Martina Fidanza ha un contratto fino a fine 2026 con la Visma

Martina Fidanza e il 2025 che ha scacciato spettri e delusioni

26.11.2025
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Le vacanze a Marsa Alam di qualche settimana fa sono ormai un ricordo, il presente di Martina Fidanza sta già guardando al 2026 partendo dalle basi impostate quest’anno. In questi giorni la velocista bergamasca della Visma | Lease a Bike è in Olanda a s-Hertogenbosch (o Den Bosch se preferite) nella sede del suo team per la classica routine fatta di colloqui con i diesse, shooting fotografici, bike fitting, visite mediche, prove, misura e visione dei materiali.

Anche se Amsterdam dista meno di un’ora, c’è poco tempo per lo svago turistico. Questo tipo di raduno ha lo scopo di preparare atlete e staff per i primi ritiri. Tra un impegno e l’altro, ci inseriamo anche noi per sentire dalla voce di Fidanza com’è stata la prima annata con il team olandese, chiusa con il fantastico oro mondiale del quartetto azzurro. E proprio su questo tema Martina ci concede di rivelarci un momento poco felice dopo Parigi 2024.

Che bilancio hai tratto del 2025 con la Visma?

Posso ritenermi contenta e soddisfatta. Dopo le classiche del Nord, che avevo finito con l’influenza, ho raggiunto il picco di forma a maggio, dove ho ottenuto due delle mie tre vittorie stagionali. La terza è arrivata a luglio al Baloise e ho chiuso con un podio in Canada.

In quest’ultima gara sei arrivata seconda dietro alla tua compagna Veenhoven, l’altra velocista della squadra. Com’è la stata la convivenza fra voi?

Nienke ed io ci siamo divise una parte del calendario, dipendendo anche dai rispettivi periodi di forma, però abbiamo anche corso assieme spesso. Siamo due sprinter diverse: lei è più esplosiva di me riuscendo ad esprimere molti watt in poco tempo, mentre io ne produco appena meno, ma tenendoli in maniera più prolungata. Questo mi è dato dal fatto che in pista corro il chilometro cronometrato, sebbene anche lei faccia pista. Nonostante alcune differenze, credo che siamo complementari assieme e con lei mi sono trovata molto bene.

Ultima tappa del Baloise, terza vittoria stagionale di Fidanza in un podio tutto italiano. Battute Guarischi e Consonni
Ultima tappa del Baloise, terza vittoria stagionale di Fidanza in un podio tutto italiano. Battute Guarischi e Consonni
Ultima tappa del Baloise, terza vittoria stagionale di Fidanza in un podio tutto italiano. Battute Guarischi e Consonni
Ultima tappa del Baloise, terza vittoria stagionale di Fidanza in un podio tutto italiano. Battute Guarischi e Consonni
Vi siete scambiate dei consigli?

Certo, è normale. Lo abbiamo fatto soprattutto l’inverno scorso quando ci siamo conosciute, sia per gli allenamenti sia per affinare la nostra comunicazione sui posizionamenti prima di una volata o sull’andamento della gara. Sono più grande di Nienke di cinque anni e ho cercato di portare la mia esperienza al suo e nostro servizio. Ad esempio nelle gare che io avevo già corso in passato, cercavo di anticiparle come sarebbe potuta andare.

In corsa com’è andato il vostro reparto velociste?

Ho visto che se nei finali di gara restiamo unite, possiamo giocarcela con tutti. Quest’anno nelle gare secondarie siamo state compatte e abbiamo ottenuto vittorie e buoni risultati. Dobbiamo solo essere più continue in questo tipo di atteggiamento in qualunque corsa.

Restiamo sull’argomento velociste. Tu all’europeo in pista hai battuto Wiebes, mentre il suo diesse Mondini ora come ora vede Consonni capace di batterla, come ci ha confermato Alzini. Tu che le conosci bene tutte che idea ti sei fatta?

Premettiamo che Wiebes è un riferimento per tutte le sprinter e si merita tutto quello che ha raggiunto finora. In realtà non penso che si possa progettare tanto per batterla, perché attualmente Lorena è un gradino sopra tutte. In pista io sono riuscita a battere Wiebes nello scratch perché ho ragionato e improvvisato guardandola negli ultimi giri. Su strada in effetti Chiara (COnsonni, ndr) è quella che le si è avvicinata di più, ma credo che bisogna vedere sul momento come va la corsa. Se non altro chi batterà Wiebes darà un segnale e renderà più interessanti le volate successive.

A proposito di Alzini, anche tu come lei hai passato un brutto momento dopo l’Olimpiade di Parigi. Se è superato, hai voglia di raccontarcelo?

Sì, effettivamente non ne avevo parlato molto perché non ero dell’umore adatto. Direi che è superato, però è ovvio che la delusione per il nostro risultato del quartetto rimane ed è stata quella che ha innescato tutto. Avevo dedicato tutta me stessa a quell’evento, come le mie compagne e più di così non potevamo fare, ma resta l’amarezza. Personalmente dopo Parigi in me è diventata demotivazione. Ho accusato il colpo. Non avevo molte gare da fare su strada, però non riuscivo nemmeno a finire gli allenamenti. Tornavo a casa a metà, cosa che non mi era mai successa. Mentalmente non riuscivo più a ripartire.

Dopo Parigi 2024, Martina aveva perso la motivazione per finire la stagione. Il passaggio alla Visma è stata la svolta
Dopo Parigi 2024, Martina aveva perso la motivazione per finire la stagione. Il passaggio alla Visma è stata la svolta
Ti sei fatta aiutare o seguire da qualcuno?

E’ stato un periodo difficile. Alla Ceratizit avevamo una figura che ci seguiva, ma per uscire da quello stato d’animo devi aprirti e parlargliene, che sia uno psicologo della squadra o un tuo personale. Invece io non volevo proprio parlare con nessuno e non avevo nessuna voglia di raccontare nulla. Ho solo aspettato che questa situazione passasse in modo fisiologico. Nel frattempo mi ero fissata il mondiale su pista di Ballerup come riscatto. Però ho avuto un intoppo anche in quel caso…

Spiegaci pure.

L’anno scorso verso settembre mentre mi preparavo, ho avuto un incidente in bici proprio nel giorno in cui veniva annunciato ufficialmente il mio passaggio alla Visma. Lì ho avuto una svolta morale, però non ho avuto nemmeno il tempo di godermi quel momento. Alla fine ero riuscita a riprendermi per correre in Danimarca purtroppo con una condizione tutt’altro che buona. Ora posso dire che le vittorie di quest’anno tra strada e pista hanno allontanato quello stato d’animo.

Nel 2026 Martina punta a vincere la sua prima gara WorldTour
Nel 2026 Martina punta a vincere la sua prima gara WorldTour
Nel 2026 Martina punta a vincere la sua prima gara WorldTour
Nel 2026 Martina punta a vincere la sua prima gara WorldTour
Martina Fidanza ha già in mente degli obiettivi per il 2026?

Principalmente mi piacerebbe vincere una gara WorldTour e riconfermarmi al mondiale su pista col quartetto. Ecco, con le mie compagne abbiamo un obiettivo chiaro: Los Angeles 2028. Inizieremo a lavorarci tutti assieme anche con lo staff, di sicuro faremo tesoro della pressione e di ciò che non è andato bene a Parigi per arrivare alla prossima Olimpiade ancora più forti psicofisicamente.

Bragato e le ragazze, in Cile con tante speranze

13.10.2025
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Anche per le donne è tempo di mondiali su pista a Santiago del Cile. Se per il settore maschile Salvoldi parte senza grandissime prospettive legate ai risultati, opposto è il discorso che riguarda le ragazze, perché Diego Bragato avrà a disposizione quasi tutto il meglio del settore. Quindi le attese sono ben diverse, anche se dei punti di contatto fra i due sessi ci sono, anche a livello di sperimentazione.

Il tecnico azzurro, al suo primo anno alla guida delle ragazze (ma con il supporto immancabile di Marco Villa, pronto anche a subentrargli visto che la moglie di Bragato è in dolce attesa) ha idee molto chiare sulla spedizione, alla quale tiene anche pensando a Los Angeles ’28.

«E’ vero – spiega Diego – che questi mondiali non valgono per la qualificazione olimpica, però ci danno i punti che ci permettono il prossimo anno di esserci nelle prove di Coppa del mondo e nei prossimi mondiali per poter iniziare la qualificazione. Quindi hanno un valore relativo ma non troppo, per quello è importante esserci ed è importante far bene. Noi lo prendiamo un po’ come un punto di ripartenza perché alle ragazze quest’anno non abbiamo chiesto super impegni. Avevamo gli europei a inizio stagione e poi abbiamo dato il secondo appuntamento a fine anno per i mondiali».

La Alzini nel quartetto azzurro, che punta senza mezzi termini alle finali per le medaglie
La Alzini nel quartetto azzurro, che punta senza mezzi termini alle finali per le medaglie
Hai avuto modo di lavorare con loro?

Ci siamo visti spesso in pista. E, devo dire, mi sono piaciute perché hanno chiesto loro di esserci e di lavorare, quindi le abbiamo lasciate libere, ma non hanno mai mollato la presa, dimostrando che ci tengono. Hanno partecipato a gare internazionali, Pordenone, Fiorenzuola, poi abbiamo fatto le gare ad Aigle, a Gand. E’ una ripartenza per un ciclo importante, ma sono fiducioso che andiamo con un gruppo che può far bene.

Le prospettive sono un po’ diverse rispetto al gruppo maschile. Salvoldi porterà molti giovani in questa occasione. Tu invece partirai proprio dallo zoccolo duro della nazionale… Come si presentano a questo appuntamento, visto che nelle ultime uscite su strada hanno mostrato di soffrire un po’ in questo periodo?

E’ vero che andiamo con lo zoccolo duro, ma sarà un’occasione per amalgamare il gruppo e reinserire Venturelli che per noi è una pedina importante. Dovevamo farlo agli europe, ma a causa di infortuni non siamo riusciti a lavorare bene per il quartetto, mentre qui vogliamo iniziare ad amalgamarla con il gruppo anche per la prova a squadre. Quindi per noi sarà l’occasione di vederla anche nel quartetto. Non nego che su strada ci sono stati degli alti e dei bassi, anche a causa di parecchi infortuni.

Per la Venturelli, reduce dal titolo europeo U23 a cronometro, sarà il primo test nel quartetto
Per la Venturelli, reduce dal titolo europeo U23 a cronometro, sarà il primo test nel quartetto
Per la Venturelli, reduce dal titolo europeo U23 a cronometro, sarà il primo test nel quartetto
Per la Venturelli, reduce dal titolo europeo U23 a cronometro, sarà il primo test nel quartetto
La cosa ti preoccupa?

Non tanto, ma devo considerare come si arriva a questi mondiali. La stessa Alzini ha vinto, ma ha dovuto recuperare da una serie di infortuni e quindi è stata un’annata un po’ particolare, per lei come per altre. Però non stanno male. Agli ultimi europei Guazzini e Venturelli hanno fatto bene: Federica ha vinto, la Guazzini ha dato un contributo importante nel team relay. E anche Martina Fidanza l’ho vista bene in questi giorni, quindi io sono abbastanza fiducioso, possiamo andare a far bene e tornare a riconfermarci tra quelle prime quattro del mondo che è il nostro posto, relativamente all’inseguimento a squadre.

Con l’ingresso della Venturelli, tecnicamente quanto cambia il quartetto?

Molto perché diventa un terzo o quarto ruolo che effettivamente incide parecchio, ci permette anche di girare un po’ le carte e di muovere anche in posizioni diverse le altre ragazze. Non avremo Elisa Balsamo al mondiale, con lei l’avevamo concordato e non significa che non ci tiene. Anzi di recente ha partecipato anche a una gara internazionale ad Aigle proprio per avere i punti che le serviranno per la Coppa del mondo e quindi ci sarà molto probabilmente Venturelli al suo posto. Cercherò di inserirla senza dover cambiare molto le dinamiche per adesso.

Martina Fidanza è una delle ragazze più attese, anche per le prove di endurance
Martina Fidanza è una delle ragazze più attese, anche per le prove di endurance
Per quanto riguarda la Madison riconfermerai la coppia olimpionica?

L’idea è quella, perché sono ragazze che stanno crescendo e ci credono e quindi hanno voglia di continuare a cimentarsi. L’intenzione con Marco Villa è proprio quella di riconfermare quella coppia lì.

Che mondiale ti aspetti anche dal punto di vista della trasferta, della tipologia del velodromo?

La pista io non la conosco, quindi per me sarà un po’ una scoperta. Le ragazze ormai sono abituate a cambiare fusi e spostarsi per il mondo, quindi penso che non sia un grosso problema arrivare ed adattarsi. Vedremo poi la situazione che troveremo, ma siamo tutti quanti abbastanza abituati a questo. Partiamo con le idee chiare, andiamo lì sereni e concentrarci su quello che dobbiamo fare senza troppe distrazioni, perché siamo una squadra che deve diventare solida anche nell’approccio a gare importanti.

La Guazzini non ha convinto agli europei, ma negli allenamenti è parsa in bella ripresa
La Guazzini non ha convinto agli europei, ma negli allenamenti è parsa in bella ripresa
Parlavi della Venturelli, ma chi altro stai considerando anche per entrare nel gruppo e che possa essere utile già in questo quadriennio?

Il gruppo delle ragazze che c’erano a Parigi è giovane e su quello lavoreremo con l’aggiunta di Venturelli che comunque ha lavorato con le ragazze anche in quel periodo. Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo per allargare la rosa delle atlete a partire dalle under 23, ma non solo, che possono darci supporto nel progetto e anche, perché no, ricambio a questo. Abbiamo anche ragazze che vogliono rientrare, come Vitillo, Barbieri che sono elite e comunque a disposizione. Altre ragazze mi stanno contattando per tornare a lavorare anche su pista e questo mi fa piacere. Quindi diciamo che il gruppo è solido e formato, ma intorno ci sono atlete che hanno voglia di farne parte e che possono anche mettere in crisi le nostre scelte. E da selezionatore è la condizione migliore che si possa avere…

Martina Fidanza: il doppio (e triplo) allenamento su strada

26.06.2025
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La vedremo impegnata oggi sulle strade della prova a cronometro valida per il titolo nazionale e poi sarà al via anche della prova in linea sabato 28 giugno. Un doppio impegno che lancerà la seconda parte di stagione per Martina Fidanza, l’atleta bergamasca della Visma Lease a Bike Women volerà in Belgio per correre al Baloise Ladies Tour dal 16 al 20 luglio

Quando abbiamo chiamato la più giovane delle sorelle Fidanza, ieri (mercoledì) nel pomeriggio, stava ricaricando le energie in vista del campionato nazionale a cronometro che correrà con il supporto delle Fiamme Oro.

«E’ un percorso bello anche se non troppo adatto alle mie caratteristiche, sono qui di supporto  – dice con una risata – a Vittoria Guazzini. Siamo venute entrambe con le Fiamme Oro e correremo anche su strada sabato».

Martina Fidanza è tornata in gara al Copenaghen Sprint lo scorso 21 giugno dopo tre settimane
Martina Fidanza è tornata in gara al Copenaghen Sprint lo scorso 21 giugno dopo tre settimane

Tripla sessione

I metodi di allenamento per Martina Fidanza sono cambiati da quando è arrivata alla Visma Lease a Bike Women. La cosa che ci ha colpito è una storia su Instagram nella quale la velocista della formazione WorldTour olandese con scritto: “terza sessione completata”. 

«E’ stato un po’ un incrocio di fattori – racconta – e una scelta mia presa di comune accordo con la squadra e lo staff. Il giorno prima avrei avuto la sessione in palestra ma coincideva con il giorno di riposo. Ho preferito quindi recuperare totalmente e spostare l’allenamento in palestra al giorno successivo, solamente che questo coincideva con un doppio allenamento su strada. Da quest’anno sto facendo spesso doppia sessione in bici, una al mattino e l’altra al pomeriggio. E’ un metodo che già adopero con la nazionale su pista e mi trovo bene».

Fidanza era già abituata a svolgere doppie sessioni di allenamento, ma di solito lo faceva su pista nei ritiri con la nazionale (foto Instagram)
Fidanza era già abituata a svolgere doppie sessioni di allenamento, ma di solito lo faceva su pista nei ritiri con la nazionale (foto Instagram)
Andiamo con ordine e parliamo di come ti trovi con il doppio allenamento su strada?

Bene. Alla fine sono due allenamenti corti ma al termine della giornata il volume fatto è ottimo, intorno alle quattro ore. Poi a seconda dei lavori si può stare in bici una mezz’ora in più o in meno. 

Come dividi le sessioni?

Si tratta di fare un allenamento ad alta intensità e uno di endurance. Solitamente sono io a decidere come dividerli preferendo fare la sessione ad alta intensità al mattino e quella legata al fondo al pomeriggio. La doppia sessione serve perché sarebbe impossibile fare un allenamento unico per entrambe, in questo modo si riesce a fare tutto mantenendo un buon volume di lavoro. 

La doppia sessione di allenamento permette di fare ottimi volumi di lavoro e variare gli esercizi per avere una giornata completa (foto Instagram)
La doppia sessione di allenamento permette di fare ottimi volumi di lavoro e variare gli esercizi per avere una giornata completa (foto Instagram)
Gli allenamenti ad alta intensità in cosa consistono?

Variano spesso nell’arco delle settimane e delle sessioni, ma solitamente faccio gli stessi lavori che facevo anche gli anni precedenti: sprint oppure VO2Max o interval training con ripetute da trenta secondi, un minuto o cinque minuti. Con la Visma direi che la novità maggiore è l’aver inserito più VO2Max. 

In queste doppie sessioni inserisci anche la bici da cronometro?

Ultimamente sì. Visto l’impegno al campionato italiano e la doppia prova contro il tempo al Baloise Ladies Tour ho portato a casa la bici dedicata e mi sono allenata anche con quella. 

Il recupero e il reintegro sono gestiti con la nutrizionista tramite un’applicazione (foto Instagram)
Il recupero e il reintegro sono gestiti con la nutrizionista tramite un’applicazione (foto Instagram)
Come gestisci i tempi di recupero tra le due sessioni?

In inverno le ore di luce sono poche e ho orari “obbligati” mentre adesso che è estate preferisco uscire la mattina e poi il pomeriggio tardi, intorno alle 17 e avere un recupero più lungo. A livello di alimentazione mi affido alla nutrizionista della squadra, usiamo un’applicazione che si chiama Food Coach. Noi troviamo i macronutrienti da assumere in base a quello che consumi in allenamento. Cosa mangiare lo decidiamo noi. 

Per la giornata di triplo allenamento come hai diviso gli impegni?

Avevo in programma la doppia uscita in bici e la sessione in palestra. Allora per organizzarmi bene sono partita in bici da casa e sono andata in palestra, mi sono allenata e tornando a casa ho finito i lavori che mi mancavano in bici. Nel pomeriggio ho inserito l’ultimo allenamento su strada. Devo dire che mi piace fare attivazione in palestra, mi trovo bene anche nel pedalare dopo. Poi la sera ero un po’ più stanca. Diciamo che non lo farei sempre ma se capita si fa e si riescono a rispettare bene i tempi di recupero.

Martina Fidanza vince e ci racconta il mondo Visma

23.05.2025
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Due vittorie in una settimana, il mese di maggio ha visto Martina Fidanza salire sul gradino più alto del podio prima in Lussemburgo e poi in Belgio. I primi mesi della velocista bergamasca alla Visma Lease a Bike hanno mantenuto le attese riposte in lei dal team olandese. Quando ci aveva detto del suo approdo alla Visma aveva raccontato di come il suo profilo fosse entrato nei radar dello squadrone. In lei la Visma cercava una velocista da affiancare a Nienke Veenhoven

«Vincere è bello – ci racconta Martina Fidanza – sono felice di averlo fatto presto. Dopo le Classiche ho avuto un calendario altalenante visto che alcune gare che avrei dovuto disputare sono state cancellate. Inoltre alla Dwars Door Vlaanderen ho preso un virus con il quale ho lottato un po’. Sono tornata in corsa il 3 maggio in Lussemburgo, al Festival Elsy Jacobs à Garnich e il giorno dopo al Festival Elsy Jacobs à Luxembourg (in apertura la foto del podio: al centro Martina Fidanza, a sinistra Valentine Fortin e a destra Barbara Guarischi».

Ti aspettavi di vincere?

Non subito dopo il rientro. Il secondo giorno in Lussemburgo avevamo tutte via libera per provare a fare la corsa. Io sono rimasta in gruppo e una volta arrivate nel finale le mie compagne si sono messe a disposizione e abbiamo lanciato la volata. Sono molto felice sia per il successo che per la fiducia riposta in me da tutti. 

Il team ha creduto in te…

In tutte noi, direi. Perché di velociste chiamate a mettersi in gioco siamo in due. Fin dai ritiri di gennaio e febbraio ho sentito molto l’appoggio dello staff e dei tecnici. Al momento Veenhoven e io siamo chiamate in causa in gare di secondo piano, ma l’idea è di creare un treno forte per provare a fare bene anche nelle corse WorldTour. Infatti già a inizio anno al UAE Tour ci siamo testate. Eravamo nella gara di riferimento per tutte le velociste e devo dire che siamo partite bene con un terzo posto nelle prima tappa. 

Martina Fidanza rientrava alle corse dopo un mese di stop forzato
Martina Fidanza rientrava alle corse dopo un mese di stop forzato
Cosa intendi dire che tutti hanno creduto in voi?

Nei primi mesi abbiamo fatto tanti meeting e ci siamo messe al lavoro in maniera mirata per avere un treno forte e funzionale alle nostre esigenze. Fin dai primi incontri la squadra ci ha chiesto quale tipo di treno volessimo e quale fosse la nostra idea di volata. Ci hanno lasciato lo spazio per esprimerci e ci hanno ascoltate. 

Entriamo nel tecnico, tu cosa hai chiesto, come ti piace lo sprint?

L’esempio perfetto arriva dalla seconda gara vinta: il Trofee Maarten Wynants. Quella è stata la volata ideale come approccio ed esecuzione. A me piace quando il treno prende la leadership e si tiene una velocità elevata, in grado di far soffrire il gruppo. Il lead out deve essere fatto ai 200 metri dall’arrivo, meglio se presi davanti a tutti. 

La Visma ha creduto molto nel nuovo progetto dedicato alle velociste lavorando su molti aspetti, in primis l’affiatamento tra compagne
La Visma ha creduto molto nel nuovo progetto dedicato alle velociste lavorando su molti aspetti, in primis l’affiatamento tra compagne
E’ cambiato qualcosa rispetto al passato?

Gli aspetti che stanno facendo davvero la differenza sono l’analisi e l’ascolto, sia prima che post gara. Parliamo, ci confrontiamo a riusciamo a migliorare subito. L’esempio giusto lo abbiamo avuto al UAE Tour. Era la prima volta che lavoravamo insieme, ma grazie agli allenamenti invernali siamo arrivate pronte. 

Come ti trovi a condividere il posto da velocista con un’altra compagna?

Ognuna ha il suo spazio e ci mettiamo a disposizione quando l’altra sta meglio o quando la squadra dà indicazioni precise. Al UAE Tour, era Veenhoven la velocista di riferimento. Mentre nelle ultime gare ci siamo divise bene i ruoli. 

Hai parlato di riunioni e analisi, ma in bici è cambiato qualcosa per quanto riguarda la preparazione?

Avendo cambiato preparatore, si è presa la sua linea di lavoro. Non si discosta troppo da quella precedente, anche se in qualcosa è cambiato. Ad esempio durante le uscite cerco di tenere una base di endurance a bassa intensità. A volte davvero bassa. Mentre dal punto di vista della nutrizione ho aumentato le calorie assunte. All’inizio sembrava quasi assurdo, ma mi sono fidata al 100 per cento e i risultati si vedono. 

Nonostante il cambio di maglia, la pista rimane un punto saldo per Martina Fidanza
Nonostante il cambio di maglia, la pista rimane un punto saldo per Martina Fidanza
Quanto bassa l’intensità della parte endurance?

Considerate che una volta, dopo un allenamento, mi hanno detto che avevo fatto una salita troppo forte. Dovevo abbassare ancora il ritmo. C’è anche un’altra differenza rispetto a prima: il doppio allenamento, ma personalmente sono già abituata a questo metodo facendo pista. 

A proposito, la pista riesci a mantenerla?

Assolutamente. Oggi (mercoledì, ndr) avevo in programma di andare a Montichiari, poi non sono riuscita perché il velodromo era chiuso per lavori. Però la squadra asseconda sempre le mie richieste quando si tratta di girare sul parquet. E’ vero che siamo nell’anno post olimpico, ma a me piace mantenere il feeling con la pista

Fidanza-Wiebes, la pista e la strada: cosa abbiamo imparato?

22.02.2025
6 min
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Fra le cose belle dei campionati europei di Zolder, il testa a testa nel finale dello scratch fra Martina Fidanza e Lorena Wiebes è quello che più ci ha fatto drizzare i peli sulle braccia. Succede sempre quando Davide batte Golia e Golia sorride, ma capisci che vorrebbe essere altrove. L’azzurra era in testa. L’olandese ha iniziato la rimonta in un finale che sembrava già scritto. Invece, quando forse pensava di averne fatto un sol boccone, Martina ha dato ancora gas e non l’ha lasciata passare.

«Pensavo davvero che rimontasse – sorride d’orgoglio – perché non sono mai riuscita a battere la Wieibes in volata. L’ho vista arrivare. Mi ha affiancato. In più a un giro dall’arrivo, alla campana è riuscita a mettermi anche il manubrio davanti. Perciò quando ho visto che era lei, mi sono detta: “Vabbè, è già andata. Adesso devo solo cercare di tenerle la ruota”».

Martina Fidanza, bergamasca di 25 anni, ha nel palmares 5 titoli mondiali e 11 europei in pista, oltre a 10 vittorie su strada
Martina Fidanza, bergamasca di 25 anni, ha nel palmares 5 titoli mondiali e 11 europei in pista, oltre a 10 vittorie su strada

Nella mente di Villa

Fermo sul bordo della pista, Marco Villa guardava la scena. E anche se prima di partire per lo scratch avevano parlato della possibilità di battere la super Wiebes, in quel momento la possibilità era davvero a portata di mano, senza però la possibilità di comunicare.

«In quel momento, lei sa a cosa sta pensando – dice il tecnico dei record – io sono giù e non lo so. Ho sperato che la tenesse e non la facesse passare a un giro e mezzo dalla fine, per poi provare la rimonta all’esterno. Secondo me in quel caso non sarebbe stata così competitiva. Anche solo rimontare la lunghezza della bicicletta sarebbe stato molto difficile. Ormai doveva tenerla e difendere quel metro e mezzo di vantaggio che aveva e poi giocarsela alla pari. Se la faceva passare, anche sfruttando la scia, non avrebbe avuto il tempo per riattaccarla. Quindi ho sperato solo che non la facesse passare e lo ha fatto bene».

A un giro dalla fine, al suono della campana, Wiebes ha provato ad affiancare Fidanza
A un giro dalla fine, al suono della campana, Wiebes ha provato ad affiancare Fidanza

Tutto quello che è rimasto

E’ il momento in cui la testa rifiuta di arrendersi. Non succede spesso, soprattutto contro gli imbattibili. Ma quando capita, il supplemento di dolore che si accetta può fare la differenza. L’atleta si trasforma in una creatura sovrannaturale e il finale non è più così scontato.

«Il tempo di pensare che mi avrebbe passato – prosegue – e ho cercato di alzarmi sui pedali. Ebbene, ho visto che lei rimaneva lì e poi pian piano indietreggiava. In quel momento ho capito che magari sarei riuscita a batterla, quindi ho cercato di affondare il più possibile e ho visto che rimaneva definitivamente dietro. Sentivo di avere un po’ di margine, però non pensavo che sarebbe stato abbastanza per vincere».

Dopo la delusione di Parigi, Fidanza (qui con il cittì Villa) aveva bisogno di risollevarsi
Dopo la delusione di Parigi, Fidanza (qui con il cittì Villa) aveva bisogno di risollevarsi

Fra resistenza e velocità

Villa adesso va avanti nell’analisi e ci fa capire con evidenza che a questi livelli nulla avviene per caso. E se anche si tratta di fare il numero della vita, la condizione necessaria perché vada in porto è avere nelle gambe il lavoro per sostenerlo.

«Fidanza – riflette Villa – è migliorata molto anche sulla resistenza. Anzi, in questi due o tre anni abbiamo lavorato tanto di più su questo aspetto, per arrivare più avanti possibile nelle tirate del quartetto. Invece avevamo un po’ tralasciato le punte di velocità che per lei erano naturali, perché qualcosa bisogna tralasciare: non si può fare tutto. Ma visto che ora ha un po’ di resistenza in più, si è ricominciato a lavorare sulle partenze sul fermo, sull’esplosività e sul correre di più in pista. Prima dell’europeo, Martina è andata a fare le gare a Grenchen, qualcosa che prima non avevamo fatto, perché ci interessava il quartetto per le Olimpiadi.

«E poi c’è il discorso dei rapporti. Anno dopo anno ci siamo accorti che noi aumentavamo di un dente, ma gli altri ne avevano sempre uno in più. Così quest’anno abbiamo giocato di anticipo e forse eravamo noi quelli con mezzo dente in più. Sapevamo di aver lavorato anche sulla forza, quindi l’abbiamo giocata bene».

Martina Fidanza ha aperto la stagione su strada al UAE Tour
Martina Fidanza ha aperto la stagione su strada al UAE Tour

Dalla pista alla strada

Quanto è lontana la pista dalla strada? Questa volata può essere l’anticipazione di un passo avanti anche su strada? Il discorso è chiaramente teorico, su strada ci sono le salite, le curve e le discese. Si arriva alla volata dopo ben altre fatiche, ma come dice Villa aver capito di poterla battere, fa pensare che forse è possibile farlo ancora.

«Strada e pista sono mondi diversi secondo me – ragiona Fidanza – perché in pista ho più esperienza rispetto a lei, quindi magari anche nei dettagli riesco a guadagnare qualcosa che mi ha permesso di batterla. E’ vero che comunque non l’ho battuta di poco, però su strada penso che sia ancora nettamente superiore. Su strada è una questione di quanti watt riesci a esprimere alla fine della gara, perché ci sono tanti fattori che ti influenzano più che in pista. Basta soltanto prendere una curva 10 posizioni più avanti e sono watt che risparmi. E poi comunque devi anche avere l’occhio di correre su strada e per me questo è il motivo per cui lei riesce ad arrivare nei finali con più forze da spendere.

«Quest’anno con la squadra stiamo lavorando tanto sui treni, sia per me sia per l’altra velocista, e magari affinando questa tecnica riusciremo a fare qualcosa. Penso che anche su strada il modo di batterla sia anticiparla, perché se parte prima, ci prende tanto margine. Lorena ha un picco breve, ma veramente forte con cui ti prende subito quella bicicletta che poi è dura riuscire a rimontare. Per cui, anticipandola, è lei che deve guadagnarla. Però averla battuta mi riempie di orgoglio…».

Su strada Wiebes ha ancora vantaggio, ma quanto vale ora Fidanza? Qui è terza alla Scheldeprijs 2024, dietro Lorena e Kool
Su strada Wiebes ha ancora vantaggio, ma quanto vale ora Fidanza? Qui è terza alla Scheldeprijs 2024, dietro Lorena e Kool

In crisi dopo Parigi

Fidanza, come le ragazze del quartetto, è andata agli europei di Zolder con la voglia di chiudere il ciclo di Parigi con un buon sapore in bocca. Il quarto posto del quartetto ha colpito duro: erano lì, invece sono tornate a casa a mani vuote.

«Sono uscita da Parigi – dice Fidanza – con una grossa delusione addosso. Le altre ragazze sono riuscite a vincere la madison e hanno dato morale a tutta la squadra. Però a livello di quartetto siamo uscite male, perché abbiamo fatto tanto, eppure probabilmente non abbastanza. Onestamente ho sofferto parecchio, ho passato un periodo in cui mi sono sentita anche un po’ persa. Però adesso posso dire che grazie alla nuova squadra nuova e ai tanti stimoli che sto ricevendo, sono riuscita a ritrovare la mia strada. Riprenderò alla Vuelta a Extremadura, con una condizione tutta da scoprire e ricostruire, dopo la pista, in vista delle gare che verranno. Spero di ritrovare presto il colpo di pedale e l’occhio della strada. E poi, chissà quando incontrerà la Wiebes la prossima volta…».

Il quartetto delle regine e il sassolino nella scarpa

14.02.2025
6 min
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Nonostante sia quello che va detto in simili situazioni, è innegabile che le ragazze del quartetto avessero una pietruzza negli scarpini. L’uscita di scena dalle Olimpiadi di Parigi galleggiava e galleggia ancora in un’aria amara ed era chiaro che la loro presenza agli europei di Zolder non fosse casuale. Gli uomini, probabilmente alla fine del ciclo, si sono tutti votati alla strada. Le ragazze – Alzini, Consonni, Fidanza e Guazzini – hanno dato subito disponibilità, pur consapevoli di non arrivare alla sfida belga attraverso il cammino migliore.

L’oro di Martina

Se si sia trattato di un segnale, l’oro di Martina Fidanza nello scratch ha riacceso le luci e la fiducia, soprattutto perché per vincere la bergamasca ha dovuto battere in volata Lorena Wiebes. Su strada non ci riesce quasi mai nessuno e c’è da scommettere che durante l’anno anche Martina dovrà chinare qualche volta il capo. Averla battuta su pista porta però una fiducia nuova: nessuno è imbattibile.

«Penso che sia stato un risultato un po’ inaspettato – ha detto nella serata di mercoledì – perché non mi aspettavo di riuscire a batterla in volata. Invece ci abbiamo creduto, abbiamo messo un buon rapporto per poterle tenere testa e sono molto, molto soddisfatta. All’ultimo giro temevo che mi passasse, invece quando ho visto che rimaneva lì, mi sono detta che avrei potuto farcela».

Fidanza, Consonni, Alzini: lo sguardo di Consonni dice tutto. Il quartetto va per vincere
Fidanza, Consonni, Alzini: lo sguardo di Consonni dice tutto. Il quartetto va per vincere

Un giorno per ritrovarsi

Tutte con il UAE Tour nelle gambe, due di loro cadute nell’ultima tappa e Guazzini che prima di arrivare a Zolder aveva fatto scalo a Parigi per la presentazione della FDJ-Suez. Eppure sono arrivate in pista. Le quattro azzurre hanno avuto un giorno per ritrovare i meccanismi. E poi tutte insieme si sono prese il titolo europeo dell’inseguimento. Che non vale quanto un’Olimpiade o un mondiale, però intanto le altre sono finite tutte alle spalle.

«Penso che la partecipazione agli europei – ci ha detto Guazzini prima di raggiungere la nazionale – non sia tanto per rivendicare quello che non è andato come speravamo a Parigi, però comunque ci tenevamo ad esserci. La pista è qualcosa che ci piace. Abbiamo detto tutti che ci concentreremo più sulla strada, ma questo non vuol dire che non faremo più gare in pista. Vorrà dire, magari, che ci arriveremo senza aver fatto la preparazione degli altri anni. Però una volta che saremo lì sicuramente vorremo fare bene. Il UAE Tour è stato un disastro, spero di fare il meglio che posso. Cercheremo di tirar fuori il coniglio dal cilindro, perché quando siamo tra di noi, diamo sempre qualcosa in più. Il fatto di essere un gruppo di amiche sicuramente ci aiuterà molto».

Le fatiche del UAE Tour si sono fatte sentire: nell’ultimo giro il quartetto ha rischiato di disunirsi
Le fatiche del UAE Tour si sono fatte sentire: nell’ultimo giro il quartetto ha rischiato di disunirsi

Da Parigi a Zolder

Proprio lei a Parigi, accanto a compagne come Demi Vollering e Juliette Labous nella conferenza stampa che lanciava il 2025 della FDJ-Suez, è stata salutata come uno degli astri del ciclismo femminile e celebrata per l’oro olimpico conquistato proprio lì, ormai sei mesi fa.

«E’ speciale per me essere di nuovo a Parigi – ha detto – perché mi ricordo che nella conferenza stampa di inizio 2024 dissi che le Olimpiadi sarebbero state il mio grande obiettivo. Tornare qui dopo un anno, con quel traguardo raggiunto, mi rende davvero orgogliosa. Il team mi ha supportato in questo e penso che sia la cosa migliore che potessero fare. Non mi hanno messo alcuna pressione per le altre gare. Dopo l’oro olimpico, è stato difficile trovare la concentrazione, ma ho avuto un buon inverno e ora sono motivata per affrontare questa stagione con nuove compagne di squadra e nuove ambizioni».

Nella serata di Zolder è arrivato anche l’oro di Bianchi (qui con Ivan Quaranta) nel km da fermo
Nella serata di Zolder è arrivato anche l’oro di Bianchi (qui con Ivan Quaranta) nel km da fermo

La grande vendetta di Guazzini

La strada e la pista, anche per lei che negli ultimi due anni ha sempre sognato di ben figurare alla Parigi-Roubaix e l’ha sempre dovuta lasciare malconcia e triste.

«Guardo con entusiasmo alla stagione delle classiche – ha detto – voglio aiutare la squadra a vincere e provare a fare qualcosa per me. Ho una grande vendetta da prendermi, mi piacerebbe arrivare al velodromo di Roubaix, ma per quello ci vuole anche un po’ di fortuna. Il resto infatti non manca. Abbiamo tutti i materiali, non ci manca nulla. Questo passaggio alla pista per gli europei è stimolante, ma l’attenzione poi sarà principalmente per la strada».

Dopo lo smacco di Parigi, il titolo europeo lancia le azzurre verso la stagione su strada. Consonni è davvero sfinita
Dopo lo smacco di Parigi, il titolo europeo lancia le azzurre verso la stagione su strada. Consonni è davvero sfinita

Il quartetto d’oro

Ora che la magia si è compiuta, è ancora Vittoria a firmare la cartolina da consegnare agli annali del ciclismo, a capo di un inseguimento che non è stato del tutto indolore. Le difficoltà del UAE Tour hanno presentato il conto, ma alla fine i 4’14″213 sono bastati per rifilare 7 centesimi alla Germania che nel 2021 ci aveva regalato l’argento nei mondiali d Roubaix che permise loro di doppiare col titolo iridato l’oro di Tokyo.

«E’ stata una prova – ha detto ieri sera Guazzini dopo il titolo europeo – che abbiamo gestito con tanta intelligenza. Abbiamo esperienza nel correre insieme, anche se nei giorni scorsi non abbiamo potuto girare tanto. Ieri (mercoledì, ndr) ci siamo ritrovate in qualifica e siamo andate bene, quindi ci abbiamo creduto fino all’ultimo metro. Ognuno ha fatto la sua parte, ogni pedalata è stata quella che ci ha portato alla vittoria»

In un modo o nell’altro, ci sentiamo di aggiungere, quella pietruzza se la sono cavata dagli scarpini.

Una giornata all’insegna del ciclocross insieme a Martina Fidanza

24.01.2025
5 min
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Capita, durante il ritiro di gennaio, di essere vicini a Benidorm, dove si è corsa una tappa di Coppa del mondo di ciclocross. Allora, visto che le tue compagne saranno impegnate sullo sterrato di questa cittadina a sud della Spagna, decidi di andare a vederle. In poche parole questo è ciò che è capitato alle ragazze della Visma Lease a Bike e a Martina Fidanza. Da qualche foto social abbiamo visto l’entusiasmo e i sorrisi delle atlete del team olandese. Così siamo andati da Martina Fidanza per farci raccontare l’esperienza vissuta. 

«Eravamo in ritiro – spiega mentre si dirige in macchina verso la sede di Nimbl – e sapevamo che le nostre compagne sarebbero state impegnate nella tappa di coppa del mondo a Benidorm. Margaux (Vigie, ndr) ha organizzato la trasferta, chiedendo prima ai diesse e ai manager. Avevamo quattro ragazze del team che avrebbero corso: Van Empel, Marianne Vos, Viktória Chladonova e Imogen Wolff. Volevamo essere presenti per supportarle».

Nei giorni della tappa di coppa del mondo di Benidorm Martina Fidanza e compagne si trovavano in ritiro a Gandia
Nei giorni della tappa di coppa del mondo di Benidorm Martina Fidanza e compagne si trovavano in ritiro a Gandia

Il viaggio

In pochi giorni, se non ore, tutto era pronto e organizzato. Dal ritiro di Gandia allo sterrato di Benidorm, per una giornata all’insegna del ciclocross.

«Avevamo studiato bene il programma – dice Martina Fidanza – ed era abbastanza stressante. L’idea iniziale era quella di andare a vedere anche la gara degli uomini, ma la giornata diventava troppo lunga. Per fortuna la gara capitava in un momento comodo del ritiro, tanto che siamo riusciti a incastrare lì il giorno di riposo. Abbiamo preso due macchine, una la guidava la nutrizionista del team, e siamo partite. Appena finita la corsa delle nostre compagne ci siamo rimesse in viaggio, così da essere in hotel per le 17 e fare un paio di ore di riposo».

Che te ne pare dell’atmosfera si respira nel ciclocross?

E’ molto bella. Per le nostre compagne averci lì a bordo pista voleva dire avere una spinta in più, glielo si leggeva negli occhi ogni volta che passavano davanti alla nostra postazione. Quando ero piccola, da esordiente, ho corso per due anni nel ciclocross e mi ricordavo fosse un mondo divertente. Però non ero mai stata a una gara di Coppa del mondo. Non mi aspettavo che ci fosse così tanta gente. Solo per trovare spazio intorno al percorso ci siamo dovute impegnare.

Dalle foto abbiamo visto che vi siete anche attrezzate per il tifo…

Ognuna di noi ha deciso un po’ come fare per dare sostegno, in due si sono messe un costume: una da apicoltore e l’altra da ape. Altre avevano delle campane. Il tutto per farci riconoscere. A me è bastata la voce, sicuramente mi hanno sentita (ride, ndr). 

Erano quattro in totale le ragazze in gara della Visma, qui in foto Imogen Wolff
Erano quattro in totale le ragazze in gara della Visma, qui in foto Imogen Wolff
Le quattro che hanno corso erano con voi in ritiro a Gandia?

Sì. Per questo siamo venute a conoscenza della gara e abbiamo deciso di andare. Loro quattro sono partite il giorno prima verso Benidorm e hanno dormito lì. 

Avete fatto delle domande prima di partire?

Durante i giorni di ritiro eravamo curiose, chiedevamo loro se il percorso fosse di loro gradimento. Poi mentre si svolgeva la gara ci facevamo un po’ di domande tra di noi a bordo del tracciato. Tra chi corre solo su strada e chi anche su pista non conoscevamo esattamente le dinamiche del ciclocross. Quando Fem (Van Empel, ndr) era davanti da sola ci chiedevamo se avesse aspettato Marianne (Vos, ndr) per andare insieme all’arrivo. 

Le ragazze della Visma si sono organizzate per la trasferta, portando anche dei costumi: ape e… apicoltrice
Le ragazze della Visma si sono organizzate per la trasferta, portando anche dei costumi: ape e… apicoltrice
Invece?

Non lo ha fatto. Ma direi che nel ciclocross non c’è tanta tattica. O per lo meno, non di squadra. Ognuna imposta il suo ritmo e fa la sua gara. 

Una volta tornate avete parlato con loro?

Abbiamo chiesto dei feedback sul percorso. Ci hanno risposto che era un po’ diverso dai classici sterrati del ciclocross. Era più da gravel a detta loro, per questo si sono trovate avvantaggiate. 

Una delle cose che ha colpito maggiormente Martina Fidanza è la grande affluenza di pubblico
Una delle cose che ha colpito maggiormente Martina Fidanza è la grande affluenza di pubblico
Cosa ti ha colpito di più delle dinamiche di questa disciplina?

La partenza, quasi scioccante. Partono fortissime e sono davvero tante. Viktória (Chladonova, ndr) ha perso posizioni all’inizio a causa di due che si sono toccate, nonostante ciò è arrivata decima al traguardo. Terza tra le under 23. Mi ha impressionato quanto sia importante partire bene. Nonostante tutto è comunque arrivata tra le prime dieci. Vederla rilanciare, recuperare e sorpassare è stato molto emozionante. 

Poi in spazi così stretti…

E’ importantissimo anticipare e correre davanti. La differenza di fatica tra le prime tre e le altre deve essere tanta. In quel percorso poi si formavano trenini da dieci atlete, l’ultima all’uscita delle curve prendeva delle “frustate” incredibili. Se ti metti davanti, invece, imposti il tuo ritmo e stai un pochino più tranquilla. 

La settimana tipo: Martina Fidanza, Natale fra strada e pista

24.12.2024
5 min
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La settimana tipo degli atleti è sempre molto variegata.In questi anni difficilmente ne abbiamo viste due uguali o molto simili, e quella di Martina Fidanza, che vi proponiamo, è ancora più diversa rispetto alle altre.

Fidanza, infatti, appartiene a quel lotto di azzurri e azzurre che sono anche alla corte di Marco Villa. Senza contare che ha anche cambiato squadra, è passata dalla Ceratizit alla Visma-Lease a Bike, cosa che come vedremo ha effetti sulla preparazione. È dunque interessante vedere come concilia le due attività, specie in questa settimana natalizia

A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
A Montichiari Fidanza svolge una grande percentuale del suo lavoro, almeno in questa fase invernale (foto Instagram)
Martina, come inizia la tua settimana tipo?

Difficile per me stabilire una settimana tipo visto che di mezzo c’è anche la pista. Diciamo che in questa settimana natalizia, per esempio, c’è un po’ di tutto. Lunedì, per esempio, sono andata a Montichiari per girare in pista.

In questi casi com’è la tua giornata?

Mi alzo verso le 7. Faccio colazione e poi vado a Montichiari. Ci metto un’ora abbondante, dipende anche dal traffico, e lì si gira. La durata delle sessioni dipende anche da quanti siamo e quanto c’è da attendere tra le sessioni di un gruppo e l’altro. Nel pomeriggio comunque si torna e alla sera sono a casa.

Questo era il tuo lunedì, passiamo al martedì?

Oggi palestra e bici. Mi piace raggiungere la palestra in bici, anche perché così mi scaldo anche un po’. Lì mi cambio, conosco bene i proprietari: hanno le mie scarpe e quel che mi serve. Faccio i lavori di forza ed equilibrio. Quando ho finito, parto subito in bici e faccio un paio d’ore di scioltezza.

Mercoledì?

In questo caso, visto che domani è Natale, riposo. Ho cercato di organizzarmi così. Cercherò di svegliarmi il più tardi possibile, quasi verso l’ora di pranzo, così da saltare un pasto (la colazione, ndr) e godermi poi la giornata in famiglia!

Fidanza in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
Martina in allenamento preferisce sempre inserire qualche salitella. Tra qualche giorno vestirà ufficialmente i colori della Visma
E siamo a giovedì…

Farò tre ore. Tre ore tranquille a Z1 o anche Z2. In Visma-Lease a Bike mi stanno facendo lavorare molto in questa zona per ora. E’ un puro allenamento di Fat Max, ideale dopo il pranzo di Natale! Anche se non sono una scalatrice di certo, mi piace comunque inserire sempre delle salitelle nel corso delle mie uscite, così da movimentare un po’ il tutto. Stavolta, più che altre volte, cercherò di partire presto così che possa essere a casa per l’ora di pranzo e stare in famiglia.

Venerdì?

Di nuovo andrò in pista. Stavolta per una due giorni e infatti resterò a dormire a Montichiari. Venerdì è prevista una doppia sessione: una al mattino e una al pomeriggio. Sabato invece lavoreremo solo al mattino. Ma poi resteremo lì in quanto abbiamo organizzato una cena per festeggiare la vittoria olimpica di Chiara (Consonni, ndr) e Vittoria (Guazzini, ndr) delle Olimpiadi. Alla fine non c’è mai stato troppo tempo per stare tutti insieme.

Ed eccoci a domenica…

Esatto, tornerò a casa e andrò ad allenarmi. Di nuovo un paio d’ore tranquille, anche perché comunque verrò da due giorni di qualità in pista.

Questa è la parte della preparazione, Martina: come ti regoli invece con l’alimentazione, specie ora che sei passata in un team dove questo aspetto è particolarmente curato?

In effetti è forse la parte che più è cambiata. Ci tengono molto e sono molto attenti. Hanno messo a punto un’app con la quale, scannerizzando i codici a barre di ciò che mangiamo, sappiamo le quantità e i bilanciamenti da assumere. Non si tratta tanto di non mangiare questo o quello, tanto o poco, ma di avere sempre il giusto bilanciamento. Posso anche prendere un pezzetto di cioccolata, ma poi so che per il resto del giorno quel quantitativo di grassi o di zuccheri l’ho già preso. So quanto mi resta di quel nutriente.

Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
Il porridge di Martina: inizia così la sua giornata alimentare
In effetti è interessante…

Interessante e pratica direi. Loro sanno ciò che mangio e anche io. Mi stanno facendo cambiare gradualmente. Per esempio, a colazione ho riscoperto il porridge. Alla base c’è l’avena, io me lo faccio come voglio: quindi yogurt greco, che non necessariamente è quello allo zero per cento di grassi (anche se capita più spesso), quindi avena, frutta, frutta secca, miele o se voglio una crema di cioccolato che mi piace molto. Inserisco il tutto nella App e loro sanno cosa ho mangiato.

Cosa hai cambiato di più sin qui col passaggio alla nuova squadra?

L’alimentazione in bici. Ora mangio davvero di più. Il concetto in Visma è quello di assumere quello che serve. E quello che serve per pedalare al meglio. Quando faccio le tre ore, per esempio, i 60 grammi di carboidrati non mancano mai. Mentre sul fronte degli allenamenti il cambiamento per ora è molto graduale.

Riguardo alle tempistiche di una tua giornata standard, diciamo così, come sono i tuoi orari?

Mi sveglio tra le 7 e 8, dipende cosa devo fare e se devo andare a Montichiari, da quanto fa più o meno freddo. Mi alleno. Pranzo. E verso le 20 solitamente ceno.

Vai a letto ad un orario stabilito?

No, se capita che siamo in famiglia mi piace restare tutti insieme, magari a giocare a carte. Oppure guardo un film. Ma di solito entro le 23 sono a letto. A volte mi piace fare stretching dopo cena, proprio prima di dormire.

Fidanza studia gli sprint in stile Visma e impara dalla Vos

07.12.2024
7 min
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Lo stupore di Martina Fidanza dopo la prima visita nel quartier generale della Visma-Lease a Bike è stato quasi ridicolizzato dopo il mini-ritiro fatto in Olanda per foto e team building. Questa volta l’atleta bergamasca ha avuto la sensazione di gigantismo che spesso coglie coloro che si trovano coinvolti nelle dinamiche dello squadrone. E così, in attesa che il training camp della prossima settimana inauguri la stagione 2025, siamo tornati da lei per capire come proceda l’inserimento. Non sono stati tanti gli atleti italiani coinvolti negli anni nel team di Richard Plugge. Il primo fu Enrico Battaglin. Poi è toccato a Edoardo Affini. Ci sono Belletta e Mattio nel devo team, però mai nessuna donna era stata ingaggiata: Martina Fidanza è la prima.

«La prima volta ero da sola – racconta – per fare delle visite e vedere il magazzino. Invece venerdì eravamo tutti. Siamo andati in una sede diversa, ci hanno parlato dei loro valori e poi abbiamo fatto anche delle attività di gruppo. C’eravamo noi donne, la WorldTour degli uomini e gli under 23. In più c’era anche tutto lo staff, praticamente un’enormità di persone. Eravamo in 350 ed è stata una cosa incredibile. Venerdì ho capito veramente dove fossi e cosa stessi facendo. In più ti vedevi passare accanto ovviamente Van Aert e Vingegaard, non capita tutti i giorni. Io ero nel gruppo con Jonas e abbiamo fatto dei giochi insieme e intanto mi chiedevo: “Ma dove sono finita?”. Mi sembrava davvero un altro mondo. Vingegaard è un tipo alla mano, lo sono tutti. Ma sono anche super competitivi. Erano giochi di squadra, quindi non si concedeva niente a nessuno…».

La realtà Visma-Lease a Bike è così grande che la vendita di fine anno diventa un immenso black friday (immagine Instagram)
La realtà Visma-Lease a Bike è così grande che la vendita di fine anno diventa un immenso black friday (immagine Instagram)
Nel frattempo hai ricominciato ad allenarti?

Da tre settimane, più o meno. Le cose sono un po’ cambiate, perché vengo seguita dal preparatore della Visma e tutto il resto dello staff viene dalla squadra. Rispetto a come ero abituata, ripartivo facendo delle ore in bici senza troppi lavori, cercando soltanto di fare medio e fondo. Ora siamo partiti un po’ più tranquilli a livello di ore, c’è meno carico in bici e un po’ più di palestra. Quindi durante la settimana faccio meno chilometri al medio, però più lavori tipo partenze e alta intensità per tenere un po’ la brillantezza.

Questo perché si pensa che partirai presto nella stagione oppure è il loro metodo di lavoro?

Secondo me è un richiamo che vogliono fare per arrivare pronti al training camp e poter caricare con ore in più quando saremo là. Dato che in Spagna il meteo è migliore, possiamo fare il volume di lavoro necessario per la preparazione di dicembre.

Come va sul piano della comunicazione?

Ero già in una squadra internazionale, però ero seguita da staff italiano. Avevo il mio preparatore, avevo la mia nutrizionista italiana, quindi anche a livello di comunicazione e di inglese c’è qualcosa che devo migliorare. Ho fatto il primo mini-ritiro settimana scorsa e ho visto che comunque ci capiamo bene e loro sembrano molto disponibili ad aiutarmi, mi sembra un bel gruppo.

Abbiamo capito che continuerai a lavorare in pista.

La stagione avrà altri ritmi, ma qualcosa rimane. La nazionale non ha fatto il solito raduno a Noto, che di solito si faceva a novembre. Ma io sto continuando ad andare in pista: giovedì per esempio mi sono allenata a Montichiari. La squadra è d’accordo che la mantenga, mentre bisogna capire per i programmi. L’europeo di Zolder sarà immediatamente dopo il Uae Tour, l’idea sarebbe di farceli stare entrambi. Penso che la squadra sia abbastanza d’accordo, ma dobbiamo capire se sia effettivamente fattibile. Bisogna parlare e capire perché comunque dietro c’è un bell’impegno.

Il nuovo preparatore ti segue per i lavori da fare in pista?

No, in realtà no. Vado in pista, faccio quello che mi dice la nazionale e lui lo considera come un giorno di alta intensità e gestisce la settimana di conseguenza.

Sarai la velocista della squadra, dovrai vedertela con Wiebes, Balsamo, Kool, come ti senti al riguardo?

Ci proviamo e sono contenta di poterlo fare con una squadra a fianco che mi dà sicurezza e mi mette nella migliore condizione possibile. Ci sono dinamiche da creare, però mi sembrano un bel gruppo, molto tranquillo, disposte ad aiutare. Mi piace e mi ci trovo bene. La Wiebes per ora è imbattibile, almeno sembra. Per il resto non è facile, il livello internazionale delle velociste è molto alto.

Tra Wiebes e Kool, le due velociste con cui Martina Fidanza dovrà misurarsi
Tra Wiebes e Kool, le due velociste con cui Martina Fidanza dovrà misurarsi
La sensazione è che Wiebes vinca perché dotata di una struttura fisica imponente, allo stesso modo Lotte Kopecky. Dovremo abituarci all’idea di Martina Fidanza che metterà su massa per contrastarle?

No, penso che rimarremo con la Martina che conosciamo. La struttura fisica è soprattutto una questione di fibre. E’ vero che Wiebes ha messo tanta massa anche nella parte superiore, però penso che lei sia un caso eccezionale. E’ comunque un peso che bisogna portarsi dietro in salita, per cui è meglio che ognuno cerchi il suo equilibrio. Magari lei va forte ugualmente, ma non è detto che se metto su 5 chili di muscoli, riesco a fare ugualmente la differenza.

Elisa Balsamo dice che il modo di battere la Wiebes è provare ad anticiparla.

Condivido la stessa idea di Elisa. Lorena ha uno spunto velocissimo appena parte, quindi se accelera che è già davanti, seguirla è impossibile per chiunque. Se invece si riesce a partire avvantaggiati, si ha una possibilità. Anticiparla è l’idea giusta, ma le volate sono sempre più caotiche e lei ha alle spalle una squadra che la mette nelle condizioni migliori. Diciamo che la teoria è valida, la pratica va esercitata. La Lidl-Trek sta formando un bel treno per Elisa, quindi magari è qualcosa che stanno pensando di fare e magari ci riusciranno.

Ci sarà un treno per Martina Fidanza?

Dobbiamo ancora parlarne, ma bisognerà prima mettere a posto i calendari. Farò parte della stagione con l’altra velocista che abbiamo in squadra e abbiamo avuto modo di confrontarci e siamo ben disposte ad aiutarci. Magari qualche volta dovrò supportarla io, altre volte toccherà a lei. L’obiettivo è tirare fuori il meglio di noi per fare il meglio per la squadra e penso che lei sarà il mio principale supporto.

Consonni e Fidanza: azzurre, velociste e bergamasche. Ed entrambe cambiano squadra
Consonni e Fidanza: azzurre, velociste e bergamasche. Ed entrambe cambiano squadra
Che cosa significa per te che hai 25 anni correre accanto a Marianne Vos che ne ha 12 di più e un palmares così impressionante?

Lei è sempre stata è uno dei miei idoli, forse il più grande. Quando ero piccola guardavo le gare in cui c’era lei, ma purtroppo il più delle volte arrivava seconda. Ai mondiali però era sempre lì e quindi l’ho sempre vista come un’atleta con tanta classe, un’atleta che mi piace in tutto. Trovarla nel ritiro è stato un po’ strano. Ho cercato di superare il fatto di considerarla un idolo, una persona inarrivabile, provando a trattarla solamente come una compagna di squadra e penso che l’abbia apprezzato. Ho notato che un po’ tutti hanno verso di lei una sorta di rispetto estremo e questo talvolta porta a isolarla. Mentre se le si parla normalmente, è molto tranquilla e disponibile. E per questo cercherò di osservarla e vedere come si comporta, cosa fa. Proverò a seguirla e cercare dei consigli da parte sua. Sarà un aiuto prezioso.

Per finire, cosa ti pare della nuova Cervélo?

Ho già iniziato a usarla e mi pare una bellissima bici. Mi c’è voluto un attimino per abituarmici, perché ha delle geometrie un po’ diverse rispetto a come ero abituata. Però mi sto trovando bene, è una bella bici. Non ho ancora provato le ruote da gara, lo faremo in Spagna. Ho quelle da allenamento e davvero non ho niente da ridire. Penso anche che continueremo a usare coperture Vittoria, con cui già correvo e penso siano fra le migliori al mondo, quindi mi trovo benissimo. Per la bici e dei feedback approfonditi mi serve ancora un po’. Va bene se ci risentiamo dopo il primo ritiro?