Ed ecco un altro ragazzo che passa per le mani di Axel Merckx. Leo Hayter è uno dei numerosi corridori di classe che il diesse belga ha lanciato con la sua squadra americana, la Hagen Bermans Axeon.
Nel dopo tappa di ieri, una mezz’oretta dopo l’arrivo del suo pupillo, lo abbiamo visto risalire l’ultimo chilometro in sella ad una delle bici di scorta. Aveva con sé una giacca a vento. Con una mano reggeva il manubrio e con l’altra il pasto da portare a Leo.
Axel già ci aveva parlato del suo team affiliato negli Stati Uniti. Mentalità (e sede operativa) belga, ma con l’innovazione e la leggerezza “made in Usa”, se così possiamo dire.
Axel, complimenti. Vi aspettavate un successo del genere?
No, no… Anzi, sicuramente no! Ero già molto felice per la vittoria di tappa dell’altro giorno a Pinzolo. Oggi (ieri, ndr) aspettavamo cosa sarebbe successo. Era una frazione così dura e decisiva per il Giro d’Italia U23 che anche per questo volevamo vedere la reazione di Leo dalla tappa del giorno prima.
Nella quale comunque aveva speso tanto…
Però andava meglio man mano che passavano i chilometri. E anche verso Santa Caterina Valfurva è andata così. Ha fatto un grande numero.
Dopo Pinzolo, Hayter ci aveva detto che non conosceva i suoi limiti e che il Mortirolo sarebbe stato un test importante per lui. Un’occasione per testarsi.
In effetti è stato un super test. Sia per la prestazione in salita in sé per sé, sia per le sei ore di corsa. Sei ore di bici (compresi i 40′ di trasferimento, ndr) tra gli under 23 non si vedono tutte le settimane. E’ stata una tappa molto dura. E lo si vede con i distacchi e con la gente che continua ad arrivare. In situazioni così, quando sei il più forte, nel finale puoi fare la differenza ancora di più.
Dall’ammiraglia gli hai dato dei consigli? Gli hai suggerito te quando partire?
No, è lui che ha deciso. Io poi non ero nelle sue gambe! Gli ho dato solo i distacchi e volevo essere sicuro che si alimentasse. Quindi gli dicevo di mangiare e di bere. Volevo che arrivasse più fresco possibile all’ultima salita. Poi sarebbe stata una lotta uomo a uomo. E’ un numero tutto suo.
Adesso siete qui a giocarvi il Giro, ma eravate partiti con questa idea?
No, eravamo partiti per vincere una tappa. Per questo prima ho detto che ero contento già dopo Pinzolo. A volte serve anche un po’ di fortuna. Lo scorso anno eravamo qui per fare bene nella generale e al primo giorno abbiamo perso due corridori e solo uno è arrivato alla fine. Adesso, abbiamo vinto la Strade Bianche di Romagna prima del Giro e in tre giorni abbiamo portato a casa due tappe e abbiamo la maglia rosa.
Già, la maglia rosa. Cambierà il vostro Giro?
Sì, adesso cambia la corsa per noi.
E come sarà la strategia?
La prima cosa è recuperare. La tappa di domani e il giorno di riposo dovrebbero aiutarci. Poi dovremo controllare il più possibile, ma con cinque corridori sarà difficile. Però se Leo mantiene questa gamba, direi che siamo messi bene. Ma attenzione, il Giro è ancora lungo e possono succedere tante cose. Vediamo giorno per giorno, dai…
Axel, come hai scoperto questo ragazzo? Sappiamo che hai un certo feeling con i corridori inglesi (anche Tao Geoghegan Hart è passato dalle sue mani, e ce ne sono tre in squadra, ndr)…
Leo aveva conquistato la Liegi U23 l’anno scorso. L’avevo visto vincere e poi sono venuto a sapere che era senza un contratto, che non sarebbe rimasto alla Dsm. Io avevo ancora un posto libero in squadra e così l’ho preso subito.
Come mai?
Perché avevo visto come aveva vinto. Si vedeva che avesse talento e che poteva diventare un grande corridore. Però anche io non pensavo che fosse così forte. Ma è tutto merito suo, perché ha fatto una grande lavoro da questo inverno e tanta fatica oggi. Noi siamo qui per aiutarlo.
Cosa ti ha colpito di questo ragazzo?
Come ha reagito alle difficoltà. Ha avuto un po’ di sfortuna all’inizio dell’anno perché ha avuto il Covid ed è stato fermo e questo lo ha messo fuori forma per qualche mese. Ma adesso, proprio al Giro, sta ritrovando la gamba buona. Magari anche perché all’inizio della stagione è andato meno forte e ha corso meno, adesso è più fresco dei suoi competitor.
Già si fanno i paragoni con il fratello. Ethan è più pistard, nonostante tenga in salita. Leo è più scalatore: è così?
Sì è così, ma non mi sembra giusto paragonarlo al fratello. Penso che Leo sia il corridore che è. Ha un grande talento e lo ha dimostrato anche oggi. Pensiamo a questo fine settimana, a come si mettono le cose, a come si comporta con la maglia addosso e con la squadra. E poi vediamo sabato sera.
Il primo giorno che lo hai avuto è stato questo inverno?
Sì, abbiamo fatto un ritiro proprio in Italia, a Castagneto Carducci. E’ stato un contatto molto buono con lui e con il resto del team. Penso che abbiamo una squadra buona e molto forte quest’anno. Ripeto, non credevo fossimo così forti con lui già adesso, ma meglio per noi!