Al Giro d’Italia U23 le maglie dei leader firmate Alè

10.06.2022
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Mancano pochissime ora al via ufficiale della 45a edizione del Giro d’Italia Giovani, l’evento organizzato da ExtraGiro e riservato alla categoria under 23 in programma da sabato 11 a sabato 18 giugno.

E anche quest’anno, così come avvenuto nel 2021, Alè non ha fatto mancare il proprio supporto all’evento rosa. Il marchio veneto ha disegnato e realizzato le sei maglie che saranno indossate dai rispettivi leader delle varie classifiche.

La maglia rosa Suzuki identifica come tradizione il leader della classifica generale. Quella rossa ITAS Assicurazioni invece andrà sulle spalle del corridore meglio piazzato nella classifica a punti. La maglia azzurra GLS è quella riservata al miglior scalatore, quella bianca AIDO verrà vestita dal miglior giovane in graduatoria. Chiudono la serie la maglia multicolore ENIT, a beneficio del leader della classifica combinata, e l’originale maglia nero/rosa ExtraGiro che verrà indossata dal miglior atleta italiano.

Alè, Giro d’Italia under 23, maglia rosa, Suzuki
Alè, Giro d’Italia under 23, maglia rosa, Suzuki

Una promozione importante

L’appuntamento con il Giro d’Italia under 23 rappresenta un palcoscenico di spessore, sia per le aziende coinvolte – come appunto il maglificio Alè – quanto per i territori che credono nel progetto di ExtraGiro. La gara toccherà ben sei regioni: Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino, Lombardia e Piemonte dove è posto il traguardo finale di Pinerolo. Gli iscritti sono 176, provenienti da 14 paesi, in rappresentanza di 35 squadre (18 italiane e 17 straniere).

Carovana di 650 persone

Il Giro Giovani nel corso degli anni ha visto aumentare la visibilità e il gradimento a livello internazionale. E’ arrivato a porsi come occasione di promozione per la storia, le eccellenze e la cultura del nostro Paese. Non a caso, la macchina organizzativa genera un notevole indotto per i territori coinvolti, muovendo una carovana di circa 650 persone per 6.000 posti letto.

Bisogna anche considerare il quotidiano allestimento dei villaggi sponsor nelle località di partenza e arrivo di tappa (100.000 presenze nel 2021) e la crescente community online che solo l’anno scorso ha raggiunto oltre 10 milioni di “impression”, con immagini televisive distribuite in più di 40 paesi nel mondo.

Anche quest’anno è stata Alè disegnare e cucire le maglie dei leader delle classifiche del Giro under 23
Anche quest’anno è stata Alè disegnare e cucire le maglie dei leader delle classifiche del Giro under 23

Alessia Piccolo, CEO Alè

«La nostra azienda – ha orgogliosamente dichiarato Alessia Piccolo, CEO di APG, la realtà imprenditoriale alla quale fa capo e riferimento il brand Alè – è davvero entusiasta di supportare questo evento riservato ai giovani e ai campioni di domani. L’anima di Alè è fortemente legata alle competizioni, e proprio grazie alla costante collaborazione attiva con alcuni dei migliori team WorldTour al mondo, ma anche con le federazioni nazionali, in modo particolare di Francia e Slovenia (Pogacar, Alaphilippe, Roglic, Mohoric e compagni “vestono” Alè quando devono difendere i colori della propria nazione ad Europei e Mondiali…), riusciamo a migliorare sempre più i capi delle nostre collezioni riservate agli amatori. Non vediamo l’ora di premiare i vincitori finali di tutte e sei le speciali classifiche con l’auspicio che questi ragazzi possano un giorno calcare alla grande il palcoscenico del grande ciclismo professionistico».

Alè Cycling

Frigo dice addio al Giro U23 e all’appartamento con vista Fauniera

09.06.2022
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Sin qui il Giro d’Italia U23 non è partito sotto una buona stella per quei (pochi) corridori italiani che potevano lottare per la maglia rosa. In primavera abbiamo perso Gianmarco Garofoli, per un problemino al cuore, e domenica scorsa la sorte si è accanita contro Marco Frigo.

Una caduta, anche relativamente banale, e una frattura. Il veneto della Israel Cycling Academy deve così dire addio ai sogni rosa. E ieri mattina un comunicato, dopo gli esami e la terapia iniziata subito dopo l’incidente, ha ufficializzato, purtroppo, una news che era nell’aria.

Il morale chiaramente non è alto, ma Frigo non si abbatte e non perde la sua lucidità.

Frigo al Giro dell’Appennino. Aveva disputato un’ottima corsa
Frigo al Giro dell’Appennino. Aveva disputato un’ottima corsa
Marco, cosa è successo?

Sono caduto domenica scorsa al Giro dell’Appennino. Non ero messo male e quindi un po’ ho rischiato. Non sono un matto, se lotto per la 50ª posizione sono razionale e non vado a prendermi rischi inutili, ma ero nel gruppetto con Covi a ridosso dei primi e sono entrato troppo forte in una curva. Sono andato dritto e sono caduto. Sono finito a terra neanche in malo modo, pensate che non ho neanche un livido, però ho messo male la mano e ho capito subito che al polso c’era qualcosa che non andava.

E quindi niente Giro, niente lotta per la maglia rosa. Perché ci puntavi, giusto?

In partenza almeno avrei sicuramente lottato, poi è la strada che parla e a me piace che sia questa a parlare. Non nascondo che le sensazioni erano molto buone. Già nella prima corsa in Francia dopo il lungo ritiro a Sierra Nevada non ero andato male, nonostante scendessi proprio dall’altura e sappiamo bene cosa questo comporta. E ancora meglio era andata all’Appennino. Però questo è successo e io lo devo accettare.

Cosa sapevi, cosa ti piaceva di questo Giro under?

Sicuramente era un bel Giro, nonostante fosse solo di sette tappe e senza una crono. Crono che mi sarebbe piaciuta molto. Sarebbe stato un terreno per fare la differenza. E comunque questo non manca. Ci sono due tappe, la terza e quella del Fauniera, molto dure. E poi altre frazioni meno dure, ma per questo molto insidiose, tappe in cui poteva succedere qualcosa. 

Il veneto sorridente nei giorni a Sierra Nevada. A fine stagione passerà nella WorldTour
Il veneto sorridente nei giorni a Sierra Nevada. A fine stagione passerà nella WorldTour
E ne conoscevi qualcuna di tappa? Avevi fatto dei sopralluoghi?

Credo che la terza tappa faccia da spartiacque, tra coloro che lotteranno per la classifica e coloro che cercheranno le vittorie di tappa. E’ davvero molto dura. Per quanto riguarda i sopralluoghi, pensate che per la sera dell’Appennino, avevo prenotato un appartamento a Cuneo per percorrere quella frazione e andare alla scoperta del Fauniera. E invece nulla, me ne sono dovuto tornare a casa con la coda tra le gambe.

Peccato, davvero… Qualcuno ti ha scritto, magari qualche corridore?

Guardate, io ci ho sperato sino all’ultimo di partire per il Giro, anche perché la frattura non è scomposta. Mi sono allenato sempre sui rulli come se dovessi fare delle uscite normali, ho lavorato immediatamente con il fisioterapista… Insomma ci speravo. Ci speravo più con il cuore che con la testa. Ed anche per questo abbiamo tenuto la notizia riservata in squadra. Pertanto no, a ieri, fino a quando non è uscito il comunicato, nessuno mi ha scritto perché nessuno sapeva… al di fuori dei compagni. Però alcuni messaggi mi hanno fatto piacere. Fortunatamente o sfortunatamente ci sono abituato agli infortuni.

Prima hai detto che in altura a Sierra Nevada avevi lavorato bene: si possono quantificare i miglioramenti?

Un miglioramento c’è stato, ma sono convinto sia stato soprattutto per merito del calendario fatto sin qui e delle gare svolte nel WorldTour. Poi che dire, ho trovato un ambiente molto professionale, non che non avessi una buona base, comunque venivo dalla Seg Racing, solo che l’influenza della squadra WorldTour si sente. T’interfacci anche con il loro staff.

E c’era anche qualcuno del team WorldTour?

Dei nostri no, però c’erano molti team che stavano preparando il Tour. Ag2R-Citroen, Arkea-Samsic…

Il cittì Amadori con Frigo durante lo scorso Giro U23, anche in quella occasione Marco era reduce da una brutta caduta
Il cittì Amadori con Frigo durante lo scorso Giro U23, anche in quella occasione Marco era reduce da una brutta caduta
Ed era il Frigo migliore di sempre?

Non lo so, però ero ben preparato. Sarei partito con la consapevolezza di aver lavorato bene, di aver fatto il massimo. E poi spero che il miglior Frigo debba arrivare.

Farai un salto al Giro?

Magari andrò a salutare i miei compagni al via della tappa da Rossano Veneto, che è a cinque minuti da casa mia. Ma in questo momento ho anche un po’ di “repulsione”, mettiamola così… Mi serve un bel reset per ripartire.

Chi sono secondo te i favoriti?

I francesi della Groupama-Fdj. Per come li ho visti sin dalla primavera sono molto forti, molto affiatati. Però credo che anche il nostro Mason Hollyman possa far bene. Lui è uno scalatore e le salite dure, quelle con pendenze ripide non mancano. Mi auguro che possa ottenere dei buoni risultati. Ma sinceramente – aggiunge con un po’ di malinconia ben comprensibile – pensavo a ciò che avrei potuto fare io.

Germani ci apre le porte dello squadrone che fa già paura

06.06.2022
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Mancano pochi giorni al via del Giro d’Italia U23. La corsa rosa sta man mano trovando protagonisti e tra i nomi più gettonati in assoluto figurano quelli dei due francesi Lenny Martinez e Romain Gregoire. I due hanno un terzo compagno fortissimo, Lorenzo Germani il quale si è lasciato alle spalle un momento difficile che addirittura sembrava mettesse in bilico la sua presenza al “Giro baby”.

In pratica l’Equipe Continental Groupama-FDJ sarà il faro della corsa. Fino a qualche giorno fa restavano dei dubbi circa la presenza del figlio d’arte, Martinez appunto (suo papà Miguel ha vinto le Olimpiadi in Mtb nel 2000), ma adesso tutto è chiaro. Avranno onori e oneri della corsa… 

Lorenzo Germani (classe 2002) è alla seconda stagione nel team francese
Lorenzo Germani (classe 2002) è alla seconda stagione nel team francese
Lorenzo, ci siamo: pochi giorni al via del Giro under. Come stai?

Ho fatto la Corsa della Pace con la nazionale e le sensazioni sono state buone. Sono in crescita. Adesso c’è il Giro e già so che compito avrò: quello di aiutare la squadra.

Sei entrato subito nel pieno del discorso…

Sappiamo che abbiamo la possibilità concreta di conquistare la maglia rosa, di vincere le tappe in salita e di fare bene anche in quelle veloci.

E quale sarà appunto il tuo ruolo?

Non lo so ancora di preciso. Inizialmente cercherò di gestirmi e magari trovare qualche fuga. Poi so che dovrò lavorare. Magari sarò un battitore libero, ma certo se dovessimo avere la maglia dovrò tirare.

Siete senza dubbio la squadra più forte: come ci si sente ad avere gli occhi addosso?

Occhi addosso… noi pensiamo a fare la nostra corsa. La squadra sicuramente è ben disegnata, possiamo fare bene ovunque. Sì, siamo la squadra faro e correranno su di noi, ma per come gestiamo di solito noi la corsa non pensiamo agli avversari. A volte neanche guardiamo la starting list. Magari sembrerò uno “spaccone”, ma è per dire della mentalità che abbiamo. Per dire come interpretiamo noi le gare. Poi chiaramente è normale che in corsa man mano si gestiranno le situazioni. Però si parte per essere protagonisti.

Chi sarà il capitano: Martinez o Gregoire?

Quello che staccherà l’altro in salita! Non abbiamo un leader designato per ora.

Ma secondo te si metteranno l’uno a disposizione dell’altro o si “beccheranno”?

Vi regalo un aneddoto. Quest’anno Romain (Gregoire, ndr) ha vinto il Belvedere e quel giorno io sono arrivato poco dietro ma comunque tra i primi (settimo, ndr). Ebbene, subito dopo la corsa, appena finite le premiazioni, Romain mi ha detto: “Lorenzo, domani la corsa la facciamo per te”. Un altro corridore magari, fresco di vittoria, non lo avrebbe detto e lui sapeva bene che il giorno dopo avrebbe potuto vincere di nuovo. Poi magari lo pensava pure, ma non è quello che ha voluto dare a vedere o farmi capire. Quindi se Romain dovesse essere quello che andrà meno forte si metterà a disposizione tranquillamente. Credo che anche al Giro riusciremo a correre da squadra, come abbiamo dimostrato già in altre corse.

Tra i due chi è più “cannibale”, se così possiamo dire?

Sono due mentalità vincenti e se possono vincere entrambi vogliono farlo. Romain si vede che viene dall’Ag2R, che ha fatto gli juniores con loro che hanno già una mentalità molto professionale. Mentre Lenny da juniores in pratica ha corso da solo, però devo dire che sta imparando molto per quel che riguarda le dinamiche di squadra.

Sei nella squadra più forte con coloro che, almeno su carta, sono i favoriti. Questo un po’ ti limita? Oppure va bene così? Va bene lottare per la maglia rosa? 

Mah sapete – Germani risponde con una maturità pazzesca – io so già che non potrei vincere il Giro e da questo punto di vista non mi pesa più di tanto mettermi a disposizione. Fossi partito per vincerlo, sarebbe stato diverso. Magari sì, sarei potuto essere un po’ più libero in alcun tappe, avrei avuto più tappe su cui puntare, però vediamo strada facendo cosa viene fuori. E poi devo dire una cosa di questa squadra.

L’Equipe Continental Groupama-FDJ in avanscoperta sul Mortirolo. Germani è in giallo (foto Instagram)
L’Equipe Continental Groupama-FDJ in avanscoperta sul Mortirolo. Germani è in giallo (foto Instagram)
Cosa? 

In tutte le corse che ho fatto, prima di iniziare a tirare o di fare un determinato lavoro, il team ci ha dato la possibilità di entrare in fuga e quando ci sono riuscito ho raccolto dei buoni risultati. Insomma non si va al Giro sapendo già di dover solo tirare. E poi siamo under 23, spesso le carte si mischiano e tappe che su carta sembrano facili diventano le più difficili perché tutti ci vogliono provare o hanno la possibilità di stare davanti. Senza contare che siamo in Italia e da noi si corre più alla garibaldina.

Quindi Lorenzo ti possiamo tifare! Ti aspettiamo magari nella seconda tappa, quella di Pinzolo che è dura e la classifica, in teoria, non dovrebbe ancora essere delineata?

Eh – sospira Germani – ma anche nella prima se dovesse esserci vento… mai dire mai.

Avete fatto qualche sopralluogo? Conoscete il percorso? Gli Eolo-Kometa per esempio sono andati alla scoperta del Fauniera…

Abbiamo fatto un ritiro a Tirano, alla base dell’Aprica e del Mortirolo, pertanto abbiamo visto tutta la terza tappa, la più dura insieme a quella del Fauniera.

A tutta verso il Giro U23. Le ultime da patron Selleri

30.05.2022
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Mancano poco più di dieci giorni al Giro d’Italia U23 e le cose sono (quasi) tutte al loro posto. L’organizzazione di ExtraGiro è pronta a regalare un’altra edizione entusiasmante della corsa rosa. Marco Selleri e i suoi colleghi ci hanno abituato a standard elevati: dalla logistica alla comunicazione, dai percorsi al parterre.

Il “Giro baby” scatterà l’11 giugno a Gradara e si concluderà il 18 a Pinerolo. Sette tappe, ben equilibrate tra frazioni veloci, di montagna e ondulate. Da affrontare ci saranno in tutto 989,3 chilometri e 16.987 metri di dislivello.

Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro
Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro

Sicurezza e viabilità

Ma cosa fa in queste fasi l’organizzatore? Come vive questi giorni? La parola passa direttamente a Selleri, direttore generale del Giro.

«Per quel che mi riguarda – dice il romagnolo – mi concentro su due aspetti principali: la logistica e la viabilità».

 

«Per la logistica si deve sistemare e smistare tutto il materiale e le attrezzature necessarie per la carovana. Bisogna organizzare i circa 50 mezzi di servizio, mezzi di trasporto per personale e materiale. Per quanto riguarda la viabilità invece sto ultimando le riunioni con Comuni, Prefetture… e devo dire che questo aspetto è sempre più difficile».

«E’ più difficile perché si è alzata l’asticella in termini di sicurezza, e va bene, ma sta diventando insostenibile dal punto di vista dello stress ed economico. Vi dico solo che per la Strade Bianche di Romagna, per la sola Val Conca, ci sono state 120 “volontari” a terra. E queste devono essere pagate, sia che vi restino un quarto d’ora che mezza giornata».

Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima
Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima

Fauniera okay

Per quanto riguarda invece il percorso, quasi tutto è confermato. Le sette frazioni restano fedeli al programma originale, salvo quella finale di Pinerolo.

«In questa frazione – dice Selleri – è stato eliminato un giro nel finale per questioni di viabilità legate ad una galleria, ma nulla di ché.

«Mentre per il Fauniera la strada è aperta e in buone condizioni. Ho effettuato un sopralluogo nel giorno in cui il Giro d’Italia dei professionisti arrivava a Cuneo. In cima non c’è neve e si può transitare bene. In più abbiamo previsto un “piano B”. In caso di maltempo possiamo fermarci in un punto a 8 chilometri dalla vetta, quando siamo comunque a quota 1.900 metri».

Il Fauniera sarà un momento chiave non solo dal punto di vista tecnico-sportivo della corsa, ma anche per la logistica. Che quel giorno il meteo sarà buono sarà importantissimo. In vetta infatti come dice Selleri stesso, non c’è spazio neanche per montare un gazebo di tre metri per tre. Per dire che si è davvero al limite.

«Anche per questo non abbiamo potuto montare una tensostruttura per gli atleti. Però ad appena un chilometro dalla linea d’arrivo c’è lo spazio per le macchine, quindi potranno fare riferimento a quelle».

L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte
L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte

Il parterre

E poi c’è il parterre. La corsa rosa si annuncia come la più importante dell’anno per i team. E le squadre hanno fatto fuoco e fiamme per esserci. Le richieste sono state tantissime, ma chiaramente non c’è stato posto per tutti.

I big non mancheranno. Per adesso tutti sembrano aver dato conferma della loro presenza. Anche se a dire il vero dopo la Strade Bianche di Romagna ci si aspettava un parterre più definito. Pretattica?

«Il parterre degli atleti – riprende Selleri – sarà uno dei migliori possibili. Abbiamo 17 squadre straniere e fra queste non ci sarà la Trinity per un discorso di rotazione, così da far partecipare anche altri team».

«Semmai sono preoccupato  per il Covid, che gira ancora. Sento di pro’ ritirati dalle corse e la squadra dell’Uzbekistan, per esempio, ha rinunciato alla Strade Bianche di Romagna perché tra cadute e Covid erano rimasti con tre atleti». 

«Ricordo che prima del Giro U23 organizziamo altre quattro corse: per noi di ExtraGiro quasi quattro tappe in più, per noi organizzatori direi! Si tratta della Strade Bianche di Romagna, già disputata, delle due gare di Meldole e di quella di Riolo Terme (per gli under 23 si tratta di tre corse, ndr). In questa occasione avrò un confronto con le squadre. Io credo che in quest’ultima gara molti corridori che vedremo al Giro riposeranno». 

Bardiani a Livigno per preparare il Giro under: vediamo come

23.05.2022
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Mentre i professionisti si preparano per affrontare l’ultima settimana del Giro e oggi si godranno il secondo giorno di riposo, gli under 23 si preparano al Giro d’Italia di categoria. Quest’anno la corsa partirà l’11 giugno da Riccione e si concluderà il 18 a Pinerolo. Abbiamo così voluto andare a spiare il lavoro di una delle squadre che parteciperanno al Giro Under 23. Bussiamo in casa Bardiani-CSF-Faizanè, ad aprire la porta c’è Pino Toni, coach che sta lavorando con il team di Rossato.

Toni 2022
Pino Toni sta seguendo i corridori della Bardiani under 23 verso il Giro d’Italia di categoria
Toni 2022
Pino Toni sta seguendo i corridori della Bardiani under 23 verso il Giro d’Italia di categoria

Parola d’ordine: programmazione

«I nostri under sono in altura a Livigno ormai da qualche giorno – dice Pino – alcuni in precedenza sono stati anche sull’Etna. Con il fatto che gli under in Bardiani possono fare solamente gare internazionali abbiamo preferito optare per fare dei carichi di lavoro. La differenza con i pro’ è che correndo meno, possono essere gestiti meglio e quindi programmare i lavori. Questo ci permette di poter far crescere i ragazzi con calma ma soprattutto di averli sempre sotto osservazione».

I corridori della Bardiani hanno corso molte più gare a tappe per migliorare il rendimento, in foto Marcellusi al Tour of Antalya
I corridori della Bardiani hanno corso molte più gare a tappe per migliorare il rendimento. Qui Marcellusi al Tour of Antalya

Un calendario differente

Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è quanto differisca l’attività che gli under fanno in Bardiani rispetto a quella di una squadra under 23…

«Non serve correre tutte le domeniche per crescere e migliorare di condizione – riprende il coach – anzi. Quello che fa davvero la differenza è il calendario che siamo riusciti a costruire per questi ragazzi: tante corse a tappe e periodi di due settimane senza corse per avere il tempo giusto per lavorare in allenamento. Se si corre tutte le domeniche non si lavora mai in settimana e questo non permette di fare tutto quel che c’è da fare. 

«Vi faccio l’esempio di Marcellusi: lui la differenza l’ha fatta quest’anno perché ha avuto un salto di qualità anche nelle corse che è andato a fare. Ha gareggiato all’Antalya, all’Istrian Trophy ed alla Carpathian Race, tutte corse a tappe all’estero. Fare tanti giorni di corse a tappe ti permette di creare la condizione, di adattarsi allo sforzo. In gara i corridori trovano motivazione, hanno condizioni psicologiche differenti rispetto all’allenamento. L’adrenalina è il più grande antidolorifico che esista, ti permette di spingere oltre i tuoi limiti, cosa che non riesci a fare in allenamento. Tra correre una volta a settimana o fare 4 giorni di corsa cambia anche il valore del TSS (Training Stress Score) perché tiene conto anche della vicinanza degli sforzi».

La squadra di Reverberi ha corso anche nel Nord, qui Martinelli alla Freccia del Brabante
La squadra di Reverberi ha corso anche nel Nord, qui Martinelli alla Freccia del Brabante

L’allenamento specifico

Come detto i corridori della Bardiani, guidati da Rossato, sono a Livigno per prepararsi al Giro Under 23. Alla luce di queste considerazioni cosa cambia nell’allenamento e nell’avvicinamento alla gara?

«In questi giorni – racconta Pino – si sta lavorando in altura, i ragazzi fanno allenamenti specifici sulla forza, parametro che in gara tendono a perdere leggermente. Si fanno dei lavori sulla resistenza ma con meno ore, si fanno dei volumi un po’ inferiori di allenamento. In una giornata tranquilla si fanno al massimo 5 ore, in una più dura con dislivello sui 3.000 metri se ne fanno 3 di ore. La media di dislivello sui 10 giorni è 22.000 metri, si fanno pochi fuorigiri, quelli si fanno in corsa. Fondamentalmente in questi giorni si tratta di fare un richiamo di preparazione. Questi giorni servono principalmente ai ragazzi per capire a che livello sono rispetto ai propri compagni così da vedere da soli quali potranno essere le priorità all’interno della squadra durante il Giro».

«Una volta scesi – riprende – faranno qualche gara per mettere il ritmo corsa nelle gambe, se si lavora bene ne bastano un paio. Andranno al De Gasperi e alle Strade Bianche di Romagna».

L’ultima gara disputata dal gruppo giovani della Bardiani è stato il “Gran Premio Industrie del Marmo” vinto da Martinelli
L’ultima gara disputata dal gruppo giovani della Bardiani è stato il “Gran Premio Industrie del Marmo” vinto da Martinelli

Un Giro bello tosto

La scelta di andare a prepararsi a Livigno da parte della Bardiani non è casuale, infatti i ragazzi guidati da Rossato hanno approfittato per visionare la tappa numero 3, e le considerazioni non sono mancate.

«Rossato mi ha chiamato, è andato a vedere la tappa con partenza da Pinzolo e arrivo a Santa Caterina Valfurva». Il tono del coach si fa più serio. «Non mi sembra normale fare una tappa così dura. Si parla di fare corse rapportate alla preparazione del ragazzo e con la loro maturazione e poi metti una tappa da quasi 5.000 metri di dislivello? E’ un Giro molto duro, nel fare la squadra siamo un po’ “impiccati” perché i corridori da schierare sono 5 e noi ne abbiamo 6. Uno dei due primi anni, probabilmente Pinarello, lo farà. Sinceramente, se avessimo avuto ancora Trainini, Pinarello lo avremmo lasciato a casa.

«Una volta – racconta – quando si chiamava Giro Bio i primi anni non lo facevano nemmeno. Abbiamo corso tanto all’estero, ma una tappa con tanto dislivello non l’avevamo ancora trovata. E’ anche una questione di rispetto verso tutte le squadre che partecipano, tanto chi vince una tappa del genere la vince anche con 1.000 metri di meno…».

Alessandro Pinarello qui al Trofeo Piva potrebbe essere l’unico “primo anno” della Bardiani a partecipare al Giro Under 23
Alessandro Pinarello qui al Trofeo Piva potrebbe essere l’unico “primo anno” della Bardiani a partecipare al Giro Under 23

La squadra c’è

«Andremo al Giro con le migliori intenzioni, i corridori li abbiamo e punteremo a fare bene, Marcellusi potrà puntare a qualche tappa. Abbiamo ambizioni di classifica: c’è Martinelli, Nieri sta crescendo, avremo il velocista spagnolo. Ci sarà anche uno dei primi anni, come detto più Pinarello che Pellizzari. Sarà comunque una buona esperienza per loro. I due stanno crescendo bene, hanno corso con i pro’ e nelle gare 1.2. Il ritmo in corsa non sarà tanto differente rispetto a quando ci sono le squadre continental straniere o le development dei vari team WT. Sarà un bel banco di prova, vedremo poi chi ci sarà. Le convocazioni spettano a Rossato e Bruno Reverberi».

Gregoire è un talento, però Madiot ci va cauto

15.05.2022
5 min
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Romain Gregoire non riesce a smettere: in tre settimane si è portato a casa ben quattro classiche di primo piano nel panorama under 23. Il 16 aprile ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, due giorni dopo è venuto in Italia e in 24 ore ha conquistato Giro del Belvedere e Palio del Recioto. Non contento l’8 maggio è andato in fuga alla Fleche Ardennaise con altri due corridori e li ha dominati in volata al punto che è stato segnato un secondo di margine fra lui e loro.

Stiamo parlando di un corridore al primo anno di categoria, del campione europeo juniores e argento mondiale dietro il norvegese Hagenes (anche lui in evidenza alla Lotto Soudal Development, ma non agli stessi livelli). A ben guardare, il tanto decantato Evenepoel aveva fatto poco di più…

Gregoire 2021
Guardate l’espressione di Gregoire con l’argento mondiale al collo: il 2° posto non è un’opzione valida…
Gregoire 2021
Guardate l’espressione di Gregoire con l’argento mondiale al collo: il 2° posto non è un’opzione valida…

Un talento da proteggere

Non abbiamo tirato in ballo il belga a caso. Nel ciclismo attuale alla ricerca spasmodica del campionissimo, le vittorie di Gregoire non sono passate inosservate, tanto che in casa Groupama FDJ la legittima soddisfazione convive in maniera sostanziale con una certa preoccupazione. Per questo, nel parlare del suo pupillo Marc Madiot, “capo supremo” del team francese è molto abbottonato e protettivo verso un simile capitale.

Sempre disponibile, il due volte vincitore della Parigi-Roubaix si sottopone volentieri alle domande su Gregoire, ma si sente dalla sua voce che tiene a mantenere un profilo basso, a evitare che la pressione monti intorno al 19enne di Besançon.

«Romain sto imparando anch’io a conoscerlo, di persona ma anche attraverso quel che mi dicono i responsabili della squadra Development. Sicuramente è davanti agli occhi di tutti la sua qualità, ma credo sia ancora presto per poterlo valutare appieno».

Madiot 2022
Madiot, manager della Groupama FDJ confida in Romain ma vuole anche preservarlo
Madiot 2022
Madiot, manager della Groupama FDJ confida in Romain ma vuole anche preservarlo
Vi ha sorpreso un rendimento così elevato al suo primo anno nella nuova categoria?

Non direi sorpreso. E’ certo che ha iniziato presto a vincere, ma me lo aspettavo viste le sue capacità in allenamento e quello che ha saputo fare da junior che potesse essere subito competitivo. Ha molto carattere e questo è un ingrediente fondamentale per emergere.

Per quel che si è visto, è un corridore che può avere chances anche nelle corse a tappe?

E’ un corridore da scoprire, ma io penso che lo possa essere. Quando è stato chiamato in causa ha fatto bene, lo scorso anno è stato quarto alla Corsa della Pace, ha anche vinto corse di più giorni e quest’anno al Circuit des Ardennes si è messo in evidenza pur scontando una brutta prima tappa che l’ha estromesso di classifica. Sono molto curioso di vedere quel che potrà fare al Giro Under 23, al di là del risultato mi interessa vedere come lo interpreterà. Il programma è che faccia sia Giro che Tour de l’Avenir, sarà un bel test per lui.

Gregoire Belvedere 2022
La netta vittoria di Gregoire al Giro del Belvedere, con Guzzo a 20″ (foto di Valentina Barzi)
Gregoire Belvedere 2022
La netta vittoria di Gregoire al Giro del Belvedere, con Guzzo a 20″ (foto di Valentina Barzi)
C’è un corridore del passato o del presente a cui Gregoire può essere paragonato?

No, non mi sento di fare paragoni perché è ancora un corridore da costruire. Non dobbiamo commettere l’errore di proiettare i risultati ottenuti nelle categorie minori nel professionismo, perché questo è un mondo a parte. Quei risultati hanno valore fino a un certo punto, da pro’ cambia tutto.

Quali sono le corse professionistiche, soprattutto le classiche del nord, che si adattano meglio a lui?

Il discorso è lo stesso di prima: Gregoire ha sicuramente vinto gare importanti che farebbero ad esempio pensare che possa emergere nelle prove delle Ardenne, ma quando passi pro’ il discorso cambia sostanzialmente, c’è necessità di tempo per capire dove potrà arrivare e dove potrà emergere.

Secondo voi è già possibile inserirlo in una squadra professionistica o ha bisogno almeno di un altro anno nel team development?

No, sicuramente resterà nell’equipe development, ma avrà occasioni per “assaggiare” il livello più alto. Vogliamo che proceda per gradi e non bruci le tappe.

Gregoire Recioto 2022
Il podio del Recioto, altra vittoria per distacco su Pinzon (COL) e Staune Mittet (DEN)
Gregoire Recioto 2022
Il podio del Recioto, altra vittoria per distacco su Pinzon (COL) e Staune Mittet (DEN)
Allargando il discorso, siete soddisfatti di com’è andata finora la stagione per la vostra squadra.

Non potremmo non esserlo… I risultati di Demare al Giro sono lì a testimoniare la nostra competitività, poi con Kung e Madouas abbiamo fatto molto bene nelle classiche del Nord. Io comunque non guardo mai a quel che è stato fatto ma appena conclusa una corsa sono già proiettato verso quella successiva, quindi penso che ci sia ancora molto da fare.

Ci sono altri Gregoire nel ciclismo francese, altri corridori così promettenti?

Lo spero vivamente, il nostro movimento è generalmente in forte crescita e sono convinto che ci siano in giro altri Gregoire, magari anche con qualcosa in più. Noi siamo attenti nello scovare nuovi talenti e dare loro la possibilità di crescere, ma con calma, come è giusto che sia.

Il Muro Ca’ del Poggio: territorio, Prosecco e Giro d’Italia

05.05.2022
5 min
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Un muro che regala emozioni. Il Muro di Ca’ del Poggio è una lingua di asfalto della lunghezza di 1.155 metri con una pendenza media del 12,7 % che si trova nel comune di San Pietro di Feletto. 

Uno strappo legato indissolubilmente al Giro d’Italia e non solo, che ha visto il passaggio della corsa rosa cinque volte dal 2009 ad oggi. Quest’anno il 26 maggio sarà per la sesta volta teatro di un altro passaggio in occasione della 18ª tappa da da Borgo Valsugana a Treviso.

E’ considerata la salita simbolo delle Colline del Prosecco, che il 7 luglio 2019 sono state riconosciute dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità. Un fenomeno ciclistico che lega un territorio e le sue eccellenze, con le due ruote. Non a caso questo muro vanta un gemellaggio con il Muro di Grammont, e il Mûr-de-Bretagne: celebri appuntamenti che hanno scritto pagine di storia del ciclismo. Andiamo a scoprire insieme ad Alberto Stocco, titolare di Ca’ del Poggio, ciò che sta dietro a questa eccellenza. 

La salita è circondata dalle colline del Prosecco Patrimonio dell’UNESCO
La salita è circondata dalle colline del Prosecco Patrimonio dell’UNESCO

Legato al Giro

Poco più di un chilometro in grado di fare arrivare appassionati da tutto il mondo. Quando nasce e cosa lo rende speciale? 

«Il muro nasce – racconta Stocco – nel 2009 con il primo passaggio del Giro d’Italia, in quel momento viene battezzato come Muro di Ca’ del Poggio. Da allora sono passati cinque Giri, due Giri d’Italia under 23 e due Giri d’Italia donne. Un totale di nove corse rosa. Un campionato italiano nel 2010. Tutti gli anni passano anche due Gran Fondo: la GF Pinarello e la Prosecco Cycling. Appuntamento fisso anche per le due internazionali di Solighetto e San Vendemiano. Inoltre dal 2010 il Muro è stato certificato come salita dalla Federazione Ciclistica Italiana ed è ancora adesso l’unica ad essere certificata». 

Il passaggio sul Muro è previsto per la 18ª tappa che va da Borgo Valsugana a Treviso
Il passaggio sul Muro è previsto per la 18ª tappa che va da Borgo Valsugana a Treviso

Il territorio

Appuntamenti di questo tipo e salite che possono raccontare storie, sono una chiave di lettura per sponsorizzare e fare conoscere il territorio. «Dare il giusto valore al territorio – spiega Stocco – è una cosa dovuta, visto quanto successo negli ultimi anni. Ca’ del Poggio è un’icona per quanto riguarda il ciclismo professionistico e per gli amatori e i giovani che vogliono venire e provarlo e a conoscere il territorio, che il 7 luglio 2019 è diventato Patrimonio dell’Umanità.

«Il turismo slow, che vuole ambienti che si distacchino dalla quotidianità, è diventato oggi molto importante, per chi vuole vedere dove nasce il prosecco e dove abbiamo un territorio che si predispone a questo tipo di turismo. Le amministrazioni locali e la regione riconoscono questa salita come un evento di promozione territoriale». 

La pendenza media è del 12,7 % con punte che arrivano al 19 %
La pendenza media è del 12,7 % con punte che arrivano al 19 %

Festa Rosa

In occasione del passaggio del Giro d’Italia in programma il 26 maggio, il Muro è pronto ad ospitare migliaia di tifosi e appassionati. 

«Daremo vita – dice Stocco – alla decima edizione della grande Festa Rosa. All’interno della quale daremo ospitalità a tutti gli appassionati che vorranno venire. In primis per quanto riguarda il Veneto che si distingue come la seconda regione in Italia come numero di iscritti e praticanti di questo meraviglioso sport. Ovviamente è aperta a tutti i tifosi del mondo. E’ una festa dove ci saranno musica, prodotti tipici e voglia di stare insieme. Prevediamo circa 10.000 persone per questo appuntamento». 

Nella struttura Ca’ del Poggio è presente l’Olimpic Room che celebra gli sportivi
Nella struttura Ca’ del Poggio è presente l’Olimpic Room che celebra gli sportivi

Il Muro

Passato, presente e futuro di questo Muro sono la voglia di condividere e scalare queste pendenze che seppur non paragonabili ad un passo di montagna sono apprezzate da tutti.

«La lunghezza è di 1155 metri e ha a una pendenza media del 12,7 % con una punta del 19 %. E’ una lingua d’asfalto dura ma che regala emozioni a tutti quelli che la affronteranno e anche per chi verrà a vedere il passaggio del Giro e non solo. 

«Credo che oltre alle caratteristiche, lo renda speciale la partecipazione della gente. Il fatto che si trovi a dieci chilometri dall’arrivo o a cento, non cambia, è in grado di creare un’atmosfera unica che lo rende un passaggio caratteristico sempre. Quest’anno aspettiamo anche i nostri corridori di casa, che sono Andrea Vendrame, Sacha Modolo, Davide Cimolai, e Franco Pellizzoti ovviamente in altra veste. Li aspettiamo per fare una grande festa. 

«Quest’anno non sarà una tappa particolarmente impegnativa, anzi sarà per velocisti. Siamo l’ultimo GPM della giornata, un ultimo trampolino per farsi vedere e perché no scoccare un attacco importante. L’arrivo non è lontanissimo, potrebbe essere un ottimo spunto. Saremo a tre giorni dalla fine del Giro d’Italia chissà che non ci sia anche un scatto con una valenza ancora più importante».

Marco e Alberto Stocco, i titolari del Ristorante e Resort Ca’ del Poggio
Marco e Alberto Stocco, i titolari del Ristorante e Resort Ca’ del Poggio

Ca’ del Poggio

Nei dintorni del muro sono presenti strutture e una rete di servizi pronti ad accogliere i ciclisti e non solo per fare scoprire il territorio. Tra queste il Ristorante e Resort Ca’ del Poggio che svetta sulla salita e che da sempre è legata al ciclismo. 

«Oltre alla struttura Ca’ del Poggio, naturalmente sono presenti strutture ricettive su tutto il territorio circostante che possono ospitare il ciclista e ovviamente i suoi accompagnatori. I servizi offerti vanno dal noleggio bici ai servizi di bike room, alle guide turistiche che ti portano alla scoperta delle colline facendo apprezzare il contesto a 360°».

Alè crede nell’offroad e inaugura la partnership con FAR Gravel

02.05.2022
3 min
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Il weekend del 17 e 18 settembre andrà nuovamente in scena ad Argenta, in provincia di Ferrara, la quinta edizione di FAR Gravel: un evento molto atteso, che quest’anno può già contare su due rilevanti novità. La prima riguarda la collaborazione tecnica con la Nuova Placci ASD, per intenderci la società sportiva coordinata da Marco Selleri che organizza il Giro d’Italia Under 23. Mentre il secondo punto messo a segno dallo staff operativo di FAR Gravel è l’avvio di una importante partnership con il brand produttore d’abbigliamento per il ciclismo Alè. Che diventa a tutti gli effetti – al pari del già presente Cannondale – main sponsor.

L’accordo che Alè ha definito con FAR Gravel conferma una volta di più l’attenzione e soprattutto l’interesse che la disciplina gravel sta riscuotendo nel contesto delle aziende impegnate nel settore del ciclismo. Non a caso, proprio Alè ha presentato pochi giorni fa un’importante novità di prodotto – i pantaloncini Stones Cargo – dedicati 100% al mondo gravel. Un paio di “bibshort” estremamente anatomici e profondamente tecnici, caratterizzati dalla previsione di alcune specifiche tasche laterali e taschini posteriori. Realizzati in Air Mesh Ultralight, ideali per poter facilmente portare con se e durante la propria “ride” tutto quanto necessario!

FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante
FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante

Un territorio meraviglioso

La cicloturistica FAR Gravel 2022 si svolgerà sabato 17 settembre lungo tre meravigliosi percorsi – rispettivamente di 50, 100 e 150 chilometri – per consentire a chiunque di pedalare seguendo il proprio ritmo e le proprie inclinazioni. Non è prevista alcuna classifica o graduatoria finale, mentre dei ricchi premi ad estrazione attenderanno tutti gli iscritti…

Partenza ed arrivo saranno come sempre ad Argenta, a metà strada fra Ferrara e Ravenna: FAR si svolge difatti attorno all’antico corso del Po di Primaro, un territorio ricco di storia, cultura ed enogastronomia. Un’area geografica che unisce Ferrara, Argenta e Ravenna (F-A-R) e poi il mare, che quest’anno sarà rappresentato da Comacchio e dai suoi lidi.

Inoltre, dopo due anni di pandemia, quest’anno verrà inoltre ripristinato il FAR Village: un luogo di scambio per i ciclisti e di promozione per gli sponsor che sarà attivo sino alla mezzanotte del sabato.
Lo stesso spazio sarà operativo anche la domenica per accogliere gli appassionati e i curiosi che vorranno assistere alla seconda giornata di evento.

Alé Cycling

Far Gravel

Ciclone Selleri a cinque giorni dalla presentazione del Giro U23

09.04.2022
7 min
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A cinque giorni dalla presentazione del Giro d’Italia U23, Marco Selleri fa il punto della situazione con un colpo d’occhio a 360 gradi. Il mondo di ExtraGiro ha subito diversi scossoni e quella che viene sarà l’ultima edizione del Giro della loro gestione e difficilmente si presenteranno per il nuovo bando. Da una lunga telefonata è nata questa intervista ricca di spunti, a partire dall’ingresso di nuovi capitali che annuncia nuovi programmi.

L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack. Ora lo spagnolo è al UAE Team Emirates
L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack

«Il mondo del ciclismo non c’entra – dice Selleri senza fare nomi – ci sono un paio di persone che hanno creduto in noi e hanno disponibilità. In un qualche momento di malinconia avevo parlato di mollare, ma si abbandonerà quando non ci divertiremo più e se i conti saranno in rosso. Logicamente c’è parecchio da ridisegnare, perché in tutti questi anni ci siamo dedicati maggiormente al mondo dilettantistico/giovanile, una cosa che forse sarà da rivedere. Non si capisce bene se gli under 23 siano zuppa o pan bagnato, fra tanti corridori che passano da junior, altri nelle continental in giro per il mondo e altri che non riescono a emergere. Quindi bisogna capire che tipologia di gare fare per loro. Perché al mondiale possono correre anche gli under 23 del WorldTour e al Giro d’Italia U23 no? Girmay è stato secondo al mondiale e quest’anno ha vinto la Gand-Wevelgem, perché non si è potuto portarlo al nostro Giro?».

Il Giro d’Italia U23 è rinato con una missione.

In questi 5 anni abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia degli juniores: ci avete pensato?

Per fare una scelta del genere, bisogna che ci sia anche l’investimento da parte politica, delle istituzioni. Una spinta politica in cui si dice che lavoriamo per gli juniores, scegliendo un target ancora più giovane di quello che abbiamo fatto fino ad ora.

Siamo alla vigilia dell’ultimo Giro: tornerete nel 2023?

L’idea del Giro d’Italia under 23 adesso come adesso non l’abbiamo proprio nel programma, mentre stiamo pensando di fare un giro più piccolo, di 4-5 giorni, in una regione che ovviamente non posso ancora rivelare perché è troppo presto. Non è la Sicilia. Laggiù la Federazione si è già mossa con RCS e un modello di corsa come la nostra. A vedere l’elenco degli iscritti, tolte le tre squadre WorldTour, non si distingue molto dal Giro d’Italia under 23. Comunque le possibilità di fare cose diverse ci sono e ci stiamo lavorando. Per quest’anno abbiamo un programma del tutto invidiabile con delle belle collaborazioni.

Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Parli spesso di creare sinergie.

Abbiamo creato innanzitutto una cooperazione con la Coppa della Pace e il Trofeo De Gasperi. Siamo partiti quest’inverno a mettere giù un calendario appetibile per tante squadre, soprattutto straniere, perché dobbiamo portare anche un po’ di beneficio economico in casa nostra. Il 28 maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna. Abbiamo trovato un muro sterrato in stile Fiandre a due chilometri dal Castello di Gradara. Bellissimo, me l’ha indicato il sindaco e quasi non volevo crederci. Il 29 c’è la Coppa della Pace e sono due corse internazionali. Il 2 giugno c’è il De Gasperi, altra internazionale, mentre il 5 giugno mattina abbiamo le donne elite a Meldola e il pomeriggio di nuovo un’internazionale. Mentre abbiamo appena ricevuto l’okay dall’UCI per una gara internazionale a Riolo Terme per l’8 di giugno. Una gara di allenamento con uno strappo nel finale, per verificare lo stato degli atleti che tre giorni dopo prenderanno il via al Giro d’Italia.  

Si è notata l’uscita di Cassani?

Sicuramente l’assenza di Davide si è fatta sentire, perché comunque lo conosciamo bene. E’ un uomo di relazioni, con delle idee ben chiare. Con lui condividevamo l’obiettivo di generare atleti che possano dimostrare in futuro di andare forte. E non possiamo nasconderci che con le sue conoscenze e le sue relazioni si generavano energie positive, sotto l’aspetto economico e di immagine. Quest’anno il nostro lavoro è stato… altalenante, anche per stabilire il numero delle tappe.

Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Cioè?

Abbiamo avuto problemi iniziali. Sembrava che le Marche dovessero accompagnarci con la partenza, invece non ci sono più. Quindi da 10 giorni siamo passati a 7. Argentin c’è arrivato prima di noi, che ci siamo mossi utilizzando il canale ufficiale, cioè quello della Federazione ciclistica delle Marche. Ma essendo arrivati nel frattempo la Tirreno-Adriatico, la Adriatica Ionica Race e il Giro d’Italia dei professionisti, i serbatoi della Regione si sono svuotati e gli Enti comunali che potevano essere interessati, si sono ritirati. Forse lo hanno fatto un po’ troppo avanti e comunque abbiamo dovuto ridisegnare il Giro. Questo ha generato un lavoro doppio e uno stress incredibile. Però adesso vediamo il sereno, quindi vuol dire che abbiamo fatto le cose a modo e stiamo lavorando per andare in diretta televisiva.

Cosa ne è stato di quella proposta di contributi pubblici di cui si parlò pochi mesi fa?

A suo tempo uscì anche il discorso di un Governo che ci avrebbe dato 600.000 euro, ma per il momento è aria fritta. Tuttavia vedendo cosa succede nel mondo, non c’è da lamentarsi. Però intanto alcune persone si sono fatte avanti per cercare una collaborazione economica, sapendo che avremmo dovuto ricevere questi soldi. Magari potessimo averli, probabilmente faremmo più gare l’anno prossimo

Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Le corse e anche attività sul territorio: la formula funziona?

Abbiamo già iniziato a parlare anche delle zone che andiamo a percorrere, nicchie troppo piccole per il Giro d’Italia dei professionisti. A parte il mondiale che è stato un colpo di fortuna, siamo andati a tirar fuori due salite che erano finite nel dimenticatoio, che però adesso sono diventate un prodotto turistico. Mi sembra di capire che a luglio proprio là si svolgerà il Suzuki Day e poi ho nel cassetto il sogno di chiudere il percorso di Imola per un giorno intero. Ieri ero in Comune e ne stavamo ragionando. Abbiamo visto che, a parte un pezzetto di strada pianeggiante, si può fare e sarebbe bello. Nel 2023 potrebbe succedere. Per un giorno intero, il percorso dei mondiali solo per le bici

A Meldola correranno anche le donne.

Le donne sono arrivate perché nostro partner per Meldola è AWC Events, che prima avevano una squadra femminile. E quando hai avuto una squadra di donne, ovviamente il tuo cuore rimane un po’ da quelle parti e così hanno spinto per farlo. 

Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fra le novità c’è anche un nuovo direttore di corsa.

Sarà Fabio Vegni. Si dice sempre di ringiovanire, ma nessuno lo fa. E allora lo abbiamo fatto noi. Per cui ci sarà Fabio, che in questi giorni è a Sharm el-Sheikh a sposarsi (a Fabio e sua moglie Emiliana Pirazzi, gli auguri di tutto il team di bici.PRO, ndr). E poi dovrebbe venire a ruota Roberto Corradini del Tour of the Alps.

Con Pavarini tutto bene?

Pavarini nel ciclismo ormai è di casa e per fortuna che c’è. E’ l’altra metà della vicenda. Lui si occupa molto di relazioni, di marketing, di comunicazione ed è molto importante per gli sponsor. E’ il valore aggiunto che abbiamo rispetto a quando mi muovevo da solo. Il futuro lo vedremo, però il discorso è che comunque in questo ambiente c’è bisogno ancora di più di competenze rispetto a prima. Non si può improvvisare nulla a nessun livello.