L’estate di Briko, tra sicurezza e nuovi prodotti

20.05.2022
4 min
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In questi giorni Briko è protagonista sulle strade del Giro d’Italia con la Bardiani CSF Faizanè. I ragazzi diretti da Bruno e Roberto Reverberi indossano in corsa due prodotti top di gamma firmati Briko:  gli occhiali Starlight e il casco Quasar con gli inconfondibili inserti ciclamino che li rendono subito identificabili in gruppo.

L’importanza della sicurezza

La voglia di Giro, ma soprattutto la bella stagione, fa crescere sempre più nelle persone la voglia di pedalare. La strada nasconde però spesso molte insidie che possono creare seri pericoli ai ciclisti. Diventa allora sempre più importante il tema della sicurezza, aspetto al quale in Briko tengono molto al punto da aver ideato un servizio specifico chiamato “Briko Road Protection”. Si tratta di un servizio totalmente gratuito riservato a chi acquista un casco Briko. Prevede una polizza assicurativa che offre assistenza medica, tutela legale e responsabilità civile, attivabile a seguito dell’acquisto del casco. L’assicurazione è valida anche per i monopattini e può essere attivata fino al 31/12/2022.

Testimonial speciali

Per raccontare in maniera originale e diretta il servizio “Briko Road Protection” l’azienda ha deciso di coinvolgere due testimonial particolari. Stiamo parlando di Johanna Maggy, istruttrice di pilates e yoga, e del triatleta Daniel Fontana, entrambi grandi appassionati di bicicletta. L’obiettivo è quello di spiegare in maniera semplice ed efficace il concetto di sicurezza stradale in bici tramite video, post e stories pubblicati sui canali social Briko.

L’attività di promozione del servizio è stata effettuata tramite una pedalata sulle stupende colline che circondano Varese. Nell’occasione Johanna Maggy e Daniel Fontana hanno parlato dei rischi oggettivi che si corrono una volta in sella, offrendo preziosi consigli e suggerimenti su come muoversi in maniera accorta e affrontare ogni tipo di problema o inconveniente.

Le indicazioni dei due atleti saranno certamente molto utili ai ciclisti, ma il consiglio rimane quello di attivare il servizio “Briko Road Protection” che, vale la pena ricordare, è disponibile in forma totalmente gratuita per chi acquista un casco.

Johanna Maggy e Daniel Fontana sono i due testimonial di Briko
Johanna Maggy e Daniel Fontana sono i due testimonial di Briko

Tante le novità

Per assecondare al meglio la crescente voglia di bici, Briko ha presentato per l’estate diverse novità di prodotto in grado di fondere in un mix perfetto design e sicurezza. Stiamo parlando del casco da strada Teke, del modello urban Sismic Led e dei caschi MTB Sismic X e Akan. A questi è possibile  abbinare l’occhiale Sirio Photo. Non mancano novità anche per quel che riguarda l’abbigliamento con una offerta di ben 5 maglie tecniche: Jerseyko Stripe, Jerseyko Abstract, Jerseyko Over per uomo e Jerseyka Stripe Lady e Jerseyka Bloom Lady per donna. Ciascun kit può essere completato con i guanti da ciclismo Classic Glove 2.0.

Tutti i prodotti sono stati sviluppati con grande attenzione per la sicurezza, senza dimenticare lo stile e il design. Massima cura è stata inoltre riposta nella qualità e nella scelta dei materiali per garantire agli sportivi risultati performanti e il massimo comfort.

Briko

Pozzovivo ed il fuoco della passione che riscalda l’Intermarché

20.05.2022
5 min
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Domenico Pozzovivo è stato uno dei protagonisti di questa prima metà di Giro d’Italia, e pensare che fino all’ultimo ha rischiato di non trovare una squadra. La complicata situazione della Qhubeka-Nexthash rischiava di lasciare a piedi il miglior italiano in classifica generale, per ora, nella Corsa Rosa. 

Il “Pozzo” la squadra l’ha trovata e, a chi nutriva dubbi sulle sue possibilità di essere ancora competitivo, ha risposto in silenzio, pedalata dopo pedalata. La sua squadra è diventata l’Intermarché-Wanty-Gobert, nella quale ha trovato Valerio Piva, uno che di corridori ne ha visti tanti. Valerio ci risponde dall’hotel dopo l’arrivo di Reggio Emilia, la sua voce è pacata ma frettolosa, di cose da fare ce ne sono ancora tante.

Domenico Pozzovivo è arrivato all’Intermarché a stagione già iniziata (foto Facebook Intermarché Wanty Gobert)
Domenico Pozzovivo è arrivato all’Intermarché a stagione già iniziata (foto Facebook Intermarché Wanty Gobert)
Valerio, quando è maturata la decisione di prendere Pozzovivo?

Già alla fine della scorsa stagione avevamo guardato di rinforzare la squadra nel settore degli scalatori. A parte Meintjes non avevamo corridori che potessero competere in una grande corsa a tappe. Ormai gli scalatori sono estremamente difficili da trovare ed avevamo perso un po’ le speranze.

Poi le vicissitudini della Qhubeka hanno “liberato” Domenico…

Lui ci credeva davvero molto di poter continuare a correre con loro, ha sperato fino all’ultimo che la squadra si facesse. Appena si è chiusa la porta, noi ci siamo inseriti e lo abbiamo portato alla Intermarché.

E’ arrivato a stagione già iniziata, che corridore hai trovato?

Ha fatto un inverno preparandosi alla grande, ha lavorato sodo e quando è arrivato da noi era già pronto per correre. Vista la buona condizione pensavamo di farlo debuttare già in Oman, ma per problemi burocratici è slittato tutto alla Ruta del Sol. Poi lo abbiamo portato alla Tirreno ed al Giro di Sicilia ed in tutte e due le corse è andato forte. Alla Tirreno purtroppo nella tappa del Carpegna ha perso qualche secondo in discesa a causa del problema al braccio, altrimenti avrebbe chiuso nei primi dieci della generale. 

Già alla Tirreno Domenico si era già mostrato avanti di condizione
Già alla Tirreno Domenico si era già mostrato avanti di condizione
Da prima del Giro ha detto di sentirsi bene e che lotterà per la top 10…

Lui ci crede molto ed abbiamo una buona squadra pronta a supportarlo: Hirt, che è ancora in classifica, Taaramae, Rota… Nessun corridore può essere sicuro al cento per cento, le insidie sono dietro l’angolo. Sicuramente il morale è alto, sull’Etna e poi al Blockhaus si è fatto vedere e sta bene, tuttavia le insidie sono dietro l’angolo.

Qual è la prima cosa che ti ha detto appena vi siete incontrati?

Mi ha detto che lui si diverte e che vuole provare a fare il corridore ad alto livello, fino a quando riesce ad essere competitivo si diverte ed è questo che lo tiene davanti: la passione, oltre alle sue qualità, chiaro. Penso che gli incidenti che ha subìto abbiano un po’ stoppato il suo obiettivo finale, ha il fuoco dentro che lo spinge a dare il mille per cento, sempre.

Domenico è nel tuo gruppo di allenamento?

Sì, nella suddivisione dei corridori è entrato nel mio gruppo, da gennaio lo seguo su Training Peaks, la piattaforma cui ci appoggiamo per gestire e monitorare gli allenamenti. Invece l’ho conosciuto per la prima volta al Trofeo Laigueglia. 

Pozzovivo ha tirato la volata al Girmay nella tappa di Jesi che ha portato la vittoria al corridore eritreo
Pozzovivo ha tirato la volata al Girmay nella tappa di Jesi che ha portato la vittoria al corridore eritreo
E’ stato difficile allenarlo a distanza per i primi mesi?

No, assolutamente no. Domenico è un corridore di esperienza e con una conoscenza tecnica incredibile. Si conosce molto bene e sa gestirsi ancor meglio, ad un corridore come lui c’è poco da insegnare.

Quanto è importante la sua esperienza in corsa?

Tanto, “Pozzo” conosce praticamente tutte le salite del Giro, con lui non serve neanche fare la ricognizione sul posto, basta fargli vedere qualche filmato prima della partenza. Anzi, a volte è lui che ci fornisce qualche informazione in più.

Per i compagni avere in squadra un bagaglio di esperienza così è importante…

Lo avete visto nella tappa vinta da Girmay, è stata una volata atipica, in un gruppetto ristretto con corridori che non sono prettamente velocisti. L’esperienza di Domenico ha permesso a “Biny” di lanciare lo sprint e di anticipare tutti. Anche nella tappa di Cuneo Domenico sarebbe stato importante per Girmay…

D’ora in avanti l’Intermarché sarà a completa disposizione del corridore lucano
D’ora in avanti l’Intermarché sarà a completa disposizione del corridore lucano
Cosa separa Domenico dalla top 10?

Oltre a tutto quello che è sotto il nostro controllo, direi se stesso. Fino ad ora non ho visto corridori che lo possono impensierire, le salite dei giorni scorsi, in particolare il Blockhaus hanno già fatto vedere chi non potrà vincere il Giro… 

Però dai, anche Domenico avrà qualche difettuccio…

Non è sempre facile dargli una mano, spesso corre troppo nel retro del gruppo. Chiaramente lui non è un lottatore da posizione e di conseguenza non prende rischi inutili, soprattutto visti gli incidenti subiti. Però correndo in quelle posizioni rischia di prendere un ventaglio o di approcciare una salita troppo indietro e queste cose potrebbero metterlo in difficoltà. Cerchiamo sempre di stargli vicino e di dargli supporto, ora lo faremo ancora meglio perché con il ritiro di Girmay la squadra sarà tutta per lui.

Dagli “svincoli micidiali” spunta Oldani, gregario (anche) in fuga

19.05.2022
7 min
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Tutto all’improvviso. Da che non avevamo vinto neanche una tappa, a fare una doppietta. Dopo Alberto Dainese, oggi la corona la mette Stefano Oldani. «Un corridore che non ha rubato niente», come dice Lorenzo Rota, colui che è stato battuto.

Genova è schiacciata tra mare e montagne. Francesco De Gregori parla dei suoi “svincoli micidiali”, ma oltre a svolte improbabili e agli stretti caruggi, ci sono questi grandi viali. Lunghi rettilinei ampi come boulevard parigini. Vialoni che sono belli se guidi senza traffico o se porti a spasso il cane, ma diventano infiniti se ti stai giocando una tappa del Giro d’Italia.

La profezia di Basso

Dall’ultima curva, esattamente ai mille metri, si vedeva l’arrivo. Un arrivo che tirava, come si dice in gergo. Della numerosa fuga del giorno arrivano solo in tre: Rota, Oldani e Leemreize, giovane spina olandese nel fianco.

Spina che si rivela pungente. Scatta due volte in quei mille metri. Forse aveva gambe, ma di certo non ha ancora tempi e rapporti adeguati. Quando è partito era davvero troppo duro. Oldani è un gatto e chiude subito. 

«Vince Oldani», dice secco Ivan Basso dietro l’arrivo. Sarà che lo conosce, visto che lo aveva avuto quando Stefano era alla Fundacion Kometa. 

Ma intanto i metri passano. Il rettilineo sembra non finire mai. La prima fiammata si conclude con un “nulla di fatto”. Sono ancora in tre.

Cinquecento metri. L’olandese è sulla destra. Oldani e Rota sulla sinistra. Non si tratta di più di essere velocisti, ma di avere forza. Tutti e tre hanno le mani in presa bassa, pronti ad esplodere. Leemreize guarda a sinistra, i due italiani a destra.

Trecento metri. Vanno pianissimo. E’ quasi un surplace da pistard. Di nuovo è l’olandese a prendere l’iniziativa. Ed è di nuovo Oldani a chiudere. 

Rota è stato il primo ad attaccare nella fuga dei 25… Leemreize è stato il primo a seguirlo, poi Oldani
Rota è stato il primo ad attaccare nella fuga dei 25… Leemreize è stato il primo a seguirlo, poi Oldani

Rota non molla

Rota sembra messo alla grande, a ruota di Stefano. Deve “solo” saltarlo. Il corridore della Jumbo-Visma invece è out.

«Non ho mai pensato di anticipare lo sprint – racconta Rota – eravamo tutti stanchi e poi in tre è molto difficile… e rischioso. E infatti l’olandese ci ha provato, ma è stato ripreso. Pensavo alla volata. Sapevo che Stefano è veloce, ma è così che avevo deciso di giocarmela. E anche se la velocità fosse stata più alta, non sarebbe cambiato nulla».

«Non ho rimpianti. Stefano non ha rubato niente. Sono le corse. Io non posso che essere contento. Sto crescendo. Sono stato lontano quasi due mesi dalle gare. La gamba è buona. Anche l’altro giorno avevo fatto un buon lavoro per Girmay e oggi stavo bene. Tanto che io stesso ho deciso di partire ai 60-70 chilometri dall’arrivo. Proprio perché la gamba c’era. E poiché la gamba c’è ci riproverò».

Non ha rimpianti Rota. E si percepisce. Il suo tono di voce è serio sì, ma anche pacato e sincero. Intanto arriva Taaramae che gli dà una pacca sulla spalla: «Good job, Lore», hai fatto un buon lavoro Lorenzo. Lui svolta la bici e se ne torna al bus.

Il pianto e l’urlo liberatorio dopo il traguardo. Per Oldani è la prima vittoria da pro’
Il pianto e l’urlo liberatorio dopo il traguardo. Per Oldani è la prima vittoria da pro’

Urla di gioia

Chi invece resta ancora in zona arrivo è Oldani. Dopo essersi gettato a terra lasciandosi ad urli di gioia, misti a commozione, il lombardo si rialza. Va dietro al palco per premiazioni, interviste con le tv, antidoping…

Van der Poel, arrivato a spasso e quasi ripreso dal gruppo 8′ dietro, se lo abbraccia. E’ la seconda vittoria per gli Alpecin Fenix.

«Quell’abbraccio è stata un’altra ondata di emozioni – dice Oldani – ed è bello riceverla da un campione come lui. Idem il mio urlo e il mio essermi buttato a terra dopo il traguardo. E’ stata una reazione naturale, spontanea, uno svuotarsi di emozioni. Avevo un gran voglia di arrivare. Erano quattro anni, dalla seconda stagione da under 23, che non vincevo. Mi mancava alzare le braccia al cielo».

Dalle emozioni, alla strada. Oldani ha corso in modo magistrale. Gestendo bene anche la pressione di chi è consapevole di essere il più veloce.

«Non conoscevo queste strade – racconta – ma poi, proprio all’ultimo ho riconosciuto il finale. Feci infatti il Giro Appennino con la nazionale under diversi anni fa.

«Sapevo di essere il più veloce però non ci ho pensato. Non volevo immaginarmi la volata. Poi con Lorenzo ci conosciamo bene, in gruppo parliamo spesso e gli ho detto: “Ciccio, andiamo all’arrivo, non guardiamoci. Giochiamocela in volata e che vinca il più forte. Non volevo rimorsi e neanche stare a pensare magari di dover chiudere su di lui. Immaginavo, come è stato, che l’olandese ci avrebbe provato. 

«E poi non volevo stare a pensare troppo allo sprint perché io di viaggi mentali già me ne faccio tanti per conto mio! E se mi mettevo a pensare alla vittoria o quanto sarebbe stato bello vincere una tappa al Giro e poi non ci fossi riuscito… lasciamo perdere».

Fuori programma

Come ieri per Dainese, non doveva essere Stefano “a fare la corsa”. Il leader era proprio Van der Poel.

«Il piano era di essere almeno in uno nella fuga di giornata – dice Oldani – ma se questa fosse stata numerosa dovevamo essere di più. Non volevamo ripetere l’errore di Napoli. E infatti alla fine eravamo in tre. Ovviamente Mathieu era il leader.

«Credo si sia visto che più di una volta sono andato a prendergli il ghiaccio, i gel, le borracce… E anche quando sono andato via era solo per rilanciare l’andatura e non lasciare andare Rota (per questo VdP ad un certo punto tirava mentre Oldani era davanti, ndr). Poi si è aperto un certo gap e a quel punto ci ho provato io».

Quando tutto è contro

Ma le difficoltà per Stefano non sono state solo quelle di un gregario che si ritrova in fuga. In quell’urlo post arrivo c’è anche il fatto di aver pagato a caro prezzo il passaggio nel WorldTour nell’anno del Covid e anche quello di non aver potuto andare in ritiro in Spagna con la squadra per la questione della camera ipobarica, vietata per gli atleti italiani.

«Il discorso della camera ipobarica mi lascia deluso – dice serio Stefano – deluso dal nostro movimento, perché è una questione vecchia che nessuno ha più preso in mano. Credo che solo uno o due Paesi al mondo ormai non concedano questi tipi di allenamenti. Questo mi lascia scosso e dice quanto siamo indietro su certe questioni».

«Più di tre quarti del gruppo ne fa utilizzo. Qualcuno dovrebbe rifletterci. Noi italiani siamo in svantaggio. Prima del Giro mi sono fatto due settimane di altura sull’Etna da solo, quando la mia squadra era tutta in Spagna presso questi hotel con la camera ipobarica.

«Loro oltre che allenarsi meglio insieme, facevano gruppo, avevano i meccanici, i massaggiatori… io no. E ogni volta per tornare in quota dovevo farmi un’ora di salita non avendo la macchina al seguito».

Da Genova a Sanremo

Ma è tempo di gioire, di fare dei ringraziamenti. A Basso che gli ha insegnato tanto, alla Colpack che lo ha fatto crescere, a chi lo ha sempre sostenuto e alla sua fidanzata, Lavinia… che lo fa mangiare bene! Oldani infatti, nonostante il nome da chef, in cucina dice di essere negato.

«Per fortuna che c’è lei, altrimenti mangerei solo cibo in scatola! Mi fa alimentare in modo adeguato».

E a proposito di cene e di mangiate, da quando si è trasferito da Milano a Como, non si allena più da solo e fa un po’ meno slalom nel traffico.

«Da quando sono a Como tutto è migliorato. Prima uscivo sempre da solo. Anche per la Sanremo mi feci sette ore in solitaria. Ora invece esco spesso con Cataldo, Nizzolo, Ballerini… siamo in tanti corridori. “Ballero”, che era in fuga, mi ha detto: “Oh, oggi è per te”. E io gli ho risposto: “Ma non vedi che sto facendo il gregario?”.

«Con lui ho un bellissimo rapporto. Quest’inverno siamo stati a cena insieme praticamente ogni sera. O io ero da lui, o lui era da me. Chiacchierate, giochi da tavola…».

Dainese rimonta a più di 75 all’ora. Reggio Emilia è sua

18.05.2022
6 min
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Un metro dopo l’altro. Lentamente. Inesorabilmente. A Reggio Emilia Alberto Dainese è protagonista di uno sprint che non si aspettava neanche lui.

Romain Bardet sfila dietro l’arrivo con un sorriso enorme. Sbatte i pugni sul manubrio dalla gioia per il suo compagno. Il francese la volata non l’ha vista, ma ha sentito gli urli dall’ormai immancabile radio. E ha capito. Ha capito che Alberto ce l’aveva fatta. Una sorpresa.

Incognita vento

L’undicesima frazione della corsa rosa, la seconda più lunga del Giro d’Italia (203 chilometri), si temeva potesse essere noiosa. Si sapeva che si sarebbe arrivati allo sprint e magari gli attacchi potevano essere scoraggiati.

Le antenne erano dritte per tutti quanti però, perché c’era vento. Jumbo Visma, Quick Step – Alpha Vinyl ed Ineos Grenadiers. Dopo Bologna, per una trentina di chilometri, è stata battaglia serrata: obiettivo stare davanti, non prendere buchi per i possibili ventagli.

Il percorso però cambia di nuovo direzione e il vento torna a favore. Niente da fare. E’ sprint compatto. Se il bravissimo belga della Alpecin Fenix, Dries De Bondt, sfiora il colpaccio, dietro le cose passano con una calma apparente.

Tutti aspettano che Cavendish e Demare prendano l’iniziativa. Guarnieri, compagno del francese, conosce bene queste strade visto che è quasi di casa.

Anche Dainese e la Dsm restano fedeli al dogma di stare davanti. Un po’ per proteggere Bardet e un po’ perché i suoi compagni lo hanno ben scortato. Anzi era lui che doveva scortare…

«Non dovevo fare io la volata – racconta Dainese – doveva farla Bol. Ma poi ci siamo parlati. Mi ha detto che non stava bene e così ho provato io. E anche io non ero convintissimo, non mi sentivo super, visto che la scorsa notte non avevo dormito bene».

Dal basket alla bici

Già, ma ce l’ha fatta. E allora chi è Alberto Dainese? Chi è questo ragazzo che porta l’Italia a prendersi una tappa dopo oltre metà Giro?

E’ un ragazzo di Padova, Abano Terme per la precisione. Classe 1998, è al terzo anno da professionista. Giocava a basket, ma non essendo troppo alto è passato alla bici.

«La bici – racconta Alberto – l’ho conosciuta da bambino perché passavo i pomeriggi dai nonni, mentre mamma e papà lavoravano. I miei nonni seguivano il ciclismo in tv e mi sono appassionato. Da allievo ho fatto anche un bel po’ di pista, perché non ero scaltro in gruppo. Ma questo, credo, mi ha dato un buon colpo di pedale, così come che i tanti balzi fatti nel basket mi hanno dato un po’ di esplosività».

Guardate Dainese (maglia nera) dov’era a meno di 100 metri dal traguardo. Da notare anche la posizione raccolta alla Cav
Guardate Dainese (maglia nera) dov’era a meno di 100 metri dal traguardo. Da notare anche la posizione raccolta alla Cav

Olanda e Italia

Alberto Dainese prima di passare alla Dsm ha militato anche alla Seg Racing Academy, una continental olandese. Una squadra che fa molta attività internazionale e che funziona bene a quanto pare, visto che quando Marco Frigo, altro gioiello italiano, gli aveva chiesto consiglio se andarci o no, Alberto stesso gli aveva dato il via libera.

«Vero – riprende Dainese – ho fatto due anni in Olanda e mi è servito. Ma prima ne avevo fatti due alla Zalf e anche quelle sono state stagioni preziose. Alla Seg ho fatto molta esperienza, ma anche con Marino Amadori in nazionale ho corso parecchio. Pertanto non mi sento di dire che sono uscito solo da una squadra olandese, la scuola italiana c’è e conta. E visto quel che abbiamo vinto negli ultimi anni non mi sembra in crisi».

L’esplosione di gioia. Il veneto conquista la sua prima vittoria al Giro
L’esplosione di gioia. Il veneto conquista la sua prima vittoria al Giro

Velocità e non watt

Reggio Emilia intanto cerca di tornare alla sua tranquillità. Questa città della Bassa oggi era strapiena. Ancora una volta il Giro ha spopolato. Mentre attraversiamo il rettilineo per tornare in sala stampa, ci “rivediamo” la volata.

Dainese ha fatto davvero una rimonta super.

«E’ stata una volata lunga – dice Dainese – In effetti sono partito da dietro e non so se il vento fosse contrario o a favore, non l’ho capito bene! Quando è partito lo sprint non ho accelerato subito, ma quando sono uscito ho visto che avevo un buono slancio e ho spinto fino alla fine. Ci ho creduto.

«Demare aveva la posizione migliore, ma tante volte conta “l’elastico”, cioè come arrivi sulla linea, come esci».

«Ho fatto lo sprint con il 54×11 e girava agile. E’ stata una volata molto veloce. Se mi dite che Gaviria (secondo, ndr) ha toccato i 75, io avrò fatto qualcosina in più. Non conosco ancora i watt, ma alla fine contano relativamente, quel che conta è la velocità.

«Anche io ogni tanto guardo i dati e mi dico: ah okay, si possono fare. Ma poi certi picchi li devi toccare a fine tappa, dopo 200 chilometri. Guardate Cav che vince con watt relativamente bassi».

Bardet si è complimentato con Alberto. In squadra il francese è un riferimento per tutti
Bardet si è complimentato con Alberto. In squadra il francese è un riferimento per tutti

Bardet leader

Sul podio, dopo la beffa di Girmay di ieri che lo ha costretto al ritiro, Dainese è stato ben attento al tappo dello spumante. Gli schizzi sono finiti sulla folla e simbolicamente sui suoi compagni.

Ancora una volta il ciclismo si è mostrato sport di squadra. Dopo la linea d’arrivo, i Dsm si sono ritrovati tutti assieme. Capitan Bardet era il più felice, quasi più di Alberto.

«In squadra c’è un bel clima – conclude Dainese – quando si soffre e si fatica tutti insieme e uno di noi vince, la felicità è per tutti. Bardet poi ha sempre creduto in me, anche quando non ci credevo io. E vedere un ragazzo che è terzo in classifica e vuol vincere il Giro così contento per te è bellissimo».

Bedda Madre e ciclismo: sapori, storie e la promo per bici.PRO

18.05.2022
4 min
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Qualità, tantissima qualità, e storie autentiche da raccontare: sono queste in estrema sintesi le caratteristiche principali che distinguono Bedda Madre, l’attività e-commerce – nata da poco più di una anno – e specializzata nella vendita di tipicità alimentari italiane accuratamente selezionate e proposte da piccole eccellenze del nostro paese.

Per capire qualcosa in più relativamente a questo successo imprenditoriale e per cogliere anche il legame che questa impresa ha con il mondo del ciclismo, abbiamo scambiato qualche battuta con Claudia Migliore, che di Bedda Madre conosce genesi e storia.

Bedda Madre è un portale e-commerce specializzato nella vendita di prodotti italiani di qualità
Bedda Madre è un portale e-commerce specializzato nella vendita di prodotti italiani di qualità
Claudia, come è nato il progetto Bedda Madre? E a chi si rivolge?

In realtà l’idea di creare un portale e-commerce specializzato nella vendita di food italiano di altissima qualità è nata quasi… per caso. Durante il lockdown, così come è stato per molti, i tre soci fondatori del brand hanno avuto tempo e modo di riflettete molto su questa iniziativa. L’idea c’era, ma il periodo di assoluto blocco che tutti noi abbiamo vissuto nella primavera del 2020 ha come accelerato pensieri e azioni… Bedda Madre è una piattaforma online di vendita di prodotti tipici italiani caratterizzati dalla propria e assoluta autenticità. Dunque rivolge la propria offerta a tutti coloro che vogliono letteralmente deliziarsi con prodotti di grande qualità. E poi ci sono le storie.

Per celebrare il Giro d’Italia è stata lanciata una promozione che durerà per tutto il mese di maggio
Per celebrare il Giro d’Italia è stata lanciata una promozione che durerà per tutto il mese di maggio
Le storie? In che senso, spiegaci…

All’interno del nostro gruppo di lavoro ci consideriamo prima dei curiosi e poi dei buongustai. Curiosi perché abbiamo sempre avuto lo stimolo nel voler conoscere che cosa c’è dietro un piatto oppure all’origine di un prodotto tipico. Io sono siciliana, capite bene che bel bagaglio gastronomico mi porto dietro… Bedda Madre si prefigge di essere un negozio virtuale dove poter acquistare, vedendoseli poi recapitare a casa, dei prodotti assolutamente eccellenti. Però è anche una piattaforma di comunicazione per tutti quei piccoli imprenditori-produttori italiani che non hanno modo oppure hanno difficoltà a mettersi in luce non potendosi pubblicizzare.

In che modo lo fate?

Raccontiamo le loro storie e di conseguenza le storie dei loro prodotti. Un capitale incredibile del quale dispone il nostro Paese e che si lega indissolubilmente a territorio e cultura. I prodotti disponibili su Bedda Madre provengono da tutta Italia: hanno un gusto autentico, quasi sempre sono cibi biologici, ricercati, salutari e genuini. Con Bedda Madre, il sapore della tradizione e dell’eccellenza Made in Italy sono a portata di mano: dalla nostra credenza alla tua dispensa… In un click.

I prodotti disponibili su Bedda Madre provengono da tutta Italia: hanno un gusto autentico
I prodotti disponibili su Bedda Madre provengono da tutta Italia: hanno un gusto autentico
Il rapporto con il ciclismo come e in quale modo si declina?

All’interno del nostro gruppo siamo tutti sportivi. E poi io personalmente il ciclismo lo vivo quotidianamente in famiglia… In casa è una vera passione. Bedda Madre esalta i prodotti ed i piccoli produttori italiani, e così – proprio in coincidenza con il Giro d’Italiaabbiamo deciso di riservare una promo speciale dedicata a tutti i lettori di bici.PRO che si registreranno sul sito www.beddamadre.com. A loro verrà immediatamente offerto uno sconto del 20% sull’acquisto ed in omaggio riceveranno anche una bottiglia di olio d’oliva Bio da 100 ml. Ma bisogna far presto perché questa promozione è valida per il solo mese di maggio, quello appunto del Giro d’Italia, e fino ad esaurimento scorte.

Bedda Madre

Girmay batte Van der Poel, ma il tappo rovina la festa di Jesi

17.05.2022
5 min
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La volata è magistrale, lunga, di potenza pura. A Jesi va in scena la rivincita del duello visto a Visegrad. E’ una sfida fra titani, un duello di forza. E alla fine Mathieu Van der Poel deve arrendersi a Biniam Girmay. E prima di farlo gli fa il gesto del pollice in alto come a dirgli: “Ehi amico, oggi il più forte sei stato tu”.

Il Giro d’Italia arriva a Jesi ed è un bagno di folla. L’estate è esplosa all’improvviso. I platani fanno ombra e i pioppi “fanno nevicare”. L’eritreo della Intermarché Wanty Gobert dunque ce l’ha fatta. Ha vinto la tanto desiderata tappa. E sì che è tutto il Giro d’Italia che ci prova e proprio contro di lui.

Pozzo alla Guarnieri

Nel rettilineo dietro l’arrivo si alza il boato: sono tutti contenti che Girmay abbia vinto. Uno tra i primi a superare la barriera di giornalisti e fotografi che hanno dato l’assalto all’eritreo è Domenico Pozzovivo.

«E’ stata la prima volta in carriera che tiravo una volata – dice il lucano con un sorriso grosso così – Abbiamo fatto un lavorone oggi e Biniam lo ha finalizzato. E’ stata una tappa fantastica per noi. Ce l’avevamo in mente sin dal mattino, ma anche da prima.

«Abbiamo corso compatti. Ci siamo divisi bene i compiti. Prima i passisti e poi nel finale eravamo davanti noi scalatori. Nell’ultima discesa, infatti, che era velocissima, abbiamo un po’ faticato a tenere le ruote. Però sono riuscito a risalire e agli ultimi 700 metri ho urlato a Biniam di seguirmi… ed è andata benissimo».

«La tattica era questa sin dal via: tutti per lui. Ma non era facile attuarla. Soprattutto il finale lo avevamo studiato benissimo. Un meeting molto accurato con i nostri direttori sportivi, Valerio Piva e Steven De Neef.

Biniam è un talento cristallino. Durante la gara abbiamo cercato di farlo stare tranquillo con qualche parola, standogli vicino…».

Pozzovivo è davvero felice. Il suo sorriso è sincero. E’ contento per il compagno, per la squadra, per il gruppo. E per questa nuova esperienza da ultimo uomo. Un Guarnieri in versione mini! Anche a 40 anni c’è qualcosa da imparare. 

Tappo maledetto

Nel frattempo tutti i corridori che sfilano fanno un gesto d’intesa a Girmay o danno una pacca sulla spalla ad uno dei corridori dell’Intermarché Wanty Gobert che incontrano. E’ festa… Piva ai bus abbraccia tutti i componenti dello staff che man mano arrivano a Jesi.

La festa però viene rovinata nel momento in cui dovrebbe iniziare del tutto, cioè sul palco delle premiazioni. Il tappo della bottiglia dello spumante colpisce con violenza l’occhio sinistro di Girmay. 

Poco dopo l’incidente con il tappo dello spumante, il suo occhio sinistro inizia a gonfiarsi
Poco dopo l’incidente con il tappo dello spumante, il suo occhio sinistro inizia a gonfiarsi

In ospedale

Quella che doveva essere una semplice “pizzicata”, con il passare dei minuti diventa un bel problema. E infatti dietro il palco in attesa della conferenza stampa, l’eritreo è piuttosto contrariato. Il dissenso diventa paura quando dice di non vederci più.

L’occhio si gonfia. Si siede, continua a toccarselo, gli danno dell’acqua. Ma nulla da fare. Si attende il medico che a sua volta decide di portarlo in ospedale. L’urlo di gioia viene strozzato. E la conferenza stampa annullata.

La forza del gruppo

Quel che non cambia però è il risultato. E come lo si è raggiunto. Lorenzo Rota, segue Pozzovivo ad una manciata di secondi. 

Mentre sorseggia dei sali, con la divisa più leggera e super traspirante segnata dal bianco del sudore secco, Lorenzo racconta…

«E’ stata una giornata perfetta per noi – dice il lombardo – Ieri abbiamo riposato bene e oggi… è andata così. La vittoria era nell’aria, ma non è mai facile trasformarla in realtà, specie in un grande Giro. Però verso Jesi, dal primo all’ultimo di noi abbiamo fatto un lavoro straordinario».

Anche Rota non sta nella pelle. Sarà anche perché sta tornando ai suoi livelli, dopo aver superato un virus che lo ha tenuto lontano dalle corse per due mesi.

«Sono veramente contento. Come detto, non era facile. Non si tratta di pressione, perché viviamo alla giornata, ma quando inizi a fare risultato questa cresce. Ed è normale. Abbiamo due uomini in classifica e tutte le volte siamo protagonisti con qualcuno». 

«Siamo un bellissimo gruppo. Siamo ragazzi tranquilli. In questa squadra si sta bene, siamo una famiglia… e infatti ho rinnovato con loro per diversi anni. Anche ieri, nel giorno di riposo, anziché stare davanti ai telefonini o ai videogiochi ce ne siamo stati in hotel tutti insieme a chiacchierare. A chiacchierare del più e del meno, a fare considerazioni sulla corsa, a scherzare…

«E anche Pasqualon, che sta preparando il Tour, ogni tanto si fa sentire. L’altro giorno mi ha scritto. Il Giro è ancora lungo e speriamo di toglierci altre soddisfazioni».

Voglia di maglia rosa? Ci pensa All4Cycling

17.05.2022
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In questi giorni il Giro d’Italia sta entrando nella sua fase decisiva in attesa delle tappe di montagna che decreteranno il vincitore della maglia rosa. Con il crescere dell’adrenalina negli appassionati aumenta il desiderio di sentirsi parte di un evento davvero unico, in grado di catalizzare per tre settimane intere l’attenzione dei tifosi.

Perché allora non pensare ad acquistare qualcosa che ci faccia sentire parte della Giro? All4cycling, e-commerce di riferimento per tutti gli appassionati di ciclismo, è la risposta perfetta a questa domanda. I prodotti ufficiali originali del Giro d’Italia 2022 sono infatti disponibili in vendita sul sito www.all4cycling.com dove è presente una sezione dedicata a tutti i prodotti ufficiali legati alla corsa rosa.

Anche quest’anno la maglia rosa del Giro è disegnata da Castelli
Anche quest’anno la maglia rosa del Giro è disegnata da Castelli

Si parte dalla maglia rosa

Fra i tanti prodotti disponibili merita sicuramente una particolare attenzione la maglia rosa. Anche quest’anno il simbolo del vincitore del Giro porta la firma di Castelli che ha realizzato un prodotto davvero esclusivo ed iconico. Non mancano naturalmente le maglie delle altre classifiche individuali: la ciclamino per il leader della classifica a punti, la bianca per il miglior giovane e la azzurra per il re degli scalatori.

Sono inoltre previste diverse maglie speciali. Tra queste merita una menzione particolare la maglia #Giro105 che celebra il Giro di quest’anno proponendo sulla parte posteriore l’elenco completo delle tappe dell’edizione 2022 della corsa rosa. Si tratta sicuramente di un regalo speciale che ci permetterà di portare con noi nelle nostre uscite in bici il ricordo del Giro d’Italia.

Ecco gli accessori

Anche quest’anno non potevano mancare gli accessori ideali per dare vita ad un kit perfetto. Stiamo parlando di guanti e cappellino in tinta con la maglia rosa e la maglia nera, quest’ultima simbolo dell’ultimo classificato. Anche questi prodotti sono firmati Castelli. 

E’ inoltre possibile acquistare la borraccia ufficiale del Giro realizzata Elite in colore rosa e nero, con il disegno stilizzato del “Trofeo Senza Fine”, il premio finale del vincitore del Giro d’Italia. 

Merita sicuramente una particolare attenzione la scarpa KR0 che DMT ha realizzato in edizione limitata proprio per il Giro d’Italia. L’azienda veneta è presente alla Corsa Rosa con un proprio stand per permettere al pubblico di provare le ultime novità, oltre naturalmente al modello KR0. A quanti passeranno allo stand per provare una scarpa sarà dato in omaggio un coupon con uno sconto del 20% da utilizzare per un acquisto di un prodotto DMT sul sito All4cycling. Si tratta sicuramente di una grande opportunità da cogliere al volo.

Anche per il tempo libero

Non mancano naturalmente i prodotti per il tempo libero a partire dall’orologio Tissot T-Race Cycling Giro d’Italia Special Edition con il logo del Giro inciso e le iconiche finiture rosa sulle lancette dei secondi e sulla corona.

Troviamo poi l’abbigliamento casual griffato Giro come felpe e T-shirt alla moda oppure giacche anti vento e anti pioggia. 

Da quest’anno è anche possibile acquistare prodotti per la cura della persona realizzati in un packaging speciale per il Giro d’Italia. Insomma, non manca proprio nulla. Non resta che fare un salto su Giro Store di All4cycling e comprare un ricordo speciale legato alla corsa rosa. 

All4Cycling

Slovenia: un viaggio tra ciclismo, sport, storia e natura

17.05.2022
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Il Giro d’Italia prosegue nella sua lenta risalita dello stivale e domenica sul Blockhaus si è consumata una delle prime grandi battaglie, di gambe e testa, di questa Corsa Rosa. Giro che quest’anno avrà due “sfoghi” oltre confine: il primo è stato la partenza dall’Ungheria. Il secondo, invece, lo si avrà nel corso della tappa numero 19, quando i corridori si daranno battaglia in Slovenia, più precisamente nella valle dell’Isonzo.

Kobarid (Caporetto) è una delle città simbolo della Prima Guerra Mondiale
Kobarid (Caporetto) è una delle città simbolo della Prima Guerra Mondiale

Un salto nella storia

La carovana del Giro passando per questi territori attraverserà Kobarid (Caporetto), la città simbolo della Grande Guerra. Un luogo che ancora conserva il ricordo doloroso di una delle pagine più tristi del recente passato. Proprio su queste colline, in particolare sul Kolovrat, che sarà GPM di prima categoria, si apre quello che è il Museo Transfrontaliero, una testimonianza a cielo aperto di quello che è stato il periodo della prima guerra mondiale.

Fra trincee, grotte, caverne e torrette d’artiglieria i visitatori potranno immergersi nel ricordo più vivo. A Kobarid è da tempo aperto uno dei musei più importanti dedicati agli accadimenti della prima guerra mondiale. Premiato e riconosciuto come tale sia a livello nazionale che europeo. 

Gola della Forra del Soca, un luogo incantevole non molto distante da Kobarid
Gola della Forra del Soca, un luogo incantevole non molto distante da Kobarid

Un’immersione nella natura

L’Isonzo è un fiume piuttosto corto, misura solamente 135 chilometri, sorge nella Val Trenta, in Slovenia, e si tuffa nel Golfo di Trieste. Per quanto breve sia il suo percorso è ricco di colori e di paesaggi che lasciano a bocca aperta. Uno dei punti dove l’Isonzo sprigiona tutta la propria bellezza è la Grande Forra del Soca: una gola lunga 750 metri dove la roccia è stata levigata nei secoli dalla forza dell’acqua.

Il fiume è anche meta per i turisti che amano le vacanze “attive”. Infatti, nelle sue acque i più avventurieri potranno provare a domare la forza dell’Isonzo con i propri kayak. Anche gli amanti del trekking qui possono trovare la propria dimensione, i sentieri sono alla portata di tutti e ben segnalati. Uno dei più importanti è il “Sentiero della Pace” che con i suoi 520 chilometri collega lo Stelvio alla Marmolada unendo luoghi e località lungo il fronte italo-austriaco della Grande Guerra.

La cascata del Kozjak, alta 15 metri si trova nella gola dell’omonimo torrente
La cascata del Kozjak, alta 15 metri si trova nella gola dell’omonimo torrente

Sostenibilità Giro-E

Anche i partecipanti del Giro-E avranno la possibilità di pedalare e di scoprire le meraviglie del territorio sloveno. Nel corso di quella che sarà la 16ª tappa della prima corsa a tappe dedicata ai mezzi con pedalata assistita, i partecipanti partiranno dal Kobarid arrivando al Santuario di Castelmonte. Questa iniziativa si sposa perfettamente con lo stile di vita e con la filosofia di questo territorio, infatti, la Slovenia è all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità e lo stile di vita “green” delle proprie città. 

Lubiana, la capitale, è stata addirittura insignita di titolo di Best European Destination 2022. Riconoscimento raggiunto grazie alle sue tante aree verdi ed alla sua attenzione per quelli che sono lo stile e la qualità della vita. Un concetto che si amplia a tutto il territorio nazionale, la Slovenia è da anni il “Cuore verde dell’Europa”.

Un territorio di campioni

La Slovenia, a fronte di una popolazione di poco superiore ai 2 milioni conta una tradizione sportiva in costante crescita. Questo tema si collega facilmente alla sostenibilità, infatti, il popolo sloveno è attivo per i due terzi del suo totale in sport dilettantistico.

Muoversi è parte integrante della vita di questo popolo e le possibilità, anche dal punto di vista territoriale sono infinite. Se d’estate trekking e bicicletta la fanno da padroni, in inverno è lo sci lo sport più amato.

A noi appassionati di ciclismo, quando si mettono insieme Slovenia e sci, non può che venire in mente il nome di Primoz Roglic. Un altro legato ai pedali è sicuramente quello di Tadej Pogacar, vincitore degli ultimi due Tour de France: il primo strappato in extremis proprio al connazionale Roglic. Anche negli altri sport la Slovenia può contare su dei talenti davvero incredibili, uno su tutti è Luka Doncic, cestista che in questi giorni sta dando spettacolo sul parquet di oltreoceano nelle finali NBA.

Bike-room.com celebra il Giro con una promo dedicata

17.05.2022
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«Siamo una piattaforma online dove è facile, innovativo e soprattutto sicuro acquistare una bicicletta d’alta gamma, mettendo la soddisfazione del ciclista sempre e costantemente al centro del progetto…». E’ questa la “mission” che letteralmente guida l’attività sul mercato di Bike-room.com, la “start-up” innovativa – partecipata da Digital Magics e nata appena nel 2019 – che permette di comprare biciclette online direttamente dal costruttore.

E proprio in occasione del corrente Giro d’Italia, partito dall’Ungheria, Bike-room.com ha lanciato una speciale promo. E’ rivolta espressamente a tutti gli acquirenti e pensata per celebrare alla grande il mese di maggio, ovvero quello dedicato alla grande passione per la “corsa rosa”.

Promozione del sito di Bike-room valida per tutto il periodo del Giro
Promozione del sito di Bike-room valida per tutto il periodo del Giro

Come funziona? E’ molto semplice… Fino al prossimo 29 maggio, giorno di conclusione del Giro, chiunque effettuerà un acquisto su Bike-room.com avrà la facoltà di digitare il codice sconto GIRO105 ed ottenere un extra 5% sul valore di quanto inserito nel carrello. Importante: lo stesso codice è valido per un singolo acquisto, e non è dunque cumulabile. Questa promo speciale è inoltre valida su tutte le biciclette proposte di marchi italiani, escluse quelle già segnalate con con la dicitura “extra sconto”.

Una piattaforma ambiziosa

Vale la pena ricordare che Bike-room.com ha definito appena qualche mese fa un secondo “round” di finanziamento da 500 mila euro e sottoscritto da AZ ELTIF – ALIcrowd insieme ad alcuni business angels.

Tutte le bici vendute da Bike-room sono segnate e certificate
Tutte le bici vendute da Bike-room sono segnate e certificate

Fondata come già anticipato nel 2019, Bike-room.com rende estremamente “smart” e sicuro comprare online una bicicletta di media ed alta gamma. La partnership strategica stretta con alcune tra le più importanti case costruttrici italiane e internazionali, per garantire al cliente un acquisto online certificato, ha permesso di raggiungere risultati che vanno ben oltre il piano industriale elaborato prima del lancio del progetto stesso. In base alle preferenze del cliente, la bici viene spedita direttamente a casa o presso un’officina autorizzata Bike-room. Su tutti i prodotti esiste la possibilità di finanziamento a tasso zero, attivabile comodamente e in pochissimi minuti. E la garanzia sulla qualità delle biciclette è considerata il fiore all’occhiello di questa ambiziosa piattaforma e-commerce.

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