GLASGOW – Da sola contro tutte. A bocca aperta, cercando di far entrare più aria possibile. Prima per i sette giri in cui i giudici (un po’ sprovveduti) non hanno fermato la madison femminile, malgrado le due cadute. Poi quando si sono decisi e l’hanno fatta ripartire a 9 giri dalla conclusione, Chiara si è ritrovata sola nuovamente, perché Martina Fidanza non ce l’ha fattaa ripartire. Così Consonni ha stretto i denti e si è appiccicata alla ruota delle polacche: facendo la volata contro di loro avrebbe ancora potuto prendere il bronzo. Ma l’illusione è durata il tempo che le altre iniziassero a darsi i cambi. A quel punto, per lei si è spenta la luce.
Lo racconta con la carica dell’adrenalina ancora in corpo. Fidanza sta bene. Hanno detto che in un primo momento abbia rimesso e che inizialmente non riuscisse a bere. Poi gradualmente la bergamasca è tornata in sé e anche le preoccupazioni della bergamasca vincitrice dell’ultina tappa del Giro sono svanite.
Scoratata da Morini e dal dottor Angelucci, Fidanxa lascia la pistaScoratata da Morini e dal dottor Angelucci, Fidanza lascia la pista
Come è stato da sola per nove giri?
Bruttissimo, giuro. Ho cercato di stare davanti, ma inseguire da sola, quando tutti si davano i cambi… Negli ultimi due giri sono crollata, non c’è la facevo più, però tutto sommato sono contenta, sto bene. Con Martina avevamo fatto la madison già due volte, siamo state campionesse europee under 23, quindi è stata un’emozione correrla con una compagna che è anche un’amica e la ringrazio. Ringrazio tutta la nazionale che ci ha seguito questa settimana.
Poteva venire una medaglia?
Lo speravamo, perché ci manca in questa trasferta. L’importante a questo punto è che Martina non si sia fatta niente di grave e per la prossima volta speriamo in qualcosa di meglio. Siamo tanto affiatate, oltre a essere compagne di squadra, siamo anche amiche. Ci vediamo fuori dalle gare, per me è qualcosa in più. In un lavoro come questo, il fatto che siamo tutte coetanee e condividiamo la stessa passione, è qualcosa in più che aiuta tanto.
Consonni e Fidanza sono state campionesse europee della madison: erano in lotta per il podioConsonni e Fidanza sono state campionesse europee della madison: erano in lotta per il podio
Villa ha tirato le orecchie, senza fare nomi, per le poche presenze in pista…
Il calendario non ci ha permesso di avere tanto tempo libero. Anche questi mondiali sono capitati fra il Tour e i mondiali su strada, sono stati difficili da preparare. Quest’anno non abbiamo potuto fare un avvicinamento mirato come quello dell’anno scorso. Arrivavamo da traumi diversi, da infortuni diversi e siamo contentissime di essere qui a contenderci le medaglie. L’anno prossimo ci concentreremo sicuramente molto di più.
Se ne va ridendo. Giada Borgato, poggiata accanto sulla transenna, dice che in un gruppo in cui magari potrebbe esserci qualche musona, una come Consonni vale oro. La definisce un’artista e forse ha davvero ragione lei…
Una lunga fuga uscendo dal gruppetto dei più forti. Così Alberto Bettiol ha provato a vincere il mondiale. Se ne va sfinito, ma con un guizzo nello sguardo
L’organizzazione di un’azienda abbinata allo spirito di una famiglia. La Ceratizit-WNT è una multinazionale del ciclismo che gode di un pizzico di italianità. Non è dovuto solo per una nutrita presenza azzurra tra roster e staff, ma grazie al diesse Dirk Baldinger.
Il tecnico tedesco ha nel cuore l’Italia, anzi la zona di Bergamo, da metà degli anni ’90. Merito del passaggio nei pro’ col Team Polti nel quale è rimasto per tre stagioni, lavorando al Giro ’96 per i sei giorni in maglia rosa di Rebellin. In quel periodo Baldinger ha stretto forti amicizie che durano tuttora e che lo mantengono in allenamento con la nostra lingua. Tanto che fare una chiacchierata con lui sulle strategie attuali e future della sua squadra diventa decisamente più semplice.
Dirk Baldinger è il diesse della Ceratizit-WNT dal 2018. Prima aveva guidato la Bigla Versione corridore. Baldinger è diventato pro’ nel ’95 al Team Polti. Poi nel ’98 è passato alla Deutsche TelekomDirk Baldinger è il diesse della Ceratizit-WNT dal 2018. Prima aveva guidato la Bigla Versione corridore. Baldinger è diventato pro’ nel ’95 al Team Polti. Poi nel ’98 è passato alla Deutsche Telekom
Dirk come sono andate le classiche di questo periodo?
Non sono andate male, considerando che sono sempre veloci e nervose. In alcune abbiamo ottenuto buone top ten, però è difficile fare di più quando c’è uno squadrone come la SD-Worx. Attualmente sono troppo forti e nessuno può batterle. Anzi, si fa fatica a stare alla loro ruota (sorride, ndr).
Prossimi impegni?
Oggi corriamo Scheldeprijs sperando e cercando di fare risultato. Poi correremo Roubaix, Mouscron, Amstel e Freccia Vallone. Saltiamo la Liegi perché abbiamo avuto alcune atlete che sono state malate o coinvolte in incidenti. Per fortuna nulla di grave, ma il loro corpo deve recuperare bene e stare tranquillo altrimenti è controproducente.
La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generaleLa 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
Nel complesso questo vostro inizio di stagione vi ha già regalato soddisfazioni, giusto?
Assolutamente sì, abbiamo cominciato molto bene con tre successi totali. Alla prima gara in Europa, ad Almeria, abbiamo vinto con Arianna Fidanza e la spagnola Alonso quinta. A metà marzo al Tour de Normandie la giovane francese Kerbaol ha conquistato una tappa e la classifica generale. Lassù in Francia la lussemburghese Berton, altra nostra giovanissima, ha vinto la classifica dei Gpm e noi abbiamo vinto la classifica dei team. Naturalmente siamo contenti perché c’erano quattro formazioni WorldTour e una concorrenza molto alta.
In effetti siete una continental sui generis. Che tipo di formazione siete?
Considerando il nostro status e le classifiche alla mano dell’anno passato, siamo la migliore continental. Pensate che abbiamo 16 ragazze in rappresentanza di 10 nazioni. Vogliamo essere internazionali come è la stessa azienda Ceratizit. Ad oggi non abbiamo una vera e propria leader, però abbiamo atlete forti con cui possiamo inserirci negli ordini d’arrivo più importanti. Siamo una squadra giovane che deve crescere ancora e cercare di fare punti.
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad AlmeriaArianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Punti che vi possano portare al salto di categoria?
Esatto, nel 2024 ci sarà la riassegnazione delle licenze. Ci sarà grande battaglia con le altre squadre per le prossime stagioni. L’anno prossimo vogliamo diventare WorldTour. Abbiamo tutto in regola per farlo. Già a fine 2022 avevamo fatto richiesta della licenza, ma per pochissimi punti non siamo riusciti ad ottenerla. Quest’anno per noi sarà importante. Puntiamo a fare più risultati possibile e alla fine faremo un conto.
Tutte le vostre ragazze italiane ci hanno sempre parlato bene della Ceratizit. C’è un segreto?
Non saprei (sorride, ndr), ma mi fa molto piacere che abbiano detto questo. Forse ci consideriamo come una famiglia. Penso alla mia, in cui mio padre mi aiutava quando correvo. Ma penso anche al fatto che la nostra azienda è veramente appassionata di ciclismo. Lo si capisce perché dà il nome anche a tante gare. Per noi Ceratizit non è solo lo sponsor principale, ma un gruppo di persone che ci segue molto da vicino. Loro sono contenti, credono in noi e amano il confronto dandoci alcuni consigli. Diciamo che ho cercato di ricreare quel clima che ho vissuto da voi in Italia.
Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi AriannaBaldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Raccontaci pure il Dirk Baldinger italiano.
Nel ’94 ho finito la stagione da stagista col Team Polti e sono passato pro’ con loro l’anno successivo. Era una grande squadra, ma soprattutto una grande famiglia, davvero. Ho vissuto a Bergamo per due anni e mi sono sempre trovato benissimo. Quando posso ci ritorno. Ho corso con grandi campioni come Bugno, Rebellin, Gualdi, Abdoujaparov, Quaranta, Lombardi, Leblanc e tanti altri personaggi. Ancora adesso mi sento spesso con Gianluigi Stanga, il nostro vecchio diesse. Non solo, seguo la Colpack-Ballan del mio ex compagno Gianluca Valoti e prendo qualche spunto da loro.
E poi c’è un altra persona che conosci bene…
Sì, il “Fido”, siamo buoni amici (sorride mentre si riferisce a Giovanni Fidanza, suo ex compagno e attuale team manager della Isolmant, ndr). Siccome guardo spesso in Italia per le atlete più interessanti, un giorno l’ho chiamato e gli ho chiesto informazioni sulle sue figlie. Sono contento ora di averle entrambe, perché sono molto forti e stanno migliorando sempre di più. L’anno scorso è arrivata Martina, quest’anno Arianna. Martina è una top rider in pista, ma presto lo sarà su strada. Arianna ha ormai una buona esperienza e può essere quella leader di cui parlavo prima in alcune gare del Nord.
Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour FemmesPer Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Del resto della pattuglia azzurra cosa ci dici?
Abbiamo sempre avuto ragazze che hanno fatto benissimo da noi. Vieceli, Magnaldi e Confalonieri non si sono mai risparmiate e le ringrazio. Adesso ci sono altre italiane sulle quali contiamo molto. Alice (Arzuffi, ndr) deve rilanciarsi. E’ una ragazza che ha sempre aiutato tanto le sue compagne ma so che può fare di più per sé. Alla Strade Bianche ha disputato una grande prova ed è stata la migliore italiana. Stiamo lavorando perché vorrei che provasse a fare classifica al Tour Femmes. Secondo me può fare bene, ma al limite potrà puntare anche alle tappe. Infine una considerazione su Camilla (Alessio, ndr). E’ giovane ma vogliamo che recuperi bene col suo problema di salute. La aspettiamo, intanto è rimasta a collaborare con noi.
Erano 4 anni che Arianna Fidanza aspettava di alzare le braccia al cielo. Quattro anni in certi momenti difficili, sofferti, nei quali magari si è anche messa in discussione al di là degli incidenti fisici. Ha cambiato tutto, ha scelto il nuovo approdo alla Ceratizit-Wnt e non credeva di iniziare la sua avventura subito con un successo. Alzare le braccia al cielo nella Pro Cycling Costa de Almeria le ha restituito il sorriso e l’ottimismo, che traspare dal tono delle sue parole.
Una volata imperiale la sua, di quelle a cui ha abituato sua sorella Martina nelle prove iridate di scratch. In una gara dura, come piace a lei: «Era una corsa già abbastanza lunga per essere la prima della stagione, con 3 salite di cui l’ultima era più dura e ha completato la selezione. Ci siamo trovate davanti una ventina, tutti i team lavoravano per portare a compimento la fuga, soprattutto la Movistar che contava sulle capacità in volata della Norsgaard. C’erano due curve nella volata finale, io sono partita da dietro riuscendo a rimontare, ma solo negli ultimi 100 metri ho creduto davvero nella vittoria».
Arianna viene da due anni alla BikeExchange, con un grave infortunio nella seconda parte del 2021Arianna viene da due anni alla BikeExchange, con un grave infortunio nella seconda parte del 2021
E’ particolare iniziare una nuova esperienza con la vittoria…
Non potevo chiedere di meglio. In carriera avevo vinto solo altre due volte, sempre in Cina. Sono contenta di aver ripagato subito quel che il team mi sta dando: ho notato come qui ognuna può avere le sue opportunità, è la corsa che decide chi sarà la punta della squadra. Sapevo di essere già in buone condizioni, sapevo soprattutto che se capitava l’occasione dovevo sfruttarla. Sono sempre stata molto presente a me stessa, dovevo chiudere un cerchio.
Per te quella alla Ceratizit è un’avventura nuova. Rispetto alla BikeExchange-Jayco che cosa è cambiato?
Mi trovavo bene anche lì, lo ribadisco. Qui devo dire che si è formato subito un bel gruppo. Abbiamo fatto due ritiri prestagionali e si è lavorato molto non solo dal punto di vista tecnico, ma anche proprio nella formazione della squadra, nella socializzazione. Non siamo in tante, ma siamo molto affiatate, 16 atlete di cui 3 italiane. E qui ho ritrovato mia sorella…
La vittoria di Zoushan al Tour of Zhoushan Island del 2016 (foto Facebook/Arianna Fidanza)La vittoria di Zoushan al Tour of Zhoushan Island del 2016 (foto Facebook/Arianna Fidanza)
C’è una capitana designata?
No, partiamo tutte con le stesse opportunità, come detto in ogni corsa la sua evoluzione stabilisce le gerarchie. Dipende da come vanno le cose e per certi versi la vera differenza con il team dove stavo prima è proprio questa. E’ un modo diverso di vedere le cose, si fanno scelte tattiche diverse e bisogna adeguarsi. Per me non è un problema, lavoro volentieri per le compagne, ma sapere che altrettanto verrà fatto nei miei confronti è molto incoraggiante.
Quanto sta influendo il lavoro che stai facendo sulle cronometro?
Molto, io credo che stia cambiando il mio modo di essere ciclista. Avevo iniziato da giovanissima proprio mettendo in evidenza quelle caratteristiche, ma nel 2017 avevo smesso e ho ripreso seriamente ad affrontare la specialità solo lo scorso anno. E’ un percorso lungo ma che sto vivendo con molta serietà, ho anche la bici specifica a casa per effettuare i lavori ogni settimana. Questo sta influendo non solo sul mio modo di affrontare le corse, ma noto che sta aumentando le mie capacità di potenza.
I lavori a cronometro stanno dando i loro frutti: Arianna punta molto su questa specialitàI lavori a cronometro stanno dando i loro frutti: Arianna punta molto su questa specialità
Quali sono le situazioni di corsa dove ti ritrovi meglio?
Quelle dove si viene a formare un gruppo ristretto, proprio com’è avvenuto in Spagna. Sono veloce ma non una sprinter pura, in quelle occasioni posso esaltare però queste mie qualità, infatti la cosa che mi è piaciuta di più è che ho vinto con uno sprint di rimonta.
Alla Ceratizit ti sei ritrovata con tua sorella Martina…
Avevamo già corso insieme, ma è chiaro che poter condividere lo stesso team, le stesse corse è un qualcosa in più. In questo momento seguiamo due percorsi diversi, lei è più concentrata sulla pista, sta puntando forte sugli europei e dovrebbe essere presente anche alla prima prova di Coppa del mondo a marzo. Ma non mancheranno le occasioni per poter correre insieme.
Nella Ceratizit-Wnt Arianna ha trovato già un buon gruppo. Qui con la tedesca EberleNella Ceratizit-Wnt Arianna ha trovato già un buon gruppo. Qui con la tedesca Eberle
Ora viaggi sulle ali dell’entusiasmo per questo successo e questo volo dove vuoi che ti porti?
Vorrei presentarmi al massimo della mia forma all’appuntamento con le classiche del nord. Ho sempre amato quelle corse, quell’atmosfera, quel tipo di agonismo che si respira su quelle strade. Ci sono molte prove che secondo me si addicono alle mie caratteristiche, ma per emergere non bisogna sbagliare nulla e essere al massimo, Vedremo come mi sentirò per allora, ma un sogno nel cassetto ce l’ho…
Stefano Moro in mezzo ai velocisti è una novità così fresca, che anche lui a volte si guarda intorno e si chiede dove siano i compagni di prima. Quelli del gruppo endurance, di cui ha fatto parte fino ai mondiali, quattro settimane fa. Stefano ha 25 anni e nel 2019 si era portato a casa anche qualche bella corsa su strada, come il Trofeo Lampre, Sant’Urbano e il Circuito del Termen, poi la pista ha prevalso.
Quando Ivan Quaranta ha detto di essere in cerca di velocisti in ogni dove, suonando ai campanelli e reclutandoli nelle palestre, ha omesso di dire (forse era superfluo) che per prima cosa ha cercato in casa. E così si è accorto che il corridore delle Fiamme Azzurre, in forza come inseguitore al gruppo di Villa e su strada alla Arvedi Cycling, da allievo e da junior aveva fatto esperienza nelle discipline veloci, vincendo titoli italiani nel chilometro e nella velocità olimpica. Non gli serviva altro.
«Me l’ha proposto al mondiale – racconta fra lo stupito e il divertito (nella foto di apertura, Moro sta provando una partenza proprio con Quaranta) – io ero là come riserva. Mi ha offerto di intraprendere una strada nuova: diventare un velocista. Io subito ho parlato con Villa e Masotti (tecnico delle Fiamme Azzurre, ndr). Mi sono confrontato con loro e ho ascoltato i consigli, poi ho rimandato per due settimane. Nel frattempo, finita la stagione, sono andato in vacanza e ho continuato a pensarci. Finché sono tornato, ho sentito nuovamente Villa e Masotti e abbiamo preso la decisione di provarci».
Agli europei di Plovdiv 2020, flagellati dal Covid, Moro (il terzo) era nel quartetto d’argento con Milan, Umbri e LamonNon solo l’argento nel quartetto: a Plovdiv per Moro era arrivato anche il bronzo nella Madison con LamonAgli europei di Plovdiv 2020, Moro (il terzo) era nel quartetto d’argento con Milan, Umbri e LamonNon solo l’argento nel quartetto: a Plovdiv per Moro era arrivato anche il bronzo nella Madison con Lamon
Nessun rimpianto
Che il gruppo degli inseguitori inizi ad avere problemi di abbondanza è ormai cosa nota. Per cui probabilmente il ragionamento di Villa è stato quello di lasciar andare una delle sue riserve (agli europei di Plovdiv, Moro ha fatto parte del quartetto d’argento, ndr) per consegnare a Quaranta un elemento di esperienza in vista delle qualificazioni olimpiche per la velocità a squadre.
«Le mie perplessità – spiega – erano dovute all’aver seguito un percorso per le discipline di endurance sin da quando ero junior. Sempre grazie all’endurance, sono riuscito a entrare nelle Fiamme Azzurre. Anche se ero nell’ombra di grandi campioni, ero un po’ titubante a intraprendere una strada nuova, perché voleva dire cambiare completamente vita a 25 anni. Però poi ho cominciato a pensare che, comunque vada, non vorrei ritrovarmi quando sarò molto più grande, a dire: “Cavolo però, pensa se ci avessi provato…”. Insomma, può andare bene o male, però non volevo avere dubbi. Ci proviamo e basta. E dico grazie alle Fiamme Azzurre e ad Arvedi Cycling per essermi stati accanto anche davanti a questa scelta».
Moro e Fidanza: coppia bergamasca in nazionale, sia pure (da pochissimo) in settori diversiMoro e Fidanza: coppia bergamasca in nazionale, sia pure (da pochissimo) in settori diversi
Tricolore keirin
Non è un salto nel buio, ma anche per Moro il terreno da recuperare è parecchio. Aver fatto il velocista sette anni fa non rende scontato che il passaggio sarà agevole. Sarebbe potuto restare nel gruppo endurance, vincere i suoi campionati italiani e restare forse nell’ombra nei grandi appuntamenti: così invece il bergamasco si gioca un posto alle Olimpiadi. Questa è la fase della scoperta, che un po’ intriga e un po’ rende nervosi.
«Il mio primo titolo italiano – ricorda – l’ho vinto da allievo nella velocità. Quest’anno sempre agli italiani, Quaranta così per scherzo mi ha proposto di correre il Keirin. Io non volevo, ma alla fine sono partito e l’ho vinto. E da lì è nata l’idea. Così ho lasciato il gruppo degli inseguitori, ma nessuno ha fatto battute. Finora ho incontrato solo Lamon, ci scherziamo su e io gli dico che adesso diventerò grosso…».
Il lavoro in palestra serve per potenziamento e per curare la coordinazioneMoro si è confrontato spesso con Bianchi: fra i due ci sono 4 anni, però Matteo ha più esperienzaQuaranta l’ha catturato, ma adesso tocca a Bragato seguire la preparazione di MoroIl lavoro in palestra serve per potenziamento e per curare la coordinazioneMoro si è confrontato spesso con Bianchi: fra i due ci sono 4 anniQuaranta l’ha catturato, ora tocca a Bragato seguire la sua preparazione
Lavori sulla forza
In palestra lo abbiamo osservato a lungo, mentre faceva esercizi con il bilanciere sulle spalle, controllando i movimenti del ginocchio e costruendo una forza che altrimenti non sarebbe necessaria. Bragato, osservandolo con noi, faceva notare che Moro dovrà soprattutto dare maggior consistenza alla parte superiore del corpo, mentre le sue di velocità verranno fuori quasi da sé.
«Generalmente andavo in palestra una volta a settimana – sorride Moro – invece da quando sono arrivato in ritiro ho iniziato la prima settimana con tre sedute, mentre in questa ne abbiamo in programma quattro. E’ tutto un altro modo di allenarsi, devo imparare da loro che sono molto più giovani. Quanto agli obiettivi, adesso inizio ad allenarmi e a capire come va, dopo vedremo. Punto solo a migliorare e diventare competitivo, per partecipare ai keirin, alla velocità e così via…».
Un cambio di casacca che in pochi avrebbero previsto. Arianna Fidanza nel 2023 correrà nel team Ceratizit lasciando il Team BikeExchange – Jayco dopo due anni insieme. Inutile dire che il riferimento al fatto che raggiunga la sorella Martina sia inevitabile. Dalle sue parole però si capisce che non sia stato così determinante. Dietro a questa reunion (sportiva) familiare si percepisce invece una rivalsa personale e l’intento di capire se possa ambire a qualche risultato importante. Dopo due anni di gregariato, forse condizionati dall’infortunio al ginocchio contratto a metà della stagione 2021, Arianna ora si vuole ritagliare il proprio spazio.
Sullo sfondo rimangono come obiettivo le cronometro. Con Marco Pinotti quest’anno ha significato la ripresa della disciplina senza però raccogliere risultati importanti. Per la prossima stagione le prove contro il tempo rimangono centrali per ambire anche a qualche maglia, con il supporto dell’ex tecnico nonostante il cambio di squadra.
Arianna Fidanza al mondiale ha conluso la crono al 23° postoArianna Fidanza al mondiale ha conluso la crono al 23° posto
Tornata dalle ferie sei già stata in Germania dalla tua nuova squadra…
Sì, tornata dalle Maldive, ho fatto toccata e fuga solo per prendere delle misure per la bici nuova.
Stai già pedalando con i nuovi materiali?
La bici me la daranno al primo ritiro che faremo a dicembre. Ho iniziato a pedalare, a fare qualche uscita non troppo lunga. Ho staccato totalmente per due settimane e ammetto che non è troppo facile. Però pian piano si riprende.
Facciamo un passo indietro, che 2022 è stato?
Rispetto al 2021 è stata un’annata positiva. Non mi aspettavo di riprendermi così dall’infortunio che ho avuto al ginocchio. Sono partita subito bene e quest’anno mi sono messa tanto a disposizione della squadra. Le mie performance individuali sono sempre state buone e tirando le somme mi ritengo soddisfatta.
Bentornate cronometro. Al mondiale ci hai racontato che è stata una tua volontà quella di tornare a lavorarci seriamente. Come sono andate?
E’ stata la mia prima esperienza al mondiale di crono. E’ il primo anno in cui ci ho lavorato concentrandomi di più con gli allenamenti. Ho iniziato uscendo una volta a settimana poi dopo il quinto posto all’italiano ho continuato a lavorarci. Ho fatto l’europeo a crono e non è andata come volevo perché venivo da una caduta in Norvegia. Non al top fisicamente, non sono riuscita ad esprimere le mie potenzialità. Poi per il mondiale non ambivo a nessun risultato sapevo che sarebbe stata dura. Personalmente è stata una buona esperienza e un primo passo.
Si conclude dopo due anni l’esperienza di Arianna Fidanza alla BikeExchange – JaycoSi conclude dopo due anni l’esperienza di Arianna Fidanza alla BikeExchange – Jayco
Come mai ti sei avvicinata a questa specialità?
Nelle categorie giovanili sono sempre andata bene a cronometro. Da juniores ho vinto l’italiano poi per un motivo per l’altro nelle categorie superiori non ho mai avuto la possibilità di continuare ad allenarmi o di lavorarci con costanza. E’ una specialità che mi piacerebbe portare avanti in cui posso crescere e può diventare un valore aggiunto anche in ottica crono a squadre.
Pinotti è stato il tuo preparatore, proseguirai con lui anche anno prossimo?
Sì era il primo anno che ho lavorato con lui e mi sono trovata molto bene. Continueremo insieme anche l’anno prossimo nonostante il cambio di squadra.
Veniamo al 2023. Come mai questo cambio di team?
E’ stata una scelta difficile perché avrei avuto la possibilità di rinnovare altri due anni nella BikeExchange. E devo dire che mi son sempre trovata molto bene. Quest’anno e l’anno scorso mi sono sempre messa a disposizione totale della squadra. Vorrei riuscire dal prossimo anno a trovare più spazio per me e vedere cosa posso fare. Sono arrivata ad un punto che voglio capire se posso essere solo una donna squadra oppure se posso anche io ambire ai miei risultati. Vedendo il livello che sono riuscita a mantenere quest’anno spero di mantenerlo anche il prossimo per poter dire la mia nelle gare adatte a me.
Le sorelle Fidanza tornano insieme dopo tre anni in team diversi foto Instagram)Le sorelle Fidanza tornano insieme dopo tre anni in team diversi foto Instagram)
Il ritorno in squadra con tua sorella Martina ha un peso nella decisione?
Parlando con lei, mi ha detto che la squadra è un ambiente tranquillo. Sicuramente la sua presenza ha avuto una parte nella decisione. Ma io sono una persona obbiettiva, esigente e determinata di mia natura e l’ambiente che mi ha descritto è quello che mi serve.
Stai già pensando a come impostare la prossima stagione?
Mi hanno inviato una bozza di calendario nei giorni scorsi e ho parlato un po’ con il mio preparatore e ho deciso di arrivare bene con una buona forma già alle classiche di inizio stagione. Poi avere uno stacco dopo prima di fine aprile e riprendere con delle gare a tappe a maggio. Dopodiché mi piacerebbe partecipare al Giro, che preparerò con un periodo in altura, e dopo si vedrà in base alla mia forma se andare al Tour o meno. Però è ancora una bozza e lo definiremo al primo ritiro di dicembre.
Le cronometro rimangono un obiettivo?
Sicuramente ne faranno parte. Anche perché non lo appesantiranno visto che ce ne sono veramente poche. Negli appuntamenti più importanti a partire dall’italiano non mancherò di certo.
Sono passate poco più di due settimane dai campionati del mondo su pista di Saint Quentin en Yvelines. Per l’Italia si è trattata di una rassegna iridata davvero positiva con ben 4 medaglie d’oro conquistate grazie ai successi di Filippo Ganna, Elia Viviani, Martina Fidanza e dal quartetto femminile. Se dobbiamo però trovare il trionfatore assoluto della rassegna francese non possiamo fare a meno di indicare il nome di Vittoria Group.
L’oro nell’inseguimento a squadre femminile è una delle medaglie più belle per la nazionale di VillaL’oro nell’inseguimento a squadre femminile è una delle medaglie più belle per la nazionale di Villa
Numeri incredibili
Per comprenderne appieno il trionfo basta snocciolare alcuni numeri: su 66 medaglie disponibili, ben 58 sono state vinte da atleti che hanno gareggiato con pneumatici Vittoria e A Dugast. Delle 22 medaglie d’oro assegnate al velodromo di Saint Quentin en Yvelines, 18 portano la firma di Vittoria e A Dugast.
Più di 20 squadre nazionali tra cui Australia, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti hanno fatto affidamento sugli pneumatici in cotone ad alte prestazioni prodotti da Vittoria Group. Complessivamente gli atleti gommati Vittoria hanno conquistato almeno una medaglia in tutte le discipline maschili e femminili.
Tra le nazionali supportate dall’azienda bergamasca c’era anche il BelgioTra le nazionali supportate dall’azienda bergamasca c’era anche il Belgio
Partnership giovane e vincente
La collaborazione fra Vittoria e A Dugast è davvero giovane. L’azienda olandese è entrata a far parte di Vittoria Group solamente nel 2021. Stiamo parlando di una realtà leader a livello mondiale nella costruzione artigianale di tubolari in cotone e seta.
I recenti mondiali su pista hanno confermato che siamo di fronte ad una collaborazione vincente, destinata a raccogliere successi anche in futuro grazie all’affidabilità degli pneumatici in cotone realizzati dai due brand. Vittoria ha messo a disposizione delle varie nazionali il Pista Oro mentre A Dugast il Piste Latex.
Pista Oro, esperienza top
Pista Oro nasce dall’esperienza accumulata in pista da Vittoria grazie ai modelli Pista Speed e Pista Control. Il Pista Oro presenta la mescola potenziata con grafene più aggiornata per offrire la massima velocità e affidabilità. La versione speciale dell’innovativa tecnologia della mescola al grafene di Vittoria, specificatamente realizzata per ridurre la resistenza al rotolamento degli pneumatici per applicazioni su pista, è accoppiata alla carcassa in cotone super elastica.
Il cotone rende la carcassa molto flessibile consentendo allo pneumatico di conformarsi al suolo, fornendo una guida più fluida, un rotolamento più efficiente e un migliore grip. Per aumentare la resistenza complessiva del Pista Oro, Vittoria utilizza il filato Corespun, un particolare tipo di filato composto da cotone e fibre di aramide combinate. Inoltre, il profilo slick del battistrada rende il Pista Oro il tubolare più veloce disponibile per le piste in legno.
Sulle 66 medaglie disponibili 58 sono state conquistate da corridori che hanno utilizzato copertoni VittoriaSulle 66 medaglie disponibili 58 sono state conquistate da corridori che hanno utilizzato copertoni Vittoria
Piste Latex, velocità e leggerezza
Piste Latex utilizza le tecnologie più avanzate e i materiali migliori per garantire velocità estrema e massima leggerezza. Il battistrada e la carcassa estremamente sottili consentono un’accelerazione ottimale e la minor resistenza al rotolamento possibile. Il battistrada in lattice e il filato di cotone/seta della carcassa offrono prestazioni di guida impareggiabili su piste in legno.
Ernesto Garcia Domingo, Chief Commercial Officer del marchio, ha commentato con queste parole i tantissimi successi ottenuti ai recenti mondiali su pista: «In Vittoria Group lavoriamo duramente per realizzare gli pneumatici per bicicletta più avanzati del pianeta. Siamo molto felici di vedere così tanti atleti vincere con questi pneumatici. Vogliamo ringraziare tutte le squadre nazionali che si sono affidate a Vittoria e A Dugast per la loro fiducia e il loro contributo nel migliorare ogni giorno i nostri prodotti».
Quanto è difficile ripartire ogni volta da zero? Tenere a bada la testa che dice basta. Sentir crescere il corpo e poi fermarsi di nuovo e alla fine arrivare ugualmente a vincere un campionato del mondo? A Martina Fidanza è successo tutto questo, per tre volte. Per cui la sua vittoria di ieri a Saint Quentin en Yvelines nello scratch vale triplo. Una maglia iridata per ogni volta che quest’anno è stata costretta a fermarsi e poi ripartire.
«Tutte le volte che cercavamo di fare un po’ di fondo e recuperare la condizione – conferma – mi succedeva sempre qualcosa. Quindi dovevamo sempre ricominciare. E’ stato veramente duro perché non trovi mai la forma che vorresti. Ma qui non sono arrivata con la voglia di far vedere chissà cosa, almeno non nello scratch. Mentre per il quartetto è diverso. Ho ancora la voglia di dimostrare perché è il mio obiettivo principale per questo mondiale».
Il suo preparatore Andrea Fusaz lo sa bene e accetta di parlarne, in questa fase di fine stagione in cui si gettano le basi per la prossima, a metà fra il CTF Lab che dirige e l’impegno con la Bahrain Victorious, che dopo la partenza di Paolo Artuso in direzione della Bora-Hansgrohe potrebbe rivelarsi più importante.
Secondo oro nello scratch, dopo il successo di Roubaix 2021Secondo oro nello scratch, dopo il successo di Roubaix 2021
Un anno contorto
Con Fusaz avevamo parlato lo scorso anno dopo il primo oro di Martina nello scratch. Ci aveva raccontato che la bergamasca ha doti anaerobiche innate, mentre il suo limite era la parte aerobica del discorso, per cui il grosso del lavoro era stato fino a quel punto aumentare il wattaggio alla soglia aerobica, per consentirle di arrivare meno stanca e di conseguenza più lucida nei finali importanti. Ma come cambia il lavoro se l’atleta è costretto a infiniti arresti?
«Raggiungere la condizione quest’anno – spiega Fusaz – è stato un parto. Ogni volta che si riusciva a mettere 40 giorni di allenamento di fila, succedeva qualcosa. Una caduta. Un tampone positivo. Un’influenza… C’era sempre qualcosa che interrompeva il percorso. Abbiamo fatto un sacco di fatica a portare avanti la stagione. Anche dal mio punto di vista, è stato veramente difficile anche interpretare i dati, perché eravamo sempre a inseguire. Mentre per Martina è stato duro soprattutto a livello mentale. Perché quando la sfortuna ti colpisce per così tante volte, anche a livello emotivo serve avere davvero un martello pesante per raddrizzare la stagione».
Subito dopo l’arrivo, Fidanza ha festeggiato il primo mondiale fra le elite della gestione di Marco VillaSubito dopo l’arrivo, Fidanza ha festeggiato il primo mondiale fra le elite della gestione di Marco Villa
Tre ripartenze da fermi
La testa prima delle gambe. E non è certo per caso che nelle prime parole dopo la vittoria, Fidanza abbia ringraziato Andrea: suo allenatore e motivatore.
«Il coach fa anche questo – spiega Fusaz – e lei quest’anno a livello mentale ha speso tanto. Ha ricominciato la preparazione da capo per tre volte. Ogni volta arrivavamo a tre/quarti dell’obiettivo e si resettava praticamente tutto. Quindi dovevamo ripetere la fase che per lei è fondamentale, in cui si deve rimettere un certo tipo di lavoro nelle gambe. E se a livello fisico può essere fattibile, a livello mentale per una come lei è devastante. Per fortuna da agosto siamo riusciti a fare una bella base. Nelle gare su strada magari con un livello un po’ più basso, riusciva a dire la sua, perché è un’atleta di un certo livello. Però ogni volta che si confrontava con atleti WorldTour faceva un sacco di fatica e non è semplice sapere di andare a una corsa per lavorare, con la certezza che passerai due ore pesanti e brutte. A inseguire e a fare solo tanta fatica. Ha fatto gare in Francia abbastanza rognose, solo saliscendi e percorsi nervosi. E in questo a livello mentale è stata molto forte».
Alla partenza, sorretta da Diego Bragato: Fusaz e il padovano hanno studiato insieme all’Università e c’è grande feelingAlla partenza, sorretta da Diego Bragato: Fusaz e il padovano hanno studiato insieme all’Università e c’è grande feeling
Inverno da decidere
Un anno così ha rallentato il percorso di crescita. E se le doti di Martina le hanno consentito di essere ugualmente prestante in pista, è chiaro che dal punto di vista della globalità qualcosa sia mancato.
«Con quello che ha nelle gambe – spiega Fusaz – è riuscita a vincere in maniera indiscutibile lo scratch. Quindi immagino che se fosse riuscita a fare l’anno intero, con la giusta tranquillità, probabilmente avrebbe vinto allo stesso modo, mentre nel quartetto sarebbe ancora più solida e magari si sarebbe tolta anche delle soddisfazioni su strada. Per questo vedremo che inverno fare.
«Martina avrebbe la possibilità di partecipare a delle competizioni in pista, però dobbiamo aspettare la fine dei mondiali per valutare. Tirare dritti, con la convinzione che a febbraio avrà le energie per cominciare, oppure puntare sul recupero. Se a livello fisico posso tranquillamente dire che avrebbe la possibilità di farsi anche l’inverno dritto, a livello mentale lo dobbiamo capire. Sono equilibri che vanno valutati».
Il cuore è un regalo del compagno Stefano e racchiude i momenti difficili superati insieme. Il quadrifoglio porta bene e viene da un amico di famigliaIl cuore è un regalo del compagno Stefano e racchiude i momenti difficili superati insieme. Il quadrifoglio viene da un amico di famiglia
Voglia di rivalsa
E Martina cosa dice? La vittoria è il balsamo migliore. E scavando capisci che la voglia di rifarsi contro la iella c’era, eccome. E probabilmente è stata la molla che l’ha spinta a tenere i nervi saldi e fare quella volata pazzesca alla fine della corsa.
«Ero anche più tranquilla – dice Fidanza – perché lo scratch è una gara di situazione e l’avevo già vinta. Se ci fossi riuscita per la seconda volta, avrei fatto qualcosa di straordinario. Però c’era sempre quel senso di rivalsa che avevo anche nel 2021, perché quest’anno è andato un po’ storto e quindi avevo voglia di dimostrare. Il mio motto è che tutto torna e ai mondiali per due anni di fila mi è tornato tutto quello che ho passato e che ho dovuto superare. Solo che a Roubaix sono andata via a sei giri dalla fine, che non è il mio terreno. Mentre quest’anno ho vinto secondo i miei standard.
«Almeno adesso al quartetto ci arrivo con i nervi a posto. Ero tanto tesa ieri, perché il giorno prima le prove gara non erano andate benissimo e quindi c’era sempre la tensione dell’imprevisto. Invece il fatto che sia riuscita raggiungere una vittoria individuale mi mette più tranquillità».
La firma delle maglia iridate è il modo di capire che è tutto vero: «Anche se ancora – dice Fidanza – non ho ben realizzato»La firma delle maglia iridate è il modo di capire che è tutto vero: «Anche se ancora non ho ben realizzato»
L’ora del quartetto
L’appuntamento è per stasera a partire dalle 18,30, quando Martina Fidanza lancerà il trenino azzurro nel primo round della sfida a squadre.
«Io soffro meno a partire – dice – che magari a stare in altre posizioni. Però serve la sensibilità giusta per far partire il quartetto in tabella e senza far sforzare troppo le ragazze che ci sono dietro. Se parti troppo forte, poi magari Guazzini non riesce a tirare come dovrebbe. Però sono abbastanza brava in questo lo riconosco, penso sempre al meglio per la squadra e quando parto cerco sempre di mantenere la lucidità».
Chi la ricorda dai giorni di Tokyo, ha ancora negli occhi lo sguardo contrariato e mesto di Martina Fidanza quando apprese di essere volata in Giappone per fare la riserva. Tuttavia la gestì con stile e ne trasse la benzina per puntare su Parigi 2024 con le unghie affilate. La bergamasca è in ritiro a Montichiari con Villa e il gruppo azzurro. Quattro giorni la settimana scorsa, altri quattro in questa. Poi la spedizione azzurra volerà in Francia per i mondiali di Saint Quentin en Yvelines.
«Mi sento bene – dice la bergamasca che da quest’anno corre alla Ceratizit Wnt – ma non mi sbilancio. Non so ancora quale specialità farò, se sarò inserita nel quartetto. Probabilmente farò lo scratch».
Nell’inseguimento a squadre, del resto, lo scorso anno Martina aiutò a conquistare l’argento e poi nello scratch vinse l’oro.
Ai mondiali pista del 2021 a Rouiax, Martina faceva parte del quartetto che ha conquistato l’argentoE ha poi conquistato l’oro e la maglia iridata nello scratchAi mondiali pista del 2021 a Rouiax, Martina faceva parte del quartetto che ha conquistato l’argentoE ha poi conquistato l’oro e la maglia iridata nello scratch
Nuove dinamiche
Nel frattempo è cambiato tutto. Salvoldi non è più il tecnico delle donne ed è stato spostato agli juniores. Il suo ruolo è stato… spacchettato, con Sangalli per la strada e Marco Villa che ha fatto suo l’intero gruppo pista cercando le misure giuste.
«Rispetto al 2021 – riprende Fidanza – la differenza è il percorso con cui arriviamo ai mondiali. L’anno scorso era olimpico, quindi eravamo sempre insieme, ci conoscevamo benissimo. Con Marco invece abbiamo provato poco alcune dinamiche, quindi all’inizio qualche difficoltà c’è stata, mentre Dino ci conosceva benissimo e faceva più ritiri. Ora siamo più libere, facciamo i richiami di lavoro che ci servono e arriviamo pronte alle gare. Ad esempio questa settimana e la scorsa siamo andate e venute. Barbieri, Consonni e Alzini sono andate a correre alla Tre Giorni di Aigle. Altre fra cui la sottoscritta, Guazzini e Balsamo, hanno corso su strada fra l’Emilia e la Tre Valli Varesine. Sono le squadre che comandano avendo però concordato il tipo di preparazione. In modo che poi in pista si lavora su tecnica e ritmo».
Martina Fidanza è una delle ragazze, come Balsamo e Longo Borghini, che corrono con le Fiamme Oro (foto Instagram)Martina Fidanza è una delle ragazze, come Balsamo e Longo Borghini, che corrono con le Fiamme Oro (foto Instagram)
Una stagione da 7
Come sia andata finora la sua stagione su strada è un bel punto di domanda, cui forse neanche lei riesce a dare una risposta definitiva. La caduta alla Danilith Nokere Koerse di marzo e le conseguenti fratture alle vertebre hanno compromesso la primavera: Martina è tornata in bici ad aprile proprio a Montichiari per non rischiare ed è rientrata in gruppo alla fine di maggio. Dagli europei di Monaco è dovuta andar via prima perché non stava benissimo, ma per fortuna al Giro di Toscana è arrivata la vittoria.
«Una stagione da ponderare – sorride – forse bassa rispetto alle aspettative, ma per la quale finora mi do comunque un 7. Nella nuova squadra sto bene, sono tranquilli ed è un bell’ambiente in cui lavorare. Nel frattempo la schiena si è ripresa bene, tutto sommato ho recuperato abbastanza in fretta. Mi resta qualche fastidio, che però non compromette nulla. I mondiali chiuderanno la stagione e sono sia un obiettivo, sia un passaggio verso Parigi».
Agli europei di Monaco, ha partecipato allo scratch in maglia iridataAgli europei di Monaco, ha partecipato allo scratch in maglia iridata
Il “gruppone” funziona
E qua il discorso entra nel vivo e si riallaccia al punto di partenza. Per il prossimo giro olimpico, Fidanza vuole guadagnarsi un posto da titolare.
«Ero riserva a Tokyo – ammettere – ho vissuto il clima dei Giochi, sono stata vicina al gruppo che ha corso, ma a Parigi vorrei scendere in pista anche io. Voglio guadagnarmi il posto e dimostrare di essere affidabile. Non scelgo una specialità sulle altre. Ho visto che nell’anno olimpico si lavora in modo maniacale sul quartetto, un po’ meno per madison e omnium. E anche se il modo di fare di Villa è diverso e ci lascia più libertà, non mi sento meno tesa. Sono sempre nella condizione di voler dimostrare qualcosa. Siamo un bel gruppo ed essere uniti ai ragazzi dà a tutto un senso diverso, perché loro sono capaci di darci leggerezza e noi gli insegniamo la disciplina (ride, ndr)».
A volte un oro iridato non basta come biglietto da visita. Liam Bertazzo sembrava non trovare squadra ed invece è arrivato l'ingaggio del Maloja Pushbikers
Un secondo ed un terzo posto che valgono una vittoria. Anzi, la prima del circuito UCI in carriera.E ieri un’altra terza piazza al Gp Isbergues (vinto dalla Consonni). Nelle ultime 72 ore è andata così a Maria Giulia Confalonieri che in Belgio ha conquistato la classifica generale al Tour de Semois (con 2″ di vantaggio su Bredewold e 17″ su Gasparrini) grazie al bis di podi consecutivi nelle due tappe disputate.
«Dedico questo successo – ci racconta raggiante al telefono la 29enne della Ceratizit-WNT – alla mia famiglia e alla mia squadra. Loro hanno sempre continuato a credere in me, anche se comunque questa vittoria ha tardato tanto ad arrivare. Avrei voluto ottenerla tagliando il traguardo per prima. Non ho nulla da recriminarmi. Ho trovato due avversarie semplicemente più forti ed una delle due, ieri, era la Wiebes, che quest’anno è imbattibile allo sprint. In ogni caso resta una bella consolazione. Spero di finire la stagione in questo modo».
Confalonieri festeggia la sua prima vittoria immortalata da… Martina Fidanza Un secondo ed un terzo posto sono valsi il successo al Tour de Semois (foto Guillaume)Bredewold precede Confalonieri nella prima tappa al Semois (foto Guillaume)Confalonieri festeggia la sua prima vittoria immortalata da… Martina Fidanza Un secondo ed un terzo posto sono valsi il successoal Tour de Semois (foto Guillaume)Bredewold precede Confalonieri nella prima tappa al Semois (foto Guillaume)
Salto nel WorldTour
Per Confalonieri è il meritato riconoscimento dopo undici anni da elite al servizio delle compagne, soprattutto in nazionale. Se in pista aveva già inanellato tanti allori nazionali, continentali ed un bronzo iridato, su strada doveva ancora togliersi questa soddisfazione. La brianzola (tesserata con le Fiamme Oro) inoltre ha scelto la maniera migliore per salutare la sua attuale formazione. Nel 2023 correrà nel WorldTour con la norvegese Uno-X con cui pochi giorni fa ha firmato un biennale. Noi abbiamo voluto scoprire da lei la decisione del trasferimento e le relative aspettative. E mentre parliamo Maria Giulia ci spedisce le foto della premiazione finale scattate dalla sua compagna Martina Fidanza…
A parte questo fresco sigillo, come stava andando il tuo 2022?
E’ stata una annata buona. Sono partita bene alle classiche del Nord. Ho sempre fatto bei risultati e belle prestazioni. Sono contenta del mio Tour Femmes. Avrei voluto sfruttare meglio la condizione, che è sempre stata buona, ma con la concorrenza che c’era era difficile inserirsi, specie se non hai un treno a tua disposizione. Anche alla Vuelta c’era poco da fare, il tracciato era sbilanciato a favore delle scalatrici. Però nell’ultima tappa a Madrid sono caduta a 20 chilometri dall’arrivo e poi sono riuscita a chiudere sesta in volata. Peccato, avevo la gamba giusta.
Confalonieri fa parte del corpo delle Fiamme Oro. Qui al tricolore 2020 mentre parla con BronziniDopo tre anni in Ceratizit, Confalonieri nel biennio 2023-24 correrà nel WT con la norvegese Uno-XConfalonieri fa parte del corpo delle Fiamme Oro. Qui al tricolore 2020 mentre parla con BronziniDopo tre anni in Ceratizit, Confalonieri nel biennio 2023-24 correrà nel WT con la norvegese Uno-X
Quest’anno hai dimostrato di saper tenere la forma per tanto tempo.
Sì, è vero. Riesco a mantenerla bene per lunghi periodi. Ma non è bastato o non è servito fino in fondo. A marzo in Belgio ho fatto due terzi posti ravvicinati dietro Wiebes e Balsamo. Difficile fare risultato dietro loro. Quando non c’è una, c’è l’altra. Oppure ho trovato sempre qualcuna in giornata. Ma va bene così. Qui al Semois c’erano due frazioni adatte a me. Ho saputo leggere bene la gara e ne ho approfittato.
Vedendo quei tanti piazzamenti, ora a mente più fredda pensi di aver perso qualche occasione?
Direi di no. Come dicevo prima, ho sempre trovato chi è andata più forte e gliene rendo merito. Però un piccolo rimpianto ce l’ho. L’unico della stagione. Al Fiandre mi sono mancati cento metri sul Paterberg. Se fossi rimasta agganciata al gruppetto di testa forse sarebbe stata un’altra corsa. Anche alla Roubaix stavo bene ma sono stata frenata da una caduta davanti a me e poi da due forature nei momenti decisivi. Tuttavia al Nord so che l’inconveniente è dietro l’angolo.
Sanguineti, Confalonieri e Balsamo. Un trio ex Valcar in nazionale all’europeo di MonacoNegli ultimi anni Confalonieri è stata una pedina fondamentale anche in nazionale Confalonieri ha vinto l’oro europeo nella corsa a punti nel 2018 e 2019 Sanguineti, Confalonieri e Balsamo. Un trio ex Valcar in nazionale all’europeo di MonacoNegli ultimi anni Confalonieri è stata una pedina fondamentale anche in nazionale Confalonieri ha vinto l’oro europeo nella corsa a punti nel 2018 e 2019
I tre anni in Ceratizit come sono andati?
Benissimo. C’è un bell’ambiente, molto professionale. Mi sono sempre trovata bene con tutti, sia con lo staff che con le compagne. Questo è un fattore importante. E’ stata la mia quinta formazione e anche qui ho fatto un’esperienza ulteriore sotto il punto di vista culturale. Correre all’estero e confrontarti tutti i giorni con compagne straniere ti aiuta ad uscire dal guscio dell’Italia e a saperti adattare a tante situazioni.
Sempre più a nord, dalla Germania alla Norvegia. Com’è nato il contatto con la Uno-X?
In primavera mi avevano cercata diversi team tra cui loro, ma non sapevo dove andare. Ho ascoltato le varie proposte poi ho deciso di passare alla Uno-X perché mi è piaciuto il loro progetto, nuovo, e per come si sono presentati. Sono nati quest’anno partendo dal WorldTour però vogliono crescere gradualmente, cercando di mantenere un’impronta scandinava o comunque nordica il più possibile. Al momento hanno fatto una buona campagna acquisti prendendo l’olandese Koster e la danese Dideriksen (iridata nel 2016, ndr).
Confalonieri sulle pietre del Nord si è sempre trovata a suo agioLivigno e mountain bike. Maria Giulia Confalonieri con sua cugina Alice Maria ArzuffiConfalonieri sulle pietre del Nord si è sempre trovata a suo agioLivigno e mountain bike. Maria Giulia Confalonieri con sua cugina Alice Maria Arzuffi
Tu avrai un ruolo con maggiori responsabilità?
Sì, ed è stato uno dei motivi che mi hanno fatto scegliere la Uno-X. Nelle classiche avrò i gradi di capitana, magari condivisi con un’altra ragazza, anche se hanno detto che puntano su di me. Poi si dovrà vedere il calendario. Personalmente vorrei che avessimo tante soluzioni, tante punte, un po’ come è stato in Ceratizit in questi anni. Mi piacerebbe che si creasse lo stesso tipo di ambiente dove tutte possiamo dare il nostro contributo alla compagna più in forma. Non ho mai avuto problemi a lavorare per le più forti o fare la corsa in prima persona. Dovrei avere più carta bianca rispetto al passato e cercherò di sfruttarla. Altrimenti mi metterò a disposizione delle altre.
Hai già fatto un pensierino a qualche obiettivo?
Come dicevo, le classiche di primavera saranno la parte principale della annata. Mi piacerebbe fare quelle corse esprimendo i valori migliori di sempre. Ma vedremo durante la stagione su cosa puntare, l’importante è farsi trovare pronta.
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
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