Nuove corse, la stessa magia: Pogacar riparte alla grande

14.02.2023
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Buona la prima. Tadej Pogacar inizia la sua stagione vincendo… Dal Giro di Lombardia alla Clasica Jaen Paraiso Interior sono passati 128 giorni, ma il risultato non è cambiato.

Un po’ a sorpresa il campione sloveno aveva rinunciato al UAE Tour, corsa che per la sua squadra equivale quasi al Tour de France. E questo lasciava pensare che non fosse al top.

Dalla UAE Emirates ci avevano parlato del bisogno di cercare nuovi stimoli, di prendere parte a nuove gare… insomma di variare un po’ la preparazione. E lo stesso Tadej nel ritiro di dicembre aveva annunciato che sarebbe partito un po’ più piano proprio perché voleva concentrasi al meglio sul Tour. “Alla faccia del bicarbonato di sodio”, avrebbe detto Totò di fronte a questo debutto!

Dopo 128 giorni dal Giro di Lombardia (sua ultima gara del 2022), Pogacar è tornato a correre… e ha subito vinto
Dopo 128 giorni dal Giro di Lombardia (sua ultima gara del 2022), Pogacar è tornato a correre… e ha subito vinto

Vittoria alla Pogacar

Pogacar ha vinto a modo suo: divertendosi e dando spettacolo. Alla Clásica Jaén Paraìso Interior è stato autore di un attacco spettacolare, imprevisto (almeno per chi non era della UAE Emirates), solitario: circa 42 chilometri di fuga tra gli sterrati e gli uliveti di Ubeda. 

«Finora – ha detto Pogacar sorridente dopo la gara – sta andando tutto bene. Non potevo iniziare la stagione meglio di così. Sono molto contento anche perché la squadra ha lavorato bene oggi. E lo dimostra Tim Wellens. È fantastico finire con un primo e un terzo posto».

Per carità, è solo la prima corsa dell’anno ed è anche una “piccola corsa”, ma il Pogacar visto ieri è sembrato quello brillante dei tempi migliori, quando con la sua “innocente sfacciataggine” attaccava, staccava tutti e con apparente semplicità vinceva. Non era certo quello che si doveva dannare l’anima alla terza settimana del Tour per staccare Vingegaard o, peggio, per cercare di non prenderne troppe dallo stesso danese.

E quando hai addosso questa aurea di ottimismo non ti ferma neanche una foratura. Non ti ferma perché hai un bel vantaggio. Perché l’ammiraglia è pronta ad intervenire. E perché resti tranquillo.

«Forare – ha detto Tadej – fa sempre un po’ paura, ma sono stato fortunato ad avere la macchina proprio dietro di me e quindi non è stato poi così stressante».

Lo sloveno ha forato, ma è rimasto tranquillo. Una buona condizione si denota anche dalla lucidità con cui vengono gestite situazioni simili
Lo sloveno ha forato, ma è rimasto tranquillo. Una buona condizione si denota anche dalla lucidità con cui vengono gestite situazioni simili

Questione di stimoli

Dicevamo degli stimoli. Questo non è un aspetto banale per un campione come Pogacar. Lo scorso anno ha assaggiato anche lui la “sconfitta”, anche se dobbiamo ammettere che parlare in questi termini sembra esagerato. Ma resta il fatto che per la prima volta in carriera Tadej non ha vinto. Si è trovato di fronte alla sua prima vera difficoltà.

Era normale che prima o poi il momento tosto arrivasse. Pertanto ci sta, eccome, che voglia prendere le sue contromisure. Anzi, è bello. E’ segno che ci tiene, che semmai è pronto ad impegnarsi ancora di più.

E allora torna il fatto che non sia andato al UAE Tour, dove era praticamente “costretto a vincere”. Torna il fatto che voglia partire più piano. E torna il fatto che voglia provare nuovi calendari. In due parole: nuovi stimoli.

Giusto un paio di giorni fa l’Equipe aveva detto che Tadej volesse cambiare ancora. Che dopo la Strade Bianche, corsa che ha vinto lo scorso anno e che adora, volesse volare direttamente a La Verrière per la partenza della Parigi-Nizza. Quindi niente Tirreno-Adriatico.

Non è ufficiale, e forse non accadrà: anche per questioni di equilibri non direbbe di no ad un’altra corsa Rcs, visto che non farà il Giro a vantaggio del Tour. Ma è anche vero che a certi livelli e con certi campioni si va oltre.

Quinto settore di sterrato, su uno strappo Tadej affonda il colpo. Lo tiene solo Samitier, poi 40 chilometri di cavalcata solitaria
Quinto settore di sterrato, su uno strappo Tadej attacca. Lo tiene solo Samitier, poi 40 chilometri di cavalcata solitaria

Gambe e ottimismo

Procedendo per passi, da mercoledì Pogacar sarà di scena alla Vuelta a Andalucia, corsa a tappe di buon livello. C’è da giurare che vorrà dare ancora spettacolo. Come ha detto recentemente alla Gazzetta dello Sport, per lui il ciclismo è un gioco, è divertimento e per questo vuole sempre vincere.

«Alla Vuelta a Andalucia – ha detto Pogacar – ci saranno corridori molto bravi, tappe belle e toste. Mi aspettano cinque giorni difficili di corsa».

E sempre procedendo per passi, dopo l’Andalucia ecco gli sterrati della Strade Bianche per l’asso sloveno. Sterrati che ha incontrato anche ieri alla Clásica Jaén Paraìso Interior. Ma forse Siena e Ubeda hanno poco in comune e lo stesso Pogacar ha voluto mettere i puntini sulle “i”.

«Non metterei a confronto queste due gare – ha detto lo sloveno – sono diverse. Sono differenti il tipo di sterrato, le salite e persino i tratti che ci sono nel mezzo».

In effetti la corsa spagnola è molto più filante, sia nell’altimetria che nei segmenti di strada bianca stessi: molto più ampi e battuti in Spagna.

Infine Tadej ha aggiunto una frase che forse è meno banale di quel che possa sembrare. Una frase che forse un anno fa di questi tempi non avrebbe detto: «Per me è molto importante iniziare così. Le gambe ci sono e questo mi dà fiducia per il prosieguo della stagione». Insomma, anche Tadej ha bisogno di certezze. Anche Tadej è umano. Forse…