A mente fredda, che cosa ha permesso a Tom Pidcock di conquistare la medaglia d’oro olimpica nella Mtb? Messa da parte la concitazione del momento e delle ore immediatamente successive, rileggendo la gara è facile notare come il britannico abbia potuto godere di un elemento in più rispetto agli specialisti puri: la sua capacità di guida, che gli permetteva di guadagnare terreno nei tratti più difficili, nelle discese più tecniche, nei passaggi sui pietroni che hanno messo in crisi anche affermati campioni.
Una lettura che trova d’accordo il nuovo cittì della nazionale italiana di ciclocross Daniele Pontoni e dalla quale prendiamo il via per parlare anche del futuro del britannico: «E’ indubbio che Pidcock avesse qualcosa in più nella guida, infatti guadagnava nei tratti più tecnici perdendo poi nei passaggi più pedalabili. Questa andatura a elastico è stata frutto di tattica o solo di diverse caratteristiche tecniche? Probabilmente lo sa solo lui, io comunque già all’inizio del secondo giro ero sicuro della sua vittoria».
Questa capacità di guida gli deriva dalla sua pratica del ciclocross?
Sicuramente l’attività sui prati gli ha fornito un bagaglio importante, ma bisogna considerare anche quel che gli ha dato madre natura. Pidcock ha un baricentro basso che gli permetteva di affrontare al meglio i passaggi più tecnici, soprattutto i passaggi su sassi che hanno messo in difficoltà tanti.
I vantaggi visti nella Mtb possono emergere anche su strada?
Domanda complessa: ricordo quando lo vidi per la prima volta, ai mondiali di ciclocross 2017 in Lussemburgo, gara junior, il classico corridore che lo vedi e ti chedi: «Ma questo da dove è uscito fuori?». Quello che ha fatto su strada mi ha stupito enormemente, soprattutto per quanto fatto in breve tempo, così giovane. E’ come Van Der Poel: qualsiasi bici inforca, riesce ad emergere. Poi non va dimenticato chi è dietro di lui, lo staff, la squadra della Ineos Grenadiers che lo supporta al 100 per cento e che gli permette di tradurre su strada la sua capacità muscolare.
Parlavi prima di baricentro basso: è sempre un vantaggio?
Dipende dal percorso e dalle condizioni climatiche: su tracciati fangosi e ghiacciati, nei tratti più tecnici ha sicuramente un vantaggio, nei piattoni è diverso e il vantaggio svanisce.
Secondo te dopo questo oro che cosa farà: già si sa che ora tornerà alla strada e farà la Vuelta, ma si farà rivedere in Mtb?
Diciamo che non la mollerà del tutto, è probabile che voglia difendere il titolo a Parigi 2024, ma certamente si dedicherà di più a strada e ciclocross, Magari programmerà qualche incursione d’estate per i grandi appuntamenti titolati, ma il calendario dovrà essere studiato approfonditamente.
In Italia troveremo un Pidcock?
Sì, se lo naturalizziamo… Scherzi a parte, è molto presto per noi. Abbiamo delle buone leve fra esordienti e allievi, ma è prematuro dare giudizi di merito, devono lavorare. Anche agli Europei Giovanili di Mtb in Val d’Aosta si è visto che ci sono nazioni nettamente avanti nella struttura, nell’approccio al ciclismo moderno. Noi dobbiamo formare gli atleti del futuro con progetti a lungo termine, che contemplino l’attività a 360 gradi.
Intanto la stagione del ciclocross inizierà presto, porterai i ragazzi alle prime prove di Coppa del mondo negli Usa?
Il progetto è quello, avere 4-5 ragazzi da portare anche per visionare percorso e logistica dei prossimi mondiali. I ragazzi saranno divisi fra i due sessi e verranno anche da altre attività attuali, Mtb o strada. E’ presto per fare dei nomi, ma sto valutando tutta una serie di situazioni.
La prossima stagione si preannuncia molto ricca, tra la Coppa del mondo allargata e l’introduzione della Coppa Europa: c’è materiale sufficiente per coprire tutti gli eventi?
Io sono sempre stato convinto che è meglio avere tanta scelta, poi starà ai tecnici, sia nazionali che di società, indirizzare i ragazzi verso gli appuntamenti giusti. D’inverno ci possono essere tante variabili, tra infortuni e malanni di stagione che cambiano i programmi. Noi dobbiamo pensare a un discorso complessivo e avere tante possibilità è un aiuto.