Paladin: «Ora assaporo il cibo e non mi sento in colpa»

13.11.2021
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«Nel tempo il mio rapporto col cibo è cambiato molto. Anni fa durante i ritiri in altura, ricordo che facevamo distanze a digiuno e al ritorno mangiavamo un’insalata, mentre alcune ragazze anche solo un frutto. Ci hanno sempre detto che per dimagrire bisogna togliere i carboidrati».

E’ un’altra maglia azzurra a parlare: Soraya Paladin, classe 93’, che negli ultimi anni è riuscita a distinguersi in gare importantissime ed ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo. Le vincenti carriere delle azzurre del ciclismo italiano hanno celato per anni grosse lacune in materia di nutrizione, che hanno costretto le nostre atlete a superare grossi ostacoli per potersi giocare la maglia azzurra. Soraya è cresciuta senza un’educazione alimentare e confessa che ora, pur capendo l’importanza dei carboidrati, fatica ad accettarli.

«Dal 2019 – racconta – con l’aiuto del nutrizionista che collaborava col preparatore del mio team, al tempo correvo per l’Alé Cipollini, ho capito che per avere energia avevo bisogno dei carboidrati. Tuttavia, mi rendo conto che ancora adesso alcune volte diffido dal suo consiglio. Temo di ingrassare mangiando tutti i carboidrati che ho nella dieta. Essendo cresciuta con questa convinzione, seppur segua le sue indicazioni, mi accorgo che ho difficoltà nel mangiare il carboidrato senza avere rimorsi».

Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare

Dal digiuno al ristorante

Quando si parla di disturbi alimentari, non bisogna stupirsi se un atleta migliora o peggiora tanto in poco tempo. Al passaggio tra le elite, Soraya aveva preso un anno sabbatico dal ciclismo, proprio per il carico di stress a causa degli eccessivi sacrifici della vita dell’atleta-studente. Ritornata col numero sulla schiena, senza alcun consiglio nutrizionale professionale, per anni ha trascurato la dieta. La svolta è arrivata proprio dal 2019.

«Sono sempre stata una buona forchetta – sorride – e mi è sempre piaciuto mangiare. Dovendo però mantenere il peso più basso possibile, credevo di dover rinunciare a quasi tutto, come facevano le altre. La svolta è stata il consiglio del nutrizionista nel 2019 e il confronto con le atlete straniere. Ho imparato ad accettare ed apprezzare il carboidrato e ho capito che potevo concedermi molto di più, anche piatti sfiziosi. Ho preso l’abitudine, qualche volta all’anno, di mangiare in ristoranti di qualità (foto di apertura tratta dal suo profilo Instagram, ndr). E’ davvero appagante. E’ un piacere assaporare le prelibatezze dei menù e il giorno dopo non ho alcun senso di colpa».

Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling
Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling

Mangiare con consapevolezza

Nell’intervista di qualche settimana fa, Elisabetta Borgia ci aveva parlato del mindful eating, una pratica molto efficace nella rieducazione alimentare in soggetti anoressici o bulimici e non solo. Concentrandosi sul qui ed ora, questa tecnica insegna al soggetto a mangiare con consapevolezza. Ad ascoltare il senso di fame e sazietà. Ad assaporare il cibo, concentrandosi sull’identificazione dei gusti, degli aromi e delle consistenze, riuscendo così a trarre piacere anche da piccole quantità. Un allenamento che può fare ciascuno di noi e che porta a rivalutare il proprio rapporto col cibo. Soraya, seppur ignara di tutto ciò, grazie ai suoi incontri e alla ricerca di piatti di qualità al ristorante ha fatto un percorso simile e ce l’ha riassunto con semplicità in una frase.

«Vedo che molti ciclisti, sia maschi che femmine, si allenano per mangiare. Anche io una volta lo facevo e mi sentivo in colpa se mangiavo un po’ di più. Spesso, quando segui una dieta troppo restrittiva o digiuni, arrivi al punto che non ce la fai più. Mangi qualsiasi cosa in quantità,  poi ti senti in colpa. In quei casi il cibo è uno sfogo. Ora, invece, provo davvero piacere nel degustare i piatti. Perché mi rendo conto che sono sazia e gratificata con le giuste quantità, senza inutili abbuffate».

Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento
Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento

A dieta con piatti sfiziosi

Soraya ci ha anche raccontato che ha imparato a concedersi il piacere di mangiare quotidianamente, mettendosi alla prova in cucina, così da scegliere il cibo più sano per le sue ricette sfiziose. Effettivamente, non c’è motivo per privarsi di una buona pasta al ragù o col pesce, siano sarde o vongole. O una vellutata di zucca coi crostini di pane, soprattutto dopo le fredde pedalate d’inverno. Se si segue lo standard della dieta mediterranea, rispettando le frequenze degli alimenti che troviamo nella piramide ed adattiamo le porzioni al fabbisogno energetico, riusciamo a concederci diversi piatti della tradizione. E recuperiamo il piacere del mangiare e della convivialità a tavola.

«Tanti ancora credono – sorride – che si debba per forza mangiare pasta in bianco e petto di pollo. Io che amo mangiare, non sopporterei mai tutto ciò. E’ anche inutile, perché ho imparato col nutrizionista, che ci sono diverse ricette sfiziose che rispettano i canoni per il bilanciamento della dieta. Oltre a vari primi, mi piace anche preparare delle torte, che poi mangio in allenamento al posto delle barrette. Quelle altrimenti mi annoiano e comunque non mi soddisfano».

Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue
Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue

Confronto e consapevolezza

Soraya ha una sorella di nome Asja, anche lei ciclista fino allo scorso anno, ma completamente diversa fisicamente.

«Asja è la classica scalatrice – dice – mangia per due e non mette su un etto. Io sono l’opposto e quando eravamo più giovani entrambe subivamo il confronto. Per i motivi opposti, ognuna invidiava l’altra. Io non sopportavo di ingrassare mangiando come lei. Asja invece, nonostante gli sforzi, non riusciva invece a mettere su massa. Con gli anni abbiamo imparato ad accettarci per come siamo e ad adattare la nostra dieta al nostro fisico. Bisogna stare bene con se stessi prima di pretendere una performance di livello».

La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28
La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28

Educazione alimentare

Infine, abbiamo chiesto a Soraya che cosa consiglierebbe per aiutare il movimento a colmare queste lacune.

«Il problema – dice – è che manca un’educazione alimentare nelle categorie giovanili. In Italia, alle junior difficilmente viene data una barretta per allenamento. All’estero invece contano quello che mangi e, se non hai usato tutte le barrette che avresti dovuto, il giorno dopo ne devi mangiare una in più. La Fci ha inserito la figura dello psicologo in nazionale. Sinceramente sono stupita dal fatto che ancora non abbia pensato ad introdurre quella del nutrizionista (il coinvolgimento è allo studio, ndr). Queste figure sono le uniche che possono davvero aiutarti se ti seguono costantemente. La dieta deve essere adattata ai vari cambiamenti del fisico e ai diversi carichi di allenamento. Per i professionisti invece l’ideale sarebbe il cuoco-nutrizionista, così si riuscirebbe a mangiare qualcosa di appagante e adatto alla dieta anche alle gare».

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