Tricolore e Coppa d’Oro, con Toselli nel cuore del pianeta allievi

19.09.2022
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Vincere la Coppa d’Oro è per un allievo il miglior passaporto possibile per l’approdo alla categoria juniores e quindi al ciclismo che inizia davvero a contare. Anche se, come si dice da più parti, i procuratori e le squadre guardano già agli allievi per capire chi ha talento e chi no, spesso non dando il giusto tempo di maturare. A 16 anni stiamo parlando ancora di teenager in piena costruzione, fisica e psicologica, è quindi difficile fare illazioni sul futuro, ma nel caso di Ivan Toselli si può già parlare di strada ben incanalata verso la realizzazione di un sogno.

Il corridore di Maddaloni (Caserta) non è nuovo a imprese come quella in Valsugana. Lo scorso anno si era laureato campione italiano e nella classica delle classiche ha anche riscattato l’amarezza del quarto posto nella nuova sfida tricolore, traendo proprio da quel piazzamento la spinta per emergere.

«Avevo corso sempre all’attacco – racconta – ma ho commesso un grave errore. Quando mi sono trovato in fuga con Bottoin non ci ho creduto fino in fondo, ho permesso ai tre che ci inseguivano di rientrare e poi in volata non ho avuto scampo. Forse se avessi collaborato di più sarebbe andata diversamente…».

Il successo solitario di Ivan Toselli a Borgo Valsugana, la sua vittoria più importante
Il successo solitario di Ivan Toselli a Borgo Valsugana, la sua vittoria più importante
Com’è andata invece a Borgo Valsugana?

Molto diversamente. Ho cercato di correre con la testa e di rendere la corsa dura, scattando già una ventina di chilometri dopo la partenza profittando di uno strappo sul percorso. Con me c’erano l’irlandese Patrick Casey e il laziale Leonardo Consolidani. Appena entrati sul circuito finale, ho provato più volte a rilanciare l’azione e prima Consolidani, poi Casey hanno perso contatto così sono arrivato da solo ed è stato davvero un gran momento.

Che cosa ha rappresentato?

La Coppa d’Oro è una sorta di mondiale per la nostra categoria, sono più di 400 al via che arrivano da tutta Italia e da molti Paesi esteri. Chi ha vinto questa gara non era mai un corridore qualunque, molti sono passati professionisti ed è quella la mia ambizione. Quando ho vinto il titolo italiano è stato bellissimo, indossare la maglia tricolore è una grande soddisfazione, ma la Coppa d’Oro è qualcosa in più.

Ivan Toselli è nato a Maddaloni (CE) l’11 aprile 2006, ma corre per una squadra di Sezze (LT)
Ivan Toselli è nato a Maddaloni (CE) l’11 aprile 2006, ma corre per una squadra di Sezze (LT)
Della vostra categoria si tende sempre a parlare poco, a dire che rappresentate un ciclismo dove l’agonismo è ancora un passo indietro rispetto all’aspetto del divertimento. Com’è vissuta da dentro?

Da quel che mi dicono è ancora un po’ diversa dalla categoria junior. E’ importante per fare esperienza, per apprendere le prime nozioni. I diesse, non solo il mio, dicono che qui le vittorie contano, ma fino a un certo punto. E’ più importante capire come si corre, che cosa significa interpretare una gara dal punto di vista tattico, come gestirsi in corsa. Ci si allena per questo, diciamo che è come una scuola in vista del passaggio di categoria, dove le cose diventeranno certamente un po’ più serie.

Tu sei un secondo anno, rispetto al 2021 che cosa hai notato di cambiato in te?

Soprattutto che col passare del tempo le cose diventano sempre più difficili, come è normale che sia. La principale cosa che ho imparato è quella di non mollare mai. Io cerco di finire sempre a testa alta, di provarci sempre in ogni occasione perché prima o poi la vittoria arriva e la giornata della Coppa d’Oro ne è la dimostrazione. Io d’altronde ho caratteristiche particolari.

Arrivo con inchino. Il campano conquista così il tricolore allievi 2021
Arrivo con inchino. Il campano conquista così il tricolore allievi 2021
Quali?

Sono uno scalatore puro e quindi per me è più difficile trovare la vittoria. Non sono assolutamente veloce, quindi devo cercare sempre la soluzione di forza. Provo sempre la fuga e spesso mi va bene. Come fisico sono 1,74 per 53 chilogrammi, so che devo ancora crescere e formarmi fisicamente ma conto di mantenere queste caratteristiche.

Molti ragazzi dicono di voler essere completi, tu ti ritieni invece uno specialista?

Sì, non ho intenzione di snaturarmi, la velocità non sarà mai un mio punto di forza, io voglio specializzarmi sempre più in quello che so fare. So anche che passando fra gli junior ci saranno molte gare adatte alle mie caratteristiche e conto di essere pronto per quelle.

Il gruppo de Il Pirata Sama Official Team, che dal prossimo anno passerà fra gli juniores
Il gruppo de Il Pirata Sama Official Team, che dal prossimo anno passerà fra gli juniores
Passando di categoria sarai costretto a cambiare squadra…

No, perché il mio team farà il salto di categoria, diventando Pirata Sama Ricambi Vangi. Dovremmo essere una decina di corridori, la maggior parte provenienti dal mio gruppo. La società cresce con noi e credo che sia una bella cosa.

Come hai iniziato?

Seguendo mio padre che faceva triathlon. Ero bambino e gli dicevo che mi piaceva soprattutto quando andava in bici e che volevo provarci. Così ho iniziato dalle categorie promozionali e non mi sono più fermato e non voglio fermarmi, voglio arrivare al massimo grado, alle gare importanti da pro’ che per me sono europei e mondiali, perché quando c’è qualcosa in palio riesco a dare sempre il massimo. Se ho vinto il tricolore non è un caso…