In Coppa Iserbyt domina in attesa dei tenori

24.10.2022
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Ancora persi fra la chiusura della stagione su strada, l’affermazione del gravel, gli ultimi botti della mtb e i primi del ciclomercato, pochi si sono accorti non solo che la stagione del ciclocross internazionale ha preso il via, ma anche che lo ha fatto attraverso il suo circuito principale, la Coppa del Mondo nel segno di Eli Iserbyt. Le prime due tappe si sono svolte in America, e non avendo più quel sapore di scoperta che avevano lo scorso anno, con il test del percorso iridato di Fayetteville, molti hanno evitato una trasferta così onerosa.

Non però i principali portacolori belgi e olandesi, che poi si sono ritrovati a Tabor, in Repubblica Ceca, per la prima prova europea dove finalmente si sono presentate anche le altre nazioni e soprattutto si è smossa la situazione anche per le categorie giovanili. Se guardiamo alla gara principale, quella elite maschile, poco è cambiato perché in tre prove, il vincitore è sempre stato lo stesso.

Per Iserbyt un inizio fulminante con 3 successi in Coppa. Ora punta agli europei del 6 novembre
Per Iserbyt un inizio fulminante con 3 successi in Coppa. Ora punta agli europei del 6 novembre

Tabor era la sua “bestia nera”

Il detentore del trofeo ha dato vita a una bella sfida con l’olandese Van Der Haar, risolta nel corso del sesto giro quando ha allungato: «Nella prima parte non ero andato bene – ha dichiarato dopo l’arrivo – risentivo ancora del jet lag, poi ho preso il comando delle operazioni, ma serviva almeno una tornata per fare la differenza. Quello di Tabor è un percorso difficile per le mie caratteristiche, lo consideravo la mia bestia nera, per fortuna l’ho sfatata finalmente.

«Ora conto di risparmiare le forze, ho messo in cascina un bel numero di punti e affronterò le prossime tre tappe più tranquillamente per affinare la preparazione in vista del mio grande obiettivo insieme alla conquista delle challenge: il titolo europeo di Namur in palio il 6 novembre».

Le sue dichiarazioni hanno lasciato in più di qualcuno un po’ interdetto, ma chi conosce bene il folletto belga sa la sua attività è commisurata alle presenze dei “mammasantissima”, i fuoriclasse che vengono dalla strada. Il belga non ha mai fatto mistero di dividere il mondo del ciclocross in due emisferi diversi: quello con e quello senza i vari Van Aert, Van Der Poel, Pidcock. Lo aveva detto anche alla fine della passata stagione e su questo concetto è sempre più convinto.

A Fayetteville il belga ha sfatato un altro percorso amaro, dove a gennaio ha perso il mondiale
A Fayetteville il belga ha sfatato un altro percorso amaro, dove a gennaio ha perso il mondiale

I campioni fuori contesto

Iserbyt ha chiarito ulteriormente il suo pensiero in un’intervista rilasciata all’organo olandese Wielerflits: «Ho prolungato il contratto con la Pauwels fino al 2026 e l’ho fatto pensando non solo a me, ma anche per mandare un segnale alle nuove generazioni: si può benissimo avere una buona e redditizia carriera da ciclocrossista, non è necessario essere come loro che sono fortissimi ma sono fuori contesto. Sono talenti eccezionali, diversi da quelli che ammiravo da bambino perché dominano anche su strada. Sono troppo forti, per questo ho deciso che per me quello che sto facendo ora è abbastanza.

«Io mi ritengo un ciclocrossista puro, che ha bisogno dei suoi mesi estivi per riposare e preparare i sei mesi della stagione invernale. Fare solamente 10 cross, quand’anche siano i più importanti, per me non avrebbe senso. Magari potrei fare di più nella mtb, ma finora la schiena non me l’ha concesso, vedremo nel 2023 se la situazione sarà migliorata.

Il podio di Tabor con Iserbyt primo su Van Der Haar a 5″ e Vanthourenhout a 26″ (foto Uci)
Il podio di Tabor con Iserbyt primo su Van Der Haar a 5″ e Vanthourenhout a 26″ (foto Uci)

Stagione puntata sugli europei

«Io faccio tutta la stagione – ha continuato Iserbyt in questa sorta di confessione – loro appena arrivano sono competitivi non solo perché sono più freschi sia fisicamente che mentalmente, ma anche perché hanno un’ampia base per emergere e arrivare a tenere la massima resa per un’ora, per loro che sono abituati alla strada, non è difficile. Quando arrivano loro, io penso alle classifiche delle challenge e devo amministrare la situazione. So bene che questo crea un quadro distorto della situazione, ma non l’ho creato io. Il mio compito è puntare al titolo europeo e alle challenge, se poi li batterò una volta sarà un di più, ma per me non è un’ossessione».

Parole destinate a far riflettere, considerando che Van Der Poel ha già annunciato che inizierà a gareggiare sui prati a fine novembre, mentre Van Aert dovrebbe ripetere l’esperienza dello scorso anno entrando nell’arengo a dicembre, questa volta però tirando dritto fino al mondiale dove dovrebbe esserci il ritorno della “recita dei tre tenori”.

La Van Empel ha fatto tris a Tabor: punteggio pieno in Coppa per la sorprendente olandese
La Van Empel ha fatto tris a Tabor: punteggio pieno in Coppa per la sorprendente olandese

Arriva la nuova vincitutto?

Il discorso riguarda parzialmente anche le donne, parzialmente perché se da una parte la Vos attende ancora per impegnarsi nella disciplina invernale, dall’altro la Brand, che pure ha fatto piuttosto bene quest’anno su strada non solo come spalla di Balsamo e Longo Borghini alla Trek Segafredo, ha subito iniziato a gareggiare, ma la campionessa mondiale ha trovato una straordinaria avversaria nella ventenne Fem Van Empel, che avevamo lasciato parzialmente delusa ai mondiali di Fayetteville (terza nella gara Under 23) e ritroviamo dominatrice con tre successi in Coppa, in un panorama arancione come non mai, dove l’unica vera avversaria sembra l’ungherese Blanka Vas, che a Tabor ha però chiuso solo quinta, mentre la seconda non olandese è stata Sara Casasola, undicesima a 49” in una vera grande prestazione internazionale.

A Tabor oltre alla presenza dei ragazzi della Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini 23°, c’era anche la nazionale italiana, con Pontoni che ha portato un po’ di juniores e under 23 a fare esperienza. Ancora una volta il risultato migliore è arrivato da Federica Venturelli, che sta mettendosi pian piano alle spalle le conseguenze della caduta di Wollongong e che ha chiuso settima fra le junior a 1’20” dalla Molengraaf, naturalmente olandese… Bene anche Davide Toneatti, nono a 1’21” dal figlio d’arte Nys nella gara U23.