Val di Sole a Pieterse, ma Persico ci fa sognare

17.12.2022
6 min
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«Non avevo i freni, non avevo i freni». Silvia Persico si lascia andare queste prime parole pochi istanti dopo l’arrivo. Il tempo di riempire i polmoni di ossigeno e poi la lombarda, accasciata sulla sua bici, si tira su. Il cross della Val di Sole si è appena concluso.

Quando si rialza, Vermiglio esplode in un applauso per la campionessa italiana. Silvia ha perso il podio proprio nelle curve finali, dalla Alvarado e dalla Bakker, ma il suo quarto posto non è assolutamente da buttare.

Un altro sport 

Questa mattina le condizioni erano totalmente diverse rispetto a ieri. La neve era durissima. Nella notte, contrariamente a quanto si pensasse, in alcuni tratti è stata ulteriormente grattata. E questo ha fatto emergere ancora più terra e sporco.

«Questa mattina era totalmente diverso – spiegava Martino Fruet – è quasi un altro sport. Ieri si affondava anche di 20 centimetri e per fare un giro ci volevano circa 11 minuti per gli uomini. Oggi invece le donne lo hanno fatto in poco più di 8 minuti. Le velocità erano molto più alte.

«In più lo sporco in superficie ha migliorato moltissimo la visibilità. Lo scorso anno senza sole e la pista completamente innevata, la luce era piatta. Non si distinguevano bene i canali. E questo incide molto nella prestazione, è un po’ il discorso della visibilità per gli sciatori».

Colpo di scena

La gara è filata via con un grande colpo di scena. La campionessa uscente, Fem Van Empel, era in testa. Ad un tratto è caduta e poco dopo è stata costretta al ritiro.

In quel momento la Val di Sole ha esultato, ma non per lo stop della olandese. La Persico infatti aveva agguantato e superato la Alvarado: Silvia era in testa alla corsa!

Ma in quello stesso momento iniziavano i problemi. L’azzurra mostrava una grandissima gamba però continuava a commettere tanti piccoli errori in curva, nei traversi e contestualmente perdeva del terreno.

Intanto Puck Pieterse da dietro rimontava forte. La belga guidava splendidamente e ben presto sfuggiva via tra le curve ad Alvarado e appunto alla nostra Silvia.

Freno galeotto

La medaglia di legno da una parte brucia, ma dall’altra lascia ottime speranze. Proprio la scorsa settimana il suo preparatore e direttore sportivo, Davide Arzeni, ci aveva detto che Silvia era ancora indietro con la preparazione e il fatto che andasse già così forte era un ottimo segnale.

«Non so cosa sia successo alla mia guida – dice Silvia – il freno anteriore era andato. Ho fatto una delle mie migliori gare. Però, e l’avevo già detto prima della corsa, la neve non è proprio il mio terreno. 

«La scelta delle gomme? Rifarei quella che ho fatto: ho usato quelle da fango e andavano bene. Purtroppo io non ho una guida molto leggera come sarebbe stato ideale sulla neve. Sono migliorata tanto, ma c’è ancora tanto da migliorare». 

Sognare… si deve

La sensazione è che Silvia atleticamente fosse la più forte in pista. E’ vero che commetteva parecchi errori, è anche caduta in partenza nonostante un super sprint iniziale, però nei rettilinei spingeva forte.

«Sono contenta per questo piazzamento – va avanti la Persico – anche se ci tenevo a prendere un posto sul podio. Speriamo di continuare così. Come prima prova di Coppa della stagione non è male.

«Sì, atleticamente sarò anche stata bene, però il ciclocross è fatto anche di tecnica. Vero anche che quella della neve non è una condizione che si trova spesso, pertanto sono molto fiduciosa in vista delle prossime gare». 

«Come diceva Arzeni non ho ancora cominciato a fare certi lavori. Magari quando inizieremo a farli speriamo di raccogliere una vittoria in Coppa del mondo. Intanto, l’obiettivo è quello di riconfermarmi in maglia tricolore. E poi di puntare in alto al campionato del mondo»

«Possiamo sognare, Silvia?», le chiediamo… «Esatto», ribatte lei mentre si allontana sorridendo.