Girmay batte Van der Poel, ma il tappo rovina la festa di Jesi

17.05.2022
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La volata è magistrale, lunga, di potenza pura. A Jesi va in scena la rivincita del duello visto a Visegrad. E’ una sfida fra titani, un duello di forza. E alla fine Mathieu Van der Poel deve arrendersi a Biniam Girmay. E prima di farlo gli fa il gesto del pollice in alto come a dirgli: “Ehi amico, oggi il più forte sei stato tu”.

Il Giro d’Italia arriva a Jesi ed è un bagno di folla. L’estate è esplosa all’improvviso. I platani fanno ombra e i pioppi “fanno nevicare”. L’eritreo della Intermarché Wanty Gobert dunque ce l’ha fatta. Ha vinto la tanto desiderata tappa. E sì che è tutto il Giro d’Italia che ci prova e proprio contro di lui.

Pozzo alla Guarnieri

Nel rettilineo dietro l’arrivo si alza il boato: sono tutti contenti che Girmay abbia vinto. Uno tra i primi a superare la barriera di giornalisti e fotografi che hanno dato l’assalto all’eritreo è Domenico Pozzovivo.

«E’ stata la prima volta in carriera che tiravo una volata – dice il lucano con un sorriso grosso così – Abbiamo fatto un lavorone oggi e Biniam lo ha finalizzato. E’ stata una tappa fantastica per noi. Ce l’avevamo in mente sin dal mattino, ma anche da prima.

«Abbiamo corso compatti. Ci siamo divisi bene i compiti. Prima i passisti e poi nel finale eravamo davanti noi scalatori. Nell’ultima discesa, infatti, che era velocissima, abbiamo un po’ faticato a tenere le ruote. Però sono riuscito a risalire e agli ultimi 700 metri ho urlato a Biniam di seguirmi… ed è andata benissimo».

«La tattica era questa sin dal via: tutti per lui. Ma non era facile attuarla. Soprattutto il finale lo avevamo studiato benissimo. Un meeting molto accurato con i nostri direttori sportivi, Valerio Piva e Steven De Neef.

Biniam è un talento cristallino. Durante la gara abbiamo cercato di farlo stare tranquillo con qualche parola, standogli vicino…».

Pozzovivo è davvero felice. Il suo sorriso è sincero. E’ contento per il compagno, per la squadra, per il gruppo. E per questa nuova esperienza da ultimo uomo. Un Guarnieri in versione mini! Anche a 40 anni c’è qualcosa da imparare. 

Tappo maledetto

Nel frattempo tutti i corridori che sfilano fanno un gesto d’intesa a Girmay o danno una pacca sulla spalla ad uno dei corridori dell’Intermarché Wanty Gobert che incontrano. E’ festa… Piva ai bus abbraccia tutti i componenti dello staff che man mano arrivano a Jesi.

La festa però viene rovinata nel momento in cui dovrebbe iniziare del tutto, cioè sul palco delle premiazioni. Il tappo della bottiglia dello spumante colpisce con violenza l’occhio sinistro di Girmay. 

Poco dopo l’incidente con il tappo dello spumante, il suo occhio sinistro inizia a gonfiarsi
Poco dopo l’incidente con il tappo dello spumante, il suo occhio sinistro inizia a gonfiarsi

In ospedale

Quella che doveva essere una semplice “pizzicata”, con il passare dei minuti diventa un bel problema. E infatti dietro il palco in attesa della conferenza stampa, l’eritreo è piuttosto contrariato. Il dissenso diventa paura quando dice di non vederci più.

L’occhio si gonfia. Si siede, continua a toccarselo, gli danno dell’acqua. Ma nulla da fare. Si attende il medico che a sua volta decide di portarlo in ospedale. L’urlo di gioia viene strozzato. E la conferenza stampa annullata.

La forza del gruppo

Quel che non cambia però è il risultato. E come lo si è raggiunto. Lorenzo Rota, segue Pozzovivo ad una manciata di secondi. 

Mentre sorseggia dei sali, con la divisa più leggera e super traspirante segnata dal bianco del sudore secco, Lorenzo racconta…

«E’ stata una giornata perfetta per noi – dice il lombardo – Ieri abbiamo riposato bene e oggi… è andata così. La vittoria era nell’aria, ma non è mai facile trasformarla in realtà, specie in un grande Giro. Però verso Jesi, dal primo all’ultimo di noi abbiamo fatto un lavoro straordinario».

Anche Rota non sta nella pelle. Sarà anche perché sta tornando ai suoi livelli, dopo aver superato un virus che lo ha tenuto lontano dalle corse per due mesi.

«Sono veramente contento. Come detto, non era facile. Non si tratta di pressione, perché viviamo alla giornata, ma quando inizi a fare risultato questa cresce. Ed è normale. Abbiamo due uomini in classifica e tutte le volte siamo protagonisti con qualcuno». 

«Siamo un bellissimo gruppo. Siamo ragazzi tranquilli. In questa squadra si sta bene, siamo una famiglia… e infatti ho rinnovato con loro per diversi anni. Anche ieri, nel giorno di riposo, anziché stare davanti ai telefonini o ai videogiochi ce ne siamo stati in hotel tutti insieme a chiacchierare. A chiacchierare del più e del meno, a fare considerazioni sulla corsa, a scherzare…

«E anche Pasqualon, che sta preparando il Tour, ogni tanto si fa sentire. L’altro giorno mi ha scritto. Il Giro è ancora lungo e speriamo di toglierci altre soddisfazioni».