Le azzurre dominano il Trofeo Binda. E Sangalli sorride…

21.03.2022
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Un podio verde-bianco-rosso, con forti tinte arcobaleno. Elisa Balsamo, Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin. Un ordine d’arrivo tutto italiano non si era mai visto prima al Trofeo Binda, gara del Women WorldTour dal 2016 e giunta alla 23esima edizione. Per la verità l’ultima volta era capitata nel 1995 (le sorelle Cappellotto e Imelda Chiappa ai primi tre posti) ma all’epoca la corsa aveva ancora lo status di gara regionale.

A godersi questo trionfo azzurro a Cittiglio nel giorno dell’equinozio primaverile c’è anche il cittì della nazionale Paolo Sangalli (in apertura con Balsamo dopo l’arrivo) che ha un sorriso grande come una casa. Non solo per il podio ma anche per il quinto posto di Cecchini, l’ottavo della Persico e per la vittoria nelle junior al mattino di Francesca Pellegrini della Valcar-Travel&Service (finora tre vittorie su tre in questo inizio di stagione) davanti a Michela De Grandis (Conscio Pedale del Sile).

Gioco di squadra

La voce di Sangalli al telefono è tutta un programma. «Sono davvero felicissimo perché è stata una giornata iniziata benissimo con le junior e finita alla grande con le elite. Sulla Balsamo (alla sua 15ª vittoria da elite, ndr) ormai non c’è più nulla da dire. Qualunque sia la volata, praticamente non la batti quasi mai. Ha vinto su un percorso poco adatto a lei, ma il suo successo è stato frutto di un grande lavoro della Trek-Segafredo, con una Longo Borghini eccezionale che si è messa al servizio della compagna proprio come al mondiale di Leuven. Sull’ultima salita, a pochissimo dal traguardo, hanno scollinato staccate di 15”, però non sono andate nel panico. Sono rientrate bene ed hanno impostato lo sprint come volevano loro».

Sangalli raggiante

«Bertizzolo – prosegue Sangalli, che ha elogi per tutte – ha avuto la consapevolezza di essere forte dopo la delusione alla Strade Bianche. Qui ha fatto una volata di grande spessore dopo aver lavorato tutto il giorno. Soraya (Paladin, ndr) sta facendo il salto di qualità. E’ arrivata ad un punto della carriera in cui deve concretizzare il lavoro che ha fatto. E anche lei non si era risparmiata prima. La Persico ha confermato che nelle gare dure, come a Siena (10ª alla Strade Bianche, ndr) e a Cittiglio, lei c’è. Infine sono molto contento per la Cecchini che, dopo un paio di anni sottotono, sta tornando ai livelli per la quale l’abbiamo conosciuta. Ieri era lei la deputata a fare lo sprint per lo squadrone della SD Worx. La seguirò molto, ripongo in lei molte aspettative. Non in termini di risultati, ma di prestazioni e di saper essere donna-squadra in cui lei è molto brava».

Balsamo, dedica importante

E le protagoniste del podio cosa dicono? Elisa Balsamo – la terza a vincere il Trofeo Binda in maglia iridata (le altre, Lizzie Deignan nel 2016 e Regina Schleicher nel 2006) – spiega come e perché e cosa vuole diventare.

«In salita vado meglio quest’anno – dice – anche se sull’ultima ero a full gas. Nel finale con Van Dijk, Longo Borghini e Van Anrooij abbiamo deciso di restare assieme per chiudere il buco. Tutta la squadra ha fatto un lavoro prezioso. Questa era una volata da fare in rimonta: più tardi parti, meglio è. E’ stato bello poter condividere le premiazioni con due ragazze che conosco bene. Questa vittoria la dedico ad un mio caro cugino che purtroppo non c’è più da qualche mese (si chiamava Enrico, è morto a ottobre in un incidente stradale, ndr). Sto crescendo in salita per essere sempre di più un corridore da classiche. Qui alla Trek-Segafredo mi trovo benissimo e mi stanno aiutando anche nel gestire il peso della maglia iridata. Correre con queste campionesse ti permette di decidere che tipo di gara impostare. E’ tutto più semplice».

La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin
La volata del Trofeo Binda 2022. Cinque italiane nella top ten. Vince Balsamo su Bertizzolo e Paladin

Bertizzolo, volata intricata…

Essere felici per un piazzamento è possibile. Eccome, se lo fai dietro alla campionessa del mondo, che è anche una tua amica. Sofia Bertizzolo, che il 6 marzo aveva vinto a Montignoso la gara internazionale Trofeo Oro in Euro, è soddisfatta di se stessa e del suo Team UAE Adq.

«Abbiamo corso in modo intelligente – dice – Erica (Magnaldi, ndr) ha provato una fuga solitaria, Mavi Garcia ha invece sempre ricucito tutti i buchi. Sono orgogliosa di come siamo partite quest’anno. Conoscevo bene questo arrivo (ci ha vinto da junior nel 2015, ndr) e so che dovevo aspettare perché è lungo e in salita. Sono partita a destra della strada, poi sono uscita a sinistra perché non volevo dare riferimenti ad Elisa che stava rimontando. Forse ho fatto più strada delle altre, ma già la Balsamo è più veloce di me, se poi le tiro lo sprint tanto vale offrirle pure il caffè prima del traguardo (ride, ndr).

«Non potevo fare di più. Alla fine questo arrivo mi ha ricordato le categorie giovanili quando correvo contro di lei che è un ’98 ed è più giovane di me di un anno. Poi sono molto contenta anche per Soraya. Siamo state compagne di squadra negli ultimi due anni e si merita i piazzamenti che sta ottenendo. Ora cercherò di sfruttare ancora la mia condizione nelle prossime gare».

Emozione Paladin

Anche Soraya Paladin fa eco in parte alla sua avversaria e corregionale. «Cittiglio è una gara che mi piace – dice – e stavolta sono doppiamente felice perché è la prima volta che in uno sprint, che non è la mia specialità, riesco a centrare il podio. La Balsamo è imbattibile in volata però noi della Canyon Sram ci abbiamo provato a fare gara dura, a tagliarla fuori. Pensavo che anche la SD Worx volesse fare come noi, ma hanno portato in volata la Cecchini, che è andata fortissimo.

«Oggi ero io quella designata per il finale e onestamente ero piuttosto agitata perché non volevo sprecare tutto il lavoro delle mie compagne, soprattutto di Elise (Chabbey, ndr) che mi ha scortato per tutto l’ultimo chilometro. E’ un buonissimo terzo posto, perché condiviso con due amiche, di cui una, Sofia, mia ex compagna. Lei si merita davvero tanto questi risultati. Anzi, vedendo l’ordine d’arrivo, direi che il nostro cittì avrà il suo bel daffare con le convocazioni».

Sangalli e l’abbondanza

E noi chiudiamo girando lo spunto proprio a Sangalli. «Eh (sospira e ride, ndr), mi piace avere questi problemi di abbondanza, anche perché l’obiettivo è averne così anche per Parigi 2024. Tutte sanno di far parte di un progetto – prosegue – e sono certo che le eventuali esclusioni saranno capite da ognuna di loro. Stiamo creando un gruppo, attraverso i vari ritiri, dove tutte si possono aiutare e nel quale nessuna sarà mai vista come una seconda scelta.

«Ad esempio, per i Giochi del Mediterraneo verrà convocata chi non farà il Giro d’Italia Donne, che è in concomitanza. Per tutti gli appuntamenti terremo conto di chi sarà più in forma. Avremo sempre la miglior nazionale possibile perché abbiamo una nazionale forte. Quando vinceremo sarà merito delle ragazze, quando andrà male sarò io il responsabile. Questa è e sarà sempre la mia filosofia».

Paladin, morale alto in vista delle Ardenne

03.03.2022
5 min
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Si è presentata brillante, Soraya Paladin, alla nuova squadra. Due buoni piazzamenti – un sesto e un secondo posto – nelle prime due tappe della Volta Comunitat Valenciana che le sono valse anche un giorno da leader della generale. Giornate che le hanno dato tanto morale. La 28enne trevigiana di Cimadolmo ha iniziato bene la sua decima stagione da elite, la prima con i colori della Canyon Sram Racing, team WT tedesco con cui ha firmato un contratto biennale.

Dicevamo dei suoi risultati. Nella prima frazione della gara a tappe spagnola si è buttata nello sprint dominato dall’iridata Elisa Balsamo. Il giorno successivo, in un finale piuttosto mosso, si è lanciata in una fuga a due con la campionessa europea Ellen Van Dijk. La delusione della piazza d’onore dietro l’olandese della Trek-Segafredo è stata tuttavia mitigata dalla maglia arancio di capoclassifica.

Al termine della terza frazione, l’ha dovuta cedere alla scatenata Van Vleuten (vincitrice di tappa e poi della Volta CV) ma la Paladin guarda alle prossime gare con una bella iniezione di fiducia e ottimismo. L’abbiamo sentita a pochi giorni dall’inizio dell’attività agonistica italiana.

Paladin in fuga con Van Dijk nella seconda tappa della Volta CV. La trevigiana ha mostrato brillantezza alla corsa spagnola.
Paladin in fuga con Van Dijk nella seconda tappa della Volta CV
Soraya, come ti sei trovata con la nuova squadra?

Molto bene sinceramente. Sono professionali ed hanno un’organizzazione al top. Dietro le quinte c’è veramente tanto personale che lavora sodo e non ci fa mancare nulla. I due ritiri, prima a Mallorca e poi a Gandia, vicino a Valencia, sono serviti tanto a conoscerci meglio. Siamo un bel gruppo di persone.

Che impressione hai avuto delle nuove compagne?

Molto buona, andiamo già d’accordo ed è un piacere stare assieme. Ho trovato tante atlete forti che sono ben disponibili sia a dare consigli che ad ascoltare o condividere punti di vista diversi. Sono molto predisposte al confronto e credo che sia davvero una cosa buona. Qua trovo Pauliena Rooijakkers che è stata mia compagna alla Liv nelle ultime due stagioni e sono contenta di essere ancora assieme a lei. C’è Alena Amialiusik, una bravissima ragazza che vive in Italia da tanti anni. Le altre le conoscevo già quasi tutte, perché in gruppo fai sempre una chiacchiera un po’ con tutte le avversarie.

Dopo aver fatto le prime corse, che tipo di squadra siete?

Mi piace il modo che abbiamo di correre. Poco attendista, molto aggressivo. Vogliamo fare la gara, portare fuori la fuga. E’ un approccio mentale che apprezzo, molto simile al mio. Forse dobbiamo ancora trovare l’affiatamento giusto, quello si vedrà col passare del tempo, ma dalle prime corse sembravamo già in sintonia. Eravamo un po’ emozionate prima della prima tappa alla Valenciana, però dopo qualche chilometro ci siamo capite al volo, soprattutto nelle fasi più concitate.

Soraya Paladin ripensa al secondo posto nella seconda tappa della Volta CV che le varrà la maglia di leader della generale.
Soraya Paladin dopo il secondo posto nella 2ª tappa della Volta CV
Che ruolo avrai in questa formazione?

Il bello di questo gruppo è che non abbiamo ruoli definiti. Solo per le volate pure o per gli arrivi in salita c’è una leader. Per le altre gare invece, specialmente le classiche, la squadra punta ad avere più atlete nel finale in modo da poter sfruttare una superiorità numerica. Che poi si giochi la vittoria una ragazza o un’altra non importa. L’importante è avere un obiettivo comune e correre per quello. Il mio ruolo è quello di aiutare le compagne forti nel finale di gara, specialmente quelle con le mie caratteristiche. Sarò in appoggio a Niewiadoma, Chabbey e Barnes, però cercherò di cogliere l’occasione di giocarmi le mie carte quando si presenterà.

In pratica quello che ti è successo nella seconda tappa della Volta CV. Cosa è mancato per centrare la vittoria?

Subito dopo l’arrivo ero abbastanza triste per il secondo posto. Però a mente fredda ho pensato che ho perso dalla campionessa europea che ha dimostrato in questo periodo di essere veramente in forma. Forse nel finale avrei potuto anticiparla, ma credo che sarebbe finita allo stesso modo. Come inizio di stagione non è andato male, mi ha dato morale. Gli appuntamenti a cui tengo sono più avanti.

Come proseguirà il tuo calendario?

Correrò la Strade Bianche e a Cittiglio, poi andrò al Nord. Voglio fare bene le classiche, che sono sempre importanti. Le gare delle Ardenne sono quelle che mi si addicono di più. Vorrò mettermi in mostra alla Freccia Vallone, che forse è quella che soffro di più, alla Liegi e all’Amstel. A fine aprile deciderò con la squadra cosa fare. Se Giro o Tour o entrambi, anche se sarebbe difficile. Poi ci sono le manifestazioni con la nazionale. Ho un dialogo aperto col cittì Sangalli, cercherò di capire anche cosa vorrà lui da me per pianificare quella parte di stagione. Naturalmente indossare la maglia azzurra è sempre un grande onore.

Soraya Paladin, un selfie sul podio olimpico di Tokyo con Longo Borghini (bronzo) e Bastianelli
Soraya Paladin, un selfie sul podio olimpico di Tokyo con Longo Borghini (bronzo) e Bastianelli
Sei elite dal 2012 e sei stata sempre in squadre importanti. Qual è la differenza più grande che hai notato in questo decennio?

Direi la cura dei dettagli. Penso sia dovuto al cambiamento del ciclismo in generale, specialmente il femminile. Il nostro livello si sta alzando tantissimo ed è diventato davvero importante. I team stanno investendo sempre di più. Noi atlete abbiamo sempre più cose a nostra disposizione. Abbiamo figure dello staff o mezzi che prima non avevamo.

Soraya un’ultima domanda. A parte la vittoria, c’è qualcosa che vorresti realizzare da atleta a breve o lungo termine?

Sì. Mi piacerebbe continuare a divertirmi correndo in bici. Negli anni ho visto sempre più atlete smettere di correre perché avevano nausea del ciclismo. Un mio obiettivo sarebbe quello di finire senza arrivare a quel punto. Magari vincendo meno gare di quello che vorrei però continuando ad apprezzare la bicicletta. Mi ritengo fortunata perché sto facendo uno sport che mi piace come lavoro.

Paladin: «Ora assaporo il cibo e non mi sento in colpa»

13.11.2021
6 min
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«Nel tempo il mio rapporto col cibo è cambiato molto. Anni fa durante i ritiri in altura, ricordo che facevamo distanze a digiuno e al ritorno mangiavamo un’insalata, mentre alcune ragazze anche solo un frutto. Ci hanno sempre detto che per dimagrire bisogna togliere i carboidrati».

E’ un’altra maglia azzurra a parlare: Soraya Paladin, classe 93’, che negli ultimi anni è riuscita a distinguersi in gare importantissime ed ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo. Le vincenti carriere delle azzurre del ciclismo italiano hanno celato per anni grosse lacune in materia di nutrizione, che hanno costretto le nostre atlete a superare grossi ostacoli per potersi giocare la maglia azzurra. Soraya è cresciuta senza un’educazione alimentare e confessa che ora, pur capendo l’importanza dei carboidrati, fatica ad accettarli.

«Dal 2019 – racconta – con l’aiuto del nutrizionista che collaborava col preparatore del mio team, al tempo correvo per l’Alé Cipollini, ho capito che per avere energia avevo bisogno dei carboidrati. Tuttavia, mi rendo conto che ancora adesso alcune volte diffido dal suo consiglio. Temo di ingrassare mangiando tutti i carboidrati che ho nella dieta. Essendo cresciuta con questa convinzione, seppur segua le sue indicazioni, mi accorgo che ho difficoltà nel mangiare il carboidrato senza avere rimorsi».

Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare

Dal digiuno al ristorante

Quando si parla di disturbi alimentari, non bisogna stupirsi se un atleta migliora o peggiora tanto in poco tempo. Al passaggio tra le elite, Soraya aveva preso un anno sabbatico dal ciclismo, proprio per il carico di stress a causa degli eccessivi sacrifici della vita dell’atleta-studente. Ritornata col numero sulla schiena, senza alcun consiglio nutrizionale professionale, per anni ha trascurato la dieta. La svolta è arrivata proprio dal 2019.

«Sono sempre stata una buona forchetta – sorride – e mi è sempre piaciuto mangiare. Dovendo però mantenere il peso più basso possibile, credevo di dover rinunciare a quasi tutto, come facevano le altre. La svolta è stata il consiglio del nutrizionista nel 2019 e il confronto con le atlete straniere. Ho imparato ad accettare ed apprezzare il carboidrato e ho capito che potevo concedermi molto di più, anche piatti sfiziosi. Ho preso l’abitudine, qualche volta all’anno, di mangiare in ristoranti di qualità (foto di apertura tratta dal suo profilo Instagram, ndr). E’ davvero appagante. E’ un piacere assaporare le prelibatezze dei menù e il giorno dopo non ho alcun senso di colpa».

Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling
Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling

Mangiare con consapevolezza

Nell’intervista di qualche settimana fa, Elisabetta Borgia ci aveva parlato del mindful eating, una pratica molto efficace nella rieducazione alimentare in soggetti anoressici o bulimici e non solo. Concentrandosi sul qui ed ora, questa tecnica insegna al soggetto a mangiare con consapevolezza. Ad ascoltare il senso di fame e sazietà. Ad assaporare il cibo, concentrandosi sull’identificazione dei gusti, degli aromi e delle consistenze, riuscendo così a trarre piacere anche da piccole quantità. Un allenamento che può fare ciascuno di noi e che porta a rivalutare il proprio rapporto col cibo. Soraya, seppur ignara di tutto ciò, grazie ai suoi incontri e alla ricerca di piatti di qualità al ristorante ha fatto un percorso simile e ce l’ha riassunto con semplicità in una frase.

«Vedo che molti ciclisti, sia maschi che femmine, si allenano per mangiare. Anche io una volta lo facevo e mi sentivo in colpa se mangiavo un po’ di più. Spesso, quando segui una dieta troppo restrittiva o digiuni, arrivi al punto che non ce la fai più. Mangi qualsiasi cosa in quantità,  poi ti senti in colpa. In quei casi il cibo è uno sfogo. Ora, invece, provo davvero piacere nel degustare i piatti. Perché mi rendo conto che sono sazia e gratificata con le giuste quantità, senza inutili abbuffate».

Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento
Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento

A dieta con piatti sfiziosi

Soraya ci ha anche raccontato che ha imparato a concedersi il piacere di mangiare quotidianamente, mettendosi alla prova in cucina, così da scegliere il cibo più sano per le sue ricette sfiziose. Effettivamente, non c’è motivo per privarsi di una buona pasta al ragù o col pesce, siano sarde o vongole. O una vellutata di zucca coi crostini di pane, soprattutto dopo le fredde pedalate d’inverno. Se si segue lo standard della dieta mediterranea, rispettando le frequenze degli alimenti che troviamo nella piramide ed adattiamo le porzioni al fabbisogno energetico, riusciamo a concederci diversi piatti della tradizione. E recuperiamo il piacere del mangiare e della convivialità a tavola.

«Tanti ancora credono – sorride – che si debba per forza mangiare pasta in bianco e petto di pollo. Io che amo mangiare, non sopporterei mai tutto ciò. E’ anche inutile, perché ho imparato col nutrizionista, che ci sono diverse ricette sfiziose che rispettano i canoni per il bilanciamento della dieta. Oltre a vari primi, mi piace anche preparare delle torte, che poi mangio in allenamento al posto delle barrette. Quelle altrimenti mi annoiano e comunque non mi soddisfano».

Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue
Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue

Confronto e consapevolezza

Soraya ha una sorella di nome Asja, anche lei ciclista fino allo scorso anno, ma completamente diversa fisicamente.

«Asja è la classica scalatrice – dice – mangia per due e non mette su un etto. Io sono l’opposto e quando eravamo più giovani entrambe subivamo il confronto. Per i motivi opposti, ognuna invidiava l’altra. Io non sopportavo di ingrassare mangiando come lei. Asja invece, nonostante gli sforzi, non riusciva invece a mettere su massa. Con gli anni abbiamo imparato ad accettarci per come siamo e ad adattare la nostra dieta al nostro fisico. Bisogna stare bene con se stessi prima di pretendere una performance di livello».

La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28
La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28

Educazione alimentare

Infine, abbiamo chiesto a Soraya che cosa consiglierebbe per aiutare il movimento a colmare queste lacune.

«Il problema – dice – è che manca un’educazione alimentare nelle categorie giovanili. In Italia, alle junior difficilmente viene data una barretta per allenamento. All’estero invece contano quello che mangi e, se non hai usato tutte le barrette che avresti dovuto, il giorno dopo ne devi mangiare una in più. La Fci ha inserito la figura dello psicologo in nazionale. Sinceramente sono stupita dal fatto che ancora non abbia pensato ad introdurre quella del nutrizionista (il coinvolgimento è allo studio, ndr). Queste figure sono le uniche che possono davvero aiutarti se ti seguono costantemente. La dieta deve essere adattata ai vari cambiamenti del fisico e ai diversi carichi di allenamento. Per i professionisti invece l’ideale sarebbe il cuoco-nutrizionista, così si riuscirebbe a mangiare qualcosa di appagante e adatto alla dieta anche alle gare».

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

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Pedalando con il peso in testa, fra diete empiriche e falsi miti

Liv Racing Replica Kit, professionismo al femminile

04.09.2021
3 min
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Il nuovo Liv Racing WorldTeam Replica Kit è ora disponibile. Le appassionate di ciclismo di tutto il mondo potranno vestire il fiore di peonia che domina sulle maglie indossate dalle atlete del Liv Racing WorldTeam. Progettato e ideato ispirandosi all’ethos dell’azienda “fatto dalle donne per le donne”, è stato realizzato da CUORE of Switzerland. L’azienda taiwanese Liv, presente nel ciclismo femminile dal 2008, si è dedicata alle donne sin dal primo giorno e continua a sfidare lo status quo.

La peonia è il simbolo della feminilità sul kit by Liv (foto Jeff Clark)
La peonia è il simbolo della feminilità sul kit by Liv (foto Jeff Clark)

Performance e messaggio

La maglia, replica fedele del materiale utilizzato dalle atlete del team, ha un taglio sportivo e stretto, materiale super leggero e traspirante, 100% poliestere con zip intera. Un prodotto di ottima qualità che strizza l’occhio alle performance e alle uscite di tutti i giorni. Il design e il messaggio del kit non sono stati di certo lasciato al caso. Presenta sul petto un simbolo molto importante, secondo Bonnie Tu, fondatrice di Liv e presidente del Giant Group: «Per me il fiore di peonia sulla maglia è un’elegante rappresentazione delle donne e un promemoria che con il duro lavoro e la perseveranza, specialmente nel bel mezzo delle sfide, insieme possiamo farcela». 

Lotte Kopecky, atleta della Liv in allenamento (foto Michiel Maas)
Lotte Kopecky, atleta della Liv in allenamento (foto Michiel Maas)

Sostegno e accompagnamento

Con questa replica, Liv vuole rafforzare il suo impegno nella sponsorizzazione del brand nel supportare il ciclismo femminile di tutti i livelli di qualsiasi provenienza. Con l’obiettivo di avvicinare alla pratica, ma anche di fornire un prodotto adatto alla performance per chi vuole intraprendere una carriera professionistica.

Pauliena Rooijakkers, atleta del team Liv Racing ha commentato così il prodotto lanciato: «Scoprire l’ispirazione dietro il fiore e tutto il pensiero che sta dietro a questo design mi fa apprezzare la visione di Liv. E anche di essere incredibilmente orgogliosa di rappresentare un marchio così impegnato con le donne».

Una divisa elegante e ben identificabile ora a disposizione di tutte le appassionate (foto Michiel Maas)
Una divisa elegante e ben identificabile ora a disposizione di tutte le appassionate (foto Michiel Maas)

Misure, prezzo e dove trovarlo

Il Liv Racing WorldTeam Replica Kit è già acquistabile negli store Giant, rivenditori autorizzati e sul sito Liv-Cycling.com. Selezionabile in taglie: XS, S, M, L, il prezzo indicato sul sito ufficiale è di 69,99 euro. Disponibile nei paesi selezionati tra cui Canada, Messico e in tutta Europa e Asia.

Paladin, il sogno olimpico, i ricordi e il Giro d’Italia Donne

05.07.2021
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Il Giro d’Italia Donne va avanti. E così dopo la vittoria di ieri di Marianne Vos e la commozione per la dedica a Jolien Verschueren, ciclocrossista venuta a mancare a soli 31 anni per un cancro con cui aveva accettato di convivere continuando a correre (a lei aveva dedicato la vittoria anche Dylan Teuns al Tour de France), oggi si arriva in salita a Riale. Oltre Cascata del Toce, presenza fissa nei ricordi dei nostalgici per gli ultimi scatti di Marco Pantani.

Missione compiuta

Fra le ragazze del gruppo, con un occhio alle tappe e l’altro alle Olimpiadi, viaggia anche Soraya Paladin, che avevamo incontrato a Faenza dopo l’argento nella cronometro tricolore. Trevigiana di 28 anni – nella foto di apertura è con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue – ha costruito la carriera sulla grande concretezza e quando ha saputo che sarebbe andata alle Olimpiadi, per un po’ è rimasta senza parlare.

«Non me l’aspettavo – dice – ma ci pensavo. E’ il sogno di qualsiasi atleta. Ho dato tutto per conquistarmi il posto nelle gare di osservazione, non volevo avere rimpianti. E ora sentire di essere fra i nomi papabili mi ha tolto tanta tensione e riesco a vivere il Giro in modo rilassato, cercando il risultato e sapendo che sarà un ottimo allenamento. Anche se la parola rilassato dopo la tappa di ieri con la pioggia, potrebbe sembrare un azzardo».

A maggio ha corso molto in Spagna, qui alla Vuelta Navarra
A maggio ha corso molto in Spagna, qui alla Vuelta Navarra

Nel 2012 a Malta

A volte è bello andare indietro nei ricordi, quando sei sulla porta della carriera e certi traguardi non si riusciva neanche a immaginarli.

«Ogni quattro anni – racconta – non vedevo l’ora che le Olimpiadi iniziassero. La cerimonia di apertura la guardavamo tutti insieme in famiglia e sapevo che da quella sera in televisione ci sarebbe stato solo lo sport. E che la gente si sarebbe appassionata per tre settimane a discipline che normalmente non segue, stando per ore davanti allo schermo. Sono ricordi che ho molto chiari. Nell’anno di Londra, ero in vacanza con le amiche a Malta. Mi pare fosse un viaggio della maturità. E quella sera decidemmo di non uscire per vedere l’apertura. E adesso è strano. Prima c’è stata l’emozione per la convocazione, ma finché non sarò là, credo che non riuscirò a rendermi conto. E’ qualcosa di grande che non ho mai vissuto. Porterò questa esperienza con me per il resto della vita e una volta in Giappone, spero di riuscire a far emozionare chi mi seguirà, allo stesso modo in cui mi emozionavo io a guardare gli altri».

Piccoli passi

Alla convocazione Soraya c’è arrivata a piccoli passi, senza exploit particolari, ma con la grande regolarità ad altissimo livello. Nel suo cammino 2021 ci sono il quinto posto di Cittiglio, all’Amstel e nella prima tappa della Vuelta Burgos. Il secondo al tricolore crono di Faenza e il settimo nella Course by LeTour.

«Ho fatto un bell’inizio di stagione – racconta, pescando fra i ricordi – anche se spesso ho rincorso, pur avendo una bella condizione. Dopo la Spagna mi sono presa una pausa, sono andata in altura a Livigno e sono scesa per i campionati italiani. Il Giro fa parte della costruzione. Cercherò di fare bene e di uscirne con una bella condizione, sapendo che il 2021 sarà ancora lungo, per gli impegni con la squadra (la Liv Racing) e con la nazionale. Ci sarà tempo da ottobre per fare le vacanze».

Nel 2020 ha partecipato ai campionati europei di Pluay, vinti da Van Vleuten su Longo Borghini
Nel 2020 ha partecipato ai campionati europei di Pluay, vinti da Van Vleuten su Longo Borghini

Il nuovo Giro

Un’ultima annotazione sul Giro d’Italia Donne, che da quest’anno ha cambiato mano, passando dalla gestione di Giuseppe Rivolta, ora direttore di corsa, a quella di PMG Sport.

«Ci sono percorsi molto belli – dice Soraya – anche se per noi ragazze è stata strano cominciare con una cronosquadre. Non tutti i team ci lavorano e magari i più piccoli, quelli in cui ci sono le giovani interessanti, sono rimasti tagliati fuori dalla classifica il primo giorno. E l’arrivo in salita dell’indomani ha fatto il resto. Per noi atlete, per quanto io ricordi, sembra tutto uguale, però mi sono accorta che c’è tanta sicurezza. Gli incroci sono controllati benissimo e i percorsi tutto sommato sono più vari e offrono a tutte la possibilità di farsi vedere. Anche io ho visto le tappe adatte a me, quelle più nervose. Qualcosa proverò certamente a fare».

Una settimana a tavola e in sella con Soraya Paladin

15.04.2021
5 min
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Abitudini alimentari, allenamenti, tempo libero… stavolta per la “settimana tipo”, andiamo in Veneto da Soraya Paladin, atleta della Liv Racing. La trevigiana è molto attenta in generale, ma non si lascia travolgere dalla pressione riguardo al discorso alimentare. Un’atleta che ha trovato il suo equilibrio.

Quando la sentiamo, Soraya si sta preparando per partire alla volta delle Ardenne, per lei programma completo con Amstel, Freccia e Liegi.

Soraya Paladin, ha affrontato quasi tutte le classiche del Nord in questa stagione
Soraya Paladin, ha fatto quasi tutte le classiche del Nord
Ciao Soraya, cominciamo! Partiamo dalla settimana tipo di allenamento: dal lunedì alla domenica…

Il lunedì solitamente faccio scarico o anche riposo totale, perché segue la gara della domenica o comunque un allenamento intenso. Di solito il lunedì ho un rito: vado dai nonni. Io abito a Cima d’Olmo e loro a Roncadelle, ad una decina di chilometri. Se ho tempo faccio un giretto e poi mi fermo a pranzo da loro. Una volta finito torno a casa. Altrimenti passo per un caffè.

Proseguiamo…

Il martedì faccio lavori di forza, sto fuori tre ore e mezza, quattro. Eseguo una parte di riscaldamento, poi delle serie dai 3′ ai 6′ di Sfr a seconda del periodo dell’anno. Mi piace farle “sali e scendi” e non consecutive. Può capitare anche che faccia delle volate, ma in pianura. E per finire un po’ di medio. Il mercoledì, invece, è il giorno della distanza: quattro ore e mezza, anche cinque. Inserisco dei richiami ad alta intensità, simulo dei tratti tipo gara. Vado verso il Cansiglio, sia dal versante di Vittorio Veneto che da quello friulano, o sul San Boldo…

Quei tratti che simulano la gara li fai dietro motore o ti aiuti solo con il potenziometro?

Col misuratore di potenza. Mi piacerebbe fare dietro motore ma visto il traffico, la pericolosità e come ci percepiscono gli altri, cioè che siamo un bersaglio, cerco di farlo solo occasionalmente. 

Durante la distanza fai la sosta Coca Cola?

Non è distanza senza sosta al bar! D’estate preferisco una Fanta, d’inverno un caffè. E se c’è tempo e magari ho finito tutti i lavori prendo anche una crostatina.

E siamo a giovedì…

Faccio scarico, un’ora e mezza, due. Magari vado sulle nostre colline. Ci sono belle strade. Il venerdì eseguo lavori di velocizzazione: ripetute di anche 2′ a 110-120 rpm ma senza esagerare con l’intensità. Può capitare che faccia del dietro motore in questo caso. Sabato poi è la volta della classica sgambata pregara. Mi piace fare dei piccoli richiami per avere la gamba pronta il giorno dopo: 30” un po’ più spinti, brevi volate…

E domenica la gara o la distanza…

Esatto. Se faccio la distanza vado in compagnia, magari con mia sorella Asja che non corre più e con due amici amatori, di quelli che vanno forte ma non sono esasperati. Può capitare che ci si allontani un po’ di più e magari si arrivi a Piancavallo o verso Bassano del Grappa.

Il chia pudding, molto amato dalla Paladin
Il chia pudding, molto amato dalla Paladin
Sei “fissata” con l’alimentazione? La vivi con pressione?

No, non sono fissata. Sono però golosa! Soprattutto di salato: pizza, carbonara, un buon panino. Non cerco di trattenermi, ormai ho trovato il giusto equilibrio, piuttosto cerco di mangiare bene e mi concedo gli sfizi quando sono più rilassata, cioè non nei periodi di gara.

Passiamo alla vita della Paladin in casa. A che ora ti svegli?

Verso le 7-7,30 al massimo. Metto la sveglia per sicurezza, ma sento mia sorella che si prepara per andare al lavoro e mi alzo anche io.

A colazione cosa mangi?

Dipende da quel che devo fare. Di solito due fette di pane con uova e avocado oppure preparo il porridge. Se invece mi aspetta un’uscita più tranquilla aumento un po’ la parte proteica. In questo caso la sera prima metto a mollo i semi di chia, che contengono sia grassi che proteine, e faccio un pudding che condisco a seconda della stagione con fragole, mirtilli, more, qualche pezzetto di cioccolata fondente, cocco essiccato. Il tutto accompagnato dal caffè, non sono un’amante del latte.

A che ora esci?

Il mio orario standard sono le 9,30, ma se ho da fare di più esco alle 9.

A pranzo?

Piatto unico. Mangio la pasta magari condita con del tonno o accompagnata con della bresaola. Non la peso, ma di sicuro ne mangio più di un etto.

Come passi poi il pomeriggio?

Subito dopo pranzo mi riposo un po’ sul divano. Faccio un po’ di stretching, poi se ho qualche commissione da fare, tipo la spesa… vado. Certo, in questo periodo è difficile uscire, altrimenti con le amiche ci troviamo magari per un aperitivo. Poi dipende sempre dai periodi. Sotto le gare evito e resto a casa a riposare, ma in altri momenti… perché no?

Quando può Soraya può se ne va a camminare in montagna
Quando può Soraya può se ne va in montagna
Quanto tempo dedichi allo stretching?

Dai 30 ai 40 minuti. Se la mattina ho fatto poco, inserisco anche degli esercizi di core zone, qualche addominale, altrimenti mi rilasso con del normale allungamento.

Quindi eccoci a cena. Cosa mangi?

A cena andiamo da mia nonna che abita nell’appartamento sotto al nostro. Lei ci prepara un secondo: pesce, carne, petto di pollo e della verdura cotta. Non mangiamo molto pane, semmai delle patate. Mentre se il giorno dopo devo fare un allenamento intenso, mangio anche un po’ di riso in bianco.

E il dolcetto dopo cena?

No, non mi piace molto. Semmai prendo uno yogurt.

E poi? Libri, film…

Quando con mia sorella dopo cena torniamo a casa nostra, ci sediamo sul divano, vediamo un po’ di tv e verso le 22,30-23 vado a letto. Riguardo ai libri: sto leggendo testi motivazionali, in questo periodo niente romanzi.

Altre passioni?

Diciamo che quando si può, mi piace andare a camminare in montagna. Sto via parecchie ore, anche tutta la giornata.

Paladin: «Gand sfortunata, ma voglio riprovarci»

31.03.2021
3 min
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Quando vedi sfumare le possibilità di vittoria a soli 300 metri dall’arrivo, normalmente saresti portato ad assorbire l’evento con malcelata delusione. Per Soraya Paladin non è così, ogni gara serve per crescere, per migliorare e sentirsi sempre più a suo agio anche ai vertici del ciclismo femminile.

Per questo anche la mancata stoccata finale alla Gand-Wevelgem è stata messa da parte guardandone il lato positivo: «Non mi rammarico più di tanto perché so di aver dato tutto. Io le gare le interpreto così: mi arrabbio se arrivo al traguardo e mi accorgo che avevo ancora qualcosa da spendere in gara, ma se ho la coscienza tranquilla, allora va bene».

Che cosa dicono alla Liv Racing dopo questo inizio di stagione?

Sono più che soddisfatti. Lars Boom, il nostro manager, ci sta trasmettendo la sua lunga esperienza fra i professionisti e vuole che corriamo sempre in maniera aggressiva perché solo così arrivano i risultati e questo tipo d’impostazione a me piace da matti…

Soraya Paladin, grinta da vendere in ogni occasione, alla Liv come in nazionale
Soraya Paladin, grinta da vendere in ogni occasione, alla Liv come in nazionale
Un sistema che ti sta aiutando a metterti in evidenza…

Sì, perché mi trovo a mio agio con le compagne, con i dirigenti, si sta costruendo una squadra compatta, dove il risultato di una fa felici tutte. Io mi sento motivata e ho voglia di farmi vedere, di prendere l’iniziativa e non correre di rimessa.

In questo modo stai anche rispondendo a chi lo scorso anno criticava le italiane in gara – Longo Borghini a parte – per tattiche troppo remissive…

Io credo che siano in tante ad avere qualità, fra le atlete italiane, sono contenta che il mio modo di correre mi stia facendo notare.

Paladin in fuga dietro la Longo Borghini: con loro l’Italia intera ha sognato a Gand…
Paladin in fuga con la Longo Borghini: con loro l’Italia ha sognato a Gand…
Guardiamo però l’altro lato della medaglia: sembra sempre che ti manchi il centesimo per completare l’euro…

E’ vero, il podio sembra sempre a portata di mano, ma alla fine non arriva. Io credo che devo solo saper aspettare l’occasione giusta andandomela a cercare con pazienza. Diciamo che devo imparare a vincere.

Che tipo di atleta è Soraya Paladin?

Mi adatto bene soprattutto ai percorsi misti, con salite che non superano i 5 chilometri, sennò inizio a perdere colpi contro chi è specializzato nelle salite. I percorsi delle classiche mi piacciono tutti, ma l’Amstel è la mia favorita. Lì vorrei davvero far bene (purtroppo per la corsa olandese si parla di rinvio causa Covid, la decisione sarà presa nei prossimi giorni, ndr).

E il tracciato della Attraverso le Fiandre ti piace?

Abbastanza, ma bisognerà vedere come staremo a gambe… Domenica abbiamo fatto tanta fatica, per noi è una sorta di antipasto del vero appuntamento che è il Giro delle Fiandre di domenica, ma comunque, se la gara si mette in un certo modo…

La maglia azzurra ha un forte valore per Soraya: la vestirà anche il 25 luglio a Tokyo?
La maglia azzurra ha un forte valore: la vestirà anche a Tokyo?
Sai che con questi risultati potrebbero schiudersi per te le porte olimpiche?

Sarebbe un sogno, ma a dir la verità ci sperano un po’ tutte nell’ambiente: l’Olimpiade è qualcosa di unico. Non so se mi chiameranno, io so solo che devo continuare a correre così, a farmi vedere, divertendomi e faticando. Solo così alla fine potrò accettare il verdetto senza rimpianti ed è questo che conta.