Catena massiccia per resistere alle frustate

11.11.2020
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Quando si parla di velocità, di pista, di scorrevolezza si pensa quasi sempre all’aerodinamica. Certo, riuscire a fendere l’aria in modo efficiente conta eccome, ma non è la sola cosa. Il ciclismo di oggi si sta “formulaunizzando”: per fare la differenza si ricorre ai dettagli. E’ più facile migliorare 10” che una volta arrivati al limite migliorare 3 decimi. E questi decimi si possono “trovare” nella catena.

Nel blitz fatto a Montichiari una delle cose che più ha destato la nostra attenzione è stata la trasmissione.

Catene massicce

Rispetto alle bici da strada, quelle su pista hanno una catena decisamente più massiccia: è più larga e le maglie sono più robuste. Come i pignoni del resto. Il perché è presto detto. I pistard scaricano sui pedali una forza enorme e lo fanno in modo violento, specie nelle partenze. Inoltre il rapporto è fisso, non c’è bilanciere che possa “attutire” tensioni maggiori. Pertanto la trasmissione deve essere “robusta” e affidabile. Quando nelle partenze arrivano quelle frustate da 1800 watt devono resistere e trasmettere al meglio l’energia.

Maglie più larghe e robuste, così come i denti
Maglie più larghe e robuste, così come i denti

Lubrificazione al dettaglio

E poi subentra il discorso delle tensione e della lubrifricazione, che più di tutti incidono sulla scorrevolezza.

«Le catene che i ragazzi utilizzano sulle Pinarello da gara – spiega Massimo Cisotto, meccanico degli azzurri – sono trattate diversamente. Vengono lubrificate con molta cura. Nessuna “pozione magica”, si utilizzano prodotti d mercato, ma che vanno ricercati con cura. Tuttavia una vera lubrificazione parte da una pulizia accurata della catena, perché se è sporca o oliata male finisce che è peggio. Rispetto alla strada sul parquet si tira su polvere e finissime particelle di legno, “segatura”».

Tensionatura

«Poi c’è la tensionatura – riprende Cisotto – Noi ormai andiamo ad occhio e sappiamo individuare quella migliore. Se infatti la catena è toppo tirata aumenta l’attrito delle maglie sui denti. E si perde qualche watt. Può capitare che nel quartetto qualcuno tenda averla un po’ più tesa, perché si dice che si avverte il “ritorno” del pedale e quando si sta a ruota si spende meno, ma parliamo davvero di sensazioni minime, che influiscono pochissimo.

«Se al contrario è troppo lenta al contrario c’è dispersione e si rischia che la catena salti, ma è davvero difficile che possa succedere in pista». Questo rischio semmai si verifica soprattutto nelle fasi di lancio.