Nazionale per Zurigo: gruppo in condizione al servizio della Longo

19.09.2024
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C’è stato un verbo nel racconto della squadra di Parigi che a Paolo Sangalli non è andato giù. Lo dice subito, ridendo a denti stretti. E’ il verbo scricchiolare, che avevamo usato per descrivere il suo ragionamento sulla presenza di alcune atlete piuttosto di altre nella nazionale delle Olimpiadi. E ora che si va verso il mondiale e che le scelte sono state fatte in modo più netto, la differenza salta subito agli occhi. Alle atlete non si può dire nulla, il loro impegno è stato per tutto l’anno sotto gli occhi di tutti. Sul modo in cui vengono gestite invece si potrebbe aprire lo stesso file da anni sul tavolo parlando degli uomini. Nelle squadre straniere non sempre le italiane vengono tenute nella considerazione che ci aspetteremmo. E quest’anno in qualche caso tutto ciò è parso ancora più evidente.

«E’ il motivo per cui non ci sono under 23 nel gruppo – spiega il cittì delle donne – perché non hanno dimostrato di essere all’altezza. Al Tour de l’Avenir avrebbero potuto dimostrarlo, parlo di Francesca Barale ad esempio. Però ci sono state scelte diverse, che ho rispettato come adesso lei rispetta la mia scelta e me lo ha anche detto. Andare a tirare al Tour de France è sempre un lavoro pesante e lo capisco. Però a quell’età, quando hai un’opportunità di confrontarti con le pari età, dovresti coglierla. Anche perché chi ha vinto il Tour de l’Avenir (Marion Bunel, ndr) aveva fatto anche il Tour de France, arrivando molto avanti e dimostrando di aver trovato una grande condizione».

Nazionale per la Longo

Andremo in Svizzera con una nazionale per certi versi inedita e votata alla causa di Elisa Longo Borghini, che dopo il lungo periodo di riposo post olimpico è tornata in gruppo giusto ieri con il secondo posto al Grand Prix de Wallonie.

Il cittì ammette che gli sarebbe piaciuto avere anche altri nomi. Marta Cavalli, ad esempio. Oppure Bertizzolo o Persico al top. Ma visto che la prima non corre da tempo e le altre due non hanno la condizione sperata, si è scelto di lasciare spazio alle altre. Quindi, in rigoroso ordine alfabetico: Arzuffi, Balsamo, Longo Borghini, Malcotti, Magnaldi, Paladin e Realini.

Percorso e squadra per Longo Borghini, ti aspetti che si possa arrivare da soli oppure siamo aperti a tutto?

C’è uno zampellotto nel finale che può anche fare la differenza, dipende anche dalla situazione di gara. Logico che con una squadra così, andremo a fare una gara dura. Per le caratteristiche delle ragazze, non abbiamo alternative: tenteremo di arrivare alla fine con il minor numero di corridori. Mi preoccupano Kopecky e Vollering, oltre a Niewiadoma e magari anche Ludwig, anche se ultimamente non ha brillato. Però nella gara di un giorno può essere pericolosa…

Giusto per non usare più la parola scricchiolare, ti ha colpito che alcuni nomi molto attesi alla fine non siano venuti fuori?

Alcune ragazze hanno avuto stagioni storte. Prendiamo Silvia Persico. Lei resta disponibilissima, si era anche pensato che potesse fare il team relay, però dopo il Tour non è più stata al livello che speravamo. Tour che dal mio punto di vista poteva benissimo non fare, arrivando meglio magari al Romandia e ritrovandosi oggi nelle sette della nazionale per Zurigo. Ha avuto un anno no, dovrà resettarsi e ripartire. Stessa storia per Bertizzolo, che avrei voluto sia alle Olimpiade che qua, ma si è infortunata. Lei è uno di quei corridori che ti dice: «Guarda, non sono in condizione. Non vengo in nazionale solo per mettere la maglia e partire». Quindi è un’atleta onesta, come poi lo sono tutte.

Che mondiale ti aspetti?

Lo vedo più come una Liegi che come una tappa alpina. Andiamo con le armi che abbiamo ed è giusto che sia stato selezionato chi ha dimostrato di essere in condizione. Alice Arzuffi, ad esempio, mancava da tanto dal giro azzurro, però è stata determinante al Tour. Ha lavorato tantissimo anche al Giro, quindi va assolutamente premiata. Ha fatto un un percorso per arrivare bene sino a qui, quindi sono davvero contento per lei e sono sicuro che darà il suo contributo. Stesso discorso che vale per Barbara Malcotti e anche per Elisa Balsamo, che per una volta correrà solo in appoggio dell’altra Elisa.

Il 2024 di Persico è nato sotto una cattiva stella. Non fare il cross è stato un guaio
Il 2024 di Persico è nato sotto una cattiva stella. Non fare il cross è stato un guaio
Forse dalla lista manca Eleonora Gasparrini, terza agli europei e prima a Stoccarda…

Dal mio punto di vista il percorso è duro per lei. Ha trovato la condizione, preparando l’europeo. E’ stata brava, a Zurigo avrebbe potuto fare il lavoro che secondo me farà Elisa Balsamo. Però visto il livello delle under 23, il percorso per la “Gaspa” sarebbe troppo duro.

Longo Borghini era uscita a pezzi da Parigi, come la senti?

Tanto motivata, ha voglia di riscatto. Prima di Parigi arrivava da un Giro logorante. Ieri ha fatto seconda al Wallonie, quindi ha già dato un segnale. Da qui in avanti recupererà e il 25 settembre farà il team relay, che tra l’altro si corre sul circuito finale, quindi è adattissima a lei. Farà una prova generale. Arriverà su il 23, io parto stasera con le ragazze della nazionale crono. Ormai ci siamo, fra poco si comincia.

Wiebes imbattibile, ma Balsamo rialza la testa: argento che vale

14.09.2024
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HASSELT (Belgio) – Nella gara delle donne elite, bruciante vittoria dell’olandese Lorena Wiebes su Elisa Balsamo, con la polacca Daria Pikulik al terzo posto. Da sottolineare la prova magistrale di tutte le azzurre. Elisa Balsamo, Rachele Barbieri, Elena Cecchini, Maria Giulia Confalonieri, Chiara Consonni, Barbara Guarischi, Vittoria Guazzini e Gaia Masetti hanno corso alla perfezione, conquistando con la Balsamo (argento) la quinta medaglia di questi europei.

Eravamo una delle squadre da battere e abbiamo dimostrato di saper gestire questo tipo di pressione. A contenderci il titolo c’erano le solite olandesi con la campionessa uscente Bredewold e la fortissima Wiebes (l’anno scorso seconda). Oggi la vittoria è stata di una bici sulla nostra Elisa. Poi, con l’assenza dell’iridata Kopecky (oro nella crono di mercoledì scorso), di Marianne Vos e Demi Vollering, il pronostico era apertissimo.

Wiebes imbattibile: Balsano è seconda, ma quasi con distacco
Wiebes imbattibile: Balsano è seconda, ma quasi con distacco

Zolder e poi il pavé

La gara si è disputata su 162 chilometri tra Heusden-Zolder e Hasselt. Il percorso comprendeva due circuiti. Il primo, chiamato “Hasselt” (14,5 chilometri), percorso all’inizio (un giro e mezzo) e alla fine (un giro e mezzo) della gara, senza difficoltà particolari. Il secondo, “Limburg”, è stato affrontato a metà gara per due volte. Lungo 33 chilometri, è stato molto insidioso, con due salite classificate. il Kolmontberg (800 m al 4,5 per cento) e lo Zammelenberg (800 m al 4,3 per cento), oltre a due settori di pavé: Manshoven (1.400 m) e Op de Kriezel (1.550 m), entrambi in leggera salita.

Con il successo della Wiebes (il novantesimo in carriera), dalla prima edizione dell’Europeo per le élite, nel 2016, il titolo è andato otto volte su nove a una ciclista olandese. Solo l’italiana Marta Bastianelli, nel 2018, ha interrotto l’egemonia delle “Oranje”.

«Voglio ringraziare le mie compagne di squadra», dice Elisa Balsamo. «Abbiamo corso bene, io ho fatto la miglior volata possibile e va bene così. Anche oggi Lorena (Wiebes, ndr) è stata più forte… e bisogna accettarlo. Noi avevamo scelto la scia di sinistra perché era palesemente la migliore, la più veloce perché in curva. Il piano era questo. Chi tirava si spostava a destra e chi faceva la volata si buttava a sinistra. Abbiamo eseguito tutto alla perfezione, ma purtroppo non è bastato».

Guazzini e Consonni a ruota: la coppia d’oro di Parigi oggi al lavoro per Elisa Balsamo
Guazzini e Consonni a ruota: la coppia d’oro di Parigi oggi al lavoro per Elisa Balsamo

Un CT soddisfatto

Paolo Sangalli ha commentato: «Il secondo posto brucia sempre, ma dobbiamo riconoscere il merito a una ciclista come Lorena Wiebes, che è di un livello stratosferico. Le ragazze sono state bravissime, hanno aspettato il momento giusto per andare davanti. Il treno della Wiebes è saltato, come a Monaco, e loro sono state perfette. E’ mancata solo un po’ di fortuna. È stato un finale convulso e rischioso, con sportellate a destra e sinistra, ma va bene così».

Sangalli ha aggiunto: «E’ molto bello. Dopo le medaglie nella crono con Marco Velo, che oggi mi guidava la macchina, siamo un tutt’uno, ed è davvero bello lavorare con lui. Ieri con le U23, oggi con le élite, e domani proveremo a far risultato con le nostre juniores. Due gare, due medaglie: possiamo essere contenti. L’Italia c’è, il gruppo c’è. Infine, un plauso a tutte le ragazze e al mio staff, che è stato perfetto anche sul percorso».

Sul podio degli europei, Wiebes e dietro Balsamo e Pikulik
Sul podio degli europei, Wiebes e dietro Balsamo e Pikulik

La sofferenza di Marta Bastianelli

In sofferenza davanti al maxi-schermo vicino al podio, Marta Bastianelli, l’unica finora ad aver interrotto l’egemonia delle “Oranje” in questa competizione con il suo successo nel 2018, ha condiviso il suo pensiero.

«E’ un ruolo diverso – dice – vedendo tutto da fuori, vi confido che ora vado più in ansia di quando correvo. In ogni caso, le ragazze hanno fatto un bellissimo lavoro. La volata è stata ottima, ma la Wiebes è superiore in questo momento. La Balsamo non deve recriminarsi nulla, e tutta la squadra è da elogiare, dall’inizio alla fine. Credo che oggi siamo stati gli attori principali di questa corsa. Meritavamo la vittoria, ma complimenti a Lorena. Ci sarà un’altra occasione per riprovarci».

Brave a tutte, domani toccherà alle juniores e ai professionisti, sperando che Jonathan Milan faccia ancora meglio di Elisa.

Avenir Femmes, il cittì Sangalli al via con una nazionale d’attacco

19.08.2024
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«Sarà un Avenir importante per… l’avvenire delle atlete». E’ con un sottile gioco di parole che il cittì Paolo Sangalli prova a riassumere la spedizione della nazionale U23 al Tour de l’Avenir Femmes.

Prima di sistemare le ultime cose per la partenza per la Francia di domani, il tecnico azzurro è ancora gasato dal finale incerto del Tour Femmes, che fa il paio con quello del Giro Women, e si concede un piccolo excursus. «Che spettacolo! Niewidoma contro Vollering e prima ancora Longo Borghini contro Kopecky sempre sul filo dei secondi fino alla fine. Il ciclismo femminile è diventato davvero grande». Come non essere d’accordo con lui.

Tornando a monte, l’appuntamento della seconda edizione della piccola Grande Boucle femminile è fissato fra due giorni (dal 21 al 24 agosto: in apertura, una foto della passata edizione). Cronoprologo e tre tappe in linea per un totale di 321,2 chilometri infarciti di salita. Il gran finale, proprio come la gara maschile, sarà in vetta al Colle delle Finestre. E chissà se il totem delle Alpi Cozie stuzzicherà la fantasia delle più audaci come ci ha insegnato la storia o se sarà solo il teatro di una sfida ad eliminazione? Le azzurre dovranno difendere, e possibilmente migliorare, il terzo posto ottenuto da Realini l’anno scorso con una formazione quasi tutta nuova. Le scelte di Sangalli sono un mix tra l’obbligato e lo sperimentale, ma all’Avenir non mancherà uno spirito intrepido. Abbiamo cercato di capire che gara vedremo e quali saranno le rivali principali.

Paolo ricordiamo le convocate intanto.

Ho chiamato Ciabocco, Giada Borghesi, Valtulini, Segato, Cipressi e La Bella. Diciamo che come ogni anno ho dovuto aspettare un po’ per confermare le convocazioni. Ultimamente è diventata una costante tra le tre nazionali. Per un motivo o l’altro, principalmente fisico, ho sempre qualche ragazza in dubbio. Ad esempio, la mia intenzione sarebbe stata quella di chiamare Venturelli, ma agli europei di categoria in pista a Cottbus si è rotta il radio e ho fatto altre scelte. Mi lamento solo della sfortuna, non delle alternative a disposizione.

In un certo senso pensi di aver dovuto fare delle scelte forzate?

No, però mi vengono da fare delle considerazioni in generale. Considerando tutta la salita che c’è, più dell’anno scorso, è ovvio che mi dispiaccia non poter portare Realini che non è più U23. Mi spiace anche non aver chiamato Barale perché ha corso il Tour Femmes, ma è stato meglio così, anche se mi sarebbe piaciuta vederla da vicino in prospettiva mondiale. Quelle che porto all’Avenir sono tutte ragazze che hanno fatto un certo tipo percorso da juniores. Andremo avanti nel senso della continuità.

Che tipo di formazione sarà?

Faremo una gara all’attacco. Borghesi è una ragazza che non ha paura in questo tipo di azioni. Valtulini e Segato sono due scalatrici interessanti che hanno fatto un bel Giro Women. Dopo un buon Thuringen, Cipressi ha fatto altura a Tignes con le sue compagne che sono andate al Tour Femmes e quindi arriverà preparata. Viene dall’altura anche La Bella.

Non è ancora una junior?

Con le autorizzazioni delle varie federazioni, le juniores possono correre tra le U23, come se fosse uno stage. Infine c’è Ciabocco che aveva corso l’Avenir 2023. Ha un anno di esperienza in più nel WorldTour dove lavora tanto e bene per le compagne. Col cronoprologo del primo giorno capiremo chi curerà la generale, anche se sulla carta dovrebbero essere Ciabocco e Valtulini.

Chi saranno le rivali principali?

Ce ne saranno tante. Ho segnato alcuni nomi sul taccuino, ma credo sia più giusto ragionare più per Nazioni che per nomi. La prima che mi viene in mente è la Francia con Bego e Rayer, ma attenzione alla Germania (Riedmann e Czapla le capitane, ndr), alla Spagna (con Eraso, ndr), al Canada con le gemelle Holmgren, alla Gran Bretagna (Backstedt e Nelson, ndr) e naturalmente all’Olanda (guidata da Vinke, Reijnhout e Oudeman, ndr). Poi occhi puntati anche su quelle nazionali che conosciamo meno e che possono stravolgere i piani. Noi possiamo mantenere il podio che abbiamo conquistato con Realini l’anno scorso, però bisognerà vedere come andrà la corsa.

Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Cosa si aspetta Paolo Sangalli da questo Avenir Femmes?

Uno degli obiettivi sarà quello di crescere con questa squadra di giovani. Ad esempio Cipressi la voglio testare in vista dell’europeo, mentre La Bella per il mondiale. Portarla è forse un azzardo e non credo che altre nazionali porteranno una juniores. ma è anche un buon modo per farla crescere ulteriormente. Lo scontro all’Avenir con le pari età serve per capire cosa è successo nel percorso dalle juniores ad oggi. Capiremo a che punto siamo col nostro movimento.

Sangalli su Parigi, viaggio in una squadra nata in salita

08.08.2024
5 min
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Tornato da Parigi con il nono posto di Elisa Longo Borghini nella gara su strada delle donne, Paolo Sangalli sta preparando valigia e appunti per il Tour de l’Avenir delle U23. Poi da lì sarà la volta di un ritiro in altura con le ragazze del mondiale, il campionato europeo e appunto la trasferta a Zurigo di fine settembre che chiuderà la stagione azzurra. Eppure c’è rimasta qualcosa in testa su Parigi. Non tanto per la prova della “Longo”, che ha fatto quel che ha potuto e alla fine s’è presa tutto sulle spalle, scusandosi per il risultato opaco. Quanto piuttosto per la scelta delle altre azzurre, che avrebbe avuto a nostro avviso un senso durante l’ultimo inverno, ma che i risultati della stagione avrebbero potuto mettere in discussione. Si sono portati i nomi o le migliori atlete a disposizione?

«A Parigi – dice il cittì azzurro – abbiamo fatto quello che ci eravamo proposti, a prescindere dalla giornata storta di Elisa. Avevamo impostato la gara perché prendesse meno aria possibile nei primi 110 chilometri e di fatto non ha mai messo fuori la testa. Pensavo che Silvia Persico (foto di apertura, ndr) tenesse di più, ma è rimasta attardata nella stessa caduta a 50 chilometri dall’arrivo che ha bloccato la Wiebes. Su quel circuito anche 20 secondi erano impossibili da recuperare. Volevamo fare come la Faulkner, ma non sempre le cose vanno bene. Parlando con loro ci siamo detti che abbiamo fatto il percorso ideale di avvicinamento e forse aver chiuso il Giro d’Italia all’ultimo metro dell’ultima tappa ha contribuito al fatto che Elisa sia arrivata a Parigi più stanca di quel che si pensava».

Nelle corse dure, Longo Borghini è la più solida. A Parigi un giorno nero
Nelle corse dure, Longo Borghini è la più solida. A Parigi un giorno nero
Non si può dare la croce addosso a lei, infatti. Corre troppo. Classiche, Vuelta, Giro di Svizzera, Giro d’Italia, Olimpiadi, adesso il Tour e Plouay e poi il mondiale…

Questo è il ciclismo femminile su strada di adesso. Anche la Kopecky è arrivata tirata, perché se fosse stata quella che conosciamo, l’oro lo avrebbe vinto lei. Non le scappava nessuno. La Vos è un’atleta che conosciamo benissimo, è arrivata dopo un mese e mezzo che non correva e ha preso l’argento. Le olandesi forse avrebbero dovuto correre tutte per la Wiebes, ma la caduta ha cambiato tutto.

Quanto è stato difficile fare questa squadra? Hai mai pensato di cambiare le tue scelte?

Ma no, perché a quel punto il cambiamento era possibile solo con un certificato medico. Avrei potuto farlo in caso di caduta o di Covid. Ma l’Olimpiade è anche una sintesi degli ultimi anni. E se andate a vedere, tre su quattro delle azzurre venivano da risultati a livello mondiale e io voglio in squadra gente che è capace di arrivarci.

Balsamo ha amato il percorso di Parigi al primo sguardo, ma le sue condizioni erano lontane dal meglio
Balsamo ha amato il percorso di Parigi al primo sguardo, ma le sue condizioni erano lontane dal meglio
Non dovrebbero avere però anche la condizione con cui sono arrivate a quei risultati? Persico da un po’ non è quella del bronzo di Wollongong e forse Elisa Balsamo dopo il ritiro al Giro non era una carta da rischiare…

Con la Persico abbiamo fatto un percorso per arrivare a Parigi nella massima condizione. Poi dopo il Giro, ha avuto il Covid. Una con cui sostituirla poteva essere la Bertizzolo, ma era out anche lei per la stessa caduta della Balsamo. Chi avrei dovuto portare?

Forse Soraya Paladin avrebbe garantito una base di lavoro di alto livello?

Credo che avrebbe potuto fare quello che ha fatto la Persico, magari qualcosa in più. E’ logico che con il senno di poi si può dire qualsiasi cosa, ma negli ultimi anni i risultati hanno parlato chiaramente. Persico avrebbe dovuto fare il Giro in progressione, poi invece è stata male. Aveva investito su quella corsa gli ultimi quattro mesi e siamo andati avanti. I segnali erano buoni e se non fosse rimasta intruppata in quella caduta, ci sarebbe stata un giro per dare una mano alla Longo. Perché su questo siamo d’accordo: in una gara così, l’unica che poteva arrivare davanti era la Longo.

Soraya Paladin, già azzurra a Tokyo, avrebbe rinforzato il team azzurro?
Soraya Paladin, già azzurra a Tokyo, avrebbe rinforzato il team azzurro?
Oppure una Balsamo al 100 per cento….

Che avrebbe fatto come la Wiebes, anche lei penalizzata dalla caduta. Alla fine lei puntava proprio alla vittoria. Balsamo ha fatto il massimo per la situazione che aveva. E comunque io sono uno molto deciso nelle cose e purtroppo non ho avuto neanche la scelta di Sofia Bertizzolo perché quella maledetta caduta in Spagna ha coinvolto sia lei sia Elisa Balsamo. Quanto alla Paladin, è una ragazza che considero molto ed è infatti già nei piani per il mondiale.

Si volta pagina?

Si volta pagina, lo sport è così. Siamo andati via da Parigi con un nono posto, dopo che Elisa veniva da due medaglie. Ma ugualmente, il primo bronzo venne per la caduta di Van Vleuten in discesa, sono cose che capitano. Le corse vanno così, ma non tolgono nulla allo spessore di Longo Borghini che per le grandi classiche è il corridore italiano di riferimento. Lei non ci sarà per gli europei, perché la lascio recuperare, ma per i mondiali conto di averla nuovamente al massimo.

Elena Cecchini è entrata nella fuga di giornata, come lo scorso anno ai mondiali di Glasgow
Elena Cecchini è entrata nella fuga di giornata, come lo scorso anno ai mondiali di Glasgow

Ci sono punti che scricchiolano, ma la posizione è condivisibile. Le Olimpiadi possono essere la sintesi dei risultati del triennio (in questo caso) precedente, ma a patto che gli atleti coinvolti abbiano lo stesso livello e forse il 2024 ha detto cose differenti. Almeno per i mondiali dovremmo averle tutte al meglio, sperando nel frattempo che Silvia Persico ritrovi lo smalto che a Wollongong nel 2022 la portò a tanto così dal vincere il mondiale.

Longo Borghini, peccato: il giorno storto nel giorno sbagliato

04.08.2024
5 min
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PARIGI (Francia) – Elisa Longo Borghini è la personificazione della delusione. Come tutti i più grandi, in ogni sport, punta sempre al massimo. E quando non lo raggiunge, come è successo a Parigi, il colpo è duro da digerire. Era arrivata in Francia con ben altre ambizioni e magari con l’idea di tentare il colpo grosso, dato che di medaglie olimpiche già ne aveva, ma mancava la più preziosa. Non lo dice, ma lo si intuisce guardandola negli occhi. Lo intuiscono anche alcune rivali che, passandole accanto, la consolano. E le ricordano il grande Giro d’Italia che ha fatto. Lei ringrazia, ma per il momento non può essere sufficiente per farle passare la tristezza.

Elisa, che cosa è successo?

Mi dispiace tantissimo. Non è il risultato che volevo, non è il risultato che speravo. E’ andata malissimo. Non ho scuse e non le cerco. Semplicemente, le gambe non andavano. L’avevo immaginato già nella prima parte, naturalmente ci ho provato lo stesso. Poi a un certo punto mi sono spenta in un attimo. Chiedo scusa a tutti. Ai tifosi che mi hanno seguito da casa, ai tanti italiani che c’erano sul percorso. Li ho visti, li ho sentiti, ho percepito il loro incitamento. In generale, è stata una bella corsa e con una bella atmosfera. Ma in questo momento passa tutto in secondo piano perché sono molto delusa.

Pensi che se la gara si fosse sviluppata in modo diverso avresti avuto più possibilità?

Non è questione né di sfortuna né delle avversarie, che sono state brave. Faulkner ha vinto e si è meritata la vittoria. La responsabilità sta solo nelle mie gambe. Non c’erano, tutto qua. E mi dispiace tantissimo perché avrei voluto onorare in ben altro modo una manifestazione importante come le Olimpiadi, la maglia azzurra e l’Italia, che meritava un altro risultato.

Le azzurre al via: Persico, Longo Borghini, Cecchini, Balsamo
Le azzurre al via: Persico, Longo Borghini, Cecchini, Balsamo
Sei comunque nona in una prova olimpica, pur in una giornata no. Non sei troppo severa con te stessa?

Il punto non è il risultato. Potevo essere quarta o ventesima. Mi dispiace non essere stata al meglio, perché questo significa non avere onorato la maglia che indossavo. Tutto sommato penso che abbiamo fatto la gara giusta e che ci siamo mosse tutte bene. Anzi, ringrazio le mie compagne di squadra per il lavoro fatto. Ognuna di noi ha dato ciò che aveva oggi, purtroppo non è bastato. Non so veramente cosa dire, né penso che si debba cercare chissà quale spiegazione, perché ho percepito chiaramente di essermi spenta. Un metro prima c’ero, un metro dopo non c’ero più.

E adesso? La stagione non è finita e ci sono ancora appuntamenti importanti da onorare. Dove magari cercare il riscatto.

Adesso andrò a casa e inizierò a pensare al Tour de France. Non c’è un attimo di riposo e forse è meglio. Questa è una botta che fa male e che continuerà a farmi male, ma non posso permettere che condizioni il resto della stagione, perché c’è ancora tanto da pedalare.

Emotivamente gli ultimi chilometri quanto sono stati difficili?

Negli ultimi chilometri non vedevo nulla. Dal punto di vista emotivo sono stati molto difficili. Cercavo di remare fino all’arrivo, non sapevo più nemmeno dov’ero. Non sono riuscita a godermi il percorso. Ma ringrazio ancora una volta i tifosi che c’erano sul percorso. Se sono riuscita ad arrivare sul traguardo è grazie a loro, che hanno continuato a incitarmi soprattutto negli ultimi chilometri, quando ormai era chiaro che non sarei arrivata da nessuna parte.

Sei riuscita a sentirli?

Sì tanto che un altro motivo di dispiacere è non essere riuscita a dare il meglio di me stessa in un contesto così bello. Oggi l’atmosfera era veramente speciale. Purtroppo capita, lo so, è già capitato, ma ogni volta è sempre molto dura da accettare.

Per Sangalli si tratta delle prime Olimpiadi da cittì azzurro, dopo quelle da collaboratore di Salvoldi
Per Sangalli si tratta delle prime Olimpiadi da cittì azzurro, dopo quelle da collaboratore di Salvoldi

Un black-out inatteso

Stremata, Elisa lascia la spianata del Trocadero e non alza nemmeno lo sguardo alla Torre Eiffel. Segno ulteriore che avrebbe voluto guardarla dal podio. La parola passa quindi al commissario tecnico Paolo Sangalli e alla sua analisi.

«Siamo stati protagonisti – dice – fino al momento in cui Elisa si è spenta. Può capitare nello sport e purtroppo è capitato oggi a lei. Fino a quel momento si era mossa bene. Era nel gruppo giusto, per quelle che sono le sue caratteristiche e le sue capacità. Non tutte le giornate sono uguali».

E il 4 agosto 2024 a Parigi era una giornata meno uguale delle altre. Peccato.

Gara donne, ci siamo. Regia affidata a Cecchini e Persico

04.08.2024
4 min
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VERSAILLES (Francia) – Tre volte campionessa italiana, più di 20 medaglie internazionali. Elena Cecchini arriva alla prova olimpica senza ansie particolari.

«Gli ultimi mesi sono andati lisci – racconta – ho corso il Giro ed è stata una tappa importante in questa tappa di avvicinamento. Poi abbiamo fatto qualche giorno di ritiro in Val di Fassa (foto Instagram di apertura, ndr) con Silvia Persico. Ci ha raggiunti anche Elisa per qualche giorno. In questi giorni abbiamo rivisto il percorso in linea, che avevamo già visto a maggio e abbiamo rinfrescato la memoria. Penso che faremo una bella gara come squadra. Poi le gare secche possono andare in mille modi, ma l’obiettivo è fare il meglio possibile».

Il sopralluogo a maggio delle azzurre sul percorso di Parigi è stato il primo passo
Il sopralluogo a maggio delle azzurre sul percorso di Parigi è stato il primo passo
Ti aspetti alleanze trasversali, legate alle squadre per le quali si corre durante l’anno?

Il legame con le squadre è imprescindibile. Ieri abbiamo fatto la ricognizione, eravamo tutte insieme, è normale che ti cerchi con le compagne di squadra con cui corri tutto l’anno. Io sono stata con le mie compagne, Longo Borghini con le sue, ma da qui ad accordarci il passo è lunghissimo. La verità è che un’Olimpiade del genere potrebbe essere facile per Longo Borghini e dura per Balsamo. Altre Nazioni hanno una leader che potrebbe vincere. Noi siamo outsider, ma ho capito che per alcune delle avversarie questo è un grande obiettivo.

Quale sarà ilì ruolo in gara di Elena Cecchini?

Il mio ruolo potrebbe essere quello di dover leggere la gara, come è stato l’anno scorso a Glasgow, dove senza la Longo Borghini abbiamo provato a fare bella figura. E’ un bel ruolo, ma mi sentirei un po’ sprecata a fare questo. Per me e Silvia vedo più un ruolo dedicato a entrare nelle fughe. Certo, sono gare difficili da interpretare. Le squadre non sono mai così piccole. Ci sono molte ragazze che sarebbero adatte a questo tipo di percorso, ma non hanno la squadra. Bisognerà essere per 160 chilometri con la testa lì. Oltre che con le gambe, naturalmente.

Lo scorso anno ai mondiali di Glasgow, Elena Cecchini in fuga: un copione che rivedremo?
Lo scorso anno ai mondiali di Glasgow, Elena Cecchini in fuga: un copione che rivedremo?
Ti piace gareggiare in un contesto diverso dal solito?

Mi piace. Ci sono almeno 40 ragazze che possono aspirare al podio. E questo è bello. A Rio sapevamo già con che ruolo partivamo, per esempio. Così sarà più aperta, più tattica.

Percepisci il clima olimpico?

Siamo stati in una bolla ultimamente. Ci troviamo bene, abbiamo il cuoco italiano, stiamo tranquilli. Del Villaggio Olimpico ho bellissimi ricordi a Rio, ma sono certa che per la prestazione sia meglio stare qui in hotel, dove appena usciamo abbiamo strade per poterci allenare.

Ti sei mai immaginata con una medaglia olimpica al collo?

Più che immaginare, ho sognato. Questa gara è bella perché tutto può succedere. Ho lavorato tanto, al Giro ho avuto in alcune tappe le risposte che volevo, in altre ho sofferto. So comunque che potrò contribuire e sognare non costa nulla.

Persico ha preso il Covid dopo il Giro d’Italia, ma ora è in ottima condizione
Persico ha preso il Covid dopo il Giro d’Italia, ma ora è in ottima condizione

Emozione Persico

Accanto a lei c’è Silvia Persico, abituata a indossare la maglia azzurra anche nel ciclocross e pronta per l’avventura a cinque cerchi, nonostante un imprevisto.

«Dopo il Giro ho preso il Covid – spiega – e non sono stata bene. Per 8 giorni sono stata positiva. Ora però sento di avere una buona gamba. Sono molto felice di essere qui e partecipare alle Olimpiadi. Siamo una squadra forte e possiamo giocarci le nostre carte».

Come ti trovi in gare del genere, spesso totalmente diverse da quelle cui siete abituate?

Sono contenta di partecipare a una gara del genere. Sarà dura nella prima parte e molto veloce nella seconda, in città, con il circuito. Siamo al massimo in 4 per ogni Nazione, quindi in poche, sarà una bella battaglia e sono molto contenta di esserci.

Il bronzo di Wollongong 2022 dietro Van Vleuten e Kopecky fa capire che una Persico in forma può lasciare il segno
Il bronzo di Wollongong 2022 dietro Van Vleuten e Kopecky fa capire che una Persico in forma può lasciare il segno
Cosa ti aspetti da te stessa?

Sia io sia Elena Cecchini dovremo coprire gli attacchi delle avversarie ed essere di supporto alle due Elise.

Che emozione senti?

La maglia azzurra mi emoziona ogni volta. Indossarla per le Olimpiadi è speciale. L’ho indossata anche nel ciclocross e dal 2022 sono nella Nazionale di strada. Di sicuro mi regala una grande carica. 

Anche Longo Borghini fiuta il fuoco: «Se c’è bagarre, mi diverto»

02.08.2024
4 min
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VERSAILLES (Francia) – Nella quiete di uno splendido albergo, non lontano dalla Reggia di Versailles dove si stanno disputando le prove olimpiche dell’equitazione, le ragazze della nazionale di ciclismo preparano la prova olimpica di domenica. Alle 14 partirà una gara che si preannuncia dura e combattuta, per un totale di 158 chilometri. «E’ un grande obiettivo», dice con sicurezza Elisa Longo Borghini.

Elisa ha già al suo attivo due bronzi olimpici e due bronzi mondiali. Sa come si corrono queste gare, conosce la differenza tra una prova in linea per nazionali e una grande classica. E’ l’italiana più attesa, reduce da una cronometro che poteva andare meglio e da un Giro d’Italia che non poteva andare meglio. Non era sicuramente qui per la cronometro, la prova che conta è quella di domenica. «Sento di aver mantenuto la condizione dopo il Giro. Poi saranno le gambe a parlare domenica. Sono certa che come squadra faremo bene».

La crono di Elisa Longo Borghini non è andata benissimo, ma il vero obiettivo è la gara di domenica
La crono di Elisa Longo Borghini non è andata benissimo, ma il vero obiettivo è la gara di domenica
E da te stessa cosa ti aspetti?

Queste sono gare che amo. Mi piacciono l’imprevedibilità, l’adrenlina, la rumba. Ci sguazzo e mi diverto. Poi magari non vinco, ma per me questo è il ciclismo, non le gare che sai già come si svilupperanno e come andranno a finire. Quelle sono noiose. A me piace stare nella mischia e combattere.

Che gara ti piacerebbe che si sviluppasse?

Non abbiamo ancora parlato di strategie, ma sicuramente ci saranno tentativi da lontano. Il percorso invoglia ad attaccare, ci sono tante seconde linee molto forti. Questo fa immaginare che vogliano provare ad avvantaggiarsi per arrivare davanti nel circuito. Magari può essere uno scenario realistico. Sicuramente spero di non arrivare in volata, magari se fosse una volata a due o a tre sarebbe meglio. Naturalmente sogno di arrivare da sola, ma è abbastanza difficile. Mi difenderò e cercherò di fare della gara che uscirà fuori la mia gara ideale.

Tutte contro Lorena Wiebes?

Spesso succede e credo che sarà così anche stavolta. Tutte vorranno provare a staccare Wiebes. Però magari proprio per questo ne potrebbe venir fuori un tutte contro tutte. E non mi dispiacerebbe, dico la verità. Più c’è bagarre, più mi diverto. E ci possono essere più occasioni per sorprendere le altre. Credo che sarà una gara bella da vedere per uno spettatore e molto dura per chi la correrà.

Foto ricordo anche per la sua Trek: l’attesa olimpica è ai massimi (foto Instagram)
Foto ricordo anche per la sua Trek: l’attesa olimpica è ai massimi (foto Instagram)
Ti piace il percorso?

Sì, mi piace molto. Mi ricorda una Gand-Wewelgem, con Montmartre che può essere paragonato al Kemmelberg, anche se la salita della classica ha pendenze più arcigne. E’ una corsa dove bisogna cogliere l’occasione. Per quanto mi riguarda non voglio decidere un punto preciso dove attaccare o difendermi. Anzi, è più probabile che io debba difendermi. Cercherò di restare tanto sul momento e di cogliere l’occasione giusta, oppure di individuare la ruota giusta e rimanere attaccata aspettando il momento per provarci. E’ l’opzione più probabile.

Potrebbero esserci alleanze trasversali, legate alle appartenenze alle rispettive squadre?

Non voglio neanche pensarci. E’ una cosa che non prendo in considerazione minimamente. Gli obiettivi di club non dovrebbero contare nulla alle Olimpiadi. Si sta qui per la nazionale e non per le nostre squadre. Sono cose che non devono influenzare la corsa. Chiaramente so che possono accadere, ma comunque mi pare difficile in una gara del genere, con un gruppo ristretto rispetto al solito. In ogni caso, ciò che mi rende fiduciosa è la grande unione che c’è tra me, Elisa, Silvia ed Elena (Balsamo, Persico e Cecchini, ndr). Stiamo bene, siamo unite e pronte a farci valere come squadra. Daremo tutto e finiremo senza alcun rimpianto.

Elisa Longo Borghini, classe 1992, ha già conquistato due bronzi olimpici: a Rio e Tokyo (foto FCI)
Elisa Longo Borghini, classe 1992, ha già conquistato due bronzi olimpici: a Rio e Tokyo (foto FCI)
Cos’hanno di speciale le Olimpiadi rispetto a mondiali o europei?

Uno dei ricordi più belli che ho è legato proprio alle Olimpiadi. A Rio, quando ho preso la medaglia, mia mamma mi ha detto: «Grazie, mi hai restituito la medaglia che avrei potuto prendere io quando ti ho avuta». Lei (la fondista Guidina Dal Sasso, ndr) avrebbe dovuto fare i Giochi invernali di Albertville nel 1992. Non ci è andata perché sono nata io. E’ stato un cerchio che si è chiuso, un cerchio olimpico. Al di là del ricordo personale, è proprio qualcosa di diverso. Ai nastri di partenza lo percepisci subito. E’ una emozione che non riesco a spiegare. E’ un misto tra la tensione e l’orgoglio di essere lì con la maglia della nazionale. E’ una emozione forte e così forte non l’ho mai provata in alcuna situazione. Qui percepisci chiaramente che c’è tutto il mondo dello sport, non solo del ciclismo.

Dal Giro Women alle Olimpiadi, quali indicazioni per il cittì Sangalli?

18.07.2024
6 min
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Che il Giro d’Italia Women regalasse spettacolo ed incertezza fino agli ultimissimi metri di gara forse non era stato preventivato da nessuno. Che potesse invece fornire utili indicazioni in vista delle Olimpiadi era piuttosto assodato da tempo. Ed in questo senso cosa si è segnato il cittì Paolo Sangalli sul suo taccuino?

A parte qualche assenza dovuta a diverse scelte di programmazione, al Giro Women erano presenti tante ragazze che saranno protagoniste a Parigi. Dalle atlete che si sobbarcheranno il lavoro oscuro alle cosiddette seconde linee – quanto meno per ciò che riguarda il borsino delle favorite – fino alle big che puntano dritto alle medaglie. Il primo appuntamento a cinque cerchi sarà la crono del 27 luglio poi si farà rotta verso la prova in linea del 4 agosto, dove c’è condensata la maggior parte dell’attesa. Prima di allora le azzurre di Sangalli – Balsamo, Cecchini, Longo Borghini e Persico – svolgeranno un raduno in altura per rifinire condizione e tattiche, seppur con qualche differenza. Andiamo a scoprire quindi quali sono gli ultimi appunti del cittì (in apertura con Balsamo, foto Il Ciclista Fotografo).

Dopo il testa a testa al Giro Women, anche a Parigi si rinnoverà la sfida Longo Borghini-Kopecky?
Dopo il testa a testa al Giro Women, anche a Parigi si rinnoverà la sfida Longo Borghini-Kopecky?
Paolo, partiamo naturalmente da Longo Borghini, splendida vincitrice del Giro Women.

Elisa l’avevo vista in grande forma durante il ritiro sul Passo San Pellegrino, dove avevamo sviluppato un bel blocco di lavoro con tutte le altre ragazze. Devo dire che non mi ha sorpreso la sua vittoria al Giro, o meglio, è andata oltre le mie previsioni. Ad esempio non ha avuto quel famoso giorno di crisi che aveva sempre avuto gli altri anni. La sua prestazione complessiva mi ha trasmesso tanta tranquillità. E so che porterà questa condizione fino a Parigi.

Lei farà anche la prova contro il tempo olimpica. Seguirà un programma diverso?

Sì, Elisa salirà a Parigi col gruppo crono il 23 luglio, mentre noi della strada andremo a Soraga in Val di Fassa dal 25 al 30 luglio assieme alla nazionale maschile di Bennati, per poi partire in aereo per la Francia il giorno successivo. Già nella crono di Brescia al Giro Women, Elisa è andata molto forte. Una prova solida. E per quella olimpica sono molto fiducioso. Il podio è ampiamente alla sua portata. Anzi, ritengo che sia un bene che corra la crono, così avrà già scaldato il motore.

Cosa possiamo dire delle altre azzurre?

Balsamo non è stata fortunata, ma non sono preoccupato. Ha preso la tonsillite e avevo messo in preventivo che potessero saltare fuori questi virus visto il grande caldo e i relativi sbalzi termici per raffreddarsi. Elisa ha fatto solo quattro tappe, nelle quali ha lavorato bene. Sono molto contento per il suo terzo posto di Volta Mantovana perché si è buttata nuovamente in volata, in un finale tutt’altro che semplice e con avversarie di altissimo livello. Arriverà pronta anche lei per Parigi.

Da Cecchini e Persico ti aspettavi qualcosa in particolare?

Hanno avuto compiti diversi al Giro Women, facendo tuttavia ciò che avevo chiesto. Elena si è confermata la “solita” atleta fidata che dà garanzie ed equilibrio. Ha lavorato tantissimo per Kopecky sia in volata che negli ultimi due giorni, che erano durissimi. Ha dimostrato di stare bene. Silvia invece è partita con l’obiettivo Parigi in testa, forse più delle altre. Ha lavorato su sforzi da 5/6 minuti come troverà sul percorso olimpico. Aveva messo nel mirino alcune tappe, ma ha dovuto giustamente adattarsi alle tattiche della sua formazione. A Chieti poteva fare qualcosa in più, ma aveva Magnaldi in fuga e non si è mossa. E’ comunque uscita in crescita dal Giro.

L’hai nominata prima. La Kopecky vista al Giro Women sarà l’avversaria numero uno oppure pensi che abbia consumato troppo?

Magari fosse solo lei quella da tenere d’occhio (sorride, ndr). Kopecky era partita per puntare alle tappe e rifinire la condizione. Si è trovata poi a giocarsi la generale e sappiamo che atleta sia quando è in lizza per una vittoria, specie se di quella portata. Non ha recuperato dallo sforzo del Blockhaus e all’ultima tappa ha pagato, anche se per me Elisa avrebbe vinto ugualmente perché era più forte. In ogni caso Kopecky sarà la principale nemica per le Olimpiadi.

Chi saranno le altre rivali per l’Italia?

Beh, prima facevo riferimento a chi non abbiamo visto al Giro Women, ovvero Vollering, Vos e Wiebes. Quest’ultima sta correndo al Baloise Tour (fino al 21 luglio, vincendo ieri il prologo d’apertura, ndr) e vedremo come sta. Prevedo una sfida a tre tra noi, Olanda e Kopecky, perché penso proprio che il Belgio sarà tutto per lei. Poi bisognerà fare attenzione alle outsider, ammesso che si possano definire così…

A chi fai riferimento?

Ci sono tanti nomi da tenere sotto osservazione. Niewiadoma non va mai sottovalutata perché lei c’è sempre. Però attenzione a quelle che hanno finito il Giro Women in crescendo. Grace Brown ha fatto una grande crono a Brescia (seconda per un solo secondo dietro Longo Borghini, ndr) e ci ha provato in diverse occasioni. Ludwig è stata protagonista nelle frazioni mosse e nella generale. Lippert ha vinto la tappa di Chieti, la più lunga del Giro, e mi è piaciuta tantissimo. Mi limito a loro, ma lista può essere più lunga.

In sostanza che gara si aspetta il cittì Paolo Sangalli?

Sicuramente sarà dura, fin dai primi chilometri. Il 2 agosto faremo una ricognizione collettiva sul circuito di Parigi quasi chiuso al traffico, anche se lo conosciamo bene perché ci eravamo stati nei mesi scorsi. E’ una gara che si presta a tante soluzioni, tipo il mondiale di Wollongong nel 2022. Difficile dire se si arriverà con un gruppetto di venti atlete o in solitaria, una ad una. Dall’ultimo scollinamento di Montmartre al traguardo ci sono ancora nove chilometri e quindi il tempo di recuperare. Di sicuro sarà un finale imprevedibile, soprattutto dal punto di vista mentale. Però io sotto quell’aspetto sono sereno. So di essere ben coperto dalle mie ragazze, pronte ad ogni evenienza.

Con Cecchini entriamo, passo dopo passo, nei segreti di Parigi

17.07.2024
5 min
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Con la chiusura del Giro d’Italia Women, e la conseguente vittoria di Elisa Longo Borghini su Lotte Kopecky, si apre il sipario verso la prova su strada di Parigi. Le due, che sulle strade del Giro si sono date battaglia fino all’ultimo giorno e hanno terminato la prova a 21 secondi di distanza, saranno anche tra le protagoniste della prova olimpica. Al fianco di Elisa Longo Borghini ci sarà Elena Cecchini, che Sangalli ha nominato come regista in corsa. L’atleta friulana ha corso accanto a Lotte Kopecky questo Giro d’Italia Women, ma tra pochi giorni la belga diventerà avversaria. Mentre Elisa Longo Borghini sarà una delle punte del team azzurro

«In SD Worx – dice scherzando – ce n’è più di una. Oltre a Kopecky ci sarà anche la Vollering, ad esempio. E’ strano perché ci corri insieme tutto l’anno, ma quando indosso la maglia azzurra esiste solo quella. Rappresentare il proprio Paese alle Olimpiadi è un’occasione unica e immensa».

Dopo un Giro d’Italia accanto a Kopecky ora Cecchini sarà al fianco della Longo Borghini a Parigi
Dopo un Giro d’Italia accanto a Kopecky ora Cecchini sarà al fianco della Longo Borghini a Parigi

La condizione

Per Elena Cecchini questo Giro d’Italia è la seconda corsa a tappe in quest’ultima parte di stagione. Prima lei e le compagne del team azzurro sono state in ritiro sul San Pellegrino a lavorare per arrivare pronte e in condizione in vista di Parigi. 

«La prima metà di stagione – racconta ancora – si è chiusa con la Vuelta, poi ho riposato e ricaricato le batterie. Proprio in quel periodo di stacco, inizio maggio, siamo andate a vedere il percorso della prova olimpica con Sangalli. E’ stato un ritiro, se così vogliamo definirlo, molto utile, perché pedalare su quelle strade ti dà una sensazione migliore. Sai come allenarti e cosa aspettarti il giorno della gara».

Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky saranno anche le protagoniste della corsa olimpica?
Elisa Longo Borghini e Lotte Kopecky saranno anche le protagoniste della corsa olimpica?
Hai messo nelle gambe tanti chilometri. 

Sì, con Guazzini siamo andate in ritiro, meteo a parte (dice ancora ridendo, ndr) ci siamo allenate bene. Il rientro in corsa è stato al Tour of Britain, insomma il periodo di allenamento e di preparazione è stato intenso. 

Al termine del quale è arrivata la convocazione olimpica.

Fa sempre piacere e per me era anche un obiettivo di stagione. Sono molto felice di esserci e di avere al mio fianco queste tre compagne (Persico, Balsamo e Longo Borghini, ndr). Penso che potremo fare molto bene in qualsiasi modo si svolgerà poi la gara. 

E cosa ci possiamo aspettare dalla gara olimpica?

Penso che la riunione pre gara, quella della sera prima, possa durare anche tre ore. E’ un percorso bellissimo e apertissimo a tutte le possibilità. Ho fatto anche Rio nel 2016 ma lì sapevo che sarebbe stata una questione tra scalatrici. A Parigi potranno giocarsela le ragazze che fanno bene alle Ardenne, oppure se la gara verrà meno dura, ci saranno davanti le atlete votate alle Classiche. 

Le ragazze di Sangalli sono andate a vedere il percorso di Parigi a maggio
Le ragazze di Sangalli sono andate a vedere il percorso di Parigi a maggio
Con un parterre ridotto, anzi ridottissimo. 

Partiremo in 65, di cui 50 potranno tranquillamente puntare al podio. Dal mio punto di vista sono super motivata, perché penso verrà fuori una corsa molto tattica. Con un finale da brividi visto che si passa accanto al Musée d’Orsay e alla Torre Eiffel. 

Percorso diviso in due parti?

Praticamente sì. All’inizio ci sarà il tratto che porta fino al circuito di Parigi. Dicono che sia pianeggiante ma non è così, scaleremo diverse cote e non sarà facile. La parte più semplice dal punto di vista altimetrico non aveva nemmeno un albero intorno, se sarà una giornata calda il rischio è di soffrirla parecchio. 

Cecchini al centro con a sinistra Silvia Persico loro dovranno coprire le fughe iniziali (foto Maurizio Borserini)
Cecchini al centro con a sinistra Silvia Persico loro dovranno coprire le fughe iniziali (foto Maurizio Borserini)
Poi si arriva al circuito.

Che non sarà come quello del mondiale di Glasgow dello scorso anno, ma molto diverso. Meno curve però esigente con la salita di Montmartre in pavé. Uno sforzo da due minuti, quindi da atlete da Classiche. 

Difficile controllare la corsa però, anche se voi sarete nel numero massimo consentito: quattro. 

Infatti non puoi sapere cosa verrà fuori nel circuito finale. Ci saranno poche nazioni con una leader unica, una sarà il Belgio. L’Olanda non sapremo se avrà una capitana designata. Noi dovremo prendere vantaggio da queste situazioni e comportarci da squadra, come al solito. 

La vittoria di Anna Kiesenhofer a Tokyo 2020 ha aperto le porte alle attaccanti, che saranno agguerritissime
La vittoria di Anna Kiesenhofer a Tokyo 2020 ha aperto le porte alle attaccanti, che saranno agguerritissime
Nella prima parte di gara pensi potrà andare via un gruppo numeroso?

Penso proprio di sì, soprattutto dopo Tokyo. La vittoria della Kiesenhofer ha dato speranza a tante. Di contro direi che molte squadre alzeranno l’attenzione e controlleranno bene la gara. Nazioni come Danimarca o Australia, che non hanno nulla da perdere, attaccheranno fin da subito. Starà a noi, Persico e me, entrare nelle fughe e non collaborare se c’è un gruppo che non va bene. Rincorrere porterebbe a dimezzare la squadra e non è detto che si riesca a chiudere. Quindi bisogna anticipare le mosse. 

Tu e Persico in anticipo, la Balsamo che ruolo potrà avere?

L’infortunio che ha avuto le ha condizionato l’approccio a questa parte di stagione. Ma il pronto recupero e la convocazione da parte di Sangalli sono dati significativi. Lei sarà quella che dovrà tenere duro, in teoria correre accanto alla Wiebes. Se arriveremo in volata giocheremo tutto su di lei.