La vittoria che serviva. Alzini si rilancia e punta all’azzurro in pista

25.08.2025
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Anche a noi Martina Alzini ha ridabito un concetto scritto in un suo post social: quando vinci è più facile ringraziare tutti. Sicuramente viene spontaneo farlo, avere tanti pensieri in testa e vedere tutto sotto un’altra luce, ma è altrettanto vero che la milanese della Cofidis quest’anno ha dovuto fare i conti con momenti sfortunati.

Il suo successo in Belgio all’Egmont Cycling Race Women di martedì scorso (in apertura foto Jens Morel) è il coronamento del supporto prodotto da tutte le persone che le sono state vicine, dalla squadra al Centro Sportivo Esercito fino agli amici. Dopo la caduta in pista a maggio, forse Alzini è riuscita a raddrizzare una stagione che aveva preso una piega non desiderata. Per la verità il morale non le è mai mancato ed è sempre stata equilibrata nei suoi concetti, però adesso può essere più serena e fiduciosa nel mirare ai propri obiettivi.

Alle spalle di Alzini si sono piazzate Uneken e Tonetti (foto Cofidis)
Alle spalle di Alzini si sono piazzate Uneken e Tonetti (foto Cofidis)
Martina questa vittoria ci voleva più per te che per le statistiche. Che sapore ha?

Sono arrivata a 28 anni (dice sorridendo, ndr) che ho conosciuto certe situazioni per la prima volta o tante cose nuove di me. Mi sono rotta la scapola ed è stata la prima volta che mi operavo qualcosa. Di conseguenza è stata la prima volta che facevo fisioterapia. Devo ringraziare la Cofidis che ancora una volta si è confermata una seconda famiglia. Sotto il lato umano mi hanno lasciato il tempo necessario per tornare a correre per bene. E al Tour de Pologne Women ho corso senza pressioni. Si vede che mi conoscono bene.

E qualche giorno dopo è arrivato subito un bel successo. Ci racconti quella giornata?

E’ stato tutto bello l’insieme di cose che ci ha portato alla vittoria. Io ho solo dovuto finalizzare. La capitana era Amalie (la ex iridata Dideriksen, ndr), ma è rimasta coinvolta in una caduta ad inizio gara e allora ha deciso di fare la regista per noi visto che correvamo senza radioline. Quando c’era da attuare il piano B, tutte le mie compagne hanno fatto il mio nome per puntare alla vittoria. La squadra sa che sono onesta quando so di stare bene o meno. Mi sono presa le mie responsabilità e in pratica ci siamo capite fra noi quasi senza parlarci.

Assieme a Martina ha fatto festa tutta la squadra. Le sue compagne hanno lavorato a fondo e lei ha finalizzato (foto Cofidis)
Assieme a Martina ha fatto festa tutta la squadra. Le sue compagne hanno lavorato a fondo e lei ha finalizzato (foto Cofidis)
Guardando le immagini, avete fatto un gran finale.

Sì, alla grande. Le mie compagne sono state bravissime perché hanno dato il massimo per me tirando a tutta per andare a chiudere sull’ultima fuggitiva quando ormai eravamo vicinissime al traguardo. A quel punto ho leggermente anticipato la volata sapendo che su un arrivo del genere posso esprimere al meglio la mia velocità. Ed è andata bene.

Confermi che è difficile vincere in qualsiasi gara?

So perfettamente che era una gara di classe 2, ma qualità e ritmo in corsa non sono mai mancati. Quando poi si corre in Belgio, non esiste una gara facile o di status minore. Avevo visto già tanta gente in Polonia, ma lassù c’è sempre una cornice di pubblico incredibile che esalta l’atleta. Comunque è sempre difficile gareggiare e vincere ovunque. Ad esempio alla Egmont ho fatto tanti miei record.

Questa vittoria è la riprova della considerazione che la squadra ha per Martina Alzini, giusto?

Credo che sia la dimostrazione che nella vita tutto torna. Sono sempre a disposizione delle compagne tutto l’anno e loro hanno fatto altrettanto per me. Ho ripagato il loro lavoro e la vittoria è stata una conseguenza, anzi la ciliegina sulla torta del nostro gruppo. A luglio ho fatto il ritiro in altura a Tignes con la formazione che avrebbe corso il Tour Femmes. Mi ha fatto piacere essere stata inserita in quella parte di squadra anche solo per accelerare la ripresa della condizione.

Abbiamo visto che hai avuto un pensiero legato a Privitera. Come hai vissuto la sua scomparsa?

Non conoscevo Samuele di persona, ma il suo incidente mi ha toccato profondamente. Facciamo tutti lo stesso sport e quando capitano questi episodi ti chiedi se ne valga la pena o meno continuare. Ho avuto modo poi di conoscere la sua fidanzata Vittoria (Grassi, ndr) che ha fatto quarta quando ho vinto io. Anche lei è una ragazza che arriva della pista, con un grandissimo talento e fa parte della nostra famiglia. Lei ha sofferto tantissimo. L’ho abbracciata quando l’ho vista perché immagino cosa abbia passato e come stia adesso. E’ vero che bisogna saper andare avanti, ma credo che dobbiamo fare qualcosa per il ciclismo. Ognuno di noi e tutti in generale. Queste morti non possono passare così senza che si provi a cambiare qualcosa.

Alzini è rientrata in gara al Tour de Pologne Women vinta dalla sua amica Consonni. Potrebbero ritrovarsi ai mondiali in pista
Alzini è rientrata in gara al Tour de Pologne Women vinta dalla sua amica Consonni. Potrebbero ritrovarsi ai mondiali in pista
Da adesso in avanti a cosa punterai?

Il mio programma è proseguito col Gp Van Impe, continuerà col Simac Ladies Tour ed altre gare tra Francia e Belgio. Il mio vero obiettivo però saranno i mondiali in pista a Santiago del Cile. Uno dei primi allenamenti che ho fatto dopo la caduta è stato proprio nel velodromo di Montichiari. Un po’ perché non ci sono le sollecitazioni che trovi in strada, un po’ perché la pista è il mio grande amore e volevo che fosse uno stimolo per guadagnarmi la convocazione in Sud America. La vittoria in Belgio mi ha dato tante nuove motivazioni.