Pogacar, obiettivo doppietta. E non solo quella…

19.12.2023
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LA NUCIA (Spagna) – Ciarliero come sempre in questa fase della stagione, Pogacar arriva intorno alle 16 per raccontare l’anno che lo attende e la fresca novità del Giro. Prima di lui ha parlato Matxin, che ha spiegato come si sia arrivati alla scelta. Ha parlato di sfida e divertimento. Di decisione condivise e di come questa in particolare sia stata la somma di anni di lavoro e valutazioni. Poi ha parlato del programma gare assottigliato, per dare modo allo sloveno di fare Giro, Tour, Olimpiadi, mondiali e Lombardia. Debutto stagionale alla Strade Bianche. Poi Sanremo, Liegi, una corsa a tappe e Giro. Nessuna altura nell’avvicinamento, mentre si andrà in alto nei 34 giorni che precederanno il Tour.

«Ho detto ogni anno che avrei voluto fare il Giro – spiega Pogacar quando tocca a lui – finché quest’anno la squadra ha detto: va bene. Quasi non ci credevo. Hanno detto: va bene, prepariamoci per questo obiettivo».

Ha il ciuffo biondo da una parte e una feritina sul labbro inferiore che può essere fatica o una piccola febbre. Stamattina è uscito con la bici da cronometro su cui sta facendo prove di selle per trovare quella giusta. Nel cortile dell’hotel, i giornalisti convenuti sono tanti e incuriositi. I belgi non si fanno una ragione che Pogacar non torni a difendere il titolo del Fiandre. Gli spagnoli pensano che andare al Giro sia mettere le mani avanti prima del Tour. E poi ci sono quelli più propensi a credere nella grande impresa. A dare la dimensione di cosa significhi vincere nello stesso anno il Giro e il Tour, quando Pantani realizzò l’ultima doppietta, Tadej non era ancora nato.

Hauptman prende la bici da strada per Pogacar, che presto tornerà su quella da crono
Hauptman prende la bici da strada per Pogacar, che presto tornerà su quella da crono
Ieri è uscita questa notizia che farai Giro e Tour, puoi parlarne un po’?

Ho sempre desiderato fare il Giro. E’ una delle mie gare preferite, perché è vicina alla Slovenia e da bambino ci piaceva tanto viaggiare per raggiungerlo e vedere le tappe. Uno dei ricordi più belli è di quando Luka Mezgec vinse a Trieste e io ero lì (accadde nel Giro del 2014, ndr). E’ stato un momento davvero indimenticabile. Correrlo è sempre stato un sogno, poi sono venuto alla UAE Emirates, ho debuttato alla Vuelta e da lì sono andato direttamente al Tour che è stato un successo. Per cui non è mai stato davvero il momento giusto per il Giro d’Italia.

Cosa c’è di diverso ora?

Ora penso che non sono più troppo giovane e penso di poter fare due grandi corse a tappe. Probabilmente avrei potuto farlo già prima, ma penso che ora sia il momento giusto per affrontare una nuova sfida nella mia carriera.

La doppietta Giro-Tour manca dal 1998, anno della tua nascita…

Penso che tutti vorrebbero farla, ma è una delle cose più difficili. L‘obiettivo principale di tutti i corridori da grandi Giri sia riuscire ad averli tutti e tre nel palmares. Non ho idea se adesso Vingegaard verrà al Giro, non conosco i suoi programmi. Vedremo prima come va con il Giro e poi penseremo al Tour. Ma vorrei dire che non penso necessariamente alla doppietta, quanto piuttosto a godermi le due corse.

Alla fine, sistemato un problemino meccanico, Pogacar parte sulla bici da crono
Alla fine, sistemato un problemino meccanico, Pogacar parte sulla bici da crono
Qual è il tuo obiettivo principale per la prossima stagione: vincere il Giro per la prima volta o vincere il Tour per la terza?

Anche le Olimpiadi e i campionati del mondo sono un buon obiettivo. Il percorso di Parigi non è troppo adatto per me e sarà una gara dura perché alle Olimpiadi non ci sono grandi squadre per controllare. E’ quasi come il gioco d’azzardo, per cui puoi vincere come ritirarti, con identiche possibilità che finisca in un modo o nell’altro. Quindi le Olimpiadi sono un po’ così, ma sicuramente i campionati del mondo sono uno dei grandi obiettivi del prossimo anno.

Dopo il Giro arriverai al Tour seguendo un percorso mai provato prima.

Penso che dopo il Giro ci sia il tempo giusto per riprendersi. E pur facendo un programma non troppo intenso fino a maggio, penso che quella del Tour sarà certamente una preparazione diversa. Spero che dal Giro potrò uscire con una condizione abbastanza solida per affrontarla e godermi il mio programma.

Qualcuno pensa che sarà la scusa giusta se al Tour dovessi andare male…

Tutto è possibile, ma credo anche che se uscissi bene dal Giro, arriverei al Tour con altre sicurezze e altro entusiasmo. Anche la squadra vuole che io provi qualcos’altro, per non dover ripetere ogni anno lo stesso percorso. Cambiare un po’ il programma, cercare gare diverse e provare nuove sfide può essere buono per il mio corpo. Penso che nel team lo abbiano capito. Per cui quando nuovamente gli ho proposto il Giro, hanno accettato.

Considerato che al Tour hai pagato le giornate più calde, il clima del Giro potrebbe favorirti?

Finora la mia forma è sempre stata migliore in primavera. Mi sono comportato meglio nei giorni più freddi, ma ugualmente non sarebbe bello se al Giro piovesse per venti giorni. Speriamo nel bel tempo, così il prossimo anno non soffriremo tanto. L’ultimo Giro dal punto di vista del meteo è stato davvero orribile. Magari il prossimo anno avremo solo giornate soleggiate e calde, ma dobbiamo essere preparati a tutto.

Tadej Pogacar è nato il 21 settembre del 1998, è alto 1,76 per 66 chili. E’ professionista dal 2019
Tadej Pogacar è nato il 21 settembre del 1998, è alto 1,76 per 66 chili. E’ professionista dal 2019
Pensi di dover modificare la preparazione, visto che al Giro ci sono salite ben più ripide che al Tour?

Non credo, penso di avere una formazione piuttosto solida. Conosco il mio corpo e come allenarmi per determinate gare. Ovviamente ti prepari in modo diverso se i percorsi sono diversi, ma alla fine c’è sempre da lavorare a tutto gas perché non c’è mai molto recupero. In un grande Giro devi avere il giusto equilibrio.

Sulla tua strada troverai anche Van Aert, cosa pensi della sua partecipazione al Giro?

Se Wout prepara la gara di una settimana, è pericoloso. Ha già fatto secondo dietro di me alla Tirreno ed è stato davvero forte. C’era tanta salita e ricordo che anche nei Tour del 2020 e del 2022 andava al pari dei migliori scalatori. Tuttavia penso che per la classifica generale sia un po’ diverso, non credo che abbia questo in mente. Penso che voglia inseguire la maglia ciclamino e vincere delle bellissime tappe.

Ti vedi nel futuro saltare il Tour e concentrarti solo sul Giro e altre corse del calendario?

Finora non ho mai voluto farlo, perché so quanto sia importante il Tour per la squadra e anche per me. Ma per il futuro mi vedo a farlo, perché il ciclismo non riguarda solo il Tour de France. E’ la corsa più grande del mondo, ma ce ne sono da fare molte altrettanto divertenti. Verrà sicuramente l’anno in cui non farò il Tour de France.

Nel giorno del media day, allenamento di 5 ore. La bici da crono? Intanto per il Giro
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Al Giro ti aspetti molti tifosi sloveni? Sei stato geloso del bagno di folla per Roglic a Monte Lussari?

Nessuna gelosia, sono stato contento per lui. Penso che anche io avrò parecchi tifosi. Negli ultimi anni ho ricevuto molta pressione da parte dei fan italiani perché andassi al Giro, quindi penso che sarà super bello. Ci saranno sicuramente molte persone, non solo dalla Slovenia o dall’Italia, ma penso anche dal resto del mondo

Pensi di poter migliorare ancora per andare poi al Tour contro Vingegaard?

Sono già migliorato sotto molti aspetti e ancora dovrò crescere. Sono migliore come esperienza, allenamento e apprendimento di cose nuove. Il mio corpo sta ancora crescendo, ma anche quando smetterà di farlo, ci sarà sempre un miglioramento nella testa e in altri aspetti. Penso che ci siano più aspetti da consolidare, non uno solo. Ad esempio la cronometro. Devo lavorarci, ma non si tratta solo di raggiungere il miglior livello e poi andare avanti. Si tratta di migliorare in tutte le piccole cose, ma non so quanto io sia lontano dal miglior Tadej.

Il Giro e poi il Tour: si può fare?

L’idea è esattamente quella, sarebbe il massimo. Però non sono i risultati a farti capire che sei migliore. E’ solo che col tempo conosci te stesso, sai quando ti alleni e giorno per giorno ti rendi conto dei passi avanti. Non contano solo i risultati, perché nelle corse ci sono tante altre cose che possono andare storte. A volte può capitare di non fare buoni risultati, ma di sentirti nella forma migliore.

Una platea di giornalisti divisa fra spagnoli, sloveni e anglofoni
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Hai ricevuto messaggi da qualche corridore dopo l’annuncio, che magari ti dava del pazzo?

Ho ricevuto alcuni messaggi (sorride, ndr), ma non molti. Penso che anche altri corridori si aspettassero che sarebbe successo presto. Ma credo che poi siano tutti concentrati sulle loro cose.

Lo scorso anno la Jumbo-Visma aveva messo a punto un piano per battere Pogacar: tu ne hai uno per battere Vingegaard?

No, in questa squadra non abbiamo una mentalità del genere. Il nostro approccio alle cose è leggermente diverso. Ci concentriamo su noi stessi e ci alleniamo molto insieme come squadra, come gruppo e cerchiamo di migliorarci. Cerchiamo di legarci gli uni con gli altri. Abbiamo sempre un bel gruppo e facciamo del nostro meglio, qualunque cosa accada. Non si va alle corse per battere qualcuno in particolare, devi battere tutti, quindi devi essere preparato. Anche al fatto che qualcuno possa essere migliore di te.

Hai gli incubi quando pensi a Vingegaard?

Penso a lui quando il Tour è più vicino o quando è appena finito. Passiamo molto tempo insieme, uno accanto all’altro sulla bici. Non ho bisogno di pensare troppo a lui.

Ci sono 34 giorni tra Giro e Tour, Matxin ha spiegato che a quel punto finalmente andrai in altura…

Il Giro è molto impegnativo per il fisico, ma devi finirlo ancora con un buon livello se vuoi pensare alle gare successive. C’è un po’ di spazio in cui puoi riposarti e poi andare in altura con i compagni. Se sei in buone condizioni e finisci bene il Giro, non hai bisogno di tanto. Devi mantenere la base e non è come iniziare da zero.

Accanto a Pogacar al Tour ci saranno Almeida (nella foto) e Ayuso
Accanto a Pogacar al Tour ci saranno Almeida (nella foto) e Ayuso
Grazie a te le persone stanno tornando al ciclismo, perché corri sempre per vincere. Sei pronto il prossimo anno a correre con il freno tirato?

Penso che sia difficile cambiarmi, fare in modo che vada a correre senza preoccuparmi della prestazione e delle corse. Andare lì solo per allenarmi sarà faticoso, ma quest’anno il programma di gare è un po’ meno intenso anche per questo. Quindi, avendo meno impegni, posso cercare di essere forte in tutte le gare.

Farai delle ricognizioni sui percorsi del Giro?

Sì, alcune sì. La gestione del tempo è piuttosto importante e anche se nel calendario non ci sono molte gare, non c’è ancora molto tempo per fare tutto. Sicuramente farò delle ricognizioni e vedrò alcune tappe importanti.

Nel frattempo hai cambiato preparatore.

La formazione non è cambiata molto, ma comincio a fare cose un po’ diverse per migliorare ancora le piccole cose. Per il resto, la filosofia di allenamento dovrebbe essere la stessa.

Matxin è intervenuto per spiegare la scelta di Pogacar
Matxin è intervenuto per spiegare la scelta di Pogacar
Il Giro ti toglierà energie per il Tour oppure pensi che sarà utile?

Penso di conoscermi e, se non va storto nulla nella mia testa, posso fare anche tutti e tre i Grandi Giri. Ma so anche che avere la concentrazione mentale al 100 per cento per sei settimane è pesante e non lo sai finché non ci provi. Penso che sia l’anno buono per provare a dare il 100 per cento al Giro e subito dopo al Tour. Poi le cose possono andare molto o meno bene.

Quando lo saprai?

Solo quando finirà il Tour, alla fine di luglio. Non voglio dire che sarà positivo solo se avrò la maglia gialla, basterebbe lottare ancora per il primo posto. Lo ripetiamo continuamente: siamo più o meno allo stesso livello, per cui l’unico modo per sapere come è andata sarà aspettare la fine.