Fidanza saluta le figlie e riparte con Realini

22.12.2021
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Il 2022 per Giovanni Fidanza sarà come l’inizio di una nuova era. Dopo quattordici anni infatti – dai tempi della Still Bike nel 2007 nelle categorie giovanili – il team manager bergamasco non avrà in squadra almeno una delle due figlie. Martina ha appena firmato per due anni con la Ceratizit WNT mentre Arianna, che vedremo ancora con la BikeExchange Jayco, se ne era già andata all’estero nel 2020. Non c’è nulla da temere però, il bacino della sua Isolmant-Premac-Vittoria non è vuoto.

«Mi farà un certo effetto – ammette l’ex pro’ degli anni ’80/90, con una tappa al Giro e una al Tour – ma è stata una cosa naturale, che prima o poi doveva avvenire. Giusto così, noi non abbiamo la struttura per poter andare più avanti di così. Anche per le altre ragazze sarà così. La nostra identità resta quella di farle crescere e poi cercare di farle passare nelle formazioni più importanti. Per noi e per i nostri sponsor sono tutti motivi di soddisfazione».

Alice Gasparini è una delle atlete da cui Fidanza si aspetta parecchio
Alice Gasparini è una delle atlete da cui Fidanza si aspetta parecchio

Realini leader

Nella prossima stagione i fari saranno puntati inevitabilmente su Gaia Realini, riconfermatissima (in apertura, la firma del contratto dello scorso ottobre). La classe 2001 pescarese – ora impegnata col ciclocross, la sua disciplina primaria – all’ultimo Giro d’Italia Donne è stata la rivelazione assoluta. Undicesima nella classifica generale e seconda in quella riservata alle giovani, a cui va aggiunto il bel quinto posto all’europeo aiutando la Zanardi a conquistare l’oro.

«Gaia ha ottenuto buoni risultati – prosegue Fidanza – al di là delle nostre più rosee previsioni. Aveva attirato subito l’attenzione di diverse formazioni WorldTour. Ve lo anticipo, so già che anche lei non riusciremo a trattenerla più di tanto».

L’impressione è che quest’ultima frase profumi di un affare di mercato già concluso con un big team.

Giovanni che squadra avrete nel 2022?

Avremo un organico di tredici atlete. Oltre a Realini, abbiamo confermato Alice Gasparini, Beatrice Rossato, Emanuela Zanetti, Greta Tebaldi e Noemi Lucrezia Eremita. Arriveranno altre sette ragazze. Già certe Angelica Brogi e la spagnola Ainara Albert, una 2003 passista tutta da scoprire che fa anche ciclocross e pista. Le altre le annunceremo fra qualche giorno.

Che obiettivi avete?

Come dicevo prima, quello di fare crescere e mettere in evidenza le nostre ragazze. Vogliamo continuare a fare risultati sia nelle gare open che nel resto del calendario nazionale. Dovremmo avere già garantita la partecipazione alle corse più importanti, come Strade Bianche, Cittiglio e Giro d’Italia. Poi vedremo se verremo invitati anche nelle gare estere.

La stagione quando inizierà?

Faremo un ritiro di una settimana tra fine febbraio ed inizio marzo per preparare i primi appuntamenti. Andremo a Montecatini Terme, località comoda per correre a Siena e poi l’indomani a Montignoso in Versilia.

La stagione della Realini invece come verrà gestita?

Innanzitutto per lei sarà un altro anno di crescita e maturazione. E’ ancora molto giovane. Stiamo mirando ad un calendario ben preciso per lei. Ora sta correndo nel ciclocross e probabilmente tirerà dritto sino a fine inverno per disputare Strade Bianche e Cittiglio (rispettivamente in programma il 5 e 20 marzo, ndr). Poi la faremo rifiatare prima di fare rotta sul campionato italiano, Giro Donne e gli altri appuntamenti. 

Gaia Realini al momento è impegnata nel cross e tirerà dritto fino a Strade Bianche e Cittiglio
Gaia Realini al momento è impegnata nel cross e tirerà dritto fino a Strade Bianche e Cittiglio
Oltre a lei da chi ti aspetti qualcosa in particolare?

La Zanetti quest’anno ha vinto una corsa open (il Memorial Silvia Piccini, ndr) e può ancora mettere in mostra le sue buone doti di passista veloce. Poi direi la Brogi che in passato ha dimostrato di saper fare bene. Per lei può essere l’anno giusto, quello del dentro o fuori. Infine dico la Gasparini, che ha avuto qualche problema negli ultimi anni. Da lei mi aspetto qualcosa di più e se tornasse sui livelli espressi da junior sarei molto contento. Tra l’altro negli ultimi giorni è stata investita da un automobilista che non ha rispettato la precedenza in una rotonda. Fortunatamente sta bene, ma sono cose che purtroppo sono sempre più all’ordine del giorno. 

Giovanni, chiudiamo con un tuo giudizio sulle tue figlie ora che sono entrambe all’estero. Cosa ti attendi da loro l’anno prossimo?

Da Martina mi aspetto che faccia esperienza a certi livelli. Negli ultimi anni ha sacrificato la strada per la pista, ma credo che se le daranno spazio potrà fare molto bene in alcune corse. Arianna invece ha recuperato bene dall’infortunio alla rotula sinistra. Si sta allenando forte. Adesso è più pronta per affrontare certe gare rispetto a prima. Spero abbia un pizzico di fortuna in più, perché so che può raccogliere buoni risultati.

Dopo Arianna, anche Martina se ne va. Le Fidanza all’estero

09.12.2021
6 min
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Nell’era del ciclismo digitale – dove si possono reperire risultati, valori, informazioni, foto e video di un corridore – c’è chi ancora ama il vecchio metodo, quello di spedire il proprio curriculum vitae per trovare una nuova squadra. Un’email inviata (certo, la posta ordinaria sarebbe stata troppo lenta) in attesa di una risposta. Questa è parte della storia che ci ha raccontato Martina Fidanza, fresca di contratto con la Ceratizit WNT Pro Cycling per i prossimi due anni. Con l’ingaggio dell’iridata dello scratch 2021, la squadra tedesca aggiunge così contemporaneamente al suo roster sia un altro tassello italiano (ci sarà Camilla Alessio oltre alle riconfermate Lara Vieceli e Maria Giulia Confalonieri) sia una pistard con titoli internazionali (le altre sono le campionesse olimpiche, mondiali ed europee Brennauer e Archibald).

«Sarà una esperienza nuovissima per me – spiega la 22enne bergamasca – la prima in una formazione nuova. E’ da quando ho sette anni che corro in una squadra di mio padre (Giovanni, ex pro’ dall’88 al ’97 con una vittoria di tappa al Giro e al Tour, ndr). Sarò in un ambiente diverso e straniero. Mi porterà tantissime novità, anche nel calendario delle gare».

Martina come e quando è nato il contatto con la Ceratizit?

Questa estate, nel periodo del Giro d’Italia Donne, anche se io non l’ho disputato. Avevo già intenzione di cercare una nuova squadra per il 2022 e così ho spedito il mio curriculum a loro. Dirk Baldinger, il loro diesse, ha corso con mio padre (nel Team Polti nel ’94 e ’95, ndr) e ne hanno parlato assieme, con la volontà di inserirmi nella nuova squadra.

Singolare di questi tempi sentire un corridore che spedisce un curriculum…

E’ così imbarazzante? (ride, ndr). Funziona così nel mondo del lavoro. Non mi vergogno a dirlo, li ho cercati io, non il contrario. Mi sono detta che nella peggiore delle ipotesi non lo avrebbero letto. Diciamo che noi ragazze su certe cose siamo un po’ indietro. Solo dopo il mondiale di Roubaix ho firmato con un procuratore (Lorenzo Carera, figlio di Johnny dell’agenzia A&J All Sports, ndr), ma prima di allora non avevo mai avuto nessun tipo di supporto

Dovrai trasferirti da loro?

No, farò base a casa, mi sposterò solo per i ritiri o collegiali. Mi daranno totale libertà sul programma della pista, che per me rimane molto importante ed il mio obiettivo principale. Avere questa tranquillità in un team così ben organizzato su strada è un sogno.

Campionessa europa su pista, a settembre Martina ha vinto il Trofeo Città di Alba
Campionessa europa su pista, a settembre Martina ha vinto il Trofeo Città di Alba
Troverai anche tue connazionali. Avete già fatto un raduno?

Ci siamo trovati a Castagneto Carducci per foto e meeting. Ho conosciuto tutto il team. Ci saranno anche due meccanici italiani e questa cosa mi aiuterà. Sarà un bell’ambiente, ho avuto una bella impressione, di tanta professionalità.

Hai già parlato con loro per il tuo programma agonistico?

Dobbiamo ancora delineare il programma. Ho dato una bozza delle corse che mi piacerebbe fare ma dovremo chiaramente accordarci in base a come andrà la stagione. Vorrei iniziare con alcune gare in Belgio, magari di seconda fascia, per fare esperienza. Ad aprile e maggio vorrei concentrarmi con le prove di Coppa del mondo in pista. In estate mi piacerebbe fare una gara a tappe, anche di quelle brevi come il Baloise Ladies. Se devo però scegliere, ci terrei a correre il Giro, che ho già corso nel 2018 (nel 2020 arrivò fuori tempo massimo alla seconda e durissima tappa di Arcidosso, ndr), anche se so che il percorso solitamente è molto duro. 

Meritatamente e un po’ a sorpresa, sei iridata dello scratch. Forse non te lo aspettavi neanche tu…

No, assolutamente. E’ sempre stato il mio sogno vincere un mondiale tra le elite, ma non pensavo di riuscire a raggiungerlo con lo scratch di quest’anno. E’ arrivato inatteso per come si è svolto e per il finale. Mi sarei aspettata di fare una bella volata, se tutto fosse andato bene. 

Praticamente lo hai vinto per distacco. Cosa che non ti è mai successa nemmeno su strada…

Esatto (ride, ndr). Tutti i miei successi sono arrivati allo sprint.

Dal 2022 cosa ti aspetti a livello personale? 

Sarà l’anno della crescita. Atleticamente, perché fare un calendario di buon livello mi aiuterà a cambiare le mie caratteristiche e colmare le parti che mi mancano. Umanamente, perché approcciarmi con una squadra straniera e lavorare in un ambiente totalmente diverso mi servirà tanto. Sono una persona che si adatta abbastanza bene.

Hai chiesto consiglio a tua sorella Arianna che corre all’estero da un paio di stagioni?

Non sono spaventata, ma andrò in un ambiente totalmente nuovo dove non avrò quella zona di comfort che ho avuto finora. Durante i primi giorni di ritiro mia sorella mi ha aiutata scrivendomi e cercando di tranquillizzarmi. 

La tua compagna di nazionale Zanardi durante la Uci Champions League ha fatto una battuta dicendo che lo scratch è noioso. Vista la vostra amicizia, vuoi risponderle?

E’ noiosa la sua corsa a punti (ride, ndr). Scherzi a parte, naturalmente ho un bellissimo rapporto con Silvia. Ammetto che lo scratch sia una disciplina strana, perché non è una gara che si risolve sempre nel modo in cui si pensa. Magari ci sono tre favorite e poi il podio finale è tutt’altro. Anche questo è il bello. 

Fusaz: «Martina Fidanza? Lavoriamo sulla parte aerobica»

03.11.2021
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Una delle regine dei mondiali di Roubaix è stata Martina Fidanza. La bergamasca ha aperto le danze con l’oro nello scratch. Una gara vissuta centimetro per centimetro in modo entusiasmante per chi era sugli spalti o alla tv e con la massima concentrazione per lei che era in pista. Martina è allenata da un giovane, ma già esperto, tecnico che risponde al nome di Andrea Fusaz del CTF Lab. Andrea ha tra le mani gente come De Marchi e Milan, giusto per citarne due.

Andrea Fusaz, preparatore della Fidanza
Andrea Fusaz, preparatore della Fidanza
Da quanto tempo segui la Fidanza, Andrea? E soprattutto come è nata questa collaborazione? Lei bergamasca e tu friulano…

Sono due anni e mezzo che lavoro con Martina. E’ stato Roberto Bressan (patron del Cycling Team Friuli, ndr) a proporre questa collaborazione. Bressan accompagnando i nostri atleti in pista vedeva questa ragazzina molto talentuosa, con doti fisiche non comuni. Mi ha proposto come allenatore e lei ha seguito il suo consiglio.

E quanto è migliorata in questi due anni e mezzo?

Molto. E’ migliorata sia dal punto di vista fisico che mentale. Adesso Martina gestisce meglio gli sforzi, reagisce meglio alle fatiche, agli impegni in allenamento e a quelli con la nazionale.

E’ chiaro, parliamo pur sempre di una ragazza di 21 anni che ha ancora dei margini fisiologici…

E’ cresciuta molto infatti sull’aspetto aerobico. Prima faticava di più.

Se questa è una sua “lacuna”, con tutte le virgolette del caso, non è male visto che è la componente più facile da allenare…

Esatto, è più facile da mettere su, sia con gli allenamenti, sia andando avanti con gli anni. Avere una buona base aerobica è importante anche per la pista, perché questo le consente di recuperare bene, di aumentare i carichi di lavoro. Prima aveva più difficoltà nel recepire certi sforzi. Martina infatti era già avanti nella parte anaerobica (scatti, sforzi massimali, ndr), ma non poteva fare troppo.

Il prossimo anno Martina Fidanza lascerà la Isolmant per passare nella fila della WNT Ceratizit
Il prossimo anno Martina Fidanza lascerà la Isolmant per passare nella fila della WNT Ceratizit
Quindi come avete lavorato?

Abbiamo cercato di aumentare i watt alla soglia aerobica appunto. Questo ha fatto sì che lei potesse gestire meglio gli sforzi e anche essere più lucida. Può correre più libera. E questo è importante anche per il colpo d’occhio. Tanto più in una specialità come lo scratch. Al mondiale ha preso la decisione di andare via in due decimi di secondo, forse meno. E’ un istante tra l’andare e il non andare. Devi essere lucida. 

Qual è la disciplina migliore per lei?

Beh, lo scratch è il suo regno. E’ una specialità non facile da interpretare. Come detto lei ha quel colpo d’occhio e per questo si è tolta e si potrà togliere ancora belle soddisfazioni. Io la vedo bene anche nella madison e nell’inseguimento a squadre. Sta trovando i suoi spazi e non credo avrà difficoltà ad arrivarci.

Capitolo strada: ci punta? Ci crede? O è solo funzionale alla pista?

Ci crede eccome. Adesso cambia anche squadra (va alla Ceratizit WNT, ndr) e così potrà avere i suoi spazi e bisognerà vedere nel nuovo team cosa le chiederanno. No, non sarà un’attività per accompagnare la pista. Anche perché oggi nessuno va alle corse per fare numero, tanto più una campionessa iridata. Questo contraddistingue i bravi corridori dai campioni. Questa maglia le dà più consapevolezza dei propri mezzi, della propria dimensione. E’ salita ad un altro livello fisico e mentale..

Andrea, abbiamo parlato di lavoro, di carichi… ma per darci un’idea di quanto può lavorare una ragazza come Martina (classe 1999) facciamo un paragone rispetto che so, ad un Jonathan Milan, che più o meno ha la stessa età e che segui sempre tu…

Il paragone con Jonathan è un po’ un problema: lui sostiene dei carichi molto grandi! Semmai per Milan la fatica è più mentale che fisica. Con Martina i carichi vanno dosati con accuratezza. Diciamo che tra strada e pista lavora da un 25% a un 35% in meno a seconda dei periodi.

Martina lavora molto anche in palestra (foto Instagram)
Martina lavora molto anche in palestra (foto Instagram)
Hai detto che sulla strada ci crede: potremmo mai vederla davanti anche in salita o in gare più un po’ più dure?

In salita fa un po’ fatica direi! In ogni caso il lavoro per i percorsi più duri riguarda sempre la parte aerobica di cui dicevamo. L’obiettivo, anche su strada, è di diventare più endurance perché poi in volata si è mostrata sempre competitiva. E se migliora questa parte, spende meno e arriva meglio allo sprint.

Insomma la dote anaerobica è cosa sua! Ma è un qualcosa che ha di natura o è merito dei tecnici che ci hanno lavorato in precedenza?

E’ frutto delle due cose dire: di madre natura, ma anche di chi ci ha lavorato fino a tre anni fa. Gli allenatori precedenti hanno curato al meglio le sue doti, ma per essere competitiva a livello mondiale oggi non basta più, devi curare anche le tue doti peggiori.

Avete lavorato anche in palestra?

Certo, nei periodi in cui c’era bisogno o si poteva, perché lontani dalle gare, ci abbiamo lavorato. Anche perché una buona base di forza è indispensabile per sostenere certi carichi di lavoro. 

Francesca Baroni riparte ma le regole vanno riscritte

12.10.2021
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Mentre il ciclocross prende giri e si lancia con le prime sfide di stagione (negli Usa è partita la Coppa del mondo e anche in Europa si fa sul serio), Francesca Baroni ha infine rivisto il suo proposito di lasciare il ciclismo. Il suo punto di vista l’aveva denunciato forse incautamente su Facebook, ma le risposte ottenute erano state piuttosto dure e avevano portato la situazione su un binario morto da cui a lungo si è fatto fatica a vedere l’uscita. Motivo della rottura con la sua squadra attuale, la Isolmant-Premac-Vittoria di Giovanni Fidanza, sarebbe stato il permesso negato di partecipare alla trasferta di Coppa del mondo americana.

La Baroni nella crono di Val Formazza al Giro Donne. Dopo il Giro per lei solo tre giorni di gare con la Isolmant
La Baroni nella crono di Val Formazza al Giro Donne. Dopo il Giro per lei solo tre giorni di gare con la Isolmant

Il ruolo di Pontoni

La vicenda ha contorni fumosi. Da quello che abbiamo assodato, infatti, la presenza di Baroni in Coppa del mondo non era stata inizialmente prevista dal cittì Pontoni. Come pure Gioele Bertolini, tricolore degli elite, Francesca sarebbe rimasta in Italia a perfezionare la preparazione per entrare sulla scena azzurra quando fosse stata davvero pronta. A causa dell’incidente prima del Giro, la sua estate è stata infatti piuttosto travagliata, mentre ad esempio la sua compagna di squadra Realini è uscita bene dalla stagione su strada e in Coppa si è messa subito in luce.

E’ successo invece che a causa della defezione di un’atleta, Pontoni si sia trovato con un posto libero e abbia contattato Baroni, chiedendole se fosse interessata a partire per gli Usa, innescando il grosso pasticcio. Probabilmente infatti sarebbe bastato che il tecnico friulano, molto esperto ma forse ancora nuovo a certi meccanismi, avesse contattato prima Fidanza (e non soltanto Samaprisi, cosa che ha fatto) e gli avesse proposto la convocazione della ragazza. Ma come poteva immaginare Pontoni quello che sarebbe successo di lì a poco?

Ad inizio settembre l’approdo nel team KTM Alchemist
Ad inizio settembre l’approdo nel team KTM Alchemist

Organico all’osso

Stante la stagione sfortunata da giugno in avanti, infatti, l’impegno di Baroni con la squadra prevedeva che avrebbe gareggiato fino al Giro dell’Emilia e alla Tre Valli Varesine, poi sarebbe scattato il prestito fra la Isolmant e il Team Ktm per il quale Baroni si è tesserata per la stagione a venire e con la cui maglia ha già gareggiato il 26 settembre in Svizzera (al riguardo, siamo stati contattati da Samparisi, il quale ha precisato che la partecipazione alla gara svizzera è stata resa possibile da un accordo fra KTM, Isolmant e Baroni e dal prestito Uci che riguarda le categorie internazionali). Dal punto di vista della normativa italiana, si è trattato di uno strappo alla regola, ma Fidanza ha finto di non sapere e ha preferito andare avanti per la sua strada.

La presenza di Baroni in quelle gare su strada sarebbe stata necessaria, dato che la squadra è arrivata a fine stagione con l’organico decimato. Sia all’Emilia sia alla Tre Valli infatti si sono presentati con quattro ragazze, con il rischio che gli organizzatori e la Giuria impedissero loro di partire. Per fortuna la situazione era comune anche ad altri team e la squadra ha potuto regolarmente prendere il via.

La Realini e alla sua ruota la Baroni, fino allo scorso erano compagne di squadra al Team Guerciotti. Poi Francesca ha cambiato
La Realini e alla sua ruota la Baroni, fino allo scorso erano compagne di squadra al Team Guerciotti. Poi Francesca ha cambiato

Piani cambiati

Difficile trarre una morale dalla situazione e dice bene Pontoni: bisogna attendere che le parti si chiariscano, ma una sua parola potrebbe mettere in fila i gradi di responsabilità. E’ chiaro che Francesca Baroni ami il cross più della strada, si è sempre detto. Nei piani di inizio stagione, si disse che dopo il Giro sia lei sia Realini avrebbero staccato per riprendere la preparazione specifica. Poi il rendimento portentoso dell’abruzzese e i guai fisici della toscana, che per tutta la primavera è stata l’atleta più brillante della Isolmant, hanno fatto rivedere i piani. Nel professionismo funziona così, senza che per forza si debbano associare ad esso aggettivi dispregiativi.

Se ci sono stati stipendi non pagati, come Baroni denuncia e Guerciotti smentisce, saranno altre le sedi in cui mettere a posto le cose. Di solito comunque, quando si rompe un rapporto di collaborazione, ci si incontra per definire i dettagli: incontro che a detta del team milanese non è mai stato accettato.

E’ stato sbagliato dunque da parte della toscana coinvolgere la squadra di Fidanza in un problema che non la riguarda. E se il vero problema sta nei programmi di gara, sarebbe bastato affrontare la situazione (da ambo le parti) con la maturità che la professione richiede.

Alla Strade Bianche l’esordio con la Isolmant di Fidanza
Alla Strade Bianche l’esordio con la Isolmant di Fidanza

Ritiro rientrato

Le ultime notizie sono che giusto ieri la Isolmant ha ricevuto dalla Federazione la richiesta di nulla osta perché Baroni possa disputare la stagione di cross con la Ktm, segno che il proposito di ritirarsi è rientrato.

Forse però a questo punto servirà mettere mano al regolamento, per tutelare gli atleti ma anche i gruppi sportivi. Dato che il cross ha anticipato la partenza, è necessario permettere agli atleti di disputare la doppia attività in contemporanea con le maglie delle due squadre. In questo modo la Isolmant avrebbe potuto schierare la Realini al Giro dell’Emilia. Così Baroni potrà correre con la Ktm e a prestito finito tornerà alla Isolmant che a quel punto, così ha spiegato Fidanza, la girerà a una nuova squadra. Per richiesta di Francesca e per quieto vivere di tutti, il loro cammino si dividerà all’inizio del 2022.

P.S. Dagli Usa, dove si trova per l’inizio della Coppa del mondo, Daniele Pontoni ha in realtà tenuto a precisare di aver fatto tutti i passaggi anche con la Isolmant di Fidanza, che quindi era informato della volontà della nazionale di portare l’atleta nella trasferta americana. Un viaggio fortemente voluto dal cittì azzurro per visionare il percorso dei prossimi mondiali e individuare la logistica per l’Italia in quei giorni.

«Siano qui con una nazionale di bimbi – ha sorriso Pontoni – un gruppo molto giovane su cui costruiremo la nazionale per tutto il mio mandato. Con Francesca Baroni ho parlato. Lei sa cosa fare. E sa che il suo posto in nazionale la aspetta se andrà forte e tornerà al suo livello».

Baroni 2021

Nuovo team per la Baroni, che approda alla Ktm

11.09.2021
4 min
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Il piccolo giallo che ha attraversato le ultime calde settimane di fine estate, con protagonista Francesca Baroni, è giunto alle sue pagine finali. La stella del ciclocross italiano, positiva su strada ma sfortunata per il grave incidente in allenamento, ha trovato un nuovo approdo invernale. Risolto il contratto con Guerciotti, non senza qualche spina da entrambe le parti, Francesca approda alla KTM Alchemist powered by Brenta Brakes.

E’ lo stesso team manager Simone Samparisi a dare la notizia, pochissime ore dopo aver depositato il contratto. «Per noi è un vero piacere essere riusciti a trovare un accordo – racconta l’ex biker – Nella trattativa, al di là del lato economico ha guardato a un aspetto che ci intriga molto: la voglia di migliorare e crescere».

Nell’agosto del 2016, con il suo monociclo: se ci sono ruote in giro, c’è anche Francesca Baroni…
Nell’agosto del 2016, con il suo monociclo: se ci sono ruote in giro, c’è anche Francesca Baroni…
Com’è nato l’aggancio con la Baroni?

Non ci siamo mossi finché un rivenditore Ktm della sua zona ci ha messi in contatto sapendo che stava cercando una squadra e da lì abbiamo iniziato a parlare. Noi siamo un team che agisce tutto l’anno, dividendosi fra ciclocross e Mtb. Con la Baroni abbiamo la possibilità di sviluppare un progetto per portarla ai vertici internazionali.

Voi siete un team che lavora in toto nell’offroad, ma Francesca ormai è divisa fra ciclocross e strada. Per voi questo è un problema?

No, abbiamo altri atleti che gareggiano nelle due specialità, lo stesso Nicolas Samparisi ha fatto anche attività su strada con la D’Amico e l’austriaca Heigl, che resta nel nostro gruppo, durante la stagione normale è una delle più importanti atlete austriache. Non avremo problemi da questo punto di vista, chiaramente dovremo lavorare in sinergia con il suo team su strada.

La prima stagione su strada della Baroni è stata positiva, purtroppo in gran parte segnata dall’incidente in allenamento
La prima stagione su strada della Baroni è stata positiva, purtroppo in gran parte segnata dall’incidente in allenamento
Proprio questo è un punto importante: fra il vostro team e la Isolmant si dovrà trovare un punto d’incontro per il bene dell’atleta, permetterle di emergere su entrambi i fronti ma anche di riposare…

Dovremo parlarne, ma questo è un dogma irrinunciabile, niente viene prima della salute dell’atleta. Noi siamo pronti a collaborare e siamo sicuri che troveremo dall’altra parte disponibilità. Anche se in passato abbiamo trovato squadre che spremevano i propri atleti su strada al punto che, noi che li avevamo a disposizione per 5 mesi, dovevamo rinunciare al primo per farli riposare e riprendere. Non sarà questo il caso, ne siamo certi, ma non tradiremo i nostri 3 punti base, ossia noi dobbiamo dare all’atleta tranquillità economica (la garanzia di ricevere puntualmente i rimborsi spese), tranquillità mentale (al ciclista chiediamo impegno, non risultato a ogni costo) e tranquillità tecnica, garantendo sempre materiale di prima qualità.

Storicamente il vostro team viaggia molto, sobbarcandosi trasferte onerose anche economicamente per gareggiare nei principali appuntamenti, sarà ancora così?

Certamente, noi crediamo molto nell’attività estera perché permette di crescere nella cultura ciclocrossistica. Ogni Paese ha gare diverse dall’altro: in Svizzera trovi percorsi con ampio dislivello, in Olanda tracciati sabbiosi e così via. Devi abituarti a saperti adattare a qualsiasi tracciato, cambiare tipo di guida e settaggio della bici, solo così si può migliorare davvero.

Samparisi 2021
Simone Samparisi, team manager della KTM Alchemist, è pronto a collaborare con la Isolmant, nell’interesse dell’atleta
Samparisi 2021
Simone Samparisi, team manager della KTM Alchemist, è pronto a collaborare con la Isolmant, nell’interesse dell’atleta
Che calendario avete intenzione di impostare?

Seguiremo sicuramente la Coppa del Mondo, ma non nella sua interezza perché affrontare 17 prove è davvero una follia. Ciò non significa che nei weekend senza Coppa staremo fermi, faremo altre gare internazionali, anche nel nostro Paese, valutando di volta in volta le caratteristiche del percorso e della gara per effettuare la scelta. Il nostro proposito è vedere i nostri ragazzi crescere, l’ingresso della Baroni darà sicuramente quello stimolo in più per farlo.

Realini strada 2021

Fidanza è sicuro: «La Realini ha un futuro su strada»

15.07.2021
5 min
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C’è una ragazzina di 20 anni che sta scoprendo limiti impensabili nel ciclismo su strada. Di Gaia Realini (nella foto di apertura intervistata da Dalia Muccioli proprio per bici.PRO) abbiamo parlato spesso, prima per i suoi successi nel ciclocross, poi seguendola nel suo approccio con il mondo “road”, pieno di incognite che alla fine si stanno rivelando dolci promesse. L’ultimo capitolo è stato al Giro d’Italia: neanche nei sogni più azzardati avrebbe mai pensato di sfiorare la Top 10, sfuggita alla fine per soli 11”.

Attenzione però: se guardiamo a chi l’ha preceduta, ci accorgiamo intanto che c’erano ben 4 atlete della corazzata SD Worx monopolizzatrice del podio, poi che è stata la terza italiana, preceduta solamente dall’olimpica Marta Cavalli e dall’esperta Tatiana Guderzo. Parlando con il suo diesse alla Isolmant Premac Vittoria Giovanni Fidanza, è evidente come veda in Gaia un diamante grezzo, che va lavorato poco a poco, ma che può diventare qualcosa di preziosissimo e famoso in tutto il mondo.

Realini Riale Giro 2021
Gaia Realini al Giro Donne 2021. In classifica finale è stata 11esima a 10’53” dalla vincitrice Van Der Breggen
Realini Riale Giro 2021
Gaia Realini al Giro Donne 2021. In classifica finale è stata 11esima a 10’53” dalla vincitrice Van Der Breggen
Siete rimasti sorpresi dal suo rendimento?

Enormemente. Sapevamo che Gaia fosse tutta da scoprire alla sua prima esperienza in una corsa a tappe, non poteva avere alcun riscontro, per questo avevamo impostato una gara da vivere giorno per giorno, senza aspettarci nulla.

Quando è stata decisa la sua partecipazione al Giro?

Eravamo al campionato Italiano che insieme alla corsa rosa era l’appuntamento al quale tenevamo di più in questa stagione. Visto com’era andata (Gaia ha conquistato la 9ª posizione, ndr), le ho suggerito di partecipare guardando alla classifica, ma senza assolutamente pressioni, verificando la situazione tappa dopo tappa. A dir la verità pensavo che se tutto andava bene, poteva ambire anche a una Top 20, invece è andata ben al di là delle aspettative.

Proviamo a dividere la sua stagione in due: che cosa ti era sembrato nei suoi primi approcci su strada?

Noi avevamo pensato di sfruttare inizialmente la condizione acquisita nel ciclocross, puntando alle prime classiche come Strade Bianche e Trofeo Binda, dove non è andata come lei si aspettava. E lì abbiamo iniziato a capire con chi avevamo a che fare, perché si è messa a ragionare, a chiedersi che cosa non fosse andato. Ha lavorato per trovare la condizione per questa fase della stagione e i risultati si sono visti.

Realini strada 2021
Per Realini questa è la prima vera stagione su strada: primavera positiva, estate fulminante. Azzurro alle porte?
Realini strada 2021
Per Realini questa è la prima vera stagione su strada: primavera positiva, estate fulminante. Azzurro alle porte?
Seconda parte: ora che il Giro è alle spalle, che cosa vi ha detto di più su di lei?

Sono emerse due qualità: la prima è la sua determinazione mentale, feroce, con un’idea di dove vuole arrivare e per la quale è pronta a impegnarsi al massimo. La seconda è più tecnica, le sue capacità di recupero che, unite al suo fisico molto minuto, ne fanno una scalatrice di primo piano. Dobbiamo lavorare su quello: è chiaro che su certi percorsi, pianeggianti, ventosi, lei paga dazio, ma sulle grandi salite può davvero fare la differenza. Poi va aggiunto che è bravissima nel fare gruppo, perfettamente integrata nel team.

Se finisci così in alto in una grande corsa a tappe, significa anche che hai doti di resistenza inaspettate…

Noi eravamo già contenti per quello che aveva fatto a Prato Nevoso (6ª a 2’36” da Van der Breggen, ndr), ma spesso condizione di forma, morale e un pizzico di fortuna possono davvero portarti lontano. La sua convinzione è cresciuta col passare dei giorni, la sua tenuta è sicuramente un valore. Devo dire che quando l’avevo vista da junior in una gara a tappe nelle Marche, mi ero accorto che era sempre avanti. Allora sapevo che c’erano altri team dietro di lei e sono rimasto in disparte, poi le cose si sono messe in maniera tale da portarla da noi.

Con lei avete anche Francesca Baroni: parliamoci chiaro, voi siete favorevoli alla loro doppia attività, ciclocross e strada?

E’ un tema delicato sul quale voglio essere chiaro: idealmente sono molto favorevole, ma bisogna gestire bene le ragazze, ossia trovare un punto d’incontro, di equilibrio fra le società che curano l’attività sui prati e su strada, individuando gli eventi sui quali puntare, la preparazione e i necessari momenti di scarico. Lei sicuramente vuole continuare a correre nel ciclocross…

Fidanza 2021
Giovanni Fidanza con sua figlia ai tempi della Eurotarget. Il diesse dell’Isolmant Premac crede molto nelle possibilità della Realini
Fidanza 2021
Giovanni Fidanza, oggi diesse dell’Isolmant Premac, crede molto nelle possibilità della Realini
Possono essere di esempio per chi vuole abbinare più discipline?

Certamente, consideriamo però che ormai l’attività si dipana su 12 mesi, anche su strada se si pensa che già a gennaio in Australia ci sono gare importanti. La multidisciplina serve perché ogni specialità ti dà qualcosa in più, devi poi arrivare a un punto nel quale scegli quella su cui investire maggiormente. Come detto, basta trovare un equilibrio: ci sono squadre che vogliono correre sempre, ma se non hai un organico da WorldTour, non puoi permettertelo. Io preferisco scegliere pochi appuntamenti e puntare su quelli. Correre poco può essere la scelta giusta in alcuni casi.

Una Gaia così brillante non potrebbe guadagnarsi una chance anche per le prove titolate su strada fra le Under 23?

Potrebbe essere, dipende dai tipi di percorsi, gli Europei ad esempio potrebbero anche prestarsi, ma bisogna saperlo per tempo e prepararsi di conseguenza. Non mi piace mai essere preso di sorpresa, le cose vanno ragionate e programmate. Sono sicuro che questo è uno dei primi principi che Gaia ha imparato…

Cecchini, la maglia rosa, la squadra giusta e le Olimpiadi

07.07.2021
5 min
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Quando Elena Cecchini annunciò che sarebbe passata alla SD Worx, fra i motivi di maggiore soddisfazione inserì la possibilità di correre per un anno accanto ad Anna Van der Breggen, nella squadra giusta per imparare il possibile prima del ritiro dell’olandese. Perciò, ci siamo chiesti, come starà andando l’esperienza ora che Anna veste la maglia rosa e fa rotta verso le Olimpiadi? Le ragazze della squadra olandese ieri sera facevano due chiacchiere in riva al lago, senza la minima voglia di guardare la partita dell’Italia, a capo della prima tappa un po’ tranquilla del Giro d’Italia Donne. E oggi che si corre la famosa tappa di Colico, con il giro del lago cui tante ambiscono, facciamo con lei il punto della situazione per com’è adesso.

Anna Van der Breggen non molla il colpo, la rosa è saldamente sua
Anna Van der Breggen non molla il colpo, la rosa è saldamente sua
Che cosa abbiamo capito della maglia rosa?

Sicuramente è una persona speciale. Tutti mi chiedono quale sia il suo segreto, ma io credo che l’unica parola che lo spiega sia: talento, qualcosa di innato che ha solo lei. In questo Giro è molto concentrata, cura i dettagli. Prima delle crono ha fatto le sue ricognizioni, si è preoccupata di quale fosse la bici giusta da usare. Pensavo che fosse più tranquilla, avendo come primo obiettivo le Olimpiadi, invece è motivata eccome.

Da cosa si vede?

Dal fatto che dopo la cronosquadre è rimasta male. Mi ha detto: «Volevo vincere e che tu passassi per prima, in modo che vestissi la maglia rosa». Il secondo giorno invece ha detto di voler chiudere il Giro. Ha preso il maggior vantaggio possibile sull’avversaria che temeva di più, Longo Borghini, in modo che adesso possiamo essere tranquille e controllare senza particolari affanni. Ora si lotta per le tappe. Un altro capolavoro l’ha fatto nella cronoscalata.

Qual è il tuo obiettivo in questo Giro?

Non ero mai stata nella squadra che vince la maglia rosa. L’anno scorso Niewiadoma la perse proprio alla fine per mano di Anna. Sono qui per tirare, siamo in due con questo ruolo: Chantal Blaak ed io. Ieri mi hanno dato la possibilità di fare la mia volata, ma dopo aver fatto avanti e indietro tutto il giorno a prendere borracce, alla fine sono arrivata un po’… giusta. Però avrò ancora la possibilità di provarci.

Qual è il clima in squadra?

Avete presente quello che si dice della Deceuninck-Quick Step? La nostra squadra è più o meno allo stesso modo. E’ tutto curato. Abbiamo bici al top. Ma il fattore testa conta al pari di tutto il resto. Ieri sera ad esempio abbiamo mangiato pizza, non si può essere troppo schematici. Prendiamo la cronoscalata…

Che cosa è successo?

La Fischer-Black in maglia bianca non aveva nessuno per seguirla dietro sull’ammiraglia. Io avevo già corso, mi hanno dato la radio e mi hanno chiesto di farlo.

In azione nella cronoscalata a Cascata del Toce, corsa senza particolari velleità: la cosa giusta da fare se poi c’è ancora da tirare
In azione nella cronoscalata a Cascata del Toce, corsa senza particolari velleità
Davvero Anna sta correndo l’ultimo anno?

Sì, lo ha confermato più volte. Smetterà a fine stagione e poi la vedo bene a fare il direttore sportivo. Ha una bella situazione fuori dal ciclismo. Sta finendo di costruire la nuova casa e, anche se potrebbe andare avanti altri 3-4 anni, è stanca dopo una carriera eccezionale. Le pressioni pesano e si ferma a 31 anni, ancora giovane. La squadra le ha fatto la proposta, ma credo ci pensasse anche da sé. Ha carisma. Vede la corsa. Cerca di insegnare quello che sa.

Al suo ritiro si apriranno più possibilità in squadra?

In questo Giro abbiamo tutto il podio e Demi Vollering potrebbe essere la prossima in rampa di lancio. Io sto cercando di godermi una gara dopo l’altra, consapevole che prima o poi ci sarà un’occasione anche per me. Volevo ricominciare a divertirmi e sta accadendo.

Hai parlato di Elisa Longo Borghini, cosa pensi di lei per le Olimpiadi?

Ci ha abituati così bene negli ultimi due anni, senza mai fallire un appuntamento, che fa notizia vederla in difficoltà. Ma può capitare e non c’è da preoccuparsi in vista delle Olimpiadi.

Un podio pieno di SD Worx. Con Elena e Anna Van der Breggen, la giovane Fischer-Black
Un podio pieno di SD Worx. Con Elena e Anna Van der Breggen, la giovane Fischer-Black
C’è stato un derby in seno alle Fiamme Azzurre fra Tatiana Guderzo e Marta Bastianelli, tue colleghe…

Credo sia ufficiale che a Tokyo andrà Marta. Il ruolo di Salvoldi in questo caso è stato difficile. Non so dire chi delle due meriti di più, di sicuro so che a Tokyo sarei andata volentieri anche io.

Realini Riale 2021

Piccola ma con una grinta grande così: è Gaia Realini

06.07.2021
4 min
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E’ piccola, ma “cattivissima” Gaia Realini. Ha una grinta come pochissime altre ragazze. Magari siamo tutti abituati a vederla destreggiarsi tra le fettucce e il fango del ciclocross, invece l’abruzzese sa andare forte, e tanto, anche su strada.

La grinta è un suo segno distintivo. Più di qualche volta l’abbiamo vista dal vivo proprio nei cross e dove non arrivavano le gambe ci arrivava con la testa, con l’abilità e con la voglia di fare. Una voglia di fare e di migliorarsi che Gaia ha messo anche nella valigia che ha portato con sé al Giro d’Italia Donne, prima grande esperienza internazionale a tappe.

«Mi sto difendendo bene in questo Giro – ci ha raccontato la Realini dopo la bella crono di ieri (nona, persino davanti a sua maestà Longo Borghini) – Mi sto confrontando con le più grandi a livello nazionale e internazionale e per me è la prima esperienza. Sì, mi sono preparata bene, ma non sapevo cosa aspettarmi. E’ tutta è una sorpresa anche per me».

Il Giro in testa già d’inverno

Gaia parla di modi diversi di correre, di stare in gruppo, di gestire la corsa. Ma a quanto pare se la sta cavando bene. 

«Ho fatto molte gare open, ma qui le cose sono un po’ diverse. La competizione, la tensione, ci sono ma in determinati momenti. Mentre nelle gare che faccio di solito è sempre un continuo attaccare, forse perché sono anche più brevi. E vedo che c’è proprio un’altra mentalità.

«Come mi sono preparata? Rispetto al cross ho fatto di sicuro più ore di sella e anche lavori più lunghi ad alte intensità, insomma non ho curato solo l’esplosività. Dopo la stagione del fuoristrada non mi sono fermata subito, ma ho tirato dritto per sfruttare la condizione che avevo nelle prime gare della stagione su strada. Ho fatto la Strade Bianche e Cittiglio. Mi sono resa conto della mia inesperienza. Ma è stato comunque un bel banco di prova».

Gaia ha iniziato a correre da G2 nell’Amici in Bici di Domenico Cerati. Seguiva suo papà Giacinto che pedalava per tenersi in forma. Poi è andata in Toscana alla Vallerbike e questo inverno proprio perché voleva fare nuove esperienze e assaggiare i terreni internazionali anche su strada è approdata alla corte di Giovanni Fidanza.

Gaia e un selfie con le compagne della Isolmant Premac Vittoria
Gaia e un selfie con le compagne della Isolmant Premac Vittoria

A caccia di esperienza

Inesperienza. Gaia Realini sarà anche poco esperta però parla con cognizione di causa. Quantomeno sapere di esserlo è già un passo avanti. E in tal senso non poteva capitare in una squadra migliore, la Isolmant-Premac diretta appunto da Giovanni Fidanza, bravissimo con le più giovani.

«Giovanni – dice la Realini – di consigli ce ne dà molti. Siamo venute al Giro con una squadra molto giovane, alle prime esperienze. La mattina ci dice sempre di non rischiare, di stare attente, ma al tempo stesso di farci vedere, di mettere in campo le nostre potenzialità e di dare il massimo.

«Anche ieri nella crono mi ha aiutato moltissimo con la radiolina. Io non mi aspettavo di andare tanto forte perché era la mia prima cronoscalata. Non ne avevo mai fatte in vita mia. E avevo un po’ di timore ad essere lì da sola. Però Fidanza mi guidava in tutto: mi dava i tempi, mi incitava… I cartelli dei chilometri che mancavano poi sono stati un riferimento enorme, perché ho cercato di guardare il meno possibile il potenziometro, altrimenti mi sarebbe sembrata lunghissima, mentre così in base alla distanza mi regolavo con lo sforzo».

La Realini sul traguardo di Riale ha chiuso nona a parimerito con la Deignan
La Realini sul traguardo di Riale ha chiuso 9ª a parimerito con la Deignan

Realini come Pozzovivo?

Fisico minuto dunque, ma grande grinta, intelligenza e doti in salita: Gaia si potrebbe quasi paragonare a Domenico Pozzovivo.

«Eh – ride – ci sta! Di certo la salita è il terreno che più mi piace e dove mi difendo meglio, mentre soffro, e tanto, nelle volate anche perché non riesco a farmi spazio nel gruppo».

La Realini è davvero motivata, sprizza entusiasmo. Lei stessa racconta dell’emozione di ritrovarsi vicino a gente come Longo Borghini, Van der Breggen, Vos… i suoi idoli.

«Il mio Giro sin qui in una parola? Fantastico!».

Baroni, l’incidente non allontana il Giro d’Italia

28.06.2021
5 min
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Diciamola tutta, avevamo in animo di fare un pezzo in cui raccontare in che modo Francesca Baroni, atleta della Premac-Isolmant quinta agli ultimi mondiali U23 di ciclocross e campionessa italiana della categoria, si stesse preparando per il suo secondo Giro d’Italia, dopo una primavera più che buona anche su strada. Invece ci si è messo di mezzo un automobilista indisciplinato e vile, che prima ha provocato l’incidente buttandola terra mentre si allenava e poi è scappato. Lo ha raccontato Francesca stessa con un post su Facebook e uno su Instagram. E’ accaduto il 24 giugno e ora quella verso il Giro appare una rincorsa, di quelle che la toscana ben conosce e di cui tuttavia avrebbe fatto a meno.

Il 24 giugno un’auto l’ha fatta cadere. Dopo l’incidente, Francesca è andata all’ospedale
Il 24 giugno un’auto l’ha fatta cadere. Dopo l’incidente, Francesca è andata all’ospedale
Prima di oggi avevi mai avuto paura allenandoti? 

Quando siamo sulle strade, purtroppo c’è sempre da avere paura… perché quasi tutti gli automobilisti hanno sempre fretta, sono sempre distratti e con il cellulare in mano!

E’ il primo incidente che subisci? 

No, è il secondo, ma fortunatamente nel primo non ci sono state conseguenze perché eravamo praticamente fermi. Mentre in questo incidente ho fatto un bel volo…

Puoi descrivere la strada, dire se era un tratto pericoloso o se il tipo semplicemente correva troppo? 

Il tratto dove è successo l’incidente è una strada come tante altre, ma anche questa volta ha influito la disattenzione alla guida. Uno scooter ha tamponato l’auto che mi stava sorpassando e, dopo lo scontro, mi ha travolto gettandomi in un fosso a bordo strada.

E’ stata l’unica atleta della Isolmant-Premac-Vittoria a concludere la Strade Bianche
E’ stata l’unica atleta della Isolmant-Premac-Vittoria a concludere la Strade Bianche
Il Giro d’Italia a questo punto resta nei programmi? 

Bella domanda, nei miei programmi e in quelli della squadra c’è… Ma dobbiamo vedere come andranno questi giorni e se riesco a recuperare bene dopo l’incidente.

Come è stato finora l’adattamento alle corse con le elite? 

Purtroppo al momento ho fatto poche gare elite. Considerato anche il “povero” calendario italiano, ho corso maggiormente gare open nazionali e devo dire che sono tutta un’altra cosa… Quando mi ritrovo con le elite, specialmente in gare internazionali, non è facile adattarsi e sicuramente devo fare ancora tanta esperienza.

In quale giorno ti sei sentita meglio? 

Il giorno in cui mi sono sentita meglio è stato quello della gara Internazionale di Cittiglio, ho avuto davvero buone sensazioni e sono stata proprio soddisfatta della mia prestazione (Francesca si è piazzata 41ª nel secondo gruppo alle spalle di Elisa Longo Borghini, ndr).

In quale giorno (ovviamente di gara, lasciamo stare l’incidente) ti sei sentita peggio? 

Il giorno più buio è stato quello della gara open a Lozzo Atestino, in provincia di Padova. Non andavo proprio avanti, è stata una giornata nera, da dimenticare!

E’ arrivata 17ª nella crono di Faenza (foto @phrosaofficial)
E’ arrivata 17ª nella crono di Faenza (foto @phrosaofficial)
Il cross a inizio stagione ti ha dato qualcosa in più? 

Sì, ho affrontato le prime corse sfruttando la forma che avevo, anche se il fondo della strada è diverso rispetto all’esplosività del cross… 

Hai cambiato di tanto la tua preparazione andando verso l’estate? 

Sì e no. Gli allenamenti sono più o meno gli stessi, magari ho aumentato un po’ le ore in sella e ho cambiato qualcosa nell’alimentazione.

Che clima si è creato in squadra? 

C’è un buon feeling, andiamo d’accordo… Grazie anche a Giovanni Fidanza, il nostro DS, che cerca sempre di farci fare gruppo.

Sei sempre assieme a Gaia Realini visto il cross in comune oppure si è creato un bel gruppo? 

Su strada è diverso, siamo in tante…

Il programma prevede che tu faccia il Giro con obiettivi particolari? 

Con il team non abbiamo ancora affrontato l’argomento, ma io vorrei migliorare il piazzamento nella classifica generale finale rispetto a quello dello scorso anno (arrivò 77ª a un’ora 13′ da Anna Van der Breggen, ndr).

Credi di essere migliorata tanto rispetto alla Francesca che fece il Giro l’anno scorso? 

Credo e spero proprio di sì!

A fine gennaio è stata quinta nei mondiali U23 di Ostenda, in Belgio
A fine gennaio è stata quinta nei mondiali U23 di Ostenda, in Belgio
Cosa pensi della sostituzione di Scotti alla guida del cross azzurro? 

In questi anni, Scotti si è sicuramente impegnato tanto per fare crescere il movimento, ma il cambiamento era nell’aria…

Che cosa pensi di Pontoni? 

Pontoni non lo conosco ancora bene, ma è sicuramente una persona competente, con esperienza.

Dopo il Giro inizierai già a pensare al cross oppure ci sono altri traguardi? 

Non lo so ancora, intanto fatemi pensare a rimettermi per provare ad essere al via del Giro!

Quale tipo di carriera puoi immaginare per te su strada: più simile a una Longo Borghini oppure a una Arzuffi?

Non saprei, l’unica cosa che posso dire è che devo sempre capire tante cose e imparare a correre meglio su strada, poi si vedrà…

La strada che l’ha attirata a sé e di cui sente forte il fascino per un giorno le ha mostrato la sua faccia meno tranquillizzante. Un incidente non fa mai piacere. Il Giro d’Italia Rosa inizierà il 2 luglio, giovedì prossimo. In un modo o nell’altro, la rincorsa non potrà essere troppo lunga.

«Ieri – dice il suo diesse Giovanni Fidanza – ha fatto una prova in allenamento e siamo ottimisti. Se non ci sono complicazioni nei prossimi giorni, lei corre il Giro».