PLA D’ADET (Francia) – La fila per la funivia è interminabile e si viene quasi assaliti dal senso di colpa passandole accanto con passo svelto. Fra una cosa e l’altra, per arrivare in sala stampa servirà mezz’ora e intanto cerchiamo di riordinare le idee su quello che abbiamo appena vissuto e visto. In realtà c’è poco da ordinare. Tadej Pogacar ha fatto quello che gli bruciava nel petto da un paio di giorni e questa volta Vingegaard non è stato all’altezza. Dello sloveno vi racconteremo fra poco, ora ci concentriamo sul vincitore degli ultimi due Tour. Stamattina nel Villaggio era opinione comune che oggi si sarebbe visto il primo cenno di sorpasso. Che Jonas sia in forte crescita, mentre Tadej abbia già detto tutto.
Sosta al pullman Visma
Ecco perché prima di raggiungere la funivia ci siamo fermati al pullman della Visma-Lease a Bike, dove per tradizione Vingegaard parla con le televisioni danesi. Che aria tira da quelle parti? Quando siamo arrivati, lui era già lì che parlava con quel tono pacato e lo sguardo disarmato. Anche se questa volta nella voce c’era meno ironia, come ad aver accusato il colpo.
«Per la tappa di oggi – dice – dovrei essere più felice che triste, perché ho fatto una buona prestazione. Non penso di dover essere deluso, ma non so se posso presentarmi e dire una cosa del genere. Ovviamente è deludente perdere 39 secondi, per questo cerchiamo di prendere solo il buono di questa giornata. E il buono è che la prestazione, almeno per i numeri, è stata buona. E poi domani è un altro giorno, forse un giorno che mi si addice ancora di più…».
Il gruppo è convinto che tu stia crescendo, oggi Pogacar ti ha sorpreso?
Sappiamo bene che ha uno scatto pazzesco e poi forse gli ultimi tre chilometri di salita gli si adattavano un po’ meglio, con meno pendenza e un tratto di discesa. Quando è così, ha senso che mi attacchi, perché lui ha più potenza di me. Invece nella parte più ripida mi stavo riavvicinando. Ha riguadagnato tanto nell’ultimo chilometro.
Il traguardo è arrivato giusto in tempo oppure avevi ancora energie?
Ovviamente sono stato molto felice di vederlo, anche se non ho mai perso il controllo. Tadej ha meritato la vittoria oggi, quindi complimenti a lui. Il suo attacco è stato davvero esplosivo.
Domani è un altro giorno: cosa vuol dire?
Oggi non era un giorno da risparmiarsi pensando a domani, diciamolo chiaro. Però penso che il percorso verso Plateau de Beille sia a mio favore. Sarà una giornata un po’ più dura, mentre questa è stata molto breve, per così dire (la tappa è durata 4 ore 01’51”). Credo che più lunga sia meglio è per me.
Come confronteresti la forza della tua squadra e della sua squadra?
Penso che oggi avesse una squadra molto forte, ma penso di averla avuta anche io. Ero sempre circondato da qualcuno. Jorgenson tirava piuttosto forte e penso che avrebbe potuto anche andare di più quando Yates ha attaccato. Ci manca Sepp Kuss, questo è vero. Ma ce la caviamo lo stesso.
E’ ancora possibile vincere il Tour con due minuti di ritardo?
Sì, lo è di certo. Non bisogna buttarsi giù, ero più deluso dopo la tappa del Galibier, dove mi è mancato qualcosa. Oggi mi sono difeso con buoni valori.
Un colpo pesante
Il ritornello dei buoni valori convince a metà, ma sembra qualcosa cui il campione vuole aggrapparsi a tutti i costi. Intanto però dal pullman è venuto fuori Grischa Niermann, il direttore sportivo. E la sua versione arricchisce la storia.
«Ci aspettavamo che Pogacar attaccasse sull’ultima salita – dice – e questa volta Jonas non ha potuto seguirlo. Però penso che abbia fatto un ottimo lavoro, nel giorno in cui Pogacar è stato più forte. Dobbiamo solo accettarlo. Sapevamo dai giorni scorsi che quando lui accelera, Jonas fa fatica a seguirlo. Oggi lo schema era quello di rispondere gradualmente, invece rispetto ad altre volte, negli ultimi due chilometri abbiamo perso terreno ed è un peccato. Sicuramente è stato un colpo pesante, speravamo di non perdere tempo, invece siamo quasi due minuti indietro. È difficile da recuperare, ma certamente ancora possibile. E’ la prima volta che vedo Jonas davvero deluso in questo Tour, ma lui è un grande agonista e vuole sempre vincere. Ha fatto il suo meglio, ora deve accettare che un altro sia stato migliore».
Un altro piano
Né mani nei capelli né il tono della disfatta, il Tour è obiettivamente ancora lungo. Resta da capire che cosa abbia provato davvero durante la tappa. Se abbia gestito per salvarsi o se sia stato sul punto di crollare. Fra gli attacchi diretti subiti per mano di Pogacar questo finora è il più incisivo e siamo certi che stasera ne parleranno.
«Nonostante tutto rimaniamo ottimisti – prosegue Niermann – sul fatto che ci siano ancora possibilità di vincere questo Tour e sapevamo in anticipo che non sarebbe stato facile. Lo prendiamo giorno per giorno. E parlando di oggi, penso che abbiano fatto una bella mossa mandando Adam Yates all’attacco. Solo questo gli ha fatto guadagnare 10 secondi. Ma stiamo calmi, domattina faremo un altro piano e di sera saremo ancora qui per verificarlo».