«Ricordo la mia prima partecipazione nel 2023. Ho molti ricordi – ha detto ieri Vingegaard nella conferenza stampa di vigilia alla Parigi-Nizza – alcuni belli e alcuni brutti. Ero venuto per vincere, invece arrivai terzo, quindi rimasi un po’ deluso. Non si può sempre vincere, ma sono tornato per farlo. Dovrò stare al coperto nelle prime tappe, senza perdere tempo. Poi potremo guadagnare nella cronometro a squadre e pure il giorno dopo alla Loge des Gardes, cinque minuti di salita dura. Poi restano le ultime due tappe, che saranno davvero impegnative».
Il parco dei pretendenti
Parte oggi la corsa francese, con un giorno di vantaggio sulla Tirreno-Adriatico che scatterà domani. Nel complesso e singolare intreccio dei calendari, senza Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, chi potrà impedire a Jonas Vingegaard di portarla a casa?
Lo scorso anno il danese vinse la Tirreno-Adriatico, con disarmante superiorità. Al giorno d’oggi, sono solo quattro i corridori – fra classiche e Giri – in grado di staccare in modo significativo il resto del gruppo e produrre differenza evidenti. Uno è il danese, l’altro è Pogacar, poi ci sono Evenepoel e Van der Poel. Per questo, senza imprevisti, è immediato inserire Vingegaard tra i favoriti della corsa francese. Anche perché il vincitore 2024, Matteo Jorgenson, correrà al suo fianco ed è intuibile che sarà chiamato ad aiutarlo.
Contro di loro, il campo dei partenti è solido, ma non irresistibile. La Soudal-Quick Step schiera Schachmann che ha vinto la corsa per due volte. La UAE Emirates avrà Almeida e assieme a lui Sivakov e McNulty. La Red Bull-Bora si affida a Vlasov. La Jayco-AlUla schiera O’Connor, secondo nel 2024 alla Vuelta e al mondiale. Infine la Bahrain Victorious ripropone la coppia Buitrago-Martinez.
Il punto dopo l’Algarve
Vingegaard si presenta al via della Parigi-Nizza cercando di mettere a punto la condizione dopo il debutto a mezze tinte della Volta ao Algarve, vinta grazie alla crono, ma faticando più del previsto in salita.
«In Portogallo abbiamo imparato molte cose – ha proseguito Vingegaard – soprattutto riguardo al primo arrivo in salita, che per me non ha funzionato. Abbiamo provato a capire di cosa si trattasse per provare a fare di meglio. Qui avrò anche una squadra molto forte, mentre in Algarve ero da solo e per questo mi sono ritrovato in una posizione difficile. Da allora ho recuperato. Ho fatto buoni allenamenti a casa. La forma è abbastanza buona, non sono ancora stato in altura per cui non sono nella forma migliore, ma neanche male. Spero di aver guadagnato qualche punto percentuale rispetto all’Algarve».
Otto tappe impegnative
La Parigi-Nizza ha otto tappe, come ha accennato Vingegaard. Parte da Le Perray en Yvelines e si concluderà domenica prossima a Nizza. Dopo le prime due giornate destinate ai velocisti e la veloce cronosquadre della terza, il primo scossone alla classifica verrà il quarto giorno, con l’arrivo in salita di La Loge des Gardes. E’ il luogo in cui nel 2023 Pogacar piegò per la prima volta Vingegaard, vincendo la tappa.
L’indomani, la tappa di La Cote Saint André ripropone un profilo da classica delle Ardenne, che precede il sesto giorno (nervoso) di Berre l’Etang. C’è poi l’arrivo in salita ad Auron il settimo giorno, dopo aver scalato la Colmiane. Infine l’ottava tappa si conclude a Nizza dopo quattro salite e il Col de Quatre Chemins a 9 chilometri dall’arrivo.
Il computo totale parla di 1.212,6 chilometri con dislivello complessivo di 15.863 metri e 28 gran premi della montagna.
Il calendario di Vingegaard
Dopo aver raccontato a Eurosport lo stato disastroso in cui si è ritrovato lo scorso anno dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi, il danese ha spiegato come il suo livello al Tour de France non potesse essere accettabile. Perciò da allora si è rimboccato le maniche, pensando alla rivincita contro Pogacar. Anche a costo di snobbare le classiche e le corse sulle quali lo sloveno sta costruendo invece la sua leggenda.
«Abbiamo visto che le corse a tappe mi si addicono molto bene – ha detto Vingegaard – quindi sono più propenso a quelle che alle gare di un giorno. L’anno scorso ho vinto la Tirreno-Adriatico, quindi la cosa più normale è puntare alla Parigi-Nizza, per fare qualcosa un po’ diverso dagli ultimi anni. Vorrei vincere quante più gare a tappe WorldTour possibili e la Parigi-Nizza è la più grande, al di fuori dei Grandi Giri.
«Qui correremo con due leader, Jorgenson e il sottoscritto. Con lui ho un ottimo rapporto, sarei felice se vincesse. Non sono così egoista da pensare soltanto a me stesso. Sarò felice di sacrificarmi se lui sarà nelle condizioni di vincere, oppure se sarà il più forte e avrà la possibilità di vincere. E sono certo che sarà lo stesso anche al contrario, se sarò io a meritare. Su questo siamo uguali».