EDITORIALE / Le tante domande per Pogacar al Giro

18.12.2023
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LA NUCIA (Spagna) – Il giornalista belga guarda, sorride e dice che il prossimo anno gli toccherà sicuramente venire al Giro. Sono le 19 di una domenica di interviste nell’hotel dell’Astana Qazaqstan Team, il video con cui RCS Sport ha annunciato la presenza di Tadej Pogacar al Giro ha già fatto il giro del modo del ciclismo. «Con Wout, Uijtdebroeks e adesso Tadej – sorride – ne abbiamo abbastanza per lavorare bene». Poi chiude lo zaino e se ne va. Manca poco per finire l’intervista con Cavendish, poi lo seguiremo.

Uno screenshot del video Instagram con cui Pogacar annuncia la sua presenza al Giro, dicendo: «Andiamo!»
Uno screenshot del video Instagram con cui Pogacar annuncia la sua presenza al Giro, dicendo: «Andiamo!»

Regalo di Natale

Pogacar ha fatto un bel regalo al Giro d’Italia e anche il Giro d’Italia si è fatto un bel regalo. Sarà l’aria del Natale, la notizia suona grandiosa, ma lascia un’infinità di punti di domanda che proprio mentre starete leggendo ci accingeremo a porre al diretto interessato.

Oggi nell’hotel che ospita il UAE Team Emirates si terrà il media day in cui potremo toglierci le prime soddisfazioni, incontrando Tadej e tutti i suoi compagni per i quali abbiamo dovuto presentare richiesta ai primi del mese.

E’ il 2018. Froome ha già vinto quattro Tour e due Vuelta. Viene al Giro e a Bardonecchia arriva il capolavoro
E’ il 2018. Froome ha già vinto quattro Tour e due Vuelta. Viene al Giro e a Bardonecchia arriva il capolavoro

Quelli del Tour

Pogacar al Giro farà spettacolo, ma fa già paura. Gli ultimi anni hanno offerto alcuni esempi di corridori da Tour che sono venuti al Giro e che hanno mostrato un livello davvero più alto rispetto ai concorrenti locali.

Il primo degli anni moderni fu Indurain, in Italia dopo aver vinto il Tour del 1991: si pappò due Giri, giocando contro Bugno, Chiappucci e Chioccioli. Restando in anni più recenti, quando nel 2005 arrivò Basso, reduce dal podio francese dell’anno precedente, il divario rispetto a Cunego e Simoni fu disarmante. Quel Giro lo vinse Savoldelli perché Ivan stette male nella tappa di Livigno, ma tornò l’anno dopo e vinse.

Poco dopo, era il 2008, toccò a Contador, richiamato in extremis. Aveva vinto il Tour dell’anno precedente, arrivò in Italia ed ebbe vita piuttosto facile contro Riccò, Bruseghin e Pellizotti. Tornò e vinse anche nel 2011 (vittoria revocata) e nel 2015.

Gli ultimi ad essere venuti sono stati Froome, Bernal e Roglic. Il primo ribaltò la classifica a Bardonecchia, con un solo giorno da vincitore di Tour. Il secondo fece fatica, ma era reduce da problemi alla schiena e varie vicissitudini. Il terzo è il vincitore in carica e nel 2024 riproverà l’assalto al Tour.

Al contrario, tolti Bugno, Chiappucci e Pantani, nessuno dei protagonisti dei Giri degli ultimi 30 anni è andato al Tour per giocarselo. Di loro tre, soltanto Marco è riuscito a conquistare la maglia gialla finale, facendo anche l’accoppiata che si sta già tentando di cucire sulle spalle di Tadej.

Gli ultimi due Tour hanno visto Tadej arrendersi a Vingegaard, il cambio di programma è dovuto anche a questo?
Gli ultimi due Tour hanno visto Tadej arrendersi a Vingegaard, il cambio di programma è dovuto anche a questo?

Le ragioni tecniche

E qui iniziano le domande per lo sloveno. Viene in Italia per tentare davvero l’accoppiata Giro-Tour? Viene in Italia perché, come ha sempre detto, per lui il ciclismo è un divertimento e dopo quattro anni di Tour, è arrivato il momento di cambiare? Oppure dopo due anni di bocconi amari, la scelta del Giro è un’implicita resa, sfuggendo allo strapotere della Jumbo?

Per mesi negli scorsi anni abbiamo sentito ragionamenti sulla necessità di arginare gli sforzi di primavera per arrivare più fresco al Tour, correre il Giro rientra in questa logica? Pogacar partirà più piano lasciando il Fiandre e magari concentrandosi sulle Ardenne? Come gestirà i 34 giorni che dividono le due corse? Il Tour sarà per lui anche una preparazione olimpica? Con quale criterio la squadra dividerà i corridori? 

Il Giro d’Italia si presta ogni giorno a un’impresa, come lo affronterà Pogacar? Qui da solo al Lombardia 2023
Il Giro d’Italia si presta ogni giorno a un’impresa, come lo affronterà Pogacar? Qui da solo al Lombardia 2023

Il Giro e le trappole

In un’intervista fatta oggi sulla Gazzetta, Nibali dice che Pogacar potrebbe conquistare il margine necessario nelle prime due settimane e gestirlo poi con la squadra nella terza. La cosa è assolutamente credibile, come è credibile che il livello dello sloveno sarà molto più alto rispetto agli altri pretendenti alla maglia rosa. Potrebbe davvero limitarsi a entrare in azione quando ci sarà da guadagnare, restando… dormiente e in guardia nel resto del tempo. Siamo certi però che Pogacar sia capace di addormentarsi in corsa?

Se vorrà correre alla Pogacar, come tutti si augurano, il Giro gli offrirà certamente trampolini e spazi per giocare, ma la troppa esuberanza potrebbe trasformarsi in una trappola. Ci sono oceani di differenze tra Pogacar e Van der Poel, ma l’ultima volta che l’olandese venne al Giro ed ebbe la sfrontatezza di correre ogni giorno all’attacco, portò a casa una vittoria il primo giorno, bei piazzamenti e una lunga serie di lezioni ben più aspre.

Il Giro del 1994 sembrava nuovamente preda di Indurain, ma due ragazzini (Pantani e Berzin) si misero di traverso…
Il Giro del 1994 sembrava nuovamente preda di Indurain, ma due ragazzini (Pantani e Berzin) si misero di traverso…

Lo spirito del Pirata

Insomma, in attesa di parlare con Pogacar e di raccontarvi cosa ci dirà, speriamo con ardore che presto il campo dei partenti si arricchisca di altri nomi di alto livello (fermo restando che a nostro avviso Van Aert non abbia il livello e la testa per vincere il Giro). Ci eravamo quasi abituati all’idea di un Giro che premiasse la linea verde del ciclismo mondiale, adesso prenderemo le misure al Giro di Pogacar. E speriamo che chiunque si troverà fra i piedi abbia il coraggio e le gambe per mettersi di traverso.

Non è per caso che il mito di Pantani si inizio a costruire quando Marco sfidò e piegò il gigante Indurain, ritenuto imbattibile. Per i giovani in cerca di gloria, il prossimo Giro sarà un’occasione d’oro, purché abbiano davvero il carattere necessario. Sarebbe monotono, per avere occasione di applaudirne la vittoria, ritrovarsi con una corsa rosa che ricalchi le dinamiche dell’ultima Vuelta.

Pissei x UAE Team Emirates 2024: l’eleganza e la velocità

14.12.2023
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E’ stata recentemente svelata in via ufficiale la nuova divisa gara 2024, realizzata nuovamente dal brand italiano Pissei, che verrà indossata dall’UAE Team Emirates nel corso della prossima stagione agonistica. Dopo un’annata come sempre molto generosa in termini di successi, il laboratorio Custom Lab di Pissei è tornato dunque… in azione, collaborando nuovamente a strettissimo contatto con tutti i tecnici ed i corridori del team di Pogacar.

Per la stagione 2024, il design delle divise della squadra (sia da gara che da allenamento) si ispira alla purezza assoluta del bianco e alla velocità: tutti capi di abbigliamento hanno una fortissima predominanza del bianco, con l’aggiunta di un moderno motivo geometrico rosso, verde e nero – i colori della bandiera degli Emirati – per conferire un tocco di eleganza senza tempo.

Il UAE Team Emirates è stata la squadra vincitrice del titolo WorldTour Best Team 2023
Il UAE Team Emirates è stata la squadra vincitrice del titolo WorldTour Best Team 2023

100% Custom Lab

I capi, realizzati interamente a mano in Italia, all’interno del Custom Lab della stessa azienda toscana, intendono rappresentare una sintesi ideale tra arte e funzionalità. Per la seconda stagione consecutiva, i corridori del team potranno fare dunque affidamento su una selezione completa di articoli provenienti dalla collezione top di gamma Magistrale di Pissei: una gamma di specifici capi di abbigliamento sviluppata appositamente per affrontare le giornate di gara più impegnative, offrendo prestazioni e comfort di altissimo livello.

L’obiettivo di realizzare una combinazione di materiali tecnicamente perfetti, uniti ad un design unico e inconfondibile, rappresenta l’obiettivo principale che intende raggiungere Pissei. In azienda, quotidianamente, si ricerca il tessuto perfetto, adatto a raggiungere il massimo della velocità e della performance su strada facendo in modo che sia come fosse… “cucito sulla pelle del ciclista”.

«Ciascun dettaglio è pensato specificatamente per andare incontro alle esigenze degli atleti professionisti – dichiarano con un pizzico di orgoglio dal Custom Lab di Pissei – e per farli gareggiare al massimo delle loro possibilità, in qualsiasi situazione. L’esperienza nel mondo delle competizioni ci garantisce un continuo stimolo a migliorare i nostri prodotti. Inoltre, grazie al nostro team interno di designer, rimaniamo aggiornati sulle tendenze del momento e ci distinguiamo sul mercato per la freschezza delle nostre grafiche. Per la stampa dei capi usiamo esclusivamente i migliori macchinari esistenti in commercio per un risultato che punta ad altissimi standard qualitativi».

Pissei

Ulissi e il suo record: sempre vincente da 14 anni

07.12.2023
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La notizia lo ha colto abbastanza di sorpresa. Diego Ulissi è il ciclista in attività con la maggior costanza di successi nel corso degli anni: il toscano vince almeno una gara da ben 14 stagioni. Alle sue spalle in questa speciale classifica, due mammasantissima dello sprint come il norvegese Kristoff (13) e il francese Démare (12). Un titolo di merito non da poco per il corridore del UAE Team Emirates, che ha da poco ripreso la preparazione per presentarsi già tirato a lucido per il primo ritiro prestagionale.

Proprio sul ruolo dei suoi “contendenti” al record, Ulissi mette l’accento: «Sapevo lo scorso anno che io e Sagan condividevamo questo piccolo privilegio, ma poi sinceramente non ci ho più pensato. Fa piacere, soprattutto precedendo due campioni dello sprint che indubbiamente hanno più occasioni di me per vincere. Io, per le mie caratteristiche, devo sempre costruirmi i successi e non è mai facile».

Ulissi davanti a Kristoff. Compagni alla Uae dal 2018 al 2021, ora rivali per un primato statistico
Ulissi davanti a Kristoff. Compagni alla Uae dal 2018 al 2021, ora rivali per un primato statistico
Che cosa rappresenta questo record?

Credo che sia la miglior dimostrazione della mia costanza di rendimento, cosa non semplice se spalmata su 14 anni nei quali il ciclismo è molto cambiato. Vale ancor di più considerando che io sono un passista-scalatore, che riesce a vincere quando la corsa si mette in un certo modo. Se si fa selezione, si rimane in pochi a lottare per la vittoria. Inoltre non sono un capitano unico, spesso devo anche lavorare per gli altri e questo significa che bisogna sfruttare le occasioni che la stagione ti pone davanti.

Proviamo a ripercorrere alcune tappe di questo record, iniziando naturalmente dalla prima vittoria: il Gran Premio Industria e Commercio a Prato del 2010.

La prima vittoria non si può certamente scordare, nella mia mente è come se la gara si fosse corsa ieri. Anche perché alla fine rimanemmo in tre a giocarci il successo e battei un uomo che ha segnato la prima parte della mia carriera: Michele Scarponi. A fine stagione diventammo compagni di team e fra noi si instaurò subito un profondo feeling, che dalla vita quotidiana si trasferì ben presto anche nelle corse. Infatti mi volle con lui al Giro nonostante la mia giovane età e lo ripagai vincendo per la prima volta alla corsa rosa.

Il primo successo dei 46 di Ulissi, a Prato battendo Scarponi e Proni
Il primo successo dei 46 di Ulissi, a Prato battendo Scarponi e Proni
Quella vittoria, nella tappa di Tirano, arrivò per il declassamento di Giovanni Visconti. Quel successo ha un sapore diverso per questo motivo?

No, perché dovrebbe? Intanto fui bravo ad essere lì a giocarmi la vittoria, in una frazione dove era praticamente scritto che la fuga sarebbe arrivata al traguardo. Era la tappa più lunga di quel Giro e i big pensavano alla classifica, volevano rifiatare un giorno in vista di quelli che sarebbero stati decisivi. La selezione fu continua, rimanemmo io, Visconti e Lastras, ossia ero con due corridori sulla carta più veloci. Giovanni sbagliò a impostare lo sprint, tutto qui…

E’ stata la prima ma non l’unica…

In totale ne ho portate a casa ben 8, un bel bottino. Ricordo in particolare quelle del 2014, quando vinsi a Viggiano battendo un gruppo abbastanza folto con Evans che mi arrivò a 1” e ripetendomi tre giorni più tardi a Montecopiolo superando in uno sprint a due il croato Kiserlovski. Erano vere battaglie quelle, diciamo che nell’ideale classifica delle mie vittorie, quelle sono entrambe piuttosto in alto.

La vittoria di Viggiano al Giro, particolarmente amata dal corridore di Donoratico
La vittoria di Viggiano al Giro, particolarmente amata dal corridore di Donoratico
Non sei stato parimenti fortunato negli altri grandi Giri.

Non ho avuto molte occasioni, considerando che la Vuelta l’ho disputata solo nel 2013 e il Tour nel 2017. Curiosamente però entrambe le volte sono arrivato a un passo dal successo di tappa. In Spagna fui secondo alla frazione di Alto de Naranco, ma quel giorno c’era un Joaquim Rodriguez davvero indomabile, che vinse per 11”. In Francia avevo indovinato la fuga vincente, ma fu bravo Bauke Mollema ad anticipare tutti. Fu un’occasione persa. Se mi riguardo indietro non ho grandi rammarichi nella mia carriera, ma quella volta mi dispiacque un po’…

Pochi ci badano, eppure le gare che fungono da test generale per le Olimpiadi hanno sempre un valore particolare e tu ti aggiudicasti quella di Tokyo nel 2019. Eppure ai Giochi non ci sei andato…

Lo so, ma non posso dire nulla di negativo sulle scelte che fece Cassani. Partiamo dal 2019, da quella bellissima trasferta, dove corremmo davvero bene tanto è vero che vinsi battendo Formolo. L’anno dopo doveva essere l’anno olimpico, è chiaro che nella convocazione ci speravo tanto e anche con ambizioni, ma fu l’anno del Covid, con tutta l’attività rivoluzionata. Per me fu un anno davvero eccezionale, con 5 vittorie tra cui la classifica del Giro del Lussemburgo e altre due tappe al Giro. A fine stagione ero numero 8 del ranking Uci.

Con Cassani il toscano ha sempre avuto un rapporto franco e sincero. Con il cittì vinse la preolimpica 2019
Con Cassani il toscano ha sempre avuto un rapporto franco e sincero. Con il cittì vinse la preolimpica 2019
E poi?

Poi d’inverno mi scoprirono la miocardite, fui costretto a fermarmi a lungo e quando ripresi, ritrovai la forma molto tardi. Cassani fu onesto con me, non poteva aspettarmi. D’altronde abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, non per niente ho potuto correre ben 5 mondiali.

In totale le vittorie sono 46, spalmate su 14 anni di attività. Quanto è cambiato il ciclismo nel frattempo?

Moltissimo e per certi versi aggiungere nuove “perle” è sempre più difficile. Intanto perché se da una parte il calendario si è gonfiato, dall’altro anche le squadre sono più numerose e più ricche internamente. I giorni di gara non sono poi tantissimi e fra questi emergono poche occasioni per puntare al risultato pieno. Bisogna essere bravi a farsi trovare pronti per sfruttare l’opportunità. Se devo guardarmi indietro, diciamo che ho saputo ragionare bene.

La tappa della Vuelta 2013: Ulissi vince lo sprint per il secondo posto, Rodriguez ormai è già arrivato… (foto Wikipedia)
La tappa della Vuelta 2013: Ulissi vince lo sprint per il secondo posto, Rodriguez ormai è già arrivato… (foto Wikipedia)
Ora ti aspetta un’altra stagione, proverai ad allungare la serie?

Se l’occasione capita, spero di esserci, si lavora per quello ma certamente non è un’idea fissa. A me interessa onorare l’impegno che ho con il mio team, ormai sono alla soglia dei 35 anni e voglio dimostrare che sono ancora competitivo, utile alla squadra sia come supporto che come leader quando toccherà a me. Ci proverò, questo è certo…

In Francia con Mas, poi briglia sciolta: nuovo Formolo in arrivo

16.11.2023
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Davide Formolo ha detto grazie al UAE Team Emirates e ha accettato un triennale al Movistar Team. Aiuterà Enric Mas, ma dato che lo spagnolo è meno… versatile di Pogacar, nel resto del tempo il veneto potrà avere il suo spazio. Le due vittorie di fine stagione (prima l’Agostoni e poi la Veneto Classic) hanno confermato la bontà della scelta. E quando gli dici che il suo mentore di un tempo – quel Daniele Tortoli che lo ha portato fino al professionismo e se ne è poi andato troppo presto – gli avrebbe suggerito di provarci prima, Roccia fa un sorriso grande e malinconico.

Per Formolo due vittorie nel 2023, come già nel 2019: la Coppa Agostoni (sopra) e la Veneto Classic
Per Formolo due vittorie nel 2023, come già nel 2019: la Coppa Agostoni (sopra) e la Veneto Classic

Lo zampino di Piepoli

Dietro l’offerta c’è lo zampino di Leonardo Piepoli, allenatore di Mas e da anni anche di Formolo. Il pugliese è per entrambi anche una sorta di consigliere e per il veronese il suo ruolo è ancora più prezioso, dopo la morte di Tortoli e quella di Mauro Battaglini, che era suo procuratore e anche consigliere.

«Il preparatore è qualcosa che va oltre la semplice tabella – riflette – dal mio punto di vista è l’unica persona con cui ti puoi confrontare quando hai dei dubbi. E’ un mondo che cambia velocemente e loro devono essere sempre pronti a supportarti o darti consigli».

Torneremo su questo punto, gli diciamo, meglio andare per gradi. Davide è tornato da poco dai circuiti del Tour de France a Singapore e Saitama. Dato che a causa della scuola, di vacanze esotiche non si parla, anche la famiglia è volata in Oriente. Dice che è stato divertente, che era già stato alla Japan Cup, però mai a queste kermesse piene di pubblico. Come pure Trentin, che ha lasciato la UAE per approdare alla Tudor Pro Cycling, anche Formolo che va alla Movistar fa pensare a una voglia di maggiore libertà.

Le vacanze di Formolo sono coincise con i Criterium in Oriente assieme a Pogacar
Le vacanze di Formolo sono coincise con i Criterium in Oriente assieme a Pogacar
Da quanto tempo avevi deciso di cambiare?

In realtà è una cosa non avevo mai considerato, perché alla UAE si sta bene. E’ un gruppo di ragazzi veramente forti e veramente affiatati. Invece a un certo punto si è creato questo spiraglio. Mi hanno cercato dalla Spagna e dopo un po’ mi sono autoconvinto e ho ceduto. Si è fatto tutto prima che vincessi le due corse, se ne parlava da un pezzo.

Qual è stato il vero ruolo di Piepoli?

Sicuramente avere lui è stato la spinta definitiva. In tutti gli sport, l’atleta deve avere un punto di riferimento e lui lo è per me sin dai primi anni da professionista. Mi ha seguito nell’allenamento e mi sa prendere meglio di tutti a livello psicologico. Andare alla Movistar mi fa pensare al figlio che torna dal padre, in un certo senso. Il suo continuo parlare della squadra come di un ambiente tranquillo mi ha convinto a valutare la proposta. Infine si è ragionato di vari scenari tattici legati al mio impiego.

Dal 2018 al 2023, Enric Mas è stato per tre volte secondo alla Vuelta. Formolo sarà al suo fianco al Tour
Dal 2018 al 2023, Enric Mas è stato per tre volte secondo alla Vuelta. Formolo sarà al suo fianco al Tour
Ti hanno già detto che, tolto il lavoro per Mas, avrai più spazio per te?

Sicuramente alla Movistar hanno meno leader che alla UAE Emirates, per cui qualche chance potrò ricavarmela. E poi sicuramente potrò essere la spalla per il capitano in un grande Giro e questo potrebbe chiudere il cerchio. Farò le mie corse di un giorno, dove comunque ho dimostrato di poter fare bene, e sarò importante per il leader nelle gare a tappe. Penso che questa sia la dimensione giusta per un corridore del mio profilo.

Perché non ti sei spostato prima, quando eri più giovane?

Non mi sono adagiato nel ruolo di gregario. Ho avuto le mie occasioni e qualche volta ho anche vinto. Vincere però porta la voglia di vincere, anche questo ha inciso nella scelta. Ma quando in squadra hai cinque fra i corridori più forti al mondo, gli spazi si restringono per forza.

Nel 2019, Formolo ha vinto il campionato italiano a Compiano, battendo Colbrelli, Bettiol e Ulissi
Nel 2019, Formolo ha vinto il campionato italiano a Compiano, battendo Colbrelli, Bettiol e Ulissi
Con Piepoli avete parlato di quale potrebbe essere il tuo ruolo?

Il fatto di lavorare per un corridore allenato da lui mi dà fiducia. Significa tornare a fare come una volta, quando il capitano aveva lo stesso preparatore e lo stesso direttore dei corridori che avrà attorno nell’appuntamento più importante. Faremo un avvicinamento simile alle gare, saremo un gruppo. Mas ha fatto tre secondi posti alla Vuelta e anche quest’anno, pur essendo arrivato sesto, era nel gruppetto dei quattro che si giocavano il podio alle spalle dei tre della Jumbo-Visma, che facevano un altro sport.

Trentin ha lasciato la squadra, attratto da un contratto di tre anni alla Tudor. Sono tre anche i tuoi anni alla Movistar: dopo i trenta, la lunghezza del contratto è un aspetto da considerare?

Passati i trenta, ogni anno è un po’ una guerra, tra virgolette. Siamo riusciti a firmare per tre anni, perché magari ho dimostrato che quando sono tranquillo, riesco a dare il meglio di me. In questo senso penso che la Movistar sia la squadra giusta per un corridore con la mia personalità. Ho conosciuto Unzue, ci siamo stretti la mano: è una persona super tranquilla. Avere per tre anni la fiducia di una squadra così non è cosa da tutti i giorni.

Giro delle Pesche Nettarine 2012, Formolo vince la classifica. Con lui Daniele Tortoli, scopritore ed estimatore
Giro delle Pesche Nettarine 2012, Formolo vince la classifica. Con lui Daniele Tortoli, scopritore ed estimatore
Sai già quale sarà il tuo programma?

Dovrei partire dal Saudi Tour e credo che farò il Tour, dovendo essere la spalla per Mas. Il Tour è più impegnativo del Giro, penso quindi che lui sceglierà di andare in Francia. L’ultima settimana è veramente durissima. In più il Tour che parte dall’Italia per un italiano è davvero un sogno. Anticipo la prossima domanda: so anche io che i primi 3-4 posti del Tour sono già quasi assegnati e forse venendo al Giro Mas potrebbe pensare di vincerlo. Ma lui è un capitale importante della squadra ed è prevedibile che ugualmente punterà tutto sul Tour.

Che cosa lasci nella vecchia squadra?

Il gruppo tra i corridoi è veramente affiatato. Nonostante sia la squadra più forte al mondo, resta comunque di matrice italiana e dobbiamo andarne orgogliosi.

A quale dei compagni hai detto per primo che saresti andato via?

Forse proprio a Pogacar. Un po’ si è sorpreso, poi ci ha ripensato e ha detto che tanto potremo ugualmente allenarci insieme. Magari più di adesso perché ci troveremo a fare un calendario simile.

UAE in trasferta: tra social ride, premiazioni e futuro

15.11.2023
5 min
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Il mese di ottobre è stato quello dedicato ai sempre più gettonati team building. Momenti dove le squadre si incontrano, ancora in maniera “informale”, lontane quindi da allenamenti e ritiri. Non si pensi però che queste occasioni siano meno impegnative lavorativamente parlando, soprattutto per quanto riguarda lo staff. E’ stato così anche per UAE Team Emirates e UAE Team ADQ che hanno passato una settimana negli Emirati Arabi per pianificare il prossimo futuro. 

Per il sociale

Tra i membri dello staff presenti al team building di Abu Dhabi c’era anche Simone Casonato, coach della UAE Team ADQ. Insieme a lui entriamo nella settimana di lavoro del team, piena di impegni anche lontani dalla bici. 

«E’ un’occasione che si è creata anche l’anno scorso – racconta – e permette allo staff e ai corridori di ricompattarsi. E’ un modo per incontrare anche quella parte del team che lavora ad Abu Dhabi e che solitamente non si incontra in corsa. Sul territorio emiratino lavora un team composto da 15 persone, i quali studiano anche dei modi per far crescere il ciclismo nel Paese. Un’iniziativa, svolta in quei giorni, e mirata proprio a questo, è stata una Social Ride partita dal Colnago Cafè di Abu Dhabi. La sera c’è stata una cena sempre al Colnago Cafè insieme allo staff dell’azienda che lavora negli Emirati.

«Si è trattata di una settimana intensa – prosegue – dove si è presentata la nuova struttura per il 2024. Molti corridori arrivavano direttamente dalle corse in Cina e c’erano anche quelli che l’anno prossimo faranno parte del team. I responsabili hanno dato un’introduzione generale all’organigramma. Una novità interessante sarà quella della nuova head of sport del team UAE Team ADQ: Cherie Pridham».

Alcuni atleti tornavano direttamente dalle corse in Cina, come Chiara Consonni
Alcuni atleti tornavano direttamente dalle corse in Cina, come Chiara Consonni

Visite e attività

La ripartenza, lontana ancora dalle solite località dove si costruisce la gamba in vista della stagione che verrà, ha riguardato anche attività diverse. 

«Chiaramente abbiamo avuto modo di visitare alcuni luoghi di interesse – prosegue Casonato – come la Gran Moschea dello Sceicco Zayed ed altri siti sul territorio. Si tratta di un modo per far scoprire e conoscere meglio ai corridori e allo staff la cultura e i valori del Paese che il team rappresenta e viceversa. Abbiamo iniziato a fare anche le prime attività, la mattina intervenivano degli ospiti per proporre attività di sviluppo.

«E’ una cosa che abbiamo fatto anche negli anni passati, questa volta gli ospiti erano due ed hanno parlato di come sviluppare le abilità motivazionali e relazionali. Aspetto importante per degli atleti che devono lavorare costantemente a contatto e dove il risultato di uno dipende molto anche dagli altri. Nel 2022, per esempio, era intervenuto un consulente irlandese che aveva parlato di creatività».

Celebrare il 2023

Il ritrovo ad Abu Dhabi è servito anche per rendere omaggio ai numerosi successi della stagione appena conclusa. Un 2023 che ha visto il team maschile aggiudicarsi il primo posto del ranking UCI. 

«C’è stata una cena – racconta ancora coach Casonato – per festeggiare il primato nel ranking UCI. Ha preso parte all’evento anche il presidente del team: Matar Al Yabhouni. E’ stato un bel momento che lo ha visto protagonista, ho avuto modo di parlarci e devo ammettere che ho trovato una persona molto simpatica e alla mano. Ha parlato molto con i corridori ed è un vero appassionato di ciclismo, anche di cavalli, è una persona davvero disponibile.

«E’ stata una settimana intensa – conclude – ma non abbiamo ancora affrontato i programmi di lavoro e di allenamento. Il 2024 sarà sicuramente un anno impegnativo, perché con le Olimpiadi ci saranno da calibrare bene i carichi di lavoro e gli obiettivi stagionali. Ma per questo avremo modo di parlarne al ritiro di dicembre».

UAE Emirates e il Tour: dream team o troppi galli?

02.11.2023
5 min
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Se la Jumbo-Visma è alle prese con indiscrezioni di stampa che vorrebbero Van Aert al via del Giro rinunciando al Tour per puntare poi alle Olimpiadi, in casa UAE Emirates (foto Fizza in apertura) si ragiona di futuro con il possibile coinvolgimento nella sfida francese di Juan Ayuso e di Joao Almeida. Il tutto mentre Pogacar è impegnato nei criterium d’Oriente del Tour de France e rilascia dichiarazioni a briglia sciolta, dando una sensazione di vero divertimento: «Il miei obiettivo per il 2024? Divertirmi e togliere quella maglia arcobaleno a Van der Poel».

E’ possibile che per contrastare la squadra olandese (che perdendo Roglic ha comunque ridotto la sua capacità offensiva, ma ha pur sempre Vingegaard, Kuss e Van Aert), il team degli Emirati decida di puntare su una sorta di dream team, affiancando a Pogacar e Yates, anche Ayuso e Almeida?

Da due anni la sfida del Tour sorride alla Jumbo-Visma, con la UAE Emirates a inseguire
Da due anni la sfida del Tour sorride alla Jumbo-Visma, con la UAE Emirates a inseguire

Pogacar e il Tour

Delle parole dello sloveno sugli equilibri del Tour abbiamo raccontato nell’ultimo editoriale: non sarà più un duello fra Jumbo-Visma e UAE Emirates, ma ci saranno da considerare anche la Bora-Hansgrohe di Roglic e la Ineos Grenadiers che si sta rinforzando.

«Sono molto soddisfatto del percorso del prossimo Tour – ha aggiunto lo sloveno – le due cronometro sono interessanti come pure la tappa su sterrato, ma ci sarà molta competizione anche negli ultimi giorni nei dintorni di Nizza. Mi dicono che Vingegaard ha dato un 8 al Tour del 2024, io darei un 9, soprattutto perché finiamo nella zona dove vivo e mi alleno».

Quarto alla Vuelta e miglior giovane, Ayuso ha voglia di misurarsi col Tour senza troppi timori
Quarto alla Vuelta e miglior giovane, Ayuso ha voglia di misurarsi col Tour senza troppi timori

Ayuso e il Tour

Contemporaneamente, del Tour ha parlato Juan Ayuso, che nella stessa UAE Emirates appare come un predestinato. E che ora, dopo essersi fatto le ossa per due stagioni alla Vuelta, vuole misurarsi con le strade francesi. In realtà farebbe un gran bene a lui e anche al Giro se venisse a misurarsi da queste parti, ma pare che per adesso il discorso non faccia minimamente breccia.

«L’idea – ha detto lo spagnolo nello stesso Criterium di Madrid vinto da Van der Poel – è di fare il mio debutto al Tour l’anno prossimo e vedere come va. Pogacar attualmente è il numero uno ed è normale che vada al Tour da leader. Ma come abbiamo visto alla Vuelta, è intelligente avere più corridori in classifica. Devo ancora fare altra esperienza, il mio corpo deve continuare a svilupparsi. Miglioro ogni anno e non mi sento come se fossi in una fase di stagnazione nel mio sviluppo. Se continuo così, alla fine arriverò al livello dei migliori».

Dopo il terzo posto del Giro e il nono della Vuelta, per il 2024 Almeida vorrebbe provarsi al Tour
Quarto alla Vuelta e miglior giovane, Ayuso ha voglia di misurarsi col Tour senza troppi timori

Almeida e il Tour

E Almeida? Il portoghese si era espresso dopo il Giro, quando seppe di dover fare anche la Vuelta. E proprio nel momento in cui raccontò l’orgoglio per aver conquistato il podio di Roma dietro Roglic e Thomas, dichiarò la sua voglia di Tour. Non è affatto escluso che nel 2024 Joao possa tornare al Giro, ma poi la UAE Emirates potrebbe assecondare il suo desiderio di affrontare un grande Giro al fianco di Pogacar.

«Penso di dover salire ancora di un livello per essere lì con i più forti – ha ribadito di recente tornando sul tema – ma bisogna prendersi tempo, le cose richiedono gradualità e penso di essere sulla strada giusta. Nel 2023 ho fatto Giro e Vuelta, il prossimo anno sarebbe bello fare il Tour».

L’ultimo scontro fra Pogacar e Van der Poel si è avuto al mondiale, con lo sloveno 3° dietro Mathieu e Van Aert
L’ultimo scontro fra Pogacar e Van der Poel si è avuto al mondiale, con lo sloveno 3° dietro Mathieu e Van Aert

I piani di Tadej

Chissà se per Pogacar tutto ciò si traduca in pressione o se lo sloveno riesca a farsela scivolare addosso con la solita leggerezza. Sta di fatto che, con la solita grande eleganza, Tadej si guarda bene dal dichiarare che nel suo orizzonte ci sia soltanto il Tour de France.

«Se facessi da me il mio calendario – dice – probabilmente non vincerei molte gare, perché vorrei partecipare a tutte. Per questo è un compito che spetta ai dirigenti della squadra. Io vorrei vincere il Giro e anche la Vuelta, ma non conosco ancora il mio programma per il 2024. Del resto, il mio momento più bello dell’anno è stata la vittoria al Giro delle Fiandre contro Van der Poel. Mathieu è molto simpatico, un amico, ma anche un grande rivale. Se ci incontrassimo nelle stesse gare, fra noi potrebbe accendersi una rivalità come quella fra lui e Van Aert. E’ uno dei migliori corridori del mondo, anzi il migliore visto la maglia che indossa. Se fossi bambino adesso, Van der Poel sarebbe il mio eroe».

Ranking UCI 2023: UAE regina, Astana nei guai

26.10.2023
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La classifica dei team assume sempre più valore come ha detto Mauro Gianetti patron della UAE Emirates. La sua squadra ha vinto la classifica WorldTour succedendo alla Jumbo-Visma. E assume più valore perché dopo le ultime riforme, oggi la classifica determina il WorldTour e di conseguenza il diritto-dovere di partecipare alle più importanti gare del pianeta.

La dirigenza UAE Emirates ad Abu Dhabi per festeggiare il primato nel WorldTour (foto UAE – Instagram)
La dirigenza UAE Emirates ad Abu Dhabi per festeggiare il primato nel WorldTour (foto UAE – Instagram)

La “panchina” della UAE

Non solo, ma al termine di questo triennio, il nuovo regolamento è ancora più stringente. E coinvolge anche le squadre che non fanno parte del WT. Per ottenere infatti un invito nei tre maggiori Giri, bisognerà essere tra le prime 50 squadre al termine di quest’anno. Nelle prime 40 al termine del 2024 e nelle prime 30 al termine del 2025.

Insomma ciclismo sport individuale… ma sempre più di squadra. E tutto sommato, per certi aspetti è bello così. Pensiamoci in un attimo. La Jumbo-Visma ha vinto tutti e tre i grandi Giri, ha messo nel sacco molte corse importanti di un giorno eppure non ha vinto la classifica, perché la UAE Emirates gli era subito a ruota negli stessi GT, ma ha sfruttato meglio la “panchina lunga” della sua rosa nelle corse minori. Quel migliaio di punti di differenza tra le due corazzate è infatti tutta lì. E questo a nostro avviso aumenta il senso di squadra.

SQUADRANAZIONESTATUSPUNTI
1UAE Team EmiratesEmirati Arabi UnitiWT30.958,18
2Jumbo – VismaOlandaWT29651,45
3Soudal – Quick StepBelgioWT18697,85
4Ineos GrenadiersRegno UnitoWT17794,26
5Lidl – TrekStati UnitiWT16054,45
6Bahrain – VictoriousBahrainWT15787,81
7Groupama – FdjFranciaWT14834,51
8Alpecin – DeceuninckBelgioWT14517,25
9Lotto – DstnyBelgioPRO14112.83
10Bora – HansgroheGermaniaWT13325,13
11EF Education – EasypostStati UnitiWT11818,69
12Movistar TeamSpagnaWT10984,53
13Team Jayco – AlUlaAustraliaWT10704,31
14Intermarché – CircusBelgioWT10492,28
15CofidisFranciaWT10437,41
16Israel – Premier TechIsraelePRO10022
17Ag2R – CitroenFranciaWT9109
18Team Dsm – FirmenichOlandaWT9102,2
Le prime 18 squadre del 2023, quelle che sarebbero nel WT al termine del triennio 2023-2025 (fonte UCI)

La Dsm chiude il WT

Ma facciamo la foto della classifica UCI. Come detto guida la UAE Emirates. La squadra araba conta 30.958,18 punti. Alle spalle c’è la Jumbo-Visma con 29.651,45 punti. Chiude il podio la Soudal-Quick Step con 18.697,85 punti… a seguire tutte le altre. Chiude la top 18, vale a dire il limite per restare nel WT la Dsm-Firmenich con 9.102,2 punti.

Quel che si nota è l’enorme divario, ben oltre 10.000 tra le prime due e le altre. A portare i punti sono i primi 20 atleti. E non si può dire che i grandi team non abbiano delle rotazioni. Tanto per dare un dato, Fisher-Black con 296,62 punti è  il 21° della UAE Emirates. Sarebbe tra i primi 18 già nella Soudal-Quick Step e addirittura il decimo nella Ag2R-Citroen.

Nel borsino di chi sale e chi scende, fanno un bel balzo in avanti la EF EasyPost e Lidl-Trek che passano rispettivamente dal 18° all’11° posto e dal 12° al 5°. Mentre la parte del gambero spetta alla Bora-Hansgrohe (lo scorso anno quarta e quest’anno decima) e alla Intermarché-Wanty Circus che addirittura perde nove posizioni: dal quinto al 14° posto.

Tra Giochi asiatici, Langkawi e Turchia (in foto) l’Astana è andata a caccia di “punti facili”. Qui Lutsenko, l’atleta che ne ha portati di più
Tra Giochi asiatici, Langkawi e Turchia (in foto) l’Astana è andata a caccia di “punti facili”. Qui Lutsenko, l’atleta che ne ha portati di più

Astana nella tempesta 

Passiamo poi alle note dolenti. C’è una frase di Alexandre Vinokourov che ci torna in mente, tanto più dopo aver letto la classifica della sua Astana-Qazaqstan: «Non stare nel WorldTour sarebbe una tragedia per noi». E il campione olimpico di Londra 2012 non aveva torto. L’Astana infatti è attualmente fuori dalla top 18, quindi dal WT. Il team kazako è 20°, ultimo delle WorldTour con 7.044,44 punti. E’ alle spalle dell’Arkea-Samsic che si è accaparrata i 658 punti di Demare, altrimenti sarebbe stata ultima.

Da questi dati si capisce – ma si sapeva – perché l’Astana abbia corso molto in Asia a fine stagione. E’ stata una vera caccia di punti, il cui bottino nonostante le vittorie non è stato così voluminoso. Il divario dalla 18ª non è piccolo da colmare: parliamo di oltre 2.000 punti, vale a dire quelli che porta da solo un corridore di livello quale Pidcock per dare un’idea.

SQUADRANAZIONESTATUSPUNTI
19Arkea -SamsicFranciaWT7.229
20Astana – QazaqstanKazakistanWT7.044,44
21Uno-X Pro CyclingNorvegiaPRO6.569
22Team Total EnergiesFranciaPRO5.765
23Q36.5 Pro Cycling TeamSvizzeraPRO3.397,67
24Green Project – BardianiItaliaPRO3.388,75
25Tudor Pro Cycling TeamSvizzeraPRO2.606
… 27Eolo – KometaItaliaPRO2.397
… 35Corratec – Selle ItaliaItaliaPRO1.506
Le altre squadre in lotta per un posto nel WT più le italiane (fonte UCI)

Strategie mirate

E quei 2.000 punti non sono pochi, anche perché le corse che contano e che danno più punti vanno sempre più o meno alle stesse squadre e quindi le occasioni per recuperare non sono tantissime. Quante “corsette” – che rendono poco – dovrebbero vincere in Astana o Arkea? Se poi mandi gli atleti buoni in quelle gare a caccia di punti, con chi ti presenti in quelle maggiori?

No, non è semplice. Anche perché gli altri team nella “zona retrocessione-promozione”, vedi Ag2R, Dsm lottano col coltello tra i denti e si faranno i loro conti e di conseguenza attueranno le loro strategie. La Total Energies per esempio è lì. E lo stesso la Uno-X.

A proposito, la squadra norvegese, essendo stata la miglior professional fuori dalla top 18, si è guadagnata l’invito per le classiche monumento per il 2024. Sempre in termini d’invito le retrocesse dell’anno scorso, Israel-Premier Tech e Lotto-Dstny essendo rimaste nella top 18, ma non essendo WT, hanno il diritto di prendere parte ai grandi Giri. La Lotto, ottima nona e prima professional, quest’anno ha rinunciato al Giro.

La Green Project-Bardiani è stata la prima italiana del 2023: un buon mix tra gli elite e il gruppo giovani U23
La Green Project-Bardiani è stata la prima italiana del 2023: un buon mix tra gli elite e il gruppo giovani U23

Italiane (quasi) bene

E questa rinuncia al Giro d’Italia da parte della squadra belga introduce al discorso delle italiane. E sì perché pensando alla corsa rosa, che è l’appuntamento più importante – se non vitale – per le nostre squadre, la questione si fa delicata.

Non tanto perché bisogna essere tra le prime 50 per il prossimo anno e tutte e tre le nostre professional ci sono, quanto perché il GT di riferimento deve invitare una squadra della stessa Nazione (per esempio è scontato che il Tour inviti la francese Total Energies). Ma vedendo le sponsorizzazioni della Tudor con Rcs, appare scontata una sua presenza al prossimo Giro.

Facendo i “conti della serva”, le due wild card del prossimo Giro potrebbero essere appunto la svizzera Tudor e la Green Project-Bardiani, prima italiana. Tra l’altro la Tudor segue a ruota proprio la Green Project in classifica. Se poi Israel o Lotto rinunciassero si avrebbe uno slot in più.

E veniamo alla classifica delle italiane. La prima è, come detto, la squadra dei Reverberi: 24ª con 3.388,75 punti. Seguono la Eolo-Kometa, 27ª con 2.397 punti, e la Corratec-Selle Italia 35ª con 1.506 punti. Se fossimo al termine del triennio 2023-2025 quest’ultima non potrebbe ricevere l’invito per il Giro in quanto fuori dalle top 30. C’è tempo per migliorare e crescere.

La forchetta tra le primissime e le altre sembra aprirsi sempre di più, ma poiché contano le posizioni e non i punteggi, è lecito essere ottimisti. E’ vero che ci sono le briciole, ma sono briciole per tutti e magari anche con “pochi” punti si può restare nel limite delle trenta. E sperare… 

Baroncini alla UAE Emirates: l’obiettivo è rilanciarsi

18.10.2023
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LIUZHOU – Quando qualche giorno fa parlammo con Luca Guercilena dei nuovi acquisti della Lidl-Trek, fra le righe parve di cogliere del dispiacere per la partenza di Baroncini verso il UAE Team Emirates. Come pure per Tiberi, sia pure per ragioni diverse, il senso era quello di aver seminato tanto, lasciando però il raccolto agli altri.

Baroncini è uno dei talenti più concreti che il ciclismo italiano abbia espresso negli ultimi cinque anni, solo che la magia dell’ultima stagione fra gli under 23, con vittorie al Giro U23 e al mondiale di Leuven, si è bruscamente interrotta per una serie di cadute e relative fratture. Lo incontriamo a una partenza di tappa al Tour of Guangxi, con il baccano del foglio firma sullo sfondo, perché qui ogni giorno è una festa. Raggiungendo la postazione della Lidl-Trek abbiamo scambiato uno sguardo divertito con Jonathan Milan, preso d’assedio da decine di tifosi. La presenza di questi corridori è un’occasione troppo ghiotta per ragazze e ragazzi che magari in Europa non ci andranno mai e chissà quando e se li rivedranno (in apertura, il romagnolo sull’arrivo in salita di Nongla, chiuso con 27″ di ritardo).

Lidl-Trek al Tour of Guangxi con solo 5 corridori. Oltre a Baroncini c’erano Cataldo, Aberasturi, Hellemose e Tolhoek
Lidl-Trek al Tour of Guangxi con solo 5 corridori. Oltre a Baroncini c’erano Cataldo, Aberasturi, Hellemose e Tolhoek
Credi che alla Lidl-Trek possano essersela presa che tu vada via?

Non vedo perché. Mi hanno preso perché credevano in me e io sono andato perché credevo nella squadra, ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Ci lasciamo in buoni rapporti, nessuno dice che un domani non torneremo a incontrarci.

Sei passato professionista con la testa del vincente, pronto a fare risultato. Possiamo dire che la realtà è stata parecchio più dura?

Sicuramente le cadute hanno inciso tanto, per il fatto che ogni volta dovevo fermarmi e ripartire da zero. Quindi la condizione scendeva subito e per riportarla su, magari facevo le cose un po’ in fretta per ritornare al meglio possibile. Questo può dare beneficio per un mese, un mese e mezzo, poi però inizia un calo della performance e questo mi ha impedito di ottenere i risultati che speravo. In più il fatto di cadere e rompermi un po’ mi ha condizionato.

Baroncini, qui in azione al Gran Piemonte, ha corso con l’attuale Lidl-Trek per due stagioni.
Baroncini, qui in azione al Gran Piemonte, ha corso con l’attuale Lidl-Trek per due stagioni.
In che modo?

Mi porta a frenare un po’ prima per non correre rischi. Come qualche giorno fa, ad esempio. Quando Milan si è toccato con uno accanto a lui, io ero appena dietro e ho frenato con più energia del solito. Io sono sempre stato un grande limatore e magari questo ha portato a qualche errore di troppo. A qualche caduta che si poteva evitare.

Cosa hai capito di Filippo in questi due anni?

Sicuramente ho avuto la conferma della tenacia che ho sempre pensato di avere. Questi episodi hanno ribadito che sono resiliente, che non mollo mai dopo le brutte esperienze. Sono stati un test. Sono maturato grazie anche a queste sfighe, che mi hanno fatto crescere anche dal punto di vista della calma interiore.

Perché cambiare squadra?

Partiamo dal fatto che sentivo il bisogno di cambiare, avere nuovi stimoli, ripartire quasi da zero per potermi rilanciare. Sicuramente in Trek ho avuto una buona crescita, senza tanto stress. Ecco, magari di quello avrei voluto averne di più. Tante volte sono io stesso che mi creo più stress del dovuto per cercare risultati, quindi magari questa è stata la sola cosa che avrei voluto.

La grossa delusione dopo il campionato italiano, quando una foratura lo ha tagliato fuori dal finale
La grossa delusione dopo il campionato italiano, quando una foratura lo ha tagliato fuori dal finale
La UAE Emirates ti ha detto cosa si aspetta da te?

Non mi hanno preso per tirare, piuttosto per crescere e farmi ritrovare la fiducia nei mezzi che secondo loro ho ancora. Mi seguivano già da quando ho fatto quei buoni risultati al Giro U23, già lì c’era stato un loro forte interesse, che poi hanno sempre mantenuto. Diciamo che questa è stata la chiave che mi ha fatto scegliere la nuova squadra. Ho bisogno di trovare la fiducia in me stesso e da parte della squadra. E’ questo il motivo del cambio.

L’appunto fra addetti ai lavori è che rischi di andare a tirare per Pogacar, se Tadej sarà nelle classiche cui anche tu punti.

Benvenga se ci sarà da lavorare per Pogacar, perché aiutare una persona così forte sicuramente ti porta a crescere. Piuttosto che essere quasi anonimo in mezzo al gruppo, preferisco mettermi a disposizione e poi magari staccarmi negli ultimi 50 chilometri. Avere un obiettivo in corsa è una cosa che mi motiva tanto, quindi sicuramente mi servirà per crescere.

Quindi la testa resta quella del vincente?

Sappiamo che ormai bisogna essere bravi in tutto, dal mettersi a disposizione a provare a vincere. In questi ultimi due mesi ho imparato tanto aiutando la squadra. Penso sia fondamentale nel ciclismo, quindi mi sento pronto in tutto e sicuramente la mia mentalità non è mai cambiata.

Al foglio firma con Brad Sohner, speaker americano, che ha raccontato il Tour of Guangxi
Al foglio firma con Brad Sohner, speaker americano, che ha raccontato il Tour of Guangxi
La cronometro rimane qualcosa su cui investire?

Sempre di più. Parlando con gli uomini UAE, ho capito che loro puntano tanto su di me anche per quello. Perciò sicuramente svilupperemo le nuove posizioni, andremo in galleria del vento. C’è dietro un bel progetto. Da qui in Cina vado direttamente a Dubai e poi Abu Dhabi, dove avremo un primo incontro, sicuramente soft, più che altro per conoscerci.

Che tipo di emozioni si provano cambiando squadra?

Quando sono passato dalla Beltrami alla Colpack, mi sembrava un grande salto e un po’ mi sembra di riviverlo. Sono le stesse emozioni, le stesse sensazioni. Ho tanta voglia di cambiare aria, di ricominciare quasi da zero. Chiudere un libro e aprirne un altro.

Molano a Guilin, maestro colombiano di sprint cinese

16.10.2023
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GUILIN – Nella città considerata una delle più pittoresche della Cina, la volata questa volta se la porta a casa Juan Sebastian Molano, colombiano di Boyaca in maglia UAE Team Emirates. Il gruppo si è avventato sulla riga talmente allineato che nessuno ha avuto il coraggio di alzare le braccia fino ad averla passata. Solo allora Molano ha alzato il pugno al cielo, portando la 57ª vittoria al team numero uno del 2023.

La tappa era lunga, con qualche salita e un bel sole cattivo come corollario. Il paesaggio oggi ha virato decisamente verso le montagne, con le caratteristiche forme a uovo di queste parti con il fiume che si infila nel mezzo in diecimila anse, che avrete visto senz’altro nelle cartoline o sui social dei fortunati che ci vengono in vacanza.

Il paesaggio verso Guilin cambia faccia, arrivano montagne come coni e rocce
Il paesaggio verso Guilin cambia faccia, arrivano montagne come coni e rocce

Molano si racconta. Dice di essere un ragazzo che ama stare a casa e col gusto di correre in auto, anche se non potrebbe (aggiunge ridendo, ndr). Dice che a breve tornerà a casa, perché ha passato la stagione in Europa. E poi racconta la volata che gli vale come quinto successo di stagione.

Vittoria, per giunta, alla quinta tappa. Cosa è successo nei giorni scorsi?

Credo di aver avuto bisogno di un po’ di riposo, perché i primi giorni non potevo fare nulla del mio solito sprint. Dovevo frenare un po’ oppure c’era qualcuno davanti a me che dovevo schivare. Invece oggi ho fatto uno sprint perfetto e penso di aver trovato il varco ideale per uscire e mettere il timbro sulla tappa.

Wandahl, danese di 22 anni che corre con la Bora-Hansgrohe, in fuga anche oggi ha conquistato la maglia dei GPM
Wandahl, danese di 22 anni che corre con la Bora-Hansgrohe, in fuga anche oggi ha conquistato la maglia dei GPM
La Cina è un po’ complicata, dicono i tuoi colleghi. In cosa differiscono gli sprint di qui da quelli in Europa?

Qui vengono tutti con molte forze. Le strade sono grandi e puoi pedalare tutto il giorno a ruota a 100 watt, senza fatica. Oggi c’era un po’ più da sudare a causa delle salite, ma negli sprint precedenti si sono presentati tanti corridori pieni di energia. E’ questo il problema, la vera differenza. In Europa ci sono strade strette e curve prima dell’arrivo e questo logora un po’ le gambe. Per questo qui si viene con un altro spirito e di riflesso è tutto diverso e più pericoloso. Ci sono strade molto grandi e il gruppo è una pallina che si sposta da destra a sinistra…

Tu preferisci qualche salita prima dello sprint?

Dopo la Vuelta di sicuro. Ho recuperato, ci ho messo un po’, ma ora mi sento molto bene e ho buone forze. Oggi abbiamo fatto la gara un po’ dura in salita e abbiamo ottenuto quel che volevamo. I rivali sono arrivati un po’ più affaticati. La squadra ha lavorato perfettamente.

Quarto posto per Milan: il friulano ha la gamba giusta, ma queste volate sono un vero caos
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Cosa vuol dire essere il velocista leader di una squadra così concentrata sui grandi Giri e piena di scalatori?

Penso che sia bello. Me lo sono guadagnato anno dopo anno, ho lavorato molto duramente per arrivare dove sono ora in termini di considerazione nella squadra. Questo mi soddisfa e spero di continuare a farlo bene anche nei prossimi anni. La vittoria di oggi va alla mia famiglia, a mio padre, a mia madre e ai miei fratelli. E naturalmente, a tutta la mia squadra che ha fatto un lavoro spettacolare, a tutti i corridori e allo staff.

Tu vieni da Paipa, nella regione di Boyaca: vuol dire che da quelle parti non nascono solo grandi scalatori?

Esatto, non ci sono solo grandi scalatori a Boyacá. Io ho un corpo da scalatore e me la cavo molto bene anche in salita, ma fin da piccolo ho fatto tanta pista e questo mi ha dato le gambe per diventare un velocista. Ho lavorato molto duramente per arrivare dove sono ed è bello ora raccogliere i frutti.

Prime parole di Molano dopo la vittoria con l’addetto stampa Zhao
Prime parole di Molano dopo la vittoria con l’addetto stampa Zhao
Hai vinto anche alla Vuelta, volevi essere in condizione in questo periodo dell’anno?

In Spagna ho anche vinto una tappa complicata, ma la squadra ha lavorato molto bene. Rui Oliveira quel giorno ha fatto un ottimo lavoro, mentre qui c’è Ivo. Sono due fratelli che sono sempre con me. Sono loro che mi mettono in buona posizione, mi aiutano nelle volate e sono anche miei grandi amici. E’ importante avere persone come loro in squadra, ma oggi sarebbe stato complicato controllare la volata: sarebbero serviti cinque corridori. Hanno fatto il meglio e ha funzionato. E’ stata una volata bellissima.