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Il Natale dei tre tenori. E’ stato spettacolo puro

27.12.2022
6 min
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Il ciclocross sta vivendo giorni magici. Durante le festività natalizie, quando quasi tutto lo sport si ferma salvo poche discipline invernali e in attesa della ripresa di quasi tutti i campionati calcistici dopo la sbornia mondiale, l’attività sui prati è diventata l’evento sportivo di punta, grazie alle ripetute sfide fra i 3 tenori. Come ci si aspettava, il loro ingresso nel panorama internazionale ha cambiato del tutto le gerarchie: Van Der Poel, Van Aert e Pidcock fanno gara a sé (salvo rari casi come a Vermiglio) elevando al massimo l’aspetto tecnico ma anche l’incertezza su ogni prova.

A Gavere Van Der Poel ha stroncato Van Aert nel penultimo giro
A Gavere Van Der Poel ha stroncato Van Aert nel penultimo giro

Van der Poel-Van Aert, per ora 2-2

La particolarità delle sfide di quest’anno è che sono sempre incerte, non c’è una netta supremazia. Lo scorso anno ad esempio, complici i problemi alla schiena di Van Der Poel, Van Aert aveva fatto il bello e il cattivo tempo e la sua assenza ai mondiali aveva di fatto spianato la strada a Pidcock verso la maglia iridata. Quest’anno invece gli esiti sono impronosticabili: ad Anversa (Coppa del mondo), VDP aveva messo in fila tutti, a Mol (Exact Cross) Van Aert si è preso la sua rivincita, a Gavere (ancora Coppa), nuovo successo per l’olandese. Oggi a Zolder gara epica per il Superprestige, con i due Van che se le sono date di santa ragione.

La sfida di Zolder (una delle classiche più ambite nel ciclocross) ha visto i due fare la differenza fin dal primo giro e poi giocare di fine strategia: Van Der Poel provava spesso in discesa, ma Van Aert ha mostrato nel complesso una guida più pulita. Nell’ultima decisiva tornata l’olandese ha provato a stroncare l’avversario, ma quand’era nel massimo sforzo ha sbagliato ad affrontare l’ultima salita, permettendo a Van Aert di ritornargli sotto. VDP lo ha lasciato davanti per lanciare la volata, ma nel momento in cui doveva rispondere gli è saltato il pedale destro e la corsa si è chiusa col successo del padrone di casa.

24 ore dopo il belga si è preso la rivincita anche grazie a qualche errore di VDP
24 ore dopo il belga si è preso la rivincita anche grazie a qualche errore di VDP

VDP: il problema della tenuta

Dietro queste continue sfide si consuma un profondo confronto tecnico, ma anche psicologico, retaggio ma anche anticipo di quel che sarà la stagione su strada. La vittoria di Van Aert a Mol, ad esempio, aveva profondamente scosso Van Der Poel anche per com’era arrivata, con il belga in fuga dalle battute iniziali e gli altri due protagonisti a inseguirlo, cercando anche di aiutarsi, senza successo.

«Non so davvero come spiegarmi questa differenza di rendimento – aveva raccontato subito dopo la gara – spero di avere gambe migliori per offrire più resistenza, altrimenti sarò sempre dietro a Van Aert».

A Gavere, nella giornata di Santo Stefano, le cose sono andate diversamente perché il campione della Jumbo Visma non è riuscito a fare la differenza nella prima parte, così al quinto dei sei giri previsti Van Der Poel ha portato la sua offensiva andando a vincere con 27” sul belga e 54” su Pidcock. A differenza del rivale, però, Van Aert ha guardato il tutto dalla parte del bicchiere mezzo pieno: «Per me è un risultato che vale perché la percezione che avevo era che stavo commettendo molti errori, invece ero in linea con gli altri e aver perso di pochi secondi mi soddisfa».

Per Pidcock buoni risultati, ma deve migliorare nella fase di lancio
Per Pidcock buoni risultati, ma deve migliorare nella fase di lancio

Pidcock e le partenze rallentate

A dimostrazione che la realtà dipende sempre da che prospettiva si guarda, le dichiarazioni di Pidcock sono state ben diverse, a dispetto del fatto che era comunque in contatto con i rivali.

«Ho avuto per tutta la gara una strana sensazione di pesantezza, come se stessi portando una macchina sulle spalle. Non direi fosse colpa del mezzo meccanico, erano le gambe che erano a terra».

E considerando che comunque è stato l’unico a rimanere a contatto degli altri due “mostri”, significa che la differenza fra i tre è minima.

Questo sempre se Tom riesce a partire forte: si è visto anche a Zolder (percorso con i suoi lunghi rettilinei non molto favorevole alle sue caratteristiche fisiche), la gara del Superprestige dove il britannico è partito troppo piano pur essendo in prima fila, è rimasto intruppato nel gruppo e quando ha completato la rimonta sugli altri, i due erano ormai troppo lontani.

Van Aert vincitore a Mol, primo successo stagionale sul rivale olandese
Van Aert vincitore a Mol, primo successo stagionale sul rivale olandese

Ogni volta due corse in una

D’altronde ci sono anche altri fattori che fanno pensare come il campione del mondo fosse davvero vicino ai rivali “più anziani”. A Mol ad esempio Pidcock aveva provato a far saltare il banco con un attacco da lontano, costringendo di fatto i due rivali a inseguire dandosi obtorto collo un aiuto per ricucire lo strappo e solo per questo ci erano riusciti, con Van Aert che alla fine portò l’affondo decisivo. Pidcock resta comunque all’altezza degli altri due, unico altro ammesso nell’olimpo.

Prendiamo Gavere: abbiamo detto dei distacchi contenuti di Van Aert e Pidcock nei confronti di Van Der Poel, ma per vedere l’arrivo degli altri c’è stato da attendere molto di più. Finora le gare con tutti i tre tenori presenti hanno visto il podio monopolizzato, salvo nel caso di Anversa quando Pidcock finì ottavo e di Zolder dove Van Der Haar è riuscito a precedere il britannico. La sensazione è che ormai le gare abbiamo sempre due facce: c’è chi lotta per la vittoria parziale e chi compete per le classifiche dei circuiti. In Coppa ad esempio Sweeck e Vanthourenhout si contendono il trofeo di cristallo a suon di punti, lo stesso avviene nel Superprestige fra lo stesso Sweeck e Van Der Haar.

Il podio di Gavere con i tre tenori racchiusi nello spazio di un minuto
Il podio di Gavere con i tre tenori racchiusi nello spazio di un minuto

Due parole (buone) su Iserbyt

Iserbyt da parte sua sconta una stagione sfortunata, nella quale al momento dell’ingresso in campo dei grandi, ha scontato l’ennesimo dei brutti infortuni che sembrano contraddistinguere la sua carriera. Quando vinceva e lottava con gli altri, molti lo criticavano sui social. Nessuno però ha levato una parola sul fatto che Iserbyt sta provando a rimanere nel giro, a competere per la vittoria nelle challenge pur a fronte di un fisico che mostra la corda (oggi 11° a 1’58” da Van Aert), tanto è vero che fa fatica addirittura a camminare, eppure continua a pedalare e non proprio piano…

Iserbyt 2022

Iserbyt a cuore aperto: quel mondiale fa ancora male…

20.02.2022
5 min
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Questa è la prima domenica di riposo per Eli Iserbyt dopo molte settimane, tra gare e viaggi, una stagione iniziata prestissimo la sua, a settembre quando si presentò nella lunga trasferta americana di Coppa del Mondo ponendo le basi della sua conquista del trofeo di cristallo. Fino all’ultima gara, il campione belga della Pauwels Sauzen Bingoal ha cercato di mantenere alta la concentrazione evitando ogni distrazione, ma si sente dalla sua voce come finalmente sia più rilassato, dopo un anno vissuto sempre al massimo.

In stagione Iserbyt ha messo in carniere ben 14 successi, metà dei quali nel circuito di Coppa del Mondo, andando a conquistare con corposo anticipo il trofeo di cristallo: «Esserci riuscito in anticipo mi ha dato molta soddisfazione, anche se la gara che mi è piaciuta di più è stata quella di Koksijde, la settima prova. Non eravamo neanche a metà del cammino, ma quella vittoria mi ha dato la consapevolezza di quello che potevo fare. E’ stato il momento più bello dell’anno».

Iserbyt Gavere 2022
Iserbyt è nato nel 1997. Vanta 2 titoli mondiali U23 e 3 europei in ogni categoria (foto Davy De Blieck)
Iserbyt Gavere 2022
Iserbyt è nato nel 1997. Vanta 2 titoli mondiali U23 e 3 europei in ogni categoria (foto Davy De Blieck)
Come giudichi nel complesso la tua stagione?

Sicuramente è stata buona, non potrebbe essere altrimenti considerando il numero di successi parziali e le due principali challenge della stagione conquistate (Coppa del Mondo e Superprestige, ndr). Non posso che essere felice per come sono andate le cose.

Quanto ha influito la scarsa presenza di Van Aert e Van Der Poel, almeno rispetto al passato nello sviluppo della stagione?

Intanto Van Aert ha gareggiato per oltre un mese e la sua presenza in gruppo si è sentita molto. Si sapeva già da prima che quest’anno avrebbero privilegiato la preparazione per la strada, poi Van Der Poel ha avuto i problemi che sappiamo e non si è praticamente visto. E’ chiaro che la loro presenza o meno cambia gli equilibri quando non ci sono, ma la medaglia va guardata da entrambi i lati, significa anche che bisogna farsi trovare pronti quando si presenta l’occasione.

Molti ricordano ancora molto bene la tua terribile caduta di Heusden 2020, con il grave infortunio al braccio. Quando è stato importante per te vincere due challenge un anno dopo?

Molto, hanno avuto un significato particolare perché quell’incidente mi aveva lasciato qualche incertezza, anche se ero tornato a gareggiare prima della fine della stagione, ma non ero io. La ripresa è stata lunga e lenta. Il team mi è stato molto vicino, non mi ha mai fatto pressione per farmi approcciare la stagione nel modo giusto dopo l’infortunio e i risultati si sono visti.

Iserbyt Koksijde 2021
La vittoria di Koksijde lo ha lanciato verso la conquista della Coppa del Mondo
Iserbyt Koksijde 2021
La vittoria di Koksijde lo ha lanciato verso la conquista della Coppa del Mondo
Durante l’inverno tu hai detto «Meglio vincere 5 gare senza Van Aert e Van Der Poel che 2 contro di loro», non hai però paura che la loro assenza svilisca un po’ le tue vittorie?

Confermo quel che ho detto e non l’ho detto per timore reverenziale nei loro confronti, due anni fa un paio di vittorie con loro presenti le ho ottenute e lo stesso ho fatto quest’anno con Pidcock. Il concetto che volevo esprimere è che una vittoria è una vittoria a prescindere, per me è importante vincere non guardando a chi c’è e chi non è presente, ma vincere il più possibile, guardando alle classifiche dei tornei e soprattutto a me stesso. Alla fine è l’obiettivo generale che conta. Io sono contento perché ho fatto bene il mio lavoro, la gente poi ricorda chi è primo, non chi non c’era…

Ripensando all’ultimo mondiale, quel bronzo messo in archivio ti ha lasciato più soddisfazione o delusione?

Entrambe le cose. Io ero partito per il massimo risultato e alla partenza ho visto che non ero nella forma che volevo, la corsa poi non si è messa al meglio per me. Alla fine ho ottenuto il massimo possibile in quelle condizioni ma chiaramente visto com’ero andato la domenica precedente mi aspettavo qualcosa di più.

Considerando mondiali ed europei, fra le varie categorie hai vinto 11 medaglie di cui 5 d’oro, però è innegabile che nelle competizioni titolate sembri soffrire il peso della responsabilità. Senti un particolare carico psicologico in quelle occasioni?

Questa è una bella domanda… E’ vero, non lo posso negare, le gare titolate non sono come le altre. Le soffro sempre un po’ alla vigilia ma non va dimenticato che sono ancora giovane, credo faccia parte del mio cammino di maturazione. Quando corro per un titolo e vedo che le cose non vanno come voglio, mi butto giù velocemente e questo non va bene. E’ un aspetto sul quale devo lavorare sapendo che mi aspettano tanti altri campionati da disputare.

Iserbyt Fayetteville 2022
Il podio mondiale, con Iserbyt alla destra dell’iridato Pidcock e dell’olandese Van Der Haar
Iserbyt Fayetteville 2022
Il podio mondiale, con Iserbyt alla destra dell’iridato Pidcock e dell’olandese Van Der Haar
Che cosa farai ora?

Mi dividerò fra gare su strada nel calendario belga e prove di Mtb, non mi dispiacerebbe prendere parte anche a qualche gara di Coppa del Mondo sulle ruote grasse, ma andrò avanti su entrambi i fronti, avendo però sempre in mente la preparazione per la stagione di ciclocross.

Non pensi che, se potessi competere su strada nel World Tour, potrebbe incidere favorevolmente nel ciclocross come avviene per i “3 tenori”?

Difficile dire se sarei più forte. Il discorso è più ampio: devo capire dove e come poter migliorare per portare il mio corpo alle sue migliori prestazioni. Guardo al futuro come a una scoperta per capire come andare sempre più forte nel ciclocross che è e sarà sempre il mio mondo.

Vdp Heusden Zolder

VDP affonda a Heusden-Zolder: giornataccia o peggio?

28.12.2021
4 min
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Se la vittoria a Dendermonde aveva esaltato i tifosi di Van Aert, quella di Heusden-Zolder nella tappa del Superprestige li ha estasiati. In Coppa del mondo Van der Poel aveva incassato 49” di ritardo, ma almeno per oltre metà gara era rimasto al suo livello. Nella sfida dell’autodromo (dove lo scorso anno l’olandese aveva rifilato al rivale una sonora sconfitta), il confronto è durato appena due giri, poi Van Aert ha aperto il gas e la gara è diventata per lui una cronometro, per l’acerrimo rivale un calvario.

Le telecamere (la gara era senza pubblico per le disposizioni anti-Covid, quindi l’apporto televisivo era essenziale) si sono soffermate più sull’olandese, che nel finale del terzo giro ha impostato male una salita perdendo di colpo il treno dei principali inseguitori, da Pidcock a Iserbyt, da Van Kessel a Hermans. Da lì in poi Van der Poel è andato alla deriva, perdendo manciate di secondi a ogni tornata, finché alla fine del 6° dei 9 giri previsti ha deciso di averne abbastanza. Un rapido dietrofront, veloce cambio di abiti al camper e via verso casa, non parlando con nessuno, neanche della sua squadra.

Zolder Van der Poel 2021
Van der Poel con la maglia sporcata dal fango: una scivolata frutto della stanchezza fisica e mentale?
Zolder Van der Poel 2021
Van der Poel con la maglia sporcata dal fango: una scivolata frutto della stanchezza fisica e mentale?

Il mistero della (eventuale) caduta

L’Alpecin Fenix ha naturalmente cercato di gettare acqua sul fuoco: «Semplicemente una giornata storta» hanno scritto sui social e parlando con chi gli è più vicino si è avuta la sensazione di dichiarazioni più di circostanza che altro: «Mathieu era partito con tutta la voglia di far bene – ha spiegato il suo manager Christoph Roodhooft – forse è caduto in quella salita, ma era già lontano da Van Aert, ha ripreso ma poi non l’ho visto più».

Dal padre Adrie si è saputo qualcosa in più: «Non credo sia caduto, almeno guardando la maglia non sembrava che quelle macchie fossero frutto di uno scivolone. Il ginocchio sta meglio, la schiena si fa ancora sentire, io credo che vista la situazione non abbia voluto correre rischi. Mancano 5 settimane al mondiale, c’è tutto il tempo per raddrizzare il timone e arrivare in porto, intanto giovedì a Loenhout sarà un’altra gara e un’altra storia».

Van Aert Zolder 2021
Quinta vittoria stagionale per Van Aert, che ha preceduto Pidcock e Iserbyt di 1’04”
Van Aert Zolder 2021
Quinta vittoria stagionale per Van Aert, che ha preceduto Pidcock e Iserbyt di 1’04”

VDP e le difficoltà nella corsa

Una giornata storta ci sta, ma guardando la gara qualcosa emerge. Van der Poel continua a soffrire soprattutto nei tratti a piedi, sulle salite con gradoni (che saranno un elemento importantissimo a Fayetteville) non perde solo da Van Aert ma anche dagli altri, segno di una pesantezza figlia di una condizione ancora approssimativa. Questo lo porta anche a sbagliare, come avvenuto sulla salita che gli è costata il treno degli inseguitori. Dopo Dendermonde VDP aveva detto di aver bisogno di gareggiare, forse dopo tre giorni di reset fisico ma soprattutto mentale ne sapremo di più.

Finora non abbiamo parlato del dominatore di giornata, Wout Van Aert alla sua quinta vittoria in 5 gare disputate sui prati. A fine gara il belga era davvero soddisfatto.

«Dopo il successo in Val di Sole ho continuato a lavorare bene – ha dichiarato a Het Laatste Nieuws – e questi sono gli effetti. Miglior livello di sempre? Difficile fare paragoni, anche perché prima ero più focalizzato sul ciclocross, poi ho saltato una stagione intera (il 2019, ndr) e lo scorso anno non avevo ancora ben recuperato. Credo di andar meglio ora, credo che la scelta di tirare avanti sulla linea della strada sia stata quella giusta, mettendo però di mezzo un fondamentale momento di stacco».

Pidcock Zolder 2021
Al contrario di VDP, Pidcock è sembrato rigenerato rispetto a Dendermonde, finendo secondo
Pidcock Zolder 2021
Al contrario di VDP, Pidcock è sembrato rigenerato rispetto a Dendermonde, finendo secondo

Van Aert ai mondiali, sì o no?

Sul suo rivale, Van Aert ha preferito non esprimersi: «Non posso dire che cosa gli è successo, non l’ho visto. Credo comunque che abbia bisogno di qualche altra gara per raggiungere il top».

Intanto però anche a Heusden Zolder si è continuato a parlare della sua ventilata possibilità di disertare i mondiali. «Non ho ancora deciso niente, dopo i campionati nazionali faremo il punto della situazione», ha tagliato corto il campione della Jumbo Visma. Chiaramente con una condizione simile sarebbe il favorito, con la possibilità di tornare a impattare il suo grande rivale VDP come numero di titoli Elite vinti (attualmente 4-3 per l’arancione), ma i suoi timori legati alle difficoltà di spostamento sono molto alti. A Fayetteville si dovrebbe gareggiare in presenza di pubblico, ma c’è il rischio concreto che si debba anticipare notevolmente la trasferta per esigenze sanitarie, affrontare una breve quarantena appena toccato il suolo statunitense e questo a Van Aert decisamente non va. Visto il Van Aert attuale, sarebbe davvero una beffa.

Superprestige: tappa a Sweeck, classifica per Aerts

06.02.2021
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Una gara strana, il ciclocross di Middelkerke che ha chiuso il Superprestige. Sicuramente la lotta per la vittoria finale nella challenge ha influito, ma l’immagine che rimane negli occhi è di una differenza quasi sconcertante per il movimento quando mancano i “tre tenori”. Chi pensava alla vigilia che dalla loro assenza ne potesse scaturire maggiore equilibrio è rimasto profondamente deluso, perché quello che si è visto è semplicemente un livello inferiore (il che era prevedibile) e una squadra in grado di fare il bello e il cattivo tempo, la Pauwels Sauzen Bingoal.

Michael Vanthourenhout si è giocato la corsa del Superprestige con Sweeck
Michael Vanthourenhout si è giocato la corsa con Sweeck

Forcing Pauwels

Per capire come si è evoluta la gara bisogna partire dalla vigilia: la classifica vedeva avanti il bronzo iridato Toon Aerts con 5 punti di vantaggio sul campione europeo Eli Iserbyt e tutti pensavano che il giovane belga avrebbe fatto di tutto per colmare il divario. La squadra si è messa al suo servizio, tanto che i primi due giri su un percorso intriso di fango e acqua, un tracciato tipico da ciclocross e molto diverso da quello inventato a Ostenda per i mondiali, vedevano la Pauwels “inventarsi” una sorta di cronometro a squadre con Iserbyt, Vanthourenhout e Sweeck in fila, a darsi cambi regolari, facendo così il vuoto alle proprie spalle.

Eli Iserbyt non ha più ritrovato la condizione degli europei
Eli Iserbyt non ha più ritrovato la condizione degli europei

Iserbyt addio

Per il piccolo Iserbyt le cose sembravano mettersi bene, anche perché dietro Aerts era vittima di uno scivolone che gli faceva perdere terreno e soprattutto posizioni preziose. Il problema però era tutto nella testa del campione continentale, che da quando ha vinto la prova titolata non è stato più lui. Già alla fine del primo giro si capiva che qualcosa non andava, appena passato il traguardo si toglieva i guanti e decideva di lasciarli ai meccanici al cambio di bici: una scelta dettata probabilmente più dal nervosismo e che era il prologo al suo cedimento, a dispetto del lavoro dei compagni, che inizialmente provavano a rallentare per tenerlo con sé, ma poi era chiaro che sarebbe diventata una corsa a perdere.

Toon Aerts è partito dalla testa della classifica di Superpestige e l’ha conquistata
Toon Aerts ha conquistato il Superpestige

Sweeck bis

Vanthourenthout e Sweeck andavano così a giocarsi la vittoria che finiva a quest’ultimo, felice di ottenere il bis del successo dello scorso anno, con i due che arrivavano in parata cercando di mettere in bella mostra il marchio coperto dal fango. Iserbyt arrivava trafelato dopo 52”, ma il piazzamento non era sufficiente per superare Aerts nella classifica del Superprestige , che nel frattempo aveva fatto i suoi conti e si era messo dietro l’olandese Lars Van Der Haar, compagno di squadra pronto a cedergli il quinto posto se Iserbyt avesse vinto. Un’eventualità non necessaria, così nel finale il belga rallentava per aggiungere con il suo sesto posto un altro trofeo alla sua collezione, ricca già di due Coppe del mondo, un titolo europeo e uno nazionale oltre a tre bronzi iridati consecutivi. Certo, non la maniera più brillante per vincere, ma tanto bastava.

Denise Betsema ha vinto fra le donne
Denise Betsema ha vinto fra le donne

Vince Betsema

Discorso abbastanza parallelo fra le donne, dove l’iridata Lucinda Brand ha messo in bacheca un altro Superprestige seppur al termine di una giornata poco fortunata, iniziata con una caduta che di fatto l’ha estromessa dalla lotta per la vittoria. Mentre davanti la Betsema, a dispetto dei suoi soliti errori tecnici in salita, faceva il vuoto, la Brand piano piano risaliva fino al terzo posto, più che sufficiente per vincere, mentre seconda era la Alvarado, apparsa ancora lontana parente di quella che era data per grande favorita a Ostenda. Insomma, un podio tutto olandese, ma questa non è una notizia…

Wout Van Aert 2016

Grande Slam, solo Van Aert nella leggenda

29.12.2020
4 min
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Il Grande Slam è uno dei sogni di ogni sportivo. Significa aver completato la collezione dei maggiori titoli della propria disciplina. Farlo nel corso di una carriera è già difficile, riuscirci nello stesso anno è l’ingresso nella leggenda. Nel tennis ci sono riusciti due uomini e tre donne, ma nel golf ad esempio è rimasto un’utopia. Anche il ciclocross ha il suo Grande Slam. Per riuscire nell’impresa bisogna portare a casa il titolo mondiale e le tre grandi challenge della stagione: Coppa del mondo, Superprestige e l’X2O Badkamers Trofee, che ha spesso cambiato nome nel corso della sua storia.

Bart Wellens 2004
Per Bart Wellens nel 2004 fu fatale la Coppa del mondo
Bart Wellens 2004
Per Wellens nel 2004 fu fatale la Coppa

Herigers, il primo

Considerando i differenti anni di nascita dei circuiti, la possibilità di centrare il Grande Slam è iniziata nel 1994 e già in quell’anno il belga Paul Herigers avrebbe potuto centrarlo. Se non fosse che, per preparare a dovere la conquista del titolo mondiale, rinunciò a partecipare a tutte le prove di Coppa del mondo, aggiudicandosene un paio, visto anche che in classifica il nostro Daniele Pontoni aveva ormai preso il largo con 5 trionfi consecutivi.

Wellens beffato

Altri corridori hanno fatto… la fine di Herigers. Nel 2004 Bart Wellens era già riuscito a vincere Superprestige e Trophee Gazette van Antwerpen, aveva dominato il mondiale e in Coppa del mondo l’assenza di Sven Nys (vincitore delle prime tre prove) gli forniva un’occasione d’oro per completare la collezione. Ma a Pijnacker visse una pessima giornata, regalando il trionfo finale all’olandese Richard Groenendaal. Epilogo pressoché identico per lo slovacco Zdenek Stybar nel 2010, che mancò per pochissimo il magico poker perdendo a Oostmalle da Wellens nella tappa conclusiva del Trophee Gazette van Antwerpen, ma la vittoria non gli sarebbe bastata visto che Nys navigava in sesta posizione, sufficiente per conquistare il trofeo.

Sven Nys 2009
Sven Nys nel 2009 si spense al mondiale di Hoogerheide
Sven Nys 2009
A Sven Nys nel 2009 mancò il mondiale

Amarezza Nys

La rincorsa del magico poker ha avuto spesso un costo pesante per molti campioni. Chi ad esempio si è scontrato con questo obiettivo è proprio Nys, che pure è stato uno dei più longevi e vincenti. Nel 2009 il belga aveva dominato la stagione. In Coppa del mondo con 3 tappe a favore aveva respinto la concorrenza di Niels Albert, nel Superprestige aveva già 3 vittorie e la classifica in ghiaccio (alla fine sarebbero state 5), nel Trophee Gazette van Antwerpen aveva già 3 vittorie all’attivo e la leadership netta. A Hoogerheide (Olanda) tutti avrebbero scommesso sul suo trionfo iridato, invece quello che si presentò alla partenza era un Nys fiaccato più mentalmente che fisicamente, incapace di completare quel puzzle con l’ultimo pezzo, il più pregiato. Mai un terzo posto era stato così amaro.

Mito Van Aert

Nel 2016 finalmente il grande tabù venne sfatato da Wout Van Aert, nella foto di apertura proprio nel 2016. Oggi molti inneggiano alle sue imprese su strada, dimenticando quanto da giovanissimo abbia fatto nel ciclocross. In quella stagione, oltre a conquistare la maglia iridata a Zolder con un minimo vantaggio sull’olandese Lars Van Der Haar, il belga vinse 4 prove e classifica del Superprestige, il Trophee Banque Post (che aveva intanto cambiato anche formula, con classifica a tempo anziché a punti) con un vantaggio di 8’43” su Kewin Pauwels e infine anche la Coppa del mondo, a dispetto del poker finale di successi parziali di Mathieu Van Der Poel.

Mathieu Van Der Poel 2018
Mathieu Van Der Poel naufragò nel mondiale di Valkenburg: Slam sfumato
Mathieu Van Der Poel 2018
Nel 2018 Van Der Poel fallì solo al mondiale

Naufragio VDP

Pensate che VDP non avrebbe provato a imitarlo? Due anni dopo (l’anno di mezzo del ciclo olimpico, fattore da non sottovalutare) l’olandese sacrificò la stagione di Mtb per essere al via delle prove americane di Coppa del mondo a settembre. Da lì iniziò una cavalcata trionfale attraverso le tre challenge, per un totale di 19 vittorie, con annessi i trionfi nelle rispettive classifiche. Il mondiale si svolgeva a Valkenburg, il popolo olandese era pronto a far festa. Invece VDP non era lo stesso: aveva provato all’inizio a staccare il rivale, ma senza successo. Al quinto giro il disastro: un errore di traiettoria, la caduta contro le transenne, Van Aert che se ne va. Se ne va anche la concentrazione, il belga vola via e chiuderà con un vantaggio di 2’30”, con l’altro belga Vanthourenhout capace di inserirsi in mezzo. 

L’anno dopo l’olandese capisce la lezione. La sua stagione non ha soste, ormai la strada lo attrae sempre di più e al ciclocross può dedicare meno spazio. VDP decide di rinunciare alla Coppa del mondo, vince le altre due challenge e ai mondiali si prende la rivincita, ma il Grande Slam resta un sogno. Lo resterà forse per sempre, Van Aert d’altra parte pensa anche lui ad altro. Nel ciclismo moderno probabilmente certe “collezioni” hanno un costo troppo alto…

Thomas Pidcock, Superprestige, Gavere, 2020

Pidcock vince a Gavere e avvisa Van der Poel

13.12.2020
3 min
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Le avvisaglie si erano viste ieri, forse non tutti però si erano accorti che dietro la straordinaria vittoria di Mathieu Van der Poel ad Anversa, si era elevato ad alti livelli anche Thomas Pidcock. Forse perché il britannico aveva già gareggiato nel ciclocross in stagione, anche in Coppa del mondo. La forma stava arrivando, il suo terzo posto in rimonta era lì a testimoniarlo. E oggi a Gavere, in una delle tappe storiche del Superprestige, ha scalato gli altri due gradini, anche a dispetto dell’iridato olandese.

Ely Iserbit, Superprestige Gavere, 2020
Giornataccia per Eli Iserbyt a Gavere dopo l’ottima prova di ieri ad Anversa
Ely Iserbit, Superprestige Gavere, 2020
Giornataccia a Gavere per Iserbyt

Partenza sprint

Pidcock ha battuto VdP sul suo terreno, ossia ha allungato già nella prima parte di gara, con l’olandese preso un po’ alla sprovvista. Col passare dei giri, sia VdP che il belga Toon Aerts sono riusciti a chiudere sul britannico. Non così Eli Iserbyt, secondo ieri ad Anversa: poco brillante il campione europeo in evidente giornata no.

Quinto giro e addio

Per un paio di tornate Aerts ha provato a scrollarsi di dosso i due rivali ed era proprio Pidcock quello che sembrava soffrire di più. Invece al quinto giro il britannico ha forzato e il belga ha ceduto quasi di schianto. Nel giro successivo anche VdP ha cominciato a perdere terreno, con il giovanissimo Pidcock che andava così a conquistare la sua prima vittoria da elite in uno dei grandi circuiti del cross.

Mathieu Van der Poel, Superprestige, Gavere, 2020
Al traguardo, Van der Poel ammirato dalla forza di Pidcock
Mathieu Van der Poel, Superprestige, Gavere, 2020
Van der Poel al traguardo di Gavere

L’omaggio di VdP

A fine gara VDP ha elogiato il rivale: «E’ stato impressionante – ha detto – facevo fatica a seguirlo soprattutto a piedi. Oggi era più forte di me, non posso negarlo. Io comunque non sono andato male, ma lo dicevo che sono ancora lontano dalla massima forma…».

Mathieu Van der Poel, Thomas Pidcock, Toon Aerts,Superprestige, Gavere, 2020
Sul podio di Gavere, Van der Poel, Pidcock e Toon Aerts
Mathieu Van der Poel, Thomas Pidcock, Toon Aerts,Superprestige, Gavere, 2020
Sul podio, Van der Poel, Pidcock, Aerts

L’orgoglio di Tom

Dal canto suo Pidcock ha dato l’impressione di essere sempre più sicuro dei suoi mezzi.

«E’ una vittoria frutto del lavoro che sto facendo sulla partenza – ha detto – per non perdere terreno dai rivali e spendere troppe energie. Certo, vedere VdP che si stacca è una bella sensazione. Ora aspetto con trepidazione Namur e la Coppa del mondo, ma non nascondo che mi piacerebbe ripetere la cosa anche in qualche grande gara su strada».

Vout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Julian Alaphilippe, caduta moto, Giro delle Fiandre 2020

Van Aert: «Non penso solo alla strada…»

12.12.2020
4 min
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L’inizio di stagione nel ciclocross per Wout Van Aert non è stato certamente quello che tutti si aspettavano. Dopo aver chiuso un 2020 su strada ricco di soddisfazioni e sempre da protagonista, molti pensavano che sui prati avrebbe imposto subito la sua legge, ma così non è stato, collezionando piazzamenti.

Ora però non si scherza più, oggi ad Anversa nel X2O Badkamers Trofee ci sarà il primo confronto diretto con Mathieu Van Der Poel, l’avversario di sempre, non più solo nel ciclocross ma anche su strada. L’esito infausto dello sprint a due al Giro delle Fiandre è ancora lì a bruciare nell’animo (in apertura la foto della caduta di Alaphilippe, che il belga ha in qualche modo favorito puntando la moto e poi scostandosi all’ultimo secondo) .

Wout Van Aert, Coppa del mondo Tabor 2020
Rientro piuttosto faticoso, per i suoi standard, in Coppa del mondo a Tabor
Wout Van Aert, Coppa del mondo Tabor 2020
A Tabor un rientro faticoso

La ferita brucia

«Quando sono caduto lungo il percorso ho perso un po’ di forze e di concentrazione – ha dichiarato a redbull.com – eppure ce l’avevo quasi fatta, mi sono mancati pochi centimetri. E’ stata la mia ultima gara su strada e non la dimenticherò tanto presto, ci ho ripensato per giorni interi. Ora non vedo l’ora di affrontarlo sul campo e non credo sarà facile anche se è la sua prima uscita. Tutti conoscono la sua agilità, ma io negli ultimi anni, per circostanze, infortuni o anche per una forma minore non ho potuto mostrarmi al meglio, ma spero di tornare ai miei vecchi livelli e allora si vedrà».

Wout Van Aert, conferenza stampa prima della stagione ciclocross 2019, Kortrijk
In Belgio qualche polemica sul modo in cui si è preparato al ritorno nel cross
Wout Van Aert, conferenza stampa prima della stagione ciclocross 2019, Kortrijk
In Belgio polemiche sulla sua preparazione

Venti di guerra

In Belgio i giorni introduttivi al grande rendez-vous del X2O Badkamers Trofee sono trascorsi con una forte atmosfera polemica. Sul quotidiano Het Laatste Nieuws il due volte iridato Niels Albert (che ha diretto Van Aert ai tempi della Veranda’s Willems nel 2017) è stato molto severo con il suo vecchio pupillo.

«Uomini come Iserbyt, Aerts e Vanthourenhout – ha detto – sono impegnati nel ciclocross ogni giorno. Ho letto invece che Wout nel ritiro in Spagna non aveva neanche la bici da cross. E’ normale quindi che ci sia una differenza. Temo che così con il passare del tempo peggiorerà. Zdenek Stybar ad esempio tecnicamente era un maestro, ma dopo anni su strada, ora ha perso tutta la pratica».

Van Aert, pur non rispondendo direttamente, incassa il colpo: «Per il momento mi sono preparato poco per il ciclocross, ma i miei obiettivi sono in là nella stagione, al campionato nazionale e ai mondiali di fine gennaio. Le gare del periodo natalizio saranno decisive per crescere di condizione, saranno il miglior allenamento».

Wout Van Aert, caduta Fiandre 2020
Secondo Van Aert la caduta del Fiandre ha condizionato il suo rendimento nel finale
Wout Van Aert, caduta Fiandre 2020
La caduta del Fiandre potrebbe aver inciso sul risultato

Lavori specifici

In Spagna però Van Aert non ha dimenticato gli obiettivi immediati: «Certamente si lavora per la strada, ma non dimentico di lavorare sulla mia esplosività, perché qualcosa si perde durante la stagione da pro’. Non potendo fare esercizi sul campo, insieme ai lavori di resistenza necessari per il periodo ho inserito anche lavori diversi. Ad esempio ripetute di 60 o 90 secondi su strada. Sono sprint molto lunghi, che fanno davvero male… Ma so che me ne potrò giovare, perché nel ciclocross devi rilanciare dopo ogni curva, è un continuo alternarsi di sprint».

Effetto Covid

L’esito della grande sfida di oggi in apparenza non lo interessa più di tanto, o meglio più che VdP a dargli pensiero sono gli altri.

«La pandemia sta influendo tanto, ci sono poche gare, spesso una a settimana e questo significa che non avrò quei vantaggi derivanti da un’attività ridotta a dicembre rispetto agli avversari come avveniva in passato, saremo tutti allo stesso livello. Io comunque penso a me stesso e so che a gennaio sarà un Van Aert diverso, questo solo conta».

 

Sarà possibile seguire la sfida del X2O Badkamers Trofee su www.cyclingfans.com

Mathieu Van der Poel, ritiro, caduta De Panne 2020

Van der Poel: «Per me Van Aert sbaglia!»

12.12.2020
3 min
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Anversa, X2O Badkamers Trofee: Mathieu Van Der Poel e Wout Van Aert uno di fronte all’altro. La sfida che tutti stanno aspettando, neanche fosse il campionato mondiale dei pesi massimi di pugilato. Due mesi dopo quello sprint al Giro delle Fiandre che ha premiato l’olandese e non è andato giù al belga. Due mesi possono essere pochi, ma per Van der Poel sono stati un tempo infinito, nel quale molto è successo, innanzitutto la brutta caduta successiva, alla Driedaagse Brugge-De Panne (foto di apertura) che gli è costata una commozione cerebrale e due settimane di assoluto stop.

«Non mi sono ancora del tutto ripreso – ha dichiarato alla tivù olandese Ziggo Sports – perché poi ci siamo trovati nel mezzo di un nuovo lockdown, posso dire di aver riposato molto e aver messo anche su un po’ di peso eccessivo».

Mathieu Van der Poel, mondiali cross 2020
Van der Poel, campione del mondo ciclocross a Dubendorf 2020
Mathieu Van der Poel, mondiali cross 2020
Campione del mondo ciclocross a Dubendorf 2020

Niente da dimostrare

Ora è ancora un paio di chili in sovrappeso e l’olandese se li sente tutti addosso, ma non è solo questo l’effetto delle settimane di forzato riposo: «Mi sto approcciando alla stagione di ciclocross in maniera molto diversa rispetto al passato. Devo far attenzione a non esagerare. Mentalmente ogni volta che salgo in bici vorrei spaccare il mondo, ma devo farlo con gradualità. Poi devo ammettere che i miei interessi sono un po’ cambiati: nel ciclocross non devo più dimostrare nulla a nessuno…».

Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert, Fiandre 2020
Il duello con Van Aert al Fiandre, uno dei tanti round della sfida
Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert, Fiandre 2020
Il duello con Van Aert al Fiandre

Gregario? Mai…

Intanto c’è l’appuntamento di oggi e tutto il resto della stagione nel ciclocross prima di tornare alla strada, sempre con l’eterno rivale Van Aert di fronte.

«Wout è un corridore d’attacco – dice – è un vincente. Non capisco come possa avere corso l’ultimo Tour in quella maniera, mettendosi al servizio di Roglic. Io non so se ci riuscirei, ma finché non correrò anch’io il Tour il paragone non ha molto senso. La nostra generazione sta cambiando il ciclismo professionistico. Le gare sono più aperte e piene di attacchi, ma noi abbiamo sempre corso così».

Mathieu Van der Poel, vittoria Fiandre 2020
La sua vittoria per il belga è stata una mazzata tremenda
Mathieu Van der Poel, vittoria Fiandre 2020
La sua vittoria una vera mazzata per Van Aert

Ambizione Remco

Il campione olandese ne ha anche per l’altro grande talento belga, Remco Evenepoel.

«A volte esagera con le sue affermazioni – dice – ma è il suo modo di essere. Può sembrare arroganza, ma probabilmente è solo fiducia in se stesso. Alle dichiarazioni fa sempre seguire grandi imprese sui pedali. Anch’io dico che voglio essere il primo a vincere tre titoli mondiali in tre discipline e essere olimpionico nella Mtb, se non sono dichiarazioni ambiziose queste…».

Oggi si passerà dalle parole ai fatti: riuscirà l’olandese a contenersi, a lasciare l’iniziativa a chi è più allenato? Chi lo conosce dice di no, non è nella sua natura…

Telenet Superprestige Cyclocross 2020 - Cyclocross Boom - 06/12/2020 - Eli Iserbyt (BEL - Pauwels Sauzen - Bingoal)

Iserbyt alza la voce, Wout affonda, Vdp arriva…

07.12.2020
3 min
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Inutile girarci intorno: l’inizio di stagione nel ciclocross per Wout Van Aert non è andato come sperava. Dopo un’estate su strada quasi da dominatore, con classiche in carniere e un Tour sontuoso, il belga sperava che il poco riposo fosse quanto bastava per ritornare al primo amore da padrone.

Brusco risveglio

Ma Van Aert ha trovato un ambiente ben diverso e anche un po’ di sfortuna. Quella ad esempio materializzatasi a Boom, nella tappa del Superprestige. Wout era in fuga insieme ai suoi rivali, l’ex campione europeo Toon Aerts e la coppia della Pauwels-Sauzen Bingoal, con Eli Iserbyt e Michael Vanthourenhout che da fine ottobre non ne sbagliano una. Aerts era già caduto e poco dopo è toccato a lui. E per i due ragazzi terribili la strada era spianata. Alla fine l’ha spuntata Iserbyt, bravo a cogliere il momento propizio al settimo dei 9 giri in programma, finendo con 15” sul compagno-rivale, Aerts ha chiuso a 21”, Van Aert a 32”.

E adesso arriva Vdp

Certamente non un bel biglietto da visita per la prossima tappa, a Gavere nel prossimo weekend. Perché? Perché quel giorno dovrebbe tornare il grande nemico, il campione del mondo Mathieu Van der Poel, quello che gli ha strappato per centimetri il trionfo al Giro delle Fiandre, acuendo una rivalità già forte. Tutti aspettano il primo faccia a faccia sui prati, il belga voleva arrivarci con almeno una vittoria in carniere.

Pidcock rimonta

Intanto attenzione all’altro ragazzino terribile che si divide fra strada e ciclocross (e mettiamoci pure la Mtb…): Tom Pidcock sta crescendo, a Boom ha chiuso 9° a 2 minuti. Troppi? Per ora sì, ma i mondiali sono fra poco meno di due mesi…

Lucinda fa poker

Meno da dire fra le donne, dove ormai non c’è solo il dominio di una nazione (5 olandesi davanti a tutte), ma di una sola donna, Lucinda Brand, alla quarta vittoria consecutiva, che con la sua velocità di base sta diventando uno spauracchio anche per la Alvarado, per la quale il trionfo europeo sembra lontano un secolo fa…