Martina Fidanza: ora i mondiali su pista, poi la Visma

24.09.2024
4 min
Salva

Una delle prime novità per la stagione 2025 riguarda Martina Fidanza, l’atleta bergamasca passerà infatti alla Visma Lease a Bike Women. Un contratto biennale che chiude la sua esperienza alla Ceratizit, formazione tedesca che negli anni è cresciuta fino ad arrivare nel WorldTour proprio nel 2024. Per Martina Fidanza, alle prese con la convalescenza dopo un incidente in allenamento, la chiamata dello squadrone olandese arriva dopo stagioni in costante crescita

«La convalescenza – dice da casa Martina Fidanza – è più dura del previsto a causa della rottura del gluteo. Ci metterà un po’ a recuperare e il mondiale di pista è dietro l’angolo, manca un mese. Riesco a uscire in bici, ma in maniera blanda, massimo un’ora e mezza a ritmi bassissimi. Giusto per girare le gambe. Oggi ad esempio sono rimasta totalmente ferma».

A inizio settembre si era detta felice per il finale di stagione, pochi giorni dopo è arrivato l’incidente che l’ha fermata (foto Instagram)
A inizio settembre si era detta felice per il finale di stagione, pochi giorni dopo è arrivato l’incidente che l’ha fermata (foto Instagram)

Lo scorrere del tempo

Per Martina Fidanza la stagione è iniziata presto, anzi prestissimo, con gli europei su pista il 10 gennaio. E’ poi proseguita con gli impegni su strada e le Olimpiadi di Parigi. 

«Sono passata dal vedere i mondiali su pista come un obiettivo lontano nel tempo – spiega – al vederli arrivare velocemente e non riuscire ad essere pronta come desidero. Sicuramente darò il massimo, ma il muscolo sarà al massimo delle prestazioni a metà ottobre. Nel mentre dovrò lavorare a regimi minori, onorerò l’impegno, chiaro che dispiace arrivare così. L’ufficialità della firma con la Visma è arrivata tre ore prima dell’incidente, pensare che una notizia così bella sia stata smorzata da questo evento dispiace, rimane però la felicità e l’orgoglio del traguardo raggiunto».

Come trascorri i tuoi giorni a casa?

Cerco di tenere la mente occupata, faccio dei sudoku, mi piacciono e per un po’ non penso ad altro che ai numeri. Poi guardo serie tv, mi sto appassionando a una serie crime, cercare di scoprire il colpevole e risolvere i casi è una bella prova. Infine vedo i miei amici, sto con il gatto e il mio fidanzato. 

Come è arrivato l’interesse degli olandesi?

La Visma cercava una velocista giovane da affiancare a quella che già hanno in rosa. La Vos fa un altro tipo di calendario, servivano due velociste pure. Non mi ritengo una delle più forti in gruppo, però ho dimostrato di avere del potenziale e la squadra l’ha notato. E’ una cosa che mi fa parecchio piacere. Dal Thuringen ho fatto vedere le mie qualità e le due vittorie mi hanno dato una bella spinta. 

Intanto su strada sono arrivate tre vittorie stagionali, due al Lotto Thuringen Tour
Intanto su strada sono arrivate tre vittorie stagionali, due al Lotto Thuringen Tour
Che contatti avete avuto?

Per prima cosa abbiamo fatto una videochiamata dove mi hanno presentato la squadra e hanno capito che tipo di persona sono. L’interesse è stato subito reciproco e dopo siamo passati al condividere i dati e le varie cose tecniche. La proposta ufficiale mi è arrivata dopo le Olimpiadi, la firma, invece poco prima di metà settembre. 

Li hai incontrati anche di persona?

Sono andata in Olanda nella sede principale per conoscere lo staff e il personale. E’ una struttura impressionante, una quantità di bici inimmaginabile. Mi sono sentita subito coivolta, anche perché ho camminato tra le varie maglie e bici dei campioni. Passeggiare e vedere i vari peluche e trofei del Tour conquistati da Marianne Vos o la bicicletta di Van Aert fa emozionare. Sono la prima atleta italiana a far parte del team femminile, è una bella responsabilità, ma non mi pesa.

Risultati che le hanno aperto le porte della Visma Lease a Bike Women, nella quale correrà nel biennio 2025-2026
Risultati che le hanno aperto le porte della Visma Lease a Bike Women, nella quale correrà nel biennio 2025-2026
Quali ambizioni ti poni per la nuova avventura?

Crescere ancora e fare un ulteriore salto di qualità. Voglio essere all’altezza della squadra in cui correrò, direi che cercare di vincere la prima gara di categoria WorldTour può essere un bell’obiettivo. 

Hai parlato della pista?

Ci siamo subito detti dell’importanza della doppia attività e del valore che per me ha la pista. Li ho trovati assolutamente d’accordo e sono disponibili per creare un calendario ideale per le mie caratteristiche e ambizioni. 

Non resta che farti un imbocca al lupo per una pronta guarigione e questa nuova avventura.

Crepi!

E le donne? Vincono gli Usa, azzurre quarte senza rimpianti

07.08.2024
4 min
Salva

PARIGI (Francia) – Ad un certo punto il sogno del bronzo sembrava possibile, poi è arrivato il sorpasso della Gran Bretagna. Le sensazioni delle azzurre sono un misto tra la soddisfazione per la prestazione di questi due giorni e l’amarezza per un sogno sfiorato.

All’inizio prevale la seconda e non mancano le lacrime, nascoste da un bell’abbraccio collettivo, prima di dedicarsi ai microfoni. Chiara Consonni, rientrata in finale al posto di Letizia Paternoster, Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini e Martina Fidanza ci hanno provato fino all’ultima goccia di energia: partenza “a bomba” e cuore oltre l’ostacolo.

Le azzurre impegnate nella finale per il bronzo: (da sinistra) Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini
Le azzurre impegnate nella finale per il bronzo: (da sinistra) Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini

Cuore Guazzini

Inizia Vittoria Guazzini: «Siamo dispiaciute, abbiamo dato l’anima. Non possiamo rimproverarci niente. Ho visto Elisa molto dispiaciuta, ma con tutto quello che ha passato è già una grande cosa che sia stata qua. Si vince e si perde insieme. Voglio ripeterlo. Per noi, per Martina (Alzini, ndr) che è rimasta fuori, ringrazio tutti. La Nazionale, Marco Villa, Diego Bragato, lo staff. Non è facile mettere insieme ragazze così, ci vogliamo bene, a volte talmente tanto che discutiamo come se fossimo sorelle. Qualche piantino e poi si volta pagina». 

La sfida con la Gran Bretagna è stata intensa e Vittoria insiste nel suo racconto: «Siamo partite forte, avevamo visto il tempo che avevano fatto loro, sapevamo che non ci sarebbe stato modo di recuperare. I ragazzi ci hanno galvanizzato, come tre anni fa quando hanno vinto a Tokyo. Prima dei rulli abbiamo aspettato perché ci siamo preparati tutti insieme. Grandissimi loro, peccato per noi, ce l’abbiamo messa tutta. Sapevamo che avremmo avuto un calo. Ma era una finale, dovevamo ballare. E’ arrivata la botta alla fine. Ci abbiamo creduto, ma iniziare forte era l’unica strada. Ci sono mancate alcune centinaia di metri».

E il futuro? «E’ un gruppo giovane, ora c’è dispiacere, guardiamo a Los Angeles. Analizzeremo quello che non è andato, complimenti alle altre nazioni. Potremmo trovare tutte le scuse del mondo, ma non siamo fatte così».

Oro agli Stati Uniti, argento alla Nuova Zelanda e bronzo alla Gran Bretagna, che appunto ha battuto le azzurre
Oro agli Stati Uniti, argento alla Nuova Zelanda e bronzo alla Gran Bretagna, che appunto ha battuto le azzurre

Balsamo leader

Elisa Balsamo parla da leader delle azzurre. Era attesa ed è arrivata in gruppo. «Mi sento tanto responsabile di questo gruppo. Ho fatto l’ultima gara di coppa di qualifica per Rio e sono tanti anni che sono qui e mi sento responsabile. Abbiamo dato il massimo e questo fa sì che non abbiamo rimpianti. Semplicemente, fa male essere arrivati così vicino ad un sogno. L’ultimo anno per me è stato difficile, essere qui è già qualcosa. Non avevamo più di quello che abbiamo dato».

Olimpiade finita per Elisa? Non è detto a quanto pare. «Siamo in tre per la Madison, non so chi correrà. Il quartetto era la prova che abbiamo preparato di più. Anche se la mia Olimpiade dovesse finire qui, tornerò a casa con un bel ricordo, ed è questa la cosa più importante». 

A differenza delle compagne, Elisa non guarda molto avanti: «L’Olimpiade è importantissima, ma la vita e la carriera vanno avanti. Penso giorno per giorno, suddivido la mia stagione per obiettivi. Los Angeles non mi sfiora minimamente come pensiero». 

Un po’ di rammarico per non essere arrivata al top c’è. La storia è nota e per lei non è stato un anno fortunato. Su come sarebbe andata se si fosse presentata con più energie, ognuno può pensarla come crede e chissà cosa pensa lei. 

«La mia condizione non è al cento per cento, non mi nascondo, non è una scusa. Il mio avvicinamento non è stato facile. Sono sicura di aver fatto tutto quello che mi era possibile, forse anche di più».

Il gruppo di Marco Villa. Al centro in maglia bianca Letizia Paternoster, che aveva disputato i primi due turni del quartetto femminile
Il gruppo di Marco Villa. Al centro in maglia bianca Letizia Paternoster, che aveva disputato i primi due turni del quartetto femminile

Passione pista

«Ho avuto un pianto liberatorio. Troppa tensione e l’ho sfogata così – racconta Chiara Consonni Eravamo il quartetto dei nostri sogni, ci abbiamo provato».

La famiglia Consonni torna a casa con una medaglia, quella di Simone, fratello di Chiara. «E c’è ancora la Madison di Simone, noi siamo in tre, vedremo cosa deciderà Marco (Villa, ndr). Già essere qui e condividere queste emozioni con le mie compagne è bellissimo».

Le ultime parole spettano poi a Martina Fidanza, anche lei sospesa fra presente e futuro: «Siamo partite forti, forse un po’ troppo, non so. Ci abbiamo provato, dispiace, ma non credo potessimo far meglio». 

«Los Angeles? La pista rimane la mia più grande passione. Il mio sogno è quello: fare un’altra Olimpiade. Ma so che il tempo è lungo e le cose cambiano, basti pensare a ciò che è successo a Elisa. Quello che sogno è una medaglia tra quattro anni. Lavoreremo per questo e vedremo come andranno questi anni».

Martina Fidanza, due vittorie per lanciare Parigi

06.07.2024
5 min
Salva

Con due vittorie al Lotto Thuringen Ladies Tour, Martina Fidanza si è già lanciata verso il grande appuntamento olimpico di Parigi e verbo non potrebbe essere più appropriato, visto che stiamo parlando della ragazza chiamata ad avviare il trenino dell’inseguimento verso il grande sogno. La ragazza di Ponte San Pietro ha chiuso come meglio non si poteva la prima porzione di gare su strada, conquistando due sprint di seguito in un contesto molto qualificato.

Le feste del team per le sue due vittorie, che hanno restituito il sorriso dopo l’incidente di Archibald
Le feste del team per le sue due vittorie, che hanno restituito il sorriso dopo l’incidente di Archibald

La portacolori della Ceratizit WNT ha ricevuto dalla prova tedesca una grande iniezione di fiducia non solo per i successi, ma per la gara in se stessa: «Era una corsa a tappe di sei giorni, quindi una di quelle lunghe, inferiore solo a Giro e Tour in quanto a durata. Oltretutto si è rivelata molto impegnativa perché c’era pochissima pianura. Una gara che in questo periodo della stagione è stata ideale per me che avevo già deciso a inizio anno di non prendere parte al Giro Donne per concentrarmi per un mese sul lavoro per la pista».

Al di là delle due vittorie che indicazioni hai avuto per la tua prova?

Ottime, anche perché se guardo a come sono arrivata alla corsa tedesca c’era poco di che essere allegri. Arrivavo da tre settimane di allenamento molto impegnative e sentivo le gambe molto pesanti, non avevo buone sensazioni. Non gareggiando da un mese, con il solo anticipo del campionato italiano peraltro neanche concluso, quindi sapevo che mi sarebbe mancato il ritmo gara. Non ero preoccupata, piuttosto consapevole della difficoltà che faceva parte di un cammino.

Prima della corsa tedesca, la Fidanza aveva preso parte alla prova tricolore correndo per le FF.OO.
Prima della corsa tedesca, la Fidanza aveva preso parte alla prova tricolore correndo per le FF.OO.
E poi?

La prima tappa diciamo che è servita per sbloccarmi, anche mentalmente, successivamente c’erano due frazioni, quelle di Gera e di Erfurt, destinate a una volata generale e lì mi sono trovata bene, la squadra ha lavorato per me e queste due vittorie sono state un’ottima attestazione del lavoro svolto. Poi sono arrivate le frazioni più dure e alla fine ero stanca. Appena tornata ho subito iniziato con 3 giorni di lavoro su pista e ora si va avanti su quella direzione.

Tu sei parte integrante del quartetto, a meno di un mese dal vostro torneo qual è la situazione generale?

Noi abbiamo iniziato a concentrarci su Parigi sin dal rientro dalla tappa di Nations Cup in Canada, sull’onda della grande performance sostenuta lì. Con Villa abbiamo lavorato bene, compatibilmente con gli impegni che aveva ognuna di noi con il suo team siamo sempre riuscite a essere almeno in 4 in ogni sessione, svolgendo tutti i lavori previsti nonostante le difficoltà. Ora nell’ultimo mese sarà molto importante riuscire a ritrovare le sensazioni giuste, quelle da mettere in campo in gara anche se fino al turno qualificativo non avremo naturalmente test agonistici.

Il quartetto azzurro gareggerà il 6 e 7 agosto. A Martina Fidanza il compito di lanciarlo
Il quartetto azzurro gareggerà il 6 e 7 agosto. A Martina Fidanza il compito di lanciarlo
Il vostro cammino è stato comunque non semplice, considerando il grave infortunio di Elisa Balsamo rientrata nel gruppo proprio in extremis…

Io ho condiviso con lei le tre settimane di lavoro a Livigno e ho potuto vedere davanti ai miei occhi la sua crescita, non solo dal punto di vista fisico e della condizione di forma, ma soprattutto della consapevolezza. Ha lavorato molto duramente, con un obiettivo chiaro. Io l’ho vista molto bene e posso scommettere che a Parigi sarà la vera Elisa Balsamo.

Tu sei compagna di squadra di Katie Archibald, messa fuori gioco da un incidente domestico. Quanto perde la Gran Bretagna secondo te?

Intanto sono particolarmente addolorata per quanto è successo a Katie perché so quanto ci teneva. E’ chiaro che la squadra perde qualcosa, ma questo secondo me non cambia granché nelle gerarchie della vigilia. Conosciamo il quartetto britannico, lo abbiamo già affrontato senza di lei e resta sempre uno dei favoriti per l’oro a Parigi. Noi non dobbiamo commettere l’errore di guardare gli avversari, entrare nel gioco di chi perde e chi guadagna con un ingresso o l’altro. Dobbiamo pensare solo a noi stesse, completare il percorso soprattutto a livello tecnico per riuscire a tirare fuori il meglio. Per intenderci, dobbiamo pensare che l’assenza di Katie non cambi nulla.

Katie Archibald, messa fuori gioco da un grave incidente domestico. Doveva gareggiare in 3 specialità
Katie Archibald, messa fuori gioco da un grave incidente domestico. Doveva gareggiare in 3 specialità
Un aspetto importante del torneo olimpico sarà anche la gestione dei tempi prima e dopo ogni impegno.

Il nostro torneo, a differenza di quello maschile, sarà articolato come le altre gare, il primo giorno per qualificazioni, il secondo per primo turno e finali. Noi di solito arriviamo al velodromo molto prima, almeno due ore e iniziamo a lavorare sui rulli per fare quel lavoro necessario per sbloccare il fisico ed entrare nel ritmo gara. Poi una breve sosta e si riprende con la seconda parte, sempre sui rulli, questa tesa al vero e proprio riscaldamento. Importantissimo sarà gestire il tempo fra una gara e l’altra: ci saranno tra le 4 e le 5 ore, questo dovrebbe consentirci, seppur in tempi stretti, di tornare in albergo, mangiare e rilassarci un po’ prima di ricominciare ed è un buon vantaggio.

Martina sta dedicando tutto l’ultimo mese alla pista, con un intervallo in altura
Martina sta dedicando tutto l’ultimo mese alla pista, con un intervallo in altura
Tu sarai chiamata a un ruolo importantissimo, il lancio…

Sì, infatti stiamo lavorando molto su questo aspetto e anche sulla seconda tirata, per capire quanto potrò dare alla squadra prima di staccarmi.

Tu non sarai al Giro come le tue compagne: che cosa farai?

Sfrutterò quella settimana per tornare a Livigno e fare un po’ di altura prima di tornare e affrontare con le compagne la parte finale della preparazione. Quella sì che sarà una volata importante…

Alzini, nuovi focus in pista e voglia di raccogliere di più

16.02.2024
6 min
Salva

«Vi confesso che non mi aspettavo la vostra chiamata, però mi fa piacere anche se in questo inizio di stagione non compaio molto negli ordini d’arrivo». Prendiamo in contropiede Martina Alzini che ci risponde in modo divertito, incuriosito e sincero come sempre. Talvolta si può andare oltre i piazzamenti cercando di leggere fra le righe ciò che esprime una gara o una prestazione.

Siamo andati sul sicuro perché Alzini ha sempre qualcosa da dire. Finora ha corso europei, Nations Cup e UAE Tour raccogliendo subito dei riscontri per ciò che sarà il suo 2024. In pista sta provando a rimettersi in gioco su discipline per lei desuete per strappare un biglietto per Parigi 2024. Su strada è alla terza stagione con la Cofidis Women Team, con cui vorrebbe salire un ulteriore gradino di crescita. Di questo ed altro abbiamo chiacchierato con la legnanese, che nel frattempo ha festeggiato i 27 anni in gara negli Emirati Arabi.

Alzini in coppia a Martina Fidanza durante la madison di Nations Cup in Australia. Una disciplina che ha ripreso a fare da poco
Alzini in coppia a Martina Fidanza durante la madison di Nations Cup in Australia. Una disciplina che ha ripreso a fare da poco
Com’è nata la tua partecipazione alla Nations Cup visto che il quartetto non c’era?

Ne avevamo iniziato a parlare già da tanto tempo con Villa e Bragato. Principalmente l’anno scorso Marco (il cittì Villa, ndr) mi aveva chiesto di fare qualche gara di gruppo in vista di quest’anno. Ero sia stimolata che spaventata perché era un po’ che non ne facevo. Così mi sono confrontata anche con Martina Fidanza con cui avrei dovuto fare la madison e mi sono resa disponibile per andare giù ad Adelaide. Compatibilmente agli impegni con le nostre squadra, tra gli europei e il viaggio in Australia ci siamo trovate a Montichiari per qualche allenamento.

Che effetto ti ha fatto prepararti per questa disciplina?

Innanzitutto dovevo raccogliere i punti necessari per farla. Li avevo ottenuti agli italiani di Fiorenzuola dove Martina ed io abbiamo vinto la madison (oltre ad altri tre tricolori, ndr). Poi ho fatto punti in Repubblica Ceca correndo in coppia con Fiorin. Però potete capire bene che si trattava di contesti diversi rispetto ad una Nations Cup. Nei primi due casi ho corso su velodromi all’aperto, ad Adelaide eravamo al chiuso. I riferimenti da prendere sono altri e ne escono gare completamente differenti. Poi diciamo che per prepararmi meglio ho sfruttato “Benjo” (sorride riferendosi al suo fidanzato Benjamin Thomas, plurimedagliato in pista, ndr).

Amicizia. Il 10 febbraio al UAE Tour Fidanza, Consonni e Guazzini hanno preparato la torta di compleanno per Alzini
Amicizia. Il 10 febbraio al UAE Tour Fidanza, Consonni e Guazzini hanno preparato la torta di compleanno per Alzini
In che modo?

Sapete che anche lui ama la pista ed è uno che si riguarda più volte le gare per capire dove sbaglia o dove deve sfruttare meglio le situazioni. Quindi un po’ ho chiesto io, un po’ si è proposto lui di aiutarmi e così ci siamo ritrovati a vedere tanti filmati di madison un pezzo alla volta. Anzi, ad un certo punto sembrava un’interrogazione (ride, ndr). Benjo metteva in pausa la gara e mi chiedeva se avessi notato errori da parte di qualcuno o azioni buone. In entrambi i casi mi ha spiegato cosa si doveva fare e perché. Studiare la madison mi ha fatto bene, correrla ancora di più perché mi è stato tutto molto più chiaro.

Alla fine avete chiuso con un sesto posto. Te lo aspettavi?

Sapevamo che non potevamo fare molto di più. Marco e Martina (Fidanza, ndr) con me sono stati molto pazienti e comprensivi. Martina poi ha fatto quasi gli straordinari perché si è ritrovata a compensare i miei errori. Entrambi li ringrazio infinitamente per l’opportunità che mi hanno dato.

Farai anche le altre prove di Nations Cup?

Ho voglia di riscattarmi, sicuramente. Per Milton (dal 12 al 14 aprile, ndr) mi sono resa disponibile anche per il quartetto. E nei giorni precedenti ho già dato la mia parola che sarò in pista ad allenarmi. Invece salterò la prova di Hong Kong (15-17 marzo, ndr) perché correrò con la Cofidis al Tour de Normandie, dove l’anno scorso avevo ottenuto due secondi di tappa e il terzo nella generale. Vorrei migliorare quei tre podi.

Sembra evidente che il gruppo pista femminile abbia recepito le “strigliate” del cittì Villa, giusto?

Assolutamente sì. Dopo Glasgow abbiamo avuto un cambio di rotta e credo si sia visto subito nei ritiri. Abbiamo capito cosa Marco vuole da noi. L’oro del quartetto agli europei è frutto del nostro maggior impegno, del nostro ulteriore salto di qualità. Il gruppo sostiene le singole e viceversa. Noi siamo amiche prima giù dalla bici che in sella. Al UAE Tour, dove siamo quasi tutte avversarie, le altre ragazze della pista mi hanno fatto una bellissima sorpresa per il compleanno.

Raccontaci pure.

Negli Emirati tutte le squadre alloggiavano nello stesso hotel, quindi a cena ci si vedeva con tutti. La sera del 10 febbraio al tavolo della mia squadra si sono presentate Martina, Chiara e Vittoria (rispettivamente Fidanza, Consonni e Guazzini, ndr) con una torta preparata apposta per me. Non me lo aspettavo ed è stata davvero emozionante. Questo per dire quanto siamo unite e quanto può far bene questo aspetto.

Ex Valcar. Alzini e Consonni hanno disputato il UAE Tour con diversi ruoli e compiti nelle rispettive squadre
Ex Valcar. Alzini e Consonni hanno disputato il UAE Tour con diversi ruoli e compiti nelle rispettive squadre
Il UAE Tour invece com’è andato a Martina Alzini?

Avevo il compito di aiutare Valentine Fortin nelle volate. Principalmente ho fatto la leadout per lei e avevo la responsabilità di fare il treno. Posso dire che le gare di gruppo in pista mi hanno dato quel qualcosa in più per questo tipo di lavoro. La squadra mi riconosce il ruolo di regista in corsa e ne sono orgogliosa perché mi piace analizzare le gare. Stiamo crescendo come team e penso che nella seconda tappa abbiamo fatto il miglior lavoro allo sprint di questi tre anni. Poi ovvio che vorrei avere un po’ di spazio, anche se sto facendo di tutto per guadagnarmelo.

Gli obiettivi del 2024 quindi non sono solo legati alle Olimpiadi?

Parigi resta sempre un grande obiettivo. Tuttavia non guardo più indietro e non penso più a Tokyo. Guardo piuttosto i piccoli passi in avanti, anche perché rispetto a tre anni fa sono cambiate tantissime cose. Il ciclismo è fatto di tante sconfitte e poche vittorie, pertanto le apprezzi maggiormente. Anche grazie all’Esercito (corpo nel quale è entrata da fine dello scorso anno, ndr) riesco a fare bene due attività. Nel 2023 mi è mancato qualcosa dal punto di vista mentale e quest’anno vorrei tornare ad alzare le braccia al cielo, dove non importa. Spero che il mio lavoro venga ripagato. Mi concedete però un’ultima riflessione?

Alzini è alla terza stagione in Cofidis. La squadra le ha assegnato il ruolo di regista in corsa, però lei vorrebbe ritagliarsi qualche spazio in più
Alzini è alla terza stagione in Cofidis. dove è regista in corsa, ma vorrebbe ritagliarsi qualche spazio in più
Certamente…

E’ una riflessione romantica, diciamo. Magari mi attirerò le antipatie di qualcuno e per qualcuno potrebbe essere giustamente opinabile ciò che dico, ma ci pensavo proprio mentre eravamo al UAE Tour guardando le volate. La SD Worx-Protime è la formazione dominante su tutti i terreni e nessuno ne mette in discussione la forza. Anzi, merito loro. Però pensavo che sfida sarebbe stata allo sprint con la vecchia Valcar, tenendo conto adesso di quante di noi sono sparse in giro. Adesso sarebbe una formazione WorldTour che terrebbe testa a loro senza problemi. Che potenziale che c’era lì dentro…

Ceratizit, il WorldTour come coronamento di un percorso

23.12.2023
4 min
Salva

La Ceratizit-WNT è sempre stata considerata una formazione continental “sui generis”. Ce lo hanno ripetuto a più riprese tutte le italiane che corrono o hanno corso con i loro colori. Finalmente, verrebbe da dire, dieci giorni fa il team tedesco ha fatto quell’upgrade che voleva, ricevendo dall’UCI la licenza WorldTour.

A fine 2023 la Ceratizit ha chiuso al decimo posto nel ranking internazionale, prima dei team continental, dopo i podi di categoria nei due anni precedenti e completando una incredibile escalation che solo nel 2018 la vedeva al 34° posto assoluto. Dalle parole di Arianna Fidanza abbiamo voluto capire cosa cambia con l’acquisizione di questo status.

Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al decimo posto del ranking internazionale, prima dei team continental
Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al 10° posto del ranking internazionale

I ringraziamenti di Baldinger

«Vorrei ringraziare tutta la squadra e lo staff – ha dichiarato a caldo Dirk Baldinger, capo dei diesse della Ceratizit-WNT – per il loro duro lavoro, così come ringrazio tutti gli sponsor che hanno creduto nel nostro progetto negli ultimi dieci anni. Eravamo tutti motivati per raggiungere questo obiettivo e siamo felici di averlo centrato grazie ad undici vittorie con sei atlete diverse».

La notizia in ritiro

Dall’8 al 20 dicembre il neo-team WorldTour ha svolto il ritiro a Calpe. Non solo allenamenti e prove di materiali, ma anche attenzione sugli aspetti societari. Arianna Fidanza sa che la sua è una squadra-azienda, per effetto dello sponsor principale.

«Quando è stata fatta la richiesta – racconta la bergamasca che compirà 29 anni il prossimo 6 gennaio – eravamo abbastanza sicuri di passare nel WorldTour, però finché non arriva la conferma mai dire mai. Poi il 12 dicembre quando siamo rientrati dall’allenamento, i nostri dirigenti ci hanno comunicato che avevamo ottenuto la licenza. Nonostante ce lo aspettassimo, ci sono stati davvero tanta soddisfazione, orgoglio e gioia. E’ stato più che comprensibile, per la società è stato il coronamento di un percorso iniziato anni fa. Alla sera siamo andati tutti assieme in un locale a fare un piccolo festeggiamento perché comunque il giorno dopo ci aspettava un’altra seduta di allenamenti».

Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)
Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)

Pochi cambiamenti

Il suo contributo Arianna Fidanza l’ha dato eccome alla sua Ceratizit. A fine gennaio al debutto ad Almeria le aveva regalato la prima delle undici vittorie stagionali, aiutando poi le compagne in più occasioni, compresa la sorella Martina nel successo di Mouscron. Ma l’anno prossimo cosa potrebbe esserci di nuovo?

«Fondamentalmente per noi cambia poco – prosegue – perché già quest’anno abbiamo fatto praticamente un calendario WorldTour. La Ceratizit nel 2022 aveva chiuso al terzo posto del ranking continental, ma la Plantura-Pura era diventata WorldTour (poi con la denominazione Fenix-Deceuninck, ndr) e la Valcar si era trasformata nel devo team della UAE Team ADQ. Quindi in virtù dei punti ottenuti e a queste nuove licenze, la squadra ha potuto usufruire degli inviti praticamente obbligatori nelle corse più importanti, come classiche e giri a tappe.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit

«A livello organizzativo – spiega Arianna, che torna nel WT dopo il biennio nella Jayco – la nostra squadra era già estremamente preparata. Lo status sulla maglia indicava “continental”, ma eravamo un team WorldTour in tutto e per tutto. Non ci è mai mancato nulla. Quella sarà l’unica vera differenza,. Per il resto abbiamo sempre affrontato le corse con una mentalità da squadra di categoria superiore, pur consapevoli dei nostri mezzi e della concorrenza. Il 2024 è veramente dietro l’angolo. Non andremo in Australia per il DownUnder e faremo un nuovo ritiro a Calpe a gennaio per iniziare la stagione in Europa. Tra i vari obiettivi credo proprio che ci sarà quella di continuare a crescere e consolidarsi nelle prime dieci posizioni del ranking».

Fidanza e le azzurre ripartono dalla scossa di Amadio

30.11.2023
6 min
Salva

Intercettiamo Martina Fidanza sul treno da Milano per Roma. La linea va e viene, la chiamata cade e poi riparte. La destinazione della bergamasca sono le visite mediche al Coni, che durante questo scorcio di stagione vedranno arrivare nella Capitale gli azzurri di tutte le discipline in vista di Parigi 2024.

La stagione è finita in Cina con il Tour of Guangxi e subito prima quello di Chongming Island, da cui è tornata a casa con due podi. Vacanze ad Amsterdam con Stefano Moro e un periodo di tre settimane senza bici. In generale il 2023 è stato un anno piuttosto strano, con gli europei pista di Grenchen a febbraio, i mondiali ad agosto e il gran finale in Oriente. Il ritiro di Noto con la nazionale ha dato l’inizio alla nuova stagione (nella foto Instagram di apertura, Fidanza è alle spalle di Silvia Zanardi)..

«Il 2023 è stato un po’ lungo – ammette Fidanza – complicato farsi trovare pronta in tutti gli appuntamenti, visti i tanti obiettivi sparpagliati durante l’anno. Nonostante questo, sono soddisfatta. Su strada sono un po’ migliorata (il 2023 ha portato la vittoria alla Ronde de Mouscron, ndr). Nelle gare più adatte a me, sono riuscita a fare qualche piazzamento. La vittoria mi ha aiutato moralmente ed è stato bello».

Invece il mondiale pista ad agosto che esperienza è stato?

E’ stato un po’ difficile, perché due settimane prima ero caduta al Baloise Tour. Anzi, non solo una volta, ero caduta tre volte perché una non bastava e mi ero anche sublussata la spalla. Però non sono stata ferma, appunto perché ero a due settimane dal mondiale. Ho cercato di tirar dritto e soffrire, di superare l’infortunio allenandomi. Alla fine il dolore è passato, al mondiale non sentivo quasi più niente, però di sicuro non ci siamo arrivate al top della forma. L’ambiente era un pochino stressante e alla fine abbiamo ottenuto un quarto posto nel quartetto di cui io, e penso le altre ragazze, siamo contente, vista l’annata che abbiamo avuto e come ci siamo arrivate.

Poteva andare peggio, insomma?

Noi cerchiamo sempre di guardare l’aspetto positivo e alla fine è stato un quarto posto a pochi decimi dal terzo, quindi eravamo soddisfatte. Non siamo arrivate a Glasgow con un percorso regolare e omogeneo. Ci sono stati i due grossi infortuni di Vittoria Guazzini e di Elisa Balsamo. Vittoria ha rotto il bacino ed è stata ferma un mese. Mentre Elisa ha avuto le varie rotture alla mandibola e anche lei è stata costretta a fermarsi per lo stesso tempo. Sono arrivate ai mondiali che si stavano riprendendo e in quel periodo non erano al top della forma. Poi è vero che non ci siamo mai trovate per girare e non possiamo dire di aver costruito questo mondiale. Eppure, nonostante tutto, siamo comunque arrivate quarte.

Dopo le cadute al Baloise, Fidanza è caduta anche durante la finale della madison. Qui viene scortata da Morini e dal dottor Angelucci
Dopo le cadute al Baloise, Fidanza è caduta anche durante la finale della madison. Qui viene scortata da Morini e dal dottor Angelucci
Alla fine del mondiale, Amadio ha fatto una riunione invitandovi a una maggiore presenza. Un momento utile o sapevate che qualcosa fosse mancato?

Eravamo tutte consapevoli di non aver fatto l’avvicinamento giusto. In più il Tour de France Femmes che finiva a pochi giorni dal mondiale non permetteva di allenarsi insieme. Comunque quella riunione ha dato una scossa, perché adesso riusciamo ad avere molta più organizzazione. Ci troviamo più spesso anche tra noi ragazze e abbiamo individuato delle date in cui vederci in pista, cercando di esserci almeno in quattro per fare un quartetto e dare più continuità.

Il ritiro di Noto in questo senso è stato una ripartenza?

Esatto. E’ servito a ritrovarci insieme e fissare un punto di partenza. Ci siamo accordati sulle date future e abbiamo cercato di allineare un po’ i programmi. E poi è stato una ripartenza sotto tutti i punti di vista, anche da quello atletico, perché abbiamo staccato quasi tutte e gradualmente abbiamo cercato di fare delle ore di allenamento insieme.

Ti aspettavi che Rachele Barbieri uscisse dal gruppo pista?

E’ un po’ che non la sento, quindi non so se sia sempre della stessa idea o se ci abbia ripensato. Dopo quella riunione di Amadio, avevamo capito che la sua intenzione fosse di non continuare con noi. Però non sapevamo quale sarebbe stata la decisione definitiva e neppure in quale squadra sarebbe andata. Forse è legato tutto al percorso che deciderà di intraprendere nei prossimi tre anni.

Il 4° posto del quartetto a Glasgow si rivaluta secondo Fidanza viste le condizioni precarie delle azzurre
Il 4° posto del quartetto a Glasgow si rivaluta secondo Fidanza viste le condizioni precarie delle azzurre
Come proseguirà ora il tuo inverno?

Il 4 dicembre partirò per andare in Spagna, a Calpe, e fare circa 10 giorni di ritiro. Poi andrò diretta a Grenchen, per correre la Track Cycling Challenge. Quindi ci ritroveremo per alcuni ritiri prima e dopo Natale per girare un po’ insieme. Infine andrò all’europeo. Ci siamo accordate per iniziare insieme ad Apeeldoorn, anche se non saremo al 100 per cento della forma. Però cercheremo di arrivare motivate e per fare il miglior risultato possibile.

Tornando a te e pensando a Parigi, le attenzioni saranno rivolte solamente al quartetto?

Di sicuro, oltre al quartetto, le Olimpiadi richiedono che le quattro o cinque che saranno convocate siano affidabili anche nelle altre prove di gruppo. Oltre a questo, sarà fondamentale riuscire ad essere veramente forti nell’inseguimento. Penso che quello sia l’obiettivo principale per tutti. Il resto non dico che venga trascurato, però si costruirà di conseguenza. Il mio obiettivo è sempre stata la pista e la strada viene un po’ in secondo piano. La mia squadra, la Ceratizit-WNT Pro Cycling, nel frattempo dovrebbe diventare WorldTour, quindi di sicuro c’è un po’ di pressione anche da parte loro, anche se restano disponibili per lasciarmi i miei spazi su pista.

La Ceratizit in cui corre anche sua sorella Arianna starebbe per salire nel WorldTour, ma rispetta i suoi programmi su pista
La Ceratizit in cui corre anche sua sorella Arianna starebbe per salire nel WorldTour, ma rispetta i suoi programmi su pista
I mondiali sono stati anche un test per l’avvicinamento alle Olimpiadi che si correranno pure ad agosto?

Glasgow ha simulato le condizioni che potrebbero esserci a Parigi. Ognuno sa come arrivare pronto: a me servirà una gara a tappe un mesetto prima. Pochi giorni fa stavo riflettendo anche sul programma della squadra e noi abbiamo il focus sul Thuringen Ladies Tour, che forse per me sarà meglio del Giro d’Italia. Sto aspettando di vedere le tappe e di capire se sarà più adatto del Giro, per poi concentrarmi su una preparazione più specifica su pista.

I programmi vi saranno dati nel ritiro in Spagna?

A Calpe saranno delineati al 100 per cento e poi dovrebbero rimanere fissi per tutto l’anno. Poi è ovvio che mano a mano che si andrà avanti, potranno esserci dei piccoli cambiamenti. Ma conto di tornare a casa dalla Spagna sapendo quale sarà il mio programma per il 2024.

Arianna & Martina, l’anno insieme delle “Fidanzas”

04.10.2023
8 min
Salva

CARPI – La loro prima stagione assieme alla Ceratizit-WNT sta per finire e ce n’è un’altra che bussa alla porta dopo il riposo invernale. Quest’anno Arianna e Martina Fidanza si sono ritrovate ad essere compagne di squadra, come ai tempi dell’Eurotarget di papà Giovanni, anche se i loro cammini agonistici si sono incrociati (forse) meno del previsto.

Solo 15 gare (per un totale di 21 giorni) disputate assieme dalle “Fidanzas” (come le hanno ribattezzate nel team tedesco), che nonostante tutto sono riuscite entrambe a lasciare la propria firma in una particolare circostanza. Se a fine gennaio Arianna aveva aperto il 2023 col botto vincendo subito ad Almeria la prima gara del calendario europeo, l’apice famigliare viene toccato ad aprile il giorno di Pasquetta. Alla Ronde de Mouscron Martina vince praticamente per distacco la volata tirata dalla sorella (poi quarta) e dopo il traguardo scoppia la festa. Al Giro dell’Emilia ne abbiamo approfittato per rivivere quel momento con entrambe, così come per tracciare un bilancio e buttare uno sguardo al futuro.

Che annata è stata?

MARTINA: «Di alti e bassi. Ho avuto diverse cadute, con alcuni colpi alla testa che mi hanno sempre fermata qualche giorno in più del dovuto. Anche il nervo sciatico mi ha dato problemi. Tuttavia una vittoria su strada e due secondi posti sono riuscita ad ottenerli. In pista sono arrivata ad un passo dalle medaglie sia agli europei che ai mondiali (nello scratch, quinta e quarta, ndr) e mi è bruciato tanto. In ogni caso ho ancora alcune gare da fare. Dal 9 al 19 ottobre andrò in trasferta in Cina per il Tour of Chongming Island ed il Tour of Guangxi (entrambe corse WorldTour, ndr) e lì finirò la mia annata».

ARIANNA: «All’inizio una stagione super. Mi sono preparata bene, però non mi aspettavo di vincere alla prima gara. Il morale si è alzato subito tanto. Al UAE Tour ho provato a fare classifica, andando bene in salita. A giugno ho avuto qualche caduta di troppo. Seppur la squadra mi abbia fatto correre ancora tanto, non sono più riuscita a trovare il giusto colpo di pedale. Poi in estate di base io soffro sempre il caldo e anche questo mi ha condizionata. Adesso ho praticamente finito di correre. Quest’anno era anche il mio primo anno con tante corse all’attivo (55 giorni, ndr) quindi non sapevo nemmeno come gestirmi. Questa esperienza mi aiuterà a gestirmi meglio l’anno prossimo».

Com’è stato essere nuovamente in squadra con tua sorella a distanza di anni in un team più grande come la Ceratizit?

MARTINA: «E’ stato bello. L’ultima volta avevamo fatto il biennio 2018-19 assieme, ma ora c’è un sapore diverso perché siamo in una squadra importante che per il 2024 ha fatto richiesta di diventare WT. Sinceramente speravo di poter fare più assieme a lei, però il calendario si modifica sempre durante l’anno. In ogni caso devo ringraziare Arianna per ciò che ha fatto per la mia vittoria di inizio stagione. La sintonia in corsa si sente».

ARIANNA: «E’ stato emozionante, senza ombra di dubbio. Non abbiamo fatto tante gare insieme, ma quando è successo abbiamo corso molto unite. Riusciamo a trovarci molto bene nelle varie fasi di corsa. In realtà anche quando eravamo in squadre diverse, ho sempre avuto il pensiero di controllare Martina dove fosse in gruppo e cosa stesse facendo. Ora è diverso anche prima della gara per sostenerci a vicenda».

Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Com’è stato il successo di Mouscron visto da Martina e visto da Arianna?

MARTINA: «E’ una vittoria mia che va divisa per forza con Arianna ed anche Kathrin Scheweinberger, autrice di un grande lavoro. E’ come se sul gradino più alto del podio ci fossimo andate tutte e tre. Senza di loro non sarei nemmeno riuscita a centrare quel risultato. »

ARIANNA: «Era già successo qualcosa di simile quando facevamo le gare open ma stavolta è tutta un’altra cosa. E’ stata una grande giornata. E’ stato bello dare tutto quello che avevo per lei. Ho fatto tutta la gara a cercare Martina perché credevo in lei, più di lei. La gara è stata dura per il tanto vento e il brutto tempo. Il gruppo si continuava a spezzare. Cercavo di stare davanti e dare un occhio alla sua posizione. Ogni tanto nei punti più difficili la riportavo dentro. Le dicevo di non mollare, lei mi rispondeva che stava facendo fatica. Le ripetevo di crederci fino alla fine perché erano tutte stanche e ce la poteva fare. Gliel’ho ripetuto anche in malo modo perché io poi non ho mezze misure (ride, ndr). In generale credo molto in Martina perché penso sia una delle atlete più forti in volata. Deve crescere sulla distanza e concentrarsi di più sulla strada poi si toglierà belle soddisfazioni».

Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Cosa hai imparato da lei e cosa tu hai insegnato a lei durante questa stagione?

MARTINA: «Belle domande, diciamo che ci sosteniamo a vicenda (ride di gusto mentre guarda la sorella di fronte a lei, ndr). Battute a parte, da Arianna ho imparato a non mollare mai perché sa reagire nei momenti molto difficili. Questo però da lei lo imparo da sempre, non solo da quest’anno. Ho imparato anche ad avere tanta pazienza, con lei ce ne vuole parecchia (dice sorridendo, ndr). Insegnato invece non so, ve lo dirà lei fra poco».

ARIANNA: «Dice che le ho insegnato a non mollare, ma anch’io ho imparato la stessa cosa da lei. Penso a quando ha vinto il secondo mondiale nello scratch che arrivava da un periodo brutto, dopo il Covid e la rottura delle costole. Nessuno ci avrebbe scommesso. Mia sorella mi ha insegnato ad essere mentalmente meno sbadata e più precisa (sorride, ndr)».

Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Obiettivi futuri, anche a medio termine?

MARTINA: «Se guardo a breve, ora penso al riposo. Non farò tanto, ma dovrò staccare per forza facendo due settimane senza bici perché poi ci saranno gli europei in pista a gennaio. Per il resto sono sicuramente proiettata al prossimo anno. Ragiono step by step. Mi piacerebbe riuscire ad andare alle Olimpiadi ed esserne una partecipante a tutti gli effetti visto che nel 2021 a Tokyo ero riserva. Ecco, magari dopo Parigi mi piacerebbe guadagnarmi un posto su strada in nazionale. Vedremo come fare e lavorarci su di più».

ARIANNA: «Saremo assieme in Ceratizit anche nel 2024, ci tenevo a fare un altro anno assieme a Martina poi si vedrà. Di certo voglio riconfermarmi tornando ai livelli di inizio anno. Farò di tutto per tornarci ma prima riposerò dando tempo al mio fisico di recuperare. L’intenzione sarà quella di trovare una buona condizione fisica e mantenerla per tutta la stagione.

L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
Capitolo nazionale?

MARTINA: «Col gruppo della pista siamo molto motivati. Il prossimo anno avremo grandi appuntamenti. Prima di pensare al posto per le Olimpiadi, bisogna essere certi della qualificazione. Siamo messe bene ma non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo fare buoni piazzamenti nelle prove di Nations Cup e agli europei. E’ tutto da costruire. Dopo le vacanze riprenderò piano piano, cercando di trovare una condizione adeguata per gli europei e cercare di dare il mio contributo».

ARIANNA: «L’anno scorso avevo corso Giochi del Mediterraneo, europeo e mondiale. Quest’anno sinceramente mi aspettavo un po’ più di considerazione, soprattutto ad inizio anno quando andavo bene, non c’è stato nessun contatto con la nazionale. Ci sono rimasta un po’ male, vedremo come sarà l’anno prossimo. Indossare la maglia azzurra e difenderne i colori è sempre bello. Questo è un obiettivo che arriva di conseguenza. Quello principale è fare risultato con la squadra nelle gare che contano e che mi piacciono, come le classiche belghe. Se farò bene lì, allora la nazionale potrebbe arrivare di conseguenza».

Consonni, la paura, poi nove giri allo sfinimento

08.08.2023
3 min
Salva

GLASGOW – Da sola contro tutte. A bocca aperta, cercando di far entrare più aria possibile. Prima per i sette giri in cui i giudici (un po’ sprovveduti) non hanno fermato la madison femminile, malgrado le due cadute. Poi quando si sono decisi e l’hanno fatta ripartire a 9 giri dalla conclusione, Chiara si è ritrovata sola nuovamente, perché Martina Fidanza non ce l’ha fatta a ripartire. Così Consonni ha stretto i denti e si è appiccicata alla ruota delle polacche: facendo la volata contro di loro avrebbe ancora potuto prendere il bronzo. Ma l’illusione è durata il tempo che le altre iniziassero a darsi i cambi. A quel punto, per lei si è spenta la luce.

Lo racconta con la carica dell’adrenalina ancora in corpo. Fidanza sta bene. Hanno detto che in un primo momento abbia rimesso e che inizialmente non riuscisse a bere. Poi gradualmente la bergamasca è tornata in sé e anche le preoccupazioni della bergamasca vincitrice dell’ultina tappa del Giro sono svanite.

Scoratata da Morini e dal dottor Angelucci, Fidanxa lascia la pista
Scoratata da Morini e dal dottor Angelucci, Fidanza lascia la pista
Come è stato da sola per nove giri?

Bruttissimo, giuro. Ho cercato di stare davanti, ma inseguire da sola, quando tutti si davano i cambi… Negli ultimi due giri sono crollata, non c’è la facevo più, però tutto sommato sono contenta, sto bene. Con Martina avevamo fatto la madison già due volte, siamo state campionesse europee under 23, quindi è stata un’emozione correrla con una compagna che è anche un’amica e la ringrazio. Ringrazio tutta la nazionale che ci ha seguito questa settimana.

Poteva venire una medaglia?

Lo speravamo, perché ci manca in questa trasferta. L’importante a questo punto è che Martina non si sia fatta niente di grave e per la prossima volta speriamo in qualcosa di meglio. Siamo tanto affiatate, oltre a essere compagne di squadra, siamo anche amiche. Ci vediamo fuori dalle gare, per me è qualcosa in più. In un lavoro come questo, il fatto che siamo tutte coetanee e condividiamo la stessa passione, è qualcosa in più che aiuta tanto.

Consonni e Fidanza sono state campionesse europee della madison: erano in lotta per il podio
Consonni e Fidanza sono state campionesse europee della madison: erano in lotta per il podio
Villa ha tirato le orecchie, senza fare nomi, per le poche presenze in pista…

Il calendario non ci ha permesso di avere tanto tempo libero. Anche questi mondiali sono capitati fra il Tour e i mondiali su strada, sono stati difficili da preparare. Quest’anno non abbiamo potuto fare un avvicinamento mirato come quello dell’anno scorso. Arrivavamo da traumi diversi, da infortuni diversi e siamo contentissime di essere qui a contenderci le medaglie. L’anno prossimo ci concentreremo sicuramente molto di più.

Se ne va ridendo. Giada Borgato, poggiata accanto sulla transenna, dice che in un gruppo in cui magari potrebbe esserci qualche musona, una come Consonni vale oro. La definisce un’artista e forse ha davvero ragione lei…

Baldinger, tedesco di Bergamo alla guida della Ceratizit

05.04.2023
6 min
Salva

L’organizzazione di un’azienda abbinata allo spirito di una famiglia. La Ceratizit-WNT è una multinazionale del ciclismo che gode di un pizzico di italianità. Non è dovuto solo per una nutrita presenza azzurra tra roster e staff, ma grazie al diesse Dirk Baldinger.

Il tecnico tedesco ha nel cuore l’Italia, anzi la zona di Bergamo, da metà degli anni ’90. Merito del passaggio nei pro’ col Team Polti nel quale è rimasto per tre stagioni, lavorando al Giro ’96 per i sei giorni in maglia rosa di Rebellin. In quel periodo Baldinger ha stretto forti amicizie che durano tuttora e che lo mantengono in allenamento con la nostra lingua. Tanto che fare una chiacchierata con lui sulle strategie attuali e future della sua squadra diventa decisamente più semplice.

Dirk come sono andate le classiche di questo periodo?

Non sono andate male, considerando che sono sempre veloci e nervose. In alcune abbiamo ottenuto buone top ten, però è difficile fare di più quando c’è uno squadrone come la SD-Worx. Attualmente sono troppo forti e nessuno può batterle. Anzi, si fa fatica a stare alla loro ruota (sorride, ndr).

Prossimi impegni?

Oggi corriamo Scheldeprijs sperando e cercando di fare risultato. Poi correremo Roubaix, Mouscron, Amstel e Freccia Vallone. Saltiamo la Liegi perché abbiamo avuto alcune atlete che sono state malate o coinvolte in incidenti. Per fortuna nulla di grave, ma il loro corpo deve recuperare bene e stare tranquillo altrimenti è controproducente.

La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
Nel complesso questo vostro inizio di stagione vi ha già regalato soddisfazioni, giusto?

Assolutamente sì, abbiamo cominciato molto bene con tre successi totali. Alla prima gara in Europa, ad Almeria, abbiamo vinto con Arianna Fidanza e la spagnola Alonso quinta. A metà marzo al Tour de Normandie la giovane francese Kerbaol ha conquistato una tappa e la classifica generale. Lassù in Francia la lussemburghese Berton, altra nostra giovanissima, ha vinto la classifica dei Gpm e noi abbiamo vinto la classifica dei team. Naturalmente siamo contenti perché c’erano quattro formazioni WorldTour e una concorrenza molto alta.

In effetti siete una continental sui generis. Che tipo di formazione siete?

Considerando il nostro status e le classifiche alla mano dell’anno passato, siamo la migliore continental. Pensate che abbiamo 16 ragazze in rappresentanza di 10 nazioni. Vogliamo essere internazionali come è la stessa azienda Ceratizit. Ad oggi non abbiamo una vera e propria leader, però abbiamo atlete forti con cui possiamo inserirci negli ordini d’arrivo più importanti. Siamo una squadra giovane che deve crescere ancora e cercare di fare punti.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Punti che vi possano portare al salto di categoria?

Esatto, nel 2024 ci sarà la riassegnazione delle licenze. Ci sarà grande battaglia con le altre squadre per le prossime stagioni. L’anno prossimo vogliamo diventare WorldTour. Abbiamo tutto in regola per farlo. Già a fine 2022 avevamo fatto richiesta della licenza, ma per pochissimi punti non siamo riusciti ad ottenerla. Quest’anno per noi sarà importante. Puntiamo a fare più risultati possibile e alla fine faremo un conto.

Tutte le vostre ragazze italiane ci hanno sempre parlato bene della Ceratizit. C’è un segreto?

Non saprei (sorride, ndr), ma mi fa molto piacere che abbiano detto questo. Forse ci consideriamo come una famiglia. Penso alla mia, in cui mio padre mi aiutava quando correvo. Ma penso anche al fatto che la nostra azienda è veramente appassionata di ciclismo. Lo si capisce perché dà il nome anche a tante gare. Per noi Ceratizit non è solo lo sponsor principale, ma un gruppo di persone che ci segue molto da vicino. Loro sono contenti, credono in noi e amano il confronto dandoci alcuni consigli. Diciamo che ho cercato di ricreare quel clima che ho vissuto da voi in Italia.

Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Raccontaci pure il Dirk Baldinger italiano.

Nel ’94 ho finito la stagione da stagista col Team Polti e sono passato pro’ con loro l’anno successivo. Era una grande squadra, ma soprattutto una grande famiglia, davvero. Ho vissuto a Bergamo per due anni e mi sono sempre trovato benissimo. Quando posso ci ritorno. Ho corso con grandi campioni come Bugno, Rebellin, Gualdi, Abdoujaparov, Quaranta, Lombardi, Leblanc e tanti altri personaggi. Ancora adesso mi sento spesso con Gianluigi Stanga, il nostro vecchio diesse. Non solo, seguo la Colpack-Ballan del mio ex compagno Gianluca Valoti e prendo qualche spunto da loro.

E poi c’è un altra persona che conosci bene…

Sì, il “Fido”, siamo buoni amici (sorride mentre si riferisce a Giovanni Fidanza, suo ex compagno e attuale team manager della Isolmant, ndr). Siccome guardo spesso in Italia per le atlete più interessanti, un giorno l’ho chiamato e gli ho chiesto informazioni sulle sue figlie. Sono contento ora di averle entrambe, perché sono molto forti e stanno migliorando sempre di più. L’anno scorso è arrivata Martina, quest’anno Arianna. Martina è una top rider in pista, ma presto lo sarà su strada. Arianna ha ormai una buona esperienza e può essere quella leader di cui parlavo prima in alcune gare del Nord.

Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Del resto della pattuglia azzurra cosa ci dici?

Abbiamo sempre avuto ragazze che hanno fatto benissimo da noi. Vieceli, Magnaldi e Confalonieri non si sono mai risparmiate e le ringrazio. Adesso ci sono altre italiane sulle quali contiamo molto. Alice (Arzuffi, ndr) deve rilanciarsi. E’ una ragazza che ha sempre aiutato tanto le sue compagne ma so che può fare di più per sé. Alla Strade Bianche ha disputato una grande prova ed è stata la migliore italiana. Stiamo lavorando perché vorrei che provasse a fare classifica al Tour Femmes. Secondo me può fare bene, ma al limite potrà puntare anche alle tappe. Infine una considerazione su Camilla (Alessio, ndr). E’ giovane ma vogliamo che recuperi bene col suo problema di salute. La aspettiamo, intanto è rimasta a collaborare con noi.