto, Nicolas, come ci arrivi a questo evento? Come sta andando la tua stagione?

Direi bene. Ho iniziato con una vittoria e questo ti dà morale, ti fa capire che stai lavorando nella direzione giusta. E so che devo lavorare tanto… tanto. Ho finito la stagione in mtb ad ottobre inoltrato e ho fatto fatica all’inizio ad abituarmi all’esplosività del cross. Mi ci vorrà ancora un mesetto buono per arrivare a certi livelli. 

L’obiettivo dunque è essere al top per gennaio, quando si avvicina il campionato italiano?

Esatto, quello è il mio obiettivo principale della stagione di ciclocross.

Alé in Val di Sole: partnership ok per le finali di Coppa Mtb

03.08.2022
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Manca oramai poco meno di un mese alla fatidica data di avvio delle attesissime finali di coppa del mondo Mtb, un evento in programma in Val di Sole, a Commezzadura (Trento), dal 2 al 4 settembre prossimi. Ed è notizia recente che un altro importante brand italiano, la veronese Alé, affiancherà il nutrito “pool” di sponsor che sosterranno questo importantissimo appuntamento mondiale riservato alle discipline off-road.

Alé è sinonimo di una realtà operativa attiva oramai da molti anni nel settore della produzione di abbigliamento per il ciclismo. L’azienda, che ha sede a Bonferraro di Sorgà, non è affatto nuova a legami, partnership e collaborazioni con eventi, manifestazioni, enti e prestigiose realtà agonistiche. Eventi che gravitano attorno al mondo del grande ciclismo.

Alcuni esempi? La collaborazione con la UEC (l’Unione ciclistica europea), quella… doppiamente iridata con la Federazione ciclistica francese, la partnership con il Tour of the Alps, fino a quelle con i team WorldTour Bahrain Victorious, Groupama FDJ e BikeExchange.

Alé veste già da qualche anno il DMT Racing Team
Alé veste già da qualche anno il DMT Racing Team

Collaborazione di successo

«Il gran finale della stagione agonistica mtb – ha dichiarato Alessia Piccolo, direttore generale di APG – non poteva avere location migliore se non quella della Val di Sole. Un territorio splendido, quello trentino, un vero e proprio paradiso per tantissimi appassionati di questo sport… Per noi di Alé questo appuntamento si annuncia come una vetrina importantissima, e posso affermare con vero piacere che siamo lieti di entrare per la prima volta nel circuito della Mtb mondiale al fianco di un evento importantissimo».

«Alé Cycling è una delle grandi realtà del ciclismo, capace di raggiungere grandi risultati sul mercato internazionale». Parole di Luciano Rizzi, presidente di APT Val di Sole e Grandi Eventi Val di Sole.

«Siamo estremamente orgogliosi di iniziare un percorso con questo marchio che ha dimostrato di credere in un progetto di ampio respiro e in una destinazione come la nostra Val di Sole. La nostra valle è un luogo capace di imporsi a livello internazionale. Un luogo leader sia come sede di grandi eventi ciclistici, quanto come meta ideale per chi ama scoprire la montagna in sella ad una bici».

Alé sta investendo moltissimo nell’ampliamento delle collezioni Mtb e Gravel
Alé sta investendo moltissimo nell’ampliamento delle collezioni Mtb e Gravel

Grazie all’accordo definito da Alé con APT Val di Sole e Grandi Eventi Val di Sole, lo stesso brand veneto avvia un percorso tutto nuovo nel mondo della mountain bike, e lo fa assieme all’unica destinazione italiana ad aver ricevuto il titolo di UCI Bike Region: una destinazione che ha organizzato in meno di quindici anni ben tre edizioni dei Campionati del Mondo, l’ultima nell’agosto del 2021.

Alé