Una giornata all’insegna del ciclocross insieme a Martina Fidanza

24.01.2025
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Capita, durante il ritiro di gennaio, di essere vicini a Benidorm, dove si è corsa una tappa di Coppa del mondo di ciclocross. Allora, visto che le tue compagne saranno impegnate sullo sterrato di questa cittadina a sud della Spagna, decidi di andare a vederle. In poche parole questo è ciò che è capitato alle ragazze della Visma Lease a Bike e a Martina Fidanza. Da qualche foto social abbiamo visto l’entusiasmo e i sorrisi delle atlete del team olandese. Così siamo andati da Martina Fidanza per farci raccontare l’esperienza vissuta. 

«Eravamo in ritiro – spiega mentre si dirige in macchina verso la sede di Nimbl – e sapevamo che le nostre compagne sarebbero state impegnate nella tappa di coppa del mondo a Benidorm. Margaux (Vigie, ndr) ha organizzato la trasferta, chiedendo prima ai diesse e ai manager. Avevamo quattro ragazze del team che avrebbero corso: Van Empel, Marianne Vos, Viktória Chladonova e Imogen Wolff. Volevamo essere presenti per supportarle».

Nei giorni della tappa di coppa del mondo di Benidorm Martina Fidanza e compagne si trovavano in ritiro a Gandia
Nei giorni della tappa di coppa del mondo di Benidorm Martina Fidanza e compagne si trovavano in ritiro a Gandia

Il viaggio

In pochi giorni, se non ore, tutto era pronto e organizzato. Dal ritiro di Gandia allo sterrato di Benidorm, per una giornata all’insegna del ciclocross.

«Avevamo studiato bene il programma – dice Martina Fidanza – ed era abbastanza stressante. L’idea iniziale era quella di andare a vedere anche la gara degli uomini, ma la giornata diventava troppo lunga. Per fortuna la gara capitava in un momento comodo del ritiro, tanto che siamo riusciti a incastrare lì il giorno di riposo. Abbiamo preso due macchine, una la guidava la nutrizionista del team, e siamo partite. Appena finita la corsa delle nostre compagne ci siamo rimesse in viaggio, così da essere in hotel per le 17 e fare un paio di ore di riposo».

Che te ne pare dell’atmosfera si respira nel ciclocross?

E’ molto bella. Per le nostre compagne averci lì a bordo pista voleva dire avere una spinta in più, glielo si leggeva negli occhi ogni volta che passavano davanti alla nostra postazione. Quando ero piccola, da esordiente, ho corso per due anni nel ciclocross e mi ricordavo fosse un mondo divertente. Però non ero mai stata a una gara di Coppa del mondo. Non mi aspettavo che ci fosse così tanta gente. Solo per trovare spazio intorno al percorso ci siamo dovute impegnare.

Dalle foto abbiamo visto che vi siete anche attrezzate per il tifo…

Ognuna di noi ha deciso un po’ come fare per dare sostegno, in due si sono messe un costume: una da apicoltore e l’altra da ape. Altre avevano delle campane. Il tutto per farci riconoscere. A me è bastata la voce, sicuramente mi hanno sentita (ride, ndr). 

Erano quattro in totale le ragazze in gara della Visma, qui in foto Imogen Wolff
Erano quattro in totale le ragazze in gara della Visma, qui in foto Imogen Wolff
Le quattro che hanno corso erano con voi in ritiro a Gandia?

Sì. Per questo siamo venute a conoscenza della gara e abbiamo deciso di andare. Loro quattro sono partite il giorno prima verso Benidorm e hanno dormito lì. 

Avete fatto delle domande prima di partire?

Durante i giorni di ritiro eravamo curiose, chiedevamo loro se il percorso fosse di loro gradimento. Poi mentre si svolgeva la gara ci facevamo un po’ di domande tra di noi a bordo del tracciato. Tra chi corre solo su strada e chi anche su pista non conoscevamo esattamente le dinamiche del ciclocross. Quando Fem (Van Empel, ndr) era davanti da sola ci chiedevamo se avesse aspettato Marianne (Vos, ndr) per andare insieme all’arrivo. 

Le ragazze della Visma si sono organizzate per la trasferta, portando anche dei costumi: ape e… apicoltrice
Le ragazze della Visma si sono organizzate per la trasferta, portando anche dei costumi: ape e… apicoltrice
Invece?

Non lo ha fatto. Ma direi che nel ciclocross non c’è tanta tattica. O per lo meno, non di squadra. Ognuna imposta il suo ritmo e fa la sua gara. 

Una volta tornate avete parlato con loro?

Abbiamo chiesto dei feedback sul percorso. Ci hanno risposto che era un po’ diverso dai classici sterrati del ciclocross. Era più da gravel a detta loro, per questo si sono trovate avvantaggiate. 

Una delle cose che ha colpito maggiormente Martina Fidanza è la grande affluenza di pubblico
Una delle cose che ha colpito maggiormente Martina Fidanza è la grande affluenza di pubblico
Cosa ti ha colpito di più delle dinamiche di questa disciplina?

La partenza, quasi scioccante. Partono fortissime e sono davvero tante. Viktória (Chladonova, ndr) ha perso posizioni all’inizio a causa di due che si sono toccate, nonostante ciò è arrivata decima al traguardo. Terza tra le under 23. Mi ha impressionato quanto sia importante partire bene. Nonostante tutto è comunque arrivata tra le prime dieci. Vederla rilanciare, recuperare e sorpassare è stato molto emozionante. 

Poi in spazi così stretti…

E’ importantissimo anticipare e correre davanti. La differenza di fatica tra le prime tre e le altre deve essere tanta. In quel percorso poi si formavano trenini da dieci atlete, l’ultima all’uscita delle curve prendeva delle “frustate” incredibili. Se ti metti davanti, invece, imposti il tuo ritmo e stai un pochino più tranquilla. 

La settimana tipo: Martina Fidanza, Natale fra strada e pista

24.12.2024
5 min
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La settimana tipo degli atleti è sempre molto variegata.In questi anni difficilmente ne abbiamo viste due uguali o molto simili, e quella di Martina Fidanza, che vi proponiamo, è ancora più diversa rispetto alle altre.

Fidanza, infatti, appartiene a quel lotto di azzurri e azzurre che sono anche alla corte di Marco Villa. Senza contare che ha anche cambiato squadra, è passata dalla Ceratizit alla Visma-Lease a Bike, cosa che come vedremo ha effetti sulla preparazione. È dunque interessante vedere come concilia le due attività, specie in questa settimana natalizia

A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
Martina, come inizia la tua settimana tipo?

Difficile per me stabilire una settimana tipo visto che di mezzo c’è anche la pista. Diciamo che in questa settimana natalizia, per esempio, c’è un po’ di tutto. Lunedì, per esempio, sono andata a Montichiari per girare in pista.

In questi casi com’è la tua giornata?

Mi alzo verso le 7. Faccio colazione e poi vado a Montichiari. Ci metto un’ora abbondante, dipende anche dal traffico, e lì si gira. La durata delle sessioni dipende anche da quanti siamo e quanto c’è da attendere tra le sessioni di un gruppo e l’altro. Nel pomeriggio comunque si torna e alla sera sono a casa.

Questo era il tuo lunedì, passiamo al martedì?

Oggi palestra e bici. Mi piace raggiungere la palestra in bici, anche perché così mi scaldo anche un po’. Lì mi cambio, conosco bene i proprietari: hanno le mie scarpe e quel che mi serve. Faccio i lavori di forza ed equilibrio. Quando ho finito, parto subito in bici e faccio un paio d’ore di scioltezza.

Mercoledì?

In questo caso, visto che domani è Natale, riposo. Ho cercato di organizzarmi così. Cercherò di svegliarmi il più tardi possibile, quasi verso l’ora di pranzo, così da saltare un pasto (la colazione, ndr) e godermi poi la giornata in famiglia!

Fidanza in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
Martina in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
E siamo a giovedì…

Farò tre ore. Tre ore tranquille a Z1 o anche Z2. In Visma-Lease a Bike mi stanno facendo lavorare molto in questa zona per ora. E’ un puro allenamento di Fat Max, ideale dopo il pranzo di Natale! Anche se non sono una scalatrice di certo, mi piace comunque inserire sempre delle salitelle nel corso delle mie uscite, così da movimentare un po’ il tutto. Stavolta, più che altre volte, cercherò di partire presto così che possa essere a casa per l’ora di pranzo e stare in famiglia.

Venerdì?

Di nuovo andrò in pista. Stavolta per una due giorni e infatti resterò a dormire a Montichiari. Venerdì è prevista una doppia sessione: una al mattino e una al pomeriggio. Sabato invece lavoreremo solo al mattino. Ma poi resteremo lì in quanto abbiamo organizzato una cena per festeggiare la vittoria olimpica di Chiara (Consonni, ndr) e Vittoria (Guazzini, ndr) delle Olimpiadi. Alla fine non c’è mai stato troppo tempo per stare tutti insieme.

Ed eccoci a domenica…

Esatto, tornerò a casa e andrò ad allenarmi. Di nuovo un paio d’ore tranquille, anche perché comunque verrò da due giorni di qualità in pista.

Questa è la parte della preparazione, Martina: come ti regoli invece con l’alimentazione, specie ora che sei passata in un team dove questo aspetto è particolarmente curato?

In effetti è forse la parte che più è cambiata. Ci tengono molto e sono molto attenti. Hanno messo a punto un’app con la quale, scannerizzando i codici a barre di ciò che mangiamo, sappiamo le quantità e i bilanciamenti da assumere. Non si tratta tanto di non mangiare questo o quello, tanto o poco, ma di avere sempre il giusto bilanciamento. Posso anche prendere un pezzetto di cioccolata, ma poi so che per il resto del giorno quel quantitativo di grassi o di zuccheri l’ho già preso. So quanto mi resta di quel nutriente.

Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
In effetti è interessante…

Interessante e pratica direi. Loro sanno ciò che mangio e anche io. Mi stanno facendo cambiare gradualmente. Per esempio, a colazione ho riscoperto il porridge. Alla base c’è l’avena, io me lo faccio come voglio: quindi yogurt greco, che non necessariamente è quello allo zero per cento di grassi (anche se capita più spesso), quindi avena, frutta, frutta secca, miele o se voglio una crema di cioccolato che mi piace molto. Inserisco il tutto nella App e loro sanno cosa ho mangiato.

Cosa hai cambiato di più sin qui col passaggio alla nuova squadra?

L’alimentazione in bici. Ora mangio davvero di più. Il concetto in Visma è quello di assumere quello che serve. E quello che serve per pedalare al meglio. Quando faccio le tre ore, per esempio, i 60 grammi di carboidrati non mancano mai. Mentre sul fronte degli allenamenti il cambiamento per ora è molto graduale.

Riguardo alle tempistiche di una tua giornata standard, diciamo così, come sono i tuoi orari?

Mi sveglio tra le 7 e 8, dipende cosa devo fare e se devo andare a Montichiari, da quanto fa più o meno freddo. Mi alleno. Pranzo. E verso le 20 solitamente ceno.

Vai a letto ad un orario stabilito?

No, se capita che siamo in famiglia mi piace restare tutti insieme, magari a giocare a carte. Oppure guardo un film. Ma di solito entro le 23 sono a letto. A volte mi piace fare stretching dopo cena, proprio prima di dormire.

Fidanza studia gli sprint in stile Visma e impara dalla Vos

07.12.2024
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Lo stupore di Martina Fidanza dopo la prima visita nel quartier generale della Visma-Lease a Bike è stato quasi ridicolizzato dopo il mini-ritiro fatto in Olanda per foto e team building. Questa volta l’atleta bergamasca ha avuto la sensazione di gigantismo che spesso coglie coloro che si trovano coinvolti nelle dinamiche dello squadrone. E così, in attesa che il training camp della prossima settimana inauguri la stagione 2025, siamo tornati da lei per capire come proceda l’inserimento. Non sono stati tanti gli atleti italiani coinvolti negli anni nel team di Richard Plugge. Il primo fu Enrico Battaglin. Poi è toccato a Edoardo Affini. Ci sono Belletta e Mattio nel devo team, però mai nessuna donna era stata ingaggiata: Martina Fidanza è la prima.

«La prima volta ero da sola – racconta – per fare delle visite e vedere il magazzino. Invece venerdì eravamo tutti. Siamo andati in una sede diversa, ci hanno parlato dei loro valori e poi abbiamo fatto anche delle attività di gruppo. C’eravamo noi donne, la WorldTour degli uomini e gli under 23. In più c’era anche tutto lo staff, praticamente un’enormità di persone. Eravamo in 350 ed è stata una cosa incredibile. Venerdì ho capito veramente dove fossi e cosa stessi facendo. In più ti vedevi passare accanto ovviamente Van Aert e Vingegaard, non capita tutti i giorni. Io ero nel gruppo con Jonas e abbiamo fatto dei giochi insieme e intanto mi chiedevo: “Ma dove sono finita?”. Mi sembrava davvero un altro mondo. Vingegaard è un tipo alla mano, lo sono tutti. Ma sono anche super competitivi. Erano giochi di squadra, quindi non si concedeva niente a nessuno…».

La realtà Visma-Lease a Bike è così grande che la vendita di fine anno diventa un immenso black friday (immagine Instagram)
La realtà Visma-Lease a Bike è così grande che la vendita di fine anno diventa un immenso black friday (immagine Instagram)
Nel frattempo hai ricominciato ad allenarti?

Da tre settimane, più o meno. Le cose sono un po’ cambiate, perché vengo seguita dal preparatore della Visma e tutto il resto dello staff viene dalla squadra. Rispetto a come ero abituata, ripartivo facendo delle ore in bici senza troppi lavori, cercando soltanto di fare medio e fondo. Ora siamo partiti un po’ più tranquilli a livello di ore, c’è meno carico in bici e un po’ più di palestra. Quindi durante la settimana faccio meno chilometri al medio, però più lavori tipo partenze e alta intensità per tenere un po’ la brillantezza.

Questo perché si pensa che partirai presto nella stagione oppure è il loro metodo di lavoro?

Secondo me è un richiamo che vogliono fare per arrivare pronti al training camp e poter caricare con ore in più quando saremo là. Dato che in Spagna il meteo è migliore, possiamo fare il volume di lavoro necessario per la preparazione di dicembre.

Come va sul piano della comunicazione?

Ero già in una squadra internazionale, però ero seguita da staff italiano. Avevo il mio preparatore, avevo la mia nutrizionista italiana, quindi anche a livello di comunicazione e di inglese c’è qualcosa che devo migliorare. Ho fatto il primo mini-ritiro settimana scorsa e ho visto che comunque ci capiamo bene e loro sembrano molto disponibili ad aiutarmi, mi sembra un bel gruppo.

Abbiamo capito che continuerai a lavorare in pista.

La stagione avrà altri ritmi, ma qualcosa rimane. La nazionale non ha fatto il solito raduno a Noto, che di solito si faceva a novembre. Ma io sto continuando ad andare in pista: giovedì per esempio mi sono allenata a Montichiari. La squadra è d’accordo che la mantenga, mentre bisogna capire per i programmi. L’europeo di Zolder sarà immediatamente dopo il Uae Tour, l’idea sarebbe di farceli stare entrambi. Penso che la squadra sia abbastanza d’accordo, ma dobbiamo capire se sia effettivamente fattibile. Bisogna parlare e capire perché comunque dietro c’è un bell’impegno.

Il nuovo preparatore ti segue per i lavori da fare in pista?

No, in realtà no. Vado in pista, faccio quello che mi dice la nazionale e lui lo considera come un giorno di alta intensità e gestisce la settimana di conseguenza.

Sarai la velocista della squadra, dovrai vedertela con Wiebes, Balsamo, Kool, come ti senti al riguardo?

Ci proviamo e sono contenta di poterlo fare con una squadra a fianco che mi dà sicurezza e mi mette nella migliore condizione possibile. Ci sono dinamiche da creare, però mi sembrano un bel gruppo, molto tranquillo, disposte ad aiutare. Mi piace e mi ci trovo bene. La Wiebes per ora è imbattibile, almeno sembra. Per il resto non è facile, il livello internazionale delle velociste è molto alto.

Tra Wiebes e Kool, le due velociste con cui Martina Fidanza dovrà misurarsi
Tra Wiebes e Kool, le due velociste con cui Martina Fidanza dovrà misurarsi
La sensazione è che Wiebes vinca perché dotata di una struttura fisica imponente, allo stesso modo Lotte Kopecky. Dovremo abituarci all’idea di Martina Fidanza che metterà su massa per contrastarle?

No, penso che rimarremo con la Martina che conosciamo. La struttura fisica è soprattutto una questione di fibre. E’ vero che Wiebes ha messo tanta massa anche nella parte superiore, però penso che lei sia un caso eccezionale. E’ comunque un peso che bisogna portarsi dietro in salita, per cui è meglio che ognuno cerchi il suo equilibrio. Magari lei va forte ugualmente, ma non è detto che se metto su 5 chili di muscoli, riesco a fare ugualmente la differenza.

Elisa Balsamo dice che il modo di battere la Wiebes è provare ad anticiparla.

Condivido la stessa idea di Elisa. Lorena ha uno spunto velocissimo appena parte, quindi se accelera che è già davanti, seguirla è impossibile per chiunque. Se invece si riesce a partire avvantaggiati, si ha una possibilità. Anticiparla è l’idea giusta, ma le volate sono sempre più caotiche e lei ha alle spalle una squadra che la mette nelle condizioni migliori. Diciamo che la teoria è valida, la pratica va esercitata. La Lidl-Trek sta formando un bel treno per Elisa, quindi magari è qualcosa che stanno pensando di fare e magari ci riusciranno.

Ci sarà un treno per Martina Fidanza?

Dobbiamo ancora parlarne, ma bisognerà prima mettere a posto i calendari. Farò parte della stagione con l’altra velocista che abbiamo in squadra e abbiamo avuto modo di confrontarci e siamo ben disposte ad aiutarci. Magari qualche volta dovrò supportarla io, altre volte toccherà a lei. L’obiettivo è tirare fuori il meglio di noi per fare il meglio per la squadra e penso che lei sarà il mio principale supporto.

Consonni e Fidanza: azzurre, velociste e bergamasche. Ed entrambe cambiano squadra
Consonni e Fidanza: azzurre, velociste e bergamasche. Ed entrambe cambiano squadra
Che cosa significa per te che hai 25 anni correre accanto a Marianne Vos che ne ha 12 di più e un palmares così impressionante?

Lei è sempre stata è uno dei miei idoli, forse il più grande. Quando ero piccola guardavo le gare in cui c’era lei, ma purtroppo il più delle volte arrivava seconda. Ai mondiali però era sempre lì e quindi l’ho sempre vista come un’atleta con tanta classe, un’atleta che mi piace in tutto. Trovarla nel ritiro è stato un po’ strano. Ho cercato di superare il fatto di considerarla un idolo, una persona inarrivabile, provando a trattarla solamente come una compagna di squadra e penso che l’abbia apprezzato. Ho notato che un po’ tutti hanno verso di lei una sorta di rispetto estremo e questo talvolta porta a isolarla. Mentre se le si parla normalmente, è molto tranquilla e disponibile. E per questo cercherò di osservarla e vedere come si comporta, cosa fa. Proverò a seguirla e cercare dei consigli da parte sua. Sarà un aiuto prezioso.

Per finire, cosa ti pare della nuova Cervélo?

Ho già iniziato a usarla e mi pare una bellissima bici. Mi c’è voluto un attimino per abituarmici, perché ha delle geometrie un po’ diverse rispetto a come ero abituata. Però mi sto trovando bene, è una bella bici. Non ho ancora provato le ruote da gara, lo faremo in Spagna. Ho quelle da allenamento e davvero non ho niente da ridire. Penso anche che continueremo a usare coperture Vittoria, con cui già correvo e penso siano fra le migliori al mondo, quindi mi trovo benissimo. Per la bici e dei feedback approfonditi mi serve ancora un po’. Va bene se ci risentiamo dopo il primo ritiro?

Martina Fidanza: ora i mondiali su pista, poi la Visma

24.09.2024
4 min
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Una delle prime novità per la stagione 2025 riguarda Martina Fidanza, l’atleta bergamasca passerà infatti alla Visma Lease a Bike Women. Un contratto biennale che chiude la sua esperienza alla Ceratizit, formazione tedesca che negli anni è cresciuta fino ad arrivare nel WorldTour proprio nel 2024. Per Martina Fidanza, alle prese con la convalescenza dopo un incidente in allenamento, la chiamata dello squadrone olandese arriva dopo stagioni in costante crescita

«La convalescenza – dice da casa Martina Fidanza – è più dura del previsto a causa della rottura del gluteo. Ci metterà un po’ a recuperare e il mondiale di pista è dietro l’angolo, manca un mese. Riesco a uscire in bici, ma in maniera blanda, massimo un’ora e mezza a ritmi bassissimi. Giusto per girare le gambe. Oggi ad esempio sono rimasta totalmente ferma».

A inizio settembre si era detta felice per il finale di stagione, pochi giorni dopo è arrivato l’incidente che l’ha fermata (foto Instagram)
A inizio settembre si era detta felice per il finale di stagione, pochi giorni dopo è arrivato l’incidente che l’ha fermata (foto Instagram)

Lo scorrere del tempo

Per Martina Fidanza la stagione è iniziata presto, anzi prestissimo, con gli europei su pista il 10 gennaio. E’ poi proseguita con gli impegni su strada e le Olimpiadi di Parigi. 

«Sono passata dal vedere i mondiali su pista come un obiettivo lontano nel tempo – spiega – al vederli arrivare velocemente e non riuscire ad essere pronta come desidero. Sicuramente darò il massimo, ma il muscolo sarà al massimo delle prestazioni a metà ottobre. Nel mentre dovrò lavorare a regimi minori, onorerò l’impegno, chiaro che dispiace arrivare così. L’ufficialità della firma con la Visma è arrivata tre ore prima dell’incidente, pensare che una notizia così bella sia stata smorzata da questo evento dispiace, rimane però la felicità e l’orgoglio del traguardo raggiunto».

Come trascorri i tuoi giorni a casa?

Cerco di tenere la mente occupata, faccio dei sudoku, mi piacciono e per un po’ non penso ad altro che ai numeri. Poi guardo serie tv, mi sto appassionando a una serie crime, cercare di scoprire il colpevole e risolvere i casi è una bella prova. Infine vedo i miei amici, sto con il gatto e il mio fidanzato. 

Come è arrivato l’interesse degli olandesi?

La Visma cercava una velocista giovane da affiancare a quella che già hanno in rosa. La Vos fa un altro tipo di calendario, servivano due velociste pure. Non mi ritengo una delle più forti in gruppo, però ho dimostrato di avere del potenziale e la squadra l’ha notato. E’ una cosa che mi fa parecchio piacere. Dal Thuringen ho fatto vedere le mie qualità e le due vittorie mi hanno dato una bella spinta. 

Intanto su strada sono arrivate tre vittorie stagionali, due al Lotto Thuringen Tour
Intanto su strada sono arrivate tre vittorie stagionali, due al Lotto Thuringen Tour
Che contatti avete avuto?

Per prima cosa abbiamo fatto una videochiamata dove mi hanno presentato la squadra e hanno capito che tipo di persona sono. L’interesse è stato subito reciproco e dopo siamo passati al condividere i dati e le varie cose tecniche. La proposta ufficiale mi è arrivata dopo le Olimpiadi, la firma, invece poco prima di metà settembre. 

Li hai incontrati anche di persona?

Sono andata in Olanda nella sede principale per conoscere lo staff e il personale. E’ una struttura impressionante, una quantità di bici inimmaginabile. Mi sono sentita subito coivolta, anche perché ho camminato tra le varie maglie e bici dei campioni. Passeggiare e vedere i vari peluche e trofei del Tour conquistati da Marianne Vos o la bicicletta di Van Aert fa emozionare. Sono la prima atleta italiana a far parte del team femminile, è una bella responsabilità, ma non mi pesa.

Risultati che le hanno aperto le porte della Visma Lease a Bike Women, nella quale correrà nel biennio 2025-2026
Risultati che le hanno aperto le porte della Visma Lease a Bike Women, nella quale correrà nel biennio 2025-2026
Quali ambizioni ti poni per la nuova avventura?

Crescere ancora e fare un ulteriore salto di qualità. Voglio essere all’altezza della squadra in cui correrò, direi che cercare di vincere la prima gara di categoria WorldTour può essere un bell’obiettivo. 

Hai parlato della pista?

Ci siamo subito detti dell’importanza della doppia attività e del valore che per me ha la pista. Li ho trovati assolutamente d’accordo e sono disponibili per creare un calendario ideale per le mie caratteristiche e ambizioni. 

Non resta che farti un imbocca al lupo per una pronta guarigione e questa nuova avventura.

Crepi!

E le donne? Vincono gli Usa, azzurre quarte senza rimpianti

07.08.2024
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PARIGI (Francia) – Ad un certo punto il sogno del bronzo sembrava possibile, poi è arrivato il sorpasso della Gran Bretagna. Le sensazioni delle azzurre sono un misto tra la soddisfazione per la prestazione di questi due giorni e l’amarezza per un sogno sfiorato.

All’inizio prevale la seconda e non mancano le lacrime, nascoste da un bell’abbraccio collettivo, prima di dedicarsi ai microfoni. Chiara Consonni, rientrata in finale al posto di Letizia Paternoster, Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini e Martina Fidanza ci hanno provato fino all’ultima goccia di energia: partenza “a bomba” e cuore oltre l’ostacolo.

Le azzurre impegnate nella finale per il bronzo: (da sinistra) Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini
Le azzurre impegnate nella finale per il bronzo: (da sinistra) Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini

Cuore Guazzini

Inizia Vittoria Guazzini: «Siamo dispiaciute, abbiamo dato l’anima. Non possiamo rimproverarci niente. Ho visto Elisa molto dispiaciuta, ma con tutto quello che ha passato è già una grande cosa che sia stata qua. Si vince e si perde insieme. Voglio ripeterlo. Per noi, per Martina (Alzini, ndr) che è rimasta fuori, ringrazio tutti. La Nazionale, Marco Villa, Diego Bragato, lo staff. Non è facile mettere insieme ragazze così, ci vogliamo bene, a volte talmente tanto che discutiamo come se fossimo sorelle. Qualche piantino e poi si volta pagina». 

La sfida con la Gran Bretagna è stata intensa e Vittoria insiste nel suo racconto: «Siamo partite forte, avevamo visto il tempo che avevano fatto loro, sapevamo che non ci sarebbe stato modo di recuperare. I ragazzi ci hanno galvanizzato, come tre anni fa quando hanno vinto a Tokyo. Prima dei rulli abbiamo aspettato perché ci siamo preparati tutti insieme. Grandissimi loro, peccato per noi, ce l’abbiamo messa tutta. Sapevamo che avremmo avuto un calo. Ma era una finale, dovevamo ballare. E’ arrivata la botta alla fine. Ci abbiamo creduto, ma iniziare forte era l’unica strada. Ci sono mancate alcune centinaia di metri».

E il futuro? «E’ un gruppo giovane, ora c’è dispiacere, guardiamo a Los Angeles. Analizzeremo quello che non è andato, complimenti alle altre nazioni. Potremmo trovare tutte le scuse del mondo, ma non siamo fatte così».

Oro agli Stati Uniti, argento alla Nuova Zelanda e bronzo alla Gran Bretagna, che appunto ha battuto le azzurre
Oro agli Stati Uniti, argento alla Nuova Zelanda e bronzo alla Gran Bretagna, che appunto ha battuto le azzurre

Balsamo leader

Elisa Balsamo parla da leader delle azzurre. Era attesa ed è arrivata in gruppo. «Mi sento tanto responsabile di questo gruppo. Ho fatto l’ultima gara di coppa di qualifica per Rio e sono tanti anni che sono qui e mi sento responsabile. Abbiamo dato il massimo e questo fa sì che non abbiamo rimpianti. Semplicemente, fa male essere arrivati così vicino ad un sogno. L’ultimo anno per me è stato difficile, essere qui è già qualcosa. Non avevamo più di quello che abbiamo dato».

Olimpiade finita per Elisa? Non è detto a quanto pare. «Siamo in tre per la Madison, non so chi correrà. Il quartetto era la prova che abbiamo preparato di più. Anche se la mia Olimpiade dovesse finire qui, tornerò a casa con un bel ricordo, ed è questa la cosa più importante». 

A differenza delle compagne, Elisa non guarda molto avanti: «L’Olimpiade è importantissima, ma la vita e la carriera vanno avanti. Penso giorno per giorno, suddivido la mia stagione per obiettivi. Los Angeles non mi sfiora minimamente come pensiero». 

Un po’ di rammarico per non essere arrivata al top c’è. La storia è nota e per lei non è stato un anno fortunato. Su come sarebbe andata se si fosse presentata con più energie, ognuno può pensarla come crede e chissà cosa pensa lei. 

«La mia condizione non è al cento per cento, non mi nascondo, non è una scusa. Il mio avvicinamento non è stato facile. Sono sicura di aver fatto tutto quello che mi era possibile, forse anche di più».

Il gruppo di Marco Villa. Al centro in maglia bianca Letizia Paternoster, che aveva disputato i primi due turni del quartetto femminile
Il gruppo di Marco Villa. Al centro in maglia bianca Letizia Paternoster, che aveva disputato i primi due turni del quartetto femminile

Passione pista

«Ho avuto un pianto liberatorio. Troppa tensione e l’ho sfogata così – racconta Chiara Consonni Eravamo il quartetto dei nostri sogni, ci abbiamo provato».

La famiglia Consonni torna a casa con una medaglia, quella di Simone, fratello di Chiara. «E c’è ancora la Madison di Simone, noi siamo in tre, vedremo cosa deciderà Marco (Villa, ndr). Già essere qui e condividere queste emozioni con le mie compagne è bellissimo».

Le ultime parole spettano poi a Martina Fidanza, anche lei sospesa fra presente e futuro: «Siamo partite forti, forse un po’ troppo, non so. Ci abbiamo provato, dispiace, ma non credo potessimo far meglio». 

«Los Angeles? La pista rimane la mia più grande passione. Il mio sogno è quello: fare un’altra Olimpiade. Ma so che il tempo è lungo e le cose cambiano, basti pensare a ciò che è successo a Elisa. Quello che sogno è una medaglia tra quattro anni. Lavoreremo per questo e vedremo come andranno questi anni».

Martina Fidanza, due vittorie per lanciare Parigi

06.07.2024
5 min
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Con due vittorie al Lotto Thuringen Ladies Tour, Martina Fidanza si è già lanciata verso il grande appuntamento olimpico di Parigi e verbo non potrebbe essere più appropriato, visto che stiamo parlando della ragazza chiamata ad avviare il trenino dell’inseguimento verso il grande sogno. La ragazza di Ponte San Pietro ha chiuso come meglio non si poteva la prima porzione di gare su strada, conquistando due sprint di seguito in un contesto molto qualificato.

Le feste del team per le sue due vittorie, che hanno restituito il sorriso dopo l’incidente di Archibald
Le feste del team per le sue due vittorie, che hanno restituito il sorriso dopo l’incidente di Archibald

La portacolori della Ceratizit WNT ha ricevuto dalla prova tedesca una grande iniezione di fiducia non solo per i successi, ma per la gara in se stessa: «Era una corsa a tappe di sei giorni, quindi una di quelle lunghe, inferiore solo a Giro e Tour in quanto a durata. Oltretutto si è rivelata molto impegnativa perché c’era pochissima pianura. Una gara che in questo periodo della stagione è stata ideale per me che avevo già deciso a inizio anno di non prendere parte al Giro Donne per concentrarmi per un mese sul lavoro per la pista».

Al di là delle due vittorie che indicazioni hai avuto per la tua prova?

Ottime, anche perché se guardo a come sono arrivata alla corsa tedesca c’era poco di che essere allegri. Arrivavo da tre settimane di allenamento molto impegnative e sentivo le gambe molto pesanti, non avevo buone sensazioni. Non gareggiando da un mese, con il solo anticipo del campionato italiano peraltro neanche concluso, quindi sapevo che mi sarebbe mancato il ritmo gara. Non ero preoccupata, piuttosto consapevole della difficoltà che faceva parte di un cammino.

Prima della corsa tedesca, la Fidanza aveva preso parte alla prova tricolore correndo per le FF.OO.
Prima della corsa tedesca, la Fidanza aveva preso parte alla prova tricolore correndo per le FF.OO.
E poi?

La prima tappa diciamo che è servita per sbloccarmi, anche mentalmente, successivamente c’erano due frazioni, quelle di Gera e di Erfurt, destinate a una volata generale e lì mi sono trovata bene, la squadra ha lavorato per me e queste due vittorie sono state un’ottima attestazione del lavoro svolto. Poi sono arrivate le frazioni più dure e alla fine ero stanca. Appena tornata ho subito iniziato con 3 giorni di lavoro su pista e ora si va avanti su quella direzione.

Tu sei parte integrante del quartetto, a meno di un mese dal vostro torneo qual è la situazione generale?

Noi abbiamo iniziato a concentrarci su Parigi sin dal rientro dalla tappa di Nations Cup in Canada, sull’onda della grande performance sostenuta lì. Con Villa abbiamo lavorato bene, compatibilmente con gli impegni che aveva ognuna di noi con il suo team siamo sempre riuscite a essere almeno in 4 in ogni sessione, svolgendo tutti i lavori previsti nonostante le difficoltà. Ora nell’ultimo mese sarà molto importante riuscire a ritrovare le sensazioni giuste, quelle da mettere in campo in gara anche se fino al turno qualificativo non avremo naturalmente test agonistici.

Il quartetto azzurro gareggerà il 6 e 7 agosto. A Martina Fidanza il compito di lanciarlo
Il quartetto azzurro gareggerà il 6 e 7 agosto. A Martina Fidanza il compito di lanciarlo
Il vostro cammino è stato comunque non semplice, considerando il grave infortunio di Elisa Balsamo rientrata nel gruppo proprio in extremis…

Io ho condiviso con lei le tre settimane di lavoro a Livigno e ho potuto vedere davanti ai miei occhi la sua crescita, non solo dal punto di vista fisico e della condizione di forma, ma soprattutto della consapevolezza. Ha lavorato molto duramente, con un obiettivo chiaro. Io l’ho vista molto bene e posso scommettere che a Parigi sarà la vera Elisa Balsamo.

Tu sei compagna di squadra di Katie Archibald, messa fuori gioco da un incidente domestico. Quanto perde la Gran Bretagna secondo te?

Intanto sono particolarmente addolorata per quanto è successo a Katie perché so quanto ci teneva. E’ chiaro che la squadra perde qualcosa, ma questo secondo me non cambia granché nelle gerarchie della vigilia. Conosciamo il quartetto britannico, lo abbiamo già affrontato senza di lei e resta sempre uno dei favoriti per l’oro a Parigi. Noi non dobbiamo commettere l’errore di guardare gli avversari, entrare nel gioco di chi perde e chi guadagna con un ingresso o l’altro. Dobbiamo pensare solo a noi stesse, completare il percorso soprattutto a livello tecnico per riuscire a tirare fuori il meglio. Per intenderci, dobbiamo pensare che l’assenza di Katie non cambi nulla.

Katie Archibald, messa fuori gioco da un grave incidente domestico. Doveva gareggiare in 3 specialità
Katie Archibald, messa fuori gioco da un grave incidente domestico. Doveva gareggiare in 3 specialità
Un aspetto importante del torneo olimpico sarà anche la gestione dei tempi prima e dopo ogni impegno.

Il nostro torneo, a differenza di quello maschile, sarà articolato come le altre gare, il primo giorno per qualificazioni, il secondo per primo turno e finali. Noi di solito arriviamo al velodromo molto prima, almeno due ore e iniziamo a lavorare sui rulli per fare quel lavoro necessario per sbloccare il fisico ed entrare nel ritmo gara. Poi una breve sosta e si riprende con la seconda parte, sempre sui rulli, questa tesa al vero e proprio riscaldamento. Importantissimo sarà gestire il tempo fra una gara e l’altra: ci saranno tra le 4 e le 5 ore, questo dovrebbe consentirci, seppur in tempi stretti, di tornare in albergo, mangiare e rilassarci un po’ prima di ricominciare ed è un buon vantaggio.

Martina sta dedicando tutto l’ultimo mese alla pista, con un intervallo in altura
Martina sta dedicando tutto l’ultimo mese alla pista, con un intervallo in altura
Tu sarai chiamata a un ruolo importantissimo, il lancio…

Sì, infatti stiamo lavorando molto su questo aspetto e anche sulla seconda tirata, per capire quanto potrò dare alla squadra prima di staccarmi.

Tu non sarai al Giro come le tue compagne: che cosa farai?

Sfrutterò quella settimana per tornare a Livigno e fare un po’ di altura prima di tornare e affrontare con le compagne la parte finale della preparazione. Quella sì che sarà una volata importante…

Alzini, nuovi focus in pista e voglia di raccogliere di più

16.02.2024
6 min
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«Vi confesso che non mi aspettavo la vostra chiamata, però mi fa piacere anche se in questo inizio di stagione non compaio molto negli ordini d’arrivo». Prendiamo in contropiede Martina Alzini che ci risponde in modo divertito, incuriosito e sincero come sempre. Talvolta si può andare oltre i piazzamenti cercando di leggere fra le righe ciò che esprime una gara o una prestazione.

Siamo andati sul sicuro perché Alzini ha sempre qualcosa da dire. Finora ha corso europei, Nations Cup e UAE Tour raccogliendo subito dei riscontri per ciò che sarà il suo 2024. In pista sta provando a rimettersi in gioco su discipline per lei desuete per strappare un biglietto per Parigi 2024. Su strada è alla terza stagione con la Cofidis Women Team, con cui vorrebbe salire un ulteriore gradino di crescita. Di questo ed altro abbiamo chiacchierato con la legnanese, che nel frattempo ha festeggiato i 27 anni in gara negli Emirati Arabi.

Alzini in coppia a Martina Fidanza durante la madison di Nations Cup in Australia. Una disciplina che ha ripreso a fare da poco
Alzini in coppia a Martina Fidanza durante la madison di Nations Cup in Australia. Una disciplina che ha ripreso a fare da poco
Com’è nata la tua partecipazione alla Nations Cup visto che il quartetto non c’era?

Ne avevamo iniziato a parlare già da tanto tempo con Villa e Bragato. Principalmente l’anno scorso Marco (il cittì Villa, ndr) mi aveva chiesto di fare qualche gara di gruppo in vista di quest’anno. Ero sia stimolata che spaventata perché era un po’ che non ne facevo. Così mi sono confrontata anche con Martina Fidanza con cui avrei dovuto fare la madison e mi sono resa disponibile per andare giù ad Adelaide. Compatibilmente agli impegni con le nostre squadra, tra gli europei e il viaggio in Australia ci siamo trovate a Montichiari per qualche allenamento.

Che effetto ti ha fatto prepararti per questa disciplina?

Innanzitutto dovevo raccogliere i punti necessari per farla. Li avevo ottenuti agli italiani di Fiorenzuola dove Martina ed io abbiamo vinto la madison (oltre ad altri tre tricolori, ndr). Poi ho fatto punti in Repubblica Ceca correndo in coppia con Fiorin. Però potete capire bene che si trattava di contesti diversi rispetto ad una Nations Cup. Nei primi due casi ho corso su velodromi all’aperto, ad Adelaide eravamo al chiuso. I riferimenti da prendere sono altri e ne escono gare completamente differenti. Poi diciamo che per prepararmi meglio ho sfruttato “Benjo” (sorride riferendosi al suo fidanzato Benjamin Thomas, plurimedagliato in pista, ndr).

Amicizia. Il 10 febbraio al UAE Tour Fidanza, Consonni e Guazzini hanno preparato la torta di compleanno per Alzini
Amicizia. Il 10 febbraio al UAE Tour Fidanza, Consonni e Guazzini hanno preparato la torta di compleanno per Alzini
In che modo?

Sapete che anche lui ama la pista ed è uno che si riguarda più volte le gare per capire dove sbaglia o dove deve sfruttare meglio le situazioni. Quindi un po’ ho chiesto io, un po’ si è proposto lui di aiutarmi e così ci siamo ritrovati a vedere tanti filmati di madison un pezzo alla volta. Anzi, ad un certo punto sembrava un’interrogazione (ride, ndr). Benjo metteva in pausa la gara e mi chiedeva se avessi notato errori da parte di qualcuno o azioni buone. In entrambi i casi mi ha spiegato cosa si doveva fare e perché. Studiare la madison mi ha fatto bene, correrla ancora di più perché mi è stato tutto molto più chiaro.

Alla fine avete chiuso con un sesto posto. Te lo aspettavi?

Sapevamo che non potevamo fare molto di più. Marco e Martina (Fidanza, ndr) con me sono stati molto pazienti e comprensivi. Martina poi ha fatto quasi gli straordinari perché si è ritrovata a compensare i miei errori. Entrambi li ringrazio infinitamente per l’opportunità che mi hanno dato.

Farai anche le altre prove di Nations Cup?

Ho voglia di riscattarmi, sicuramente. Per Milton (dal 12 al 14 aprile, ndr) mi sono resa disponibile anche per il quartetto. E nei giorni precedenti ho già dato la mia parola che sarò in pista ad allenarmi. Invece salterò la prova di Hong Kong (15-17 marzo, ndr) perché correrò con la Cofidis al Tour de Normandie, dove l’anno scorso avevo ottenuto due secondi di tappa e il terzo nella generale. Vorrei migliorare quei tre podi.

Sembra evidente che il gruppo pista femminile abbia recepito le “strigliate” del cittì Villa, giusto?

Assolutamente sì. Dopo Glasgow abbiamo avuto un cambio di rotta e credo si sia visto subito nei ritiri. Abbiamo capito cosa Marco vuole da noi. L’oro del quartetto agli europei è frutto del nostro maggior impegno, del nostro ulteriore salto di qualità. Il gruppo sostiene le singole e viceversa. Noi siamo amiche prima giù dalla bici che in sella. Al UAE Tour, dove siamo quasi tutte avversarie, le altre ragazze della pista mi hanno fatto una bellissima sorpresa per il compleanno.

Raccontaci pure.

Negli Emirati tutte le squadre alloggiavano nello stesso hotel, quindi a cena ci si vedeva con tutti. La sera del 10 febbraio al tavolo della mia squadra si sono presentate Martina, Chiara e Vittoria (rispettivamente Fidanza, Consonni e Guazzini, ndr) con una torta preparata apposta per me. Non me lo aspettavo ed è stata davvero emozionante. Questo per dire quanto siamo unite e quanto può far bene questo aspetto.

Ex Valcar. Alzini e Consonni hanno disputato il UAE Tour con diversi ruoli e compiti nelle rispettive squadre
Ex Valcar. Alzini e Consonni hanno disputato il UAE Tour con diversi ruoli e compiti nelle rispettive squadre
Il UAE Tour invece com’è andato a Martina Alzini?

Avevo il compito di aiutare Valentine Fortin nelle volate. Principalmente ho fatto la leadout per lei e avevo la responsabilità di fare il treno. Posso dire che le gare di gruppo in pista mi hanno dato quel qualcosa in più per questo tipo di lavoro. La squadra mi riconosce il ruolo di regista in corsa e ne sono orgogliosa perché mi piace analizzare le gare. Stiamo crescendo come team e penso che nella seconda tappa abbiamo fatto il miglior lavoro allo sprint di questi tre anni. Poi ovvio che vorrei avere un po’ di spazio, anche se sto facendo di tutto per guadagnarmelo.

Gli obiettivi del 2024 quindi non sono solo legati alle Olimpiadi?

Parigi resta sempre un grande obiettivo. Tuttavia non guardo più indietro e non penso più a Tokyo. Guardo piuttosto i piccoli passi in avanti, anche perché rispetto a tre anni fa sono cambiate tantissime cose. Il ciclismo è fatto di tante sconfitte e poche vittorie, pertanto le apprezzi maggiormente. Anche grazie all’Esercito (corpo nel quale è entrata da fine dello scorso anno, ndr) riesco a fare bene due attività. Nel 2023 mi è mancato qualcosa dal punto di vista mentale e quest’anno vorrei tornare ad alzare le braccia al cielo, dove non importa. Spero che il mio lavoro venga ripagato. Mi concedete però un’ultima riflessione?

Alzini è alla terza stagione in Cofidis. La squadra le ha assegnato il ruolo di regista in corsa, però lei vorrebbe ritagliarsi qualche spazio in più
Alzini è alla terza stagione in Cofidis. dove è regista in corsa, ma vorrebbe ritagliarsi qualche spazio in più
Certamente…

E’ una riflessione romantica, diciamo. Magari mi attirerò le antipatie di qualcuno e per qualcuno potrebbe essere giustamente opinabile ciò che dico, ma ci pensavo proprio mentre eravamo al UAE Tour guardando le volate. La SD Worx-Protime è la formazione dominante su tutti i terreni e nessuno ne mette in discussione la forza. Anzi, merito loro. Però pensavo che sfida sarebbe stata allo sprint con la vecchia Valcar, tenendo conto adesso di quante di noi sono sparse in giro. Adesso sarebbe una formazione WorldTour che terrebbe testa a loro senza problemi. Che potenziale che c’era lì dentro…

Ceratizit, il WorldTour come coronamento di un percorso

23.12.2023
4 min
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La Ceratizit-WNT è sempre stata considerata una formazione continental “sui generis”. Ce lo hanno ripetuto a più riprese tutte le italiane che corrono o hanno corso con i loro colori. Finalmente, verrebbe da dire, dieci giorni fa il team tedesco ha fatto quell’upgrade che voleva, ricevendo dall’UCI la licenza WorldTour.

A fine 2023 la Ceratizit ha chiuso al decimo posto nel ranking internazionale, prima dei team continental, dopo i podi di categoria nei due anni precedenti e completando una incredibile escalation che solo nel 2018 la vedeva al 34° posto assoluto. Dalle parole di Arianna Fidanza abbiamo voluto capire cosa cambia con l’acquisizione di questo status.

Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al decimo posto del ranking internazionale, prima dei team continental
Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al 10° posto del ranking internazionale

I ringraziamenti di Baldinger

«Vorrei ringraziare tutta la squadra e lo staff – ha dichiarato a caldo Dirk Baldinger, capo dei diesse della Ceratizit-WNT – per il loro duro lavoro, così come ringrazio tutti gli sponsor che hanno creduto nel nostro progetto negli ultimi dieci anni. Eravamo tutti motivati per raggiungere questo obiettivo e siamo felici di averlo centrato grazie ad undici vittorie con sei atlete diverse».

La notizia in ritiro

Dall’8 al 20 dicembre il neo-team WorldTour ha svolto il ritiro a Calpe. Non solo allenamenti e prove di materiali, ma anche attenzione sugli aspetti societari. Arianna Fidanza sa che la sua è una squadra-azienda, per effetto dello sponsor principale.

«Quando è stata fatta la richiesta – racconta la bergamasca che compirà 29 anni il prossimo 6 gennaio – eravamo abbastanza sicuri di passare nel WorldTour, però finché non arriva la conferma mai dire mai. Poi il 12 dicembre quando siamo rientrati dall’allenamento, i nostri dirigenti ci hanno comunicato che avevamo ottenuto la licenza. Nonostante ce lo aspettassimo, ci sono stati davvero tanta soddisfazione, orgoglio e gioia. E’ stato più che comprensibile, per la società è stato il coronamento di un percorso iniziato anni fa. Alla sera siamo andati tutti assieme in un locale a fare un piccolo festeggiamento perché comunque il giorno dopo ci aspettava un’altra seduta di allenamenti».

Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)
Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)

Pochi cambiamenti

Il suo contributo Arianna Fidanza l’ha dato eccome alla sua Ceratizit. A fine gennaio al debutto ad Almeria le aveva regalato la prima delle undici vittorie stagionali, aiutando poi le compagne in più occasioni, compresa la sorella Martina nel successo di Mouscron. Ma l’anno prossimo cosa potrebbe esserci di nuovo?

«Fondamentalmente per noi cambia poco – prosegue – perché già quest’anno abbiamo fatto praticamente un calendario WorldTour. La Ceratizit nel 2022 aveva chiuso al terzo posto del ranking continental, ma la Plantura-Pura era diventata WorldTour (poi con la denominazione Fenix-Deceuninck, ndr) e la Valcar si era trasformata nel devo team della UAE Team ADQ. Quindi in virtù dei punti ottenuti e a queste nuove licenze, la squadra ha potuto usufruire degli inviti praticamente obbligatori nelle corse più importanti, come classiche e giri a tappe.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit

«A livello organizzativo – spiega Arianna, che torna nel WT dopo il biennio nella Jayco – la nostra squadra era già estremamente preparata. Lo status sulla maglia indicava “continental”, ma eravamo un team WorldTour in tutto e per tutto. Non ci è mai mancato nulla. Quella sarà l’unica vera differenza,. Per il resto abbiamo sempre affrontato le corse con una mentalità da squadra di categoria superiore, pur consapevoli dei nostri mezzi e della concorrenza. Il 2024 è veramente dietro l’angolo. Non andremo in Australia per il DownUnder e faremo un nuovo ritiro a Calpe a gennaio per iniziare la stagione in Europa. Tra i vari obiettivi credo proprio che ci sarà quella di continuare a crescere e consolidarsi nelle prime dieci posizioni del ranking».

Fidanza e le azzurre ripartono dalla scossa di Amadio

30.11.2023
6 min
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Intercettiamo Martina Fidanza sul treno da Milano per Roma. La linea va e viene, la chiamata cade e poi riparte. La destinazione della bergamasca sono le visite mediche al Coni, che durante questo scorcio di stagione vedranno arrivare nella Capitale gli azzurri di tutte le discipline in vista di Parigi 2024.

La stagione è finita in Cina con il Tour of Guangxi e subito prima quello di Chongming Island, da cui è tornata a casa con due podi. Vacanze ad Amsterdam con Stefano Moro e un periodo di tre settimane senza bici. In generale il 2023 è stato un anno piuttosto strano, con gli europei pista di Grenchen a febbraio, i mondiali ad agosto e il gran finale in Oriente. Il ritiro di Noto con la nazionale ha dato l’inizio alla nuova stagione (nella foto Instagram di apertura, Fidanza è alle spalle di Silvia Zanardi)..

«Il 2023 è stato un po’ lungo – ammette Fidanza – complicato farsi trovare pronta in tutti gli appuntamenti, visti i tanti obiettivi sparpagliati durante l’anno. Nonostante questo, sono soddisfatta. Su strada sono un po’ migliorata (il 2023 ha portato la vittoria alla Ronde de Mouscron, ndr). Nelle gare più adatte a me, sono riuscita a fare qualche piazzamento. La vittoria mi ha aiutato moralmente ed è stato bello».

Invece il mondiale pista ad agosto che esperienza è stato?

E’ stato un po’ difficile, perché due settimane prima ero caduta al Baloise Tour. Anzi, non solo una volta, ero caduta tre volte perché una non bastava e mi ero anche sublussata la spalla. Però non sono stata ferma, appunto perché ero a due settimane dal mondiale. Ho cercato di tirar dritto e soffrire, di superare l’infortunio allenandomi. Alla fine il dolore è passato, al mondiale non sentivo quasi più niente, però di sicuro non ci siamo arrivate al top della forma. L’ambiente era un pochino stressante e alla fine abbiamo ottenuto un quarto posto nel quartetto di cui io, e penso le altre ragazze, siamo contente, vista l’annata che abbiamo avuto e come ci siamo arrivate.

Poteva andare peggio, insomma?

Noi cerchiamo sempre di guardare l’aspetto positivo e alla fine è stato un quarto posto a pochi decimi dal terzo, quindi eravamo soddisfatte. Non siamo arrivate a Glasgow con un percorso regolare e omogeneo. Ci sono stati i due grossi infortuni di Vittoria Guazzini e di Elisa Balsamo. Vittoria ha rotto il bacino ed è stata ferma un mese. Mentre Elisa ha avuto le varie rotture alla mandibola e anche lei è stata costretta a fermarsi per lo stesso tempo. Sono arrivate ai mondiali che si stavano riprendendo e in quel periodo non erano al top della forma. Poi è vero che non ci siamo mai trovate per girare e non possiamo dire di aver costruito questo mondiale. Eppure, nonostante tutto, siamo comunque arrivate quarte.

Dopo le cadute al Baloise, Fidanza è caduta anche durante la finale della madison. Qui viene scortata da Morini e dal dottor Angelucci
Dopo le cadute al Baloise, Fidanza è caduta anche durante la finale della madison. Qui viene scortata da Morini e dal dottor Angelucci
Alla fine del mondiale, Amadio ha fatto una riunione invitandovi a una maggiore presenza. Un momento utile o sapevate che qualcosa fosse mancato?

Eravamo tutte consapevoli di non aver fatto l’avvicinamento giusto. In più il Tour de France Femmes che finiva a pochi giorni dal mondiale non permetteva di allenarsi insieme. Comunque quella riunione ha dato una scossa, perché adesso riusciamo ad avere molta più organizzazione. Ci troviamo più spesso anche tra noi ragazze e abbiamo individuato delle date in cui vederci in pista, cercando di esserci almeno in quattro per fare un quartetto e dare più continuità.

Il ritiro di Noto in questo senso è stato una ripartenza?

Esatto. E’ servito a ritrovarci insieme e fissare un punto di partenza. Ci siamo accordati sulle date future e abbiamo cercato di allineare un po’ i programmi. E poi è stato una ripartenza sotto tutti i punti di vista, anche da quello atletico, perché abbiamo staccato quasi tutte e gradualmente abbiamo cercato di fare delle ore di allenamento insieme.

Ti aspettavi che Rachele Barbieri uscisse dal gruppo pista?

E’ un po’ che non la sento, quindi non so se sia sempre della stessa idea o se ci abbia ripensato. Dopo quella riunione di Amadio, avevamo capito che la sua intenzione fosse di non continuare con noi. Però non sapevamo quale sarebbe stata la decisione definitiva e neppure in quale squadra sarebbe andata. Forse è legato tutto al percorso che deciderà di intraprendere nei prossimi tre anni.

Il 4° posto del quartetto a Glasgow si rivaluta secondo Fidanza viste le condizioni precarie delle azzurre
Il 4° posto del quartetto a Glasgow si rivaluta secondo Fidanza viste le condizioni precarie delle azzurre
Come proseguirà ora il tuo inverno?

Il 4 dicembre partirò per andare in Spagna, a Calpe, e fare circa 10 giorni di ritiro. Poi andrò diretta a Grenchen, per correre la Track Cycling Challenge. Quindi ci ritroveremo per alcuni ritiri prima e dopo Natale per girare un po’ insieme. Infine andrò all’europeo. Ci siamo accordate per iniziare insieme ad Apeeldoorn, anche se non saremo al 100 per cento della forma. Però cercheremo di arrivare motivate e per fare il miglior risultato possibile.

Tornando a te e pensando a Parigi, le attenzioni saranno rivolte solamente al quartetto?

Di sicuro, oltre al quartetto, le Olimpiadi richiedono che le quattro o cinque che saranno convocate siano affidabili anche nelle altre prove di gruppo. Oltre a questo, sarà fondamentale riuscire ad essere veramente forti nell’inseguimento. Penso che quello sia l’obiettivo principale per tutti. Il resto non dico che venga trascurato, però si costruirà di conseguenza. Il mio obiettivo è sempre stata la pista e la strada viene un po’ in secondo piano. La mia squadra, la Ceratizit-WNT Pro Cycling, nel frattempo dovrebbe diventare WorldTour, quindi di sicuro c’è un po’ di pressione anche da parte loro, anche se restano disponibili per lasciarmi i miei spazi su pista.

La Ceratizit in cui corre anche sua sorella Arianna starebbe per salire nel WorldTour, ma rispetta i suoi programmi su pista
La Ceratizit in cui corre anche sua sorella Arianna starebbe per salire nel WorldTour, ma rispetta i suoi programmi su pista
I mondiali sono stati anche un test per l’avvicinamento alle Olimpiadi che si correranno pure ad agosto?

Glasgow ha simulato le condizioni che potrebbero esserci a Parigi. Ognuno sa come arrivare pronto: a me servirà una gara a tappe un mesetto prima. Pochi giorni fa stavo riflettendo anche sul programma della squadra e noi abbiamo il focus sul Thuringen Ladies Tour, che forse per me sarà meglio del Giro d’Italia. Sto aspettando di vedere le tappe e di capire se sarà più adatto del Giro, per poi concentrarmi su una preparazione più specifica su pista.

I programmi vi saranno dati nel ritiro in Spagna?

A Calpe saranno delineati al 100 per cento e poi dovrebbero rimanere fissi per tutto l’anno. Poi è ovvio che mano a mano che si andrà avanti, potranno esserci dei piccoli cambiamenti. Ma conto di tornare a casa dalla Spagna sapendo quale sarà il mio programma per il 2024.