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Andrea Casagranda, è lei adesso l’atleta di famiglia

18.12.2022
5 min
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«Quando sono nata io, mio padre ha smesso di correre». Il passaggio di consegne è avvenuto quel 22 settembre 2004 quando Andrea Casagranda è arrivata nella vita di Stefano, a quel tempo alla Saeco, e di sua madre Caterina. Ora l’atleta di famiglia è proprio lei, che nel 2023 diventerà elite con la BePink.

Che il ciclismo fosse nel sangue e nel destino della giovane Casagranda (foto PH Rosa in apertura) era praticamente già scritto. Oltre a papà (9 stagioni da pro’ con 5 vittorie, tra cui una tappa alla Parigi-Nizza), attuale presidente del Veloce Club Borgo ed organizzatore della storica Coppa d’Oro, anche mamma Caterina Giurato è da sempre nell’ambiente in qualità di diesse. Abbiamo deciso quindi di conoscere meglio la diciottenne della Valsugana facendoci raccontare com’è la sua vita da sempre in mezzo alle biciclette.

Andrea Casagranda nel 2022 ha disputato la Gand-Wevelgem con la nazionale (foto Rocco Maes)
Andrea Casagranda nel 2022 ha disputato la Gand-Wevelgem con la nazionale (foto Rocco Maes)
Andrea iniziamo dagli ultimi due anni da junior nel Breganze. Come sono stati?

Alla fine li giudico buoni, anche se mi aspettavo di più visto come ero partita. Nel primo anno ho raccolto inaspettatamente risultati importanti, considerando che da allieva e esordiente mi piazzavo poco. Un bel decimo posto a Cittiglio, una vittoria e in generale belle prestazioni. Quest’anno invece ho preso il Covid a gennaio. Ho dovuto rincorrere la forma giusta e questo mi ha demoralizzata. Forse ero un po’ saltata di testa. Forse pensavo di ottenere molto di più perché più grande di un anno. Tuttavia sono stata piuttosto presente nelle top ten, riuscendo a correre anche la Gand-Wevelgem con la nazionale. Ciò non toglie però che avrei voluto disputare una stagione migliore.

Hai tratto qualche insegnamento da questo?

Sì, certo. Che non tutto viene subito, per scontato. Ho imparato che non bisogna demordere, che nel ciclismo si cresce sempre step by step. Che sì, ci vogliono le gambe ma la testa conta molto di più di quello che si può immaginare. E’ un aspetto sul quale sto lavorando tenendo conto che adesso correrò nella categoria più alta.

Sei spaventata quindi dal primo anno elite?

Direi di no. Innanzitutto ringrazio la BePink che si è interessata a me prendendomi. Sono molto contenta di essere con loro. So che sono nella formazione giusta per fare esperienza ed imparare a correre. Non avrò troppa pressione. Avrò compagne giovani ma già molto preparate e navigate. Spero di poterle aiutare. Fino alla maturità so che dovrò concentrarmi sullo studio. Per mia fortuna ho buoni voti (frequenta il Liceo Scientifico di Scienze Applicate a Borgo Valsugana, ndr) però da luglio 2023 potrò pensare solo al ciclismo.

Che tipo di corridore sei? Ti ispiri a qualche atleta?

Mi definirei passista-scalatrice. Nelle categorie giovanili siamo tutte passiste, poi crescendo e facendo gare più dure escono le vere attitudini. In salita ho notato che mi trovavo bene. Non altrettanto in volata. Sono tutt’altro che veloce (ride, ndr). Mi sto allenando però per diventarla un po’ di più perché serve sempre esserla. Ammiro molto Longo Borghini. Magari poter fare la metà delle imprese che ha fatto lei…

Stefano Casagranda è il presidente del Veloce Club Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Stefano Casagranda è il presidente del Veloce Club Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Andrea Casagranda com’è finita a correre in bici? Forzatura o per passione?

Dico sempre che ho iniziato ciclismo da G1 in modo automatico. I miei genitori non mi hanno mai spinto, anzi mio padre sapendo la fatica che si fa mi ha sempre messo in guardia mentre ero giovanissima. Ovvio però che quando mamma e papà lavorano nel ciclismo e ne senti parlare tutti i giorni, è naturale che finisci a correre. Mio fratello Niccolò ha un anno in più di me e aveva iniziato prima. Andavo alle sue gare, mi piaceva, mi divertivo e ho voluto cominciare. Il ciclismo a Borgo Valsugana è veramente di casa. Qui abbiamo Trentin, mentre a Pergine c’è Oss. E poi ricordo bene la settimana tricolore del 2012…

Come l’avevi vissuta?

Come una festa. Da noi, dicevo, tantissimi giovani corrono in bici e tutti ci sentivamo coinvolti. Mio padre era nell’organizzazione e andavo con lui a preparare i percorsi. Mi piaceva vedere le nostre strade addobbate e pieni di professionisti in allenamento. Avevo otto anni, ci capivo molto poco (sorride, ndr) ma mi piaceva. Credo che alla lunga e inconsciamente quei campionati italiani siano stati un incentivo per correre in bici.

Quanto parli di ciclismo con i tuoi genitori?

Abbastanza ma senza fissazioni. Sono contenti di me e che vada alla BePink. Mi chiedono come sto e che allenamenti devo fare. Se possono mi aiutano altrimenti mi appoggio ai tecnici del Veloce Club Borgo. Mia madre è stata la mia allenatrice proprio lì e fino a quest’anno ha guidato esordienti e allieve del Trentino Cycling Academy. Mio padre invece, a proposito della fatica, se n’è fatto una ragione (ripete divertita, ndr).

Andrea nasce passista, ma da junior ha sviluppato attitudini per la salita (foto Tre Giorni Giudicarie Dolomiti)
Andrea nasce passista, ma da junior ha sviluppato attitudini per la salita (foto Tre Giorni Giudicarie Dolomiti)
Ti ha pesato essere figlia d’arte?

No, anche se spesso sentivo dire che siamo raccomandate. Ne parlavo con mio padre dopo che abbiamo letto la vostra intervista a Cristian e Sara Pepoli. Lui ha corso con mio padre e si conoscono bene. Personalmente mi sento orgogliosa di fare lo sport che faceva mio padre, così come penso lo sia Sara, che ho conosciuto alle gare. Non si possono fare paragoni tra figlie e padri. E in ogni caso io non lo sento.

Quanto sa Andrea Casagranda di suo padre Stefano?

Mi sono sempre interessata molto alla sua carriera. Andavo a cercare qualcosa su Youtube, tipo la tappa che ha vinto al Giro del Trentino. So che è stato il suo secondo successo da pro’ con quasi 120 chilometri di fuga solitaria. Poi da junior come diesse ho avuto Davide Casarotto che è stato suo compagno di squadra per tanti anni. Figuratevi quanti aneddoti mi raccontavano…

VC Borgo 2022

Capra come Trentin: la scuola di vita del Veloce Club Borgo

31.03.2022
4 min
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Le radici di Thomas Capra, vincitore non senza sorpresa della Gand-Wevelgem per gli juniores, affondano negli anni trascorsi al Veloce Club Borgo, la società che da tantissimi anni organizza la Coppa d’Oro. Ce ne siamo già occupati in questa veste, ma abbiamo forse lasciato un po’ da parte tutto quel che il sodalizio trentino ha fatto e fa nella promozione del ciclismo, nella costruzione di talenti. Abbiamo allora preso il telefono in mano e richiamato Stefano Casagranda, presidente della società nonché ex pro’ dalla lunga carriera.

La chiacchierata non poteva che nascere dalla grande impresa di Capra, che ha corso a Borgo fino agli allievi ed è poi passato alla Assali Stefen Makro.

«E’ ovvio che non me l’aspettavo – dice Casagranda – anche se a dir la verità un piazzamento nella top 10 era nelle sue corde e glielo avevo anche detto. Quando poi, nel corso della gara ho saputo che era nella fuga a 4, a quel punto ho pensato che potesse farcela, perché conosco quanto sia forte in quelle situazioni. Thomas ha un carattere vincente, si è visto sin dai suoi primi anni».

Capra tricolore 2018
La conquista del titolo italiano esordienti nel 2018 per Capra (foto Soncini)
Capra tricolore 2018
La conquista del titolo italiano esordienti nel 2018 per Capra (foto Soncini)
Com’era da ragazzino?

Ha sempre vinto tantissimo, più di altri nelle primissime categorie. Suo padre correva ai miei tempi, anche se rimase a livello dilettantistico. Posso anzi dire che sono più le corse che non ha vinto… Avevamo paura che, passando fra gli allievi, con un livello maggiore vincesse di meno e ne soffrisse, invece ha dimostrato di saper anche incassare le sconfitte e soprattutto di saper anche correre per i compagni, mettendo da parte le ambizioni personali.

Ha un difetto?

Diciamo che fa più fatica quando sente addosso la pressione, quando viene indicato come uno dei favoriti. Uno col suo talento avrebbe dovuto vincere titoli italiani di categoria in serie (anche se ne ha conquistati due, da esordiente 2° anno su strada e nell’omnium), invece in quelle gare soffriva quasi sempre. A Gand, partendo fra gli outsider, era nella condizione migliore e infatti i risultati sono arrivati.

Casagranda Capra 2022
Andrea Casagranda e Thomas Capra, entrambi in nazionale a Gand
Casagranda Capra 2022
Andrea Casagranda e Thomas Capra, entrambi in nazionale a Gand
Parliamo un po’ della società: quanti ragazzi ci sono?

Attualmente sono 45, fra giovanissimi, esordienti e allievi, ma siamo arrivati anche a più di 60, dai 6 ai 16 anni. La maggioranza è fatta da ragazzini, per loro il ciclismo è e deve essere un gioco, per questo cerchiamo di coinvolgere anche i genitori, perché per loro portare i bambini non deve essere un sacrificio, ma l’occasione per stare insieme. Infatti organizziamo molte occasioni d’incontro legate all’attività dei figli, in modo che si sentano coinvolti.

Veniamo alle categorie più grandi, dove avete conquistato nel complesso ben 7 titoli uno tra l’altro tuo, nel 1989 da allievo su strada…

Cerchiamo di procedere per gradi. Da esordienti iniziamo a far capire loro com’è il ciclismo agonistico, quali difficoltà comporti, che cosa richieda anche come allenamento. Da allievi iniziamo anche a farli correre non più come singoli, ma come squadra, aiutandosi l’uno con l’altro. Da noi non ci sono capitani: se una domenica si corre in favore di uno, quella dopo il leader sarà un altro e così via.

Una scuola che ha fruttato.

Beh, abbiamo avuto Matteo Trentin che ha militato con noi per 8 anni e conquistato due titoli italiani nel ciclocross, ma va ricordato anche Marco Andreaus, che sta facendo molto bene con il Cycling Team Friuli e che con noi ha vinto il tricolore allievi nel 2019. Non va dimenticato neppure Andrea Pasqualon, anche lui ha iniziato con noi. Abbiamo avuto un decennio di veri campioni e campioncini usciti dalle nostre fila. Ora però stiamo cercando di concentrarci più sui giovanissimi. Cerchiamo di fare proselitismo fra i più piccoli, chissà che non si nasconda il campione di domani.

Veloce Club Borgo 2022
Il folto gruppo del Veloce Club Borgo 2022, oltre 60 atleti in tutto
Veloce Club Borgo 2022
Il folto gruppo del Veloce Club Borgo 2022, oltre 60 atleti in tutto
L’attività viene svolta prevalentemente in zona?

Non solo. Ad esempio, con gli allievi, programmiamo sempre una trasferta in Slovenia, per ricambiare la presenza di un folto gruppo locale che partecipa sempre alla Coppa d’Oro. Inoltre partecipiamo a una gara a tappe di 3-4 giorni in Austria. Sono esperienze che per i ragazzi sono utilissime, sempre in quell’ottica che dicevo prima, correndo di squadra senza un leader predefinito.

Tra esordienti e allievi c’è un altro Capra?

Chissà, lo sapremo solo con il tempo, ma anche Thomas può e deve crescere tanto. Ricordo che da allievo era arrivato a 8 vittorie e voleva assolutamente raggiungere il mio record in società, 10 successi. Poi però si ruppe entrambe le clavicole e rimase fermo. Comunque in totale almeno una quindicina di vittorie anche nelle stagioni di magra le mettiamo insieme. Per questo devo dire grazie a tutti i tecnici, che lavorano con il cuore e per pura passione. Hanno l’unico obiettivo di veder crescere i ragazzi nella maniera giusta, e non parlo solo dal punto di vista ciclistico…

Coppa d'Oro 2021

Casagranda, come si gestiscono 400 ragazzi in gara?

27.09.2021
5 min
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Quando si è parlato su queste pagine della Coppa d’Oro, un aspetto era rimasto tra le righe e meritava un approfondimento: l’oggetto del discorso era un evento di 500 ragazzi, tutti chiamati al via quasi in contemporanea. Proviamo a fare mente locale: Ci sarebbe da farsi venire i capelli dritti e tacciare gli organizzatori di pura incoscienza…

L’argomento non poteva rimanere per troppo tempo nel cassetto, così abbiamo richiamato Stefano Casagranda esponendogli le nostre perplessità e l’ex professionista di Borgo Valsugana (vincitore anche di una tappa alla Vuelta 2000) ha risposto dando ampie garanzie: «La Coppa d’Oro è il fiore all’occhiello della nostra organizzazione, ma sappiamo anche che è un evento delicato. Non solo per la gara della domenica, basti pensare che al venerdì abbiamo un migliaio di bambini dai 6 ai 12 anni che gareggiano su un circuito completamente chiuso al traffico e al sabato prove divise per categorie con 200 partenti ognuna. Poi c’è l’evento domenicale: in quei giorni non si dorme…».

Come riuscite a gestire un evento così complicato?

Noi già dopo un mese dalla sua disputa ci riuniamo per affrontare quanto avvenuto, riesaminare l’edizione appena conclusa per capire che cosa non ha funzionato e va corretto, da lì impostiamo la nuova edizione lavorandoci nel tempo. Voglio sottolineare che la nostra non è un’organizzazione professionale, lo facciamo tutti nel tempo libero e non va dimenticato che, a differenza ad esempio delle Granfondo, non abbiamo introiti dalle iscrizioni.

Casagranda Coppa d'Oro 2021
L’ex pro’ Stefano Casagranda alla partenza della Coppa d’Oro (foto Instagram)
Casagranda Coppa d'Oro 2021
L’ex pro’ Stefano Casagranda alla partenza della Coppa d’Oro (foto Instagram)
Questo significa che dovete trovare tutti i soldi per coprire il budget…

E non è una cosa semplice, dobbiamo rientrare di 60 mila euro che non sono uno scherzo. Sembra strano, ma trovare una cifra simile è più difficile che ottenere una sovvenzione di un milione di euro se allestisci un evento nazionale o internazionale come gli ultimi Europei. Noi nel 2012 abbiamo gestito la Settimana Tricolore: allora le difficoltà economiche erano state molto minori.

Il percorso della gara è completamente chiuso al traffico?

Compatibilmente con quanto prescrive il regolamento tecnico. Abbiamo una macchina d’inizio corsa che precede i primi di qualche minuto e la macchina di fine corsa, passata la quale il traffico viene completamente riaperto. Avere la chiusura totale sarebbe impossibile, non otterremmo mai i permessi.

Come fate allora a gestire un evento così delicato, per numeri e soprattutto età dei partecipanti?

Per noi sono fondamentali i volontari: ne abbiamo 350 sparsi sul percorso e che curano tutti i servizi e gestiscono il traffico, compresi Vigili del Fuoco, Alpini, anche gli stessi genitori vengono coinvolti. Il loro lavoro è essenziale e posso dire che nella lunga storia della Coppa d’Oro, mai una macchina si è trovata sul percorso di gara mettendo in pericolo i partecipanti.

Staff Coppa d'Oro 2021
Alcuni dei responsabili dello staff organizzativo della Coppa d’Oro, con 350 addetti a disposizione
Staff Coppa d'Oro 2021
Alcuni dei responsabili dello staff organizzativo della Coppa d’Oro, con 350 addetti a disposizione
La gestione di un evento simile ricorda più quella di una Granfondo che di una gara agonistica…

Per certi versi è vero. Come per le grandi gare di massa abbiamo bisogno di spazi molto capienti per gestire le delicate operazioni di partenza, poi i primissimi chilometri sono su strada ampia, fino alla prima salita. Non bisogna pensare però che per far gareggiare 400 ragazzi (il numero dell’ultima edizione) sia meglio farli correre su strade larghe…

Perché?

Perché se la strada è larga tutti cercano di guadagnare spazio, di farsi largo per raggiungere le prime posizioni. Se le strade sono strette devi arrangiarti e aspettare, mantieni la posizione e la corsa è più ordinata finché il gruppo non si seleziona naturalmente. Io ho corso molto in Belgio: lì le stradine sono strette, di due metri e mezzo di larghezza, devi avere pazienza. Poi c’è un altro fattore…

Quale?

Noi abbiamo la diretta Facebook della corsa e i ragazzi ci tengono a ben figurare e farsi vedere, quindi sono molto concentrati. Le cadute avvengono principalmente quando invece sei un po’ distratto. Poi, per carità, possono sempre avvenire, serve anche fortuna.

Percorso Coppa d'Oro 2021
Il lungo serpentone di atleti in gara: la sua gestione sulle strade trentine è delicata ma sicura
Percorso Coppa d'Oro 2021
Il lungo serpentone di atleti in gara: la sua gestione sulle strade trentine è delicata ma sicura
Da ex professionista, dopo anni di organizzazione di una simile classica per i più giovani, che opinione ti sei fatto su di loro?

Se devo essere onesto, noto che parecchi devono imparare tanto: oggi non si pensa ad altro che alla preparazione fisica, ai wattaggi, invece a quell’età sarebbe importante dedicarsi soprattutto alla tecnica di guida, a far fare loro esercizi specifici con la bici. Perché ad esempio non farli uscire quando piove, per imparare la guida sul bagnato. Sono accortezze che possono salvarti e che ti permettono di crescere meglio. In ambito femminile, ad esempio, le bambine si abituano a gareggiare in prove di massimo 10 partenti, poi all’improvviso vengono catapultate in gare dal 150, ma se non sai guidare e stare in gruppo, la fatica è enorme.

Dicci la verità: quando finisce tutto tiri un sospiro di sollievo…

Sì, ma è anche vero che i ragazzi sono da questo punto di vista molto disciplinati e questo rende l’organizzazione della gara più agevole rispetto a una Granfondo. Qui, quando il ragazzo è raggiunto dalla macchina di fine corsa, si toglie il numero e torna alla partenza. L’amatore invece interpreta la corsa come una sfida con se stesso, mette da parte il cronometro e vuole arrivare a tutti i costi, in mezzo al traffico. Allora sì che si rischia…

Casagranda, il punto sulla Coppa. E Conci cosa dice?

12.09.2021
3 min
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Stefano Casagranda è l’anima della Coppa d’Oro. Così, digerita a fatica l’impossibilità di organizzarla lo scorso anno e nonostante un momento personale non troppo semplice, quest’anno si è buttato nella mischia con la forza di un leone e con il supporto portentoso del Veloce Club Borgo. Sotto lo sguardo un po’ ammirato e un po’ preoccupato di sua moglie Caterina Giurato, che non si tira indietro e fa alacremente la sua parte.

Alla partenza stamattina si respirava la solita aria di festa, con la concomitanza degli europei di Trento che non sembrava aver inciso troppo sull’entusiasmo degli allievi e delle loro società. Fra gli ospiti, oltre a Ivan Basso e Gianni Bugno (entrambi vincitori della corsa), si sono visti il presidente Dagnoni e il suo predecessore Di Rocco che ieri, nella conferenza stampa dell’Uci, ha ringraziato e fatto capire che ogni occasione sarà per lui motivo di saluto agli amici con cui tanto ha lavorato. Casagranda nel mezzo ha fatto in modo che tutto girasse a dovere.

Che vuol dire aver rifatto la Coppa d’oro dopo un anno di stopP?

Sicuramente è stato emozionante vedere questa gente che torna a Borgo per una festa del ciclismo.

Il numero sul casco resta per i ragazzi un grande souvenir
Il numero sul casco resta per i ragazzi un grande souvenir
Perché non s’è potuta fare la classica sfilata nel centro?

Ci sono ancora restrizione Covid. Noi ci siamo presi la responsabilità di far partire comunque tutti i ciclisti, probabilmente qualcun altro viene pagato per prendersi delle responsabilità e fa altro per non prenderle. Lo dico con un po’ di polemica, ma è così purtroppo.

Come ha reagito Borgo al ritorno?

Penso che tutti i paesani, almeno quelli storici, sono contenti di avere qui una settimana di festa. Mi ricordo che una volta, quando c’erano più di denari, si partiva il martedì con i concerti in piazza e la solita lunga festa. Noi siamo riusciti a illuminare il castello e illuminare le piazze per tutta la giornata di ieri. E oggi abbiamo fatto il resto con i colori delle maglie dei ciclisti.

Casagranda con Ivan Basso, nelle fasi prima del via
Casagranda con Ivan Basso, nelle fasi prima del via
Si torna alla normalità? 

Anche se oggi vedo ancora qualche mascherina, mi auguro che l’anno prossimo sia tutto come un tempo.

Quanti corridori avete avuto? 

Oggi c’erano 398 iscritti per circa 360 partenti. Ieri fra tutte le categorie ne abbiamo avuti quasi 850 e 1.000 giovanissimi.

Come si mette in strada una corsa con 360 corridori?

Abbiamo 300 persone su tutti i bivi, abbiamo veramente coperto tutto. Abbiamo 16 motostaffette, siamo veramente coperti. Io penso che sia più facile organizzare la Coppa d’Oro che una corsa con 100 corridori cui nessuno tiene. Insomma qui ci sono tanti volontari che ci chiamano. Abbiamo una grande tradizione, è ovvio che partire da zero sarebbe difficile.

EDITORIALE / Europei e Coppa d’Oro, un’occasione da cogliere

30.08.2021
3 min
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Facciamo in modo che il 12 settembre diventi un grande giorno di ciclismo? Sentite cosa succede. Nel fare i programmi dei prossimi viaggi, ci siamo accorti che nello stesso giorno degli europei di Trento, a 40 chilometri di distanza si correrà la Coppa d’Oro. La classica per allievi più famosa d’Europa.

Si svolge a Borgo Valsugana dal 1965 ed è l’unico evento al mondo in cui gli atleti corrono per la gloria dei propri direttori sportivi. La organizzano Stefano Casagranda e il Veloce Club Borgo. Negli anni l’hanno fatta crescere, coinvolgendo le ragazze con la Coppa Rosa e a seguire gli esordienti e i giovanissimi. E’ tanto alto il livello degli allievi al via, che il prossimo anno alcuni fra i primi correranno probabilmente gli europei nella categoria juniores. Un certo Pogacar la corse nel 2013, non riuscì a vincerla e il 12 settembre nello stesso giorno a Trento correrà l’europeo degli elite.

Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)
Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)

Calendari da studiare

Siamo onesti fino in fondo. Il primo pensiero davanti alla concomitanza è stato per chi compila i calendari. Si tratta di organismi diversi, ma come si fa a sovrapporre due eventi del genere nella stessa area geografica senza pensare di metterli a sistema? Perché non coinvolgere gli allievi nel circo degli europei, studiando una formula che dia al Trentino la palma di regione ciclistica per eccellenza?

Chiaro, parliamo con occhio da appassionati prima ancora che da giornalisti specializzati. E ci rendiamo conto che in Italia la grande stampa forse neanche lo sa cosa sia la Coppa d’Oro.

Ci siamo resi conto che la corsa di Borgo si conclude alle 13. Più o meno alla stessa ora partiranno i pro’ da Trento. I due eventi sono in qualche modo conciliabili.

Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)
Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)

Agitiamo le idee

Qualcuno un giorno raccontò una celebre frase di Enzo Ferrari, secondo cui un grande giornale deve essere agitatore di idee e di uomini. Perciò questo editoriale vuole essere uno stimolo per Maurizio Evangelista e Stefano Casagranda, organizzatori delle due prove, e anche per Enrico Della Casa che presiede la Uec, perché si facciano quantomeno una telefonata. Le date non si toccano, per gli orari forse ci sarebbe tempo. Ma perché ad esempio non aggiungere una premiazione a quelle degli europei, chiamando sullo stesso palco i due vincitori della Coppa d’Oro? Oppure perché non prevedere una navetta che porti a Borgo i giornalisti interessati? Così ci rimangeremo quei pensieri e avremo per un po’ addosso la sensazione di aver reso il 12 settembre un giorno speciale per due ragazzini e i loro direttori sportivi.

Coppa d’Oro, si lavora sodo per tornare

06.02.2021
5 min
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Fra le tante corse saltate lo scorso anno, una in particolare è capace di accendere ricordi incredibili in chiunque vi abbia partecipato: la Coppa d’Oro di Borgo Valsugana. Corsa per allievi con la particolarità che ciascun corridore riceve il compenso di una lira e gareggia per il proprio direttore sportivo. Cancellare la Coppa d’Oro è come se non ci corresse la Sanremo, perciò gli organizzatori del Veloce Club Borgo, piuttosto che farla sparire e visto che si corre di settembre, lo scorso anno si sono inventati comunque delle manifestazioni alternative. Ma non è stata la stessa cosa, per cui l’attesa dell’edizione 2021 è già notevole.

Fino al qualche anno fa, ciascun corridore riceveva come compenso una lira
Fino al qualche anno fa, ciascun corridore riceveva come compenso una lira

Iscrizioni record

«Abbiamo già una quarantina di società iscritte – racconta Stefano Casagranda, ex professionista e presidente del Vc Borgo – e di queste, 30 sono arrivate il primo giorno. Apriamo le iscrizioni il 1° gennaio e dopo cinque minuti c’era già il pieno di nomi. Funziona che di solito ammettiamo le prime 10 del ranking nazionale, poi assegniamo i numeri in base alla data di iscrizione. Anche se poi si infilano sempre e ti trovi in prima fila quelli con numeri superiori al 100».

Andrea Bagioli, già campione italiano, vince la Coppa d’Oro del 2015
Andrea Bagioli, già campione italiano, vince la Coppa d’Oro del 2015

Borgo e le bici

La Coppa d’Oro venne organizzata per la prima volta nel 1965 da Carlo Dalla Torre. Le prime tre edizioni si svolsero nelle città Avio, Preore e Trento e a partire dal 1968 sbarcò definitivamente a Borgo Valsugana. Il Vc Borgo che la organizza svolge prevalentemente attività con ragazzi dai 7 ai 16 anni e strizza l’occhio agli adulti, tesserati come amatori. Negli anni, accanto alla Coppa d’Oro sono nate la Coppa Rosa (allieve), la Coppa di Sera (esordienti uomini e donne) e la Coppetta d’Oro (giovanissimi).

I percorsi partono e arrivano tutti a Borgo Valsugana, con la salita di Telve a indurire la corsa degli allievi. Le prove per i più piccoli si snodano invece all’interno del paese. Casagranda prosegue.

Nel 2018 vince Marco Brenner (Germania), per il direttore sportivo Christian Brenner
Nel 2018 vince Marco Brenner (Germania), per il direttore sportivo Christian Brenner
Che cosa è successo nel 2020?

Abbiamo organizzato gare per esordienti e allievi, uomini e donne, le sole in Trentino. Non sono partiti in 500 ma in 150 ed è stata la prova della voglia di reagire.

Quest’anno di tornerà alla normalità?

La voglia è quella, con un solo punto di domanda. Buona parte dei fondi che servono per l’organizzazione della prova, vengono dalla Festa del Patrono, San Prospero, che si svolge la seconda domenica di luglio e il lunedì successivo. In quell’occasione, con il Veloce Club abbiamo uno stand gastronomico, con le cui entrate sosteniamo la Coppa d’Oro. Quest’anno saranno nuovamente permesse le feste e le sagre? Per questo, dal primo gennaio abbiamo fatto un accordo con una società di ricerca sponsor, che già opera nel basket e nella pallavolo, per vedere se si trova il supporto da parte di qualche sponsor esterno. Non solo…

Nel 2019 vittoria del britannico Max Poole per il direttore sportivo Dan Harvey
Nel 2019 vittoria del britannico Max Poole per il direttore sportivo Dan Harvey
Cos’altro?

Dovremo chiedere alla Federazione. Si pensava di far pagare 10 euro di iscrizione, che saranno restituiti a coloro che pernotteranno a Borgo e dintorni, in modo da sostenere gli hotel della zona. L’idea è di tornare alla formula classica, magari anche migliore, con più premi. E per noi de Vc Borgo potrebbe essere anche un anno buono, perché abbiamo un allievo che va davvero forte: Thomas Capra. Per quest’anno avremo una bella squadretta.

La preparazione dei numeri e di ogni cosa che riguarda la corsa coinvolge tutti gli amici de Vc Borgo
La corsa coinvolge tutti gli amici de Vc Borgo
Le tante iscrizioni riguardano soltanto gli allievi?

No, abbiamo il problema degli esordienti. Per gli allievi abbiamo la deroga e possono correre in 500. Gli esordienti invece possono correre in 200, invece riceviamo 250 iscrizioni per i primi anni e 250 per i secondi. Ma neppure noi teniamo ad avere un’altra deroga, sarebbero troppi da tenere in strada e al riparo da rischi.

Quanto tempo serve per organizzare il pacchetto completo?

Ci sono periodi in cui siamo rilassati, ma ogni settimana arrivano mail da società e da sponsor cui bisogna rispondere. Si lavora tutto l’anno. La cosa buona è che nel direttivo abbiamo tutti intorno alla mia età, meno di 50 anni, e abbiamo parecchie idee da mettere in campo. L’ultima è stata l’idea di far andare in moto il medico di gara, in modo che sia più pronto. E Covid permettendo, ci piacerebbe organizzare un convegno il venerdì prima della gara, parlando di sicurezza e temi che interessino tutti, avendo sul posto così tanti direttori sportivi. Spero che per settembre si torni alla normalità. Del resto il 28 gennaio qua vicino hanno organizzato la Marcialonga…

Il presidente del Vc Borgo Stefano Casagranda con Ugo Segnana, direttore tecnico della prova
Coppa d'oro
Stefano Casagranda con Ugo Segnana, direttore tecnico
Come va con le monete da una lira?

Va che non ce ne sono più. Adesso abbiamo le 5 lire e poi passeremo al centesimo di euro. Non è un gadget che possiamo chiedere indietro, chi ce l’ha se lo tiene stretto. Neanche so bene dove trovino le monete, credo ci pensi la banca di qui. Quando nel 2015 facemmo l’edizione dei 50 anni, nonostante fossimo già passati alle 5 lire, riuscimmo a trovare monete da una lira per l’ultima volta. E fu bellissimo…