Saranno 190 chilometri pianeggianti fino allo strappo finale di Visegrad. Probabilmente un gioco da ragazzi. Verrebbe da dire che vincerà chi sarà in grado di prendere la miglior rincorsa, ma nel ciclismo non c’è nulla di banale e in quegli ultimi 5,6 chilometri ci sarà da divertirsi. Certamente da sgomitare. Il Giro comincia e Van der Poel appare concentrato. E anche se lo tirano tutti per la manica, ricordando quanto fece al Tour 2021 sul Mur de Bretagne, l’olandese raffredda gli animi. Lì c’era la dedica per suo nonno Raymond Poulidor e la maglia gialla mai vestita. Lì era un’altra storia.
«Sembra semplice prendere la rosa – dice – ma tanti penseranno di poterlo fare. Bisognerà vedere chi avrà lo spunto migliore. Il sogno di prendere la maglia gialla era un po’ più grande, vista la storia che c’era dietro. Voglio assolutamente provare a indossare anche io la rosa, ma non sarà facile. Indossare la maglia di leader dei tre Giri non è un obiettivo. Tutti sanno che ho in testa obiettivi più concreti. Non è un segreto che voglio essere campione del mondo in tutte e tre le discipline».
La prima tappa parte da Budapest e si conclude al Castello di Visegrad, lungo un’ansa del Danubio (foto Giro d’Italia) La distanza della frazione d’esordio del Giro 2022 misura 195 chilometri: finale in leggera salita La prima tappa si aggiudica in cima a una salita di 5,6 chilometri (pendenza media 5,1 %, max 8%)
Giro e Tour
La strada è lunga, ammette abbassando lo sguardo. Ma si scuote e richiama tutti alla concretezza. Intanto si sa che la Alpecin-Fenix, in omaggio al secondo sponsor che è italiano, correrà con la maglia color verde comodoro, per il lancio di una nuova pittura murale, il cui nome X-Kin compare sulla maglia.
«Voglio finire il Giro e il Tour quest’anno – dice – l’anno scorso ho abbandonato il Tour perché stavano arrivando anche le Olimpiadi. Quest’anno non è così e quindi è un’altra storia. Si sente spesso dire che finire un Giro ti rende un corridore più forte e mi piacerebbe vedere se è vero. La preparazione non è stata delle migliori. Non credo di essere più fresco perché ho cominciato dopo. Recuperare da un infortunio logora anche di più. Perciò fra i tanti punti interrogativi c’è anche vedere come reagirà il mio corpo davanti alle salite della terza settimana».
La crono dimenticata
Domani si comincia. Da Budapest al Castello di Visegrad. A cose normali forse la squadra avrebbe puntato su Merlier, ma Tim non si è ripreso dalla caduta di Roubaix, per cui per le volate è tornato in ballo Mareczko.
«Ho provato l’arrivo – dice Mathieu – non sarà sicuramente facile. E’ un po’ come la tappa di apertura del Tour 2021, dove le cose andarono storte (a Landernau vinse Alaphilippe e Van der Poel si piazzò 20°, ndr). Non so se i velocisti saranno in grado di resistere, penso che Caleb Ewan sarà lì. Non sarà facile uscire in rosa dalla prima tappa, ma ci proverò. E se non dovesse bastare Visegrad, magari posso pensare alla crono del giorno dopo. Non posso dire di averci lavorato tanto (ride, ndr), appena un giorno nelle ultime settimane. Al Tour lo scorso anno andai bene, quindi non ho cambiato quasi nulla in termini di posizione. Ma non dico nulla, c’è tanta gente che si è preparata. Non io. E so che dovrò lavorarci tanto in futuro».
Il podio? Meglio Dumoulin
L’ultimo sorriso gli scappa quando gli riportiamo la battuta di Contador sul fatto che Alberto lo vedrebbe sul podio finale di questo Giro.
«Io sul podio? Forse dopo il primo giorno – sorride – ma la classifica finale non è un obiettivo. Nemmeno la maglia a punti. Cerco di vincere le tappe e di prendere la maglia rosa se mi sarà possibile. Il resto lo lascio a quelli più adatti, compreso Dumoulin. Sono molto curioso di vedere cosa potrà fare. Seguii ogni giorno dal divano il suo Giro del 2017, spero che sia nuovamente forte».