Pogacar inforca la Tirreno e ora punta la Classicissima

13.03.2022
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Neanche il tempo di metabolizzare il successo sul Carpegna, e se vogliamo di portare a termine la Tirreno-Adriatico, che stamattina prima della partenza della frazione finale di san Benedetto del Tronto si parlava di Tadej Pogacar alla Milano-Sanremo.

Ce la farà? Ma davvero lo sloveno può portarsi a casa la Classicissima? Se queste erano le domande che ci si poneva prima del via, dopo l’arrivo tutto si è amplificato. Infatti a gettare benzina sul fuoco è stato lo stesso Pogacar: «Alla Sanremo ci punto», ha detto a botta calda nelle interviste alla tv.

Phil Bauhaus al colpo di reni precede Nizzolo (a destra) e Groves (a sinistra). Kristoff era stato a lungo in testa
Phil Bauhaus al colpo di reni precede Nizzolo e Groves. Kristoff era stato a lungo in testa

Bravo Bauhaus

E allora ecco che il successo allo sprint di Phil Bauhaus, tedescone della Bahrain Victorious, passa in secondo piano. Una volata lunghissima la sua. Una lunga, lenta ma inesauribile rimonta su Alexander Kristoff, partito un po’ lungo.

«Purtroppo – dice Valerio Piva diesse della Intermarché Wanty Gobert di Kristoff – ci sono caduti un paio di uomini nel finale e siamo rimasti scoperti. Pasqualon ha dovuto fare il lavoro di due persone e lo ha lasciato un po’ troppo presto e gli sono mancati gli ultimi 20 metri. Ma queste sono le volate».

«Ringrazio la squadra – ha detto il tedesco – e anche Caruso: uno scalatore che mi ha aiutato in volata! Fa piacere. Serviva il timing giusto per partire perché c’era vento in faccia. Ma è andata bene e ho aggiunto un’importante vittoria al mio palmares».

I tre protagonisti dell’ultima tappa della Tirreno (nell’ordine): Tonelli, Boaro e Arcas
I tre protagonisti dell’ultima tappa della Tirreno (nell’ordine): Tonelli, Boaro e Arcas

Pogacar a Sanremo

Poco prima, mentre passavano i giri e i corridori sfrecciavano sul lungomare di San Benedetto, avevamo parlato di Pogacar a Sanremo anche con Davide Cassani, venuto a godersi lo spettacolo.

«Sapete, non è facile la Sanremo per lui. Serve tanta potenza. E non so se ce la può fare contro corridori potentissimi come Van Aert. Il Poggio è molto veloce», aveva detto l’ex cittì.

Anche Giovanni Ellena, diesse della Drone Hopper-Androni, e in questo caso tecnico super partes, non è rimasto indifferente all’argomento.

«Pogacar alla Sanremo? Bella domanda – fa una una lunga pausa Ellena – se ci riesce abbiamo il nuovo Cannibale, siete d’accordo?

«Per me ci può stare. Guardiamo quel che ha fatto ieri sul Carpegna. In un chilometro ha preso 40” ai primi inseguitori. Significa che se loro in quel tratto duro andavano su a 15 all’ora lui saliva a 21. Questo per dire che ha tanta potenza anche per lo sforzo violento.

«Certo, il Carpegna non è il Poggio e Landa e gli altri scalatori non sono Van Aert. E’ una  situazione diversa. Il Poggio è particolare. Arriva dopo 300 chilometri. Ecco, questo della distanza potrebbe essere un bel punto di domanda. Deve dimostrare se può andare forte anche dopo tantissimi chilometri. Ha dominato tante corse, ma gli resta l’incognita dei 300 chilometri».

«Ci sono squadre strutturate per le classiche – riprende Ellena – improntate appositamente per certe corse. Non dico che la UAE Team Emirates non lo sia, ma non credo che la Sanremo con lui fosse in preventivo. E’ un obiettivo in più e non è programmato da mesi. 

«Alla Sanremo se arrivi ad una curva in sesta posizione, anziché in quinta perdi tutto. Sono piccoli dettagli che richiedono una certa preparazione e una certa esperienza. Se ce la fa, ragazzi, torniamo ad avere un certo Eddy Merckx… ma nato in Slovenia».

Sul podio con Tadej anche Vingegaard (secondo) e Landa (terzo)
Sul podio con Tadej anche Vingegaard (secondo) e Landa (terzo)

Un chiletto d’oro

E Tadej cosa dice?

«Tutti mi chiedono della Sanremo – ribatte Pogacar – è una grande corsa ed è un sogno. E’ una gara molto lunga. Abbiamo una grande squadra e faremo il meglio possibile».

I numeri che vengono snocciolati sui social dicono che va più forte dell’anno scorso, più forte della prestazione fatta sul Col de Romme al Tour de France. Tadej glissa un po’ e dice: «La forma è simile a quella dell’anno scorso. I numeri dicono che non sono lontano dal top della condizione. Ma migliorare non è facile, per farlo posso perdere ancora un chilo».

E questa non è una risposta banale. Un chiletto in questo momento potrebbe essere “oro” in quanto a forza. Nel ciclismo dei millesimi e dei dettagli quel chiletto non è solo zavorra, è un anche un briciolo di forza ulteriore. Quella che gli dovrebbe consentire di staccare Wout Van Aert sul Poggio, tra l’altro strepitoso anche oggi alla Parigi-Nizza.

Su un affondo di 25”-40” al massimo, numeri alla mano, il belga è più forte. Ma siccome non siamo in laboratorio, ma su strada, ed entrano in ballo tante altre variabili (vento, alimentazione, stress dell’atleta, posizione con cui viene presa la salita…) la partita è più che aperta. Sin qui Tadej non ha sbagliato un colpo.

Pogacar (23 anni) ha vinto la sua seconda Tirreno. Dopo l’arrivo ha chiesto subito degli zuccheri. Per lui un’aranciata
Pogacar (23 anni) ha vinto la sua seconda Tirreno. Dopo l’arrivo ha chiesto subito degli zuccheri. Per lui un’aranciata

Assalto dalla Cipressa 

E questo discorso, si porta dietro la questione tattica. Come e dove potrà attaccare Pogacar? Lui ama partire da lontano. Anche in conferenza stampa ha ribadito che gli piace correre in questo modo, ma certo non potrà muoversi da solo sin dalla Cipressa. O almeno è improbabile… anche per lui. Ma come sempre lo sloveno non è scontato.

«Forse posso muovermi dalla Cipressa, prima onestamente è difficile», come a dire: “Certo che mi muovo lassù”. Magari è consapevole che sul Poggio potrebbe essere troppo marcato. Ma questo lo scopriremo solo sabato pomeriggio.

Lui intanto si porta a casa la seconda Tirreno-Adriatico. «Per ora tutto procede bene, spero continui così».

In squadra la fiducia di cui gode è pressoché sconfinata, chiaramente. La caduta di Trentin alla Parigi-Nizza e lo stop di Gaviria potrebbero aver dirottato ulteriormente tutte le attenzioni su di lui. Oggi per esempio Pascal Ackermann, altro velocista della UAE, non ha fatto lo sprint, ma ha tagliato il traguardo vicino allo sloveno. Mentre nella frazione di Terni aveva preso parte alla volata. E’ un piccolo segnale. Haputman, Matxin e gli altri diesse del team di Gianetti hanno sei giorni per allestire “l’operazione Sanremo”.

E tutto sommato se non dovesse riuscire nell’impresa di andarsene sulla Cipressa o di non staccare i super bestioni sul Poggio nessuno gli potrebbe dire niente. L’ultimo che ha vinto la Sanremo e un grande Giro nello stesso anno è stato Bugno, ma parliamo di 32 anni fa.